Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:22 am

Israele e la seconda ondata pandemica



Il primo ministro Benjamin Netanyahu alla porta della riunione del governo:
26 luglio 2020

https://www.facebook.com/HEBPMO/videos/622260271739500/

La seconda ondata di Corona colpisce in tutto il mondo, anche in Israele. Continuiamo ad agire in piena energia per fermare la diffusione della peste.

Nel fine settimana abbiamo nominato Prof. Ronnie Gamzu è il proiettore nazionale della corona. Durante la settimana Prof. Gamzu presenterà un piano d'azione per amputare la catena di contagio, e l'IDF avrà un ruolo significativo in questa importante missione. Ho chiesto anche al prof. Gamzu per presentare un programma nazionale a lungo termine per la vita nella routine, e lo sottoporrà al governo e ovviamente dopo al pubblico.

Ma voglio sottolineare - non esistono soluzioni magiche. Senza la responsabilità personale di ognuno di voi, cittadini di Israele, non c'è modo di fermare la peste. Devo dire che vedo miglioramenti nel comportamento, ma ne serve ancora di più. La peste si vince indossando maschere, mantenendo le distanze personali, igiene e prevenendo la folla.

Oggi portiamo al governo l'approvazione del programma di sovvenzioni per ogni cittadino. Poi lo trasferiremo a una legislazione bezeq nella Knesset in modo che il denaro vi raggiunga, cittadini di Israele, alla massima velocità. Stiamo anche lavorando ad ulteriori piani per incoraggiare la fattoria e lo streaming denaro per coloro che sono colpiti dalla Corona. Continueremo a motivare le ruote dell'economia per riportare le persone al circolo dell'occupazione.

Per quanto riguarda il fronte nord, seguiamo una politica coerente che non permetteremo all'Iran di essere militare basata sul nostro confine settentrionale. Libano e Siria sono responsabili di ogni attacco che esce da una superficie contro Israele Non permetteremo che la nostra sicurezza venga minata e non saremo minacciati, non tollereremo danni alle nostre forze. Insieme al ministro della Difesa e al Capo dello Staff sto tenendo stime sulla situazione del lavaggio. L ' IDF è pronto a rispondere a qualsiasi minaccia ".


Israele: lo Shin Bet ascolta da più di due anni
Gabri
Data pubblicazione?

https://www.israele360.com/lo-shin-bet- ... i-e-mezzo/

Lo Shin Bet ha affermato di aver tracciato segretamente per due anni e mezzo i telefoni degli israeliani. L’agenzia di sicurezza avrebbe ottenuto il consenso dai funzionari del Ministero della Giustizia per un programma controverso, ma pochi nel governo sono stati informati; la Knesset e le compagnie telefoniche non ne sapevano niente

Molto prima dell’epidemia del coronavirus, il servizio di sicurezza interno, Shin Bet, stava segretamente rintracciando i cellulari israeliani in un programma per combattere il gruppo terroristico dello Stato Islamico che è durato per almeno due anni e mezzo e potrebbe essere ancora in corso, secondo un report televisivo. Il programma, il cui nome è ovviamente segretato, è stato approvato da una squadra di alti funzionari del ministero della Giustizia, guidati dall’avvocato Shai Nitzan e dal procuratore generale Avichai Mandelblit, ma non era soggetto a supervisione parlamentare, legislazione o regolamenti, ha riferito Channel 13 ma senza citare la fonte.

Nell’ambito del programma, i cellulari della maggior parte degli israeliani erano esposti al tracciamento dello Shin Bet. Il rapporto non ha indicato esattamente quale tipo di dati sono stati raccolti, sebbene affermi che il servizio di sicurezza ha attinto ai database conservati dalle società di telefonia mobile per raccogliere informazioni, apparentemente all’insaputa delle aziende. Il rapporto indica che il Ministero della Giustizia ha consentito all’accesso dei dati personali degli israeliani per un periodo iniziale di sei mesi, prima di estendere ripetutamente tale termine per almeno 2,5 anni – e forse anche fino ad oggi. Lo scopo dichiarato del programma era di reprimere l’attività dell’Islamic State in Israele, secondo quanto afferma il rapporto.

Il rapporto indica che le informazioni raccolte attraverso il programma sono servite da base per le indagini penali e le richieste sono state fatte ai tribunali per approvare le intercettazioni telefoniche e altre misure investigative, e ai giudici non è stato detto come sono state ricevute le informazioni iniziali.

Il ministero della Giustizia e lo Shin Bet hanno commentato in una dichiarazione: “I metodi della Shin Bet nella sua lotta contro il terrorismo, e in generale, sono classificati per legge e esponendoli può causare gravi danni alla sicurezza nazionale. Di tanto in tanto, vengono portate questioni legali relative all’attività del servizio per l’esame e l’approvazione del procuratore generale o dei suoi rappresentanti “. Lunedì scorso la Knesset ha approvato una legge che autorizza lo Shin Bet ad utilizzare i dati del cellulare e altre informazioni sensibili per rintracciare gli israeliani che contraggono il coronavirus e quelli con cui sono in contatto. La controversa legislazione, che sarà in vigore fino a gennaio, consente al Ministero della Salute di utilizzare i dati di tracciamento dello Shin Bet, a condizione che ci siano oltre 200 nuove infezioni COVID-19 al giorno (come sta effettivamente accadendo). Il programma era attivo da marzo ad aprile, ma è stato poi interrotto quando il numero di infezioni è diminuito e a causa della mancanza di una legislazione formale.

Il governo ha rilanciato il programma di localizzazione telefonica dello Shin Bet il mese scorso in risposta all’aumento dei tassi di infezione, ma un numero crescente di persone ha affermato di essere stato costretto a rimanere a casa per errore (12.000), probabilmente a causa in parte della tecnologia che non riesce a capire se due persone fossero effettivamente a due metri l’uno dall’altro, abbastanza vicini da trasmettere il virus.

Nadav Argaman – capo del Shin Bet

Un processo di appello è stato incluso nella legge. Ma molte persone hanno affermato che le chiamate al ministero della sanità sono rimaste regolarmente senza risposta, in quanto i funzionari affermano che il sistema è stato inondato di telefonate. Il capo dello Shin Bet Nadav Argaman ha dichiarato al governo il mese scorso che le tecnologie impiegate dall’agenzia erano destinate alle operazioni antiterrorismo e non dovevano essere utilizzate per rintracciare i cittadini israeliani in massa. Secondo quanto riferito, Argaman ha espresso opposizione al rinnovo del programma, che è stato gradualmente ritirato ad aprile dopo che la Knesset ha deciso di fermarlo a seguito di una decisione dell’alta corte di giustizia che ha stabilito che una violazione così massiccia dei diritti alla privacy degli israeliani deve essere ancorata alla legislazione formale .

Il programma ha dovuto affrontare critiche da parte di gruppi per la privacy e i diritti, ma è stato elogiato dai funzionari per aver contribuito a contenere la diffusione del virus fornendo al governo la possibilità di informare gli israeliani se sono stati in contatto con portatori di virus confermati.



Benjamin Netanyahu e Benny Gantz con la mascherina
https://www.facebook.com/HEBPMO/videos/217824089497149/
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:23 am

Nuovi contagi nel Mondo

Coronavirus: Hong Kong, ospedali a rischio collasso
Governatrice Lam lancia l'allarme per l'impennata dei nuovi casi
29 luglio 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... fa3c1.html

(ANSA) - PECHINO, 29 LUG - Il sistema ospedaliero di Hong Kong potrebbe "collassare" con l'impennata di casi di Covid-19: è l'allarme lanciato dalla governatrice Carrie Lam che, invitando a restare a casa, ha spiegato che la città è "sull'orlo di un focolaio di comunità su larga scala". Oggi sono entrate in vigore le nuove regole anti pandemia, tra cui l'uso delle mascherine obbligatorio e la chiusura dei ristoranti. Hong Kong, che ha affrontato bene la pandemia nelle battute iniziali, continua a registrare più di 100 infezioni al giorno, quando meno di un mese fa la media giornaliera era sotto la decina.


