Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » sab feb 10, 2018 9:13 pm

Roma, sui social network il coro choc "Rinnega la Shoah"dei militanti del Blocco Studentesco e di CasaPound
10/02/2018

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 40155.html

Lo scorso 30 gennaio era sul palco del teatro Orione, in quanto candidato per il Blocco Studentesco, la formazione giovanile di CasaPound, alla Consulta provinciale degli studenti. Venerdì notte, invece, era ad intonare un coro contro la Shoah, con altri militanti della formazione capeggiata da Gianluca Iannone e Simone di Stefano.
Lui è Christian M. (eletto consigliere nella Consulta) e sulla sua pagina Facebook si definisce “esponente politico presso Casapound” e “militante presso il Blocco Studentesco”. Una formazione con la quale ha organizzato cortei e manifestazioni. Sulla sua pagina Instagram ha pubblicato, in queste ore, una storia (ovvero un video che scompare dopo 24 ore) in cui viene ripreso all’interno di quella che appare essere una sezione politica insieme ad una decina di ragazzi. Alle pareti sono appesi poster di CasaPound. Il gruppone – intorno alla mezzanotte di venerdì – si filma mentre, oltre a bestemmiare, grida “rinnega la Shoah”. Sulla stessa pagina Instagram del militante della formazione neofascista c’è, inoltre, uno scatto che lo mostra insieme ad altri giovani davanti ad una sezione di CasaPound, mentre fa il saluto romano. Nei giorni scorsi, infine, lo stesso ha partecipato alla “ricostruzione”, della scritta Dux sul Monte Giano.


https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... ment_reply

Gino Quarelo
Le destre non sono solo Casa Pound o Forza Nuova che sono una minoranza minima.

David Calo
E chi sono????

Gino Quarelo
Fanno più danni, sono più violenti e antisemiti gli internazicomunisti che questi fascisti.

Luca Delli Santi
Gino Quarelo ma sei serio?!?

Gino Quarelo
Secondo te, chi è che sostiene l'Iran e i palestinesi contro Israele, le destre europee o le sinistre, chi è che governa l'Europa? Chi è che boicotta Israele? Chi è che sostiene i nazisti maomettani che aggrediscono gli ebrei in giro per il mondo, le destre o le sinistre?

Giorgio Pierangelini
Gino Quarelo sono d'accordo con le tue considerazioni. Trovo cmq assurdo che questi movimenti di destra rimangano legati a stereotipi del passato (morte agli ebrei.....) senza rendersi conto che il vero pericolo x la civilta' occidentale e' l'Islam e che Israele e' il primo baluardo contro questi maledetti integralisti.

Gino Quarelo
Purtroppo è un modello su cui si sono fissati da quasi un secolo, non riescono proprio a cambiare. Per certi versi hanno una struttura mentale come quella dei maomettani, difatti nel passato i nazisti erano alleati e i fascisti guardavano con ammirazione gli islamici. Sono infantili e primitivi, hanno bisogno di un capo con cui identificarsi e che li guidi e di un caproespiatorio. Negano come i bambini, non sanno assumersi le loro responsabilità. Gli ebrei invece sono da sempre abituati a ragionare e a mettere in discussione la parola del loro unico capo che è il loro Padre Celeste. Bisognerebbe provocare delle occasioni di confronto pubblico e aiutarli a venirne fuori chiedendo loro: perché odi me che sono ebreo, cosa mai ti ho fatto? Bisogna scuoterli sono come ossessi, posseduti, indemoniati.
Un'altra cosa intelligente che dovrebbero fare gli ebrei in Italia sarebbe quella di non farsi strumentalizzare dalle sinistre, schierandosi con loro contro le destre, poiché in tal modo si continua ad alimentare l'odio per gli ebrei, di queste destre "estreme" e fissate.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 8:23 am

???

RAZZISMO E IMMIGRAZIONE - [dalla bacheca di amici, Rita]
https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 5033483307

Il razzismo ..."non sarebbe un fatto basato su dati oggettivi, e paradossalmente non è neppure un prodotto dell'immigrazione. Infatti, è come sostenere che l'antisemitismo sia un prodotto dell'ebraismo! L'ebreo, come lo straniero, sono proiezioni di un odio che è culturale e ideologico, non meramente psicologico. La xenofobia è un prodotto del nazionalismo non dell'immigrazione, e offre dei capri espiatori alla rabbia popolare" Tanto che, come dimostrano anche le recenti elezioni francesi, la destra lepeniana è stata votata soprattutto nelle zone dove l'immigrazione quasi non esiste, mentre ha preso pochissimi voti a Parigi, città dove l'immigrazione incide. Lo stesso dicasi per i consensi al partito di destra neonazionalista tedesco, che ha preso più voti nelle zone dell'Est, che sono più povere e dove gli immigrati sono ben pochi, mentre non ha avuto successo a Berlino, città multietnica per eccellenza.
E' lo stesso processo che porta all'antisemitismo nei paesi dell'Est. C'è forse un'invasione di ebrei in Polonia? No, per nulla, ma l'antisemitismo sta montando insieme con la rimozione delle responsabilità storiche. Antisemitismo e xenofobia vanno sempre a braccetto. Sono prodotti della desertificazione culturale, ad Est indotta da decenni di sottocultura sovietica, ad Ovest indotta dalla crisi economica e dall'impatto devastante dei media e della sottocultrura internettiana in particolare.


Gino Quarelo
Razzismo, parola in libertà usata spesso impropriamente e a sproposito per calunniare e demonizzare, da chi è veramente razzista contro la propria stessa gente che discrimina e maltratta.

L'antisemitismo è un portato storico del cristianismo specialmente cattolico romano (i romani uccisero l'ebreo Cristo e poi divenuti cristiani accusarono gli ebrei di essere loro gli assassini di Gesù, usandoli come capro espiatorio) ed è la causa prima della Shoà e di tutte le persecuzioni secolari degli ebrei. Antisemitismo e Shoà vengono usate dalle sinistre dei paesi europei come armi ideologiche improprie per dare contro alle destre nazionaliste che non necessariamente sono antisemite e che si battono per i diritti umani civili e politici dei loro cittadini, ed è per questo che per esempio in Polonia le destre al governo hanno fatto la legge che impone il divieto di chiamare polacchi i campi/lagher nazisti. Le stesse sinistre sono al contempo antisioniste e antisraeliane e quindi contro gli ebrei di Israele e sostenitrici dei nazisti maomettani palestinesi e iraniani che vogliono distruggere Israele e sterminare gli ebrei.

Quando le immigrazioni sono libere, armoniose, rispettose, compatibili e utili vengono accettate come cosa buona, quando invece sono imposte irrispettose, incompatibili, dannose, inutili, disarmoniche, pericolose, giustamente vengono rifiutate, e il razzismo e la xenofobia non c'entrano proprio nulla. La diffidenza verso chi non si conosce è cosa naturale e universale comune a tutti gli animali e non ha nulla a che fare con il razzismo e la xenofobia che vengono attribuite in modo arbitrario e calunnioso e usate come armi improprie dalle sinistre per dare contro alle destre.
Il nazionalismo che difende i diritti umani civili e politici dei cittadini nativi e indigeni di un paese da chi criminalmente invece li nega, li calpesta è cosa buona e giusta.

Il nazionalismo che difende i diritti umani civili e politici dei cittadini nativi e indigeni di un paese da chi criminalmente invece li nega, li calpesta è cosa buona e giusta. A Berlino come in tutte le capitali europee sinistrate o sinistrorse i loro cittadini sono favorevoli alle invasioni-migrazioni a spese dello stato e dei cittadini contribuenti nativi e autoctoni; anche perché in Germania l'economia tira e il peso economico dell'invasione si sente meno. Nei paesi dell'est che sono paesi ancora in depressione economica causata dai precedenti regimi social comunisti, dove vi è scarsità di lavoro giustamente vedono come assurda e un peso, la migrazione di gente che andrebbe a gravare sulle scarse risorse esistenti danneggiando i loro cittadini.

Altra questione è la migrazione dei nazisti maomettani che sono un pericolo per l'umanità intera e che giustamente molti europei consapevoli e molto preoccupati la rifiutano e la combattono sempre di più.


Il maomettismo o nazismo maomettano e i maomettani o l''Islam e gli islamici sono una minaccia, una offesa, un'ingiuria, un pericolo per l'umanità intera
viewtopic.php?f=188&t=2667

Questo è l'Islam o nazismo maomettano: idolatria, orrore, terrore e morte, da sempre:
viewtopic.php?f=188&t=2705


Ricordo come l'antisemitismo fosse presente e diffuso anche a sinistra e nella Russia imperiale e comunista che inventò quell'immondo libro di calunnie che sono I Protocolli dei Savi di Sion
http://www.storiaxxisecolo.it/deportazi ... ebrei8.htm

Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=197&t=2662


Faccio presente che l'accoglienza imposta è una violenza paragonabile allo stupro e la solidarietà imposta può costituire una subdola forma di schiavitù:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x397.jpg


Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420

Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
viewtopic.php?f=141&t=2542

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine e tortura
viewtopic.php?f=141&t=1911

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondament

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 7:13 pm

Giulio Meotti - In amicizia
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 6486935534

Gentile Emanuele Fiano, ho stima della sua passione democratica e civile e abbiamo condiviso assieme la battaglia contro i cori antisemiti scanditi dagli islamisti a Milano lo scorso 9 dicembre. Ho appreso che parteciperà a un convegno per me a dir poco ambiguo. Per questo mi e le domando: quale senso, se non un senso di manipolazione e dissimulazione, può avere un convegno su "antisemitismo e islamofobia"? Gli ebrei in Europa sono vittime da anni di una ondata spaventosa di antisemitismo, è una storia di morti, sfollati, intimiditi. Quella che qui si chiama "islamofobia" è invece, come diceva il compianto Christopher Hitchens, "una parola creata dai fascisti e usata dai codardi per manipolare i cretini". Una parola evocata per processare tanti giornalisti e per ucciderli (Charlie Hebdo). Una parola volutamente confusa con il razzismo, che è da condannare. Una parola, "islamofobia", che invita alla confusione tra un sistema di credenze specifiche e i fedeli che aderiscono a queste credenze. Non pensa che confondendo due fenomeni assolutamente incomparabili - l'odio per il popolo ebraico e la discussione sull'Islam - non si finisca per rendere impossibile la lotta all'antisemitismo, considerando che oggi gli ebrei europei sono nella stragrande maggioranza colpiti proprio da chi proviene dall'estremismo islamico? Inoltre, l'amalgama non aiuta quei musulmani che vogliono liberarsi del giogo del fondamentalismo. Erano in arabo gli slogan di Milano dello scorso 9 dicembre, quelli che hanno ucciso Sarah e Ilan Halimi, i bambini di Tolosa, gli ebrei all'Hyper Cacher e tanti altri terribili fatti nella nostra Europa da difendere. Spero possa ripensarci per rafforzare una battaglia che trascende destra e sinistra.


Stefano Jesurum
Signor Giulio Meotti, la serata di Sinistra per Israele a cui si riferisce non è un convegno ma un confronto pre elettorale a sinistra su temi come il Medioriente da una parte e il razzismo dall’altra. Può essere, e sono il primo ad ammetterlo, che il termine islamofobia se non contestualizzato possa non essere immediatamente comprensibile in quel contesto. D’altronde una locandina è una locandina, non un saggio. Ma da qui a darci dei fascisti e codardi ce ne passa.
Signor Giulio Meotti, che lei fosse uno a cui piace seminare odio mi era noto, che a volte manipolasse la realtà anche, che il suo estremismo fosse al limite del normale confronto pure. Così come sapevo che non le dispiace segnalare pubblicamente gli “ebrei nemici” (di chi poi?) mettendoli alla gogna. Complimenti.
Detto ciò, che anche in Italia semi di islamofibia siano presenti è sotto gli occhi di tutti: tentativi di vietare la macellazione kosher e hallal, la chiusura sul tema moschee, la proposta di accettare soltanto migranti cristiani etc etc.
Concludo dicendo che tacciare persone come Emanuele Fiano o come me di Sinistra per Israele di fare il gioco degli antisemiti e degli antisionisti è semplicemente vergognoso.
Vuole sapere chi sono io?
Ecco.
È dagli anni Settanta – anni difficili, violenti, pesanti e abbastanza pericolosi – che ho deciso di essere un “militante del dialogo”. Andavo nelle sezioni del Pci, nei circoli Arci e nelle Case del Popolo. Avevo e continuo ad avere uno scopo: combattere l'ignoranza sul tema di Israele e del conflitto israelo-palestinese, creare quando possibile ponti e non steccati, raccontare Israele e gli israeliani per ciò che sono e non secondo gli stereotipi antisionisti e sempre più spesso antisemiti che riempiono le teste di certa sinistra antagonista e di certa destra post fascista, leghista e a tratti grillina.
Negli anni Settanta l'ignoranza antisionista era la cifra anche di una fetta della sinistra “normale”, non antagonista. Qualcuno lavorava e ha lavorato con un discreto successo – e con grande fatica, abnegazione, sforzo personale e politico. In quella area – da uomo di sinistra quale sono sempre stato e sono orgoglioso di essere ancora oggi – mi sono sforzato di incidere, naturalmente insieme a molti altri amici.
Sono orgoglioso – e sì, me ne vanto – di avere fatto pronunciare per la prima volta pubblicamente a Giorgio Napolitano, allora “ministro degli Esteri Pci”, che «sionismo non è una parolaccia e sionista non è un'offesa» (intervista pubblicata sull'Europeo, mi pare nel 1988).
In tutti questi anni sono stato insultato, attaccato, a volte minacciato con il marchio di «sionista assassino» da una parte e con il marchio di «nemico di Israele e antisemita» dall'altro.
Credo che se oggi nel Partito Democratico ci sia molta più chiarezza e consapevolezza di un tempo della situazione israelo-palestinese e in particolare delle ragioni e del diritto intangibile di Israele a vivere in pace e sicurezza, questo lo si debba anche a quelli che hanno fatto il mio percorso e che si sono dedicati a questo impegno.
Se lei non fosse ciò che è chiederebbe scusa


Walker Meghnagi
Ciao Giulio, grazie per la Tua analisi perfetta.... mi spiace che Fiano non abbia la forza di non aderire a questi convegni, l'Ebraismo Italiano ha bisogno di una persona come Fiano! Inoltre un convegno con la Boldrini che è anti Renzi lo trovò assurdo !

Ariel Akiva
Più sta lontano fiano e meglio è....pensa anche a chi si porta dietro...lascia perdere! L'ebraismo non habisogno di fiano, semmai il contrario visto che lo stesso usa la sua circoncisione come patente di giustezza per dire cazzate!

Gianpaolo Gottardi
Esatto, FIANO non sta certamente dalla parte di ISRAELE. Ma la volete capire che la SINISTRA vota regolarmente A favore delle MOZIONI CONTRO ISRAELE. La Mogarini e INTIMA amica dei PALESTINESI e Fiano anche.

Giulio Meotti
Lei travisa molto, e molto male, vedo. Mi dà del seminatore di odio e di estremista, nessuno vi ha dato di fascista, era una citazione. Buona fortuna con la vostra piccola agenda politica meschina. Spero solo che gli ebrei, anche a sinistra, aprano gli occhi sulle vostre operazioncine politiche e ideologiche. E parlo di lei e di chi la accompagna, non di Fiano. Antisemitismo e islamofobia. Stupendo!

Stefano Jesurum
Giulio Meotti è riuscito a non dire assolutamente nulla. Per fortuna lo ha fatto in poche righe.
Giulio Meotti riesce a non dire nulla, per fortuna in poche righe. Poi è un meschino furbetto: usare le citazioni per fini aggressivi è un vecchio giochetto. Pietoso

Giulio Meotti
Stefano Jesurum ok le dico cosa penso. Che state giocando col fuoco con simili convegni, che confondete l'opinione pubblica, che flirtate con l'islam politico, che sminuite la battaglia contro l'antisemitismo, che vi prestate alla delegittimazione di Israele, che abusate delle parole e della storia, e ancora più grave che fate tutto questo a fini politici, economici e sociali. Non mi pare un bel vedere

Stefano Jesurum
Giulio Meotti, sa che cosa penso io? Molto in sintesi? Che lei è un personaggio pericoloso e indecente. Sta parlando a un cittadino che da molti anni (lei dov’era?) lavora, scrive, rischia, per l’ebraismo e per Israele. Ma lei non sa nulla, non capisce nulla, è reso cieco da una ideologia che non si capisce neppure dove abbia scoperto. Lei che di ebrei, carne e ossa, tragedie e dolori, non sa nulla di nulla. E con questo la saluto perché non è il caso di dedicarle un minuto di più

Giulio Meotti
Stefano Jesurum molto livore che covava da tempo, vedo, peccato. Lasciamo giudicare i lettori, caro Jesurum, visto che anche lei è un giornalista. Sono i migliori giudici

Giorgio Natali
I più grandi odiatori di ebrei ieri e oggi sono le sinistre europee tutte. Immediatamente dopo gli islamici tutti. . . Vorrebbero il popolo ebraico cancellato, estinto, distrutto. Spiace sapere che ancora molti ebrei- come questo individuo- sostengono la sinistra e gli islamici. Tempo 10 anni e vi rimandano nei forni. Auguri !

