Orge gay pagate dal governo: ecco chi è il direttore dell'UnarFrancesco Spano, direttore dell'Unar, avvocato e da sempre impegnato contro le discriminazioni razziali e omosessuali
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 20/02/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66754.html Rom, camminanti, migranti, omosessuali. Nella vita di Francesco Spano c'è tutto questo.
Avvocato, classe 1977 nel suo curriculum appaiono il dottorato alla Scuola superiore "Sant'Anna" di Pisa e gli studi presso l’"Institut catholique de Paris" e la "School of Law" della University of California di Berkeley. Un profilo di tutto rispetto, ma che in queste ore è finito nella bufera dopo che Le Iene hanno documentato il finanziamento da parte dell'Unar (di cui Spano è direttore) di associazioni gay nei cui circoli si praticano orge e prostituzione invece delle normali attività culturali. Una brutta bega.
Scorrendo la pagina Facebook di Spano si può disegnare un profilo di questo giurista che ha insegnato diritto, politica e religione presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena e in un master della "Sapienza” a Roma. Immagini sacre e frasi della Bibbia, post a difesa dei diritti dei gay, elogi alla Legge Cirinnà per i matrimoni omosessuali. Poi ancora l'incontro con il Vescovo di Milano, Angelo Scola e quella "venerazione" per il calice di San Carlo Borromeo. Sembra che Spano faccia convivere agevolmente credo religioso e diritti dei gay, nonostante le forti proteste del mondo cattolico durante l'approvazione del Ddl Cirinnà.
Sulle posizioni politiche, invece, ci sono pochi indizi. Alcune apparizioni a dibattiti promossi dal Partito Democratico, l'augurio ai musulmani per le loro feste religiose, il Sì al referendum costituzionale e diversi post contro Matteo Salvini. Chiare le posizioni pro-Europa, visto che in occasione delle elezioni in Austria esultò "per i nostri fratelli austriaci che hanno bocciato il candidato della destra populista. W l'Europa". Nella scalata ai vertici dell'Unar, Spano è stato anche coordinatore della Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale, ha collaborato con il Ministro dell’Interno Giuliano Amato ed è stato consulente dell’UNICRI ed il Consiglio d’Europa. Sullo sfondo sempre le "questioni relative alla tutela delle minoranze, al dialogo inter religioso ed alle politiche di contrasto alla radicalizzazione"."Vorrei un'Italia in cui Michael ed Anna potessero avere le stesse opportunità, gli stessi giochi, gli stessi capricci, le stesse coccole a consolarli", scrive sotto una foto in cui si vede una giovane mamma immigrata.
Ora, dopo un'intera giornata sotto il fuoco incrociato di partiti e associazioni cattoliche, Francesco Spano si è dimesso dalla guida dell'Unar. Le Iene lo avevano messo di fronte a due documenti che dimostrerebbero come è anch'egli socio dell'Anddos, l'associazione cui fanno riferimento i circoli smascherati dal servizio di Filippo Roma. Il finanziatore è socio di chi viene finanziato consoldi pubblici? A questa domanda Spano ha risposto con un secco diniego, anche se le Iene dicono di essere in possesso della fotocopia del tesserino di adesione. Di certo c'è che il 21 ottobre scorso partecipò ad un "interessante convegno promosso da Anddos e dall'Unione forense per la tutela dei diritti umani". Ma forse è solo un caso.
"Orge gay con i soldi di Palazzo Chigi", bufera sull'Unar: si dimette il direttore SpanoForza Italia, Lega Nord, Fratelli dʼItalia e M5s annunciano unʼinterrogazione parlamentare. E la Boschi convoca il responsabile dell'Ufficio che poi lascia
20 Febbraio 201
http://www.iltempo.it/politica/2017/02/ ... re-1025876Un giro di prostituzione gay finanziato con i fondi pubblici. L'inchiesta delle Iene ha scatenato la bufera sull'Unar, l'Ufficio antidiscriminazioni razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio: nel pomeriggio il sottosegretario Maria Elena Boschi ha convocato immediatamente il direttore Francesco Spano che, qualche ora dopo l'incontro, ha annunciato le sue dimissioni.
Ad accendere i riflettori sul caso delle orge omosessuali pagate con i soldi di Palazzo Chigi è stata l'ultima puntata della nota trasmissione televisiva. Su segnalazione di un informatore le iene hanno scoperto che l'Ufficio del governo, che dovrebbe promuovere la parità tra i sessi e le razze elargendo contributi anche ad associazioni no profit terze, ha finanziato con 55 mila euro un circolo per la prostituzione gay con tanto di dark room. Nel servizio, realizzato da Filippo Roma, i fondi di Palazzo Chigi verrebbero usati da un'associazione non per promuovere attività culturali ma per circoli, centri massaggi e saune del mondo della prostituzione omosessuale.
La polemica sul caso è esplosa immediatamente non solo fra i telespettatori ma anche fra deputati e senatori. Gli eletti del M5s hanno annunciato in commissione Affari sociali un'interrogazione parlamentare: "È necessario un chiarimento del governo, il sottosegretario Maria Elena Boschi deve dare immediate spiegazioni, anche al fine di chiarire se siano state compiute le opportune verifiche". Dal canto suo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, travolta dalle polemiche, nel pomeriggio ha convocato immediatamente a Palazzo Chigi il direttore dell'Unar Francesco Spano finito nell'occhio del ciclone e già intervistato nel servizio delle iene dove, davanti alle telecamere, ha spiegato di non sapere nulla e di voler fare chiarezza sulla questione. Poi qualche ora dopo la notizia delle dimissioni.
"Chiediamo che l'Unar, il sedicente Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, venga chiuso oggi stesso" aveva scritto il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni in un lungo post dove annunciava un'interrogazione urgente al governo per chiedere la chiusura immediata dell'Ufficio e le dimissioni del suo direttore.
Caso Unar, si dimette il direttore Francesco Spanohttp://www.repubblica.it/politica/2017/ ... -158795892 La bufera scatenata dopo il servizio delle Iene, secondo cui l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe finanziato un'associazione dietro la quale sarebbe occultato il business del sesso a pagamento.
Quando l’Unar mi denunciò per “razzismo” alla Procura e all’Ordine per il titolo “Lampedusa invasa”21 Feb 2017
http://www.lindipendenzanuova.com/quand ... usa-invasaSTEFANIA PIAZZO – In questi giorni l’Unar, l’Ufficio nazionale discriminazioni razziali-Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, è sotto attacco mediatico per un’inchiesta delle Iene sulle reti Mediaset. Tra i finanziamenti erogati ad associazioni che operano nel sociale per promuovere i diritti umani, ve ne sarebbe una a quanto pare affatto sociale, con finalità discutibilmente etiche, ma non spetta a noi giudicare. Eppoi, l’Unar è un “tribunale speciale” di per sè, perché rubare il mestiere? Tempo fa ricevetti a casa una lettera dal Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. L’oggetto era “il non luogo a procedere” nei miei confronti da parte del mio ordine professionale a fronte dell’esposto presentato dall’Unar contro di me per aver titolato, quando ero direttore del quotidiano “la Padania”, in una estate calda di sbarchi, una foto in prima pagina, quello che noi chiamiamo il “fotone”, con un titolo di cronaca: “Lampedusa invasa”.
La denuncia era stata inviata alla procra della Repubblica di Milano, all’Ordine dei giornalisti della Lombardia e al Consiglio nazionale dell’Ordine a Roma. A suo tempo a rispondere dell’attività dell’Unar era il dottor Marco De Giorgi. L’accusa: “L’Unar ritiene che il suddetto titolo, oltre a costituire violazione delle prescrizioni deontoligiche (il che tradotto vuol dire anche sospensione dall’Ordine, ndr) contenute nella Carta dei doveri del giornalista, non appare in linea con le raccomandazioni contenute della “Carta di Roma”indicato in oggetto, relativo al dovere di rendere una informazione corretta ed equilibrata in tema di richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti”.
Il Consiglio di displina dell’Ordine replicava che il titolo “non contiene alcuna connotazione negativa… si osserva inoltre che la fotografia pubblicata con l’articolo non aggiunge nulla di negativo a quanto scritto”. Era una foto Ansa.
Che considerazioni aggiungere? Oltre che essere una perla da collezionare e tenere tra le cose preziose raccolte in quasi 30 anni di professione giornalistica, quella denuncia parla da sola. Ti chiede chiaramente: la libertà d’opinione esiste o va perseguita? Pensarla diversamente dall’Unar è un reato? Fare i giornalisti e raccontare i fatti è un rischio giudiziario? Puoi esercitare il diritto di cronaca, nonostante vi siano tutte le condizioni di legge, sulla carta, che sanciscono l’interesse pubblico, la pertinenza, l’attinenza ai fatti? A quei tempi, inoltre, l’ordinamento italiano prevedeva il reato di immigrazione clandestina. Quindi entrare in massa in un territorio diverso dal proprio, senza averne comprovato il diritto, era un reato. Ma il titolo non lo diceva neppure. Semplicemente fotografava la gravità di una situazione ingestibile. Su un territorio al collasso, senza una rete sanitaria decente e con centri di accoglienza indegni di essere definiti tali. Dunque il reato, anzi, i reati c’erano, ma li commettevo io da direttore, da giornalista, nel dare un nome a quella odissea.
L’Unar, a suo tempo, portò a giudizio per discriminazione razziale i comuni di Tradate e Morazzone per aver attivato il bonus bebè per i residenti. Essere cittadini è un reato? Avere diritti è discriminazione? O è solo obbligatorio avere doveri?
Adesso devono spiegare, gli Uffici Unar, perché avrebbero donato 56mila euro di soldi pubblici ad una associazione culturale che non eseciterebbe la missione per la quale avrebbe ricevuto in dono i fondi. Tentiamo di dare un titolo a questa storia? Ma per carità, a me è già bastata una denuncia dai santoni del politicamente corretto.