ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

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Messaggioda Berto » ven apr 21, 2017 7:03 pm

A breve all’UNESCO si tornerà a votare la Risoluzione su Gerusalemme. Cosa farà l’Italia?
Laura Rossi on Apr 21, 2017

http://www.rightsreporter.org/breve-all ... ra-litalia


Al prossimo appuntamento, in sede Unesco, l’Italia voterà definitivamente contro l’assurda e antistorica Risoluzione del Muro del Pianto a Gerusalemme?

Non abbiamo dimenticato la vergognosa astensione del nostro rappresentante nell’ottobre 2016. Desideriamo augurarci che il governo italiano, dopo aver scelto la strada incomprensibile dell’astensione, chiarisca questa vergogna.

Renzi e Gentiloni avevano dichiarato e promesso «se alla prossima votazione la Risoluzione sui luoghi santi di Gerusalemme resta uguale voteremo contro».

Questa promessa sarà mantenuta, oppure assisteremo di nuovo all’ennesimo schiaffo alla storia? E’ così difficile comprendere che si tratta di una Risoluzione che offende la verità storica, non solo ebraica, ma anche cristiana?

Una Risoluzione inaccettabile che pretende di riscrivere la storia eliminando ogni riferimento all’identità ebraica. Un gesto gravissimo e antistorico che cancella tremila anni di storia. Un vero stupro.

Infinite le ragioni per votare contro, ricordando che nel ’67 a seguito della guerra dei SEI giorni, gli israeliani hanno riconquistato la città vecchia di Gerusalemme. I giordani, poi diventati palestinesi, avevano vandalizzato e distrutto molte Sinagoghe.

Il ministro, o chi per lui, che dovrebbe votare è a conoscenza che gli arabi impediscono agli ebrei di pregare negli spazi aperti accanto alle moschee, sulla Spianata del Tempio?

È a conoscenza che quando Gerusalemme era occupata dai giordani, agli ebrei era impedito l’accesso del Muro del Pianto?

È a conoscenza che quando Israele ha riconquistato Gerusalemme non ha distrutto le moschee ma ha affidato la loro gestione ad un ente islamico-giordano?

A questo punto cosa aggiungere se non sperare nel buon senso e nella verità storica?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » dom apr 30, 2017 7:30 pm

NUOVO VOTO DELL'UNESCO CONTRO ISRAELE
Thanks to Israele.net
30/04/2017

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 9726943052

Il Comitato esecutivo dell’ UNESCO intende votare il prossimo 2 maggio (Giornata dell’Indipendenza d’Israele) una risoluzione contro la sovranità israeliana su tutta #Gerusalemme.

Diplomatici israeliani e americani stanno tentando si convincere i 58 paesi che compongono il Comitato esecutivo a votare contro la risoluzione, che tuttavia è molto probabile che passi per via della maggioranza automatica dei paesi arabi. L’anno scorso l’Unesco approvò una risoluzione che disconosceva i legami ebraici (e cristiani) con il Monte del Tempio di Gerusalemme, indicato solo con il termine musulmano Al-Haram Al Sharif. Solo sei paesi votarono contro.

Questa volta la bozza di risoluzione non parla del Monte del Tempio, pur chiedendo la riaffermazione dei testi precedenti che vi fanno riferimento. Tuttavia include un nuovo articolo contro la sovranità israeliana su tutta la città Gerusalemme (non solo la parte est e la Città Vecchia).

La risoluzione stabilisce inoltre che è nulla qualsiasi decisione presa su Gerusalemme da qualunque autorità israeliana (Knesset, Corte Suprema ecc.).

È la prima volta che il Comitato esecutivo dell’Unesco viene chiamato a pronunciarsi contro la sovranità israeliana anche su Gerusalemme ovest. Tutti i principali organi di governo israeliani (Parlamento, Governo e Corte suprema) hanno sede a Gerusalemme. Nell’Esecutivo Unesco siedono 11 paesi dell’Unione Europea (Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Svezia) e gli Stati Uniti. La bozza di risoluzione ribadisce anche che i luoghi santi ebraici della Tomba dei Patriarchi a Hebron e della Tomba di Rachele a Betlemme sono “parte integrante della Palestina” (i musulmani li considerano entrambi luoghi esclusivamente islamici e li chiamano moschea Ibrahimi e moschea Bilal bin Rabah).



Gerusalemme, no italiano su voto Unesco
Lo annuncia il ministro degli Esteri Alfano: 'E' politicizzato'
02 maggio 2017

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... 0f6a9.html

"Ho dato precise istruzioni di voto al Rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unesco: votare 'no' contro l'ennesima risoluzione politicizzata su Gerusalemme, tra l'altro nel giorno di un'importante festa nazionale israeliana. La nostra opinione - annuncia il ministro degli Esteri Angelino Alfano - è molto chiara: l'Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi". "Coerentemente con quanto dichiarato a ottobre noi, dunque, voteremo contro la risoluzione, sperando che questo segnale molto chiaro venga ben compreso dall'Unesco", conclude Alfano in una nota.

Israele plaude alla decisione italiana di schierarsi contro la nuova risoluzione su Gerusalemme che l'Unesco si appresta a votare oggi e che, a giudizio israeliano, rigetta la sovranità dello Stato ebraico su qualsiasi parte di Gerusalemme. L'ambasciatore presso l'organismo culturale dell'Onu, Carmel Shama-Hacohen, citato dal Times of Israel, ha definito "senza dubbio uno sviluppo positivo" la posizione dell'Italia annunciata dal ministro degli Esteri Angelino Alfano.

"Israele ringrazia il governo italiano per la decisione di votare contro la risoluzione anti-israeliana all'Unesco. E' un voto contro un altro tentativo di distorcere la storia, di negare i legami fra gli ebrei e Gerusalemme e contro il tentativo di politicizzare ancora l'Unesco. Non avevamo nessun dubbio che il governo italiano avrebbe mantenuto la promessa di votare contro tale risoluzione". Lo afferma all'ANSA l'ambasciata d'Israele a Roma.