Coronavirus, la Catalogna trema: chiusi discoteche e pub. Il ministero: «Poco tempo per agire»
25 luglio 2020

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 67375.html

Catalogna, si intensifica l'emergenza coronavirus, con molte città che stanno facendo i conti con la seconda ondata di contagi (o comunque con una lunghissima coda della prima). A fare le spese di tutto questo saranno soprattutto i turisti che affollano comunque le località di mare celebri come Playa de Aro, Lloret de Mar, Tossa de Mar e Palamos. Il governo della Catalogna ha ordinato la chiusura di discoteche, locali notturni e pub. La nuova misura è entrata in vigore oggi e durerà almeno 15 giorni, riporta il quotidiano El Pais. Allo stesso tempo, la Generalitat ha ridotto le ore dei casinò e delle sale giochi, che da oggi rimarranno aperti solo fino a mezzanotte. Alla stessa ora chiuderanno anche i bar ed i ristoranti nei comuni in cui le misure restrittive sono già in vigore, come a Barcellona. «La logica è limitare la mobilità e abbiamo già insistito sul fatto che, in alcuni spazi, è più difficile mantenere misure precauzionali. La situazione in Catalogna è complicata e abbiamo poche opportunità e poco tempo per agire», ha spiegato il segretario alla Sanità, Josep Maria Argimon.

La Gran Bretagna ha deciso di imporre due settimane di quarantena ai cittadini che rientreranno dalla Spagna, dove nelle ultime settimane cìè stato un aumento di casi di coronavirus. Lo apprende il quotidiano Daily Telegraph da fonti del ministero dei Trasporti. Dalla mezzanotte di oggi, chiunque arriverà in Gran Bretagna dalla Spagna dovrà restare in isolamento per 14 giorni. Chi è rientrato negli ultimi giorni sarà sottoposto al test per il Covid-19.

I nuovi casi in Spagna

In Spagna sono stati confermati 922 nuovi casi di coronavirus, dopo che ieri ne erano stati segnalati 971. Lo riferisce il ministero della Sanità di Madrid, segnalando che il maggior numero di infezioni è stato registrato in Aragona (298), Catalogna (133) e Madrid (107). È così salito a 272.421 il totale delle persone contagiate in Spagna, tra i Paesi più colpiti dalla pandemia in Europa. Nell'ultima settimana, sono 327 le persone che hanno contratto il Covid-19 in Spagna e che hanno avuto bisogno del ricovero. Sono invece 28.432 le persone che hanno perso la vita in Spagna per complicanze legate all'infezione, tre in più rispetto a ieri.



Spagna, più di 1100 contagi in 24 ore: mai così tanti dal 2 maggio. In Usa altri 1500 morti, allarme a Hong Kong
29 luglio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... g/5883848/

Continuano a preoccupare i numeri della Spagna, dove le regioni di Catalogna, Navarra e Aragona – tutte al nord – stanno registrando un’impennata di contagi che ha portato anche diversi paesi a sconsigliare viaggi non essenziali. E oggi il numero dei contagi è il più alto dal 2 maggio, quando furono registrati 1.178 nuovi positivi: sono 1.153 quelli delle ultime 24 ore, mentre i decessi sono cinque.

La pandemia avanza anche a Hong Kong, dove la governatrice Carrie Lam lancia l’allarme sulla tenuta della sanità, spiegando che l’ex colonia britannica è “sull’orlo di un focolaio di comunità su larga scala”. L’ondata di nuovi casi, ha aggiunto, “potrebbe portare a un collasso del nostro sistema ospedaliero e costare molto in termini di vite, soprattutto tra i più anziani”. L’ex protettorato britannico, che ha affrontato bene la pandemia nelle battute iniziali, continua a registrare più di cento infezioni al giorno, quando meno di un mese fa la media giornaliera era sotto la decina. Oggi sono entrate in vigore le nuove regole anti pandemia, tra cui l’uso delle mascherine obbligatorio e la chiusura dei ristoranti.

Nelle Americhe, da settimane principali focolai mondiali, gli Stati Uniti – primo Paese al mondo per numero di contagi e vittime – hanno registrato altri 1.592 morti, 921 in Brasile (che è secondo dietro gli Usa). E per la prima volta dall’inizio della pandemia di coronavirus, in Giappone il numero dei contagi giornalieri supera quota mille, con la situazione che diventa allarmante nei principali centri urbani del Paese.

Usa – 1.592 morti e oltre 60mila contagi nelle ultime 24 ore. Si tratta del numero di vittime più alto in un solo giorno da due mesi e mezzo. Degli oltre 16 milioni di casi confermati a livello globale, 4,35 milioni sono stati registrati negli Stati Uniti; e delle oltre 660mila vittime a livello globale più di 149mila sono state registrate negli Usa.

Brasile – Altri 921 decessi portano a 88.539 il numero complessivo delle vittime dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Nelle ultime 24 ore si contano anche 40.816 nuovi casi, per un totale di 2.483.191.

Giappone – Osaka ha fatto segnare oltre 200 casi, un numero mai così alto; altri 155 contagi sono stati segnalati nelle prefetture di Aichi, e 70 in quella di Kanagawa. Una tendenza in ascesa che non sembra attenuarsi anche a Tokyo, dopo la segnalazione del governo metropolitano di altri 250 casi nella giornata di oggi, con il 64% del totale che riguarda giovani tra i 20 e i 30 anni. La somma complessiva delle infezioni nella capitale si assesta adesso a 11.861: più di un terzo di tutti i casi del Paese. Le ultime statistiche coincidono con il lungo ponte di festività di quattro giorni osservato lo scorso fine settimana che di fatto sembra aver ampliato la diffusione del virus, malgrado il governo centrale abbia escluso Tokyo dalla campagna di incentivi per la promozione del turismo domestico. Non fa eccezione Okinawa, l’isola a sud dell’arcipelago, con 45 nuove infezioni, un nuovo massimo per il terzo giorno consecutivo.




"Il virus arriva dai Balcani, 2 casi gravi a Piacenza"
Rosa Scognamiglio - Lun, 03/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1596462608

A Piacenza due casi di polmoniti gravi: "Virus di provenienza dall'area dei Balcani'', spiega il direttore del Pronto Soccorso Stefano Magnacavallo

Due casi di polmoniti gravi, riconducibili quasi con certezza alla cosiddetta "infenzione interstiziale bilaterale'' del coronavirus, sono stati registrati nella città di Piacenza.

A darne conferma è Andrea Magnacavallo, direttore del Pronto Soccorso e di Medicina Generale dell'ospedale piacentino: "Si tratta di un virus contratto in area balcanica", assicura alle pagine del quotidiano Libertà.


Virus dai Balcani a Piacenza

Proprio quando l'emergenza Covid sembrava stesse rientrando, la città di Piacenza piomba nell'incubo dei ''contagi d'importazione''. Stando a quanto si apprende da fonti a vario titolo, si tratta di due persone con meno di 40 anni che, con altissima probabilità, hanno contratto il virus in area balcanica. Tornate nel Belpaese, qualche giorno fa, hanno manifestato i sintomi acuti della malattia salvo poi essere ospedalizzati d'urgenza. "In questi ultimi giorni abbiamo riscontrato alcuni casi di Covid importanti. Casi di malattie di un virus contratto in area balcanica, dove sono ancora in fase epidemica. - spiega il dottor Magnacavallo -In questo momento quello è un territorio in cui il virus è molto aggressivo. Un territorio a noi vicino, con cui abbiamo rapporti. Una questione su cui riflettere". In questi casi "il quadro della malattia - conclude il medico - è quello classico. Il virus ha una carica importante. Hanno sviluppato la malattia in forma classica, come l’abbiamo vista in primavera. E questo è il fatto nuovo".


I 'focolai d'importazione' dall'Est Europa

I dati del monitoraggio raccolti dal ministero della Salute in collaborazione dell'Istituto Superiore di Sanità, relativi all'ultima settimana di luglio, profilano una situazione tutt'altro che rosea: i casi di positivà al virus sarebbero in sensibile aumento. Tuttavia, onde ingenerare vacui allarmismi, è bene precisare che si tratta di ''focolai importati'', ovvero, di contagi contratti fuori dai confini dell'Italia. La provenienza del nuovo virus è perlopiù riferibile all'area balcanica e, in generale, all'Europa Orientale. "I casi di Covid sono in lieve aumento, anche se la situazione resta contenuta, con un R0 di poco al di sotto dell’unità" ha spiegato Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, al Corriere della Sera qualche giorno fa. "In molte regioni abbiamo diversi focolai a partire da casi importati - ha proseguito -. Ciò è abbastanza atteso dal momento che l’epidemia sta galoppando in diversi Paesi del mondo. Poteva andare peggio, visto l’assedio. Covid-19 imperversa nel resto d’Europa, con i Paesi balcanici colpiti in pieno dall’ondata di contagi, dall’estero tornano centinaia e centinaia di immigrati da zone dove l’epidemia segna rosso. Un numero da tenere sott’occhio è quello relativo all’incidenza dei casi che negli ultimi 14 giorni è di 5.1 per 100mila abitanti, in aumento".
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:24 am

I paragoni assurdi e impossibili dei minimizzatori


Persone colpite da Covid nel mondo 0,03%
Persone colpite dai fulmini nel mondo 0,03%
A questo punto vietato uscire di casa quando piove
Mi pare logico, voi che dite?
Alex Swan
29 luglio 2020

https://www.facebook.com/nardoleo3564/p ... 9913274635


Nonostante i numeri dicano che il covid sia, a tutta evidenza una panzana, eruditi moralizzatori commentano i miei post, dicendo che è sbagliato minimizzare.
Capiamoci, minimizzare significa sottovalutare un problema reale.
Pubblicare le irrisorie percentuali di contagio non è minimizzare, è smascherare con dati e fatti, una narrazione fantastica che vi ha reso folli di paura e docili come cavalli ammaestrati.
Se non volete che vi banni seduta stante, covidioti, statemi alla larga che manca davvero poco, affinché inizi a menare fendenti e calci volanti.
Poi se vi insulto, non ditemi che non ho argomenti, argomenti ne ho fin troppi, siete voi che siete cerebrolesi
Alex Swan



Alberto Pento
Paragone assurdo e impossibile.
Mi meraviglio Alex che una mente luminosa come la tua possa incorrere in queste irragionevolezze.
Come si fa a paragonare il fulmine al covid?
Riflettici ancora!


Io non sono folle di paura né docile come i cavalli ammaestrati, ho votato Salvini come il male minore inevitabile e sono assolutamente per Trump che invita a mettere la mascherine quando serve, io sono solo un uomo di buona volontà e di buon senso. E so che l'uomo veicola il covid ma non il fulmine.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:25 am

Libertà religiosa e di culto anche durante la pandemia, certo ma a patto che non sia veicolo di trasmissione del contaggio. Non esiste la libertà di infettare per i religiosi, quindi permangono le misure restrittive degli assembramenti.
Poi non si confonda la spiritualità con la religiosità che sono due fenomeni assai diversi: la religiosità è la spiritualità naturale e universale articolata e modulata dall'ideologia religiosa e dalle pratiche cultuali
.


La lezione di Trump all'Italia sulla libertà religiosa
Autore Camilla Bellini
30 luglio 2020

https://it.insideover.com/religioni/la- ... talia.html

Il 12 marzo 2020, l’ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana annuncia la sospensione in via preventiva delle cerimonie religiose, incluse le celebrazioni esequiali, pur non disponendo la chiusura fisica dei luoghi di culto. La Chiesa e lo Stato italiano uniscono così le forze contro il Covid-19, invitando tutti Ii cittadini e i credenti a rispettare con rigore e senso di responsabilità le misure adottate per far fronte alla crisi epidemiologica.

La sospensione delle celebrazioni liturgiche e l’interdizione alla partecipazione fisica dei fedeli alle Sante Messe subordina il diritto a esercitare il proprio credo al diritto alla salute, due interessi garantiti dalla Costituzione a cui in piena pandemia non viene però riconosciuta pari dignità, ritenendo il primo derogabile in un momento di emergenza nazionale.

La decisione di relegare il fenomeno religioso alla sfera meramente intimistica equiparandolo a uno dei tanti servizi pubblici statali, e come tale quindi sospendibile in via eccezionale per far fronte a stati emergenziali, viene accolta con sdegno da migliaia di cittadini cattolici che si sentono lesi nel diritto a esercitare liberamente il proprio credo e a cercare rassicurazione nella fede in un momento di smarrimento spirituale. Anche ai defunti vengono negate pubbliche esequie e concessa solo la benedizione privata in presenza di un numero ristretto di cari.

La decisione della CEI crea un vuoto spirituale senza precedenti, subordinando la cura dell’anima alla salvezza del corpo ritenuta un bene di primaria necessità e riconoscendo in una contingenza sanitaria una deroga al diritto di praticare liberamente il proprio credo.

Negli Stati Uniti invece è stata adottata una strategia diversa. In una nazione in cui il virus non sembra arrestare la propria corsa e continuano giorno dopo giorno ad aumentare il numero dei contagi e dei decessi, in netto contrasto con quanto verificatosi in Italia, il 21 luglio 2020 l’agenzia di stampa dell’Ufficio per il Diritti Civili del Department of Health and Human Services ha accolto due ricorsi a salvaguardia dell’esercizio della libertà di religione e di culto pur nel mezzo di una pandemia.

Nel primo caso è stata accolta la denuncia di discriminazione religiosa presentata nel Giugno 2020 alla Divisione per la Libertà Religiosa e di Coscienza dell’Ufficio per i Diritti Civili da Susanna Marcus che, insieme al marito Sidney, era stata trasportata a seguito di un grave incidente automobilistico al centro ospedaliero Prince George dell’Università del Maryland.

Susanna Marcus, date le gravi condizioni in cui versava il marito, aveva richiesto che l’uomo ricevesse la benedizione di un prete presso il reparto di terapia intensiva in cui era ricoverato, ma tale diritto le era stato negato a causa del divieto di accesso ai visitatori introdotto dall’ospedale per prevenire ulteriori contagi.

In seguito all’accoglimento della denuncia, il Medical System dell’Università del Maryland ha aggiornato le linee guida per le visite di tutti e 13 i suoi ospedali per permettere ai degenti, compresi quelli ricoverati nei reparti di cura COVID-19, di ricevere visite da membri del clero, a condizione che indossino i dispositivi di protezione personale, si sottopongano ai test della temperatura e che la visita non interrompa le cure cliniche.

Nel secondo caso invece l’Ufficio per i Diritti Civili ha accolto il reclamo presentato da uno studente di medicina contro lo Staten Island University Hospital di New York City che aveva imposto al giovane l’obbligo di radersi la barba per garantire un adeguato utilizzo dei sistemi di protezione individuale durante il servizio prestato presso la struttura sanitaria. Lo studente aveva informato l’ospedale della sua impossibilità a tagliarsi la barba, pena una violazione delle sue credenze religiose, comunicando peraltro che se non gli fosse stato permesso di tornare in corsia gli sarebbe stato negato il diritto a completare gli studi per diventare medico.

In applicazione delle leggi federali che vietano qualsiasi forma di discriminazione in base al sesso, alla razza, al colore, alla nazionalità, all’età, alla disabilità, alla religione e all’esercizio di coscienza, la richiesta avanzata dall’ospedale allo studente di radersi per poter tornare a lavorare in corsia è stata dichiarata illegittima, affermando che nessuno debba mai essere posto davanti alla scelta tra esercitare la propria professione e seguire il proprio credo.

Sebbene le strutture sanitarie siano maggiormente esposte ai rischi di contagio da infezione Covid, l’amministrazione Trump ha riconosciuto la priorità assoluta di difendere il diritto degli americani a praticare la propria fede in un momento delicato come quello attuale. Come riportato dal Daily Signal, Roger Severino, direttore dell’Ufficio per i Diritti Civili del Dipartimento di salute e servizi umani, ha infatti affermato che si possa proteggere la salute fisica delle persone contestualmente al loro benessere spirituale anche in un momento di criticità come quello che il mondo intero sta attraversando, non dovendosi rinunciare a un diritto sacro e inviolabile come quello all’esercizio della libertà di culto.

L’insegnamento che possiamo trarre dagli Stati Uniti è che la libertà religiosa non cessa di essere un diritto umano fondamentale durante una pandemia ma, al contrario, deve essere rivendicato come uno dei valori fondanti della civiltà occidentale e di una società democratica degna di chiamarsi tale.


La prima volta nella storia umana in cui si ha la chiara conferma che le religioni non fanno miracoli
viewtopic.php?f=102&t=2902
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3309583123

Questa è la prima volta nella storia dell'umanità che l'umanità intera può assistere direttamente senza le interpretazioni e le manipolazioni di intermediari, all'impotenza delle religioni e verificare senza dubbio alcuno e con assoluta certezza l'inutilità delle fedi religiose, dei loro idoli, delle loro cerimonie magiche e delle loro millenarie preghiere.

E può altrettanto e al contempo assistere e verificare come solo l'uomo di buona volontà con la sua spiritualità naturale e razionale, con la sua umile esperienza, con il suo buon fare quotidiano, con il suo studio e la sua ricerca, sia in grado di attingere conoscenza alla universalità divina che sta in tutte le cose, che informa tutte le cose con le sue leggi e le sue regole, per trarre ciò che serve a vincere il male, a modificare i rapporti naturali tra le cose e le creature al fine di rendere migliore la condizione umana preservandone la vita.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:26 am

???



Coronavirus, infettivologo francese: "Giovani contagiatevi per essere immuni a settembre"
Eric Caumes, del più importante ospedale parigino, propone: niente mascherine. Punta all'immunità di gregge per i ragazzi che così potrebbero infettarsi durante l'estate. Evitando però contatti con genitori e nonni
02 agosto 2020

https://www.repubblica.it/salute/2020/0 ... 263540612/


Arriva dalla Francia la proposta di arrivare ad un'immunità di gregge, ma solo per i giovani, invitandoli al contagio per ritrovarsi all'apertura delle scuole immunizzati. Il tutto tenendoli però nel frattempo a distanza di sicurezza dai familiari più adulti. Un'idea che fa discutere, applicabile forse più facilmente nei paesi nordici dove i giovani vivono vite separate giù da teenagers, ma di più complicata attuazione in Italia dove moltissimi passano le vacanze estive in famiglia, e spesso dai nonni, tra i più fragili e colpiti dalla pandemia.

Per il professor Eric Caumes, noto infettivologo del più importante ospedale parigino, il Pitié Salpêtrière, è infatti ora di cambiare strategia per la lotta al Covid-19 "prima di andare a sbattere". Primario del reparto malattie infettive, pensa a una sorta di "immunità di gregge" per i giovani, che potrebbero contaminarsi durante l'estate evitando i contatti con i familiari. Ma arrivando alla riapertura delle scuole già immunizzati.

Il professor Caumes spiega che ormai il virus in Francia "circola in diversi luoghi" del Paese, "probabilmente a causa delle vacanze che ne hanno favorito la propagazione nelle zone turistiche. Le autorità, purtroppo - ammette - non riescono più a controllare certi focolai. Esploderà in diversi punti contemporaneamente". Per lui, la rapidità di reazione delle strutture sanitarie nell'effettuare test è insufficiente: "il problema è che corriamo sempre dietro all'epidemia invece di anticiparla. Questo virus è chiaramente troppo intelligente per gli europei, a parte i tedeschi".

Il problema dell'alto numero di giovani infettati in quest'ultimo periodo è "delicato" per il prof. Caumes: "Non possiamo imporre loro la mascherina ovunque e vietare di riunirsi, soprattutto in piena estate. Forse non sarà politicamente corretto, ma io sono sempre più convinto che bisogna lasciare che si contaminino fra loro, a condizione che non abbiano contatti con i genitori e i nonni. Altrimenti i giovani saranno un serbatoio di contagio e ci ritroveremo con un'epidemia ingestibile. Lasciandoli che si contagino fra loro, parteciperanno all'immunità di gregge e al rientro a scuola sarà più efficace nelle scuole e nelle università. Anche se ciò avrà conseguenze perché anche i giovani possono avere forme gravi".




Alberto Pento
Il meticciato dei giovani con il virus. Da portarsi a casa per ammazzare i genitori, i nonni e gli ammalati. Questo infettivologo è un demente criminale.
Come si potessero separare i giovani dai genitori, dai nonni, dai parenti malati, dal resto della società.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:26 am

Non è colpa di Zaia, anzi, ...

La disperazione del turismo di Jesolo: "Siamo subissati di disdette, allontanate i richiedenti asilo"
Francesca Galici
Gio, 06/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1596710151

Gli operatori turistici di Jesolo sono allo stremo: dopo la scoperta del focolaio Covid nel centro migranti sulla spiaggia piovono le disdette. Ora si chiede l'allontanamento dei richiedenti asilo politico

È scontro a Jesolo tra le associazioni degli operatori del turismo e la politica. La cittadina veneta che, più di altre, vive di turismo estivo, quest'anno è economicamente in ginocchio.

La pandemia mondiale ha decimato i turisti sul litorale veneto, solitamente di provenienza straniera più che nazionale. Come se non bastasse, sulla spiaggia e a due passi dagli hotel più prestigiosi di Jesolo è stato allestito un centro migranti gestito dalla Croce Rossa. Qui, nei giorni scorsi si sono verificati diversi casi di positività. Ora gli operatori chiedono rispetto e che venga smantellata la struttura di accoglienza.

"Dal momento in cui si è avuta notizia della presenza all'interno della Croce Rossa di numerose persone positive al Covid-19, noi operatori turistici siamo stati letteralmente subissati di disdette nonché di richieste di informazioni relativamente alle condizioni di sicurezza delle nostre spiagge e delle nostre strutture ricettive", si legge nella lettera. Amorino De Zotti ha scritto al Ministero dell'Interno e per conoscenza alla Regione e alla Prefettura. De Zotti è un albergatore ed è il presidente di uno degli stabilimenti balneari del litorale di Jesolo. Con la sua lettera si rivolge a chi ha autorità sul centro migranti di via Levantina, direttamente affacciato sull'arenile, chiedendo che venga chiuso e che la struttura venga riqualificata a uso turistico.

La preoccupazione da quelle parti è molto alta. A luglio sono state rilevate 42 positività all'interno del centro e sono ancora 12 i migranti positivi dell'ultima tornata di tamponi effettuati. Nei giorni scorsi, inoltre, sono scoppiate anche delle rivolte all'interno della struttura. I disordini nascono dagli stranieri che non vogliono sottostare al regime di isolamento obbligatorio previsto per il contenimento dell'epidemia. Le parole di Amorino De Zotti, che si è fatto portavoce di cittadini e imprenditori, sono accorate: "La legittima e sacrosanta tutela dei diritti e degli interessi dei richiedenti asilo politico, oggi ospitati all'interno della Croce Rossa di Jesolo, non può e non deve passare attraverso il sacrificio dei diritti di migliaia di persone, che a diverso titolo lavorano all'interno del Comune, traendo sostentamento dal turismo, fonte primaria dell'economia di tutto il litorale".

La città di Jesolo, al pari delle altre, ha dovuto fermare tutto a marzo nel pieno dei lavori necessari per la riapertura della stagione estiva. De Zotti rivendica l'impegno di tutti nel rispettare quanto chiesto dallo Stato ma ora chiede che venga fornito il supporto per la nuova emergenza. "Tutte le forze politiche di Jesolo sono concordi nella necessità che si provveda all'immediato allontanamento dei richiedenti asilo politico", conclude De Zotti. La sua richiesta è che la lettera non venga strumentalizzata politicamente ma venga presa in considerazione dalle autorità, "affinché si possa dare a Jesolo e ai suoi cittadini la possibilità di continuare a svolgere l'attività turistica con serenità e profitto".




Luca Zaia durante la conferenza stampa
Zaia: «Virus di ritorno, rischio vacanze all'estero»
7 agosto 2020

https://www.facebook.com/Messaggero.it/ ... 061349274/


Fanno il tampone ma partono per le vacanze senza attendere il risultato: positivi due turisti veneti
7 agosto 2020

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/cor ... 92399.html

Due turisti veneti trovati positivi al Covid-19 a Roseto degli Abruzzi. Prima di partire per le vacanze avevano fatto i tamponi ma non avevano atteso il responso dei test e solo quando sono arrivati al mare dal nord hanno saputo di aver contratto l'infezione. A renderlo non è la Asl di Teramo che spiega: «Un’altra notizia di contagio proviene da Roseto degli Abruzzi, dove due turisti provenienti dal Veneto che avevano eseguito un tampone nella loro Regione, ma poi erano partiti senza attendere il risultato, hanno purtroppo ricevuto comunicazione di positività al virus».

Al momento, sono stati trasportati al reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Teramo per essere visitati e, accertate le loro condizioni di salute, saranno trasferiti alla Rsa di Giulianova, già allestita da tempo per ospitare questo tipo di pazienti. La Asl teramana sta lavorando lavorando per tracciare i contatti e porre in essere tutti i controlli necessari.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:27 am

Ultimamente un paese che è stato sulla bocca di tutti è la Svezia per via del fatto che, come saprete, è l'unica nazione in Europa a non aver attuato alcuna misura di lockdown: questo per due motivi secondo me, uno positivo ed un altro negativo.

Dario Berardi
2 agosto 2020

https://www.facebook.com/dario.berardi. ... 7024431811


Il primo, quello positivo, è prettamente di natura politica in quanto la Svezia è il paese più egualitario al mondo, quando andai a Stoccolma mi fu spiegato che nei primi del novecento sbracarono completamente il quartiere dell'alta borghesia coi carrarmati radendolo al suolo, in quanto tutte le persone dovevano confrontarsi dalla stessa linea di partenza, poi i risultati sarebbero stati diversi ( qualcuno ricco qualcuno no, qualche famoso qualcuno no, qualcuno felice altri no) ma nessuno doveva avere una vita in partenza privilegiata rispetto agli altri. Questo al contrario di quello che si potrebbe pensare lo fece il movimento liberale svedese e non è proprio una stranezza perché il primo movimento liberale in Europa, I Levellers in UK vuol dire in italiano proprio "egualitari". Da questo fatto deriva che in Svezia tutti i cittadini sono uguali rispetto alla legge e nessuno detiene, neanche il governo, il cosiddetto potere di eccezione come lo chiama Carl Schmitt, cioè sospendere lo stato di diritto, nel caso ad esempio del covid per il "bene pubblico e la salute pubblica", e neanche il Re può andare oltre la Costituzione, quindi non è che non hanno voluto attuare un lockdown ma proprio non potevano farlo, a meno di azzerare tutto il sistema istituzionale.

Fin qui, almeno secondo me il paese scandinavo si dimostra un faro di libertà e democrazia, poi però c'è l'altro motivo, forse meno conosciuto e sotterraneo, di sicuro negativo che viene mostrato in un documentario di circa 50 minuti chiamato "la via svedese all'amore", un vero e proprio ritratto della società del paese nordico che potrebbe lasciare perplessi in molti, tra cui me.

La via svedese all'amore inizia con la spiegazione di cosa sia appunto questa misteriosa via che consiste nell'indipendenza totale di ogni individuo dall'altro, teorizzato da un politico socialista nel 72, cioè l'indipendenza totale dei figli dai genitori, dei giovani dai vecchi e delle donne dagli uomini.

Il primo aspetto trattato è proprio l'ultimo citato in cui si mostra come sempre più donne per essere "libere" dagli uomini comprino dagli ospedali pubblici delle fialette di liquido seminale che viene consegnato immerso nel ghiaccio con le istruzioni per l'uso, filmando il caso concreto di una ragazza che aveva ordinato il prodotto da casa e consegnato entro 24 ore dove si mostra come automettersi incinte.

L'argomento successivo è diciamo più duro e tratta di come un quarto degli svedesi anziani muoiono da soli, senza nessuno accanto, difatti c'è una agenzia statale che si occupa di questi casi e che tenta di richiamare figli e nipoti nel tentativo quantomeno di prendere l'eredità, spesso tentativi che non va a buon segno anche perché nella società svedese è assolutamente malvisto che i nonni crescano i nipoti perché non devono ricevere una educazione tradizionale e conservatrice: questo è un fatto che ha confermato in me una idea che ho da sempre e cioe che chi rimane giovane dentro è perché continua a vedere il mondo attraverso gli occhi dei nonni, che è il mondo che conosciamo da bambini e da ragazzi, e "paradossalmente" avere idee conservatrici è molto più da giovane che avere idee progressiste, che è poi il motivo quest'ultimo per cui un genitore svedese allontana i suoi figli dai nonni.
Così è usuale in Svezia che un nonno nella sua vita abbia visto il nipote solo qualche volta mentre da noi bene o male tutti abbiamo passato le vacanze al paese dai nonni e le vacanze di natale con loro.

Il documentario poi tratta, dopo altri piccoli esempi di "libertà totale" e di efficienza razionale, di chi invece si è ribellato a tutto questo descrivendo due casi in merito: il primo un gruppo di ragazzi che costruiscono una comune nei boschi ed il secondo un medico che scappa letteralmente in Etiopia dopo decenni di successi personali.

