Riccardo Szumski7 novembre 2021
Passeggiavo per Treviso con famiglia stamane...moltissima gente all'aperto con mascherina..premesso che per me uno può andarsene i giro anche scafandrato se gli aggrada,sappiate però che all"aperto quella museruola non serve a nulla se non a testimoniare quanto la propaganda terroristica faccia breccia.
Infatti i contagi sono all'80% in famiglia come documentato da prestigiosi studiosi e pure da me, campagnuncolo medico e sindaco. Ad esempio oggi a Santa Lucia di Piave, 9200 abitanti,abbiamo 5 positivi, tutti tranquillamente a domicilio, tre di un nucleo familiare e due di un altro. Cosa che si osserva peraltro da mesi.
Quanto all'anatema di quel bugiardo di Draghi che chi non si vaccina si ammala e muore, riporto la mortalità totale comparata per ogni causa degli ultimi 4 anni,sempre a Santa Lucia,al 31 ottobre
2018: 70
2019:83
2020:69
2021:70
Non servono commenti...
Per dire che c'è di sicuro un virus ,ma che viene usato come mezzo per arrivare a qualcosa altro.
Sarà per questo che chi cerca di curare senza tachipirina viene considerato uno da eliminare.
Alberto PentoIl caso di Santa Lucia fa testo solo per questo paese è non è emblematico di tutti gli altri paesi del Veneto e d'Italia dove i dati sono altri.
Demenzialità venetiste ai tempi del coronavirusviewtopic.php?f=208&t=2919La deriva demenziale e irresponsabile del venetismo al tempo del covid. Questo venetismo demenziale non rappresenta più un possibile futuro di indipendenza per i veneti.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5375351891 Benedetto vaccino, finalmente sei arrivato!Vaccinarsi è meglio che pregare!
viewtopic.php?f=208&t=2955 https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674Questo è il vero miracolo, l'unico miracolo che può esistere e che può farlo solo l'uomo di buona volontà che scopre i segreti della natura, i segreti con cui Dio ha creato il mondo a sua immagine e somiglianza che si rispecchiano e brillano nella scienza umana che fa propria la scienza di Dio il quale ce la regala volentieri.
Le demenzialità dei no pandemia, dei no vax e dei no green pass.
Le demenzialità dei minimizzatori negazionisti complottisti del virus e della pandemia, del tenere tutto aperto e della libera circolazione, dei no vax e dei no greenpass
viewtopic.php?f=208&t=2974 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7969116621 Gino QuareloAi demenziali, irresponsabili e inaffidabili venetisti minimizzatori e complottisti, secondo i quali la pandemia non esisterebbe e sarebbe solo una manipolazione dei governi e dei media asserviti per terrorizzare le popolazioni e ridurle ad accettare le dittature approntate con il pretesto del contenimento del contagio; oppure che l'epidemia reale non è più di una normale influenza stagionale e che i dati sulla mortalità e sui contagi sono manipolati e falsificati anche conteggiando i morti normali come morti da Covid-19:
Chi è morto di Covid-19 avrebbe vissuto in media altri 10 anni Info Data
15 maggio 2020
https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/05/15/44638/ Gli uomini che sono morti di Covid-19-19 avrebbero vissuto in media altri 14 anni; le donne altri 12, suggerisce un’analisi preliminare realizzata da un gruppo di scienziati scozzesi dell’Università di Glasgow ed Edimburgo. Considerando anche la presenza di eventuali malattie precedenti i numeri diventano leggermente inferiori, mostrano le stime degli autori, e passano a 13 anni per gli uomini e 11 per le donne.
Nel complesso, secondo queste stime, ogni decesso avrebbe sottratto in media oltre dieci anni di vita a chi ne è stato colpito.
Gli autori dello studio hanno stimato gli anni potenziali di vita perduti di chi è deceduto per il COVID-19 combinando i dati italiani delle morti con informazioni su quanto tendono a vivere diverse combinazioni di età, sesso ed eventuali malattie pregresse in condizioni “normali” – cioè prima dell’arrivo dell’epidemia. I primi arrivano da informazioni rese note dall’istituto superiore di sanità (ISS) in uno dei suoi bollettini periodici.
A parte i casi più problematici (e rari), ovvero di persone che hanno contratto la malattia mentre avevano già di un ampio numero di problemi di salute precedenti, nella maggior parte di combinazioni di età, sesso e condizioni di salute gli anni di vita andati persi “sono rimasti sopra i cinque”.