Gerusalemme non ha alcun bisogno dell’Unesco
Anziché farfugliare scuse e giustificazioni, Israele fa bene ad affermare la verità in modo chiaro e forte
di Ariel Bolstein
(Da: Israel HaYom, 4.5.17)

http://www.israele.net/gerusalemme-non- ... dellunesco

Mi trovavo in Italia, pochi giorni fa, quando l’Unesco ha adottato un’altra delle sue sciagurate risoluzioni che cercano di negare ogni legame fra ebrei, stato ebraico e Gerusalemme. Ovviamente nessuno in Italia si preoccupava minimamente della cosa. L’unica cosa che interessa agli italiani in questo periodo per quanto riguarda l’Unesco è la campagna che mira a convincere l’organizzazione ad includere l’arte della pizza napoletana nella sua prestigiosa lista del patrimonio culturale dell’umanità. Ma se anche la campagna fallisse, ciò non renderà affatto gli italiani meno orgogliosi della loro pizza. Questo è esattamente l’atteggiamento che dovremmo avere anche noi israeliani.

Con o senza l’Unesco, Gerusalemme è e resta il fondamento della nazione ebraica, la capitale d’Israele. Tutti gli altri sono solo graditi ospiti. Non c’è Gerusalemme senza Israele e non c’è Israele senza Gerusalemme. Noi ebrei cercheremo di accogliere tutti gli ospiti a braccia aperte, ma saremo altrettanto e più determinati nel confermare la nostra sovranità su tutte le parti di una città che è sempre stata unica, e nell’invalidare ogni tentativo di mettere in dubbio il suo futuro, sia che il tentativo venga fatto da un’organizzazione internazionale irrilevante e inutile come l’Unesco, sia da chiunque altro.

Uno sguardo attento su come hanno votato sulla risoluzione gli stati membri del Comitato Esecutivo dell’Unesco rivela che Israele sta facendo progressi in fatto di alleanze e sostegno internazionale. Il risultato della votazione era sostanzialmente scontato a causa della maggioranza automatica dei paesi islamici e dei paesi costretti a sottomettersi ai loro diktat.

Eppure, il campo che si oppone o si astiene di fronte a questi documenti demenziali è cresciuto. Mi permetto di pronosticare che più saremo fermi nel rifiutare compromessi sui nostri diritti basilari e sulla verità stoiche, più grande diventerà il campo che vota in modo assennato. E i paesi che si ostinano a tenersi al di fuori da questo campo diventeranno irrilevanti e sempre più staccati dalla realtà (come ad esempio la Svezia).

L’Italia ha sostenuto la posizione di Israele e ha votato contro la delirante proposta che vorrebbe separare Gerusalemme da Israele ed ebrei. Ogni italiano con cui ho parlato della decisione si è dimostrato sorpreso: come altro si potrebbe votare? Come si potrebbe votare contro la verità?

Israele ha fatto e fa molto per mostrare al mondo la verità. Il Ministero degli esteri e altri organismi stanno investendo considerevolmente nella campagna, con l’aiuto di enti e organizzazioni della società civile. E il succo del messaggio è stato aggiornato. Anziché farfugliare scuse e giustificazioni, Israele afferma la verità in modo chiaro e forte: il popolo ebraico è nato nella Terra d’Israele, che è la sua legittima patria, e tutti gli argomenti storici, giuridici e di sicurezza non fanno che confermare e rafforzare questo legame. Quanto prima i paesi della regione accetteranno questa realtà incontestabile, tanto meglio sarà per tutti.





Jeruxałeme (Gerusalemme) ebrea, cristiana (e musulmana?)
viewtopic.php?f=197&t=2128

Immagine
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » gio mag 25, 2017 7:04 am

La Repubblica Ceca in campo: “Gerusalemme capitale d’Israele; non paghiamo Unesco antisionista”
24 maggio 2017
di Ernesto Vito

http://www.italiaisraeletoday.it/la-rep ... tisionista

Una risposta importante ad alcuni Paesi europei e all’Unesco per Israele è venuta dalla Repubblica Ceca, dove la camera bassa del parlamento, la camera dei deputati, ha approvato un documento che sollecita il governo a riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. Ma non solo: ha anche votato la sospensione del pagamento delle quote di adesione all’Unesco finché non verrà annullata la campagna antisionista.

Il presidente della repubblica ceca, Milos Zeman, ha inoltre inviato un messaggio speciale al governo israeliano con parole di “amicizia e di forte legame fra i due stati”. “la Repubblica cecoslovacca – ha sottolineato Zeman- ha dato una mano a Israele nei tempi difficili. E in cambio, Israele con la sua vitalità e l’orgoglio ci incoraggia in Europa dove affrontiamo il male del terrorismo”.

L’ambasciatore d’Israele all’UNESCO, Carmel Shama-Hacohen, ha accolto con favore la decisione della camera dei deputati ceca. “Un’altra decisione benedetta e un’altra voce sana contro il flusso di risoluzioni deludenti sulla questione di Gerusalemme. Questo è davvero un bel regalo di Praga al popolo d’Israele”.

La Camera dei Deputati ceca ha inoltre approvato una soluzione a due stati e ha chiesto negoziati diretti Israele-Palestina senza pre-condizioni. E infine ha manifestato la ferma opposizione a decisioni e risoluzioni di organizzazioni internazionali come l’Unione europea” che “distorcono i fatti storici” e sono animate “dallo spirito del fanatismo anti-israeliano”.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » gio giu 01, 2017 1:10 pm

Per l’ONU se i poveri palestinesi stanno male la colpa è di Israele
Written by Sarah G. Frankl on Giu 1, 2017
http://www.rightsreporter.org/lonu-pove ... pa-israele

Se i poveri palestinesi stanno male la colpa non è del fatto che i loro leader si mangiano tutti gli aiuti internazionali, non è colpa del mancato sviluppo nonostante centinaia di miliardi di dollari arrivati da tutto il mondo, non è colpa della corruzione dilagante nella ANP in Cisgiordania o della sanguinaria dittatura islamica di Hamas a Gaza. No, se i palestinesi stanno male la colpa è di Israele.