Stefano Jesurum
Giorgio Natali ho pezzi di famiglia che sono finiti lì. Si vergogni. Mi fa schifo

Mordechai Bar
Ykutiel In questi giorni la "Sinistra per Israele" gongola per il fatto che Netanyahu è "sotto processo"...per niente! Detto questo lei Stefano Jesurum si gongola per "aver fatto chissà che" per Israele. Vede da ragazzo ho frequentato Benè Akiva e Hashomer Atzair e mi piaceva...fino a quando ho capito cosa significa "essere di sinistra!" Poi -per me- l'opposto! Facciamo una piccola analisi: lei come me e come gli ebrei italiani (diciamo di tutta l'Europa centrale) odia (è giusto il termine?) i fascisti. Bene. Li odio anch'io! (Sà...trenta parenti ad Auschwitz...) Ora però domandiamo agli ebrei dell'Europa dell'est (Ucraina, Russia, Moldavia ecc ecc) se odiano di più "i neri" o "i rossi"...visto che loro [gli ebrei dell'est] sono stati sterminati dai comunisti (che erano ben fieri) di "dimenticare" la loro appartenenza politica per "allearsi" con l'opposto per massacrare gli ebrei. Nella sinistra europea ci sono membri dichiaratamente e visivamente ostili (per non usare un vocabolo peggiore) agli ebrei, ad Israele e a tutto ciò che riguarda il tema ebraico. Lei che è ebreo come concilia questa convivenza? Lei che è ebreo come fà ad avere vicini così astiosi ed ambigui verso il popolo ebraico? Lei che è ebreo come si rapporta con questi "compagni di partito?"

Franco Fazzi S
ignor Stefano non le pare di essere stato inutilmente sprezzante col mio collega Meotti? Buon Sabato, nonostante tutto

Giorgio Natali
Fino a pochi minuti fa non pensavo esistessero persone più arroganti e autolesioniste di lei. Le do del lei, ma non le si addice.

Mordechai Bar
Ykutiel Franco Fazzi è il leit-motiv della "sinistra" quando non hanno argomenti validi per controbattere!

Giorgio Usai
Legga qua, gondone : Essere ebreo a Parigi nel Duemila. “Every year in France Jewish storefronts are vandalized, including arson in kosher supermarkets this past week”. Alexander Aciman sul New York Times del 16 gennaio spiega come in Francia ogni anno botteghe di ebrei siano devastate: e nelle scorse settimane sia stato incendiato un supermarket kosher. “Many of my fellow Jews in France are feeling today those early warning tremors of disaster felt by French Jews in the early 1900s and the 1930s”, molti dei miei amici ebrei in Francia si sentono come negli anni ’30 o all’inizio del Novecento, dice ancora Aciman. Quelli che se la prendono per le parole poco opportune di Attilio Fontana dovrebbero riflettere su quale sia oggi il principale pericolo per una pacifica convivenza tra convinzioni religiose differenti. D’altra parte basta ragionare sul fatto che il più clamoroso processo di persecuzione in atto (anche perché gli ebrei sono stati espulsi precedentemente) è quello in Medio Oriente contro i cristiani. Certo c’è anche una risposta musulmana a questa tendenza di fanatismo islamista in corso (che oggi, dopo la sconfitta dell’Isis, ha il suo cuore a Teheran), ed è importante che questa linea di moderazione sia decollata a Riad. Però l’iniziativa islamista a partire da Parigi stessa - come ricorda quell’ottimo scrittore che è Aciman- è oggi il principale problema europeo. Altro che quei quattro idioti di Casa Pound. E Giorgio Gori chiedendo “più moschee per tutti” non è proprio all’altezza del momento.

Paolo Kinana
Paolo Kinana La fobia è una paura irrazionale.
Criticare l’ideologia islamica per i problemi che comporta, legati al suo sistema di valori completamente sballato e modellato sulla figura del suo fondatore, è la cosa più razionale che si possa fare.
L’unica fobia attualmente presente è quella di chi non vuole conoscere l’Islam attraverso le sue fonti perché ha la FOBIA della verità e quindi, da bravo fobico, cerca di impedire ad altri di farlo. E lo fa con ogni mezzo: accuse di razzismo, etichette sballate, ricatti morali, depistaggi sulla macellazione halal e così via...
P.S. tra le tecniche di depistaggio c’è anche quella di scrivere pipponi pazzeschi.

Emanuel Segre Amar Stefano Jesurum meglio così

Massimo Picari Paolo Kinana Esattamente.

Albert Berdougo
Sign. Meotti penso che quelle che lei chiama battaglie contro l'”antisemitismo” siano così lontane da un amore sincero per gli ebrei e per Israele, mosse soltanto da fini personali, persecutori e aggressivi, e che a parte attrarre le simpatie degli amici dell'estrema destra non abbiano prodotto assolutamente niente di positivo. Il livello inoltre di mediocrità, odio e ignoranza che si respira in questa pagina da parte di molti suoi assidui sostenitori è sconcertante. Se questi sarebbero i giudici.... (un invito il suo, naturalmente al linciaggio).

Luca Berzacola
Meotti dire che l'Islam si sia mostrato negativo è lampante, dire che lo sia in senso necessariamente ontologico è sperimentalmente errato. Strutturare una non necessità è il principio di una ideologia...concorda??

Alberto Finzi
A me pare che l'intervento gratuitamente violento sia arrivato ed continui ad arrivare da questa sinistra inacidita. Il neologismo "islamofobia" è assai problematico perché riduce qualunque preoccupare nella semplificazione superficiale e precotta della "paura del diverso". Peraltro è una narrativa che prende come modello l'antisemitismo per affiancarlo e neutralizzarlo mettendo sullo stesso chi promuove odio antisionista/antisemita e chi lo subisce. Farsi promotori di operazioni culturali che portano acqua avvelenata a questi mulini non può non far discutere. Capisco l'irritazione ma se si fanno operazioni discutibili bisogna essere aperti alla discussione.

Fabio Ferrari
solo a scorrere i nomi mi viene da star male. E poi quella parola "islamofobia" ...come a dire "nazionalsocialismofobia"

Elisabetta Dell'Arca
Ci si può arrampicare su tutti gli specchi di questo mondo, ma aver accostato antisemitismo e islamofobia è una chiara scelta politica. L'islamofobia- che è oltretutto un termine coniato unicamente per cercare di imbavagliare chi critica l'islam come ideologia - non è una forma di razzismo, e tantomeno ha a che fare con l'antisemitismo. Non ha a che fare con la volontà di discriminare gli individui concreti, ma con un'ideologia che ha molte caratteristiche totalitarie. Come dice la parola, è paura dell'islam o se vogliamo diffidenza, critica ecc. verso un sistema di idee illiberali (per quanto riguarda libertà di pensiero e di religione, parità dei sessi, ecc.). L'islam stesso ha una sua tradizione di odio antiebraico che si è fusa con l'antisemitismo occidentale, recependone gli stereotipi e pregiudizi. Parecchi storici, inoltre, tra cui Bensoussan, la cui autorevolezza non credo che sia in discussione, non sarebbero nemmeno d'accordo con l'accostamento tra antisemitismo e razzismo, in quanto il primo non è inquadrabile, per la sua lunghissima e complessa storia, come generico razzismo. P.S. Per quanto riguarda la macellazione halal e kosher, la seconda prevede che l'uccisione avvenga con la minor sofferenza possibile. Siamo sicuri che anche quella halal faccia lo stesso? a quanto mi risulta direi proprio di no (e parlo da vegana, quindi si può immaginare cosa pensi in generale dei macelli et similia).



Ricordo come l'antisemitismo fosse presente e diffuso anche a sinistra e nella Russia imperiale e comunista che inventò quell'immondo libro di calunnie che sono I Protocolli dei Savi di Sion
http://www.storiaxxisecolo.it/deportazi ... ebrei8.htm

Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei
viewtopic.php?f=197&t=2662
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondament

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 7:13 pm

L'antisemitismo dei social comunisti italiani ed europei


L'antigiudaismo nell'Europa cristiana
Parte IV: L’antisemitismo e la politica di massa fra 1800 e 1900
18/12/2013

http://www.fondazionecdf.it/index.php?m ... dossier=50

Abbiamo visto nei video precedenti che l’antisemitismo, che rese possibile la Shoah in Europa, non nasce con il nazismo, ma è la trasformazione ‘moderna’ dell’antico antigiudaismo, che riprende vigore attorno al 1880, anche grazie a una campagna internazionale di stampa organizzata dal Vaticano.

Sicuramente né i Papi, né il clero, né gli Ebrei si aspettavano che la campagna antiebraica avrebbe avuto ripercussioni così ampie e così tragiche. Non avevano previsto il potere della comunicazione di massa, dei partiti di massa: fenomeni nuovi nella storia, sorti dalla rivoluzione industriale, che stravolse i vecchi sistemi di vita e di lavoro e sviluppò la ‘società di massa’. A cavallo fra 1800 e 1900 le popolazioni d’Europa lavoravano in massa, votavano in massa, combattevano in eserciti di massa in caso di guerra, morendo in massa nelle trincee. Avrebbero finito col compiere stragi di massa con metodi di distruzione di massa, e col morire in massa.

Nella seconda metà del 1800 si formarono i partiti di massa. I socialcomunisti ebbero addirittura l’ambizione di unire tutti i lavoratori ‘proletari’ del mondo nell’ Internazionale. Altri partiti di massa propagandavano forti sentimenti nazionalisti, spesso anche razzisti. Per loro la Patria era sacra. Ma apparteneva alla patria soltanto chi ne aveva condiviso ‘ sangue e suolo’, Blut und Boden in tedesco − cioè stirpe e tradizioni − e viveva per la famiglia, il lavoro dei campi e la socialità del luogo: tutto ciò che il social-comunismo invece trascurava, privilegiando la comune condizione dei ‘proletari’ in tutti i paesi coinvolti nel processo di rivoluzione industriale.

Di fronte ai complessi problemi sociali posti dalla rivoluzione industriale, le élite e i partiti cercarono il consenso e la coesione delle masse secondo l’antica prassi dell’identificazione di un ‘capro espiatorio’ su cui riversare le colpe di tutti i mali. I social comunisti identificavano come ‘colpevoli’ i ‘capitalisti’, cioè i proprietari di fabbriche e terreni, e consideravano i religiosi e i monarchi alleati dei capitalisti. Gli anarchici concordavano con i socialcomunisti nel rifiuto di riconoscere autorità al clero e ai militari. Socialcomunisti e anarchici organizzavano insieme scioperi. Gli anarchici già negli anni ‘60 organizzavano attentati contro re e potenti, che sarebbero proseguiti in tutta Europa fino alla prima guerra mondiale.

I regnanti e le élite politiche, militari e sociali di tutta Europa, inclusi gli industriali, che costituivano l’élite economica, erano spaventati, non sapevano come riportare la coesione nella popolazione e proteggere le proprie vite. Leggendo la campagna di stampa vaticana, capirono che potevano deviare l’odio delle masse povere e prive di ruolo sugli Ebrei, allontanandolo da sé. Ogni male sociale venne attribuito alle cospirazioni degli Ebrei. Scriverà Maurice Barrès, intellettuale e politico francese, nel diario di marzo 1911: “Il tutto sarebbe impossibile, o terribilmente difficile, se non ci fosse questo provvidenziale antisemitismo. Grazie ad esso tutto si accomoda, si appiana e si semplifica”.

In Francia, dopo la campagna antisemita dei giornali cattolici, fra cui si distinse ‘La Croix’, giornale dell’Ordine dell’Assunzione, seguì la pubblicazione, nel 1886, di ‘La France Juive’, di Edmond Drumond, presentato come un saggio storico, ma subito dopo ristampato con illustrazioni popolari, che parlavano anche a chi non leggeva. Nel 1892 Drumont lanciò la rivista illustrata ‘La libre parole’, interamente dedicata a diffondere e ribadire l’idea che ‘il vero nemico è l’Ebreo’, non le élite francesi. Le illustrazioni erano tremendamente efficaci. Le illustrazioni non hanno ovviamente nulla a che vedere con la realtà: sono rappresentazioni mentali di chi le produce. Ma hanno una forza di comunicazione che la parola non ha, si imprimono nella nostra psiche come realtà, quasi come fatto visto e testimoniato. Divenne così un luogo comune pensare che gli Ebrei fossero i veri padroni del potere politico ed economico, e lo usassero per nuocere.

A cavallo fra l’800 e il 900 il ruolo fondamentale nella diffusione dell’antisemitismo in Europa fu svolto dalle cartoline illustrate. Venivano usate come oggi Twitter: per tenersi costantemente in contatto con amici e parenti, con poche parole. I gruppi politici e le testate giornalistiche le distribuivano gratuitamente, o a bassissimo prezzo, per diffondere le proprie idee. Nel 1905 nella sola Francia vennero stampate e distribuite 600 milioni di cartoline illustrate. Venivano inviate da un luogo all’altro d’Europa, e anche fuori Europa, così anche i temi e le immagini rimbalzavano da una regione all’altra, da uno stato all’altro. Come nel caso di queste due cartoline del 1898, che indicano nell’Ebreo il nemico, malvagio, tentacolare, orrendo. Quella tedesca riprende in chiave anti-ebraica un disegno del Kaiser Guglielmo II. Subito l’immagine venne ripresa in Francia dal gruppo antisemita ‘Le Grand Occident de France’. In questa cartolina francese di inizio Novecento una famiglia contadina osserva una Francia ebraicizzata abbattere il crocefisso e premiare finanzieri e avventurieri

L’antisemitismo costituì presto in Francia un titolo di merito politico. Molti non si rendevano conto di quanto fosse assurdo credere che la minuscola minoranza ebraica avesse tale misteriosa e sovrannaturale potenza da poter ‘invadere’ e dominare gli stati, e causare occultamente tutte le difficoltà economiche, sociali e politiche di Francia o Spagna, o di qualunque altro stato. Si trattava di una paura irrazionale, sostenuta e ribadita dalle autorità morali, religiose, politiche, culturali, riattizzata ogni giorno dai mezzi di comunicazione di massa. Così la paura dell’Ebreo diventava una vera e propria certezza di fede per le persone rispettose dell’autorità.

L’antisemitismo raggiunse il culmine con l’affaire Dreyfus, che dal 1894 travagliò e divise la società francese per un decennio. Alfred Dreyfus, ufficiale di artiglieria dell'esercito francese, ebreo -alsaziano, fu accusato di spionaggio a favore della Prussia. Venne condannato alla degradazione e ai lavori forzati, sulla base di documenti contraffatti. Quando si scoprì che il vero traditore era il maggiore Esterhazy, le gerarchie militari lo protessero, preferendo che venisse condannato Dreyfus. Ma la cosa si riseppe, provocando la reazione non soltanto degli amici di Dreyfus, ma anche di altre persone oneste. A gennaio 1898 il famoso scrittore Emile Zola scrisse una lettera aperta al Presidente della Repubblica sul giornale ‘L’Aurore’, intitolata ‘j’accuse’, in cui accusava di falso anche il ministro della difesa e il capo di stato maggiore. Dovettero processarlo, e durante il processo a Zola la verità sulla contraffazione dei documenti contro Dreyfus venne a galla. Il colonnello Hubert-Joseph Henry, autore della contraffazione, si suicidò. Ma la folla non voleva credere all’innocenza di Dreyfus e alla colpa di ‘veri’ francesi di autorità elevata, e scatenò la propria ira contro Zola, come raffigurato in questo quadro dell’epoca. Poco più tardi Zola verrà trovato morto in casa, forse assassinato. Articoli e illustrazioni orrende per anni accusarono Dreyfus e anche Zola di tradimento della patria. La stampa usò l’affaire Dreyfus per alimentare in larga parte della popolazione un odio viscerale contro gli Ebrei, e per irridere i loro sostenitori, come in questa vignetta apparsa su ‘Le Pelerin’, giornale dell’ordine monastico degli Assunzionisti. Theodor Herzl, scrittore ebreo ungherese inviato a seguire il processo come corrispondente di un giornale tedesco fu talmente colpito dalle violente espressioni d’odio anti-ebraico della folla e dei giornali, da convincersi che gli Ebrei dovevano lasciare l’Europa e crearsi un proprio stato, perché in Europa presto non avrebbero potuto più vivere. Scrisse di getto ‘der Judenstaat’, lo stato ebraico, e dedicò il resto della vita a organizzare il movimento sionista, cioè il movimento per creare uno stato nazionale ebraico nella regione di Gerusalemme. Sion è la collina su cui re Davide fondò Gerusalemme.

La paura dell’Ebreo, divenuto nuovamente, come già nel Medio Evo, simbolo convenzionale del Male, assunse forme e motivazioni di ogni tipo, spesso contraddittorie fra di loro, al di là della logica e della realtà fattuale. Dapprima fu la paura di essere invasi da folle di Ebrei poveri, sporchi, brutti, che dall’impero zarista venivano a cercar fortuna e libertà nell’impero austroungarico, in quello tedesco e in Francia. Poi fu l’invidia per l’imprevisto successo sociale ed economico di questa minoranza immigrata povera e disprezzata, che veniva ridicolizzata sia da destra che da sinistra, in tutti i paesi. Ma anche le caricature alimentavano la paura, oltre al disprezzo.

