Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 3:49 pm

8)
dei bianchi euroamericani




Equo processo e diritto alla difesa per il poliziotto bianco
viewtopic.php?f=196&t=2948

Sia garantito un equo processo al poliziotto bianco coinvolto nella morte del delinquente abituale nero drogato e intossicato di fentanyl, colto in flagranza di reato e che ha resistito al giusto arresto.
Siano garantiti il diritto alla difesa e un giusto processo al poliziotto bianco Derek Chauvin accusato ingiustamente e per razzismo antibianco di aver ucciso per eccesso di violenza e noncuranza razzista, il nero delinquente abituale e violento George Floyd durante il suo arresto.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/865087044068067
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/852595391983899

La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2951
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3230758840


L'incriminazione di Kyle-Rittenhouse

Eroi e martiri della libertà e dell'umanità
viewtopic.php?f=102&t=2976
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/972910339952403


Il giudice di Rittenhouse ferma il processo ed esplode in rabbia dopo che il procuratore ha rischiato di fare una “grave violazione costituzionale”
Daily Wire
11 novembre 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... tuzionale/

“Non ho idea del perché lei abbia fatto una cosa del genere!”

Il giudice del processo di Kyle Rittenhouse ha ripetutamente ammonito l’accusa mercoledì – ad un certo punto ha urlato al procuratore principale – per aver rischiato una “grave violazione costituzionale” durante il controinterrogatorio di Rittenhouse.

L’assistente procuratore distrettuale Thomas Binger si è scontrato più volte con il giudice Bruce Schroeder mentre interrogava Rittenhouse. Il giudice lo ha rimproverato Binger, e poi è esploso in rabbia, per aver commentato il silenzio preprocessuale di Rittenhouse, che rischiava di violare i diritti previsti dal Quinto Emendamento (che prevede il diritto a rimanere in silenzio, n.d.r.) del 18enne.

Schroeder ha fermato il processo e mandato la giuria in una stanza vicina pochi minuti dopo che Binger aveva iniziato il suo contro interrogatorio a Rittenhouse.

“Il problema è che questa è una grave violazione costituzionale da parte vostra di commentare il silenzio dell’imputato, e cioè che siete proprio al limite. E potreste essere anche oltre, ma è meglio che si fermi“, ha detto Schroeder. “Non riesco a pensare ad un precedente su questo, ma questo non è permesso“.

Più tardi, durante il controesame di Binger, il giudice ha mandato di nuovo fuori la giuria dopo che il procuratore ha iniziato a virare verso una linea di interrogatorio che non aveva approvato in precedenza con il giudice Schroeder, e che il giudice aveva espressamente suggerito di proibire nelle udienze preprocessuali. La seconda infrazione ha portato ad un’esplosione di rabbia da parte del giudice, e Schroeder ha di nuovo fatto a pezzi Binger per aver potenzialmente violato i diritti di Rittenhouse protetti dalla Costituzione.

“Sono rimasto stupito quando ha iniziato il suo esame commentando il silenzio post-arresto dell’imputato. Questa è una legge fondamentale. È una legge fondamentale in questo paese da 40 anni, 50 anni. Non ho idea del perché lei abbia fatto una cosa del genere! E dà, beh, lascio perdere. Quindi, non so cosa avete in mente”, ha detto Schroeder.

“Devo essere preoccupato che, con quello che il signor Richards ha detto sull’andamento del processo quando lei era lontano, beh, ho detto che lei era vicino o oltre il limite nel commentare il silenzio preprocessuale dell’imputato, che è una regola ben nota“, il giudice ha poi aggiunto. “Sono stupito che questo sia stato un problema. Quindi non voglio avere un altro problema per tutto il tempo che questo caso continuerà. È chiaro?”

“Lo è”, ha risposto Binger prima che la giuria venisse nuovamente riportata in aula.

