Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kapò

Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kapò

Messaggioda Berto » mar apr 22, 2014 7:52 am

Se i politicanti veneziani non sono meglio di quelli romani

http://www.lindipendenza.com/se-i-polit ... lli-romani


di MASSIMO VIDORI*

Lo stato italiano è un baro storico e plurimo e quale sua diretta emanazione lo è anche la regione.

Per questo voglio l’indipendenza.

Le risposte che non arrivano da Venezia non riguardano solo il continuo rinvio della discussione della proposta di legge 342 per l‘indizione del referendum, in una squallida versione lagunare della classica melina italiana.
Voglio l’indipendenza del Veneto perché vivo in montagna e da quassù il gioco sporco della regione si vede tristemente ancora meglio.
Sono passati anni da quando il consiglio regionale ha approvato il nuovo statuto che riconosce (tra l’altro in modo piuttosto discutibile dal punto di vista normativo) la specificità dei territori montani.
Ebbene come non definire baro doppio un ente che si dia delle regole che esso stesso poi non rispetti?
Come non definire baro incallito chi si ammanti di onore per la supposta attenzione verso le particolarità, per poi rinviare… posticipare… dimenticare?
Quale la differenza tra la mancata applicazione dell’articolo 15 del nuovo statuto regionale e la penosa mancata ricostruzione de L’Aquila del post-terremoto?
Nessuna! Stessi ruderi, stesse macerie, stesso degrado di infrastrutture e sociale. Territori e paesi abbandonati, gente che emigra, economia allo spasimo.
L’incredibile ciarlare dei politicanti nostrani, nulla ha da invidiare a quello dei veneziani, che ben si conformano ai romani ed a tutti quelli che abbiano avviluppato interessi dipendenti da questi.

Per questo e da questo voglio l’indipendenza!

*Coordinatore Indipendenza Veneta Dolomiti
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » mer apr 23, 2014 7:37 am

Italica senatrice Puppato: studi la storia della Veneta Repubblica, non è mai troppo tardi

http://www.lindipendenza.com/italica-se ... oppo-tardi


di RENZO FOGLIATA*

Cara signora Puppato, italica senatrice,
la Sua risposta, giunta oltre un anno dopo la pubblicazione delle mie modeste osservazioni (ma si sa, l’Italia è così) sgombra il campo dal dubbio amletico con il quale aprivo la mia missiva. Tragedia o Commedia? Dopo la Sua veemente risposta, il piatto della bilancia cede brutalmente alla seconda opzione.

Primo. Non voglio dilungarmi su questioni che trovo di nessun interesse, ma mi permetto comunque una chiosa sulle Sue confuse premesse di dottrina politica. Berlinguer socialdemocratico? Caspita! Avete derubato persino Saragat, che si rivolterà nella tomba! Ma insomma, siete diventati tutto ciò che avete negato e combattuto?! Da comunisti che eravate, addirittura negate che il comunismo sia tra le “linee di tradizione politica” dalle quali discende il Vostro partito. Da internazionalisti ed antinazionalisti che eravate, siete i più fanatici vessilliferi del tricolore e del neonazionalismo italiano. Da centralisti, quali eravate, siete e sempre sarete, siete divenuti addirittura federalisti. Non basta. Siete addirittura Voi i veri federalisti. Gli altri, cioè quelli che da trent’anni si battono per le autonomie anche contro di Voi, secondo Vostra antica tradizione di demonizzazione dell’avversario, sono portatori di “stupidaggini folkloristiche” e “scimmiottature rivoluzionarie”. Dal muro di Berlino in poi, sempre in ritardo con gli appuntamenti della Storia, sopravvivete a Voi stessi applicando il pensiero fasmide di Warburg: “Il fasmide è ciò che mangia e ciò in cui abita… la copia divora il suo modello“. Ribadisco: sia ben chiaro che nulla mi interessa della politichetta postbellica di questo asfittico ed asfissiante Paese, cosicché se non mi piace la sinistra reazionaria e menzognera, detesto la destra affarista e stagnante. Ma al farsi buggerare c’è un limite-soglia, oltre il quale mi scatta un senso di rabbia incontenibile.

Secondo. La vostra riforma del titolo V della Costituzione fu una scatola vuota. O meglio: fu il disperato tentativo – fasmide, appunto – di inseguire e combattere la Lega sul suo terreno per depotenziarla. Nulla era più lontano dalla Vostra cultura, nulla era meno sentito nelle Vostre sedi di partito, nulla era meno compreso dalla Vostra base. Ma spiegaste ai militanti che, di fronte al dilagare della Lega, era l’unico modo per arginarla. E, forti di antica tradizione politica, Vi riusciste. Che c’entra l’autonomismo con tutto ciò? Nulla. Ed infatti, il titolo V non ha fatto avanzare le autonomie di un millimetro. Lo Stato, nella realtà, non ha mai smesso di invadere le materie concorrenti e persino quelle esclusive delle Regioni, dando vita ad un infinito contenzioso in Corte Costituzionale che ha sfiancato la gente comune pronta ad accettare la cura centralista che il Suo Governo propina. Ed a proposito di Governo: ce ne vuole di sfacciataggine per scrivere quello che Lei ha scritto dalle fila di un partito che sta per avviare la peggiore controriforma centralista degli ultimi settant’anni! Il Veneto chiede autonomia? Bene. Renzi risponde con la quasi totale abolizione delle materie esclusive e concorrenti, riportando tutto allo Stato e con l’abrogazione del comma terzo dell’art. 116 Cost., ovvero quel fantasma di norma che millantava di consentire la contrattazione della Regione con lo Stato di maggiori margini di autonomia. Lei accusa la Regione Veneto di non aver mai usato questo strumento. E’ come accusare i Veneti di non aver utilizzato archi e frecce contro i carri armati. Persino il costituzionalista prof. Antonini, nemico dell’indipendentismo, ha dovuto ammettere che chi ha tentato – come la Lombardia – di attivare questo strumento ha ottenuto il nulla assoluto. Ma Lei di ciò pare non essere informata. Quella norma era uno specchio per le allodole, per consentire a politici come Lei di dire che gli strumenti ci sono. Oggi, Renzi aggiunge la beffa di una norma costituzionale che prevederebbe la possibilità per lo Stato di delegare – bontà sua – singole materie alle Regioni in via contingente. Uno schiaffo al Veneto, in tal modo sempre più asservito al carcere duro Italia.

Terzo. Lei ha parlato con il ministro Boschi, “che è disponibile e aperta ad un confronto su questo tema”. Questa Sua autoreferenzialità colma davvero la misura. Ma come si permette, Lei, di darci in pasto, ancora ed ancora, il nulla totale come fosse la soluzione del problema? Ma chi crede che siamo noi cittadini? “Un confronto su questo tema”? Ma cosa vuol dire? Mentre le imprese falliscono e gli imprenditori si suicidano, che cosa risponderà Lei alle nostre 600.000 mila aziende? Che ha parlato con questa Boschi, la quale è nientemeno che “disponibile ad un confronto”? Oh, ma quale emozione! Questa pulzella dal gradevole aspetto, ministra dell’ennesimo italico governicchio – il terzo non eletto da alcuno - si occuperà delle sorti di “un popolo che fu nazione” (Lorenzetto)? Glie l’ho detto che siete sempre in ritardo con gli appuntamenti della Storia, senatrice!! Io, oltre un anno fa, non l’avevo accusata di denigrare il Veneto – come Lei afferma in difformità dal vero – ma di non dare risposte alle questioni indifferibili di questo territorio o, peggio, di darne di fasulle. E, infatti, dopo un anno Lei polemizza duramente con me, semplice cittadino, senza affrontare uno solo dei temi che io Le posi. Mi rendo conto che Lei, attaccata da questo signor nessuno che sono io, si sia percepita vittima di lesa Maestà. Ma avrebbe potuto almeno spiegarmi che ne facciamo dei 21 miliardi di residuo fiscale che buttiamo nel calderone Italia; avrebbe potuto illuminarmi sul quando e sul come il Suo partito – sedicente federalista della prim’ora – intende, ora che è al governo, ridurre drasticamente, non fintamente, quell’oltre 65% di pressione fiscale che sta uccidendo il nostro tessuto produttivo; avrebbe potuto confortarmi sul se e sul come – al di là del ridurre la cultura veneta ad arte, teatro ed usanze varie - il Suo partito intenda introdurre nelle scuole lo studio di una delle più grandi potenze culturali, economiche e militari che la Storia abbia conosciuto. Nulla. Il vuoto pneumatico. Lei si limita a finire sulle pagine dei giornali veneti quale piddina attenta ai problemi del Veneto, in apparente dissenso con il centralismo assoluto del Suo partito. Ma è il giochetto del poliziotto buono e di quello cattivo! In questo modo cercate di portare a casa i voti di tutti, centralisti ed autonomisti. Con il piccolo dettaglio, tuttavia, che se vi è una certezza è che con Voi il Veneto otterrà lo zero assoluto, perché siete i più italiani degli italiani; perché siete proni ad uno Stato e ad una bandiera che alla Veneta Nazione hanno portato solo saccheggi.

Quarto. L’indipendentismo, a Suo dire, è ridotto a centomila click sulla tastiera, la maggior parte provenienti dal Cile.
Che lo dica Crozza lo capisco, senatrice! Ma Lei… suvvia!! Ma come? Le è sfuggito persino il sondaggio di Ilvo Diamanti su Repubblica (non la Padania, senatrice: Repubblica!) che quota i favorevoli al referendum indipendentista nel veneto all’80% ed i favorevoli all’indipendenza al 55%? Contrari all’indipendenza del Veneto meno del 40%(http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... -81734444/). Secondo Demos, dunque, Lei, senatrice, rappresenta, su questo tema, meno del 40% dei veneti. Ma quante cose le sfuggono, senatrice, oltre al polso della Regione che Lei dice di amare! Vuol fare seriamente i conti almeno con questo sondaggio, senatrice, o preferisce affiancarsi a Crozza? Crozza dovrebbe farci ridere e Lei dovrebbe obbligatoriamente fornire risposte politiche; non viceversa.

Quinto. A proposito di risate, senatrice, la qualità del Suo intervento è calibrata dalla chiusa, che è un attacco personale ad un cittadino qualunque che Lei non conosce. Perché, ancora una volta, non si è informata un po’ meglio? Con lo stipendio ed i mezzi che Le forniamo per politicheggiare non Le sarebbe stato difficile sapere chi sono. La ringrazio della qualifica di giornalista, ma non lo sono, né aspiro ad esserlo. Non ho dunque alcun “interesse giornalistico” ad “ottenere maggior visibilità”. Non ne ha azzeccata una, senatrice. Sono un avvocato penalista, un docente universitario ed uno studioso di Storia. Da buon veneto, ho studiato, sudato, sacrificato, investito, raggiungendo un livello professionale riconosciutomi dal ceto forense. Non ho mai cercato scorciatoie politiche ed ho sempre ritenuto squalificante – avendone quotidiana conferma - l’impegno politico nel panorama italiano. La visibilità è un Suo problema elettorale, senatrice; io sono sulla breccia da ventisei anni e, come avvocato, ne ho sin troppa. Le scrissi solo per passione civica e perché – io sì – amo la mia terra ed il mio popolo. Vede, senatrice, qual è il problema della disinformatia? Che oggi non funziona più. In tal guisa, Le rinnovo l’invito, che vedo assolutamente disertato, ad un’azione politica di profilo nettamente superiore. E… studi la storia della Veneta Repubblica, senatrice! Non è mai troppo tardi.

*avvocato veneto

Comento==============================================================================================================================

Alberto Pento
Caro Renso Fojata e cari pareoti/patreoti veneti, justo studiar ła storia de ła Repiovega Veneta e de Venesia, però ve sovegno ke łi veneti e ke el Veneto lè tanto altro da Venesia e da ła Repiovega Veneta e ke xe justo studiarlo sto altro parké altretanto enportante e baxełar.
Łe istitusion comounałi no łe xe naste a Venesia ma ente łe çità de tera e łe ga enfloensà anca łe istitusion venesiane. Stemo tenti col mito de Venesia ke no ło femo devegner come coeło de Roma kel sofega e el scançeła tuto el resto:

Storia e pristoria - raixe de łe xenti de ła tera veneta:
viewforum.php?f=48


No femose maraveja de ła encoultura de ła pora Pupatoła, pensè łomè a ła encoultura del “doxe veneto Luca Zaia”:
Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » gio apr 24, 2014 5:56 pm

La Puppato ci scrive: maggiore autonomia regionale sì, indipendenza no

http://www.lindipendenza.com/la-puppato ... endenza-no

di LAURA PUPPATO

Immagine

Ai lettori de L’Indipendenza,

in questi ultimi tempi si è scatenata, sul sito, una diatriba sulle mie posizioni politiche in merito alla determinazione di una Repubblica Veneta. Tutto nasce da una mia risposta ad una lettera-articolo dell’avv. Fogliata, ma ho visto che anche l’ex onorevole Bampo ha inteso intervenire, senza peraltro spiegare perché nei lunghi anni di compresenza della Lega Nord al governo nazionale e regionale non si siano adottate le riforme autonomiste necessarie.
Temo che l’unica spiegazione che offrirebbe sarebbe la mia colpevolezza anche in questo, da sindaco di Montebelluna immagino.

Non è comunque questo il punto, al momento è difficile instaurare un dialogo con chi dialogare non vuole, basando la propria filippica su posizioni più o meno presunte assunte da me o dal partito di cui faccio parte. Invito chi vuole affrontare il tema in maniera laica ad approfondire la mia attività parlamentare prima di attaccarmi, vedrà l’attenzione che riservo a temi del territorio che mi vengono sottoposti dai cittadini o di cui vengo a conoscenza nelle mie numerose serate dedicate a incontri e riunioni su tutto il territorio regionale. Certo sull’indipendenza abbiamo pensieri diversi e io, torno a ripetere, esprimo il desiderio di un federalismo più completo per il Veneto in modo da sostenere ed equiparare la posizione del Veneto con quella delle provincie di Trento e Bolzano e la regione Friuli-Venezia Giulia.
Non nego l’importanza della storia politico-culturale della Serenissima, ci mancherebbe altro, ma ritenere che essa non sia legata al contesto italiano mi sembra un esercizio mentale complesso, anche discutibile, almeno per questioni geografiche, se non si vuole accettarne la vicinanza culturale.

Il PD in Veneto non è mai stato messo alla prova di governo, né in realtà in Italia, visto che da quando è nato non ha governato un solo giorno da solo o con la coalizione con cui si era presentato alle elezioni. Ricordo che il PD è l’unico partito in cui ho militato nella mia vita.

Sul comunismo all’italiana, rinvio al recente film su Berlinguer che è un documentario di fatto, con pezzi di storia che meritano d’essere riletti con obiettività. Dal caso dello strappo con l’URSS che mise a repentaglio la stessa vita di Berlinguer – un incidente da cui uscì miracolosamente illeso ma in cui morirono autista e accompagnatore – dopo aver fatto il relatore di un documento che esprimeva la forte volontà socialista nel solco democratico sostenuta dall’allora PCI italiano in contrasto con le teorie dittatoriali del PCUS. Oppure il compromesso storico di cui fu artefice con l’allora segretario politico della DC Aldo Moro, sappiamo con quali esiti per la vita di quest’ultimo; strage, quella di via Fani che oggi viene riletta nel corretto modo da un parlamento che ha approvato la commissione d’inchiesta per vederci chiaro.

In ogni caso in questo momento il partito, a livello regionale, è impegnato a creare i presupposti perché la Costituzione abbia gli strumenti per consentire alle Regioni di assumere maggiori autonomie e competenze, le aperture ci sono e a breve avremo il risultato con buona pace di gratuite e assai facili accuse.
Il governo Renzi sta agendo con decisione, un pragmatismo coerente di cui non si era mai avuto menzione in Italia, i temi sul tappeto sono infiniti ed enormi ma la fiducia e la capacità di lavorarci con impegno non ci manca. Oggi riforme istituzionali, lavoro ed economia sono sul tavolo. Matteo Renzi è in carica da poche settimane, scommettere sul suo fallimento è un suicidio, l’aria che io respiro è piena di attese e faremo di tutto per non mancare il risultato.

Ad ognuno poi, le sue valutazioni e i suoi pareri, sarebbe interessante conoscerle ma sulla base di ciò che realmente è la mia attività politica e non su predisposte e pregiudizievoli concezioni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » dom apr 27, 2014 8:10 am

Li fanfaroni: Bosi (Bossi Umberto), Fojato (Mariangelo Foggiato), Comencini, Roketa (Rocchetta Franco)... tuti contro li Serenisimi

https://www.youtube.com/watch?v=QSyGmmNMf2s

viewtopic.php?f=153&t=803
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » dom mag 04, 2014 6:20 pm

Beggiato: per l’indipendenza del Veneto serve un alfiere, Luca Zaia

http://www.lindipendenza.com/beggiato-p ... -luca-zaia

di GIANLUCA MARCHI

Tre personaggi fuori dalla Lega a parlare di “indipendentismi” nell’ambito di uno scenario tutto leghista. E’ successo ieri pomeriggio a Pontida dove, dal 1° maggio, è in corso il lungo appuntamento che si concluderà domani con il tradizionale raduno sul “pratone”. Due di loro hanno fatto parte della Lega in passato, Gilberto Oneto ed Ettore Beggiato, mentre la terza, Eva Klotz, ha una storia tutta sviluppatasi nella battaglia per l’autodeterminazione del Sud Tirolo. Ne è venuto fuori un dibattito interessante, con spunti di riflessione che dovrebbero far meditare la dirigenza leghista se veramente vorrà dare una qualche concretezza al tema dell’indipendenza, riportato con un certo vigore al centro dell’attenzione dal segretario federale Matteo Salvini dopo anni e anni di triste oblio.

Ovvio che un dibattito fra tali protagonisti non poteva che incardinarsi intorno al forte fermento indipendentista che sta investendo soprattutto il Veneto, non tanto per l’inchiesta bresciana che ha portato in carcere 24 indipendentisti, quanto per il dibattito e la partecipazione popolare innescatisi intorno al plebiscito digitale e che potrebbero trasformarsi in valanga se il Consiglio regionale dovesse dare il via al referendum consultivo.

Cosa stia succedendo in Veneto i lettori di questo giornale lo sanno bene, dunque non serve ribadirlo per l’ennesima volta. Ma quel che potrebbe e dovrebbe succedere è interessante ascoltarlo dalle parole di Ettore Beggiato, venetista illuminato. Dopo aver fatto un breve escursus sui fermenti che stanno attraversando la sua regione, potenziati dalla crisi economica, Beggiato giunge a questa considerazione: “Nelle fondamenta della nostra società e della nostra comunità oggi si respira un clima molto diverso rispetto a trent’anni fa e dobbiamo essere prima di tutto noi a dare la spallata decisiva per cadere lo stato italico. Certo, noi veneti abbiamo l’atavica incapacità di fare massa critica: ci sono fra noi tante divisioni e frammentazioni che, se da un lato sono la prova di come l’encefalogramma non sia piatto, dall’altro rendono difficile unire le forze. Per questo penso che oggi in Veneto ci sia una sola persona in grado di prendere in mano la situazione e, buttando il cuore oltre l’ostacolo, diventare la figura di riferimento per dare speranza alle nostre aspirazioni. Parlo del governatore Luca Zaia che spero decida di diventare l’alfiere della battaglia indipendentista del Veneto”. ???

Beggiato, dunque, ha avuto il coraggio di dire, in casa della Lega, ciò che sono in molti a pensare ormai da tempo: solo il suo esponente di maggior prestigio in Veneto può far compiere un salto di qualità alla battaglia per l’indipendenza. Ha messo in sostanza il dito nella piaga: il Carroccio, Salvini e lo stesso Zaia, dopo il voto europeo, dovranno dimostrare con scelte concrete se il ritorno, finora più a parole che altro, sui temi indipendentisti diventerà una scelta strategica o si ridurrà invece al solito specchietto per le allodole.

“Se non fossimo litigiosi non saremmo indipendentisti” ha esordito invece Gilberto Oneto, che ha voluto partire dall’esempio catalano per trarne un auspicio: “Gli indipendentisti catalani, che sono divisi in almeno quattro partiti, un insegnamento però ce lo danno: siamo diversi, dietro l’angolo possiamo anche prenderci a cazzotti, ma davanti allo stato spagnolo siamo uniti”. E poi il nostro editorialista è tornato su un tema a lui molto caro, il consenso: “Come diceva Miglio, è la volontà della gente che determina le scelte della gente. Perché i catalani sono riusciti a fare un passo più di noi? Perché non hanno perso tempo a fare buffonate, non hanno mai sprecato un solo minuto senza promuovere la catalanità, che non è piovuta giù dal Sinai. Hanno utilizzato gli strumenti dati dal sistema spagnolo, cioè le amministrazioni locali, per fare consenso indipendentista. Certo, gli amministratori locali catalani cercano di amministrare bene, di tappare i buchi nelle strade, ma soprattutto fanno in modo di ricordare alla loro gente che è prima di tutto catalana. Insomma, c’è un solo modo per arrivare all’indipendenza: convincere la nostra gente. Il consenso non cresce sulle piante, ma va curato giorno per giorno e noi in vent’anni non abbiamo fatto un tubo da questo punto di vista, se non sprecare ciò che avevamo”.

Il problema è capire se un percorso del genere sarebbe possibile a prescindere dalla Lega. La risposta di Oneto è “no”, ma il Carroccio deve compiere un netto salto di qualità: “Il residuo di potere politico e amministrativo ancora in possesso del movimento, insieme al residuo di potere umano – senza dimenticare che molta gente oggi lontana non è morta, ma si è solo scoglionata – devono essere indirizzati attraverso un progetto preciso. Bisogna che la struttura della Lega si impegni per questo e non nelle stronzate degli ultimi anni”.

In definitiva il messaggio di Oneto non è dissimile da quello di Beggiato: è la Lega che deve tornare protagonista della battaglia indipendentista. Ma per far questo deve profondamente mutare la pelle attuale: “A me – ammonisce Oneto – i deputatini che a Montecitorio parlano dell’Italia come del nostro paese fanno girare le palle” e la frase riscuote il tripudio della platea. E poi l’ultimo monito: “Fuori da tale contesto non si riesce a combinare nulla. Sono convinto che se la Lega sparisse, come alcuni auspicano, di autonomismo e indipendenza non si parlerebbe più per almeno cinquant’anni”.

Si muove, invece, in un contesto diverso Eva Klotz la quale ha ricordato che l’obiettivo del suo movimento è quello di poter esercitare il diritto all’autodeterminazione della gente del Sud Tirolo, cioè arrivare a svolgere un referendum basato su tre domande: 1) rimanere con l’Italia; 2) tornare con l’Austria; 3) costituire uno stato indipendente. “La mia opzione – ribadisce la mai doma esponente sudtirolese – sarebbe quella di tornare con l’Austria, ma è la maggioranza della nostra gente che deve scegliere”. Sulle frammentazioni indipendentiste, infine la Klotz ammonisce: “L’importante non è seguire l’ideologia, bensì gli ideali. Solo così si raggiunge l’unità per vincere la battaglia”.

El doxe Luca Zaia:
Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » gio mag 15, 2014 6:25 pm

Lettera aperta agli indipendentisti veneti: riuniamoci anche con la Lega

http://www.lindipendenza.com/lettera-ap ... on-la-lega


Considerando gli avvenimenti che si sono succeduti nell’ultimo anno, mi permetto di lanciare una proposta che potrebbe servire a fare chiarezza sia all’interno che all’esterno della cosiddetta ‘Galassia venetista’. Chiarezza quanto mai necessaria, vista l’esposizione mediatica che le rivendicazioni dei vari movimenti indipendentisti hanno ottenuto e vista anche la decisione ormai prossima riguardo l’indizione di un referendum ‘tradizionale’ sull’indipendenza dei nostri territori.

Si tratta di riunire tutte le anime del ‘venetismo’ (termine che userò per pura comodità) allo scopo di redigere una sorta di Carta Costituzionale del futuro Stato Veneto. Infatti, è difficile ottenere il consenso del popolo ad un cambiamento tanto radicale senza spiegare alla gente la natura di ciò che si vuole andare a creare e il consenso del popolo è la condizione ‘sine qua non’ di ogni cambiamento pacifico. E’ assolutamente velleitario presentarsi a una consultazione referendaria o presentare un cartello elettorale indipendentista, sul modello catalano, senza avere già pronta almeno la cornice del quadro statale che si vorrebbe andare a dipingere.

Non fraintendetemi, quello che serve non è una Costituzione fatta e finita, ma almeno un canovaccio dove siano chiari i confini dentro i quali si dovranno muovere coloro i quali dovranno dare forma alla Nuova Repubblica. Ad esempio: sarà una democrazia diretta o rappresentativa? Sarà una democrazia presidenziale o parlamentare? Sarà uno stato federalista come la Svizzera, centralista come la Francia o autonomista come la Spagna? Come vedete di carne al fuoco, anche senza entrare nel dettaglio, ce n’è molta. Se si vuole avere un minimo di credibilità davanti ai cittadini, chiamati a decidere del futuro loro e della loro terra, dobbiamo presentare un progetto chiaro e realizzabile, nonché coerente con la nostra storia e cultura millenaria. Voi aquistereste una casa nuova senza vederne almeno le planimetrie?

Inoltre la credibilità si conquista anche superando personalismi e particolarismi che hanno da sempre contraddistino l’indipendentismo veneto, è necessario trovare un punto d’incontro tra le varie anime ‘venetiste’, in modo da creare uno schieramento trasversale alla società e alla politica in grado di raggiungere e coinvolgere il maggior numero possibile di veneti. Quale occasione migliore della stesura di un progetto costituente? Quale modo migliore di dimostrare che l’interesse della propria terra viene prima di tutto il resto?

La mia idea è quella di radunare i responsabili di tutti i movimenti e i partiti indipendentisti compresa la Lega (credetemi, non provo alcun trasporto per questo partito, ma visto che il politico più stimato del Veneto di nome fa Zaia…) e, con l’aiuto di qualche ‘tecnico’, metterci attorno a un tavolo fino a quando la ‘cornice’ della Nuova Repubblica non sara definita. Raixe Venete, in qualità di associazione culturale non partitica e vera spina dorsale dell’indipendentismo veneto, potrebbe fungere da catalizzatore e volano per questo progetto e occuparsi di contattare i diretti interessati. So già che qualcuno storcerà il naso e che qualcun altro snobberà questa proposta, ma un momento tanto favorevole difficilmente si ripresenterà in un prossimo futuro ed è giunto il momento di mettere bene in chiaro la differenza tra chi vuole il bene del Veneto e chi insegue effimere glorie personali.

Serenamente vostro

Riccardo Lovato

Immagine


Indipendentisti, un poliziotto tra gli indagati. In manette ex ultras
L'agente, in servizio in città, avrebbe un ruolo marginale
benché firmatario del documento di adesione all'Alleanza
http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PADO ... 7704.shtml

PADOVA - Tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere 24 secessionisti lombardi e veneti, vi è anche, con un ruolo marginale, un poliziotto in servizio a Padova che ha avuto contatti con gli altri indagati, firmando anche il documento di adesione all'Alleanza.

Si tratta del 50enne Pietro Pastò, ispettore della Polizia di Stato vice revisore tecnico dell’Autocentro residente a Casalserugo in via Boccaccio 1. In una conversazione telefonica tra due arrestati viene nominato, perchè avrebbe avvisato l'organizzazione della presenza della Digos.

Il gip annota, nell'ordinanza di custodia cautelare, che «ovviamente, la firma del documento di adesione e della qualità di poliziotto rivestita» da P. «assumono tratti certamente allarmanti» ma la sua condotta «isolatamente considerata, non può assurgere di per sè sola a grave indizio di partecipazione al sodalizio». Né risulta documentato che il poliziotto abbia passato informazioni riservate al gruppo oppure abbia fatto nuovi adepti.

​L’altro arrestato padovano è Riccardo Lovato di 44 anni, ex ultras del Padova. É stato direttamente reclutato, sempre secondo l’accusa, da Faccia. In una conversazione telefonica Contin ne parla con Tiziano Lanza, altro indipendentista arrestato. «...Si è discusso con Riccardo perchè il 9 dicembre sai che c’è la manifestazione... pare che ci sia anche il movimento dei forconi e ci sono anche gli autotrasportatori e vogliono bloccare... fare una roba in grande a quanto mi diceva Riccardo e anche lui vuole vedere...».

Lovato, sempre secondo l’accusa, ha mantenuto costanti rapporti telefonici e personali con Faccia fino a tutto febbraio di quest’anno. L’ex ultras aveva rotto con il gruppo di Lucio Chiavegato (altro arrestato), ma era rimasto fedele agli indipendentisti.
Mercoledì 2 Aprile 2014
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » gio mag 22, 2014 7:13 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » dom giu 01, 2014 7:44 am

Veneto indipendente, referendum al primo posto dell’agenda leghista

http://www.lindipendenza.com/veneto-ind ... a-leghista

L’avvio dell’organizzazione di un referendum per l’indipendenza del Veneto è al primo posto nell’agenda del gruppo politico della Lega Nord in Regione.

Lo ha stabilito oggi il Consiglio Nazionale del Carroccio riunito a Padova.

Nelle scorse settimane la commissione affari istituzionali del Consiglio regionale aveva licenziato una proposta di legge per un l’indizione di un doppio referendum su autonomia e indipendenza del Veneto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » sab giu 21, 2014 9:25 pm

Orsi, el novo sinego de Skio, ex leghista, ełeto co łi voti de Veneto Stato; on paon col tricolor, ke oror:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -stato.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Casta veneta e omani casta, fanfaroni, poledeganti e kap

Messaggioda Berto » ven giu 27, 2014 8:52 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Ençeveltà tałega, straji, połedega, caste, corusion

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti

cron