INPS (debeto, corusion, pension)

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Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:36 pm

INPS (debeto, corusion, pension)
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:37 pm

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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:37 pm

Vittorio Feltri, lettera a mister Inps: "Spieghi ai pensionati dove sono i loro soldi"
22 Maggio 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... soldi.html

Sappiamo che Tito Boeri, presidente della Previdenza sociale, ce l’ ha con Libero perché gli fa le pulci. Ciò che lo ha mandato su tutte le furie è il fatto che abbiamo svelato le magagne dell’ ente, tra cui il particolare che egli si è preso 500 metri quadrati in piazza Colonna a Roma per crearsi il proprio ufficio (il cui affitto varrebbe 500 mila euro all’ anno, circa). Non è il caso che egli si irriti. Noi descriviamo la realtà che non è mai offensiva. Se, eventualmente, le cronache e le inchieste di Libero fossero lacunose, dato che l’ esattezza è divina e non di questo mondo, sarebbe diritto di Boeri fornire delle precisazioni che finora però non ci sono pervenute. Non vorremmo che egli, per ritorsione, minacciasse di sfrattare il quotidiano Il Tempo dallo stesso edificio di piazza Colonna, sede della redazione. Sarebbe meschino che ciò avvenisse per iniziativa del capo dell’ Inps, i cui problemi sono assai più gravi di questo.

Boeri deve spiegare non a noi ma agli italiani, per quale motivo ogni due per tre annuncia di dover tagliare le pensioni, quando è noto che i soldi non mancherebbero se non fossero sprecati dall’ Istituto per finalità diverse da quelle che gli competono. Questo giornale ha denunciato che l’ Inps possiede un patrimonio immobiliare mostruoso (valore parecchi miliardi) gestito da cani: appartamenti occupati abusivamente da gente che non salda la pigione, altri appartamenti vuoti o dati in locazione (presumibilmente a raccomandati o amici degli amici) a prezzi stracciati. Il Presidente non ha sentito l’ esigenza di rendere conto di questo scandalo, visto che gli edifici in questione sono stati acquistati con i soldi dei pensionati a cui ora si pretende di decurtare l’ assegno mensile. Dottor Boeri, le sembra giusto trattare i quattrini dei lavoratori di ieri e di oggi in questo modo, come se fossero quelli delle prostitute?

Non è finita. Attingendo alle casse previdenziali, lei concede oboli sociali a chi non ha mai versato contributi; regala pensioni minime ai familiari ricongiunti degli extracomunitari, i quali familiari poi tornano al loro Paese e lì, coi denari ricevuti dall’ Inps, vivono come pascià, ovviamente alle spalle dei nostri compatrioti che ogni mese sganciano direttamente dalla busta paga contributi da capogiro. Siamo di fronte ad uno sperpero gigantesco.

Perché, lei Presidente, non si adopera per separare la Previdenza, che è sostenuta dai lavoratori di cui sopra, dall’ assistenza cui dovrebbe farsi carico lo Stato utilizzando i fondi della fiscalità generale? Nossignori, lei non fiata se non per ribadire che occorre ridurre gli assegni ai pensionati in regola coi contributi. Si faccia coraggio, dica la verità al popolo defraudato.

Dica apertamente che il suo ente è creditore per miliardi e miliardi di numerose aziende, specialmente del Sud, che non versano i contributi dei loro dipendenti. Perché l’ Inps non è in grado di riscuotere quanto gli è dovuto? I suoi funzionari sono inetti o complici dei debitori? Dia delle risposte, caro Presidente, invece di strizzare le tasche a chi, dopo anni di fatica, è andato in quiescenza.

I pensionati non rubano niente. Hanno il diritto di vedersi restituiti i soldi versati ogni mese per decenni e di cui la Previdenza si è impossessata illegittimamente per comprare case destinate alle clientele della casta, ai furbetti e ai prepotenti oppure usati per scopi inconfessabili. Per esempio, pagare il bonus vacanze ai figli dei papaveri statali (la notizia è recente). Da lustri, la Previdenza spende e spande i capitali dei pensionati per compiacere tutte le categorie di fortunelli tranne i pensionati stessi, che sono i padroni della cassaforte riempita con il frutto dei loro sacrifici.

Da lei Presidente, attendiamo precisazioni, non minacce e ritorsioni. Intanto, le auguriamo una buona domenica di riflessioni.
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:38 pm

Penso a Mastrapasqua e… odio il tricolore

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http://www.lindipendenza.com/penso-a-ma ... -tricolore

di DANIELE QUAGLIA

Passa quasi in sordina la notizia che Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma. Il presidente dell’Inps e vice presidente di Equitalia, uno degli uomini più potenti d’Italia con i suoi oltre 20 incarichi, è sotto inchiesta per migliaia di cartelle cliniche taroccate e fatture gonfiate all’Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale. In tutto 85 milioni di euro: 14 milioni sarebbero rimborsi “non dovuti” ma richiesti lo stesso alla Regione Lazio. Gli altri 71 sono un presunto “ingiusto vantaggio” conseguito dalla clinica romana dal 2011 al 2013.

In questo Paese è una notizia normale come rientrano nella normalità le notizie che vedono membri del Governo coinvolti in vicende poco chiare e a volte costretti alle dimissioni come Josepha Idem, ministro delle pari opportunità dimessosi dopo d’aver evaso IMU e ICI e il ministro dell’Agricoltura Nunzia de Girolamo dimessosi per lo strascico di polemiche seguenti le note interferenze con l’USL di Benevento o altri che, nonostante tutto, ancora resistono aggrappati al loro posto come il ministro della giustizia Cancellieri intercettata sulle telefonate “umanitarie” per ottenere la scarcerazione dei Ligresti o il vice premier Alfano di cui emerge una telefonata al potente Ligresti in cui si parla di una cena e di un appartamento. Perfino Renzi, neo fiamma tricolorita, porta in dote una condanna in primo grado da parte della Corte dei Conti per danno erariale come Presidente della Provincia di Firenze.

Come sembra essere altrettanto normale la presenza in parlamento di circa 110 parlamentari indagati se non addirittura già condannati in via definitiva e non fa nemmeno storcere il naso la notizia che 5 saggi nominati da Letta per elaborare la riforma della Costituzione siano indagati per vicende di concorsi truccati. E non ci si meraviglia neppure quando si viene a sapere che il costo della Presidenza della Repubblica italiana non ha eguali nei Paesi più potenti, come non ha eguali il costo della politica o quello della pubblica amministrazione e del para stato. Per non parlare di pensioni d’oro o delle pensioni degli ex statali, pensioni erogate senza che lo Stato italiano, loro datore di lavoro, abbia mai versato un cent di contributi risultando il più grande evasore contributivo mondiale.

Chi vive in questo mondo surreale gode di un tenore di vita agiata, i cui costi sono a carico dei veri ma ignavi lavoratori; rivendica fiero la sua italianità e strumentalizza ideologicamente il tricolore facendone una linea di difesa invalicabile, una linea Maginot a difesa dei suoi privilegi. Mentre solo chi lavora alla fine paga e, plagiato, spesso subisce la rapina con spirito masochista per poi finire a condividere la stessa italianità del suo carnefice. Ma chi gira il mondo sa che nella immaginazione collettiva internazionale, non a caso, italiano è sinonimo di mafia, malcostume, malaffare e malapolitica.

Lo è anche nella mia immaginazione e aggiungo all’elenco, sinonimo di schiavitù per chi lavora e intraprende: per queste ragioni, e non solo, odio il tricolore.


I nostri laureati fuggono, Mastrapasqua mandiamolo in miniera

http://www.lindipendenza.com/i-nostri-l ... in-miniera

di ROBERTO BERNARDELLI*

Che non lasciano l’Italia sono i politici ma chi cerca lavoro, tenta la fortuna all’estero. O, se proprio vuole restare, si sposta al Nord. E così, mentre i dati dicono che aumenta la gioventù che lascia questo Paese di vecchi per spendere la propria laurea all’estero, visto che comunque già 25 poltrone verrebbero accumulate niente meno che dal presidente Inps (un recordman talentuoso, perché non affidargli anche Palazzo Chigi, il Vaticano, lo Ior, Bankitalia?!), di cosa dobbiamo stupirci?

Niente di nuovo nel Paese in cui tutti si crea e nulla si distrugge, in cui gli sbarchi continuano anche se poi, secondo l’Istat, molti lasciano l’Italia perché il tanto declamato lavoro non c’è. Insomma, perché allora tanta preoccupazione per lo ius soli se non per accaparrarsi il voto futuro, per destabilizzare fino ad annientarle, le nostre identità?

Intanto si espatria dal nulla. Il 35,8 per cento in più di chi ha il passaporto italiano molla tutto e va via. Appena finita l’università e verificata l’assenza di prospettive, nel paese in cui un presidente Inps accumula più cariche di un santo in paradiso, qualcosa come una ventina di poltrone politiche degne di nota, verso i 29 anni si fa la valigia. I nostri ragazzi si liberano da questa politica vanno in Germania, Gran Bretagna, Svizzera e Francia. Sempre meno sono i ragazzi che tornano (il 6,4 per cento in meno). Bastano Natale e Pasqua per salutare mamma e papà, poi via verso la libertà.

In 1.900 hanno scelto gli Usa, in 700 piuttosto che l’Italia hanno preferito spendere la laurea in Brasile; in 1.900 decisi a provare il tutto e per tutto nella federale Germania; in 1.800 a Londra, in 1.700 la vicina Svizzera e in 1.300 la Francia. Gli altri emigrano comunque anche con un diploma superiore. Complessivamente infatti gli arrivi sono questi: Germania più di 10mila; Svizzera 8mila; Regno Unito 7mila, Francia 7mila. Secondo la ricerca Istat è in possesso di una laurea quasi un italiano su tre che emigra verso gli Stati Uniti (32,2%), il Brasile (31,6%) e il Regno Unito (30,7%).

Calano invece gli arrivi – ufficiali – di stranieri a casa nostra. Ma non cala il fattore di crescita prevalente della popolazione straniera che si attesta al 7,4% di tutta la popolazione residente. I flussi stanno comunque cambiando leggermente: 35mila iscrizioni in meno rispetto tra 2012 e 2011. Ma crescono del 28,8 per cento gli stranieri che migrano dall’Italia.

Più da vicino emerge anche che siamo passati dalle 527mila unità nel 2007 a 351mila nel 2012, meno 33,5%. Riflettiamo sul fatto che nel medesimo periodo, le emigrazioni hanno fatto il bis e anche più: se ne sono andati 106stranieri nel 2012, contro i 51mila del 2007. Ma non è indicativo, neppure per l’Istat, di un segnale concreto in controtendenza. “Sebbene in calo rispetto agli anni precedenti – si legge – il dato mostra che l’Italia resta la destinazione di consistenti flussi migratori dall’estero. La comunità più rappresentata tra gli immigrati è quella romena che conta quasi 82mila iscrizioni; precede quelle cinese (oltre 20mila), marocchina (quasi 20mila) e albanese (14mila)”. Nonostante, tutto, i romeni sono in calo d’ingresso. Le aperture della Germania dal 1° gennaio 2014 non devono essere state guardate con disinteresse, tanto da dirottare quella che la Csu bavarese ha già battezzato essere l’immigrazione di povertà, immediatamente contestata dagli alleati della Merkel.

Fin qui l’Istat. La politica fa il resto: in conclusione, fuga dei giovani laureati per far posto a badanti e carovane di disperati. E a cariatidi di questa portata. E’ vero o non è vero che il presidente Inps avrebbe accumulato questa filza di lavoretti?

Presidente – istituto Nazionale per la Previdenza Sociale Presidente – Equitalia Sud s.p.a. Presidente – IDeA FIMIT SGR s.p.a. Vice Presidente – Equitalia s.p.a. Vice Presidente – Equitalia Nord s.p.a. Vice Presidente – Equitalia Centro s.p.a. Amministratore Delegato – Italia Previdenza s.p.a. Direttore Generale – Ospedale Israelitico Presidente del Collegio Sindacale – Aeroporti di Roma Engineering s.p.a. Presidente del Collegio Sindacale – Aquadrome s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Cons. Cert. Qualita’ Impianti Presidente del Collegio Sindacale – EMSA Servizi s.p.a. (in liquidazione) Presidente del Collegio Sindacale – Eur Congressi Roma s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Eur Power s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Eur Tel s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Fondetir Fondo Pensione Complementare Dirigenti Presidente del Collegio Sindacale – Groma s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Italia Evolution s.p.a. (in liquidazione) Presidente del Collegio Sindacale – Mediterranean Nautilus Italy s.p.a. Presidente del Collegio Sindacale – Quadrifoglio Immobiliare s.r.l. Presidente del Collegio Sindacale – Rete Autostrade Mediterranee s.p.a. Presidente del Collegio Sindacale – Telecontact Center s.p.a. Presidente del Collegio Sindacale – Telenergia s.r.l. Sindaco Effettivo – Autostrade per l’Italia s.p.a. Sindaco Effettivo – Autostar Holdeing s.p.a. Sindaco Effettivo – CONI Servizi s.p.a. Sindaco Effettivo – Fandango s.r.l. Sindaco Effettivo – Loquenda s.p.a. Sindaco Effettivo – Pa.th.net s.p.a. Sindaco Effettivo – Terotec Sindaco Effettivo – Spiral Tools s.p.a. Sindaco Effettivo – Pastificio Bettini Zannetto s.p.a. Sindaco Effettivo – Consorzio Elis per la Formazione Professionale Superiore Sindaco Supplente – Telecom Italia Media s.p.a. Revisore – Almaviva s.p.a. Consigliere di Gestione – Centro Sanità s.p.a. Liquidatore – Office Automation Products s.r

Uno così si manda subito all’estero. In miniera.

*Presidente Indipendenza Lombarda
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:39 pm

Sto Mastrapascoa el se ga dimeso:

http://www.inps.it/portale/default.aspx ... =4923&p4=2

Antonio Mastrapasqua (Roma, 20 settembre 1959) è dal luglio 2008 Presidente dell’Inps.

Il Presidente è il rappresentante legale dell’Istituto. È nominato con decreto del Presidente della Repubblica e dura in carica 4 anni. Il Presidente dell’Inps predispone il bilancio e i piani di spesa e investimento, attua le linee di indirizzo strategico dell’Istituto e regolamenta l’organizzazione del personale e degli uffici, può assistere alle sedute del Consiglio di indirizzo e vigilanza.

Incarichi istituzionali e professionali
Dal luglio del 2008 è Presidente dell’Inps. Antonio Mastrapasqua è stato l’unico presidente dell’Inps ad avere ricevuto il voto favorevole all’unanimità di tutte e due le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che devono esprimere un parere consultivo alla nomina del Presidente Inps. Nel decreto legge Salva-Italia è stato rinnovato il suo incarico presidenziale fino al 31 dicembre 2014 per guidare la fusione in Inps di Inpdap ed Enpals (soppressi dallo stesso decreto). La nomina a presidente dell’Inps segue all’incarico di consigliere di amministrazione per i precedenti quattro anni (2004-2008). Dal luglio al dicembre 2008 è stato commissario straordinario del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps. Per poco più di un anno (ottobre 2008 - novembre 2009) è stato presidente del Comitato di settore degli Enti pubblici non economici (Epne). Rappresenta l’Inps nella partecipata Equitalia.

Curriculum vitae
Sposato, padre di un figlio. È stato definito “un manager privato in prestito alla Pubblica Amministrazione”. Ha conseguito la laurea in Economia e commercio presso l'Università degli studi in Roma “La Sapienza”, indirizzo Economico – aziendale. Tesi in Matematica finanziaria ed economica dal titolo “Aspetti matematici ed economici dei Fondi Pensione”. È titolare dello Studio Mastrapasqua di Roma ed è iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, al Registro dei Revisori Contabili e all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti. Ha svolto per gruppi industriali e di servizi interventi di risanamento aziendale seguendo gli aspetti finanziari, organizzativi e societari. Nel corso dell’attività professionale ha effettuato lavori di revisione, di natura contabile e fiscale, ed ha svolto consulenza di carattere tributario e societario, nei confronti di aziende industriali o di servizi, di società ed enti pubblici e privati.

Attività culturali
Ha fondato e diretto il periodico “Grandangolo”, mensile di economia, politica, informazione e cultura del Centro Studi Grandangolo. Ha diretto la “Rivista Finanziaria – Osservatorio mensile sui mercati finanziari”, mensile del Centro studi di Economia e Finanza. È autore di articoli di carattere economico e finanziario. Ha partecipato, anche in qualità di relatore, a diversi convegni sulle materie economiche e sociali, tra i quali quelli di Aspen Italia e del Forum Ambrosetti.





Mastrapasqua si dimette dalla presidenza Inps: tutti gli scogli del manager con 25 poltrone

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ABgPIqt


Alla fine Antonio Mastrapasqua si è dimesso dalla presidenza dell'Inps. I più "maligni" sostengono che di alternative, considerato il pressing a tutto campo promosso dal Governo nelle ultime 48 ore, il manager pubblico da sei anni alla guida del peso massimo della previdenza sociale non ne avesse poi tante.

Più di un incarico
Non c'è però solo la tegola giudiziaria. A metterlo sotto la lente è quella collezione di poltrone, incarichi e conseguenti emolumenti. Ultimo a denunciare l'anomalia - erano 25, lui nega e spiega che sono scese a nove - il Fatto quotidiano. Mastrapasqua si difende fino all'ultimo: non faccio nulla di male, la legge non lo vieta, è la sua tesi. Insomma, c'è un buco normativo.

La gestione della fusione tra Inps e Inpdap
Il fatto che il «manager privato in prestito alla Pa», come è stato definito, cumulasse incarichi su incarichi era già noto: una soluzione per il grand-commis però non si era (ancora) trovata. Ci sono state interrogazioni, mozioni parlamentari, firme raccolte dai sindacati davanti alle sedi Inps. Nessun risultato. A rinnovare l'incarico del manager è stato il decreto legge Salva Italia: fino alla fine di quest'anno Mastrapasqua avrebbe dovuto guidare la fusione in Inps di Inpdap ed Enpals, soppressi dallo stesso provvedimento. Un processo complesso e non proprio indolore, che ha visto l'ente di previdenza registrare nel 2012 perdite nella gestione finanziaria per 9,7 miliardi. Secondo il Comitato di indirizzo e di vigilanza dell'ente, il 2013 si chiuderà con un rosso di oltre 11 miliardi.

Il pressing del Governo per un passo indietro del manager
La soluzione alla fine è stata trovata. Ed è stata in primo luogo politica. Di fronte al tentativo del manager di rimanere fino all'ultimo in sella, il premier Letta ha fatto in modo che le dimissioni diventassero l'unica soluzione possibile. A partire dalla mossa di far arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri, ieri, un disegno di legge che vieta a presidenti e amministratori pubblici di ricoprire cariche in società private. E di resuscitare il progetto, ventilato da tempo ma mai attuato con convinzione, di rivedere la governance di Inps e Inail, nella direzione di un sistema duale. Magari con la nomina, nella fase transitoria, di un commissario (con buona pace dello stesso Mastrapasqua).

Le dimissioni
Insomma, il supermanager a ha capito nelle ultime ore di non godere dell'appoggio dell'Esecutivo. Non ha aspettato che il piano di Letta diventasse legge. Questa mattina si è recato al ministero del Lavoro e ha messo le sue dimissioni nelle mani del ministro Giovannini. «È stata una scelta saggia» è stato il commento del presidente del Consiglio. Si apre ora il toto nomine: dall'ex ministro Tiziano Treu, a Maurizio Sacconi parlamentare del Nuovo Centrodestra all'attuale segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Non si esclude però una sostituzione interna. In questa ipotesi sarebbe in prima fila il direttore generale dell'Istituto Mauro Nori.

Le critiche dei sindacati alla gestione Mastrapasqua
Intanto plaudono i sindacati. Con Mastrapasqua alla presidenza, lamentano, l'Inps ha perso funzioni, è aumentato il peso delle società esterne, è stata imposta una riorganizzazione che ha sottratto attività e peggiorato il servizio e le condizioni di lavoro dei dipendenti dell'ente, sono passate norme che hanno di fatto distrutto il sistema previdenziale pubblico.

Il caso della laurea fasulla
La "sagra" Mastrapasqua si arricchisce di un altro capitolo: una laurea in Economia e commercio "fasulla" alla Sapienza. Il quotidiano Libero ricorda infatti che nel 1997, quindi ben 17 anni fa, la Cassazione ha confermato la pena a dieci mesi di reclusione inflitta dalla Corte d'appello nei confronti del manager. L'ex numero uno dell'Inps era accusato di aver comprato, con la complicità di tre bidelli e di un'impiegata dell'ateneo, esami universitari mai sostenuti. Insomma reato di falsità ideologica: laurea ottenuta con l'inganno. Nel periodo in cui il processo è giunto a sentenza, Mastrapasqua si è rilaureato, con un piano di studi diverso.

I tanti incarichi della moglie
C'è poi un altro filone. In questo caso a finire sotto la lente è la moglie di Mastrapasqua, Maria Giovanna Basile. Commercialista, anche lei ha più di una poltrona: fa parte di una ventina di collegi di sindaci, in diversi settori. Dalla Rai e dell'Acea, da alcune controllate dell'Aci (Automobile Club d'Italia: Aci Global, Ventura, Aci Infomobility ) ad aziende sanitarie, fiorentine e romane. Una coppia in tutto. Anche negli incarichi.
di Andrea Carli con all'interno approfondimento di Fabio Pavesi



Follia cacciare chi ha salvato l’Inps

http://www.ilgiornale.it/news/follia-ca ... -inps.html

di Stefano Lorenzetto

Se in una città fra le più industriose del Nordest un noto editorialista della Repubblica, un professore universitario prudente e preparato, incontra per strada il direttore del quotidiano locale e gli dice che Elsa Fornero è il peggior ministro del Lavoro nella storia d’Italia, la più incompetente nella sua smisurata presunzione, «un’autentica calamità per questo nostro Paese», forse è il caso che il premier Mario Monti cominci a considerare l’ipotesi d’essersi sbagliato. A parte piangere in pubblico (non la biasimo: capita anche a me) e farsi riprendere dai telegiornali in circostanze ufficiali col marito, l’economista Mario Deaglio, che le trotterella al fianco scodinzolante (non sta bene: legittima il sospetto che ne sia la ventriloqua), finora la tagliatrice di teste sabauda s’è segnalata solo per i pasticci che ha combinato, peraltro annunciati con un tono professorale e declamatorio che la rende insopportabile.
Per salvarsi dall’ultimo, quello dei 390.000 «esodati» che con la riforma Fornero sull’età pensionabile si ritrovano senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali in attesa di un vitalizio che arriverà fra due o tre anni, il ministro pretende a gran voce la decapitazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps. In altre parole vorrebbe privare l’istituto della persona che l’ha fatto funzionare al meglio. Un’aquila, questa donna. Per stare alla folgorante conclusione dell’ex ministro Renato Brunetta, «è come se la Fornero chiedesse le dimissioni della bilancia perché il suo peso non le piace».
Far dimettere il responsabile del più importante ente previdenziale d’Europa (24,5 milioni di iscritti e 35.000 dipendenti) ha più a che vedere con l’allergologia che con l’economia.
Non so se avete presente chi erano i presidenti dell’Inps nel passato.

C’è stato Massimo Paci, che arrivò al punto di sfiduciare il governo al quale doveva rispondere.
C’è stato Gianni Billia, costretto a rassicurare gli italiani dai microfoni di Radio 3: «Non porteremo i libri in tribunale». Ci andò vicino.

Del resto era l’Inps di Affittopoli, delle case concesse a prezzi di saldo a politici e sindacalisti.

Mastrapasqua lo ebbe in consegna nel 2008, primo presidente nominato all’unanimità da Camera e Senato col consenso di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura.
Come l’ha gestito finora? Qualcosa credo d’aver visto il giorno in cui il presidente mi diede appuntamento nel palazzo dell’Eur alle 8, che nel fuso orario di Roma corrispondono alle 5 del mattino di Milano. Questo manager di 52 anni, costretto a vivere sotto scorta, era già arrivato in ufficio alle 7.15, come ogni giorno, in tempo per convocare un quarto d’ora dopo i direttori dei vari dipartimenti. A quella data, dicembre 2010, aveva messo in cascina, dopo anni di passivi da brivido, un attivo di 22 miliardi di euro, oggi saliti a 23 con un patrimonio netto di quasi 41 miliardi depositati presso la Tesoreria dello Stato. Il tutto a fronte di uscite annue pari a 195,8 miliardi, che salgono a 260,8 se si conteggiano le pensioni di Inpdap ed Enpals.

Pochi sanno che l’Inps eroga qualcosa come 300 servizi diversi, tanto che il suo bilancio (entrate più uscite) di 574 miliardi ??? (750 ??? se si comprendono anche Inpdap ed Enpals) è il secondo dopo quello dello Stato, con un’incidenza sul Pil pari al 18 per cento per il solo Inps e del 24 per cento includendo le altre due sigle previdenziali. «Si può chiudere un municipio, ma non una sede dell’Inps», mi disse Mastrapasqua in quell’occasione. «Se salta il nostro istituto, va a fuoco l’Italia. A Terzigno, provincia di Napoli, 52 abitanti su 100 sono assistiti da noi».

A me sembra che Mastrapasqua ami più di qualsiasi altro presidente del passato quello che un tempo veniva definito «carrozzone».
Questione di imprinting: da bambino già faceva pazientemente la coda agli sportelli dell’'Inps. I suoi genitori, Loreto e Rosanna, consulenti del lavoro, se lo portavano appresso negli uffici non potendo permettersi una baby sitter.
Laureato in economia e commercio con una tesi sui fondi pensione, il presidente della Previdenza sociale è nato come commercialista esperto nel risanamento di aziende decotte, specialmente romane. Ha riportato in auge il pastificio Pantanella.
Ha salvato la clinica Annunziatella.
Se nel 1998 l’allora presidente della Comunità ebraica della capitale, Sandro Di Castro, e il rabbino capo Elio Toaff decisero che bisognava fare uno strappo alle tradizioni di cui sono gelosi custodi e affidarsi a lui - un goi, un estraneo - per salvare l’unico ospedale israelitico d’Europa, avranno avuto i loro buoni motivi.

E par sto ospedal kive, come xela?
http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/ ... o-77418938

E infatti le tre cliniche fra l'’Isola Tiberina e la Magliana, che stavano chiudendo strangolate dai debiti, con un anno di terapia Mastrapasqua sono rifiorite e oggi quelli con la stella di David vengono considerati fra i migliori istituti di cura convenzionati.

Mastrapasqua è il presidente che ha strappato alle Regioni e ai Comuni il potere di concessione delle pensioni d’'invalidità, lasciando alle Asl solo la visita medica. Ha ordinato di passare ai telegiornali le immagini dei finti ciechi filmati dalle Fiamme gialle mentre leggono il giornale. Ha denunciato alla Corte dei conti, alle Procure e agli Ordini di appartenenza i medici colpevoli d’aver attestato patologie e infermità inesistenti, chiamandoli a risponderne in solido.

In tal modo ha fatto diminuire del 20 per cento le domande di nuove pensioni e consentito la revoca di un altro 20 per cento di assegni indebitamente riscossi.
Mastrapasqua è il presidente che come capo dell’'audit ha nominato un giovane generale della Guardia di finanza, Flavio Marica, andando a cercarselo a Bari, la regione dove si registra la maggior parte degli 1,2 milioni di cause contro l'’Inps, circa il 20 per cento dei processi celebrati in Italia, un’'abnormità che comporta un ulteriore esborso di 300 milioni l'’anno per spese legali.

Mastrapasqua è il presidente che per primo ha avuto il coraggio di denunciare come nella sola Foggia sia pendente circa il 15 per cento dell’'intero contenzioso nazionale dell'’Inps e come tutti i 46.000 falsi braccianti iscritti nelle liste avessero fatto causa all'’istituto.

Di più: s’è recato di persona nel capoluogo pugliese a indagare e ha scoperto che l’'ente previdenziale era costretto a difendersi da ricorsi presentati anche quattro o cinque volte da vari avvocati, o addirittura sempre dallo stesso legale, nell’'interesse di un unico assistito e sempre per la medesima prestazione pensionistica. Risultato: su 122.000 cause, 25.000 sono state spontaneamente ritirate dalla mattina alla sera.
Spesso gli avvocati le avevano avviate a nome di persone morte o inesistenti.
Se c’è un tecnico che avrebbe diritto a stare nel governo dei tecnici, questi è Mastrapasqua.
Per sua fortuna, e per nostra disgrazia, dovremo tenerci la Fornero.
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:39 pm

Inps, premi fino a 200mila euro Indagati 80 funzionari e dirigenti
Le casse dell’Inps come il forziere di Paperon de Paperoni al quale potevano attingere, incassando fior di milioni di euro, dirigenti e funzionari dell’istituto di Previdenza sociale nazionale. Sono... di Rosaria Federico
10 aprile 2016

http://lacittadisalerno.gelocal.it/sale ... 1.13277880

Le casse dell’Inps come il forziere di Paperon de Paperoni al quale potevano attingere, incassando fior di milioni di euro, dirigenti e funzionari dell’istituto di Previdenza sociale nazionale. Sono 80 i dipendenti campani iscritti nel registro degli indagati per aver incassato, fraudolentemente, premi di produttività sui dati – fasulli – immessi nel sistema informatico centrale dell’istituto previdienziale. Dirigenti e funzionari che accedevano al forziere dell’Inps, attraverso un meccanismo semplicissimo, e riuscivano ad incassare anche 200mila euro l’anno di premi di produttività. Ottanta le persone, dislocate nei vari uffici provinciali e regionali, ma anche nella sede centrale di Roma che circa un mese fa sono state iscritte nel registro degli indagati, per falso ideologico e truffa aggravata, dal sostituto procuratore Roberto Lenza che sta coordinando le indagini nell’inchiesta Mastrolindo.

A ottobre scorso erano scattate le perquisizioni in tutta Italia, al vaglio dei carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore e della sezione di Pg della Procura la posizione di centinaia di funzionari, ispettori e dirigenti centrali e locali che avrebbero lucrato indebitamente somme erogate a titolo di incentivo e produttività. Da nord a sud della Penisola, un sistema collaudato per il quale tra il 2012 e il 2013, l’Inps avrebbe erogato 400 milioni di euro ai suoi dipendenti. Il sistema era semplice gli addetti inserivano nel sistema informatico dell’Ente dati falsi circa il numero di disconoscimenti di rapporti di lavoro alle dipendenze delle aziende controllate. In questo modo i funzionari dimostravano di aver raggiunto gli obiettivi di produttività imposti dall’Inps, ottenendo le somme. Più disconoscimenti, più incentivi e per anni i furbetti hanno raddoppiato o triplicato i propri stipendi annui. Nell’informativa redatta dagli inquirenti e al vaglio del sostituto procuratore Roberto Lenza vi sono cifre da capogiro e nomi altisonanti che potrebbero causare un terremoto giudiziario capace di scuotere le fondamenta dell’istituto di previdenza sociale nazionale.

A giorni il nuovo filone di indagine avviato dalla procura nocerina, nell’ambito dell’operazione Mastrolindo che ha esaminato migliaia di falsi lavoratori e ditte fantasma che hanno depredato le casse dell’Inps, arriverà ad una svolta. Tremano i vertici romani dell’Istituto ma anche i funzionari e i dirigenti dislocati in tutta la Campania negli uffici decentrati.

Intanto, si attende la fissazione dell’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame per l’Appello proposto dal Pm contro il mancato sequestro di quattro milioni di euro a carico di cinque alti funzionari dell’Ente, accusati di truffa aggravata per non aver segnalato le imprese fasulle e per aver consentito che finti lavoratori incassassero erogazioni previdenziali e assistenziali. In questa tranche dell’inchiesta Mastrolindo sono indagati Gabriella Zaccaria, 61 anni salernitana, direttore provinciale dell’Inps di Salerno; Angela Santopietro, 50 anni, di Salerno, responsabile dell’ufficio ispettivo provinciale Inps Salerno all’epoca dei fatti; Antonello Crudo, 47 anni, di Roma, oggi direttore per la previdenza dell’Inps che ha rivestito il ruolo di direttore generale dell’Istituto nel 2015, succedendo a Mauro Nori; Dario Dolce, 65 anni di Treviso, residente a Roma, dirigente della direzione centrale entrate dell’Inps e Antonello Lilla, 52 anni, originario di Napoli, dirigente della direzione centrale sistemi informatici e tecnologici dell’Inps di Roma.
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:40 pm

Truffa all’Inps, trevigiano nei guai
È accusato di non avere bloccato per anni le indennità destinate a falsi lavoratori
13 aprile 2016

http://tribunatreviso.gelocal.it/trevis ... 1.13294232

L’Inps non ha bloccato per due anni le indennità destinate a falsi lavoratori, assunti da imprese inesistenti, erogando prestazioni assistenziali per 4 milioni e 73mila euro. A tanto ammonta il danno prodotto da cinque alti funzionari dell’Istituto di previdenza sociale alle casse dello Stato per la mancata cancellazione dagli archivi informatici dell’Istituto delle matricole di lavoratori e imprese. Tra questi il trevigiano Dario Dolce, 65 anni, dirigente della direzione centrale entrate dell’Inps. La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto anche il sequestro di immobili, conti correnti e quote societarie in possesso dei dirigenti Inps accusati di truffa aggravata. Un sequestro per equivalente rigettato dal Gip Paolo Valiante e che ora è approdato dinanzi ai giudici del Riesame di Salerno dopo l’appello della Procura.

Nel mirino degli inquirenti di Nocera Inferiore sono finite cinque persone alle quali si contesta di aver prodotto un danno erariale rilevante con la propria condotta omissiva. In particolare, la richiesta di sequestro è stata effettuata nei confronti di Gabriella Zaccaria, 61 anni di Salerno, direttore provinciale dell’Inps di Salerno; Angela Santopietro, 50 anni, di Salerno, responsabile dell’ufficio ispettivo provinciale Inps Salerno; Antonello Crudo, 47 anni, di Roma, oggi direttore per la previdenza dell’Inps che ha rivestito il ruolo di direttore generale dell’Istituto nel 2015, succedendo a Mauro Nori. Indagato per truffa aggravata anche Dario Dolce, 65 anni di Treviso, residente a Roma, dirigente della direzione centrale entrate dell’Inps e Antonello Lilla, 52 anni, originario di Napoli, dirigente della direzione centrale sistemi informatici e tecnologici dell’Inps di Roma. Per due anni, secondo le accuse, avrebbero omesso di adottare i provvedimenti per cancellare dagli archivi informatici le ditte che l’ufficio ispettivo di Salerno aveva segnalato il 17 maggio del 2012 per le assunzioni fittizie di lavoratori. Imprese coinvolte nell’inchiesta denominata Mastrolindo della Procura di Nocera Inferiore e per le quali sono state emesse dal Tribunale numerose ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello stato. Con Crudo, ai vertici dell'istituto di previdenza sociale, rispondono di truffa aggravata ai danni dello stato anche Dolce e Lilla. La Procura contesta ai tre vertici nazionali l’indebito pagamento di 2milioni e 439mila euro circa. Hanno volutamente ignorato, secondo la Procura, cinque segnalazioni inoltrate dalla responsabile della direzione regionale Inps Campania.
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:41 pm

L'Inps ha i conti in rosso ma ai figli degli statali paga le vacanze all'estero
Mantenuto il privilegio previsto dall'Inpdap, anche se il buco è di 13 miliardi: campus e corsi di lingua estivi per 35mila ragazzi
Antonio Signorini - Dom, 13/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... ok+Interna

Vacanze pagate, parzialmente o totalmente, a beneficio di ben 35 mila ragazzi. Il tutto a spese dell'Inps.

Per 22.520 studenti si apriranno le porte di corsi estivi di lingua all'estero, altri 12 mila e 730 si accontenteranno di vacanze in Italia. Detta così sembra una notizia fantastica visto che la maggioranza dei genitori, gravati da tasse e contributi, non possono permettersi di sostenere i costi di campus e corsi di lingua. Ma quella di «Estate InpSieme» è un'altra storia italiana, fatta di generosità selettive se non malriposte e di conti pagati da altri. La vacanza finanziata con i soldi della previdenza è infatti offerta esclusivamente ai figli di lavoratori pubblici, attivi o in pensione. Residuo di un'era in cui lo Stato sociale era generoso anche con le giovani generazioni. Salvo poi, una volta tirate le somme, pesare sulle stesse lasciandogli in eredità conti sballati.

Prima si chiamava «Valore vacanza» ed era un bastione dell'Inpdap, l'istituto di previdenza pubblica che nel 2012 è stato inglobato dall'Inps con il suo carico di bilanci in perdita e inefficienze. La fusione del mondo pubblico con quello privato non ha portato a una omologazione dei trattamenti e così le vecchie vacanze per i figli degli statali sono state confermate anche dalla gestione Inps, che non aveva e non ha niente di simile per i figli dei dipendenti privati. L'istituto si è perlomeno premurato di dare al «concorso» un nuovo nome. Qualche cambiamento c'è stato nei metodi di compilazione della graduatoria. Ora viene compilata sulla base di nuovi criteri di merito. Impossibile partecipare se lo studente è stato bocciato o se ha debiti. Quasi scontato, verrebbe da dire per chi pensa in termini privatistici. Ma non l'hanno pensata cosi centinaia di statali che tempo fa hanno presentato una class action contro questa novità introdotta dall'Inps e considerata «discriminatoria».

Non è cambiato, invece, il numero di giovani che hanno accesso alle vacanze pagate, l'entità dell'aiuto Inps né il tipo di trattamento. L'offerta è rivolta a studenti della scuola secondaria superiore, per soggiorni da effettuare tra giugno e agosto in Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Germania e Spagna. L'Inps paga aereo, transfer dall'aeroporto, corso, college, vitto e assicurazione per un massimo di 2.400 euro per soggiorni di 15 giorni e di 4.000 euro per quelli di quattro settimane. Il programma italiano è meno generoso (il contributo è al massimo di 1.400 euro), ma l'impegno formativo è meno pressante (solo tre ore al giorno di corsi).Diritto acquisito, prestazione pagata con i contributi è l'obiezione che si potrebbe fare. Giusto, se non stessimo parlando di una gestione, quella dei pubblici dipendenti, che non sta in piedi da sola e che, seguendo una logica di equità, non potrebbe permettersi lussi. Il rosso dell'Inps sfiora i 13 miliardi di euro e la gestione delle pensioni pubbliche contribuisce a questo sbilancio per quasi sei miliardi di euro. La gestione dei parasubordinati, lavoratori con un futuro previdenziale più che incerto, contribuisce in positivo al bilancio Inps per sette miliardi di euro. Sono loro a tenere su la previdenza. E le vacanze dei figli se le pagano di tasca propria.
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Re: INPS

Messaggioda Berto » lun mag 23, 2016 12:44 pm

“Sono soldi miei, decido io”. La Boldrini usa così le tasse degli italiani
17 Maggio 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/505 ... ecido.html

Quando il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha spiegato che i vitalizi dei parlamentari sono finanziariamente insostenibili, ha scoperto l’acqua calda, quel che da mesi è stato rivelato a tutti da una inchiesta di Libero sul clamoroso divario fra contributi versati e assegni riscossi dagli ex deputati e senatori. Ma l’acqua calda evidentemente brucia, vista la reazione piccata del presidente della Camera Laura Boldrini, che ha affidato la risposta a un comunicato stampa: “È infine utile ricordare che gli oneri derivanti sia dal nuovo sistema contributivo, che dal sistema dei vitalizi in vigore in precedenza, gravano interamente ed esclusivamente sui bilanci interni di Camera e Senato, e non dell’Inps”.

Raramente si è vista una reazione più sprezzante verso le tasse degli italiani: quei bilanci di Camera e Senato vengono alimentati esclusivamente dai contribuenti, che versano obbligatoriamente il dovuto all’erario che poi trasferisce ogni anno circa 1,8 miliardi di euro degli italiani ai palazzi della politica. Ora che sia l’Inps a gettare dalla finestra i loro soldi o che questo sia lo sport più praticato da Camera e Senato, evidentemente per i contribuenti italiani non fa gran differenza.

Sono sempre soldi loro quelli che butta dalla finestra la Boldrini, e sorprende che il presidente della Camera si faccia pure orgoglioso vanto di questo malcostume. Fra le tante responsabilità che chi guida Montecitorio ha, una è davvero incredibile, senza paragoni nel mondo: né per i contributi versati per avere i vitalizi, né per le attuali pensioni simil-contributive (non lo sono affatto, avendo coefficienti di trasformazione assai più generosi di quelli in vigore per gli altri italiani) la Boldrini ha mai pensato di costituire un fondo pensionistico per investirli e farli rendere un minimo, alleviando in quel modo il peso di quei privilegi sulle tasche degli italiani. Ma perché l’imperatrice di palazzo e la corte che l’assiste avrebbe dovuto pensare una soluzione così semplice come quella utilizzata in ogni parte del mondo e in ogni settore? No, siano quei creduloni dei contribuenti italiani a pagare pure gli interessi e la rivalutazione del capitale versato. Li mungono sempre, per quel po’ di più manco se ne accorgeranno…
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Re: INPS

Messaggioda Berto » sab mag 28, 2016 3:48 pm

Lo scandalo delle pensioni gratis
Gli enti pubblici non pagano i contributi per 50 miliardi. Per questo non ci sono i soldi
Alessandro Sallusti - Gio, 26/05/2016

http://www.ilgiornale.it/news/scandalo- ... 63724.html

Uno dei motivi per cui il sistema pensioni è in tilt è che lo Stato e gli Enti pubblici non pagano i contributi dei loro dipendenti.