Ad arrivare a questa “fenomenale” conclusione è l’OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, che con un rapporto diffuso ieri accusa Israele per il malessere in cui vivono i poveri palestinesi.

Secondo l’OCHA i poveri palestinesi in Cisgiordania soffrono di “carenza di sicurezza” a causa delle “politiche di occupazione” perpetrate da Israele dalle quali derivano violenza, limitazioni nei movimenti, accesso limitato quando non negato al territorio israeliano e addirittura ostacoli alle azioni umanitarie. Quelli dell’OCHA fanno notare anche che ai poveri palestinesi in Cisgiordania mancano i servizi essenziali di sussistenza, ma si guardano bene dall’identificare la ANP come responsabile di questa carenza. No, la colpa è sempre di Israele che dovrebbe sopperire alle mancanze della ANP in quanto “potenza occupante”.

Su Gaza poi sfiorano il ridicolo. A parte che non si capisce perché l’OCHA debba inserire un capitolo dedicato a Gaza in un rapporto che parla di “territori occupati”. Gaza non è più occupata dal 1994. Ma pazienza, ormai ci siamo abituati. Quello che è veramente ridicolo è che si attribuisca al blocco di sicurezza su Gaza tutte le responsabilità della grave crisi umanitaria che attanaglia la Striscia di Gaza. Non si fa nessun cenno al fatto che sia stata la ANP a volere il taglio dell’energia elettrica perché non vuole pagare il dovuto e vuole mettere in difficoltà Hamas. Nessun cenno alla mancata costruzione di fognature e condotte per l’acqua potabile, nonostante i tanti fondi versati dai donatori. Nessun cenno alle centinaia di tonnellate di aiuti umanitari che ogni giorno entrano nella Striscia di Gaza da Israele. Ma soprattutto, nessunissimo cenno alla dittatura islamista di Hamas e allo scontro con Fatah (ANP) che finisce per coinvolgere centinaia di migliaia di civili.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 8:13 am

Premio UNESCO?


Perché Lampedusa non ha più voluto la sua eroina?
Giusi Nicolini, 56 anni
12/06/2017
antonella boralevi

http://www.lastampa.it/2017/06/12/socie ... agina.html

Giusi Nicolini, appassionata, educata, colta, bella, efficace, lavoratrice è da anni praticamente dappertutto: sui media, con interviste, ritratti, copertine, servizi fotografici, interventi, talk show, commenti, convegni; a ritirare il premio Unesco per la pace; con Matteo Renzi a cena da Obama alla Casa Bianca, come “simbolo della eccellenza italiana”. Una gloria di Lampedusa additata a esempio per il mondo.

Poi arrivano le elezioni. Lampedusa vota. E per sindaco sceglie Salvatore Martello, che era stato sindaco quindici anni fa: 1566 voti contro i 908 di Giusi Nicolini. Strano, no? Il sindaco guida i suoi concittadini, ne incarna i valori e le speranze, si occupa della qualità della loro vita, è una bandiera e un punto di riferimento. Giusi Nicolini era una bandiera e un punto di riferimento, sempre presente, sempre parlante.

Tutti i commentatori, tutti i giornalisti, tutti i politici la lodavano, la ringraziavano, la portavano a esempio. Mai una voce contraria. Solo lodi, ovazioni, premi. Ma allora perchè i lampedusani non la vogliono? Saranno invidiosi di tanta popolarità? Avranno valutato sul campo il lavoro della sindaca? Avrà disturbato gli interessi di qualcuno? A me pare, magari sbaglio, che la mancata conferma di una sindaca celebrata come una eroina qualche domanda ci costringa a farcela.



Manipolatori e malversatori dell'Ordine Naturale dei Diritti Umani Universali
viewtopic.php?f=141&t=2023

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624

Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
viewtopic.php?f=196&t=2605
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Messaggioda Berto » mar giu 13, 2017 6:59 pm

Un'altra associazione internazionale mostruosa.

AMNESTY INTERNATIONAL SU BDS

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3832751641

"In un duro confronto sulla pagina Facebook di Amnesty International - Italia, la famosa ONG ha gettato definitivamente la maschera sul suo effettivo supporto al movimento #BDS, che mira a distruggere l'economia israeliana tramite il #boicottaggio dei prodotti degli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria. In un lungo post, l’account ufficiale di Amnesty arriva a delle con conclusioni sconcertanti e in completo contrasto con le premesse (#). Per Amnesty, è possibile sostenere i sostenitori del BDS, a detta loro “difensori dei diritti umani”, ma non il BDS in sé. Un po' come se qualcuno (visto che siamo in tema di boicottaggio di prodotti, ma ovviamente senza voler accomunare in alcun modo le due fattispecie), nel 1940, avesse detto “Io non prendo posizione sul Nazismo, ma do tutto il mio supporto a Hitler, Goebbels, Goering e Eichman”. D'altronde, Amnesty si era già distinta, due anni fa, con il grottesco progetto “Piattaforma #Gaza”. In quel caso, gli analisti di Progetto Dreyfus scoprirono che buona parte dei dati riportati da Amnesy provenivano da ONG legate a doppio filo con il gruppo terroristico di Hamas, e che la maggior parte dei fautori del progetto avevano decine di post di propaganda antisraeliana sui propri account. La situazione è ora ancora più grave, perché condita da citazioni sconsiderate della Convenzione di Ginevra, dall'espilicito invito ad adottare il BDS rivolto alle autorità statali e da una inaccettabile bias anti israeliano."




I diritti disumani di Amnesty – Italia Israele Today
22 giugno 2017
Riccardo Noury, il portavoce italiano di Amnesty International
di Niram Ferretti

http://www.italiaisraeletoday.it/i-diri ... i-amnesty/

Sono incistati gli automatismi ideologici, si radicano nel profondo e lì restano, continuando ad alimentarsi della loro materia preferita, la sostituzione della realtà con una sua immagine alterata o completamente menzognera. Prendiamo la ONG inglese Amnesty International. Nel 1961, l’avvocato britannico Peter Benenson, suo fondatore, scelse come simbolo per rappresentarla una candela accesa circondata da un pezzo di filo spinato.

Duole dire che la luce di questa candela, in merito a Israele, si è spenta da tempo per lasciare al suo posto l’oscurità del pregiudizio e della distorsione. È recente il lungo post sulla pagina Facebook di Amnesty International, in cui viene conferita legittimità all’associazione anti-israeliana BDS poiché la ONG “ritiene che molti sostenitori del BDS siano difensori dei diritti umani”.

Il binomio “diritti umani” è, tra le truffe semantiche del nostro tempo, forse quella di maggior successo. Basta pronunciare le parole fatate ed ecco, come per incanto, si aprono le porte su regni di soprusi e di ingiustizie che i promotori dei “diritti umani” sanno riconoscere con precisa e infallibile, se non estremamente selettiva, sicurezza.

Come ha scritto Giovanni Quer nel suo opuscolo dedicato al BDS, esso si fonda sul presupposto che “Israele sia uno stato ontologicamente criminale: sorto da un crimine commesso contro i palestinesi, sviluppatosi come stato razzista e perpetratore di crimini di guerra contro l’umanità”.

Il BDS è nulla più che una gigantesca frode, una organizzazione politica ben precisa vocata alla discriminazione e alla demonizzazione di Israele, illegale in 19 stati americani e ora anche in Francia. Tuttavia esso è perfettamente legittimo per Amnesty International, e non si vede come potrebbe essere diverso visto che entrambi, infondo, condividono la medesima piattaforma ideologica.

In Making David into Goliath, Joshua Muravchik a proposito di quest’ultima ha evidenziato alcuni fatti: “Amnesty International ha collaborato apertamente con la Campagna di Solidarietà Palestinese. Uno dei membri inglesi del suo staff si rivolse a un gruppo pro-palestinese dicendo che Israele appartiene ‘alla lista degli stupidi regimi dittatoriali…insieme a Burma, la Corea del Nord, l’Iran e il Sudan“, mentre il presidente del suo ramo finlandese scrisse nel suo blog che Israele è ‘un paese canaglia’.

Nel 2013, Amnesty scelse Roger Waters del gruppo rock Pink Floyd come conduttore del suo annuale Ambassador of Conscience Award, malgrado il fatto (o forse in virtù di esso), che Waters fosse notoriamente un collaboratore del sito web Electronic Intifada e un instancabile promotore del boicottaggio di Israele…

Amnesty esercita al meglio solo una tenue pretesa di neutralità. Per esempio, quando pubblicò un press release nel 2009 denunciando l’aiuto americano a Israele e chiedendo a ‘tutti i governi di imporre un embargo immediato e generale nei confronti di Israele e ai gruppi armati palestinesi’. L’inclusione dei ‘gruppi armati palestinesi’ fu una frase buttata lì in quanto il loro principale rifornitore è l’Iran. il quale non ha mai manifestato il minimo interesse nei confronti di ciò che dice Amnesty”.

AMNESTY

Sempre sul post di Facebook, in linea con il press release del 2009, Amnesty International invita gli “Stati a prendere provvedimenti per impedire la vendita di merci provenienti da insediamenti illegali nei loro paesi”. E qui casca l’asino, essendo questa una delle richieste del BDS. Dopo la richiesta di embargo generale ora segue quella di boicottaggio delle merci.
A seguito di un articolo di Giulio Meotti apparso su Il Foglio il 13 giugno, dal titolo Umanitaristi Impazziti in cui il giornalista prende di mira anche la ONG inglese, il suo portavoce italiano, Riccardo Noury ha scritto una lettera al giornale nella quale sottolinea che, “Se, per il diritto internazionale umanitario, gli insediamenti israeliani sono illegali, allora il vantaggio economico realizzato dalle imprese e dalle aziende che lì producono e commerciano va fermato. Amnesty International non sta invitando i consumatori ad aderire a campagne di boicottaggio. Chiede agli stati di rispettare i loro obblighi di diritto internazionale e vietare l’importazione di prodotti provenienti dagli insediamenti illegali”.

Non solo Noury fa riferimento a un fantomatico “diritto internazionale umanitario” ma di fatto, in ciò che scrive, si beffa del principio di non contraddizione, affermando che Amnesty International non inviterebbe i consumatori al boicottaggio ma chiedendo, al medesimo tempo, agli stati di vietare l’importazione dei prodotti provenienti dagli insediamenti.

Contraddizione che non sfugge a Meotti nella sua risposta: “Gentile Noury, prendiamo atto che Amnesty International riconosce di aver lanciato un boicottaggio delle merci israeliane. Sulla “illegalità” degli insediamenti israeliani c’è una discussione che va avanti dal 1967 e che non si risolve certo con un voto dell’Onu, organismo prezioso troppo spesso sequestrato da regimi corrotti e da dittature e che ha dimostrato di avere una terribile pregiudiziale antisraeliana. Ma anche se accettassimo il vostro legalismo sulla vicenda, sorprende che Amnesty International, una ONG che ha a cuore democrazia e diritti umani, prenda di mira soltanto uno stato con questa sua campagna di boicottaggio. L’unico stato ebraico del mondo e l’unica democrazia di tutto il medio oriente. In questo modo avete deciso di rafforzare coloro che conducono la campagna per la messa al bando di Israele, il cui obiettivo è cancellare quello stato dalla carta geografica e non certo promuovere la pace. In un momento in cui, dall’Egitto all’Iran, i paesi del medio oriente calpestano ogni diritto umano, Amnesty dovrebbe avere a cuore, e non boicottare, Israele. Questo avrebbe voluto il vostro fondatore, Peter Benenson”.

Per Amnesty International, come per il BDS a cui si associa, Israele è da punire. Non può essere che così quando si è stabilita a priori la colpevolezza, in nome, beninteso, dei “diritti umani” da difendere.

(Progetto Dreyfus)
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » dom giu 25, 2017 9:51 am

La lotta alle fake news non esiste. Esiste la guerra contro la verità
Due casi di censura sui social media
Nicola Porro, 23 giugno 2017

http://www.imolaoggi.it/2017/06/24/la-g ... -la-verita

La censura sui social media parte da una fake news: e cioè che per combattere le fake news ci vuole qualcuno che controlli. Le bufale sono sempre esistite e sempre esisteranno: i pettegolezzi sono passati dai bar di paese, dalla bocca di rosa, alle bacheche dei social media.

Nessuno nega l’esistenza delle fake news, ma gli strumenti per combatterle sembrano peggiori del male. Sentite questa.

Ieri Fabrizio de Pasquale, che conosco dai tempi della gioventù liberale pensate un po’ voi, e che oggi è consigliere comunale a Milano per forza Italia ha scritto un pezzullo riguardo all’immigrazione.

Dati alla mano, ha dimostrato che il 64 per cento dei sussidi di povertá a Milano sono erogati ad extracomunitari. È il suo mestiere, fa politica, e di queste cose si occupa da decenni. Per di piú i dati li ha presi dal Comune, non da Babbo Natale. Ebbene Facebook dopo poche ore ha cancellato il suo post dalla bacheca, comunicandogli che la riteneva una fake news, o meglio che “bloccava contenuti che sembrano spam”. Posto che anche un bambino di tre anni avrebbe capito che non era una catena di sant’antonio elettronica e tanto più lo deve avere capito il cervellone di facebook che si chiama algoritmo, ci chiediamo cosa sia successo.

Anche se un sospetto lo abbiamo. Non essendo FB in grado di controllare milioni di video e scritti che ogni minuto vengono caricati, deve aver assecondato il suggerimento di qualcuno, che invece di contestare De Pasquale nel merito, lo ha fatto bannare con lo spauracchio delle fake news. Poi grazie alle sue insistenze e rapporti personali Fabrizio è riuscito a disseppellire il suo post.

Resta una questione di principio.

Nel tempo dei social media per essere escluso non si urla piú al presunto fascismo, ma che si grida al “faker”, novella incarnazione del fascista digitale.

Le cose, e lo dico per esperienza personale, non vanno meglio per gli youtubber. Nel mio caso mi sono visto rifiutato la monetizzazione di una serie di video relativi agli attentati islamici realizzati negli ultimi mesi in Europa.

La notazione burocratico digitale è la seguente: “Non abbiamo accettato la tua richiesta di monetizzazione perché i contenuti o i dettagli dei tuoi video potrebbero non essere compatibili con i contenuti degli inserzionisti”.

Il titolo del mio video era “Londra e l’incredibile predica di “Avvenire” (20 giugno 2017)”, e vi invito a guardarlo. Quando si parla di terrorismo islamico e quando si prende una posizione netta e magari non in linea a quella dei giornalisti dell’Internazionale, c’è qualcuno che blocca.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » dom lug 02, 2017 11:03 am

ENNESIMO SCANDALO ALLE NAZIONI UNITE: ORGANIZZAZIONI LEGATE AL TERRORISMO PALESTINESE PARTECIPANO AD EVENTO ALL'ONU

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 7934267564

Organizzazioni che collaborano con Hamas e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), riconosciute a livello internazionale come organizzazioni terroristiche, partecipano al “Forum per i cinquant’anni di occupazione” organizzato giovedì e venerdì presso la sede delle Nazioni Unite dalla rappresentanza palestinese all’Onu.

Secondo informazioni ottenute dalla rappresentanza israeliana, all’evento intervengono il gruppo Al Haq, che collabora con il Fplp (il quale fra l’altro lo scorso 16 giugno ha rivendicato l’assassinio a sangue freddo della poliziotta israeliana Hadas Malka a Gerusalemme), e il Centro Al Mezan per i Diritti Umani che collabora regolarmente con Hamas.

L’ambasciatore d’Israele all’Onu Danny Danon ha accusato l’Onu di “collusione con i sostenitori del terrorismo”. “Supera ogni comprensione – ha detto Danon – che fondi delle Nazioni Unite vengano usati per sostenere iniziative di organizzazioni che aiutano i terroristi e istigano all’odio e alla violenza contro Israele: chiediamo al Segretario Generale di intervenire immediatamente”.

Secondo un rappresentante dell’ufficio di Antonio Guterres, il Segretario Generale non ha alcuna autorità sull’evento perché è organizzato dalla Commissione sui diritti inalienabili del popolo palestinese. Giovedì, intervenendo al Forum, il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha affermato che Hamas e Fplp non sono organizzazioni terroristiche.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » mar lug 04, 2017 6:06 am

Scontro all’Unesco sulla Tomba di Abramo
2017/06/30

http://www.lastampa.it/2017/06/30/vatic ... agina.html

Dopo il Muro del Pianto, un nuovo fronte ammantato di simboli religiosi sta per aprirsi all’Unesco nello scontro tra Israele e Palestina. Domenica 2 luglio a Cracovia si apre, infatti, la sessione di quest’anno del Comitato per il riconoscimento dei Patrimoni dell’umanità, la prestigiosa lista che include attualmente oltre mille tra siti naturalistici e tesori culturali di 165 Paesi del mondo. E tra le nuove richieste iscritte all’ordine del giorno per la discussione figura anche quella avanzata dall’Autorità Palestinese per l’inclusione della Città Vecchia di Hebron, che ha il suo centro nel luogo dove ebrei, cristiani e musulmani venerano quella che secondo la tradizione è la Tomba di Abramo.

Un complesso antichissimo - le mura esterne risalgono ai tempi di Erode - che a seconda del punto di vista di chi lo guarda è chiamato Tomba dei patriarchi (visto che ospita anche quelle di Isacco e Giacobbe e di alcune delle loro mogli) o moschea al Khalil. E al suo interno mostra pure chiari i segni dell’epoca crociata, quando venne trasformato in una chiesa affidata ai canonici agostiniani.

A suscitare discussioni, ovviamente, non è il riconoscimento in sé come Patrimonio dell’umanità, ma la sovranità rivendicata da chi lo propone. Hebron si trova infatti nel cuore della Cisgiordania ed è uno dei luoghi maggiormente contesi tra israeliani e palestinesi. Pur essendo infatti una città palestinese abitata da circa 200 mila persone, Hebron vede al suo interno la presenza di due insediamenti israeliani - uno nel cuore della città e l’altro nella vicina Kiryat Arba, abitati complessivamente da circa 10mila coloni. Ed è una coabitazione critica, segnata da rancori e da una lunga storia di violenze che bastano due date a riassumere: il 1929 con la prima strage patita dagli ebrei nel Novecento in Medio Oriente, quando ancora la Terra Santa era sotto il mandato britannico, e il 1994, quando fu un colono di Kiryat Arba, Baruc Goldstein, ad aprire il fuoco contro i musulmani che si recavano a pregare alla Tomba di Abramo, uccidendo 29 persone.

Da allora la separazione fisica è entrata anche dentro lo stesso luogo sacro, attraverso una parete divisoria che separa l’ambiente ebraico da quello musulmano: i fedeli accedono a ciascuna delle due zone da ingressi rigidamente distinti. Ora la mossa della Palestina all’Unesco mira a rivendicare la propria sovranità su Hebron, specificando che si tratterebbe di un patrimonio in pericolo e in questo modo ottenendo una via prioritaria per l’esame della domanda, come già avvenuto negli anni scorsi per la Basilica della Natività a Betlemme e le colline degli uliveti del Battir (gli altri due siti palestinesi già riconosciuti come Patrimonio dell’umanità).

Da parte sua Israele - visti i precedenti e la composizione dei rappresentanti dei 21 Paesi che formano oggi il Comitato - non nutre grandi speranze di riuscire a bloccare il voto di Cracovia. E sostiene già - per bocca del suo ambasciatore all’Unesco, Carmel Shama HaCohen - che si tratta di «un nuovo fronte nella guerra ai luoghi santi che i palestinesi stanno tentando di appiccare come parte della loro campagna contro Israele e la storia del popolo ebraico». Anche se - va aggiunto - nell’istanza presentata dall’Autorità palestinese si parla espressamente di Hebron come di un «luogo sacro a musulmani, cristiani ed ebrei».

Il punto vero è che, in assenza di un processo di pace con obiettivi chiari e concreti, i luoghi santi restano in balia degli opposti estremismi, bandiere utili per essere sventolate sui palcoscenici internazionali per battaglie simboliche che non fanno altro che inasprire gli animi. Hebron è un luogo fondamentale per l’identità ebraica: la Genesi parla espressamente di questa «Grotta di Macpela» comprata da Abramo per seppellirvi in primis sua moglie Sara. E nella teologia biblica la Tomba dei patriarchi costituisce la primizia della Terra promessa: logico, dunque, che un ebreo osservante non possa accettare di essere tenuto fuori da un luogo del genere (come fu, invece, dal 1929 al 1967).

Nello stesso tempo, però, la storia complessa di questa regione del mondo ha reso Hebron un luogo irrinunciabile anche per i musulmani, per i quali Abramo è una figura talmente importante da meritarsi l’appellativo di al Khalil, cioè l’amico di Dio. Al di là di quella che sarà la decisione dell’Unesco, dunque, sembra destinato a rimanere un rompicapo irrisolvibile, finché la logica delle prove di forza in Terra Santa non lascerà il posto a quella del riconoscimento reciproco.



Gli scippatori dell’UNESCO
Niram Ferretti

http://www.linformale.eu/gli-scippatori-dellunesco

Con ogni probabilità oggi assisteremo nei confronti di Israele a un nuovo scippo da parte dell’UNESCO. Si riunirà infatti a Cracovia, su sollecitazione palestinese, il comitato del World Heritage, allo scopo di inserire la Tomba dei Patriarchi a Hebron tra i siti di interesse culturale mondiale che il comitato dipendente dall’ONU considera in pericolo. Fin qui sembrerebbe tutto a posto, sennonché la Tomba dei Patriarchi è, insieme a Betlemme e al “paesaggio culturale di Gerusalemme sud”, registrata dall’UNESCO come facente parte dello “Stato di Palestina”. La natura politica della proposta palestinese, camuffata da salvaguardia culturale, è di una evidenza solare.

Si tratta, ancora una volta, della consolidata prassi arabo-musulmana di appropriazione-espropriazione della grande eredità storica e culturale ebraica che ha già visto nell’aprile del 2015 e poi il 16 ottobre 2016 l’UNESCO espropriare nominalmente Israele del Kotel hamaravi (il Muro Occidentale o Muro del Pianto) e il soprastante monte del Tempio, da sempre il sito più sacro per l’ebraismo. A questa risoluzione seguì poi ai primi di maggio una ennesima risoluzione la quale rifiutava a Israele qualsiasi legittimità su Gerusalemme. Stati sponsor delle risoluzioni, i liberali e illuminati Sudan, Algeria, Qatar, Egitto, Oman e Marocco.

“Questa non è altro che l’ultima cinica mossa in ordine di tempo da parte dei palestinesi intesa a cancellare la storia ebraica riqualificando come musulmani i luoghi più santi per l’ebraismo, come il Muro del Pianto, la tomba di Rachele e le tombe dei patriarchi“ ha affermato il Centro Simon Wiesenthal.

Già il 14 aprile del 2015 nella risoluzione presentata all’UNESCO dagli stati summenzionati il Muro del Pianto veniva definito, “piazza del muro occidentale”, mentre il Monte del Tempio veniva rinominato in lingua araba, al-Haram-al-sharif (il nobile santuario).

La riscrittura della storia da parte arabo-musulmana, per cui gli ebrei non avrebbero alcun legame reale e profondo con Israele, è una delle costanti della guerra culturale e diplomatica che gli stati arabi hanno intrapreso da cinquanta anni contro lo Stato ebraico. Le risoluzioni UNESCO fanno parte delle munizioni simboliche di cui essi si sono dotati. Tutto ciò si incardina nella precisa e sempre ribadita volontà araba di non riconoscere a Israele alcuna legittimità. Nessun’altra se non questa è la matrice da cui si origina il persistente conflitto arabo-israeliano. Non essendo riusciti a cancellare Israele dalla geografia si procede a cancellarne, appropriandosene, della sua memoria storica.


https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 7523031973

Con 10 paesi a favore, 3 contrari e 8 astenuti, i 21 membri del Comitato Unesco per il Patrimonio dell’Umanità hanno nuovamente approvato ieri una risoluzione che etichetta Israele come “potenza occupante” a Gerusalemme affermando che svolge “politiche illegali” nella Città Vecchia, compresi gli scavi archeologici. “Non c’è niente di più vergognoso dell’Unesco che dichiara che l’unico stato ebraico al mondo è una potenza occupante al Muro Occidentale e nella Città Vecchia di Gerusalemme” ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele all’Onu Danon, aggiungendo: “Nessun falso Comitato per il Patrimonio dell’Umanità potrà mai spezzare i legami tra il popolo ebraico e Gerusalemme”. Il Ministero degli esteri israeliano ha definito la risoluzione “triste, inutile e patetica” nonché “un’altra decisione bizzarra e irrilevante dell’Unesco, al servizio dei nemici della storia e della verità”. Naftali Bennett, ministro israeliano dell’istruzione e capo del Comitato israeliano dell’Unesco, ha dichiarato che “le ripetute false rivendicazioni dell’Unesco non cambiano la connessione ebraica con Gerusalemme né la realtà sul terreno”, e ha aggiunto: “Invece di proteggere centinaia di siti distrutti dall’islamismo estremista, tra cui la moschea al-Nuri a Mosul, l’Unesco agisce contro l’unico paese del Medio Oriente che tutela tutti i luoghi sacri e riconosce libertà religiosa a tutti i fedeli”.




I palestinesi non hanno alternativa, per esistere devono riscrivere la storia
05/07/2017

http://www.rightsreporter.org/palestine ... -la-storia

Prima Gerusalemme, ora ci hanno riprovato (non riuscendoci) con Hebron e con la Tomba dei Patriarchi, i palestinesi non sanno più cosa inventarsi per legittimare una storia che purtroppo per loro non hanno e non hanno mai avuto.

Ieri l’UNESCO ha prodotto una nuova risoluzione farsa nella quale nega ancora una volta la sovranità israeliana su Gerusalemme, l’ultima vergognosa tappa di un percorso che tenta di riscrivere la storia di Israele al solo fine di legittimare un popolo come quello palestinese mai esistito e inventato di sana pianta poco più di 60 anni fa con il solo obiettivo di contrastare la nascita dello Stato Ebraico di Israele.

Da anni i cosiddetti palestinesi hanno dato il via a una importante operazione mediatica e politica che mira chiaramente a produrre una loro storia inventandola letteralmente dal nulla. Negli ultimi mesi, visto l’appoggio di alcune agenzie ONU in mano ai Paesi arabi e musulmani, questa operazione si è trasformata in una vera e propria offensiva che ha prodotto clamorose e incredibili risoluzioni da parte dell’UNESCO su Gerusalemme, qualcosa di mai visto prima perché tali risoluzioni si basano su una riscrittura della storia del tutto fantascientifica finalizzata unicamente a creare quello che non esiste, una storia palestinese.

Per carità, noi comprendiamo la necessità per i palestinesi di doversi creare dal nulla un storia inesistente, la necessità di dover inventare l’ennesima buffonata per coprire il loro nulla storico, ma così si sfiora il ridicolo. Manca solo che rivendichino Atene e Roma come città sante dell’Islam e storicamente legate alla storia palestinese e il cerchio sarebbe chiuso.

Comprendiamo anche che la storia degli arabi ci insegna che la menzogna è insita nel loro DNA e che sono bravissimi a inventarsi ogni tipo di riferimento storico pur di far loro territori che non gli appartengono, ma la storia (quella vera) è un’altra cosa e francamente ci stupisce che alcuni paesi occidentali si facciano trascinare in questo ridicolo vortice di menzogne, magari al solo scopo di danneggiare Israele.

Una cosa però ci deve insegnare la storiella dei cosiddetti palestinesi: i musulmani sono pronti a tutto pur di legittimare le loro orrende azioni, anche a cambiare la storia. Oggi tocca a Israele, domani toccherà all’occidente. Sono senza alcuna vergogna e proprio per questo sono pericolosi.



Unesco, nuovo attacco a Israele su Gerusalemme
06/07/2017

http://www.progettodreyfus.com/unesco-i ... erusalemme

L’Unesco si scaglia contro Israele. Ancora. Un’altra volta. L’agenzia Onu, infatti, si è resa protagonista dell’ennesima risoluzione, proposta dalla Giordania, tesa a negare il legame atavico fra Gerusalemme e lo Stato ebraico, definito “una potenza occupante” e condannato per le sue attività archeologiche nella Città Vecchia.

La votazione è avvenuta lo scorso martedì al meeting annuale del World Heritage Committee di Cracovia ed è passata con 10 voti favorevoli (Libano, Tunisia, Turchia, Kuwait, Cuba, Azerbaigian, Indonesia, Kazakistan, Vietnam e Zimbabwe), 3 contrari (Filippine, Giamaica e Burkina Faso) e 8 astensioni (Angola, Croazia, Finlandia, Perù, Polonia, Portogallo, Corea del Sud e Tanzania).

Emmanuel Nachshon, portavoce del ministero degli esteri israeliano, rivelando che la risoluzione non ha ottenuto la maggioranza dei voti in commissione, ha commentato:

“Un’altra decisione bizzarra ed irrilevante dell’Unesco, che agisce al servizio dei nemici della Storia e della verità. Gerusalemme è la capitale eterna del popolo ebraico e nessuna risoluzione dell’Unesco può alterare la realtà. Tutto ciò è triste, superfluo e patetico”.

Reazione ferma e convinta anche quella del ministro Naftali Bennett:

“Piuttosto che difendere centinaia di luoghi distrutti dall’Islam estremista, come ad esempio la moschea al-Nuri di Mosul, l’Unesco agisce contro l’unico Paese del Medio Oriente che difende tutti i luoghi santi e che consente a tutti libertà di culto”.

L’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ormai è stata privata di ogni sovranità visto che le risoluzioni contro Israele sono votate da tutti paesi musulmani o di cultura musulmana, che non solo calpestano la storia del popolo ebraico ma la storia e la cultura dell’umanità intera.

A Roma, conosciuta come Caput Mundi (Capitale del Mondo) c’è l’arco di Tito, su cui sopra vi è una menorah (candelabro a sette braccia) che ricorda la distruzione del Tempio ebraico di Gerusalemme per mano dei Romani. Ma se il popolo ebraico e Gerusalemme non hanno un legame storico e culturale come sostiene l’Unesco, i Romani cosa hanno distrutto? Quale popolazione hanno deportato?

Dobbiamo abbattere l’arco di Tito perché è un falso storico? No, è tutto vero. Come il legame indissolubile fra Israele e la sua capitale Gerusalemme.


CIAMBETTI :" ASSURDO DIRE CHE ISRAELE E' UNA POTENZA OCCUPANTE DI GERUSALEMME"

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 3689464023

Trovo inquietante il silenzio di gran parte della stampa italiana sulla decisione assunta dalla 41esima sessione del Comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, che a Cracovia, si è espressa sullo status della Città Vecchia di Gerusalemme, dichiarata ‘in pericolo’, con la definizione di Israele quale ‘potenza occupante”. Gerusalemme ha conosciuto molti occupanti e distruttori: Nabucodonosor, Alessandro il Grande, I Tolomei d’Egitto e poi ancora i Romani, i Bizantini, i Persiani, gli Arabi e gli Ottomani ma nessuno, credo, si sia mai sognato di dire che non fosse la città di Israele per eccellenza. Dire che gli israeliani sono degli occupanti – continua Ciambietti , Presidente del consiglio regionale del Veneto – forse fa felici gli islamici, ma rimane comunque una fesseria e un insulto anche alla storia cristiana. La storia di Gerusalemme non nasce di certo con l’Islam, mentre è certa una cosa: lo stato di Israele ha permesso e difeso il pluralismo religioso di questa città straordinaria dove ebrei, cristiani, mussulmani possono pregare e visitare luoghi santi per le loro fedi cosa che non credo sia possibile nella maggioranza dei paesi islamici. Anche per questo – conclude Ciambetti – la risoluzione Unesco è censurabile come censurabile è il silenzio di stampa e delle grandi reti televisive su quanto accaduto a Cracovia il 5 luglio scorso.”
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » sab lug 08, 2017 3:32 am

“Germania, proprio tu, vergognati Paragonare le vittime dell’Olocausto con i morti della Palestina!
7 luglio 2017
(JPost)

http://www.italiaisraeletoday.it/german ... -palestina


Israele ha accusato la Germania di vergognoso disprezzo per le vittime dell’Olocausto. L’affondo duro è di Carmel Shama HaCohen durante il dibattito all’Unesco. “Ambasciatore della Germania, ti chiedo, come hai potuto disprezzare la memoria dell’Olocausto sapendo ciò che sapevi, quello che sappiamo tutti? Complimenti. Non c’è differenza tra Anne Frank e un adolescente palestinese che pugnala i bambini ebrei innocenti ? Intendo chiarire subito: l’Olocausto è un’atrocità e non si può paragonare in nessun modo e per nessuna ragione con le vittime di una guerra, di un confronto politico”.

L’ira Shama HaCohen faceva riferimento alla riunione di tre giorni fa quando aveva chiesto al Comitato del Patrimonio Mondiale di rimanere per un momento di silenzio per le vittime dell’olocausto. “Dove non sono riusciti Hitler, i nazisti e il loro partner – il miufti di Gerusalemme Hajj Amin El Husseini – nel negare l’Olocausto ora con i vostri sforzi pensate e cercate distruggere Israele o la storia ebraica”.

In risposta, i diplomatici cubani, che si sono astenuti dall’omaggiare le vittime dell’Olocausto, hanno chiesto di rendere omaggio ai morti palestinesi. Shama HaCohen in tutta risposta si è seduto nel momento del silenzio per i palestinesi. Ma l’attenzione maggiore è stata per il rappresentante della Germania che ha partecipato ad entrambi i momenti di silenzio.

Ed allora l’attacco diretto, frontale al rappresentante della Germania. “Sono obbligato a chiederti se nel tuo atto vergognoso, rappresenti la posizione ufficiale del governo tedesco….” Shama HaCohen ha chiesto calcando la mano. “La Germania non vede davvero alcuna differenza tra le vittime dell’Olocausto e quelle dei palestinesi? Fatah, Hamas, ISIS, Al Qaeda: a questi terroristi avete voluto rendere omaggio?”
E poi al rappresentante cubano. “Hai girato la schiena alle milione di vittime dell’Olocausto sostenendo che l’Olocausto è stato un atto politico. Il legame fra la Palestina e Cuba, la cui gloria è solo per essere una dittatura criminale e per un Paese che viola i diritti umani, è del tutto evidente”
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