Italica senatrice Puppato: studi la storia della Veneta Repubblica, non è mai troppo tardihttp://www.lindipendenza.com/italica-se ... oppo-tardidi RENZO FOGLIATA*
Cara signora Puppato, italica senatrice,
la Sua risposta, giunta oltre un anno dopo la pubblicazione delle mie modeste osservazioni (ma si sa, l’Italia è così) sgombra il campo dal dubbio amletico con il quale aprivo la mia missiva. Tragedia o Commedia? Dopo la Sua veemente risposta, il piatto della bilancia cede brutalmente alla seconda opzione.
Primo. Non voglio dilungarmi su questioni che trovo di nessun interesse, ma mi permetto comunque una chiosa sulle Sue confuse premesse di dottrina politica. Berlinguer socialdemocratico? Caspita! Avete derubato persino Saragat, che si rivolterà nella tomba! Ma insomma, siete diventati tutto ciò che avete negato e combattuto?! Da comunisti che eravate, addirittura negate che il comunismo sia tra le “linee di tradizione politica” dalle quali discende il Vostro partito. Da internazionalisti ed antinazionalisti che eravate, siete i più fanatici vessilliferi del tricolore e del neonazionalismo italiano. Da centralisti, quali eravate, siete e sempre sarete, siete divenuti addirittura federalisti. Non basta. Siete addirittura Voi i veri federalisti. Gli altri, cioè quelli che da trent’anni si battono per le autonomie anche contro di Voi, secondo Vostra antica tradizione di demonizzazione dell’avversario, sono portatori di “stupidaggini folkloristiche” e “scimmiottature rivoluzionarie”. Dal muro di Berlino in poi, sempre in ritardo con gli appuntamenti della Storia, sopravvivete a Voi stessi applicando il pensiero fasmide di Warburg: “Il fasmide è ciò che mangia e ciò in cui abita… la copia divora il suo modello“. Ribadisco: sia ben chiaro che nulla mi interessa della politichetta postbellica di questo asfittico ed asfissiante Paese, cosicché se non mi piace la sinistra reazionaria e menzognera, detesto la destra affarista e stagnante. Ma al farsi buggerare c’è un limite-soglia, oltre il quale mi scatta un senso di rabbia incontenibile.
Secondo. La vostra riforma del titolo V della Costituzione fu una scatola vuota. O meglio: fu il disperato tentativo – fasmide, appunto – di inseguire e combattere la Lega sul suo terreno per depotenziarla. Nulla era più lontano dalla Vostra cultura, nulla era meno sentito nelle Vostre sedi di partito, nulla era meno compreso dalla Vostra base. Ma spiegaste ai militanti che, di fronte al dilagare della Lega, era l’unico modo per arginarla. E, forti di antica tradizione politica, Vi riusciste. Che c’entra l’autonomismo con tutto ciò? Nulla. Ed infatti, il titolo V non ha fatto avanzare le autonomie di un millimetro. Lo Stato, nella realtà, non ha mai smesso di invadere le materie concorrenti e persino quelle esclusive delle Regioni, dando vita ad un infinito contenzioso in Corte Costituzionale che ha sfiancato la gente comune pronta ad accettare la cura centralista che il Suo Governo propina. Ed a proposito di Governo: ce ne vuole di sfacciataggine per scrivere quello che Lei ha scritto dalle fila di un partito che sta per avviare la peggiore controriforma centralista degli ultimi settant’anni! Il Veneto chiede autonomia? Bene. Renzi risponde con la quasi totale abolizione delle materie esclusive e concorrenti, riportando tutto allo Stato e con l’abrogazione del comma terzo dell’art. 116 Cost., ovvero quel fantasma di norma che millantava di consentire la contrattazione della Regione con lo Stato di maggiori margini di autonomia. Lei accusa la Regione Veneto di non aver mai usato questo strumento. E’ come accusare i Veneti di non aver utilizzato archi e frecce contro i carri armati. Persino il costituzionalista prof. Antonini, nemico dell’indipendentismo, ha dovuto ammettere che chi ha tentato – come la Lombardia – di attivare questo strumento ha ottenuto il nulla assoluto. Ma Lei di ciò pare non essere informata. Quella norma era uno specchio per le allodole, per consentire a politici come Lei di dire che gli strumenti ci sono. Oggi, Renzi aggiunge la beffa di una norma costituzionale che prevederebbe la possibilità per lo Stato di delegare – bontà sua – singole materie alle Regioni in via contingente. Uno schiaffo al Veneto, in tal modo sempre più asservito al carcere duro Italia.
Terzo. Lei ha parlato con il ministro Boschi, “che è disponibile e aperta ad un confronto su questo tema”. Questa Sua autoreferenzialità colma davvero la misura. Ma come si permette, Lei, di darci in pasto, ancora ed ancora, il nulla totale come fosse la soluzione del problema? Ma chi crede che siamo noi cittadini? “Un confronto su questo tema”? Ma cosa vuol dire? Mentre le imprese falliscono e gli imprenditori si suicidano, che cosa risponderà Lei alle nostre 600.000 mila aziende? Che ha parlato con questa Boschi, la quale è nientemeno che “disponibile ad un confronto”? Oh, ma quale emozione! Questa pulzella dal gradevole aspetto, ministra dell’ennesimo italico governicchio – il terzo non eletto da alcuno - si occuperà delle sorti di “un popolo che fu nazione” (Lorenzetto)? Glie l’ho detto che siete sempre in ritardo con gli appuntamenti della Storia, senatrice!! Io, oltre un anno fa, non l’avevo accusata di denigrare il Veneto – come Lei afferma in difformità dal vero – ma di non dare risposte alle questioni indifferibili di questo territorio o, peggio, di darne di fasulle. E, infatti, dopo un anno Lei polemizza duramente con me, semplice cittadino, senza affrontare uno solo dei temi che io Le posi. Mi rendo conto che Lei, attaccata da questo signor nessuno che sono io, si sia percepita vittima di lesa Maestà. Ma avrebbe potuto almeno spiegarmi che ne facciamo dei 21 miliardi di residuo fiscale che buttiamo nel calderone Italia; avrebbe potuto illuminarmi sul quando e sul come il Suo partito – sedicente federalista della prim’ora – intende, ora che è al governo, ridurre drasticamente, non fintamente, quell’oltre 65% di pressione fiscale che sta uccidendo il nostro tessuto produttivo; avrebbe potuto confortarmi sul se e sul come – al di là del ridurre la cultura veneta ad arte, teatro ed usanze varie - il Suo partito intenda introdurre nelle scuole lo studio di una delle più grandi potenze culturali, economiche e militari che la Storia abbia conosciuto. Nulla. Il vuoto pneumatico. Lei si limita a finire sulle pagine dei giornali veneti quale piddina attenta ai problemi del Veneto, in apparente dissenso con il centralismo assoluto del Suo partito. Ma è il giochetto del poliziotto buono e di quello cattivo! In questo modo cercate di portare a casa i voti di tutti, centralisti ed autonomisti. Con il piccolo dettaglio, tuttavia, che se vi è una certezza è che con Voi il Veneto otterrà lo zero assoluto, perché siete i più italiani degli italiani; perché siete proni ad uno Stato e ad una bandiera che alla Veneta Nazione hanno portato solo saccheggi.
Quarto. L’indipendentismo, a Suo dire, è ridotto a centomila click sulla tastiera, la maggior parte provenienti dal Cile.
Che lo dica Crozza lo capisco, senatrice! Ma Lei… suvvia!! Ma come? Le è sfuggito persino il sondaggio di Ilvo Diamanti su Repubblica (non la Padania, senatrice: Repubblica!) che quota i favorevoli al referendum indipendentista nel veneto all’80% ed i favorevoli all’indipendenza al 55%? Contrari all’indipendenza del Veneto meno del 40%(
http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... -81734444/). Secondo Demos, dunque, Lei, senatrice, rappresenta, su questo tema, meno del 40% dei veneti. Ma quante cose le sfuggono, senatrice, oltre al polso della Regione che Lei dice di amare! Vuol fare seriamente i conti almeno con questo sondaggio, senatrice, o preferisce affiancarsi a Crozza? Crozza dovrebbe farci ridere e Lei dovrebbe obbligatoriamente fornire risposte politiche; non viceversa.
Quinto. A proposito di risate, senatrice, la qualità del Suo intervento è calibrata dalla chiusa, che è un attacco personale ad un cittadino qualunque che Lei non conosce. Perché, ancora una volta, non si è informata un po’ meglio? Con lo stipendio ed i mezzi che Le forniamo per politicheggiare non Le sarebbe stato difficile sapere chi sono. La ringrazio della qualifica di giornalista, ma non lo sono, né aspiro ad esserlo. Non ho dunque alcun “interesse giornalistico” ad “ottenere maggior visibilità”. Non ne ha azzeccata una, senatrice. Sono un avvocato penalista, un docente universitario ed uno studioso di Storia. Da buon veneto, ho studiato, sudato, sacrificato, investito, raggiungendo un livello professionale riconosciutomi dal ceto forense. Non ho mai cercato scorciatoie politiche ed ho sempre ritenuto squalificante – avendone quotidiana conferma - l’impegno politico nel panorama italiano. La visibilità è un Suo problema elettorale, senatrice; io sono sulla breccia da ventisei anni e, come avvocato, ne ho sin troppa. Le scrissi solo per passione civica e perché – io sì – amo la mia terra ed il mio popolo. Vede, senatrice, qual è il problema della disinformatia? Che oggi non funziona più. In tal guisa, Le rinnovo l’invito, che vedo assolutamente disertato, ad un’azione politica di profilo nettamente superiore. E… studi la storia della Veneta Repubblica, senatrice! Non è mai troppo tardi.
*avvocato veneto
Comento==============================================================================================================================
Alberto PentoCaro Renso Fojata e cari pareoti/patreoti veneti, justo studiar ła storia de ła Repiovega Veneta e de Venesia, però ve sovegno ke łi veneti e ke el Veneto lè tanto altro da Venesia e da ła Repiovega Veneta e ke xe justo studiarlo sto altro parké altretanto enportante e baxełar.
Łe istitusion comounałi no łe xe naste a Venesia ma ente łe çità de tera e łe ga enfloensà anca łe istitusion venesiane. Stemo tenti col mito de Venesia ke no ło femo devegner come coeło de Roma kel sofega e el scançeła tuto el resto:
Storia e pristoria - raixe de łe xenti de ła tera veneta:viewforum.php?f=48No femose maraveja de ła encoultura de ła pora Pupatoła, pensè łomè a ła encoultura del “doxe veneto Luca Zaia”: