Discussioni e dibattiti di approfondimento sulla vicenda dell'epidemia da coronavirusContro gli apocalittismi, i catastrofismi, le iettature, le psicosi, numeri dati a caso dai virologi di Facebook, una categoria che si è moltiplicata esponenzialmente negli ultimi giorni, un articolo sobrio e chiaro che fornisce i dati più aggiornati. La situazione è sicuramente seria, ma non è drammatica.Niram Ferretti
29 febbraio 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 "La diffusione globale di infezione da coronavirus ha raggiunto una fase critica questa settimana con il numero di nuovi casi segnalati nel resto del mondo che hanno superato il numero di nuovi casi in Cina, dove è iniziata l'emergenza.
Con il mondo a un punto di non ritorno, cI sono nuove speranze dalla Cina che dimostrano che il contenimento è possibile. E poiché vengono conteggiati casi più lievi, gli esperti hanno affermato che il tasso di mortalità potrebbe essere più simile all'influenza stagionale che non ai precedenti nuovi focolai di coronavirus.
Il tasso di mortalità per COVID-19 era dell'1,4% nell'ultimo rapporto di funzionari sanitari cinesi su 1.099 pazienti con malattia confermata in oltre 500 ospedali in Cina.
Il rapporto, pubblicato venerdì dal New England Journal of Medicine, offre una visione molto più ampia dell'epidemia oltre Wuhan, dove è iniziata ed è stata la più grave.
Supponendo che ci siano molti più casi con sintomi assenti o molto lievi, "il tasso di mortalità può essere notevolmente inferiore all'1%", hanno scritto funzionari della sanità statunitensi in un editoriale apparso sulla rivista.
Ciò renderebbe il nuovo virus più simile a una grave influenza stagionale che a una malattia simile ai suoi cugini genetici SARS o MERS.
Data la facilità di diffusione, tuttavia, il virus potrebbe guadagnare punti d'appoggio in tutto il mondo e molti potrebbero morire.
E il rapporto degli scienziati della National Health Commission of China mostra quanto sia facile non rendersi conto di molti casi all'inizio: il 44% di questi pazienti aveva la febbre quando furono ricoverati in ospedale, ma l'89% alla fine la sviluppò. La malattia grave si è sviluppata nel 16% dopo il ricovero in ospedale.
Circa il 5% è stato trattato in un'unità di terapia intensiva e il 2,3% ha avuto bisogno di macchinari per aiutarli a respirare.
Il capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, suggerisce che i paesi con pochi casi possono agire in modo risoluto per prevenirne la diffusione.
Nella provincia cinese del Guangdong, dove gli scienziati hanno testato più di 320.000 persone e solo lo 0,14% era positivo per COVID-19.
Lo studio cinese pubblicato venerdì ha mostrato che meno dell'1% dei pazienti ricoverati aveva meno di 15 anni, mentre il 42% aveva 65 anni e più.
Le morti sono anche più rare tra i giovani. Ma alcune giovani morti hanno fatto notizia, come quella del imedico 34enne in Cina che è stato rimproverato dalle autorità comuniste per aver lanciato un allarme precoce sul virus solo per poi soccombe ad esso.
In Cina, l'80% dei pazienti è lievemente ammalato quando viene rilevato il virus, rispetto al 13% che è già gravemente ammalato. Mentre i più malati sono i più esposti al rischio di morte, una parte dei malati lievi continua a morire - per ragioni sconosciute.
In media, tuttavia, l'OMS afferma che le persone con casi lievi guariscono in circa due settimane, mentre quelle che hanno una condizione più accentuata possono richiedere da tre a sei settimane".
The Times of Israel, "What is COVID-19 and what should a person with symptoms do?"
CommentiSimone Tramatzu
Sì ma intanto, al di là delle ipotesi e delle proiezioni, la conferenza stampa della rappresentanza della sanità lombarda parla di numeri emergenziali. Cremona, Lodi, Bergamo con interi reparti saturati dai ricoveri a causa del virus. Questi sono dati amministrativi, che anche una segretaria con la terza media può benissimo annotare e classificare come anomali, senza scomodare virologia, epidemiologia e altre scienze connesse.
Niram Ferretti
Hai detto bene Simone Tramatzu, questi sono numeri emergenziali, molto seri. L'articolo si occupa di fornire un quadro generale circostanziato-
Marco Antonio Baldassari
Niram la mortalità in Cina e in Italia è del 2,6% con 10% in rianimazione, 50% richiede ricovero. Ogni due giorni i contagiati raddoppiano.
Niram Ferretti
Marco Antonio Baldassari nell'articolo che ho pubblicato ci sono questi dati. Non sono attendibili? "Il tasso di mortalità per COVID-19 era dell'1,4% nell'ultimo rapporto di funzionari sanitari cinesi su 1.099 pazienti con malattia confermata in oltre 500 ospedali in Cina". "E il rapporto degli scienziati della National Health Commission of China mostra quanto sia facile non rendersi conto di molti casi all'inizio: il 44% di questi pazienti aveva la febbre quando furono ricoverati in ospedale, ma l'89% alla fine la sviluppò. La malattia grave si è sviluppata nel 16% dopo il ricovero in ospedale". "Nella provincia cinese del Guangdong, dove gli scienziati hanno testato più di 320.000 persone e solo lo 0,14% era positivo per COVID-19". "Il rapporto, pubblicato venerdì dal New England Journal of Medicine, offre una visione molto più ampia dell'epidemia oltre Wuhan, dove è iniziata ed è stata la più grave. Supponendo che ci siano molti più casi con sintomi assenti o molto lievi, "il tasso di mortalità può essere notevolmente inferiore all'1%", hanno scritto funzionari della sanità statunitensi in un editoriale apparso sulla rivista". Per quanto riguarda la situazione italiana Borrelli ha fornito questi dati, "Le persone ricoverate sono il 38%" di quelle colpite e tra queste "il 10% è in terapia intensiva". Il 52% degli ammalati è invece in isolamento domiciliare. Quindi ricapitoliamo. Su 1099 pazienti in Cina il tasso di mortalità del COVID-19 è dell'1,4%, su 320,000 persone testate a Guangdong, i positivi al virus erano lo 0,14%. Per i medici americani il tasso di mortalità è notevolmente inferiore all'1%. Il tasso di letalità della SARS era quasi del 10%. Nel nostro paese, ogni anno contraggono l'influenza stagionale circa 6 milioni di persone e ne muoiono per causa diretta o indiretta circa 8 mila. I morti attuali sono, mi risulta una 30. Il 52% dei malati in Italia è a casa, non in ospedale. Preoccupa quel 10% in terapia intensiva che non è una percentuale generale fortunatamente, ma relativa al 38% dei casi italiani.
Tiziana Marengo
Tutti a parlare solo della mortalità, ma fermatevi a considerare il numero dei contagiati che hanno necessità di cure ospedaliere... I contagi devono essere limitati il più possibile o gli ospedali saranno impallati. I posti di rianimazione sono molto pochi nei vari ospedali per cui serve evitare il contagio.
Il problema non è la mortalità, non solo, ma il numero di ospedalizzazioni.
Niram Ferretti
Tiziana Marengo, la mortalità è fortunatamente bassa. Ovviamente i contagi vanno limitati il più possibile. Faccio notare che "solo" un 5% dei contagiati necessità di terapia intensiva.
Tiziana Marengo
Niram Ferretti un 10% mi risulta, ad oggi sono 105 su poco più di 1000 contagiati. Ma ieri erano 65, oggi 40in più. Il ritmo è veloce e desta preoccupazione.
Tiziana Marengo
Va comunque detto che è sbagliato eccedere nell'allarmismo ma pure eccedere nella banalizzazione. Che non sia un 'infuenza è ovvio. Speriamo di bloccare i contagi il più possibile.
Niram Ferretti
Tiziana Marengo «La proporzione è questa: l’ 80 per cento dei contagiati guarisce, il 15 per cento ha delle problematiche più o meno gravi, il 5 gravissime. Il 2-3 per cento purtroppo morirà. In terapia intensiva arriverà una parte di quel 15 per cento, in rianimazione una parte del 5. Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, la malattia va posta nei giusti termini».
L'articolo che ho tradotto è postato non banalizza nulla, fornisce al posto di una informazione isterica dati precisi e circostanziati.
Tiziana Marengo
Niram Ferretti non ho detto che tu stai banalizzando, assolutamente. Comunque ad oggi abbiamo 105 persone in terapia intensiva
Niram Ferretti
Tiziana Marengo lo so che non lo hai detto. Io ho riportato un articolo con dei dati. La situazione è seria, ma va affrontata con consapevolezza e soprattutto con una buona informazione.
Antonio Melai
Niram Ferretti infatti, purtroppo non ovunque sono state applicate misure draconiane come in Cina o in maniera meno rigida come in Italia. Pare che in Iran non stiano prendendo sul serio la minaccia e non sarebbe un problema da poco
Gino Quarelo
Antonio Melai Se in Italia vi sono così tanti caso di contagio è primo perché la Cina non ha fin da subito informato il Mondo e ha lasciato circolare il virus per settimane (?), virus che si è diffuso nel Mondo e che è arrivato anche in Europa e in Italia prima che la Cina in gennaio desse l'allarme e si mettesse in parziale quarantena,
poi dopo l'allarme cinese perché in Italia l'epidemia è stata sottovalutata, considerata con demenziali condizionamenti ideologico-politici (pregiudizio antirazzista) e affrontata inadeguatamente con tardive e insufficenti misure di prevenzione e contenimento del contagio mettendo in quarantena tutti coloro che arrivavo direttamente e indirettamente dalla Cina.
Gino Quarelo
Dire e scrivere le cose come stanno, cioè la elementare verità e comportarsi di conseguenza è da persona sensata e non da catastrofista.
Come dice Niram la situazione è seria ma non drammatica e per non farla diventare drammatica va considerata e trattata come si deve.
Il coronavirus non è una normale e semplice influenza, non va sottovalutata, sottostimata e presa sottogamba e non è assolutamente come una influenza stagionale poiché al momento non esistono i vaccini e le complicazioni con necessità di ricovero e di assistenza sanitaria in terapia intensiva sono tali da rendere elevatissimo il suo tasso di mortalità nel caso di pandemia o di alta diffusione.
Per rassicurare i cittadini bisogna dire la verità che non va manipolata e falsificata per timore di creare panico, perché così facendo aumenterebbe il pericolo e sì metterebbe ancora più a rischio la vita delle persone.
Basta dire la verità e fare quello che va fatto senza tante storie e fisime, con tanta pasienza, tenacia, intelligenza, fiducia nel buon fare e certezza assoluta sul buon esito.
Far finta e comportarsi come se si trattasse di una normale influenza sarebbe demenziale, irresponsabile e politicamente criminale.
Questa crisi avrà i suoi costi economici non indifferenti che si devono cercare di contenere e ridurre ma che non si possono sensatamente evitare.
Tutti dobbiamo fare la nostra parte a cominciare dallo Stato che deve ridurre i suoi sprechi, i suoi privilegi, i suoi parassiti, le sue spese inutili, le prodigalità demenziali dell'accoglienza scriteriata e discriminata e che deve mettere a disposizione le risorse necessarie a sostenere tutti i cittadini e il tessuto economico messo in ginocchio da questo evento straordinario ma non del tutto imprevedibile date le numerose esperienze del passato.
Questa menzogna demenziale e irresponsabile va assolutamente evitata, vietata e perseguita penalmente perché diffonde notizie false che potrebbero pregiudicare la vita delle persone, dei cittadini ignari, inducendoli a comportamenti e scelte imprudenti e a loro nocive e mortali, si chiede alla competetente Procura di indagare.https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x712.jpg Niram Ferretti
Gino Quarelo io mi baso su i dati ufficiali e su quello che dicono le organizzazioni sanitarie cinesi, italiane, americane. L'articolo che ho postato è di facile comprensione. In Italia ogni anno sei milioni di persone contraggono l'influenza e ne muoiono per causa diretta e indiretta circa 8 milia. Qui si sono avuti 30 decessi, tutti di persone già aggravate. "Il tasso di mortalità può essere notevolmente inferiore all'1%", hanno scritto funzionari della sanità statunitensi in un editoriale apparso sul New England Journal of Medicine, che non è Facebook. Siamo, credo tutti d'accordo che il contagio vada contenuto, ma non siamo in presenza della peste nè del colera. La settimana prossima qui in Lombardia riapriranno le scuole. Si va avanti, spero anche io con buon senso e pragmatismo adottando misure efficaci.
Gino Quarelo
Infatti stiamo dicendo tutti la stessa cosa, verità e buon senso. Niram non serve accanirsi contro nessuno.
In Iran dove non vi sono le strutture sanitarie e di terapia intensiva con le apparecchiature per la respirazione assistita e artificiale che si trovano a Milano, i morti oggi sono oltre il 10% dei contagiati accertati, stando alle informazioni di stampa.IRAN: IL VIRUS SEMBRA DILAGARE, MA IL REGIME NEGAThanks to Il Foglio
1 marzo 2020
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 7995448211 Un team di ricercatori dell'Università di Toronto formato da esperti di epidemie e da matematici ha calcolato le dimensioni del contagio da coronavirus in Iran a partire dal dato dei viaggiatori trovati positivi subito dopo essere arrivati da quel paese. E' stato pubblicato pochi giorni fa e non è ancora passato per il giudizio degli altri esperti (la cosiddetta peer review) ma sostiene che gli infetti sono diciottomila. C'è molta differenza con i dati ufficiali forniti dal regime iraniano, che ieri ha annunciato 245 casi, di cui 27 morti.
Del resto il numero di persone contagiate dopo essere state in Iran lasciava capire che qualcosa non torna: il primo caso in Estonia, dichiarato ieri, era appena arrivato dall'Iran. Per non parlare dei 33 in Bahrein o dei 43 in Kuwait. Se i dati del team fossero confermati, sarebbero da rivedere tutti i dati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Il numero globale di contagiati oggi non sarebbe di 82 mila ma sarebbe di oltre centomila e anche tutti i discorsi sul presunto "rallentamento" dell'epidemia sarebbero da ripensare. Il regime continua a mentire, anche se il coronavirus sta colpendo pure all'interno della cerchia di chi comanda.
L'altro giorno la vicepresidente dell'Iran, Massoumeh Ebtekar, è stata trovata positiva: il giorno prima sedeva a tre posti di distanza dal presidente Hassan Rohani durante un Consiglio dei ministri. II problema più grave è la città santa di Qom, che con il suo andirivieni di pellegrini è da settimane un superfocolaio di diffusione. Ma è anche una fonte di guadagno per il clero e il governo rifiuta di mettere la città in quarantena oppure di chiudere i santuari (in compenso ha chiuso subito le università).
I responsabili del santuario di Masoumeh sostengono che la presenza di decorazioni in argento avrebbe un naturale effetto antibatterico (ma il Covid19 è un virus). Ieri l'ayatollah Mohammad Saeedi ha detto agli iraniani di recarsi in massa al santuario di Masoumeh a Qom perché così saranno guariti. E' un paese nelle mani di preti pazzi.
Inferno Coronavirus in Iran: numeri falsi, altissima mortalità, poca assistenzaDarya Nasifi
1 marzo 2020
https://www.rightsreporter.org/inferno- ... hlJW9cB9dsPoco si sa dell’epidemia di Coronavirus in Iran se non che il numero di morti è il più alto al di fuori della Cina.
Non si conosce il numero dei contagiati visto che i dati forniti dalle autorità sanitarie iraniane sono, secondo diverse fonti interne all’Iran, decisamente sgonfiati e comunque molto superiori ai 600 infetti dichiarati.
La città santa di Qom, che sembra essere il punto di partenza del contagio iraniano, viene descritta come “spettrale”, completamente bloccata e in preda all’epidemia.
Difficile anche ricevere informazioni dall’interno della Repubblica Islamica. Il regime ha bloccato tutto come in occasione delle rivolte, ma qualcosa filtra.
Alcuni medici iraniani sono riusciti a far trapelare qualcosa come per esempio il fatto che il tasso di mortalità è molto più alto che in qualsiasi altro paese colpito dal Coronavirus, indiscrezione confermata anche dal dott. Mike Ryan, direttore esecutivo del programma per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Stando ai pochi dati in possesso della OMS, forniti però dal regime, il tasso di mortalità in Iran sarebbe del 9% contro il 3,5% della Cina e l’1% della Corea del Sud. Tuttavia secondo alcuni medici iraniani che sono riusciti a far passare messaggi all’esterno il vero tasso di mortalità in Iran si aggirerebbe attorno al 16%. Una enormità.
L’alto numero di vittime sarebbe riconducibile alla impossibilità del sistema sanitario iraniano di farsi carico dell’assistenza ai malati, specie quelli fuori dai grandi centri abitati e nei villaggi.
Ma anche in città l’assistenza è pressoché nulla. I Guardiani della Rivoluzione (IRGC) hanno preteso e ottenuto che ad avere la precedenza per l’accesso all’assistenza sanitaria devono essere coloro che hanno responsabilità inerenti alla difesa, quindi loro stessi.
Il regime ha posto restrizioni per l’accesso ai luoghi santi, annullato alcuni servizi per la preghiera del venerdì e ha “consigliato” agli cittadini di non uscire di casa. Ma chi denuncia i sintomi della malattia non ha pressoché alcuna possibilità di rivolgersi al sistema sanitario e quindi di ricevere assistenza. Deve stare in casa e sperare.
Esperti dell’OMS ritengono che l’Iran possa diventare il fulcro dell’epidemia in Medio Oriente anche visti i confini “porosi” e spesso interessati da conflitti.
Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha affermato che non ci sono piani per mettere in quarantena intere città colpite dal virus. In realtà non c’è proprio alcun tipo di piano di contenimento mentre rimane l’obbligo di dare assistenza prima di tutto ai membri delle IRGC.
Per anni gli Ayatollah hanno pensato solo alla guerra e alle loro mire espansionistiche. Hanno dilapidato miliardi di dollari in programmi militari trascurando il sistema sanitario che ora mostra tutti i suoi limiti. E a farne le spese sarà ancora una volta il popolo iraniano.