Il covid ha aumentato la mortalità in Italia del 49 per centoPierre Haski
4 maggio 2020
https://www.internazionale.it/liveblog/ ... dati-istat L’Istituto nazionale di statistica (Istat) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno pubblicato un nuovo rapporto sulla mortalità in Italia, prendendo in esame i dati della mortalità totale, cioè per qualsiasi causa, nei primi tre mesi del 2020 in 6.866 comuni, pari all’87 per cento dei 7.904 comuni italiani. È la prima volta che l’Istat fornisce questi dati riferiti a un numero così elevato di comuni.
Considerando il mese di marzo è stato registrato un aumento medio nazionale del 49,4 per cento dei decessi per tutte le cause. Prendendo il periodo che va dal primo decesso covid-19 segnalato al sistema di sorveglianza, il 20 febbraio, fino al 31 marzo, le morti sono passate da 65.592 (media del periodo tra il 2015 e il 2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54 per cento erano persone con diagnosi accertata di covid-19.
Nel primo trimestre dell’anno, la mortalità direttamente attribuibile al covid-19 è stata di circa 13.700 decessi. Ci sono poi altri 11.600 morti per le quali al momento si possono ipotizzare tre possibili cause:
L’aumento dei decessi non è distribuito in modo uniforme, ma è concentrato nelle aree più colpite dall’epidemia. Il 91 per cento dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello nazionale a marzo si concentra in 37 province dell’Italia del nord più Pesaro e Urbino. Nell’insieme di queste province, i decessi per tutte le cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Ma in alcune province la mortalità in eccesso è stata ancora più elevata: Bergamo (568 per cento), Cremona (391 per cento), Lodi (371 per cento), Brescia (291 per cento), Piacenza (264 per cento), Parma (208 per cento), Lecco (174 per cento), Pavia (133 per cento), Mantova (122 per cento), Pesaro e Urbino (120 per cento).
Nelle aree a media diffusione dell’epidemia (35 province concentrate soprattutto nel centro-nord) l’aumento delle morti per tutte le cause, sempre tra il 20 febbraio e il 31 marzo, è molto più contenuto, passa da 17.317 a 19.743 (2.426 in più rispetto alla media 2015-2019). Nelle aree a bassa diffusione del virus (per lo più del centro e del sud) i decessi del mese di marzo sono mediamente inferiori dell’1,8 per cento rispetto alla media dei cinque anni precedenti. A Roma il calo dei decessi è stato ancora più pronunciato, pari a -9,4 per cento.
La letalità più elevata, conferma l’Istat, si riscontra tra gli uomini in tutte le fasce di età, a eccezione della fascia 0-19 anni. Nel 34,7 per cento dei casi segnalati è presente almeno un’altra malattia tra quelle cardiovascolari e respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche e oncologiche, obesità, malattie renali o altre patologie croniche.
A marzo in Italia il 49,4% di decessi in più. Record a Bergamo: +568%, a Roma -9,4%Nicoletta Cottone
4 maggio 2020
https://www.ilsole24ore.com/art/le-tre- ... ni-ADRZaGO I casi Covid-19: ecco di quanto aumenta la letalitàSe si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L'eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710). A causa della forte concentrazione del fenomeno in alcune aree del Paese, i dati riferiti a livello medio nazionale “appiattiscono” la dimensione dell'impatto della epidemia di Covid-19 sulla mortalità totale.
DECESSI PRIMO TRIMESTRE 2020 E CONFRONTO MEDIA 2015-2019
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Colpito il Nord in oltre 3mila comuni
Il 91% dell'eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell'epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino. Nell'insieme di queste province, i decessi per il complesso delle cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Se si considera il periodo dal 20 febbraio al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+ 23.133 ); poco più della metà di questo aumento (52%) è costituita dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 (12.156).
Il prezzo altissimo pagato dalle province di Bergamo, Cremona e Lodi
Le province più colpite dall’epidemia che hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre, sono: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro
e Urbino (120%).
DECESSI 20 FEBBRAIO - 31 MARZO PER AREE DEL PAESE
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Più contenuto l’incremento dei decessi al Centro e al Nord
Nelle aree a media diffusione dell'epidemia (1.778 comuni, 35 province prevalentemente del Centro-Nord) l'incremento dei decessi per il complesso delle cause nel periodo 20 febbraio-31 marzo è molto più contenuto, da 17.317 a 19.743 (2.426 in più rispetto alla media 2015-2019); il 47% è attribuibile ai morti risultati positivi al Covid-19 (1.151). Nelle aree a bassa diffusione (1.817 comuni, 34 province per lo più del Centro e del Mezzogiorno) i decessi del mese di marzo 2020 sono mediamente inferiori dell'1,8% alla media del quinquennio precedente.
I più colpiti gli uomini settantenni
L'eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 anni: i decessi aumentano di circa 2,3 volte tra il 20 febbraio e il 31 marzo; segue la classe di età 80-89 (quasi 2,2 volte di aumento). L'incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età. Raggiunge il 20% in più della media degli anni 2015-2019 alla fine di marzo, tanto per la classe di età 70-79 che per la 90 e più.L'analisi combinata dei dati di mortalità giornaliera Istat con i dati della Sorveglianza integrata dell'Iss ha evidenziato che la mortalità “diretta” attribuibile a Covid-19 in individui con diagnosi confermata, nel primo trimestre 2020 è stata di circa 13.700 decessi. Per una quota ulteriore di circa altri 11.600 decessi si ipotizzano tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l'aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza) e una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette.
IMPATTO DELL’EPIDEMIA COVID-19 SULLA MORTALITÀ TOTALE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PRIMO TRIMESTRE 2020
4 maggio 2020
https://www.epicentro.iss.it/coronaviru ... at_ISS.pdf ???
MEDICO E PURE SINDACO CHE NON INFINOCCHIA I SUOI CITTADINI RACCONTANDO STORIELLE O DISTRIBUENDO PILLOLE MEDIATICHE SU FB, censurando commenti critici, e nemmeno telefona a Il Gazzettino o ai suoi giornalisti invitando a non parlare di tale fatto, di tacere su tale altro ...
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"Ultimo report odierno della epocale pandemia di Coronavirus.
Santa Luthia de la Piave. 9300 abitanti
22 contagiati complessivi dall’inizio della chiusura
2 deceduti
1 attualmente ricoverato
1 in isolamento domiciliare
18 guariti di cui la maggior parte asintomatici
Da giorni nessun nuovo positivo accertato nonostante i tamponi effettuati in più.
Sicuramente alcuni curati almeno da me precocemente ma senza aver effettuato il tampone perché sarebbe stato parecchi giorni dopo ed io ho preferito la cura precoce.
Comunque numeri non eclatanti ...
Fare le vostre considerazioni senza voler dire che era una banalità ma anche valutando una certa rappresentazione terroristica ed unilaterale fatta ..."
(R. Szumski)
Gino Quarelo Santa Lucia di Piave non è Vo' euganeo e nemmeno Codogno o Lodi o la Val Seriana. L'epidemia non si è distribuita uniformemente ovunque e non ha infettato che una minima parte della popolazione italiana, probabilmente meno del 3%, grazie sopratutto alle misure di contenimento del contagio che se fossero state prese prima (un mese prima se non di più) avrebbero contagiato molto meno e non vi sarebbero stati tutti questi morti e avremmo già riaperto tutto. Che ci serva di lezione!
Se non fossero state prese queste misure di contenimento del contagio sia pur in ritardo, Santa Lucia di Piave come ogni altro paese veneto avrebbe avuto centinaia di infetti se non migliaia e decine se non centinaia di morti.
Il 30% dei contagiati ammalatisi da Covid-19 e poi guariti avrà comunque problemi ai polmoni, al cuore, ai reni e ad altri organi che richiederanno un periodo più o meno lungo di riabilitazione poiché la guarigione non è al 100% per tutti.Giuseppe Remuzzi, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
https://www.facebook.com/RADIO24.ilsole ... 664987216/Coronavirus, il direttore Irccs Giuseppe Remuzzi: «Ora provoca sintomi più leggeri»13 maggio 2020
https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 23537.html Partiamo dalla buona notizia: chi si ammala oggi in Italia di coronavirus riscontra sintomi meno gravi rispetto a quelli dei contagiati di due mesi fa. Lo afferma Giuseppe Remuzzi, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS. Come mai la malattia sia diventata più leggera non è chiaro. “Le cause sono diverse, ma non so esattamente perché. Di certo, posso dire che oggi è cambiato il rapporto tra ambiente, ospite e virus”, ci spiega.
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Il Governatore del Veneto Zaia ha dischiarato che "Se il covid-19 perde forza vuol dire che è artificiale". Cosa gli risponde?
Che sono state fatte delle ricerche in merito e che in letteratura scientifica non c’è nessuna evidenza di quanto afferma. Quello che sappiamo è che il virus è vissuto prima nei pipistrelli, poi è arrivato al pangolino (una sorta di formichiere, ndr.) e infine, prima di contagiare l’uomo, ha vissuto all’interno di un altro animale che ancora non conosciamo. Un’altra certezza è che si sia diffuso già a inizio ottobre 2019 e che sia partito dai mercati umidi cinesi, dove gli animali sono uccisi davanti al cliente e ammassati uno sopra l’altro, tra sporcizia, sangue ed escrementi.
Visto che la malattia è diventata più leggera non possiamo sperare di tornare presto alla normalità?
È presto per parlare di ritorno alla normalità. Dovremo sempre mantenere una certa prudenza e attenzione. Detto questo, il primo bilancio lo potremo fare intorno al 18 maggio, due settimane dopo la fine del lockdown. Una misura che di certo è stata utile per contenere l’emergenza, ma che non si può pensare di portare avanti anche se il numero di contagi dovesse salire.
E che cosa propone?
Da una parte, sarebbe necessario rivedere l’organizzazione degli ospedali per poter rispondere con prontezza a eventuali altre ondate di contagi. Dovremmo avere tre diverse strutture a disposizione: alcune destinate solo ai pazienti negativi al covid-19 di cui in questi mesi ci siamo occupati poco, altri ospedali dedicati ai malati di covid-19 (e quindi con reparti e strumenti specializzati in malattie dei polmoni, del sangue e dei reni che possono essere provocate dal coronavirus) e infine alcuni centri di riabilitazione per i pazienti più gravi che, a causa del covid-19, una volta guariti dal virus si ritrovano a fare i conti con altre patologie, a volte croniche. Dall’altra vanno perpetuati certi comportamenti: è fondamentale lavarsi le mani spesso e ogni volta che si entra in contatto con oggetti potenzialmente contagiosi, mantenere la distanza di un metro ed evitare assembramenti. Infine, occorrerebbe proteggere davvero le categorie a rischio. Che sono, al di là delle persone con patologie pregresse, gli anziani. È pericoloso fare tornare la gente a lavorare senza aprire le scuole, perché molte famiglie saranno costrette ad affidare i bimbi ai nonni.
Se il virus risulta oggi meno forte, perché indossare la mascherina anche camminando o girando in motorino o in auto da soli quando non ci sono abbastanza mascherine da poterle cambiare ogni 8 ore?
Non ci sarebbero rischi a camminare o guidare da soli senza mascherina. Sono misure dettate da un eccesso di prudenza che comunque in situazioni di emergenza non fa mai male. Certamente è vero però che una misura del genere è efficace se attuata con i dispostivi corretti, usati in modo giusto. Ma del tema dovrebbe parlare con quelli della Protezione Civile.
Ma le mascherine chirurgiche quanto proteggono davvero gli altri, se usate correttamente?
Non si sa. C’è chi dice il 25%, chi il 90%...
Decessi e cause di morte: cosa produce l’Istathttps://www.istat.it/it/archivio/240401 L’Istat produce e diffonde statistiche di mortalità sulla base di fonti diverse, ognuna con peculiarità e finalità proprie.
Riguardo alle statistiche demografiche relative ai decessi, vengono prodotti e diffusi dati sia da fonte stato civile sia da fonte anagrafica, con cadenza mensile ed annuale.
I decessi di fonte anagrafica fanno riferimento alla popolazione iscritta in Anagrafe, cioè alla ‘popolazione residente’, indipendentemente da dove il decesso sia avvenuto (Italia o estero). I decessi di fonte stato civile si riferiscono invece alla ‘popolazione presente’, quindi ai decessi avvenuti in Italia di qualsiasi cittadino italiano o straniero, residente e non.
Le statistiche di mortalità per causa derivano dalla “Indagine su decessi e cause di morte” e si basano sulle certificazioni delle cause di morte effettuate dai medici (DPR 285 del 1990), che devono essere fatte pervenire agli Uffici di Stato Civile dei Comuni.