Nell’immaginario collettivo la sete di denaro veniva equiparata alle sete di sangue, e gli Ebrei venivano accusati di nutrirle entrambe. L’accusa di deicidio e di tradimento veniva reinterpretata in chiave laica e utilizzata a scopi politici, con procedimento tipico del pregiudizio antiebraico di ogni epoca. Anziché spiegare agli elettori le cause delle difficoltà finanziarie degli Stati Uniti, ovviamente dovute al fatto che il governo spendeva troppo, con questa vignetta i conservatori inglesi di inizio ‘900 sostenevano che gli Stati Uniti erano messi in croce dagli Ebrei. E tutti i nemici politici assumevano il volto dell’Ebreo: la banca centrale, la democrazia, il repubblicanesimo, la borsa. In questa cartolina francese del 1899 l’Ebreo Rothschild si fa pagare i prestiti fatti alla Spagna con il sangue dei Cubani, mentre gli Inglesi tengono a bada gli USA. Così la repressione della ribellione dei Cubani veniva addebitata agli Ebrei, benché non ci fosse il minimo segno di un loro coinvolgimento in quegli avvenimenti.

L’equiparazione fra denaro e sangue è orripilante in queste caricature fatte dall’italiano Galantara per la rivista francese ‘L’Assiette au Beurre’ nel 1907. L’ Ebreo gonfio di sangue usa altro sangue per far crescere il denaro. Oppure schiaccia una folla povera e informe, e ne trasforma il sangue in denaro. La paura irrazionale dell’Ebreo viene alimentata dai media al punto che già nel 1899 il dott. Kimon, greco emigrato in Francia, scrive : ‘Ci troviamo davanti all’alternativa: porci sotto il dominio dell’ebraismo oppure sterminarlo. […] E’ ormai un duello a morte tra noi e gli ebrei; e arriveremo all’estremo limite della legittima difesa’. Questa cartolina tedesca per il capodanno 1901 già chiama i cristiani ‘ariani’, e raffigura l’Ebreo come un demone sadico, la cui bandiera dice: ’divorerai tutte le nazioni senza cerimonie’.

I tradizionalisti spaventati dagli scioperi ne davano la colpa agli Ebrei. In questa cartolina francese la dolce bambina prega: ‘Mio Dio, proteggi la Francia! Liberala dai ladri! Liberala dagli avvelenatori! Dai Tedeschi, dagli Inglesi, dagli Ebrei, dai loro agenti col culto dello sciopero, dagli atei, da tutti i parassiti politici’. Questa cartolina tedesca è intitolata ‘lo scopo dello sciopero’. Lo scopo sarebbe portar denaro all’Ebreo tentacolare. Questa cartolina polacca accusa gli Ebrei di menar per il naso gli operai, inducendoli a scioperare. E questa cartolina francese accusa gli Ebrei, simboleggiati da Rothschild, di usare gli scioperi dei ferrovieri come scusa per aumentare i prezzi dei trasporti!

Ma l’accusa più frequente è di essere i veri padroni occulti delle fabbriche, i veri grandi capitalisti che hanno a loro disposizione persino l’esercito! Così l’odio degli operai veniva allontanato dai governi e dai padroni effettivi delle fabbriche. Questa cartolina tedesca del sindacato dei metallurgici sostiene che in cima alla fortezza capitalista che imprigiona il popolo si trovano gli Ebrei. Ovviamente gli Ebrei c’entravano ben poco con le industrie e le miniere di metallo tedesche, ma la propaganda politica non bada alla realtà. E secondo Galantara l’Ebreo determinerebbe l’ascesa o la discesa di regni e repubbliche…

L’ assurda usanza di attribuire qualunque male agli Ebrei rimase talmente radicata nei partiti e nella stampa di massa, che persino quando Hitler annesse l’Austria, nel 1938, organizzando subito una strage di Ebrei viennesi, ‘L’Action Française’ pubblicò questa cartolina in cui accusava ‘l’Ebreo Blum’ , allora presidente del consiglio in Francia, socialista, di esserne felice, in quanto ‘il socialismo ci viene dall’ebreo tedesco Karl Marx, ed ha sempre giocato a favore dei Tedeschi.’ Alcuni anticlericali riuscivano persino ad accusare l’Ebreo di essere il finanziatore del Papa, e il Papa di essere una versione dell’Ebreo rapace!

Furono i servizi segreti dello Zar a provvedere un documento – falso − che desse fondamento a ogni paura e a ogni accusa, per quanto contradditoria e assurda. ‘I Protocolli degli Anziani di Sion’ è forse il libro che ha venduto più copie al mondo nell’arco del ‘900, dopo la Bibbia. I Protocolli, probabilmente scritti da Matteo Golovinski, furono pubblicati a puntate nel 1903 sul quotidiano di San Pietroburgo ‘Znamia’ (la Bandiera) , da Pavel Krushevan, appartenente al gruppo monarchico ultranazionalista e antisemita CENTURIE NERE.

Fin dal 1860 la Russia era stata travagliata da attentati anarchici e social-comunisti. Quando nel 1881 un gruppo di rivoluzionari uccise lo Zar Alessandro II, i nazionalisti accusarono gli Ebrei di sobillare i fedeli sudditi russi con dottrine ribelli che non potevano appartenere al popolo russo. Iniziò un periodo di pogrom, stragi di Ebrei nei loro villaggi, per lo più istigati proprio dalle Centurie Nere. Di fronte alle vittime, interveniva l’Osservatore Romano a suggerire che forse gli Ebrei i pogrom… se li facevano da soli, apposta per suscitare simpatia. Scriveva l’articolista vaticano : ‘non andiamo lungi dal vero se diciamo che anche lo sfratto un po’ duro dei figlioli di Giuda dall’Impero Moscovita ha fatto e fa buon giuoco in mano al Giudaismo per muovere la compassione verso i giudei, verso i quali il mondo cristiano e civile comincia a ribellarsi davvero e per bene’ … ‘L’antisemitismo dovrebbe essere la reazione naturale temperata, riflessiva, cristiana contro il predominante Giudaismo’, invece l’antisemitismo assassino dei pogrom ‘non è che una forma artificiosa di vero Giudaismo, da questo a bella posta introdotta e mantenuta, perché non possa (…) organizzarsi, svolgersi e predominare il vero antisemitismo’.

I ‘protocolli’ sono presentati come i verbali di un’assemblea segreta di rabbini che si riunirebbero ogni cento anni per pianificare la cospirazione giudaica per conquistare e rovinare il mondo, attraverso ogni sorta di sotterfugio e di tradimento, con ogni mezzo. Vennero tradotti e pubblicati ovunque, spesso corredati da immagini che presentavano l’Ebreo come dotato di una soprannaturale potenza, usata per operare il male. E vennero ovunque spacciati per ‘documento storico’, antico testo veritiero. In Italia nel 1921 ne vennero pubblicate due edizioni, una di Giovanni Preziosi, che sotto il fascismo divenne testo di studio nelle scuole, e una del giornalista vaticano Monsignor Umberto Benigni.

Ovunque in Europa divenne ‘ovvia’ la credenza che l’Ebreo sfruttasse i deboli, avesse appetiti insaziabili, fosse oscenamente obeso e maialesco, uccidesse gli innocenti, rovinasse gli stati, tradisse le nazioni che lo ospitavano. In questo ambiente emotivo, politico, culturale crebbero gli Europei del ‘900, e venne educato Hitler.


Si parla poco di antisemitismo sovietico. Da REPUBBLICA di oggi 5 marzo 2006 riprendiamo l'articolo di Giampaolo Visetti, a pag.34, dal titolo "E Stalian tacque per nascondere i propri crimini". E' un'intervista con Alla Gerber,storica e scrittrice di Kiev, la cui famiglia è stata sterminata. Oggi presiede la Fondazione Holocaust di Mosca.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=15686

Ecco l'articolo:

Mosca
«Fino all´avvento di Gorbaciov, l´Olocausto fu ignorato in Unione Sovietica. Gli ebrei ammazzati dai nazisti durante l´occupazione tedesca venivano citati come russi caduti durante la Guerra di liberazione. Solo ora comincia a prendere corpo un vero e proprio archivio della Shoah». Alla Gerber è una signora minuta e gentile. Figlia di una famiglia ebrea sterminata a Kiev, storica e scrittrice, dissidente perseguitata ai tempi dell´Urss, deputata democratica ai tempi della perestrojka, leader della difesa dei diritti umani in Russia, ha dedicato la vita a far emergere la verità sul massacro degli ebrei russi in Germania e nei Paesi dell´Est. Oggi presiede la Fondazione Holocaust di Mosca, l´unica istituzione dell´ex Urss che raccoglie testimonianze e reperti della Shoah. «Per mezzo secolo», dice, «è stato quasi impossibile trovare documenti delle persecuzioni sul territorio sovietico. Stalin prima tradì gli ebrei per dimostrare amicizia a Hitler, poi per nascondere i propri pogrom. I comunisti, successivamente, hanno cancellato l´Olocausto per coprire le proprie stragi e per non ammettere la diffusa complicità popolare nella Shoah. Il Male in Russia fu la normalità, ma poi tutti se ne sono vergognati».
Esiste in Russia documentazione fotografica sui lager nazisti, o sulle fucilazioni di massa degli ebrei?
«Nemmeno una foto. Il comunismo, a differenza del nazismo, non è crollato alla fine della Seconda guerra mondiale. Sul territorio sovietico non furono mai costruiti lager. I nazisti non avevano bisogno di nascondere nulla. Le fucilazioni avvenivano sotto gli occhi di tutti. L´Urss ha poi distrutto tutti i documenti compromettenti».
Perché invece si sono salvate le immagini dei gulag?
«I gulag non erano finalizzati allo sterminio di un popolo. Erano campi di prigionia, le persone erano ridotte in schiavitù. Ma erano essenzialmente luoghi di lavoro. Non è morta il novanta per cento della loro popolazione, come nei lager».
Hitler e Stalin hanno ridotto l´abominio a normalità, a ordinaria occupazione quotidiana degli aguzzini: come ha potuto verificarsi una tale concomitanza?
«È stato un fenomeno strano, unico nella storia. Non c´è una spiegazione razionale. La violenza razziale era vissuta come un diritto. Hitler negli anni Trenta studiò i metodi repressivi di Stalin. Li ammirava e li adottò, rendendoli poi più sofisticati. Stalin, alla fine degli anni Trenta, inviò funzionari in Germania a studiare l´organizzazione dei lager. Sapevano entrambi di essere gli architetti di un´industria della morte, ma il clima era simile a quello che si crea oggi quando una delegazione straniera visita una fabbrica o una centrale elettrica».
Cosa cambiò per gli ebrei dopo l´invasione tedesca dell´Urss?
«Iniziò anche qui lo sterminio sistematico degli ebrei. Stalin di fatto li consegnò ai nazisti. Per non incrinare l´amicizia con Hitler, prima del tradimento, la propaganda sovietica dipingeva la Germania come la nazione più illuminata e tollerante del mondo. Nessuno immaginava l´Olocausto. I nazisti furono accolti dagli ebrei, discriminati in Urss, come dei liberatori. Nessuno, avvisato in extremis, fuggì».
Perché le autorità sovietiche non sfruttarono la Shoah per convincere milioni di ebrei russi a combattere contro i nazisti?
«Storicamente la Russia è un paese antisemita. Stalin conosceva gli umori profondi del popolo. Lasciò che i tedeschi facessero il lavoro sporco, contando sulla complicità sociale. Tra il 1941 e il 1945, sul territorio sovietico, sono stati uccisi oltre tre milioni di ebrei. Tutti fucilati: non è stato necessario costruire nemmeno un carcere».
Come reagiva la gente davanti alle esecuzioni di massa?
«Le racconto quanto avvenne a Kiev, alla mia famiglia. Dopo l´invasione, i tedeschi pubblicarono subito un giornale antisemita in lingua russa. Poi iniziarono lo sterminio in un quartiere. Portavano gli ebrei sulle rive del Dniepr e li fucilavano. A migliaia. All´inizio non accadde nulla. Dal terzo giorno in poi si riuniva la folla per assistere alle esecuzioni. Facevano la coda per assistere allo spettacolo, contavano i cadaveri, ammirati come fossero bottino di caccia. Nell´Olocausto troviamo sempre tre categorie: vittime, carnefici e spettatori».
Quale è stato l´atteggiamento dei russi dopo la sconfitta della Germania nazista?
«Sotto l´Urss non si è mai parlato dell´Olocausto degli ebrei. Vassilij Grossman e Ilija Ehrenburg compilarono il libro nero sullo sterminio, ma non riuscirono a pubblicarlo. Nel 1948 Stalin iniziò a combattere la battaglia persa di Hitler, perseguitando i cosidetti "cosmopoliti", ossia gli ebrei. Poi li accusò di collaborazionismo con i tedeschi. Alla strage seguì una strage, nell´indifferenza collettiva».
Perché Stalin, nonostante i russi avessero liberato Auschwitz, perseguitò gli ebrei anche dopo il 1945?
«L´Urss era al disastro economico. Montava il malcontento popolare. Iniziava la Guerra Fredda. L´attenzione della gente andava sviata. La liberazione di Auschwitz fu taciuta. Si puntò sulla presenza dannosa dei ricchi ebrei, dati in pasto alla rabbia dei poveri russi. Per anni il Kgb assicurò che ogni presunta spia Usa era ebrea».
E dopo la morte di Stalin?
«Cambiò poco. La nomenklatura comunista rimase intimamente antisemita. L´Olocausto è stato sempre ignorato, o minimizzato. Non era un argomento ufficialmente proibito, ma si consigliava di evitarlo. L´aria è cambiata con Gorbaciov, ma pure con Eltsin».
Com´è il clima oggi?
«Il popolo russo resta povero e deluso, ha ancora bisogno di un colpevole, di un capro espiatorio. La Russia continua a ignorare la Shoah. Non vuole ammettere che milioni di sovietici, in particolare nei Paesi baltici e in Ucraina, eseguirono le stragi di ebrei ordinate dai nazisti. Per questo il terreno per l´antisemitismo resta fertile».
Ritiene che le autorità siano responsabili?
«Putin non è antisemita, non c´è un nuovo Hitler russo. Si tollera però la presenza di decine di gruppi e piccoli partiti che alimentano e sfruttano l´odio contro gli ebrei. Negli strati marginali della popolazione gli episodi di violenza antisemita si moltiplicano, senza essere contrastati né condannati con la necessaria fermezza. La voglia di riabilitazione di Stalin porta con sé il recupero di Hitler. Per anziani e giovanissimi sono due leader che hanno portato ordine. Così in Russia gli ebrei ormai sono meno di un milione. E chi può se ne va».




Stalin, mio padre, l'antisemita

gennaio 27, 2016 Aldo Vitale

https://www.tempi.it/stalin-mio-padre-a ... ofNsudryjI

«Mio padre sotto molti aspetti non soltanto l’aveva appoggiato (l’antisemitismo), ma era stato il primo a diffonderlo»
«La memoria umana è uno strumento meraviglioso, ma fallace», riconosceva uno dei protagonisti del dramma dell’olocausto come Primo Levi.
Proprio per questo si può ritenere che una memoria storica dimezzata o selettiva non è effettiva memoria storica.
Pur celebrato il giorno della memoria dell’olocausto anti-abraico per mano del nazionalsocialismo, non si può ritenere assolto il proprio dovere morale nei confronti della verità storica, in quanto non di tutti gli ebrei sterminati per motivi ideologici si è ricordata la morte.
Sebbene sia passata e, almeno in Italia, continui a passare sotto silenzio, la storia del socialismo reale, che per decenni è stato interpretato da alcuni con vibranti spasmi escatologici – tanto che nel nostro Paese fino a pochi anni or sono qualcuno intendeva rifondare il comunismo con un apposito ed omonimo partito politico –, è intrisa di antisemitismo.
Non si comprende, quindi, il vero motivo per cui, ancora oggi, ci si debba ricordare soltanto degli ebrei uccisi dal socialismo nazionale e non anche degli ebrei uccisi dal socialismo reale.
La logica è la stessa che si rinviene in altri ambiti; per esempio, con quanto accade per i cristiani: se a stento ci si ricorda di quelli perseguitati in oriente e medio-oriente, nulla, ma proprio nulla si dice di quelli perseguitati in occidente.
E come da sinistra oggi si nega l’esistenza dell’ideologia gender, così per decenni si è negata l’esistenza dell’antisemitismo socialista che, tuttavia, ha lasciato evidenti orme di sangue nel suo passaggio antiumano lungo le polverose vie della storia.
Le evidenze storiografiche in merito, oramai, sono incelabili, almeno all’estero.
Lo storico Louis Rapoport nei suoi studi, infatti, così scrive:
«Durante il Grande Terrore, gli agitatori di Stalin aveva fomentato il pregiudizio antisemita, portandolo al culmine. Paradossalmente, mentre l’attenzione mondiale era rivolta alle leggi antisemite e alla persecuzione degli ebrei nella Germania nazista degli anni precedenti la guerra, Stalin, tra i dieci milioni di vittime delle purghe, stava sterminando 500.000 o 600.000 ebrei. Tra tutte le nazionalità sovietiche, in percentuale quella ebraica fu probabilmente la più colpita».