Il buco che comuni, regioni, province ed enti pubblici hanno provocato all'Inps ammonta oggi a 54 miliardi e cresce al ritmo di 7 ogni anno. Non pagare i contributi è un reato grave, punito duramente in sede civile e con una condanna fino a due anni di carcere in sede penale. Questo almeno è quello che succede a un imprenditore o datore di lavoro moroso. Governatori, sindaci e presidenti vari invece la fanno franca. Anche perché l'Inps, contrariamente a come si comporta con noi comuni mortali, nei loro confronti non agisce per vie legali. Questione di opportunità politica, dicono che se lo facesse salterebbe il sistema dell'amministrazione pubblica.

Siamo alla solita Italia a due legalità. Una che vale per noi, severa, inflessibile e spesso strozzina, l'altra che vale solo per lo Stato. Al quale è data ampia facoltà di non pagare i debiti, di non onorare i patti, di operare un regime di illegalità impunita. Che siano contributi Inps o uffici pubblici non a norma di legge, tra i quali molte scuole (con gravi rischi per chi li frequenta), nessuno pare eccepire. Tanto a pagare ci pensiamo noi. Gli enti pubblici sono morosi con i contributi pensionistici? Il rimedio è semplice: tagliano le nostre pensioni imponendo contributi di solidarietà, bloccano gli adeguamenti, lasciano le minime a livello da fame, costringendo la gente a lavorare fino a settant'anni.

So di dire una banalità, ma una azienda assume un numero di persone in base alla capacità di pagare stipendi e oneri. Se sbaglia i conti, fallisce. Perché a un ente pubblico è invece concesso di vivere al di sopra delle proprie possibilità? Non c'è risposta logica e si deve ripiegare in un'altra banalità: perché siamo in Italia. Paese che avendo la coda di paglia si è convinto che l'onestà del politico consista unicamente nel non rubare (cosa ovvia) e non lo sosteneva Benedetto Croce, come ricordiamo oggi nelle pagine culturali nella capacità di fare politica, così come l'onestà del medico è quella di salvare il paziente. È che siamo governati da disonesti, cioè da incapaci. E in questo, purtroppo, Renzi non fa alcuna eccezione.



Lo Stato affossa i pensionati Troppi contributi non pagati
Il rosso accumulato dagli enti locali supera i 50 miliardi. E l'Inps non manda gli ispettori a Comuni, Province e Regioni
Antonio Signorini - Gio, 26/05/2016 - 08:11

http://www.ilgiornale.it/news/stato-aff ... 63728.html

Roma - Lo Stato nelle sue varie articolazioni è un cattivo datore di lavoro. Non tratta male i dipendenti, versa regolarmente lo stipendio, ma in passato ha fatto quello che a un professionista o a un responsabile di azienda potrebbe costare la galera: non ha pagato i contributi.

La vicenda è emersa in parte quando la fusione tra Inps e Inpdap (l'istituto dei dipendenti pubblici abolito dal governo Monti) ha portato i bilanci della previdenza in rosso. Insieme alla struttura - poco efficiente e per niente informatizzata - l'ente ha ereditato un risultato di esercizio in perdita per cifre che oscillano tra i 5 e gli 11 miliardi all'anno.

Lo Stato ha in sostanza scaricato la sua gestione in perdita sui conti della previdenza privata, assicurando che avrebbe ripianato di anno in anno il buco. Tutto quadra quindi. E il presidente dell'Inps Tito Boeri non perde occasione per sottolineare come la situazione sia in equilibrio.

Discorso valido per l'amministrazione centrale dello Stato, ma lo stesso non si può dire per gli enti locali. Il vero buco della previdenza è destinato a diventare quello di comuni, province e regioni perché in questo caso lo Stato non è disposto, perlomeno in forma diretta, a coprirlo.

Viste le cifre si capisce il perché. La Cpdel, cassa ex Inpdap degli enti locali, ha un debito accumulato di 53,48 miliardi di euro e una perdita di esercizio che nel bilancio di previsione del 2016 è di 6,89 miliardi di euro. Con questo ritmo il debito potrebbe raddoppiare in meno di 10 anni. Un motivo di preoccupazione per la tenuta dei conti della previdenza. Ma anche per quelli pubblici in generale, viste le dimensioni.

La previdenza degli enti locali, come quella dell'amministrazione centrale, è in rosso perché nella Pa c'è poco turn over, cioè ci sono sempre meno lavoratori attivi e sempre più pensionati. Ma anche perché in passato varie amministrazioni pubbliche non hanno versato i contributi. Quando ci fu la fusione Inps-Inpdap l'istituto di via Ciro il Grande si ritrovò con zero contributi fino al 1996 (non esisteva una gestione previdenziale della Pa e lo Stato si limitava a pagare le pensioni). Ma anche negli anni successivi un caos di pagamenti a macchia di leopardo.

Il Civ dell'Inps, il Consiglio di indirizzo e vigilanza che approva il bilancio, ha cercato di fare un po' di chiarezza. «Ci sono 200 comuni in dissesto. Siamo sicuri che abbiano pagato i contributi?», chiede Gian Paolo Patta, esponente Cgil e membro del Civ per il quale dirige la Commissione economica. Ad esempio Roma ha un debito di 13,7 miliardi. In gran parte verso amministrazioni pubbliche «possibile ci sia anche l'Inps», spiega il sindacalista.

Il Civ ha chiesto più volte di avere l'elenco degli enti che non hanno accantonato i soldi per i contributi dei dipendenti. «Non ce l'hanno mai dato, hanno anche sostenuto che non si può per la privacy», lamenta Luigi Scardaone, rappresentante della Uil nel Civ, che da anni respinge con il suo voto il bilancio Inps.
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