Nel primo caso i ragazzi evidenziano come la loro fuga sia nata per il bisogno di avere delle relazioni, in particolare un ragazzo esprime in maniera illuminante come fosse stanco di essere un individuo staccato dagli altri e che questo ha come conseguenza naturale il fatto di essere completamente inquadrato dallo e nello Stato, "meno hai rapporti con gli altri più lo stato prende potere su di te" afferma in un passaggio saliente, mentre la sua ragazza evidenzia il paradosso di fuggire dalla società per vivere nella società, cioè in un posto dove tutti noi dipendiamo in una certa misura dagli altri e la libertà il benessere e la felicità di ognuno dipende anche dalla libertà dal benessere e dalla felicità degli altri e che la "società di individui" così come la teorizza il politico socialista nominato all'inizio del post è una non-società.

Ancora più importante, se possibile, è la testimonianza del medico che senza mezzi termini afferma:" qui saremo anche poveri in canna ma nessuno viene lasciato solo e la solidarietà, elemento fondante di una società, è la pietra di paragone della nostra libertà".

Questo mi ha fatto pensare e credo comprendere che in Svezia l'assenza del Lockdown sia derivata anche da questo aspetto che giudico estremamente negativo, cioè l'assenza di una società e della solidarietà tra le persone, che porta nella scena finale del documentario a vedere una delle immagini più inumane mai viste in vita mia: un uomo anziano portato via dopo essere morto da mesi con i pacchi che contengono le sue foto, i suoi oggetti, i suoi quadri, per essere trasportati verso la discarica comunale senza che nessuno li sia venuti a richiedere.

Consiglio la visione a tutti, magari insieme a qualcuno a cui volete bene. Io l'ho visto da solo e mi ha messo una tristezza addosso che non se ne andrà via entro domani




Caso Svezia fa discutere, per molti ha funzionato
01 agosto 2020

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 73b89.html

La Svezia nella lotta al coronavirus è andata controcorrente rispetto al resto del mondo. Il suo 'approccio' alla diffusione della pandemia è stato molto soft e ha fatto discutere: praticamente nessun lockdown, zero chiusure per le scuole primarie, i negozi, i centri commerciali e i bar, giusto qualche schermo protettivo tra negozianti e clienti, l'invito a rispettare le distanze e all'igiene personale, ma senza alzare troppo i toni. Uffici e fabbriche sono restati aperti, con l'invito a lavorare da casa e a non uscire in caso di malattie. Gli svedesi hanno continuato a viaggiare e a spostarsi, senza limitazioni. Insomma, la Svezia non ha 'chiuso' e la sua economia nel primo trimestre è stata l'unica col segno più tra quelle dei Paesi avanzati: +0,4% rispetto a un anno prima e +0,1% rispetto ai precedenti tre mesi. Il dato del secondo trimestre ancora non è uscito e per fine anno le stime, piuttosto discordanti, non sono male.

Il dibattito sull'economia in Svezia
Il governo svedese prevede un calo del 6% del Pil quest'anno, contro il -3,5% della Danimarca e il -4,1% della Norvegia, le altre due economie scandinave che, a differenza di Stoccolma, hanno introdotto i lockdown e 'chiuso' abbondantemente le loro economie. Lars Calmfors, professore emerito di economia internazionale e ricercatore presso l'Università di Stoccolma, ha affermato che è possibile che la Svezia abbia fatto meglio di altri Paesi, ma che è ancora troppo presto per dirlo. "Abbiamo chiuso meno di altri paesi, il che potrebbe far pensare che abbiamo fatto un po 'meglio finora. Ma tutto dipenderà da ciò che accadrà in autunno: abbiamo ridotto abbastanza la diffusione dell'infezione o aumenterà di nuovo? Se aumenta, la nostra economia ne risentirà". Più ottimista di Calmors, è il capo epidemiologo svedese, Anders Tegnell, la mente della strategia 'soft' del governo, secondo il quale la popolazione svedese potrebbe aver raggiunto una sorta di "immunità di gregge parziale" che la renderebbe pronta ad affrontare la seconda ondata di Coronavirus, prevista per l'autunno. "In autunno ci sarà la seconda ondata - ha detto Tegnell nel corso di un'intervista rilasciata al Financial Times - e la Svezia avrà un alto livello di immunità e il numero di casi sarà probabilmente piuttosto basso. La Finlandia, al contrario, dovrà forse richiudere tutto?".

Le stime contrastanti sulla crescita del Pil
Le stime economiche sulla crescita del Pil svedese, in realtà, sono piuttosto ballerine. Capital Economics, una società di consulenza macro, ha riferito a luglio di prevedere per quest'anno una sorprendente crescita dell'1,5%, mentre per Danimarca e Norvegia stima un -3% annuale. I grandi organismi internazionali sono invece più pessimisti. L'Ocse, nel suo ultimo Outlook, colloca le previsioni di crescita del Pil per la Svezia tra -7,8% e -6,7%, a seconda della gravità di una potenziale seconda ondata. E pone la Danimarca leggermente avanti con una forchetta compresa -7,1% e -5,8%. La Commissione europea vede leggermente meno nero e stima un -5,3% per la Svezia, contro il -8,7% dell'Eurozona e il -5,25% della Danimarca. Dati più recenti di Statistics Sweden riportano che i consumi delle famiglie sono diminuiti del 4,5% circa da inizio anno. All'inizio di aprile la Riksbank, la banca centrale svedese, aveva previsto uno scenario catastrofico per il 2020: -6,9% nel caso più ottimistico e -9,7% nel caso più nero. A luglio, però, la banca centrale ha aggiornato la sua proiezione. Ora i due scenari proiettano un range tra -4% e -5,7% di crescita del Pil, cioè un 2020 nettamente meno brutto di quello della maggior parte degli altri paesi avanzati.

Meglio del previsto i conti delle grandi aziende svedesi
Mentre infuria la polemica tra pro e contro l'approccio soft svedese, il Financial Times nota che la maggior parte delle grandi aziende del Paese, a inizio estate, hanno registrato tutte utili migliori delle attese. Da Nokia al big delle tlc Ericsson, fino a Elettrolux, leader mondiale degli elettrodomestici, alla banca Handelsbanken, alla catena di attrezzistica Assa Abloy, tutti sono andati meglio delle attese. "Non ho mai visto una proporzione così elevata di aziende realizzare nel secondo trimestre profitti migliori del previsto. Quasi tutte le società lo hanno fatto", ha commentato al Ft, Esbjorn Lundevall, capo stratega azionario della banca Seb. "Mantenere la società aperta, le scuole aperte, non significa che non siamo stati colpiti. Ma significa che non eravamo obbligati a non lasciare le nostre case. Ciò ha indubbiamente aiutato le aziende", ha dichiarato, sempre al Ft, Alrik Danielson, amministratore delegato del produttore svedese di cuscinetti a sfera Skf, un gruppo, con sede a Goeteborg, che ha tenuto aperti i suoi uffici in Svezia durante la crisi e i cui profitti operativi nel secondo trimestre sono diminuiti di quasi la metà rispetto a un anno fa, ma sono saliti di oltre un terzo rispetto alle aspettative degli analisti. "Ci siamo rapidamente adattati alla nuova realtà, anche se non sappiamo come andrà avanti", ha spiegato Danielson. Le azioni della Skf, i cui cuscinetti a sfera sono utilizzati dalle macchine per la carta alle automobili, sono sostanzialmente piatti dall'inizio del 2020, ma sono aumentati di oltre la metà dal loro punto più basso toccato a marzo, quando è scoppiata la pandemia.

Ma sui costi umani delle scelte del governo è polemica
L'approccio 'sotf' del governo ha sicuramente fatto bene allo spirito degli svedesi che, in generale, hanno affrontato la pandemia con maggiore ottimismo e con più fiducia rispetto a chi è stato costretto a restare chiuso in casa. Tuttavia il numero dei contagi e dei morti in Svezia è stato alto, specie in rapporto alla popolazione. Attualmente i casi di coronavirus in Svezia sono sopra le 80.000 unità e i morti a quota 5.700, con punte particolarmente elevate. Soprattutto tra la popolazione anziana. Il bilancio è molto più alto di quello degli altri Paesi scandinavi. La Svezia, che ha 10 milioni abitanti, ha registrato più contagi e più morti di Norvegia, Finlandia, Danimarca e Islanda messe insieme, che complessivamente contano 17 milioni di abitanti. In totale infatti questi 4 Paesi contano attualmente oltre 32.000 contagiati e circa 1.200 decessi.


De Luca
https://www.facebook.com/Yalc2011/video ... 109144074/


Coronavirus, in Svezia è fallito l'obiettivo "immunità di gregge": oltre 5mila morti
12 Agosto 2020

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/c ... 002a.shtml

Lo scrivono due ricercatori dell'University College di Londra in un editoriale sul Journal of the Royal Society of Medicine

La Svezia ha puntato sul raggiungimento dell'immunità di gregge attraverso una "diffusione controllata" del coronavirus senza mettere in campo un lockdown, come fatto in Italia e in altri Stati dell'Unio0ne Europea. L'obiettivo non è stato raggiunto, anzi, attualmente, il Paese si trova ad avere più casi e più morti rispetto ai vicini. Lo scrivono in un editoriale sul Journal of the Royal Society of Medicine due ricercatori dell'University College di Londra.

Le previsioni - Il governo svedese, si legge nell'articolo, ipotizzava che a maggio fosse stato infettato, e quindi avesse gli anticorpi, il 40% della popolazione svedese, mentre, secondo gli studi sierologici, la percentuale è vicina solo al 15%. Inoltre, la Svezia ha il triplo dei casi per milione di abitanti rispetto alla Danimarca, quattro volte più della Norvegia e cinque volte più della Finlandia. Stoccolma ha registrato oltre 5mila, mentre gli altri Paesi sono abbondantemente sotto ai mille. "E' chiaro che non solo i tassi di contagio, ricoveri e mortalità sono molto più alti dei Paesi confinanti - scrivono gli autori dell'editoriale -, ma anche l'andamento dell'epidemia è differente, con infezioni e mortalità più alte rispetto ai periodi più critici visti in Danimarca, Finlandia e Norvegia".

L'immunità di gregge potrebbe iniziare ad avere qualche effetto, scrivono alcuni esperti sulla rivista del Mit, negli Stati americani più particolarmente colpiti, dove l'alto numero dei casi, e quindi degli immuni, potrebbe avere un ruolo nel rallentare l'epidemia. "Credo che le epidemie in corso in Arizona, Florida e Texas lasceranno abbastanza immunità da aiutare a tenere controllato il Covid-19 - afferma ad esempio Trevor Bedford dell'università di Washington -. Tuttavia questi livelli non sono compatibili con un pieno ritorno alla normalità e ai comportamenti di prima della pandemia".
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:28 am

Dementi o insulsi, ignoranti, presuntuosi, senza rispetto e potenzialmente criminali da sanzionare senza alcuna remora.

Donna rifiuta la mascherina e fa fermare il treno. «Siete popolo di schiavi». Vagone in rivolta
14 agosto 2020

https://www.ilmessaggero.it/social/donn ... 05415.html

Caos mascherina a bordo del treno. Una donna, di cui ancora non si conoscono le generalità, ha costretto il capotreno a fermare il convoglio su cui viaggiava insieme a molte altre persone, perché rifiutava di indossare la mascherina. Il tutto è documentato in un video che è diventato virale sui social network. La donna, che ha registrato il filmato per "denunciare" la sua situazione, se la prende con un addetto di Trenitalia dicendo: «Io ho il diritto di viaggiare sul treno, mi state mettendo in una condizione spiacevole».

Treni, si cambia: più passeggeri ma bagagli piccoli, ecco le nuove regole

A chi le fa notare che potrebbe agire per far cambiare la legge invece di non rispettarla, lei risponde che lei sta «provando a cambiare la legge, mandando delle lettere» non meglio precisate. Palpabile la tensione a bordo. Un'altra passeggera del treno perde la pazienza e sbotta: «Lei non ha rispetto per la gente né per lo Stato» e si appella alle altre persone presenti nel vagone: «Facciamo votazione: chi è per la mascherina? Ecco, siamo la maggioranza. Noi siamo il popolo può obbedire al popolo?» E lei in tutta risposta dice: «Siete un popolo di schiavi» e chiude il video.



Nigeriana con il Covid fugge dall'ospedale e gira per Padova per 15 giorni

Venticinquenne infetta era scappata il 31 luglio ed è stata rintracciata solo la mattina di Ferragosto in stazione dalla Polfer. Denunciata per epidemia colposa. Si cerca di ricostruire i suoi movimenti per capire se può aver contagiato qualcuno
Carlo Bellotto 16 Agosto 2020

https://mattinopadova.gelocal.it/padova ... 1.39200179

Nigeriana venticinquenne fugge il 31 luglio scorso dall’ospedale di Padova dov’era ricoverata per Covid. Ha girato liberamente per la città e non solo per 15 giorni, chi ha visto, chi ha incontrato, chi ha infettato? Sabato mattina è stata fermata dalla Polfer in stazione mentre attendeva l’arrivo di un treno. È bastato scrivere il suo nome sul terminale per vedere il rintraccio che aveva. È stata immediatamente portata all’ospedale e denunciata per epidemia colposa.
Ma chi l’ha fatta entrare in Italia non viene denunciato per epidemia colposa?
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:28 am

In Tunisia esplodono i contagi: allarme rosso per gli sbarchi
Mauro Indelicato - Mar, 25/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1598385880

Le autorità locali hanno lanciato l'allarme. Il Paese va verso il picco dell'epidemia e continuano le partenze per l'Italia

Non solo dalla Libia, adesso l'Italia sul fronte coronavirus dovrà iniziare a guardarsi anche dalla Tunisia.

A Tripoli stanno annotando un nuovo picco dell'epidemia, previsto peraltro già nello scorso mese di luglio su IlGiornale.it nell'intervista al giornalista libico Faraj Aljarih. Una situazione simile la stanno annotando anche le autorità sanitarie tunisine.

Qui il coronavirus sembrava aver toccato solo di striscio la popolazione, visto che il numero dei contagi è stato tra i più bassi del nord Africa e la sanità locale è riuscita a reggere all'impatto. Tanto lungo la costa quanto nell'entroterra, tutti i principali ospedali del Paese non hanno avuto grosse difficoltà nelle terapie intensive e nell'incidenza dei ricoveri.

Una circostanza che ha fatto, ma solo parzialmente, tirare il fiato all'Italia: dalla Tunisia in questo 2020 è partito il 42% dei migranti poi approdati nel nostro Paese, provocando un'emergenza nell'accoglienza in grado di destare clamore soprattutto in Sicilia. Il fatto però che la Tunisia appariva quasi immune dell'epidemia ha evitato altri e più profondi grattacapi.

Adesso però non è più così: Nissaf Ben Alaya, direttore generale dell'Osservatorio Nazionale per le Malattie Nuove ed Emergenti, nelle scorse ore ha lanciato un appello alla responsabilità alla popolazione perché i casi di contagio stanno crescendo. Lunedì ad esempio, nell'arco di 24 ore sono stati registrati 75 nuovi positivi, un dato tra i più alti da maggio a oggi. Segno che forse il picco della curva dei contagi in Tunisia starebbe arrivando soltanto adesso.

A testimonianza delle preoccupazioni delle autorità locali anche l'obbligo di mascherina nei luoghi affollati imposto dal governo la scorsa settimana, misura quest'ultima che fino a inizio agosto non era presa nemmeno in considerazione. Qualcosa quindi sta cambiando e lo si è potuto notare anche da alcuni casi di positività al coronavirus riscontrati tra migranti tunisini sbarcati a Lampedusa martedì: tra gli approdati sull'isola delle Pelagie infatti, in 58 sono risultati positivi al tampone.

Il nuovo governo guidato da Hichem Mechichi potrebbe adesso propendere per misure più drastiche di contenimento. I numeri appaiono ancora sotto controllo, ma in costante aumento e il vero pericolo è dato dal fatto che soltanto adesso la curva potrebbe realmente essersi avviata. Con tutte le conseguenze del caso sia per la Tunisia che, di riflesso, anche per l'Italia.

Del resto, da qui ai prossimi giorni sono previsti nuovi sbarchi e nuovi approdi lungo le coste siciliane visto che attualmente da Tunisi non si è riusciti a mettere un freno all'ondata migratoria sviluppatasi in questa estate 2020.

Per il nostro Paese il problema potrebbe provenire quindi da due fronti, almeno per quanto concerne la trasmissione del virus tramite l'arrivo di nuovi migranti. Oltre il già citato caso libico, con Tripoli che ieri ha registrato più di 500 casi in 24 ore, adesso si sta aprendo il fronte tunisino.


Migranti, Musumeci non cede. Pronto il ricorso del governo
Luca Sablone - Mar, 25/08/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1598390383

I giallorossi esaminano gli atti per procedere all'impugnazione in tempi brevi. Il governatore siciliano diffida i prefetti

Il clima di scontro tra Stato e Sicilia non accenna a calare. Anzi, con il passare del tempo si fa sempre più rovente. Anche perché il governo è pronto a impugnare, già nelle prossime ore, l'ordinanza che porta la firma di Nello Musumeci: fonti dell'esecutivo fanno sapere che al momento si stanno esaminando gli atti per poi procedere all'impugnazione a stretto giro.

La decisione, spiegano, è stata presa dopo un attento esame di tutti gli atti e le norme dell'ordinamento. Continua così l'assalto contro il provvedimento del governatore della Sicilia mediante cui ha disposto la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza.

Nelle scorse ore il ministero dell'Interno aveva accusato il presidente di aver intrapreso una scelta che non rientrerebbe nelle sue possibilità decisionali. Musumeci ha invece puntato il dito contro il Viminale che, a suo giudizio, vorrebbe creare una sorta di campo di concentramento. Nella serata di ieri Ruggero Razza ha firmato una circolare "urgentissima" per l'esecuzione dell'ordinanza: l'assessore alla Salute l'ha indirizzata alle Aziende sanitarie proviciali e alla prefetture, stabilendo così "una celere ricognizione e puntuale indicazione del numero dei soggetti migranti, attualmente ospitati all'interno dei centri di accoglienza/hotspot insistenti sulla provincia di pertinenza, o altro genere di strutture eventualmente interessate dalle disposizioni dell’ordinanza regionale".


Ma Musumeci tira dritto

Il governatore lo aveva promesso: "Andremo avanti". E infatti ha inviato una nota di diffida alle autorità competenti (ovvero le Prefetture) per l'esecuzione della propria ordinanza emanata lo scorso 22 agosto. Nel documento viene richiesto, tra le altre misure, di illustrare il cronoprogramma del progressivo svuotamento degli hotspot "per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti". Musumeci ha chiesto di dare rapida esecuzione al provvedimento, tenuto conto anche dell'enorme numero di migranti attualmente presenti "senza alcun distanziamento e pregiudizio della loro salute, nell’hotspot di Lampedusa".

Intanto il livello dello scontro tra Roma e Palermo si alza. Il renziano Davide Faraone ha denunciato il presidente siciliano e Matteo Salvini per procurato allarme, abuso d'ufficio e diffamazione. Il presidente dei senatori di Italia Viva ha presentato un esposto alla Procura di Agrigento poiché in tal modo vorrebbe difendere la Sicilia "dagli sciacalli" visto che - a suo giudizio - il pugno duro di Musumeci e le parole dell'ex ministro dell'Interno "nuocciono gravemente all’economia della Sicilia e alle tasche dei siciliani. Alla fonte primaria della ricchezza dell’isola: il turismo".

Salvini è tornato a parlare della Sicilia in serata. L'ex capo del Viminale ha detto che "quello di Musumeci è un bellissimo segnale, non solo il suo, ci sono tanti sindaci di diversi schieramenti politici. Rimanendo in Sicilia, penso al sindaco di Trapani del Pd, piuttosto che al sindaco di Augusta dei Cinquestelle che hanno detto no, basta, è troppo". E il leader della Lega ha ribadito di ritenere giusto che il governo sia processato per "favoreggiamento dell’immigrazione clandestina".
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 9:29 am

"Una molecola naturale inibisce il Covid". La ricerca del Cnr sulla quercetina contenuta in capperi, cipolla rossa e radicchio
3 settembre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... o/5919629/


Il lavoro condotto da Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid dimostra che la quercetina, bloccando l’attività enzimatica della proteina 3CLpro cruciale per la replicazione del patogeno, risulta "letale" per Sars-CoV-2. I risultati, pubblicati sull'International Journal of Biological Macromolecules, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci antivirali specifici

Dalla natura la speranza di una nuova arma contro Covid-19. Uno studio internazionale al quale ha partecipato l’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza indica che la quercetina, contenuta in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio, funziona da inibitore specifico del coronavirus Sars-CoV-2. Il nuovo lavoro – condotto da Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid – dimostra che la quercetina, bloccando l’attività enzimatica della proteina 3CLpro cruciale per la replicazione del patogeno, risulta “letale” per Sars-CoV-2.

I risultati, pubblicati sull’International Journal of Biological Macromolecules, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci antivirali specifici per Covid-19. La quercetina, infatti, può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. Poiché non può essere brevettata, chiunque può usarla come punto di partenza per nuove ricerche.

“Test in vitro hanno dimostrato che la quercetina è la più attiva tra 150 molecole candidate: le nostre simulazioni al calcolatore – afferma Rizzuti del Cnr – hanno poi dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione: è la pistola fumante che cercavamo”. Al momento “questa molecola, non ancora ottimizzata, è già alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo”.

“Lo studio parte da una caratterizzazione sperimentale di 3CLpro, la proteasi principale di Sars-CoV-2”, precisa Olga Abian dell’università di Saragozza, prima autrice della pubblicazione. “Questa proteina ha una struttura dimerica, formata da due sub-unità identiche dotate ciascuna di un sito attivo fondamentale per la sua attività biologica. In una prima fase del lavoro è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH: un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus. Per questa proteina sono già segnalate in letteratura molecole che fungono da inibitori, ma non utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali”.

“La parte più interessante di questo lavoro è lo screening sperimentale eseguito su 150 composti, grazie a cui la quercetina è stata individuata come molecola attiva su 3CLpro”, aggiunge Adrian Velazquez-Campoy dell’università di Saragozza, che ha diretto il gruppo di ricerca e ha già lavorato alla ricerca di farmaci inibitori della proteina per il virus Sars originario che causò l’epidemia di sindrome respiratoria acuta grave del 2003. “La quercetina riduce l’attività enzimatica di 3CLpro grazie al suo effetto destabilizzante sulla proteina. Ovviamente contiamo si trovi un vaccino – puntualizza l’esperto – ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione. La ricerca di nuove molecole mira quindi a somministrare una combinazione di differenti composti, per minimizzare la resistenza ai farmaci e lo sviluppo di nuovi ceppi virali”.
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