Una testimonianza diretta ed insospettabile, ma storicamente determinante ed inoppugnabile è quella proveniente dal diario, dal titolo Soltanto un anno, di una delle protagoniste di quei bui momenti della storia come è stata Svetlana Allilueva che così ha scritto:

«Negli anni del dopoguerra l’antisemitismo diventò l’ideologia ufficiale e militante, sebbene la cosa venisse tenuta nascosta in ogni modo. Ma dappertutto si sapeva che nella selezione degli studenti e nell’assunzione al lavoro la preferenza si dava ai russi, mentre per gli ebrei era sta sostanzialmente stabilità una percentuale che non si doveva oltrepassare […]. Nell’Unione Sovietica l’antisemitismo era stato dimenticato soltanto nel primo decennio dopo la rivoluzione. Ma, con l’esilio di Trozki, con l’annientamento dei vecchi comunisti negli anni delle purghe, molti dei quali erano ebrei, l’antisemitismo era risorto su una nuova base e innanzi tutto in seno al partito».

Svetlana Allilueva, per chi non lo sapesse ancora, era niente meno che la figlia di Stalin, e come tale così conclude:

«Mio padre sotto molti aspetti non soltanto l’aveva appoggiato [l’antisemitismo n.d.a.], ma era stato il primo a diffonderlo. Nell’Unione Sovietica dove l’antisemitismo aveva antiche radici nella piccola borghesia e nella burocrazia, esso si diffuse orizzontalmente e verticalmente con la rapidità d’una pestilenza».

Del resto, nonostante queste e altre innumerevoli prove storiografiche, impossibili da riportare in un così breve spazio, non stupisce che una certa intellighenzia sia ancora sorda a riconoscere simili abomini, perché, spesso, si tratta di quella stessa intellighenzia che oggi si ostina a negare l’esistenza delle aberrazioni etiche e giuridiche tanto in voga nel mondo contemporaneo.

Se davvero, dunque, si volessero celebrare gli ebrei sterminati, si dovrebbero ricordare tutti gli ebrei sterminati, e il mondo culturale che è stato o è ancora di sinistra, a meno che volesse apparire come un semplice sepolcro imbiancato, farebbe bene a ricordare gli ebrei uccisi, non pochi, anche dall’antisemitismo di matrice socialista.

Operazione comunque ardua vista la forma mentis di una parte del mondo culturale sostanzialmente e congenitamente così anti-cristiano da non aver ancora compreso la logica per cui è sempre bene, prima di parlare della pagliuzza nell’occhio altrui, accertarsi di non avere una trave nel proprio.



L'antisemitismo di sinistra è figlio della disinformazione sovietica
Mario Rimini

https://www.loccidentale.it/articoli/91 ... -sovietica

La sconfitta sovietica nella Guerra fredda è stata meno assoluta di quanto si creda. L’Impero comunista non esiste più, certo. Ma i germi virulenti che esso ha piantato nel ventre profondo delle società occidentali continuano a crescere e a proliferare, come una maledizione postuma che avvelena la linfa vitale della democrazia. I due sintomi più evidenti della malattia sono l’anti-americanismo, e il parallelo e onnipresente odio preconcetto verso Israele.

Se l’antiamericanismo è però fenomeno alquanto evidente e si può ricondurre in maniera relativamente semplice alla retorica anti-occidentale della Guerra fredda, l’avversione viscerale per Israele che caratterizza la sinistra contemporanea riesce a sfuggire a un simile, automatico collegamento. Ammantato come è di pretesti umanitari e di vezzi intellettuali, l’odio verso Israele acquista presso l’opinione pubblica internazionale una veste di autorità e rispetto che lo rende, se possible, ancora più micidiale del pur letale veleno antiamericano.

Fenomeni come l’antsemitismo millenario della cristianità in un caso, o più banalmente il rancore nutrito di invidia e risentimento verso una superpotenza nell’altro, spiegano i due malanni in parte. Ma solo in parte. Perché la vera fonte della loro contemporaneità politica e sociale affonda le radici in quella che è probailmente stata la più grande vittoria sovietica nella contrapposizione bipolare: la guerra della comunicazione. Un’operazione così di successo, che ancora ammorba e introbidisce la nostra vita democratica, rimestando e rigurgitando incessantemente pregiudizi, falsificazioni e miti negativi – primo fra tutti il “peccato originale” dello Stato d’Israele.

Non è un caso che al giorno d’oggi sia la sinistra a portare più evidenti i segni inconfondibili dell’antisemitismo, un tempo appannaggio dell’estrema destra e oggi rirpoposto sotto il mutato e ingannevole aspetto dell’anti-sionismo. Che si tratti di un fenomeno di massa è facile appurarlo. Basti gettare uno sguardo retrospettivo ai commenti dell’italiano comune alla vicenda della “flottiglia della liberta’”, apposti copiosamente in calce agli articoli sempre faziosi e violentemente anti-israeliani di un giornale come Il Manifesto. Si scorgono, in quelle pagine buie e scioccanti, i temi più classici dell’antisemitismo storico: espressioni simil-bibliche come “il popolo maledetto”; la stolta e crudele equiparazione delle vittime ai carnefici tipica di frasi come “gli ebrei peggio dei nazisti”; o semplicemente la reiterazione di un tema religioso trasformato in politica spicciola, con lo slogan del “peccato originale” dell’esistenza dello Stato di Israele. E via di seguito, in un fiume torbido di rabbia e pregiudizio. Non una sola voce di destra echeggia nel magma ribollente che erutta dalle viscere del paese sulle brutte pagine elettroniche del giornale anti-israeliano per antonomasia. A esprimere il peggio della nostra storia sono, invece, le anime belle d’Italia.

Come ha fatto dunque questo genere di odio antisemita a riversarsi, integro e veemente, dalla retorica filo-nazista a quella di una sinistra che si vorrebbe progressista e illuminata? La risposta giace negli archive impolverati del KGB. A Mosca. Dove per decennia una verità distorta e perversa è stata fabbricata con zelo e caparbietà ed è stata propinata in dosi massicce all’Occidente, attraverso movimenti comunisti, mezzi di disinformazione e un’opinione pubblica sospinta da deali nobili verso le ignobili weltanschaaungen degli agenti segreti del Cremlino.

“Aktnvnye meropriatia” - misure attive. E’ questa la formula magica dietro cui il Kgb ha operato per decenni con l’intento di destabilizzare i meccanismi più profondi della democrazia: le menti e i cuori, le credenze delle masse. In una parola, l’opinione pubblica. La guerra psicologica sovietica ha ragiunto livelli di sofisticazione ineguagliati. Cio’ è dovuto alla natura del regime sovietico: l’URSS era costituzionalmente avvantaggiata su questo terreno. Una dittatura monopartitica poteva garantire un assoluto controllo dell’informazione e una propaganda uniforme e martellante, che le mutevoli democrazie occidentali non potevano nemmeno sognarsi. L’apertura delle società occidentali permetteva ai sovietici di diffondere la loro desinformazia senza vincoli e frontiere, mentre l’etere e la società sovietica erano al sicuro da influenze occidentali, dietro la Cortina di Ferro. La Guerra della comunicazione rispondeva inoltre pienamente all’ideologia del comunismo staliniano, per cui lo scontro con l’Occidente era inevitabile e pertanto il significato della parola “pace” era semplicemente l’assenza di azioni belliche, ma non di altre forme di Guerra. Tra queste, la più insidiosa, efficace e longeva è stata appunto la guerra psicologica.

I sovietici sono riusciti a pervertire parole universali come “pace” e “pacifismo”, “libertà” e “imperialismo”. Facendo leva sui sensi di colpa occidentali per il colonialismo, l’estremismo di destra, il predominio economico e persino la schiavitù, l’Unone Sovietica ha potuto insinuare tra le masse d’Occidente la convinzione che qualunque “debole” sia per forza buono, mentre l’Occidente, potenza per antonomasia, è sempre e comunque nel torto. L’URSS ha creato il paradosso per cui qualsiasi movimento anti-occidentale è per definizione un movimento di liberazione, non importa se i suoi metodi siano violenti e omicidi e i suoi scopi dittatoriali e repressivi. Infine, il capolavoro sovietico è stato Israele. I sovietici ne anno fatto la summa di ogni menzogna e l’obiettivo di ogni risentimento.

Hanno martellato nell’opinione pubblica l’idea di Israele come longa manus dell’imperialismo, come agente de colonialismo occidentale, come Potenza militare aggressiva e nemica della pace tra i popoli. Il “peccato originale di Israele”, che solo pochi giorni fa l’uomo qualunque italiano vomitava sulle pagine del Manifesto, altro non è che la ripetizione meccanica del mantra sovietico di Israele potenza colonialista, servo degli imperialisti americani, e ontologicamente perverso. Il fatto che il sionismo sia stato in fondo anch’esso un movimento di liberazione nazionale, al pari di ogni altro nazionalismo da cui è scaturito ogni altro paese al mondo, è stato censurato e offuscato dietro una cortina fumogena di disinformazione, propaganda e guerra psicologica. Da qui anche la famigerata equazione sionismo eguale razzismo, e la condanna aprioistica della mera esistenza di uno Stato degli ebrei in Medio Oriente.

Milioni di occidentali sono stati esposti a questo morbo sovietico della disinformazione e della menzogna, e il contagio è diventato un’epidemia. Quei semi avvelentai ancora germogliano nelle nostre società, e il fatto che siano stati raccolti e continuino a essere seminati con zelo quasi religioso da partiti e movimenti comunisti, ex comunisti e in generale dalla sinistra europea, è la riprova dell’efficacia e della pervasività dell’imbroglio sovietico.

La sinistra europea contemporanea è ammalata. E’ ammalata di un morbo fabbricato a Est. Un morbo piu’ letale delle bombe chimiche e nucleari degli arsenali sovietici. Il virus scorre nel suo sangue e ne fa, a distanza di numerosi anni, un cavallo di troia in seno alla democrazia. E’ un virus programmato per attaccare e contagiare le anime sensibili, gli idealisti ingenui che ancora credono che l’URSS fosse il paradiso dei lavoratori e l’unico paladino della pace tra i popoli e della liberazione anti-imperialista. Che ancora vedono negli eserciti d’Occidente l’incarnazione del male, anche quando quei ragazzi sono i compagni di scuola, gli amici e i fratelli degli amici, e quando combattono in periferie remote contro forze che vengono dal Medioevo più oscuro promettendo nichilismo e distruzione. E’ un virus che acceca, privando della capacita’ di distinguere il torto dalla ragione, gli amici dai nemici, la realtà dalle menzogne.

In questo tragico paradosso, l'Unione Sovietica ha ancora una speranza di postuma rivalsa. Peché se gli occidentali odiano se stessi e perdono la capacità di distinguere chi è simile a loro e chi è a loro antitetico, la democrazia è spacciata. Gli eserciti, allora, diventano impotenti, e la tecnologia non può rimediare alla mente che vacilla e all’anima che si perde. I sovietici lo sapevano bene. E le loro “misure attive” rappresentano già il più temible arsenale del nuovo blocco che sfida l’Occidente - da Hamas a Hezbollah, dagli Ayatollah ai Talebani. Uniti scientemente nell'odio anti-israeliano, come questa sinistra febbricitante, e inconsapevole.




Fantasma antisemita e/o problema storiografico?
di Massimo Introvigne

http://www.cesnur.org/2007/mi_ebrei.htm

Una versione leggermente modificata di questo testo è stata pubblicata come “Giudeo-bolscevismo? Una balla” su il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 7, n. 2, 12 gennaio 2008, p. 5.

In occasione delle elezioni politiche polacche del 21 ottobre 2007 la battaglia ideologica fra il Partito della Legge e della Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, PiS) del primo ministro Jarosław Kaczyński (fratello gemello del presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczyński) – uscito sconfitto, seppure di misura, dalla consultazione – e i suoi oppositori è stata particolarmente aspra. Il PiS è stato accusato di antisemitismo, e ha a sua volta accusato gli oppositori, che criticavano la sua politica di lustracija, “pulizia”, intesa a fare emergere i nomi di coloro che in passato avevano collaborato con i servizi segreti della Polonia comunista, di far parte di un complotto anti-nazionale di “ebrei e comunisti”.
A una prima lettura, qualunque tesi che considera l’ebraismo e il comunismo come parte di uno stesso complotto – contro il cristianesimo, l’Europa o lo spirito nazionale della Polonia o di altri Paesi – appare semplicemente come un fantasma antisemita. È infatti evidente che il comunismo ha spesso perseguitato gli ebrei e la loro religione. La grande maggioranza delle sinagoghe in Russia e nei Paesi satelliti sono state distrutte o trasformate in magazzini o musei. Il “complotto dei medici” (1948-1953) – sostanzialmente inventato dalla propaganda staliniana, che accusava un gruppo di dottori di avere tentato di uccidere i principali dirigenti del regime – si tradusse in una recrudescenza di antisemitismo (dal momento che molti dei medici accusati erano ebrei) in tutta l’Unione Sovietica. La falsa “accusa del sangue” – cioè la calunnia secondo cui gli ebrei sgozzerebbero ritualmente fanciulli non ebrei per mescolare il loro sangue alle azzime di Pasqua –, oltre che nel mondo islamico, fu presa sul serio dalle autorità dopo la Seconda guerra mondiale quasi esclusivamente in Unione Sovietica (per esempio in Uzbekistan: a Margilan nel 1961 e a Tashkent nel 1962). Lo schieramento del regime sovietico, e del comunismo internazionale, a fianco dei palestinesi e dei Paesi arabi nella lotta contro Israele portò a una serie di discriminazioni e campagne antisemite non solo in Unione Sovietica ma anche nei Paesi satelliti: nella stessa Polonia negli anni 1967-1968 centinaia di ebrei furono epurati dai quadri dirigenti del Partito Comunista. Chiunque conosca sia l’ostilità a Israele del mondo comunista, sia come questa ostilità si trasformi facilmente – anche se a volte per gradi, così che l’esito appare evidente solo alla fine del processo – in antisemitismo, non potrà che sorridere, certo amaramente, di fronte a espressioni come “giudeo-comunismo”, che appartengono a una semplice operazione di propaganda che ignora le realtà e la complessità della storia.
Tuttavia la campagna elettorale polacca del 2007 ha fatto nascere anche un serio dibattito, almeno in Polonia, fra gli specialisti accademici del comunismo, alcuni dei quali sono ebrei. Il fatto che gli antisemiti sollevino la “questione comunista” in un modo non solo propagandistico ma storicamente assurdo vieta che la domanda sui rapporti fra un certo numero di ebrei e il comunismo sia posta? Oppure il fatto che gli storici seri si auto-censurino con un “divieto di fare domande” sul tema, per paura di essere confusi con gli antisemiti, non finisce con il fare il gioco degli antisemiti stessi? La discussione, per la verità, non è nuova e – a prescindere da numerose pubblicazioni in lingua polacca – è stata avviata in Occidente già con il volume del 1991 di Jaff Schatz The Generation. The Rise and Fall of the Jewish Communists of Poland (University of California Press, Berkeley - Los Angeles - Londra 1991), mentre in Russia lo stesso problema è stato posto ripetutamente da Aleksandr Solzhenitsyn. In occasione delle elezioni del 2007 Stanislaw Krajewski, professore di filosofia all’Università di Varsavia molto noto anche nel mondo cattolico per la sua partecipazione a iniziative di dialogo ebraico-cristiano, è tornato sulla questione, con un bilancio delle discussioni più recenti pubblicato sulla rivista statunitense Covenant. Global Jewish Magazine (vol. I, n. 3, ottobre 2007: “Jews, Communists, and Jewish Communists, in Poland, Europe, and Beyond”). Krajewski, tra l’altro, si dichiara interessato al dibattito anche per una ragione personale: è pronipote di Adolf Warski (1868-1937), che fu co-fondatore del Partito Comunista Polacco prima di cadere egli stesso vittima della “Grande Purga” staliniana. Nella controversia è intervenuta – studiando le fonti letterarie, e con un punto di vista parzialmente diverso (che sottolinea maggiormente la componente messianica nell’accostamento di certi intellettuali ebrei polacchi all’utopia rivoluzionaria marxista) – anche Laura Quercioli Mincer, in un interessante articolo pubblicato sul numero 1 (2007, pp. 35-61) dell’European Journal of Jewish Studies: “Ubi Lenin, Ibi Jerusalem: Illusions and Defeats of Jewish Communists in Polish-Jewish, Post-World War II Literature”.
Krajewski non pensa che l’argomento dei rapporti fra alcuni ebrei e il comunismo (espressione più precisa rispetto a quella che implica una relazione fra ebraismo e comunismo) debba essere evitato per timore degli antisemiti. Alcuni dati statistici richiedono in effetti una riflessione. Il filosofo polacco ricorda per esempio come uno dei primi “sovietologi” svedesi, non particolarmente noto come antisemita, Alfred Jensen (1859-1921), calcolasse nel 1920 che il 75% dei dirigenti bolscevichi russi fosse ebreo, anche se si deve considerare che questo dato precede l’epurazione di molti dirigenti ebrei dopo l’espulsione dell’ebreo Lev Trotsky (1879-1940) dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica nel 1927. E in Polonia Krajewski ricorda che “dopo la Seconda guerra mondiale la maggioranza delle organizzazioni ebraiche erano filocomuniste”. Tutto questo, ancora, prescinde dalle origini ebraiche di Karl Marx (1818-1883): se suo nonno era un rabbino, suo padre si era convertito al protestantesimo luterano. Karl era stato battezzato, e dai suoi scritti traspaiono semmai evidenti pregiudizi antisemiti. La questione potrebbe essere approfondita – ma non è l’interesse principale di Krajewski – con riferimento alla parabola dell’Haskalah, la versione ebraica dell’Illuminismo, che porta molti ebrei, talora (ma non sempre) transitando appunto per una conversione al protestantesimo liberale, a passare da una visione del mondo religiosa tradizionale a un liberalismo laicista, quindi da questo al socialismo, un’ideologia che è maggioritaria anche tra i fondatori e i primi dirigenti del movimento sionista.
Krajewski è più interessato alla storia del comunismo polacco, dove coesistono importanti dirigenti ebrei (come il suo bisnonno Warski) e antisemiti come Władysław Gomułka (1905-1982), animatore della campagna antiebraica del 1967-1968 ma che già nel 1948 scriveva lettere a Josif Stalin (1878-1953) invocando purghe contro i membri ebrei del Partito. Una prima conclusione di sedici anni di dibattiti – fra il libro di Schatz e le elezioni del 2007 – è che gli ebrei che diventavano comunisti lo facevano al termine di un percorso personale e familiare di progressiva perdita dell’identità ebraica. L’ebraismo – la più piccola delle religioni monoteistiche storiche (tredici milioni di persone contro un miliardo e mezzo di cristiani o di musulmani) – teme sempre di sparire per “assimilazione”: molti abbandonano la loro religione e non si considerano più ebrei, specie dopo avere sposato un coniuge non ebreo. Nel 1928 il famoso rabbino polacco Jehoshua Ozjasz Thon (1870-1936) metteva in guardia contro l’“assimilazione rossa”: gli ebrei, diventando comunisti, finivano per assumere totalmente un’identità comunista non solo rimuovendo l’identità ebraica ma talora (come Marx) vergognandosene e combattendola.
Ma la domanda rimane: perché un numero importante di ebrei, proporzionalmente maggiore rispetto ad altre comunità, aderì al comunismo? E anzitutto: ci sono cifre che lo confermano o tutti sono vittima di uno stereotipo antisemita? Secondo Krajewski gli studi più recenti e attendibili sulla Polonia mostrano che la percentuale di adesione di ebrei al Partito Comunista corrisponde, grosso modo, a quella degli ebrei sulla popolazione polacca in genere, ed è più bassa di quest’ultima prima della Seconda guerra mondiale, quando in Polonia vivevano ancora – prima di essere sterminati nell’Olocausto – grandi masse di ebrei rurali ultra-ortodossi e hassidici, ben poco inclini a farsi affascinare dal comunismo. Quello che ha colpito la popolazione polacca è l’alta percentuale di ebrei (prima delle campagne anti-israeliane che iniziano nel 1956) fra i dirigenti comunisti e nei servizi segreti e di sicurezza interna. Ma anche in questi ultimi colpisce la cifra dei dirigenti, non quella dei semplici agenti. Nel periodo 1944-1956 fra gli agenti dei servizi di sicurezza polacchi gli ebrei sono l’1,7%, ma la cifra sale al 13,4% fra gli ufficiali e a quasi il 30% fra gli ufficiali superiori.
Ne consegue che, mentre è falso che in Polonia il comunismo abbia attirato gli ebrei più dei membri di altre etnie e religioni (anche perché alla percentuale di ebrei agenti dei servizi fa da contrappunto una percentuale ancor più alta di ebrei vittime degli stessi servizi), è vero che il comunismo ha arruolato un numero sproporzionato di intellettuali di origine ebraica, molti dei quali particolarmente qualificati e preparati, così che – prima delle purghe antisioniste e antisemite degli anni 1950-1960 – nel Partito hanno potuto fare carriera. Ancora una volta – e Krajewski potrebbe forse andare più a fondo sul punto – tutto questo rimanda a una riflessione sulle classi colte e sugli intellettuali ebrei fra il XVIII e il XX secolo, e sulla lenta deriva dall’assimilazione attraverso l’adesione all’Illuminismo fino all’“assimilazione rossa”: una deriva in cui per entrare, talora anche dalla porta principale, in ogni nuovo stato di cose che caratterizza l’Europa gli ebrei devono pagare un biglietto d’ingresso che consiste nel rinunciare alla loro religione e alla loro identità.
L’importanza di questa tematica difficilmente può essere sopravvalutata. L’errore più comune che porta a tollerare l’antisemitismo consiste nel costruire un modello “a taglia unica” de “gli ebrei”, mentre la parola “ebrei” designa gruppi umani con storie molto diverse fra loro. Oggi fra un ebreo ultra-ortodosso di Gerusalemme (o di New York), con il suo modo di vestire che a molti sembra anacronistico e la sua morale rigorista, e un’attivista ebrea della California che frequenta una sinagoga riformata e sfila per il matrimonio tra le lesbiche c’è davvero poco in comune. Ma anche nel 1930 c’era poco in comune fra gli hassidim dei villaggi polacchi in attesa di essere sterminati dall’Olocausto e gli intellettuali di famiglia ebrea (ma atei) dei caffè di Varsavia che si entusiasmavano per il marxismo.
E tuttavia la domanda resta: perché molti intellettuali ebrei scelsero il comunismo? Perché non il liberalismo, o altre ideologie diverse da quella marxista? Sul punto la discussione non è conclusa. Alcuni dei partecipanti al recente dibattito polacco ritengono che gli intellettuali ebrei che diventarono comunisti, figli nella maggior parte dei casi di genitori passati dal razionalismo all’ateismo, in qualche modo tornassero alla religione, secolarizzando il messianismo ebraico nel messianismo marxista. Non è solo una analisi dell’atteggiamento di Marx, tanto nota e antica quanto controversa. Lo stesso Schatz, il cui libro del 1991 come si è accennato è alle origini di tutto questo dibattito, paragona gli ebrei polacchi diventati dirigenti comunisti ai loro antenati che seguirono il falso messia Sabbatai Zevi (1626-1676). Altri – e Krajewski fra questi – fanno notare che il messianismo comunista contiene forse “ingredienti ebraici” ma che appare assai più persuasiva la sua ricostruzione come secolarizzazione (certo, con un equivoco drammatico e perverso) di idee tipiche del cristianesimo.
La vera domanda non è : “Perché i comunisti sono ebrei?” (una questione mal posta, e storicamente falsa) ma: “Perché molti (intellettuali) ebrei diventarono comunisti?”. La risposta, secondo Krajewski, non ha tanto a che fare con la religione ma con un senso di marginalità e di “non appartenenza” alla società maggioritaria, un sentimento di cui la religione non è l’unica componente (e di cui l’economia è una componente trascurabile: non si tratta di marginalità economica, ma culturale e spirituale). In questo senso, per il filosofo polacco è interessante notare che in Israele oggi esiste un piccolo Partito Comunista i cui dirigenti sono in maggioranza arabi. Anche nel loro caso non è l’islam, ma il senso di “non appartenere” davvero alla società israeliana che spiega la loro adesione al comunismo.
E tuttavia la questione rimane aperta. Krajewski, il cui bisnonno comunista è stato accusato di atrocità, pensa che una “purificazione della memoria” e il riconoscimento del comunismo come “problema morale” siano necessari anche per la comunità ebraica, che “le assurdità antisemite non debbano fermare la ricerca sui rapporti fra ebrei e comunismo”, e che “coloro che denunciano come razzista ogni statistica sul numero di ebrei nelle istituzioni comuniste” abbiano torto. “Discutere questi problemi non dev’essere lasciato agli antisemiti”. Come ogni menzogna, l’antisemitismo vive nel buio e ogni ricerca che fa luce sulla storia, anche sui suoi aspetti più dolorosi, è in realtà il modo migliore per combatterlo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 7:14 pm

Giulio Meotti -In amicizia

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 6486935534

Gentile Emanuele Fiano,
ho stima della sua passione democratica e civile e abbiamo condiviso assieme la battaglia contro i cori antisemiti scanditi dagli islamisti a Milano lo scorso 9 dicembre. Ho appreso che parteciperà a un convegno per me a dir poco ambiguo. Per questo mi e le domando: quale senso, se non un senso di manipolazione e dissimulazione, può avere un convegno su "antisemitismo e islamofobia"? Gli ebrei in Europa sono vittime da anni di una ondata spaventosa di antisemitismo, è una storia di morti, sfollati, intimiditi. Quella che qui si chiama "islamofobia" è invece, come diceva il compianto Christopher Hitchens, "una parola creata dai fascisti e usata dai codardi per manipolare i cretini". Una parola evocata per processare tanti giornalisti e per ucciderli (Charlie Hebdo). Una parola volutamente confusa con il razzismo, che è da condannare. Una parola, "islamofobia", che invita alla confusione tra un sistema di credenze specifiche e i fedeli che aderiscono a queste credenze. Non pensa che confondendo due fenomeni assolutamente incomparabili - l'odio per il popolo ebraico e la discussione sull'Islam - non si finisca per rendere impossibile la lotta all'antisemitismo, considerando che oggi gli ebrei europei sono nella stragrande maggioranza colpiti proprio da chi proviene dall'estremismo islamico? Inoltre, l'amalgama non aiuta quei musulmani che vogliono liberarsi del giogo del fondamentalismo. Erano in arabo gli slogan di Milano dello scorso 9 dicembre, quelli che hanno ucciso Sarah e Ilan Halimi, i bambini di Tolosa, gli ebrei all'Hyper Cacher e tanti altri terribili fatti nella nostra Europa da difendere. Spero possa ripensarci per rafforzare una battaglia che trascende destra e sinistra.


Emanuele Fiano
Gentile Dott. Meotti, come mi è capitato altre volte parteciperò ad un convegno del quale non condivido completamente il titolo.
Non condivido l’aggiunta della parola islamofobia, per ragioni semplici che qui spiegherò con le stesse parole che dirò al convegno. Dove peraltro come lei può ben osservare parteciperò insieme a persone che si contrappongono politicamente, duramente, al mio partito, come la Presidente Boldrini o Luciano Belli Paci, quindi niente di più probabile che saremo in disaccordo, ma questo non significa che non ci si possa confrontare. Anche se non condivido il titolo. Anzi sarà un occasione da parte mia per dire come la sinistra che metta insieme antisemitismo, antisionismo e islamofobia commetta un errore.

Conosco personalmente le persone che compongono Sinistra per Israele, e quello che contraddistingue la militanza di queste persone è che mai sarebbero dalla parte dell’antisemitismo o dell’antisionismo. Sarebbero e sono dalla parte della difesa del diritto di Israele e degli ebrei, sempre. Può essere che non si condividano le analisi ma non oltre questo. Conoscono i pericoli del nuovo antisemitismo e li combattono. Suggerisco a lei, se mi è concesso, di non confondere diversità di analisi con facili travisazioni del senso di appartenenza ad un fronte.

Io dirò il mio pensiero e ritengo più utile dirlo che non dirlo pubblicamente: io ritengo non solo utile ma fondamentale che esista nella sinistra italiana, un nucleo di persone, che dal 1967 in poi hanno battagliato a viso aperto perché nel PCI e anche nel PSI fossero abolite le posizioni antisioniste o addirittura antisemite, allora derivanti nel PCI dalla sudditanza al fronte filorusso dei paesi arabi, e fossero corrette le omissioni, gli errori e gli orrori a sinistra nei confronti del tema.
Sinistra per Israele rimane di quella impostazione.

Siamo riusciti ad evitare ogni problema ? Direi proprio di no, ma non bisogna fermarsi.

Il convegno doveva dedicarsi allo sguardo da sinistra sulle conseguenze della vicenda mediorientale, tra queste io ritrovo sicuramente forme di antisemitismo, sia di matrice islamica che di estrema destra, ma personalmente non ritrovo in questo la questione dell’Islamofobia.

L’antisemitismo ha sue matrici storiche, tra cui quella islamica, meno conosciuta in Occidente fino all’ultimo decennio, quella cattolica, quella della destra fascista o nazista, io personalmente le combatto tutte.

Il razzismo in molte forme è in aumento in Occidente. Non tutto ha però la stessa matrice, una battaglia contro il razzismo non deve portarci a confondere le articolazioni del razzismo.

L’Islamofobia oggi per quello che ne conosco io fa parte della complessa questione dell’immigrazione, delle ricadute di questa, della necessità di stabilire politiche e regole che affermino principi praticabili di convivenza senza nessun cedimento rispetto a progetti di islamizzazione delle nostre leggi o all’importazione di usi e tradizioni contrari ai nostri principi. Ma la battaglia contro ogni discriminazione va fatta sempre. In ossequio alla costituzione.
D’altra parte forse per combattere meglio la radicalizzazione delle comunità islamiche, oltre alla legge che le segnalo io stesso ho curato sulla lotta alla radicalizzazione, prima legge nel campo ( fatta dal PD non da altri), oltre alle leggi già esistenti e da applicare come nel caso della manifestazione di Milano, serve una discussione democratica sulle norme da attuare o innovare.

Non l’avrei fatta qui. Non avrei sovrapposto piani distinti e diversi. Mi sarei domandato in un altro convegno se le varie forme di discriminazione nella storia sono figlie di una matrice comune. Per me no. Ma è discutibile.

Onestamente trovo sbagliato che lei uniformi una scelta di titolo, per me sbagliato, al fatto che qualcuno degli organizzatori possa pensare che l’Islamofobia sia quella che muoveva il diritto di satira di Charlie Hebdo, è qui che lei, per la mia modesta opinione e con rispetto, produce un equazione da parte mia non condivisibile.

Comunque e concludendo, chiunque in quel dibattito o altrove, assimilerà antisemitismo e forme di discriminazione verso l’Islam troverà la mia pubblica contrarietà, chiunque sottovaluterà la matrice jihadista di una parte fondamentale dell’antisemitismo presente, altrettanto. Altrettanto pensare di risolvere il tema della convivenza con le comunità musulmane in Italia, pensando solo alla questione dell’antisemitismo islamico o della radicalizzazione islamica mi sembrerebbe un errore.

Questo dirò, pur se in un convegno di cui avrei cambiato il titolo. Un saluto caro.


Ariel Akiva
Troppe parole Kompagno per dire delle baggianate,stai con tutti questa è la vera verità! Solo che usi parole forbite per celare la piccineria e la ridicolaggine....INFATTI ci hai messo UN MESE per esprimere il tuo "vibrante sdegno"...ma sei stato celere e pronto come un falco con la scempiaggine degli accendini del duce...3 anni di galera! paese dei campanelli! Ridicoli se non fosse che ci avete trascinato nel fango! E tu kompagno sei all'altezza dei vari ovadia,lerner,de benedetti(lo conosci?) ...che agli ebrei procurano tanto disdoro! Segnalami pure che tanto ci sono abituata! Anzi...segnalata da te è un ONORE!

Giulio Meotti
Caro onorevole, capisco alcune delle cose che dice e le condivido. Mi occupo di questi temi da 15 anni sulla stampa con una attenzione maniacale. Per questo dico che con le parole non si deve giocare: antisemitismo significa odio per gli ebrei, islamofobia significa paura di una religione, non di un popolo. L'equazione ebrei e musulmani per me non è degna di dibattito civile nell'Europa di oggi. Per i numeri prima di tutto, pochi gli ebrei tanti i musulmani. Per il dibattito che c'è su quale tipo di islam, da qui la scomunica tramite "islamofobia" di ogni dibattito civile. E perchè gli ebrei muoiono e fuggono, i musulmani no. Un senso lo avrebbe avuto discutere di islamismo ed estremismo di destra. Ma un convegno, a queste condizioni, suona per me davvero troppo esposto a luoghi comuni, ambiguità e sí, anche pericolose e sulfuree allusioni. Il Partito Democratico è scevro di ambiguità sugli ebrei, anzi. Il partito alla sua sinistra invece no. Comunque vedremo cosa esce fuori dal convegno. In amicizia Giulio Meotti

Ferruccio Bovio
Emanuele Fiano, grazie : finalmente parole sensate ed equilibrate in questo dibattito .


Ariel Akiva
Giulio Meotti mi permetto di dire che il pd NON È scevro di ambiguità anzi!!!!! Basta vedere le votazioni all'onu e gli ordini impartiti alla loro papera mogherinA...e il loro impirt di terroristi o nel migliore dei casi avamposti dei modi che noi adotteremo(cit.)...lascia perdere che ne hanno sul groppone di bestialità! Contro gli ebrei econtro gli italiani tutti! Ma fiano deve dare la caccia ai gadget del ventennio.....

Silvia Dragani
Brava Ariel!

Mordechai Bar Ykutiel
Sig. Fiano dal suo commento si evince che "va ad ergersi paladino della concausa". Mi creda: non c'è bisogno! Lei (e il 90% del "suo" partito) non avete idea (nemmeno in chiaroscuro) la differenza che passa tra le due -diciamo così...parole-...tra: antisemitismo e islamofobia. C'e tutta una galassia! (N.B antisemitismo è -per me- il termine più sbagliato per indicare l'odio verso gli ebrei. Antigiudaismo è il termine corretto!) Chissà poi perchè non la si vede mai quando i dibattiti, i cortei, le manifestazioni ecc ecc sono indette dall'ambiente ebraico (quasi sempre per denunciare odio e soprusi contro l'ebraismo e Israele) Giulio Meotti scardina in profondità la verità!

Ariel Akiva
Non le vedono perché i " piccini" dei centri sociali sono il loro braccio armato,son figli dei LORO magistrati,avvocati,pensatori etc etc....sono il loro sol dell'avvenir!

Antonio Donno
Fiano, allora mostri coraggio e non partecipi al convegno. Non sia ipocrita.

Stefano Russo
Molto bravo a condannare l'antisemitismo di destra, onorevole.
Sarebbe stato però un po' meno incredibile ("più credibile" sarebbe un'espressione un po' forte) se piuttosto che fingere di dover scavare nel vecchio PCI per condannarne le derive antisemite, avesse avuto l'onestá intellettuale di riconoscere l'antisemitismo di chi le siede affianco ora, e non mi riferisco solo a personcine come il sig. (anche "onorevole", qui, sarebbe una parola forte) Chaouki, ma anche ad altri connazionali del PD.
Eh, ma si sa...
L'antisemitismo è tollerabile a sinistra ma indegno a destra.
Un po' di vergogna ogni tanto, però, non stonerebbe.

Emanuele Fiano
Ariel Akiva un mese ? Il giorno che sono rientrato in Italia sono andato in questura. Io non so chi lei sia, ma se a lei non fa ribrezzo Il Duce e chi lo omaggia stia lontano da me, lei a me non interessa. Chi dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo.

Emanuele Fiano
Marilena Lanzilotta io non so di quale lettera, lei parli, risponda alle idee che io esprimo non sulle lettere che non conosco.

Silvia Dragani
Chi dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo ....è proprio ciò che sta succedendo grazie alla sinistra al governo.....sig Fiano lei è complice. Punto.

Enrico M. Goitre
E la Mogherini, che è tutto un bacio e abbraccio con gli Iraniani? Che ne pensa onorevole?

Mordechai Bar Ykutiel
Onorevole Emanuele Fiano il fatto che lei è parte del PD di per sè non è "una cosa orribile". La cosa orribile è avere come "compagni di partito" personaggi oscuri ed ambigui che agli ebrei farebbero peggio di ciò che fecero i fascisti! Se lei non ci ha (ancora) pensato le suggerisco di scindere dal PD e creare un nuovo e veramente democratico partito della sinistra...avrebbe -a mio parere- molti aficionados.

Ariel Akiva
Silvia Dragani mi alzo per applaudirti! Fiano era fuori,dice,pertanto abbiamo dovuto attendere fosse comodo lui e il suo partito per esternare la loro rimostranza......in epoca tecnologica non ha potuto Intervenire con due righe! Ma sono complici ed han dovuto studiare la cosa,forse con couky o come caxx si chiama....

Silvia Dragani
Per non parlare della giunta milanese.....o di quel che succede a Torino nelle università

Ariel Akiva
Già citata la LORO candidata antisemita e anti israeliana vicina ai fratelli musulmani!...di questo NEMMENO una parola!!!!!

Franco Fazzi
Devo dire che le parole di Fiano mi rassicurano non poco. Aggiungo che se il tono del dibattito politico fosse tutto come quello tra lo stesso onorevole e l'ottimo Meotti il nostro sarebbe un Paese migliore. Grazie a tutti e due

Ariel Akiva
Emanuele Fiano è lei che non interessa me,lei e il suo comunismo coi suoi 100milioni di morti e i pogrom....purtroppo però io le pago parte del suo lauto stipendio,e delle prebende varie,pertanto lei è un mio dipendente e deve rendere conto a noi italiani delle sue minkiate visto che vive grazie ai nostri soldi! Dovete mettervi in testa che siete dipendenti nostri,dal presidente al portinaio! Noi siamo i vostri datori di lavoro e quanto prima sarete licenziati! Grazie a D.O!

Loredana Biffo
Emanuele Fiano con l'occasione del convegno cosa ne dice di spendere delle parole sulla questione Iran? Mentre gli Ayatollah hanno recentemente ribadito il loro sostegno ad Hamas, la Mogherini prosegue a sbrodolarsi con questi delinquenti che nel mese di febbraio hanno già impiccato 16 persone, non crede che questa politica accondiscendente nei confronti di una teocrazia islamica sia alquanto disgustosamente inopportuna viste anche le minacce a Israele?

Ariel Akiva
La mogherini lingua in bocca col beduino...bella prova il pd!

Stefano Russo
Insomma, gente...Non è che gli sia andato troppo bene 'sto giro, all'onorevole

Ariel Akiva
Se fosse stato zitto avrebbe fatto migliore figura!

Ermanno Azzolini
Un bel quaraquaqua, a voler accontentare tutti si uccide la ragione e Fiano questo fa. E non dica ciò che non è vero ormai è la destra in Italia che si batte per Israele conscia che è l’unico baluardo in quelle terre e forse l’ultimo anche per il mediterraneo

Emanuele Fiano
Ariel Akiva zitto si sta nelle dittature.

Ivano Danna
Onorevole Emiliano Fiano,per strapparle di bocca che esiste un antisemitismo di sinistra ( e anche di centrosinistra) che tocca fare?

Stefano Matulli
Onorevole Fiano,io non sono di sinistra,ma neanche un "fassista",e,qui,sui social ho trovato molti antisemiti barra antisionisti di sinistra..troppi,molti esaltano Hamas ed Hezbollah,insomma,gli amici della "signora" Boldrini..la sua sinistra,che manco assomiglia alla vecchia sinistra,quella di Mia Nonna,Partigiana Decorata .è un perfetto ossimoro viaggiante..viaggai tra ilo piegarsi agli Iraniani( vedi Renzi e Rouhani & le statue),passa alla sinstra radical-shit dei D'Alema,che,da Ministro degli Esteri,fece dell'Antisemitismo ,una moda,fino ai Rizzo,ai Vauro( non è antisemita,ma antisionista..dice..),fino ai Diliberto e quant'altro..insomma,un panorama desolante; non raccontiamoci quella dell'uva,la sinistra coccola i centri sociali,sostenuti dall'estrema sinistra e i loro amici islamici,i peggiori islamici..e,che simposio sia costruttivo oo meno,io ci credo poco..lei sarà anche in buona fede,il suo partito no..e da decenni..

Ivano Danna
Stefano Matulli Fiano è “ di bocca buona”, si trova bene un po’ ovunque. Anche tra i suoi compagni di partito, qualora siano antisemiti. Fiano dialoga. Anzi, Fiano è il dialogo.

Stefano Russo
Nessuno la zittisce, Fiano.
Anzi sarei particolarmente lieto di capire come concilia il suo sionismo ed il comprensibile e condivisibile astio per l'antisemitismo di destra con l'antisemitismo che ha in casa.
Mi illumini, la prego.

Ivano Danna
Stefano Russo Per fare un esempio pragmatico, che rapporto conduce l’Onorevole Emiliano Fiano, coi Giovani Democratici, così sensibili agli interessi pallestinesi?

Stefano Matulli
Ivano Danna ..a me pare un dialogo tra sordo muti...:)

Alessandra Casula
Mordechai Bar Ykutiel veramente, sarebbe un sogno, se qualcuno magari Emanuele Fiano fondasse un partito liberale di sinistra, sionista senza se e senza ma!

...

Alessandra Casula Ivano Danna ma no! ha scritto che non è d'accordo con il titolo! ...siamo tutti un po' islamofobici ultimamente, vista la difficoltà di individuare interlocutori islamici veramente raziocinanti e moderati...

Ivano Danna
Alessandra Casula Ti voglio quasi bene... quasi.


Stefano Russo
Bisogna che si escluda qualunque antisemita da qualunque consesso.
Sempre e comunque.
Avere il coraggio di fare come feci io, che un tempo ero fascista.
Si lo ero. A 54 anni posso ben dire di aver vissuto più di una crescita nella mia vita.
E di aver avuto il coraggio di voltare le spalle a cose di cui ho capito la nocività.
Questo perchè pur non essendo ebreo ho un tale amore per ciò che rappresenta Israele ed una tale ammirazione per il suo popolo da rendermi insopportabile l'idea di condividere un percorso politico con chi la pensi diversamente.
Ma a sinistra?
Eh?
Cosa succede a sinistra?
Ebrei ed antisemiti, sionisti e antigiudaici che vanno a braccetto come fidanzatini.
E lo trovano normale!
Minimizzano.
Dicono che le cose si cambiano dall'interno.
Beh, onorevole, mi legga bene.
In quella destra che lei con tanta sicumera bolla di antisemitismo, un Chaouki non lo troverá mai.
Una che si senta "fratello musulmano" non la troverá mai.
Ma è proprio sicuro di accompagnarsi con la gente giusta?
Vada a farsi due chiacchiere con l'immensa Mara Carfagna, le si schiarirá più di qualche idea.

Alessandra Casula
vede che anche a destra c'è un abisso di ignoranza e orrore?

Ivano Danna
Alessandra Casula Ma sotto il tappeto, ci finisce quello di sinistra.

Stefano Russo
Ma assolutamente si, Alessandra Casula. Infatti prendo le distanze da OGNI antisemitismo.
Ma mentre nella destra lo trovi solo agli estremi, nella sinistra è molto rappresentato anche nel PD, l'equivalente d'altra sponda di Forza Italia, in cui non esiste.
Ho parlato di destra, non del neofascismo estremo.

Ivano Danna
Alessandra Casula Ci sono “ moderati” di centrosinistra, zelanti nel definire Israele una teocrazia. Ma molto meno zelanti nell’esecrare Erdogan!

Alessandra Casula
Eh, non posso che darvi ragione, infatti io sono disperata. C'è una lunga strada da fare, la sinistra è azzoppata da una inconcepibile, direi patologica, incapacità di riconoscere la pericolosità di una ideologia totalitaria, quale è quella islamica.

Alessandra Casula
Ivano Danna non parlatemi di quel porco di Erdogan oggi. Sei giornalisti condannati all'ergastolo. Piango.

Ivano Danna Alessandra Casula e non solo...
Alessandra Casula Ivano Danna e non solo... magistrati, avvocati... orribile

...

Gianpaolo Gottardi Ma stiamo ancora a credere che la SINISTRA targata PD FIANO, sia amica di ISRAELE ? ma i fatti stanno a dimostrare che sono molto amici dai tempi di ARAFAT di quel popolo che vive di TERRORISMO, i PALESTINESI. LASCIATE perdere, è solo a caccia di VOTI.

Emanuele Sanna Pisanu
Onorevole Emanuele Fiano credo che sarebbe stato più opportuna una maggiore sintesi con parole meno formali, comunque lei con il suo bel monologo non ha fatto altro che "arrampicarsi in maniera elegante sugli specchi"... Voi del PD (che da quanto afferma nel suo bel commento non siete nemmeno d'accordo tra di voi) avete organizzato questo bel incontro per tentare di raccogliere voti tentando di prendere in giro gli ebrei ed i loro amici.
In questi ultimi tempi ho seguito molto " l'operato " della signorina Mogherini e sono rimasto disgustato, soprattutto per la questione del riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele.
Voi del PD dite di essere amici degli ebrei e di Israele ma le vostre azioni dicono il contrario, basti pensare all'incontro da poco avvenuto tra il presidente Gentiloni e il sultano Erdogan...lei sa che Erdogan ha definito Israele uno stato che "ammazza i bambini"?, oppure che tutt'ora arma quelli che sono i peggiori nemici di Israele?.
Voi tali persone le accogliete a braccia aperte poi dite con un bella faccia di bronzo di essere in prima linea nella lotta all'antigiudaismo.
Io mio caro onorevole se c'è qualcosa che non farò sarà votare PD.
Gli ebrei onorevole non hanno la memoria corta.
Giulio Meotti perdonami se sono stato eccessivo visto che abbiamo a che fare con un onorevole ma non sono gentile con chi tenta di prendere le persone per stupide.

Guido Guastalla
Giulio Meotti Un convegno intitolato "Antisemitismo e islamofobia due facce della stessa medaglia?" fu organizzato lo scorso anno dall'ineffabile Daniele Nahum a Milano: fu un disastro di ambiguità! Perché ripeterlo? Giulio Meotti ha ragione

Daniela Rella
Guido Guastalla questo accostamento piace molto alla Sinistra. Antisemitismo e islamofobia. Un obbrobrio semantico, che ha presa su menti deboli. Ma tant’è, se insistono vuol dire che è proprio di loro gradimento. Milioni di ebrei perseguitati e sterminati per antisemitismo, qualche decina di ebrei perseguitati nei tribunali per islamofobia (si veda Bensoussan). Insomma i perseguitati sono sempre loro. Ma ad alcuni piace. La mente umana è davvero un grande mistero!

Walker Meghnagi
Fiano, a mio parere dice alcune cose giuste e altre meno, ma non menziona l'antisemitismo di sinistra....! La Mogherini per esempio, la Boldrini che sarà presente al convegno, Apuzzo candidato con Gori e altri !

Alberto Finzi
Quale dialogo? È un incontro elettorale di propaganda politica e le parole d'ordine sono quelle della locandina. L'accostamento tra antisemitismo ed islamofobia è tutto un programma. Fa bene Meotti a stigmatizzare, fa male Fiano a glissare. La campagna basata sulla parola d'ordine destra=razzismo in questo caso si appoggia all'altra subdola equazione antisemitismo=islamofobia. Tutto fa brodo? Il risultato è una melassa informe che tutto confonde. Il convegno affronterà anche la discussione critica sul ruolo della sinistra nel produrre e promuovere queste melasse culturali degradate e degradanti per fini propagandistici?

Emanuele Fiano
Walker Meghnagi io ho spiegato nella genesi di Sinistra per Israele che nasce esattamente anche per combattere l’antisemitismo di sinistra che purtroppo è vivo e vegeto e che io come sai combatto sempre. Si combatte anche quando si perdono le battaglie.

Pietro Rinelli
Onorevole Emanuele Fiano si spera di poter vedere la registrazione in video di questo incontro così da sfatare le perplessità

Walker Meghnagi
Emanuele, io capisco bene che Tu combatti e non molli seppur con difficoltà, Tu sei una ricchezza che per tutti Noi ! Non dimenticarlo MAI !

Guido Guastalla
Daniela Rella sono assolutamente d'accordo. Tanto è vero che pubblicherò gli atti del convegno di Torino organizzato da Manuel Segre Amar con interventi di G. Bensoussan e Bat Y'eor . Fiano a volte mi fa rabbia è a volte pena! È fra l'incudine e il martello. Ma alla fine dovrà scegliere come abbiamo fatto tutti quanti noi.

...

Guido Guastalla Alessandra Casula purtroppo è cosi. Bisogna che chi l'ha votata fino ad ora la lasci. Capisco la difficoltà antropologica. Accadde anche a me la prima volta che non votai più PCI. Ma è come levarsi un dente. Dopo non fa più male.

Walker Meghnagi Guido non è facile neppure per Fiano combattere a destra e sinistra !

Guido Guastalla
Antonio Donno caro Donno il suo autorevole consiglio mi sembra tagli la testa al toro. Al di là dei sottili distinguo contano le decisioni decise ( mi viene ironicamente in mente il termine irrevocabili!). Io nel 1967 a seguito della Guerra dei Sei giorni lasciai con grandi sofferenze e mal di pancia, come molti altri ebrei, Il PCI dove avevo anche molti sinceri amici degli ebrei, e qualcuno di Israele. Anche Terracina subì l'ostracismo del partito per essersi opposto sul corriere alla sua condanna. Purtroppo nella vita ci troviamo spesso di fronte ad un bivio, e dobbiamo scegliere la star da seguire. Combattere all'interno ha un limite, che è distinzione fra coraggio e opportunismo.
La sinistra, al di là del problema dell 'antisemitismo pagherà caro il suo atteggiamento terzomondista, con cui ha sostituito il marxismo. Alle prossime elezioni ne vedremo delle belle!

Guido Guastalla
Walker Meghnagi lo capisco. Ma io nel 1967 ( avevo 25 anni ), decisi che quando la mattina mi guardavo allo specchio dovevo aver rispetto di me stesso! E non me ne sono pentito. Tu mi puoi capire, perché sei come me ( motivo per cui ti rispetto e ti stimo oltremodo )

Andrea Baldi
Lei non accetterà le forme di discriminazione verso l'islam? E' forse discriminazione contro quella dottrina teo-politica affermare che l'islam discrimina le donne e chi non ne fa parte, che non rispetta i diritti umani e che è una ideologia che non permette ai suoi sottomessi l'integrazione in una moderna società occidentale?

Guido Guastalla
Stefano Russo i miei complimenti! Come diceva Churchill solo gli stupidi non cambiano mai idea!

Emanuele Fiano
Marilena Lanzilotta lei può credere quello che più le aggrada, io rarissimamente firmo appelli collettivi e di conseguenza poco ne leggo.

Antonio Donno
Grazie per il sostegno. Condivido il suo punto di vista, anche se io non ho mai militato nel PCI, accontentandomi del PSI. Ma quando il PSI fece scelte anti-israeliane, mandai a quel paese anche il PSI. Difendere Israele è un compito della mia vita da quattro-cinque decenni e non verrò mai meno a questo dovere. Non ho mai fatto l'equilibrista, come Fiano oggi.

Stefano Russo
Grazie Guido.
Mi costò molta fatica ed altrettanto studio per capire che ciò che avevo considerato errori erano orrori e ciò che avevo considerato calcolo era tradimento.

Emanuele Fiano
Ariel Akiva , lei mi preoccupa, non so se la sua sia ignoranza delle procedure dal codice, oppure teatrale atteggiamento. Le denunce in questura si fanno di persona. L’articolo di Giulio Meotti è del 29 Dicembre 2017, la prima reazione politica di condanna è del giorno 30, ad opera del segretario del PD Bussolati, la seconda è del candidato in Regione Gori, poi arriva la mia, poi arrivano Parisi e Sala e poi Maroni, può controllare la timeline sulle loro pagine. Infine il giorno 3/01 io insieme a Bussolati ci rechiamo in questura a sporgere denuncia contro i manifestanti. Ad oggi oltre a noi solo la Digos, ha sporto denuncia. Nessuna altra persona ci ha messo la faccia contro questi antisemiti islamici che urlavano morte agli ebrei. In ogni caso fossi in Giulio Meotti, dedicherei qualche riga a spiegare come si svolsero i fatti. A volte la deficienza, di informazioni si intende, si può curare.
Nel frattempo il Signor Ariel Akiva potrebbe utilmente farmi fa l’elenco di chi prima o dopo il PD abbia fatto denuncia ? P.S. le suggerisco prudenza, non sta parlando con uno sprovveduto.Gestire

Emanuele Fiano Marilena Lanzilotta signora si calmi, non è che se lei si agita le cose migliorano. Cosa ha letto ?

Giulio Meotti
Emanuele Fiano le cose stanno come dice lei onorevole. Io ho avviato la vicenda con quell'articolo e la cronologia da lei impostata è corretta e non ha bisogno di essere ripetuta. Piuttosto mi domando, a due mesi a mezzo dal fatto, dall'articolo e dalla denuncia, possibile non sia successo nulla?

Emanuele Fiano
Emanuele Fiano Giulio Meotti benvenuto nella giustizia italiana. Non vorrei però, ed è il mio auspicio, che anche grazie al suo articolo e alle nostre denunce, l’inchiesta abbia preso una piega ancora più profonda nel mondo jihadista, lo spero,

Guido Guastalla
Frequento Milano, città che amo oltre ogni altra in Italia, da quasi sessanta anni ( ahimè!), sopratutto per lavoro, ma da almeno trenta anche per più o meno lunghi soggiorni. Vi ho aperto una attività nel settore dell'arte, di cui oggi si occupano i mei figli, che a Milano abitano con le loro famiglie e i loro figli. La ritengo l'unica città europea e cosmopolita d'Italia. Quando vi arrivo e vi soggiorno mi sento più libero e respiro a pieni polmoni anche quando l'aria è inquinata per lo smog. Vi conto molti dei miei amici più cari; frequento con piacere la sinagoga di Via della Guastalla, e, quando voglio cambiare, una delle innumerevoli sinagoghe Chabad ( sopratutto quella degli amici El Maleh che accolsero amorevolmente mia figlia quando si stabilì a Milano). Inizialmente dormivo fra Corso Venezia ( Palazzo Serbelloni) e Via S. Andrea ( nel quadrilatero ), poi mi sono spostato in Brera; ogni tanto una puntata da amici in zona Magenta o Bande nere ( zona a maggior densità ebraica ). Se devo dire la verità per me Milano è Milano 1, cioè la cerchia dei Navigli con qualche puntata in quella dei Bastioni. Anche la gente che conosco e frequento per lavoro e amicizia è più o meno quella. Accanto a me, nella strada del Parini, dove vota mia moglie, vive il sindaco Sala. Come ai Parioli, a Milano 1 il voto è in maggioranza di sinistra. Strano? Non direi. Oggi il progressista non ha più molto a che fare col mondo del proletariato. Vivendo tranquillamente il proprio benessere, isolato da chi vive nelle periferie a contatto con l'immigrazione priva di regole, le scuole multietniche ( anziché le costose scuole private religiose o straniere del centro ), il disordine e la sporcizia di Via Padova o zone analoghe, non si rende conto, per mancanza di frequentazione e conoscenze dei problemi della gente comune. Sono quelli che con termine semplice chiamiamo radical chic, belli, buoni, bravi, che non tollerano i brutti, sporchi e cattivi, e coloro che cercano di capirli. In questo dibattito ne abbiamo visti e sentiti qualcuno. Arroganti e presuntuosi, sprezzanti e sentenziosi, non ammettono chi li contraddice o chi sta da un'altra parte, mentre per origine, censo e provenienza dovrebbe stare con loro. Un tempo i cosiddetti déracinée erano quelli che a Parigi arrivano sopratutto, ebrei e no, dall'Est Europa, sradicati dai luoghi di origine, e senza radici nella nuova realtà. Oggi invece sono questi nuovi progressisti piccolo, medio, alto borghesi. Si trovano a loro agio solo nei salotti che frequentano, ma appena escono fuori e trovano qualcuno che li contraddice, che li critica, li contesta, allora apriti cielo chiuditi terra!
Io personalmente ne sono sempre stato lontano, anche quando iscritto giovanissimo al PCI con grande scandalo della mia famiglia medio alto borghese di orgogliosa origine sefardita, cercavo di capire i problemi più concreti dei lavoratori che volevano semplicemente migliorare le loro condizioni di vita. E ho continuato anche successivamente a stare lontana da questo tipo di ideologia, di falsa narrazione della realtà per cui spesso mi sento " fuori luogo".
Ps: concludo dicendo che mi sembra anche inopportuna la candidature nell'estrema sinistra, sicuramente poco friendly con Israele, del figlio di una neosenatrice, figlia della Shoah.

Giulio Meotti
Emanuele Fiano speriamo che abbia ragione. Di non agire o straparlare invano. Porti pazienza, i social sono fatti cosi, nel bene e nel male

Stefano Russo
Onorevole Emanuele Fiano do per scontato che lei combatta anche l'antisemitismo di sinistra, e noto con piacere che alla fine lo ha notato, anche se in ritardo. All'esordio del suo intervento ha parlato dell'antisemitismo come di un tratto caratteristico della destra, cosa che evidentemente non è. Ma se lei fa ugualmente parte della sinistra, ciò vuol dire che in qualche modo è possibile conviverci. Ebrei e antisemiti insieme; strano ma vero.
Ma, a questo punto, può aiutarmi a capire perchè la destra, pur non annoverando nelle sue fila personaggi schiettamente antisemiti come la sinistra, viene da voi complessivamente tacciata di fascismo?
Non crede che un po' di senso della misura, se non dell'onestá intellettuale, sarebbe doveroso e gioverebbe al confronto?

Guido Guastalla
Antonio Donno grazie. Anche io non mi sono fatto, dopo il PCI , mancare il PSI, fino all'affare Lauro e alla defenestrazione di Gangi, Vittorelli, Landolfi. Sono stato amico di Antonio Landolfi che nel libro "Appuntamento a Gerusalemme" mi cita fra coloro che criticarono il voltafaccia di Craxi su Israele. Soffro di vertigini e non mi riesce fare l'equilibrista.
Non le debbo qui confermare la mia gratitudine per il suo appoggio, sostegno e amicizia nei confronti di Israele. In un non ebreo lo ritengo comportamento eroico ( mi scusi per l'eventuale retorica)!1

Guido Guastalla
Stefano Russo vede io nel 1960 fui fra i fondatori di " Nuova Resistenza" presso il Circolo Fratelli Rosselli di Firenze. I nostre padrini erano Parri e La Pira. Le garantisco che questa enfasi retorica sull'antifascismo era assente dal nostro pensare, agire e comportarsi! Oggi questo antifascismo in assenza, o quasi di fascisti, è una ossessione! È come l'antisemitismo in assenza di ebrei!

Stefano Russo
Si, credo anch'io che sia un pericolo sopravvalutato solo per esigenze di "scena".
E lo so proprio perchè provengo da quell'ambiente.

Andrea Baldi
L'odio dell'islam per gli ebrei ha radici antiche.. Si annida nelle fonti di quell'ideologia, nel Corano e nella Sunna. Ma questo odio viene sottostimato in Italia come nel resto dell'Europa. Ma se - come abbiamo visto - un quadretto di Anna Frank viene esposto da degli imbecilli in uno stadio, la Sinistra insorge e con i suoi organi di informazione, ne parla per settimane. E per settimane sentiamo la stessa filastrocca: il "pericolo dei nuovi fascismi"; la "svolta pericolosa a Destra del Paese", "l'Ultradestra" e menate varie.... Poi accadono fatti come le minacce a Piazza Cavour e tutto viene celato o solo vagamente abbozzato. . D'altra parte i media si sono guardati bene dall'accennare a quello studio uscito nel settembre scorso, che attestava che nel decennio 2005/15 gli ebrei francesi hanno subito 4092 attacchi e che riportava il senso di insicurezza degli ebrei che si sentono nel mirino dell'Islam ed ogni anno a migliaia abbandonano quel Paese e l'Europa. In un decennio sono diverse decine di migliaia gli ebrei fuggiti, mentre sappiamo che milioni sono i veri musulmani giunti in Europa.

Alessandra Casula
Caro Guido Guastalla, sto molto soffrendo, mi creda. Magari dovessi solo andare da un dentista! Con un'anestesia non sentirei nulla. Per me, non ebrea ma profondamente sionista, da quando ero bambina, la difesa di Israele è imprescindibile e rappresent...Altro...

Guido Guastalla
Alessandra Casula le sono nel cuore. Considero i non ebrei che difendono oggi Israele, senza interesse e con rischio " Giusti fra le Nazioni" odierni. Ma bisogna scegliere. Escludendo l'estrema destra tipo Forza nuova non vedo altre formazioni antisemite o razziste. Se Maryan Ismail appoggia Fontana credo si possa tranquillamente votarlo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 7:15 pm

Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
viewtopic.php?f=188&t=2523
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 7:24 pm

Gentile Emanuele Fiano,

ho stima della sua passione democratica e civile e abbiamo condiviso assieme la battaglia contro i cori antisemiti scanditi dagli islamisti a Milano lo scorso 9 dicembre. Ho appreso che parteciperà a un convegno per me a dir poco ambiguo. Per questo mi e le domando: quale senso, se non un senso di manipolazione e dissimulazione, può avere un convegno su "antisemitismo e islamofobia"?

Gli ebrei in Europa sono vittime da anni di una ondata spaventosa di antisemitismo, è una storia di morti, sfollati, intimiditi.
Quella che qui si chiama "islamofobia" è invece, come diceva il compianto Christopher Hitchens, "una parola creata dai fascisti e usata dai codardi per manipolare i cretini".

Una parola evocata per processare tanti giornalisti e per ucciderli (Charlie Hebdo).
Una parola volutamente confusa con il razzismo, che è da condannare. Una parola, "islamofobia", che invita alla confusione tra un sistema di credenze specifiche e i fedeli che aderiscono a queste credenze. Non pensa che confondendo due fenomeni assolutamente incomparabili - l'odio per il popolo ebraico e la discussione sull'Islam - non si finisca per rendere impossibile la lotta all'antisemitismo, considerando che oggi gli ebrei europei sono nella stragrande maggioranza colpiti proprio da chi proviene dall'estremismo islamico? Inoltre, l'amalgama non aiuta quei musulmani che vogliono liberarsi del giogo del fondamentalismo. Erano in arabo gli slogan di Milano dello scorso 9 dicembre, quelli che hanno ucciso Sarah e Ilan Halimi, i bambini di Tolosa, gli ebrei all'Hyper Cacher e tanti altri terribili fatti nella nostra Europa da difendere. Spero possa ripensarci per rafforzare una battaglia che trascende destra e sinistra.
In amicizia
Giulio Meotti


Deborah Fait
Avvicinare l'islamofobia all'antisemitismo e al razismo è vergognoso. Certamente il titolo è in onore della Boldrini. Sono schifata e condivido quanto scritto da Meotti in toto. Sinistra per Israele si vergogni.

Giulio Meotti
Yalla, Deborah, brava come sempre. Mai una reazione istintiva, di pancia, sempre tutti signorini e signorili

Giulio Meotti
L'islamofobia è la più grande fake news della storia. Ci sono solo i morti per accusa di islamofobia, Charlie, i processati per islamofobia, Fallaci and co, e i guardiani dell'islamofobia, Fratelli musulmani. L'Occidente è l'opposto, un parco giochi islamofilo. Chi ha scelto il titolo di questo convegno dovrebbe sotterrarsi nel disonore

Bruno Sion
https://www.facebook.com/profile.php?id ... 2&fref=ufi
Islamofobia è l'applicazione della sharia con un nome anglofono, globale e trendy: divieto di criticare l'ideologia ismaelita. È una parola politically correct inventata sul modello della parola omofobia, l'ex cavallo di battaglia dei sinistri che hanno immolato gli omosex sull'altare della convenienza politica: il nuovo idolo della sinistra è l'Islam, perció tacciono suo gay lanciati dai tetti o impiccati.
Il socialismo è l'origine di Mussolini ed hitler. Il socialismo è ateo, odia la bibbia, odia Israele, perciò le sinistre (fascismo e nazionalsocialismo compresi, che furono partiti di SINISTRA) sono antisemite, antisioniste e filoislamiche. La shoa fu sharia, attuata dai socialisti nazionalisti tedeschi.
Non c'è differenza tra i vecchi socialisti nazionalisti tedeschi ed italiani, e i socialisti internazionalisti globalisti odierni. Cambia solo il nome: da nazisti a internazisti.
Ma l'antisemitismo, l'antisionismo e il filoislamismo sono tali e quali: è SINISTRA. I sinistri sono gli adoratori del vitello d'oro e i nuovi costruttori della nuova torre di babele, globale, artificiale e uniformante. La colpa dell'Islam che attacca aggressivo, non è dell'Islam in se, ma è colpa della sinistra che permette che ciò accada, per convenienza: islam e sinistra sono uniti nella loro lotta alla religione e a d-o. La sinistra sta disperatamente rallentando la promessa biblica: l'asino selvatico ismaele alzerà le mani sul mondo e il mondo alzerà le mani su di lui. Questa è la differenza tra Israele ed i maomettani: Israele è faro e luce del mondo, i maomettani (i paladini degli idolatri di sinistra) alzano le loro mani sulle nazioni del mondo.
Ma se la sinistra impedisce che questo avvenga, cioè che il mondo si difenda, è colpa dell'altra metà del mondo: è colpa della destra, ed è colpa anche vostra. Nessuno si prende la responsabilità di insegnare e di sviluppare la consapevolezza dell'ovvio: Mussolini ed Hitler furono socialisti, il fascismo e il nazismo furono di sinistra. Se non si riesce a capire questo, non ci si libererà mai della condanna che la destra deve pagare ma che non gli appartiene: la sinistra ha guadagnato tanto potere perché ritenuta la sola forza politica capace di opporsi al fascismo e al nazismo, e la destra, riconosciuta ingiustamente colpevole di fascismo e nazismo, sta ancora pagando colpe che non ha mai commesso. La soluzione è fare lo sforzo collettivo ed uscire dalle proprie zone confort per cacciare dalla destra Mussolini, Hitler, e i loro emuli moderni, e ributtarli nella loro area di competenza: la sinistra. In pochi anni la gente svilupperà la giusta consapevolezza ed eliminerebbe la sinistra e le idee fallite della sinistra da dentro se stessa, dai comportamenti sociali e anche politicamente smetterebbe di votarla. Ma dipende soprattutto da noi. Che siamo troppo occupatI a fare i laici ( che è una idea della sinistra) e ad autoflagellarci per colpe che non abbiamo mai commesso. Per essere precisi: non solo l'islamofobia è sharia. Anche la shoa fu sharia: l'applicazione dei dogmi di Maometto (suggeriti da amin al husseini) attuata da un socialista tedesco ed italiano.
Netanyahu è stato uno dei capi coraggiosi ad ammetterlo, e disse anche che non aveva intenzione di sminuire le responsabilità di hitler, ma di individuare le responsabilità di tutti, sia della mente che del braccio: islam e sinistra. Netanyahu oggi è attaccato proprio dalla sinistra e dai loro venduti al vitello d'oro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondament

Messaggioda Berto » sab feb 17, 2018 8:15 pm

Islamofobia e antisemitismo
Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 4637899303

Mi fa molta, moltissima impressione che: a fronte di tanti ebrei uccisi per mano degli estremisti islamici in Europa; di tutte le sinagoghe e scuole ebraiche di Italia protette a causa del terrorismo islamico; dei 150.000 missili puntati su Israele a causa del jihad marcato Iran; la terza carica dello stato, numerosi candidati al Parlamento, numerosi parlamentari, organizzino un convegno sotto il cappello della "sinistra ebraica" su "situazione mediorientale, islamofobia e antisemitismo" a Milano. Non si rendono neppure conto dei danni che fanno, della realtà in cui vivono, del futuro che aspetta gli ebrei, delle minacce a Israele, di vivere in una Europa dove grandi partiti, giornali, moschee, ong e dignitari stranieri predicano notte e giorno per la distruzione del popolo ebraico. Suggerisco loro di invitare un ebreo di Malmo e uno di Sarcelles, e giá che ci sono un israeliano di Kiryat Shmona, magari potrebbero restare sorpresi sulla "situazione". Provo tristezza, non rabbia, verso persone e gruppi che mi additano di "predicare l'odio" per aver sollevato più di un dubbio e che politicizzano tutto, destra sinistra etc. Due mesi fa, a Milano, decine di persone hanno gridato "morte agli ebrei" nella lingua dell'islam. Ora Milano discute su "antisemitismo e islamofobia". Sono pazzi, forse


Gino Quarelo
Giulio Meotti ha ragione al 1000%. Questi sono irresponsabili pazzi o criminali. Questi non fanno del male solo agli ebrei e a Israele, ma lo fanno ai nativi europei, ai cristiani, a ogni diversamente religioso e pensante della terra, a tutta l'umanità tra cui i maomettani stessi che sarebebro felici di liberarsi di questa possessione malefica che impedisce loro di vivere un'umanità umana, piena, libera e responsabile.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » mar feb 20, 2018 6:19 pm

Gli ebrei europei di sinistra alimentano l'odio verso gli ebrei in generale e verso Israele, mettendosi contro i sani nazionalismi europei e i loro diritti umani, civili e politici; e sostenendo l'invasione maomettana.


Austria, comunità ebraica chiede a Kurz di non fare alleanze con l'estrema destra
16.10.2017

https://it.sputniknews.com/politica/201 ... -FPO-ebrei

Il presidente del Congresso ebraico europeo Viatcheslav Moshe Kantor si è congratulato con Sebastian Kurz per la vittoria del Partito Popolare Austriaco alle elezioni politiche ed ha chiesto al leader moderato di non stringere alleanze con l'estrema destra del Partito della Libertà Austriaco (FPO).

I rappresentanti della comunità ebraica hanno espresso profonda preoccupazione per il consenso raccolto dall'estrema destra, che secondo i risultati preliminari ha ricevuto oltre il 25% dei voti spodestando il Partito Socialdemocratico (centrosinistra) dell'ex premier Christian Kern dal ruolo di seconda forza politica del Paese.

"Invitiamo Kurz a formare una coalizione con le forze di centro, evitando la pericolosa alleanza con il partito di estrema destra che, con un programma politico basato sulla xenofobia, intolleranza e persecuzione degli immigrati, non dovrebbe trovare posto nel governo", — l'ufficio stampa cita le parole di Kantor.

Secondo lui, l'Europa nel suo complesso e l'Austria in particolare sono ben consapevoli delle conseguenze delle ideologie populiste e dell'odio.

"Non possiamo permettere che le autorità austriache dell'Europa del dopoguerra, basate sui principi democratici e di solidarietà, vengano sacrificate per interessi politici. Già in passato l'esasperazione del populismo pericoloso aveva portato giorni bui e terribili, rimasti nella memoria degli europei," — ha sottolineato Kantor.



Successo Afd in Germania: preoccupazione degli ebrei. E Gauland rassicura la Comunità ebraica
Ilaria Myr

http://www.mosaico-cem.it/attualita-e-n ... -afd-ebrei

Il risultato del partito di estrema destra Alternative Für Deutschland (Afd) alle recenti elezioni tedesche sta facendo molto discutere non solo in Germania, dove non sono mancate proteste e contestazioni a Berlino e a Amburg (nella foto una manifestazione), ma anche a livello mondiale e negli ambienti ebraici di vari Paesi. A cominciare dal Congresso Ebraico Mondiale con sede a New York che ha espresso forti preoccupazioni per l’entrata del Partito di estrema destra Afd nel parlamento del paese.

Nonostante il partito da subito appaia diviso e non così forte, lo stesso si tratta di una grande minaccia e secondo molti di un cupo ritorno al passato. « E’ vergognoso che un Partito del genere sia entrato nel Governo tedesco per promuovere il suo infame programma » ha immediatamente dichiarato il presidente del Congresso, Ronald Lauder, in un indignato comunicato stampa. Stando a quanto riporta il sito francese Le Monde Juif, nella nota, Lauder si è congratulato con Angela Merkel definendola « un’autentica amica d’Israele e del popolo ebraico, e sono felice per la sua nuova vittoria alle elezioni legislative di domenica ».

Oltre a questo intervento ve ne sono stati altri, come quello del Consiglio Centrale degli Ebrei Tedeschi che ha aspramente criticato la rappresentazione politica del Paese in mano all’estrema destra. «Le nostre paure si sono concretizzate » così ha annunciato Josef Schuster presidente del Consiglio esprimendo preoccupazione per un partito che « denigra le minoranze nel nostro Paese non solo a livello regionale ma anche nazionale presenti nel Bundestag ».

Il partito è riuscito ad arrivare al 13 %, dal 5 % iniziale, con un’inaspettata rimonta, diventando il terzo schieramento più potente all’interno del Bundestag, Parlamento tedesco. Un risultato senza precedenti, dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e dagli anni tremendi del nazismo, dal quale la Germania aveva subito preso le distanze, che ha gettato nel panico vari gruppi ebraici europei e statunitensi.

A questo proposito, l’agenzia Reuters si sofferma su ulteriori reazioni fornendo informazioni e dettagli in merito a questo argomento. Lauder ha aggiunto: « Il partito AFD dovrebbe essere fuorilegge e che ora ha la possibilità di promuovere i suoi vili progetti al mondo intero ».

Lauder-congressoReuters fa sapere l’AFD ha ripetutamente condannato l’immigrazione negando però qualunque atteggiamento antisemita o antisraeliano. Il Congresso degli Ebrei Europei ha invece invitato i partiti di centro a bloccare in ogni modo qualsiasi coalizione con questo partito estremista. « Alcune delle sue opinioni mostrate in campagna elettorale diffondono un livello di intolleranza che non si era mai visto in Germania per molti decenni e che devono sconcertare la Germania e gli ebrei europei » hanno comunicato i suoi membri. Reuters riprende l’intervento di Schuster riportato su « Monde Juif » ampliandolo e aggiungendo che egli ha sottolineato come « tollerare le idee dell’AFD incita l’odio contro le minoranze e non dovrà trovare chi lo rappresenta in Parlamento e nelle legislature ». « Mi aspetto » ha aggiunto « che le nostre forze democratiche svelino la vera natura di questo Partito e le sue vuote e pericolose promesse populiste ». In Germania attualmente 200mila ebrei che finora hanno vissuto in un clima pacifico e tollerante, secondo quanto si dice ufficialmente da anni, nonostante i dati sui crimini antisemiti riportati dalla polizia siano cresciuti del 4 percento quest’anno arrivando a 681 atti rispetto allo stesso periodo l’anno scorso.
Gauland: “la Comunità ebraica non deve avere paura”

Intanto poche ore dopo l’uscita dei risultati elettorali Alexander Gauland ha fatto una dichiarazione su Israele che ha suscitato non poche preoccupazioni.
«Certo che siamo al fianco di Israele – ha detto – ma è discutibile il fatto che il diritto di Israele a esistere sia un principio della ragion di Stato tedesca. Se così fosse dovremmo essere pronti a usare il nostro esercito per difendere Israele, e siccome in Israele c’è una guerra continua, ecco mi sembra privo di senso».

Immediate le proteste del Consiglio centrale degli ebrei in Germania: «Purtroppo le nostre paure sono diventate realtà», ha detto il presidente Joseph Schuster.

Subito Gauland ha rassicurato la Comunità ebraica nel corso della conferenza
stampa di governo a Berlino in un’intervista a un giornale israeliano. “La comunità ebraica non ha motivo di preoccuparsi». E a un giornalista israeliano dichiara: «Non ho preso personalmente contatti con la comunità ebraica ma l’esistenza dello stato di Israele è un punto importante per noi e lo sosterremo».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Il sano nazionalismo è un valore/diritto umano fondamentale

Messaggioda Berto » dom mar 11, 2018 7:57 pm

???
Auschwitz, lavoratore italiano minacciato: "No guide straniere"
10 marzo 2018

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/au ... 802a.shtml

"La Polonia per i polacchi" e altre scritte sono comparse sul muro della casa di Cracovia dove abita Diego Audero, di Cuneo, in Polonia da undici anni

Poche settimane fa Audero aveva allestito e curato la mostra sugli internati militari italiani nei lager tedeschi in Polonia nel periodo 1943-1945, ospitata dall'Istituto italiano di cultura di Cracovia e da lunedì in quello di Varsavia. L'attacco nei suoi confronti è un atto isolato di un esaltato? Un'intimidazione mirata o un'espressione del clima di intolleranza? Sarà compito della polizia e della magistratura polacche appurarlo, ma l'episodio non contribuisce certo a stemperare il clima di sospetto sul sentimento degli ultranazionalisti che tanto allarma l'Europa e che ha fatto della Polonia un "osservato speciale". Probabilmente l'utilizzo della stella di David con la croce uncinata può ricollegarsi al volume-guida che lo stesso Audero ha realizzato nel 2017, "Verso lo sterminio - Breve storia degli ebrei di Cracovia 1939-1945", con percorsi di visita nel Ghetto e a Plaszow.

"Mi sento ferito e triste per l'accaduto - commenta Audero - perché la Polonia io la considero come casa mia. Mi ritengo totalmente integrato nella società e a Cracovia sto benissimo. Da circa un anno ho però avvertito che frange dell'ambiente sono diventate ostili verso gli stranieri, ma io non riesco a sentirmi tale".

Come ha reagito il Museo di Auschwitz dopo l'apparizione delle scritte? "Voglio ringraziare la direzione che è prontamente intervenuta in mia difesa, ma anche tutti i miei amici e colleghi che mi hanno dimostrato la loro vicinanza e la loro solidarietà per quanto accaduto".

E infatti il portavoce del Museo di Auschwitz, Bartosz Bartyzel, non ha nascosto che l'episodio ha destato preoccupazione a tutti i livelli: "Diego collabora con noi come educatore da molti anni, è una guida molto preparata che ha superato tutti gli esami e i corsi di formazione. Non possiamo che sottolineare come Auschwitz dovrebbe essere un luogo di tolleranza e non di discriminazione".

Appena due giorni prima dell'apparizione delle scritte sull'abitazione di Audero, la responsabile dell'educazione della regione di Malopolska, Barbara Nowak, aveva scritto su Twitter che trovava scandalosa la presenza di guide straniere e che a suo dire il Museo dovrebbe avvalersi solo di guide polacche "affinché rappresentino il punto di vista reale della storia e proteggano l'integrità della Polonia". E aveva aggiunto che "la Polonia ha la responsabilità di scrivere la propria storia e di difenderla dalle falsità dei comunisti occidentali". Non è un segreto che il direttore del Museo, Piotr Cywinski, sia da tempo nel mirino degli ultranazionalisti, e che sia aspramente criticato dalle colonne di Gazeta Polska.


POLONIA NELLA DERIVA RAZZISTA: SCRITTE XENOFOBE E UNA STELLA DI DAVID UNCINATA APPARSE SUI MURI DELL’APPARTAMENTO DI UNA GUIDA ITALIANA A CRACOVIA

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... &ref=notif

Diego Audero, di Cuneo e in Polonia da undici anni, è una guida turistica ed è stato bersaglio di un’intimidazione che ha tradito il suo legame con quello che anni considerava il suo mondo. "Mi sento ferito e triste per l'accaduto - commenta Audero - perché la Polonia io la considero come casa mia. Mi ritengo totalmente integrato nella società e a Cracovia sto benissimo. Da circa un anno ho però avvertito che frange dell'ambiente sono diventate ostili verso gli stranieri, ma io non riesco a sentirmi tale".

Appena due giorni prima dell'apparizione delle scritte sull'abitazione di Audero, la responsabile dell'educazione della regione di Malopolska, Barbara Nowak, aveva scritto su Twitter che trovava scandalosa la presenza di guide straniere e che a suo dire il Museo dovrebbe avvalersi solo di guide polacche "affinché rappresentino il punto di vista reale della storia e proteggano l'integrità della Polonia"


Alberto Pento
Questo è l'effetto del continuare a dare adosso ai polacchi e alla loro legittima volontà di non accogliere clandestini e migranti vari da fuori Europa specialmente i non graditi e pericolosi maomettani dall'Africa e dall'Asia, come vorrebbe l'UE sovietica; così anche gli europei per i polacchi diventano nemici da respingere. Colpa dell'Europa sovietizzante e senza rispetto. Ognuno a casa sua deve poter decidere chi è gradito e chi no, chi far entrare e chi no; solo gli schiavi non hanno questo diritto che spetta al loro padrone.

Angela Frozen Picchi
Se questo è il pensiero della maggioranza dei polacchi dovrebbero trarne le conseguenze e uscire dalla UE

Alberto Pento
Anche a me non piace proprio per niente questa UE sovietizzante questa URSS stellata mostruosa della Bonino e di Altiero Spinelli; io preferisco mille volte la UE liberale e democratica dei popoli e delle libertà come la Svizzera che sognava Kalergi. I comunisti hanno fatto già un mucchio di danni e hanno provocato la nascita del fascismo e del nazismo, e ora stanno anche fomentando il nazismo maomettano, basta!
Mi dispiace tanto ma se questa guida italiana butta fango comunista addosso ai polacchi e alla Polonia fanno bene a cacciarla. Non si può costruire la pace fomentando la guerra. La Polonia ha le sue responsabilità antisemite però ci vuole delicatezza e i polacchi di oggi non sono quelli di ieri e non si possono coprire di fango; anche perché i comunisti sono stati e sono ancora maestri di antisemitismo e antisionismo e antiisraelismo.
Mi dispiace tanto ma se questa guida italiana butta fango comunista addosso ai polacchi e alla Polonia fanno bene a cacciarla. Non si può costruire la pace fomentando la guerra. La Polonia ha le sue responsabilità antisemite però ci vuole delicatezza e i polacchi di oggi non sono quelli di ieri e non si possono coprire di fango; anche perché i comunisti sono stati e sono ancora maestri di antisemitismo e antisionismo e antiisraelismo.


Angela Frozen Picchi
Poche idee, ma confuse

Leeora Gorfinkel
Alberto, mi dispiace contradirti, ma ti assicuro che tanti Polacchi sono antisemiti esattamente come erano prima della guerra. E non saranno certo le loro leggi negazioniste a cambiare questa realtà.

Alberto Pento
L'antisemitismo è diffuso ovunque, in tutto il mondo, laddove vi sono cristiani, maomettani e comunisti. Il nazionalismo polacco non è costituito solo dall'antisemitismo che è un male ma anche dall'antimaomettismo che è un bene, dall'anticomunismo che è un bene, dall'anti europeismo sovietizzante e islamizzante che è un bene, dall'anti immigrazionismo indiscriminato e scriteriato che è un bene. Si tratta di inquadrare le questioni e di affrontarle senza far confusione, con realismo, andando al nucleo di ogni singola questione. Il nazionalismo in sé non è un male ed è un valore (diritto e dovere) umano universale, sono nazionalisti anche gli ebrei e gli israeliani. Il nazionalismo diventa un male solo quando diventa razzismo e imperialismo; anche il non nazionalismo e il mondialismo, l'internazionalismo e l'ecumenismo quando diventano imperialismi massificanti e negatori delle differenze e delle libertà diventano un male grande, ancora più grande del nazionalismo.
Non si deve demonizzare e combattere il nazionalismo polacco che ha le sue buone ragioni, o non lo si deve combattere e demonizzare nei suoi aspetti ed elementi sani e in linea con i valori/doveri/diritti umani universali, ma lo si deve combattere e demonizzare solo nei suoi aspetti ed elementi negativi come l'antisemitismo e l'ideologia infernale nazista con il suo razzismo; a volte il razzismo nasce dal disprezzo ricevuto che ingenera un forte ed eccessivo apprezzamento di sé ed al contempo il disprezzo per gli altri o per una parte degli altri.
Si pensi al Sudafrica odierno comandato dalla maggioranza nera e al suo razzismo sprezzante, predatorio e assassino verso la minoranza bianca, razzismo-disprezzo e odio che sta portando allo sterminio dei bianchi.
Tale meccanismo lo si trova anche nell'antisemitismo cristiano, nell'alta considerazione che hanno i cristiani di sé (dovuta solo in parte al disprezzo degli ebrei e in gran parte alla fideistica e fanatica considerazione di sé cresciuta a compenso e nascondimento dell'irragionevolezza della credenza idolatra cristiana) che si porta come corollario il disprezzo per gli ebrei che hanno negato e negano la messianicità e la divinità di Cristo e che perciò vengono disprezzati e odiati dai cristiani, a cui si aggiunge l'aggravio per l'accusa di aver ucciso o di esserne stati la causa e di essere stati complici nell'uccisione di Cristo.
Anch'io che sono stato cresciuto come cristiano, quando dico ai cristiani che non sono più cristiano e che considero il cristianismo una idolatria, vengo da loro odiato e allontanato; allo stesso modo vengo odiato quando dico agli ebrei che anche la loro religione è in parte idolatra; con i maomettani è la stessa cosa solo che con questi che sono il massimo del fanatismo fideistico idolatra con il loro nazismo razzista dell'umma si rischia di essere uccisi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Diritti e doveri umani naturali e universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron