I radicali sfrattano Bonino, l'ultima faida del dopo Pannella
Divergenze politiche ma soprattutto questioni patrimoniali: Radicali italiani, Associazione Luca Coscioni e Non C’è pace senza giustizia, dal primo marzo non avranno più una scrivania, un computer e un telefono nella sede storica di Roma
di SILVIO BUZZANCA
11 febbraio 2017
http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... ef=HREC1-6
I radicali pannelliani sfrattano dalla sede storica di Via di Torre Argentina i radicali boniniani.
L’ultima rottura fra le due anime si è consumata ieri quando iscritti, ex iscritti e iscrivendi hanno ricevuto una lunghissima email inviata dai 16 dirigenti che guidano il Partito radicale non violento transnazionale e Transpartito dopo il congresso svoltosi a settembre nel carcere romano di Rebibbia. Verso la fine del testo si può leggere che la disponibilità della sede "dal 1° marzo passerà alla Lista Pannella e questo comporterà una redistribuzione degli 'spazi' disponibili, tra la stessa Lista, il Partito, e le sole associazioni impegnate nella realizzazione degli obiettivi congressuali stabiliti nella mozione generale del Partito Radicale".
Tradotto vuol dire che Radicali italiani, l’Associazione Luca Coscioni e Non C’è pace senza giustizia dal primo marzo non avranno più una scrivania, un computer e un telefono.
Mentre si salveranno gli spazi per le altre associazioni che facevano parte della galassia del Partito radicale, congelata dal congresso, che seguono la linea uscita vincente a Rebibbia. Il gruppo dei 16 informa anche che "verrà a breve ridiscusso il palinsesto di 'Radio Radicale', unico media praticato dai Radicali 'scostumati' con l'obiettivo di potenziare la presenza del Partito Radicale, per il raggiungimento dell'obiettivo vitale dei 3000 iscritti, e degli altri punti approvati con la mozione di Rebibbia". E infine si annuncia che per cercare di trovare fondi si cercherà di affittare a prezzi di mercato il secondo piano della sede. E quel “prezzo di mercato” sembra un ulteriore sbarramento all’idea subito circolata in Rete che i “cacciati” potessero affittare dei locali a via di Torre Argentina per continuare la loro attività. E sempre sulla Rete si ricorda che Radio Radicale, mai successo nella storia, ha già interrotto la diretta dell’ultimo Comitato nazionale di Radicali italiani.
Le divergenze politiche fra i due gruppi diventano quindi anche patrimoniali. Da un lato i duri e puri accusano gli altri di avere da almeno tre anni una linea politica concentrata sul piano nazionale e ostile a quella pannelliana che punta tutto sulle questioni relative alla giustizia, al carcere e al diritto umano alla conoscenza.
In pratica si dice usano i nostri mezzi e i nostri soldi per affossare la linea politica voluta da Pannella e sancita dal congresso. Ma, replica Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, "proprio Pannella aveva costruito questo meccanismo della galassia e lui era il garante del pluralismo interno.
Adesso vedremo cosa fare da un punto di vista legale. Ma è evidente la concezione 'proprietaria' di Turco e degli altri di un bene che è stato costruito da generazioni e militanti e dirigenti radicali".
La lunghissima email, alla fine, sembra avere come bersaglio principale Emma Bonino.
Accusata fino dall’inizio di avere impedito la presentazione della lista Bonino-Pannella alle politiche del 2013. All’ex ministro degli Esteri il gruppo dei 16 rimprovera di giocare in proprio, con l’aiuto di Radicali italiani, una partita tutta sua. Citando un Pannella del 1978, nell’email si scrive che "i 'colpi' al partito verranno non solo dal Regime, ma anche, e con maggiore determinazione e violenza, da chi anela ad accostarsi al Regime 'con educazione', fino ad esserne ammesso a farne parte". Fra le righe si lamenta il presenzialismo mediatico della Bonino, apparsa in tv nelle ultime settimane, o lo spazio dato a iniziative di Radicali italiani come quella di regalare un “semino” di cannabis.
Cose contrapposte all’ostracismo mediatico nei confronti della decennale battaglia di Rita Bernardina sulla cannabis legale. Bernardini che, si ricorda, anche adesso, nel silenzio generale, è in sciopero della fame per chiedere lo stralcio della riforma penitenziaria dalla riforma penale che giace al Senato.
Coomenti
waltergio52
Il partito Radicale è, ed è sempre stato ampiamente sopravvalutato. Pannella ed i suoi accoliti si sono intestati battaglie civili giuste e sacrosante, facendo credere che senza di loro le conquiste non si sarebbero ottenute.
I vertici del partito si sono comportati da 'casta' e, per conservare per sé questo status, hanno sempre agito con spregiudicatezza alleandosi con chiunque permettesse loro di galleggiare.
Non dimentichiamo che Pannella fu il primo a battezzare la lista col proprio nome, e questo ha dato il via alla nascita dei partiti padronali, nei quali nulla si muove se il capetto di turno non vuole.
Oggi si può vedere il risultato della degenerazione dei partiti, e l'esempio dei radicali vi ha contribuito per la sua parte.
Quindi non meravigliamoci più di tanto nel vedere gli eredi di Pannella che si azzuffano come comari.
raul35
Un vero peccato. Gli eredi di parte pannelliana sfrattano i sostenitori della Bonino e così si attenua ancora di più la già flebile azione di Emma. Il fatto è che la Bonino non è interessata al suo futuro politico ma getta le ultime energie (e sfrutta la sua buona reputazione e la sua grande esperienza) per valide battaglie in linea con il radicalismo. Un vero peccato!
Armando Friulano
Patetici disuniti ma concordi verso la distruzione.
andreachiari
Le vestali dell'ultimo Pannella ne coltivano le semplificazioni senili che hanno portato il partito a diventare una ONG pro carcerati e poco altro. Della dimensione internazionale (vedi l'ultimo congresso a Rebibbia) non è rimasto nulla. Qualcuno ha visto un delegato straniero? Si aggiunga un a dimensione arrogante e dittatoriale dei quattro gatti che hanno avuto la maggioranza con i voti degli ergastolani. I radicali italiani conservano invece la tradizione migliore del radicalismo ed Emma Bonino è un politico di assoluto prestigio.
masteris
Cose già viste che appartengono all'eterna antropologia delle vestali che custodiscono prima il corpo morente e poi l'urna del capo che non c'è più. Il flusso creativo della vita si interrompe, gli "eredi" si fanno statue di marmo a presidio di una tradizione che da linfa che concima si trasforma in un fermo immagine destinato all'oblio. E da qui la malinconia, lo squallore e la miseria delle rivendicazioni sulla titolarità dell'asse ereditario: subito il verbo che si fa dottrina e quindi parola vuota ed infine la robba. Le diversità smettono di produrre ricchezza e diventano motivo di guerre etniche. Che peccato, ma forse è così che finiscono le storie. Speriamo che dalle ceneri ne comincino altre.
ulrich02
Anche nel partito Radic. un problema ? Dopo il probl. nel PD, dopo il probl. in FI ! !
Siamo conosciuti a Brux per la nostra conflittualità... e per l'incapacità di costruire nel sociale/politico... Quel che occorre sapere è :
- in Italia non esistono gli strumenti adeguati per gestire un Paese.. ;
- non esistono le capacità gestionali di base per gestire un Paese !
Dunque l'Italia, per sine cura, va all'affondamento, mentre continua a pagare multe alla U.E., per essseere incapace a fare quel che c'è da fare ! !
Il Male Oscuro Italiano è stato chiarito da illustri personaggi, si tratta di un male mentale, che porta un male sociale, che porta un male economico...!
laburista
In questo momento soltanto Emma Bonino puo' salvare il partito radicale,liberandolo dalle catene che lo hanno imprigionato per 4 decenni.Marco Pannella e' stato il responsabile unico di tale soffocamento culturale e politico:divorzio e aborto e poi?Arroganza e narcisismo sono stati il suo pane e come diceva il marchese del Grillo io sono io e voi non siete un cazzo.Lui pensava cosi.
Il Papa loda Napolitano e Bonino: "Sono i grandi dell'Italia di oggi"
Bergoglio elogia l'ex Capo dello Stato per il suo ok al secondo mandato. Tra i "grandi dimenticati" annovera anche il sindaco di Lampedusa Nicolini
Sergio Rame - Lun, 08/02/2016
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 21517.html
"Tra i grandi dell'Italia di oggi ci sono Giorgio Napolitano ed Emma Bonino".
In un incontro raccontato in prima pagina dal Corriere della Sera, papa Francesco spiega che tra "i grandi dimenticati" c'è anche il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. Napolitano autore di "un gesto di 'eroicità' patriottica", quando ha accettato l'incarico per la seconda volta. Mentre la Bonino "ha offerto il miglior servizio all'Italia per conoscere l'Africa". E anche se non la pensa come la Chiesa, "pazienza - dice Francesco - bisogna guardare alle persone, a quello che fanno".
Dalle Primavere arabe all'emergenza immigrazione, fino all'abbraccio ai fratelli ortodossi. Il Santo Padre parla a trecentosessanta gradi di politica estera e lancia l'invito a costruire ponti, non muri. "Sulle Primavere arabe e l'Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere - tuona Bergoglio - dunque l'Occidente deve fare autocritica". Nell'incontro a Casa Santa Marta riportato dal Corriere della Sera, sottolinea che "in parte c'è stata una convergenza di analisi tra la Santa Sede e la Russia", in parte la Russia ha mostrato di avere "i suoi interessi". Il Pontefice invita, quindi, a pensare "alla Libia prima e dopo l'intervento militare: prima di Gheddafi ce n'era uno solo, ora ce ne sono cinquanta". Il fallimento delle Primavere arabe sono tra le cause principali dell'ondata migratoria che ha invaso il Vecchio Continente. Ondata che, a detta del Santo Padre, l'Unione europea deve gestire e accogliere. "L'Europa è come Sara (la moglie di Abramo, ndr), che prima si spaventa - spiega - ma poi sorride di nascosto, con la speranza che questa sorrida di nascosto agli immigrati". Il Pontefice sottolinea che l'Europa "deve e può riformarsi". "Si è rotto un sistema educativo: quello che trasmetteva i valori dai nonni ai nipoti, dai genitori ai figli - dice papa Francesco - bisogna ricostruirlo".
Papa Francesco si dice "felicissimo" per la riconciliazione tra Chiesa cattolica e ortodossa dopo quasi mille anni di scisma. "I ponti durano, e aiutano la pace. I muri no: quelli sembrano difenderci, e invece separano soltanto". Il Pontefice osserva, poi, che non viviamo in "un mondo in pace". "Le guerre come si fanno? Agendo sull'economia, col traffico delle armi, e facendo la guerra contro la nostra casa comune, che è la natura. I trafficanti stanno facendo molti soldi, comprando armi da un Paese che gliele dà per colpirne un altro, suo nemico. E si sa quali sono".
Radicali, dopo mesi di tensione la rottura. Bonino e Magi fuori dalla sede. Cappato: ‘Miope scontro di potere, danneggia tutti’
Fuori i nomi che hanno fatto la storia del partito: via dalla galassia radicale, fuori dalla sede, stop agli interventi in radio. Alla cacciata risponde Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e componente del comitato di Radicali Italiani: "Non chiederemo il permesso per fare i radicali"
di Thomas Mackinson | 11 febbraio 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... ti/3385150
Dopo mesi di tensioni il Partito Radicale si frantuma e mette alla porta nomi incisi nella sacre tavole della sua storia: Emma Bonino, Marco Cappato, il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi e Gianfranco Spadaccia. Fuori dalla galassia radicale, fuori dalla sede storica di Torre Argentina e fuori anche da Radio Radicale. L’accusa è di essersi via via allontanati dall’ortodossia sotto il cappello dei Radicali Italiani, una sorta di corrente pragmatica che danneggerebbe il partito perché le iniziative che semina – come le associazioni Luca Coscioni, Non c’è pace senza giustizia, Certi Diritti – crescendo si allontanano troppo dall’ortodossia della piattaforma radicale, oscurando così “la vera eredità di Pannella”.
Una concorrenza tra gruppi dirigenti fatta anche “usando i nostri soldi contro di noi”, perché “erano ospitati da dieci anni praticamente gratis in sede e avrebbero intascato 60mila euro in passato, senza mai restituirli”. Soldi di cui il partito ha bisogno come il pane, “altrimenti chiuderà entro dicembre 2017”. Così si legge nella lettera recapitata dal tesoriere Maurizio Turco e dagli altri 16 membri della presidenza a tutti gli iscritti nella quale si spiega la messa al bando che sarebbe l’atto conclusivo della lunga diaspora. Ma non è scontato che lo sia: uno dei bersagli è Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e componente del comitato di Radicali Italiani. Che spera ancora di rovesciare le sorti della guerra fratricida. Senza imbracciare le armi.
Il PR sembra improvvisamente il Pd tra scissioni e liti per tessere, fondi e sedi. Non trova?
Chiariamo un equivoco di fondo: qui non c’è “roba”. Per fortuna se facciamo un paragone con chiunque altro non solo il Pd in termini di potere e di “robba” c’è quasi nulla, nel senso che non ci sono eletti, non abbiamo una situazione di rappresentanza parlamentare o regionale. Neppure per la radio radicale che se continuerà ad essere quello che è sempre stata spende esattamente le risorse che incassa dallo Stato per fornire un servizio pubblico che è quello della trasmissione senza pubblicità della vita istituzionale del nostro paese. In più i congressi di tutti i partiti. Finché resta così non c’è questo rischio. In questa lettera che è stata mandata c’è scritto anche di una volontà di mettere mano alla programmazione dei palinsesti. È chiaro che se dovesse diventare la sola radio del Partito contro gli altri radical sarebbe un danno per la radio stessa.
E la questione della sede?
Anche qui è un problema del tutto secondario e quasi irrilevante rispetto alla questione di fondo. I nostri statuti impediscono ogni ipotesi di scissione perché non prevede espulsioni, la tessera non può essere rifiutata a nessuno e quindi ciascuno si impegna nella misura in cui vuole e può alle attività del partito e dei soggetti costituenti della galassia radicale. In questa situazione il problema è che non c’è un punto politico, non c’è una contraddizione tra gli obiettivi professati dai firmatari della lettera e quelli di altri. Ti faccio un esempio. Il congresso di Rebibbia del 2016 ha inserito tra gli obiettivi dei radicali quello della giustizia e del carcere, del diritto umano alla conoscenza e del federalismo europeo. Obiettivi che condivido, tanto che sono iscritto al partito radicale e di cosa mi occupo principalmente? Della questione dell’eutanasia con l’Associazione Luca Coscioni dei diritti civili e della ricerca scientifica.
E dunque dove sta il nodo della rottura insanabile?
Appunto, non c’è se non voluto e cercato impedendo la discussione comune sugli obbiettivi dei radicali rispetto ai quali, le assicuro, la bega sulla sede è una bazzecola: non sarà quella a impedire la politica radicale. Il punto è che se fai una lotta sul consumo dell’eredità del passato perdi anche se la vinci. Perché agli occhi dell’opinione pubblica e anche dei radicali il senso è ancora e sempre quello del creare un “nuovo possibile”, che non significa certo accapigliarsi gli spazi le strutture e nemmeno le frequenze
E dunque che farete da domani?
Tutti i soggetti che si sono impegnati con battaglie radicali, chi sulla laicità e chi sui diritti, continueranno a farlo ma di sicuro espellerle dal perimetro della galassia radicale è una perdita netta e non faremo nulla di simile per rispondere a questo disegno. Non alimenteremo con polemiche e rivendicazioni uno scontro di potere che non avendo un oggetto reale e neppure un contenuto programmatico alternativo finirebbe per danneggiare il progetto radicale. Io stesso, per dire, continuerò a invitare quegli stessi 16 firmatari della lettera agli incontri e alla riunioni dell’associazione.
Ma se vi tolgono le chiavi, e non solo metaforicamente…
Chiaro che non chiediamo il permesso per continuare a fare i radicali. Le sedi non sono il punto. La sostanza è un’altra e attiene ai contenuti e delle idee sulle battaglie. L’unico rischio vero è che rendano più difficile la realizzazione degli obiettivi che dicono di voler realizzare e anche i miei. Io ho ricevuto la lettera come iscritto, non come dissidente. Certo mi piacerebbe avere dei luoghi dove si possa discutere. Perché loro dicono “decide il congresso”, ma il congresso è importantissimo ma è un momento, non è che si decide tutto lì e si ferma tutto a settembre dell’anno scorso e poi non si parla e non si decide più.
Alla fine qual’è il motore della scissione?
È evidente che c’è una strategia scissionista fatta da un soggetto che non ammette statuariamente la scissione, quindi per farla devi sospendere lo statuto. Ripeto che se è uno scontro di potere questo potere non c’è, non c’è nulla da prendere ma molto da perdere smettendo di lottare insieme per realizzare gli obiettivi radicali. Posso ricordare come un partito dello zero virgola qualcosa per cento sia stato allo stesso tempo quello cui sono attribuibili alcune delle più grandi pagine di riforma del nostro paese? Il Parlamento sta facendo il dibattito sul testamento biologico ed è una legge che manca al nostro Paese e che cerchiamo di realizzare da 10 anni, dalla morte di Welby. Il progetto di cui parlano loro indicando come obiettivi il diritto e la giustizia esce rafforzato se c’è l’Associazione Luca Coscioni o indebolito?