All’inizio della testimonianza di Rittenhouse, Binger aveva incalzato l’adolescente sulle dinamiche delle sparatorie sui tre uomini, due dei quali uccisi da Rittenhouse, il 25 agosto 2020, durante una notte di rivolte per la sparatoria della polizia a Jacob Blake, un afroamericano. Rittenhouse ha affermato che non ha mai avuto intenzione di uccidere nessuno quella notte, ma che ha “fatto quello che [doveva] fare” per difendersi. Lo scambio è andato come segue:

Thomas Binger: Tutti quelli a cui ha sparato quella notte, intendeva ucciderli. Giusto?
Kyle Rittenhouse: Non avevo intenzione di ucciderli. Avevo intenzione di fermare le persone che mi stavano attaccando.

TB: Uccidendole.
KR: Ho fatto quello che dovevo fare per fermare la persona che mi stava attaccando.

TB: Uccidendola.
KR: Due di loro sono morti, ma ho fermato la minaccia che mi stava attaccando.

TB: Usando la forza letale.
KR: Ho usato la forza letale.

TB: Che, lei sapeva, avrebbe ucciso.
KR: Non sapevo se li avrebbe uccisi, ma ho usato la forza letale per fermare la minaccia che mi stava attaccando.


Alberto Pento

Che demente questo sostituto procuratore, sarebbe da radiarlo a vita.
Fa finta di non sapere che uccidere per legittima difesa è cosa umana, buona e giusta, etica e lecita.





Vinta una battaglia, non la guerra. Le rivolte e il processo a Rittenhouse, la vera storia: in gioco l'anima dell'America
Atlantico Quotidiano
Max Balestra
23 Nov 2021

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... llamerica/

24 agosto 2020, il diciasettenne Kyle Rittenhouse arriva a Kenosha, Wisconsin, dalla vicina Antioch, Illinois, per andare al lavoro. È un giovane che sogna un futuro come servitore dello Stato. Ha completato un corso per cadetti della polizia, un corso di vigile del fuoco juniores, e un corso di pronto soccorso. Lavora come bagnino in una locale piscina. Rittenhouse vive in Illinois con sua madre, ma l’intera sua famiglia è di Kenosha. Ci vivono suo padre, sua nonna, i suoi zii e cugini.

Ma non è un giorno come tutti gli altri: Kenosha sta attraversando anch’essa, come il resto del Paese, un’ondata di proteste e rivolte senza precedenti, nel caso della cittadina del Winsconsin scatenate dal ferimento di Jacob Blake da parte della polizia.

Il 23 agosto Jacob Blake, un uomo con precedenti per violenza domestica e abusi sessuali su minore, si presenta a casa della sua ex fidanzata. Su di lui pende un mandato di cattura. In precedenza Blake aveva aggredito sessualmente la donna, che l’aveva denunciato. Blake si impossessa delle chiavi dell’auto e ci carica forzatamente i figli della donna, che però chiama la polizia. All’arrivo della polizia Blake sta entrando nell’auto, gli agenti gli intimano di fermarsi. Blake resiste all’arresto entrando in colluttazione con uno degli agenti, il taser non lo ferma, apre lo sportello dell’auto dal lato guidatore, sul pavimento c’è un coltello, cerca di afferrarlo, uno degli agenti apre il fuoco ferendolo. Rimarrà paralizzato.

L’uso della forza verrà giudicato legittimo e gli agenti sollevati da ogni accusa di abuso di forza o autorità. Ma prima che questo possa accadere, Kenosha passerà attraverso le peggiori rivolte della sua storia.

Dopotutto è l’estate delle rivolte. Scatenate dalla morte di George Floyd a Minneapolis. Sui media, nei discorsi dei politici e degli attivisti, in discussione non è più solo il sistema giudiziario americano, ma l’intera America. L’intero sistema istituzionale, definito “sistemicamente razzista”, è sotto attacco, così come il sistema economico “ineguale”, e perfino la storia del Paese, che si vuole riscrivere. Per giunta le elezioni sono vicine, e dopo aver passato quattro anni ad attaccare Donald Trump come razzista, il mondo politico vede l’occasione per collegare le proteste alla sua presidenza.

I media minimizzano o giustificano ogni forma di protesta anche violenta. “Dove sta scritto che una protesta deve essere pacifica?”, tuona dalla Cnn Chris Cuomo, anchorman e fratello del governatore dello stato di New York. Si pubblicano articoli, e perfino libri, che difendono non solo la rivolta violenta, ma il saccheggio, visto come una forma di risarcimento per torti storici e redistribuzione della ricchezza.

La reporter del New York Times Nellie Bowles si reca a Kenosha a indagare. Parla con la gente del luogo, viene a scoprire che la parte della città che sta venendo devastata è quella più popolare e povera, fatta di commerci al dettaglio e piccole imprese. Sono queste soprattutto ad essere saccheggiate, devastate, e spesso date alle fiamme dai rivoltosi. La pubblicazione del suo articolo verrà tenuta in sospeso dal NYT fino a dopo le elezioni. Nelle parole di Nellie Bowles:

“La realtà che portò Kyle Rittenhouse nelle strade era tale da dover essere ignorata da noi reporter. A un uomo anziano venne rotta la mascella perché cercava di spegnere l’incendio nel suo negozio a Kenosha. L’editore capo del Philadelphia Enquirer dovette rassegnare le dimissioni nel luglio del 2020 per le proteste del personale per aver scritto un pezzo intitolato: ‘Anche gli edifici contano’. Ma se vivevi in quei quartieri dati alle fiamme, non dovevi afferrare un estintore. La reazione accettabile, l’unica accettabile, era vedere le pareti demolite, guardare le fiamme e dire: grazie.”

Nel frattempo la Cnn definisce le rivolte di Kenosha “focose, ma perlopiù pacifiche”, in una immagine diventata un famoso meme, con un reporter che parla su uno sfondo di automobili in fiamme.

Dai loro social le stelle del mondo dello spettacolo incitano alla rivolta, magnati del Big Tech versano milioni nelle casse di organizzazioni di attivisti impegnate nelle proteste, anche violente. Per Jacob Blake si mobilita l’NBA, che entra in sciopero, e l’NFL, con la squadra dei Saints che entra in campo con il nome di Jacob Blake sugli elmetti.

In tutta l’America la polizia si ritira e lascia campo libero ai rivoltosi. Procuratori distrettuali si rifiutano di perseguire chi viene arrestato. In molte città la guerriglia da strada diventa una porta girevole in cui la polizia arresta i violenti, ma quelli il giorno dopo sono di nuovo in strada.

Ogni tentativo di riportare l’ordine viene accusato di repressione, o addirittura di essere il prologo all’instaurazione di una dittatura da parte di Donald Trump. La Speaker della Camera Nancy Pelosi definisce “Stormtroopers”, un termine di solito riferito alle camice brune del partito nazista, gli agenti federali inviati da Trump a rompere l’assedio al tribunale federale di Portland, che da diverse settimane subisce attacchi da parte di Antifa e Black Lives Matter.

Il candidato del Partito democratico alla presidenza, Joe Biden, esibisce generiche condanne della violenza, ma nei suoi discorsi sottoscrive tutte le teorie e le lamentele dei rivoltosi: l’America è “sistemicamente razzista”, le violenze sono causate da suprematisti bianchi, Trump è un dittatore.

Mentre tutto questo avviene su scala nazionale, a Kenosha la situazione è drammatica. Dozzine di edifici vengono dati alla fiamme da attivisti giunti da ogni parte del Paese. A sostegno della polizia viene schierata la Guardia Nazionale ma, secondo i nuovi canoni di gestione delle rivolte, le forze dell’ordine lasciano perlopiù liberi i rivoltosi intervenendo solo dove sia strettamente necessario. Nella speranza di essere risparmiati, gli abitanti di Kenosha iniziano ad esporre sulla porta di casa cartelli con scritto: “Qui vivono bambini”.

La seconda notte delle rivolte fanno la loro comparsa nelle strade uomini armati decisi a proteggere Kenosha. Si tratta di gente sia del luogo sia arrivata da fuori, sia membri di milizie che non affiliati. Kyle Rittenhouse ha passato la notte dall’amico Dominick Black, e il giorno prima è stato impegnato nel ripulire il liceo locale da graffiti lasciati dai manifestanti. Kyle e Dominick Black decidono di unirsi a vigilantes. L’intenzione di Rittenhouse è, testimonierà, di offrire soccorso medico a chi dovesse averne bisogno, ed entrambi portano con sé un fucile semiautomatico per difendersi in caso di necessità.

Nella notte tra il 25 e il 26 agosto, Kyle Rittenhouse viene visto da numerosi testimoni e filmato da reporter in diverse occasioni mentre presta soccorso medico a feriti o in compagnia di altri vigilantes. A un certo punto alcuni dimostranti danno fuoco a un cassonetto dell’immondizia e iniziano a spingerlo verso una stazione di benzina. La polizia e i vigilantes intervengono spegnendo il fuoco con un estintore. Uno dei rivoltosi che stava spingendo il cassonetto in fiamme, Joseph Rosenbaum, diventa aggressivo, continua a sfidare i vigilantes a sparargli. “Se vi becco da soli stanotte, vi ammazzo”, dice specificatamente a Rittenhouse e a un suo compagno. “Anch’io ti voglio bene”, risponde Rittenhouse.

Rosenbaum è un pregiudicato con una lunga fedina penale che include 11 incriminazioni per abusi sessuali su minori di età comprese tra i 9 e gli 11 anni, è in libertà vigilata. La sera precedente era stato visto spingere un altro cassonetto in fiamme contro delle auto della polizia e compiere numerosi altri atti vandalici.

Più tardi quella notte Rosenbaum è presente sulla scena di un altro incendio, ad un’autofficina, viene visto incendiare altri bidoni dei rifiuti. Lì rivede Kyle Rittenhouse e si scaglia contro di lui. Rittenhouse fugge urlando: “Amico! Amico!”, Rosenbaum lo insegue. Altri manifestanti si uniscono all’inseguimento, uno di loro, Joshua Zeminski, esplode un colpo di pistola. Rittenhouse si volta, Rosenbaum lo raggiunge e cerca di afferrare il suo fucile. Rittenhouse spara uccidendo Rosenbaum.

L’intero episodio viene ripreso in video da passanti e da reporter presenti sulla scena. Uno dei reporter, Richie McGinnies, cerca di prestare soccorso a Rosenbaum. Sul posto si è radunata una folla composta perlopiù da rivoltosi. Rittenhouse chiama Dominick Black al telefono: “Ho ucciso un uomo. Vado a cercare la polizia”, e inizia a correre. Alcuni dei dimostranti lo inseguono tra le urla. “Prendetelo!”, “Uccidetelo!”, ora Rittenhouse è inseguito da non meno di una ventina di persone. Viene ripetutamente colpito da pugni e calci, almeno uno degli inseguitori ha in mano una pistola, nell’aria riecheggiano numerosi altri colpi di arma da fuoco. Quando inciampa e cade, Anthony Huber, un altro rivoltoso con precedenti penali per violenza domestica, lo colpisce in testa due volte con uno skateboard e cerca di strappargli il fucile di mano. Rittenhouse spara uccidendo Huber, poi si rialza e prosegue la sua fuga.

A questo punto fa la sua entrata in scena Gaige Grosskreutz, un attivista appartenente ad un’organizzazione politica socialista impiegato a Kenosha dalla ACLU come osservatore. Grosskreutz è in possesso di un’arma illegale, una pistola Glock, che non è autorizzato a possedere a causa della sua lunga fedina penale. Raggiunge Rittenhouse, estrae la pistola e gliela punta contro. Rittenhouse spara colpendo Grosskreutz al braccio, neutralizzandolo, e corre via. Raggiunge la polizia e si consegna.

Con Kyle Rittenhouse sotto custodia, l’America pro-proteste, guidata dai media, si schiera per la colpevolezza ben prima che i fatti siano noti. Nascono qui molte delle false storie che si trascinano ancora oggi, come quella secondo la quale Rittenhouse avrebbe attraversato il confine dello Stato in possesso di un’arma illegale, come pure la nozione, basata assolutamente sul nulla, che Rittenhouse sia un “suprematista bianco”, espressione la cui definizione è stata ormai allargata ben oltre il suo significato originale.

Molti politici Democratici, incluso lo stesso Joe Biden, definiscono Rittenhouse un suprematista bianco, e la sua immagine viene utilizzata in uno spot elettorale della campagna Biden proprio con questa dicitura. Come una palla di neve che diventa valanga rotolando giù per una collina, le rappresentazioni di Rittenhouse come di una figura demoniaca si ingrossano sempre di più. Si tratta di un “terrorista domestico”, che ha ucciso dei “manifestanti pacifici” senza alcuna provocazione. Era andato a Kenosha espressamente “per uccidere”. “Mettetelo in galera e buttate via la chiave”.

Naturalmente la situazione peggiora quando Trump si rifiuta di condannare Rittenhouse dicendo di voler aspettare che la giustizia faccia il suo corso.

Come ormai regola, alle parole susseguono azioni concrete. GoFoundMe chiude la pagina che raccoglie fondi per la difesa legale di Kyle Rittenhouse. Un poliziotto in Virginia e un paramedico nello Utah, che avevano effettuato una donazione, vengono doxati e investigati dai propri dipartimenti. Il poliziotto perde il lavoro. Facebook sospende gli account che supportano il giovane, Twitter disabilita il pulsante “ritwitta” sull’account della madre di Kyle. La sparatoria è forse la meglio documentata della storia, ripresa da dozzine di videocamere, ma le clip video finiscono algoritmicamente in fondo alla coda.

Dopo la condanna di Derek Chauvin, il cui processo è stato contraddistinto da una copertura mediatica fortemente colpevolista, inopportuni commenti da parte dei politici, e minacce di ulteriori rivolte violente, sembra proprio che Kyle Rittenhouse sia destinato a fare la stessa fine.

A questo punto il processo ha una chiara connotazione politica. I media, i politici democratici, il mondo dell’attivismo hanno fatto di Rittenhouse una bandiera del suprematismo bianco e del vigilantismo anti-protesta, “focosa ma perlopiù pacifica”. L’America dall’altra parte, quella che non crede che l’America sia “sistemicamente razzista” e che non ha giustificato le rivolte “perlopiù pacifiche” dell’estate 2020, sente che una condanna di Rittenhouse significherebbe in pratica la fine di qualunque possibilità di fermare rivoltosi violenti.

Non importa quale sia la causa della rivolta, anche pretestuosa come il ferimento di Jacob Blake, gli attivisti marceranno, i facinorosi distruggeranno e incendieranno, i media minimizzeranno, i politici solidarizzeranno, la polizia e le corti condoneranno. E coloro che subiscono, beh, non possono agire. Nemmeno per legittima difesa. Il sentimento viene riassunto da Jim Hanson su The Federalist:

“Lo scopo dei provocatori dei media è di delegittimare questo diritto fondamentale a proteggere le nostre comunità e noi stessi in assenza di forze di sicurezza ufficiali. Gli stanno benissimo le orde che saccheggiano e distruggono, e hanno addirittura inventato il vergognoso eufemismo ‘giustizia ricostituente’ per descriverle”.

Il processo si apre a Kenosha il 2 novembre 2021. Kyle Rittenhouse è imputato di tre capi di omicidio, due capi di condotta pericolosa, e un capo di possesso di un’arma pericolosa e vietata ai minorenni.

Per l’accusa le cose si mettono male fin da subito. Tutti i video confermano la versione di Rittenhouse, e così pure i testimoni. Richie McGinnies, il reporter che ha filmato la sparatoria e soccorso Rosenbaum, conferma che questi inseguiva Rittenhouse e ha cercato di impossessarsi della sua arma. Ryan Balch, che era con Kyle alla stazione di servizio, conferma la precedente minaccia di morte da parte di Rosenbaum. Ma il vero momento di svolta, un colpo di scena degno di Parry Mason, si ha quando Gaige Grosskreutz, contraddicendo quanto dichiarato precedentemente, ammette di aver puntato la sua pistola verso Rittenhouse per primo.

A questo punto non sono pochi gli avvocati criminalisti che seguono il processo a chiedere che venga chiuso immediatamente, e a domandarsi perché un caso così evidente di legittima difesa sia stato portato di fronte a una giuria del tutto.

Il professore emerito della facoltà di legge di Harvard Alan Dershowitz, storico avvocato dei diritti civili protagonista di clamorosi casi della storia recente americana (e quello che fece assolvere OJ Simpson), non ha dubbi: “Se io fossi nella giuria, voterei per il legittimo dubbio, che abbia agito per autodifesa”, e incoraggia Rittenhouse a querelare tutti i media che lo hanno calunniato.

Ma, con qualche eccezione, i media non mollano. Continuano a ripetere le stesse storie e accuse, e iniziano ad attaccare il giudice. Gaige Grosskreutz viene intervistato alla Cnn da uno dei suoi anchorman di punta, Anderson Cooper, e dopo aver testimoniato sotto giuramento che è stato lui per primo a puntare la pistola, in diretta televisiva, torna a negarlo. Alcuni media arrivano ad alterare i video e i trascritti del processo.

Malgrado ciò, il numero delle persone che seguendo il processo si rende conto di essere stata disinformata inizia ad aumentare. Bari Weiss, ex giornalista del NYT, ora indipendente, scrive:

“Ecco ciò che credevo essere vero riguardo Kyle Rittenhouse negli ultimi giorni del 2020 basandomi sui racconti dei media mainstream. Si trattava di un diciassettenne vigilante razzista. Aveva attraversato il confine dello Stato con un fucile semiautomatico acquistato illegalmente per andare a Kenosha, una città con la quale non aveva nessun rapporto. Credevo ci fosse andato perché sapeva che ci sarebbe stata una protesta di Black Lives Matter e voleva attaccare briga. E credevo che la sera del 25 agosto 2020 avesse fatto proprio quello, uccidendo due manifestanti pacifici e ferendone un terzo.”

E aggiunge:

“Non si è trattato di una campagna di disinformazione portata avanti da trolls su Reddit o account Twitter anonimi. È stata spinta dai media mainstream e da membri del Congresso in carica per il bene di una narrazione politica di comodo. Una narrazione che chiedeva al pubblico di credere, tra le altre irrealtà, che interi isolati in fiamme costituissero una protesta pacifica”.

Il procuratore riceve un’altra doccia fredda quando l’accusa di possesso di un’arma pericolosa viene fatta decadere. Il fatto che Kyle Rittenhouse, un diciasettenne, fosse armato di fucile ha generato molta perplessità e molte notizie false e nozioni confuse perciò è bene spiegare in dettaglio:

Rittenhouse non ha attraversato il confine dello Stato con un’arma, l’arma era già in Winsconsin.

2. La legge vieta ad un minorenne di acquistare armi da fuoco, ma non di maneggiarle in determinate circostanze. Ad esempio per la caccia, ad un poligono di tiro, o a scopo di difesa personale. Notare che ciò vale solo per le armi lunghe.

3. Dominick Black ha testimoniato di aver acquistato l’arma per conto del giovane e di averla custodita a casa propria. Acquistare un’arma per conto di un minore sarebbe illegale, si chiama “straw purchase”, ma per qualche motivo né Black né Rittenhouse sono stati accusati di tale crimine, ma non è chiaro il perché. Forse si è trattato di una immunità conferita a Black in cambio della sua testimonianza contro Rittenhouse, forse il fatto che l’arma venisse custodita a casa di Black rendeva il caso debole.

Come se non bastasse, nel corso del processo l’accusa si rende protagonista di numerose violazioni etiche e procedurali, guadagnandosi aspre reprimende da parte del giudice, che a un certo punto dice addirittura al pubblico ministero di non credere alla sua buona fede, dopo che ha menzionato alla giuria un elemento di prova che era stato escluso in quanto non rilevante in fase pre-processuale (si trattava di una foto di Rittenhouse, post-arresto, in compagnia di alcuni membri dei Proud Boys), e per aver suggerito alla giuria che ci fosse qualcosa di sinistro nel rifiuto di Rittenhouse di parlare con la polizia dopo l’arresto prima di aver parlato con un avvocato. Come sa chiunque ha mai visto un poliziesco americano, negli Stati Uniti il “diritto a rimanere in silenzio” costituisce la normale procedura, ed è di fatto un diritto garantito dalla legge sulla base del Quinto Emendamento della Costituzione.

Viene anche fuori che l’accusa potrebbe aver nascosto delle prove alla difesa. In particolare un video ripreso da un drone di sorveglianza dell’FBI che mostra l’intera sequenza dei fatti. L’accusa ha inviato alla difesa solo una versione a bassa risoluzione del video, e si giustifica incolpando la compressione durante l’invio.

Sulla base di queste violazioni, la difesa avanza più di una richiesta di proscioglimento del processo con pregiudizio (impossibilità di processare Kyle Rittenhouse di nuovo), ma il giudice si riserva di decidere dopo aver ascoltato la giuria.

La giuria è tesa. Le identità dei giurati sono segrete, ma già qualcuno è stato pizzicato a tentare di identificarli. Un uomo è stato fermato mentre riprendeva i giurati che entravano in aula, e la rete televisiva MSNBC è stata bandita dall’aula perché una sua inviata ha tentato di seguire il pulmino che accompagna i giurati a casa alla fine della giornata. Il nipote di Jacob Blake rilascia un delirante video in cui minaccia direttamente i giurati. Recandosi alla corte il pulmino dei giurati deve passare ogni giorno attraverso un cordone di manifestanti che minacciano ogni tipo di vendetta se Kyle Rittenhouse viene assolto. Molti temono che i giurati possano venire intimoriti e che il loro giudizio sia influenzato.

La giuria resta in sessione per tre giorni e mezzo, il che di solito è un brutto segno per la difesa, ma quasi a sorpresa al momento del verdetto, dichiara Kyle Rittenhouse prosciolto da tutte le accuse.

E l’America si ritrova nuovamente divisa tra rabbia e sollievo. La narrazione sui media e nella politica rimane invariata, e anzi urla vendetta: si è trattato di una vittoria del suprematismo bianco, della prova che il sistema americano non funziona. Anche il presidente Biden, pur esortando a rispettare la decisione della giuria, si dichiara “arrabbiato e preoccupato”.

La stampa estera poi è un’orgia di disinformazione appiattita su cliché. Kyle Rittenhouse è un miliziano di estrema destra, o addirittura un poliziotto, che ha aperto il fuoco indiscriminatamente su dei pacifici manifestanti neri.

L’altra America è sollevata. La paura di vedere la fine del vecchio sistema della giuria popolare, capace di prendere la decisione impopolare ma giusta di fronte alle intimidazioni, è stata forte. Ma rimane preoccupata. “Non avrebbe dovuto essere in dubbio. Non avrebbe dovuto richiedere tre giorni e mezzo per deliberare. Non avrebbe dovuto essere perseguita”, dice Will Chamberlain, co-editore della rivista conservatrice Human Events e avvocato.

“Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra”, dice Tim Pool, giornalista indipendente che ha seguito la vicenda Rittenhouse dall’inizio e da vicino, e che non ha mai fatto mistero della sua convinzione che Kyle fosse innocente, “E per molti versi, abbiamo sostenuto gravi perdite”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 3:49 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 3:49 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 3:50 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 3:50 pm

9)
dei cristiani e degli ebrei



Asia Bibi la cristiana pachistana assolta dopo 10 anni di prigione ma costretta a emigrare e a rifugiarsi in Occidente
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2807

Islam e persecuzione e sterminio dei cristiani (cristianofobia)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=1356

Eroi e martiri della libertà e dell'umanità
viewtopic.php?f=102&t=2976
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/972910339952403



L'ONU internazi comunista e nazi maomettano antisemita e antisionista
viewtopic.php?f=197&t=2950

La Corte Penale Internazionale contro Israele, Corte antisemita internazi comunista e filo nazi maomettana.
viewtopic.php?f=197&t=2946

La Corte Penale Internazionale e il suo pregiudizio contro Israele
Niram Ferretti
20 Dicembre 2019

http://www.linformale.eu/la-corte-penal ... o-israele/

Dopo cinque anni dall’esame preliminare a seguito della richiesta fatta dall’Autorità Palestinese, la Corte Internazionale dell’Aia, nella persona del suo Procuratore Capo, Fatou Bensouda, ha deciso che c’è una “base” per indagare supposti crimini di guerra commessi da Israele durante l’ultimo conflitto con Hamas nell’estate del 2014.

Secondo il parere della Bensouda vi sarebbe “Una ragionevole base per credere che crimini di guerra siano stati commessi nel contesto delle ostilità del 2014 a Gaza da parte dell’IDF“.

Siamo al solito copione. Quando Israele si difende e reagisce all’offensiva del nemico, siano essi attacchi di razzi come i 4844 lanciati su Israele da Hamas nel corso delle sette settimane del 2014, o più recentemente quando jihadisti tentano di introdursi in Israele sabotando la barriera di confine con Gaza facendosi scudo di una cosiddetta Marcia per la Pace e vengono poi uccisi, si tratta sempre di “uso sproporzionato della forza”.

Nel 2009, a seguito di un altro conflitto tra Hamas e Israele, l’Operazione Piombo Fuso, il Consiglio ONU per i Diritti Umani istituì una apposita commissione per verificare se Israele avesse commesso crimini di guerra. Seguì un rapporto chiamato con il nome del presidente della commissione, Richard Goldstone, il quale addossava interamente a Israele la responsabilità del conflitto. Sennonché, nel 2011, fu lo stesso giudice Goldstone a disconoscere quel rapporto dichiarando:

“Se avessi saputo allora quello che so oggi, il Rapporto Goldstone sarebbe stato un documento diverso. Le accuse di premeditazione da parte di Israele erano fondate sulle morti e le ferite dei civili in situazioni nelle quali la nostra missione intesa a verificare i fatti non disponeva di nessuna prova sulla base della quale potere giungere a conclusioni diverse. Mentre le investigazioni pubblicate dall’esercito israeliano e accettate nel rapporto del comitato delle Nazioni Unite, hanno stabilito la validità di alcuni episodi da noi investigati relativamente a casi concernenti soldati singoli, esse indicano anche che i civili non vennero presi intenzionalmente di mira…”

Tuttavia, Israele deve essere colpevole, a prescindere. Così, nel 2004, un altro organo, la Corte Internazionale di Giustizia, emise un parere consultivo scandaloso, qualificando la barriera difensiva di Israele “illegale”. Nessuna considerazione cogente venne fornita della ragione fondamentale per la sua costruzione; la salvaguardia della popolazione israeliana dalla violenza terroristica. Per la Corte, infatti, l’unica minaccia che avrebbe potuto giustificare da parte di Israele la costruzione di una barriera di protezione sarebbe stato l’attacco di uno Stato armato. La virulenta ondata terroristica abbattutasi su Israele durante la Seconda Intifada non rappresentava per i giudici della Corte una ragione sufficiente perché esso dovesse dotarsi di una forma di difesa.

Nell’ottobre del 2018, la stessa Fatou Bensouda dichiarò, relativamente al contenzioso che aveva come oggetto il villaggio beduino di Khan al’Ahmar, sito nell’Area C della Cisgiordania che se fosse stato demolito, si sarebbe trattato di un “crimine di guerra”.

Non è un caso naturalmente che né Israele né gli Stati Uniti abbiano firmato il Trattato di Roma a cui la Corte si ispira, non riconoscendo alla Corte alcun potere giurisdizionale sul proprio territorio.

In questo senso, la posizione espressa dal Procuratore di Stato Avichai Mandelblit in merito alle dichiarazioni della Bensouda non possono essere più chiare:

“La posizione legale dello Stato di Israele, che non fa parte dell’CPI, è che la Corte non abbia giurisdizione relativamente a Israele e che qualsiasi azione palestinese rivolta alla Corte non sia legalmente valida”.

La stessa adesione dello Stato Palestinese alla Corte, avvenuta nel 2015, con l’evidente scopo di trovarvi una accoglienza alle proprie istanze, pone il problema su come la Corte possa affermare la propria giurisdizione nei confronti uno Stato inesistente secondo i criteri base del Diritto Internazionale.

La Corte, dunque, non può intervenire in merito a una questione che interpella due attori, da una parte lo Stato di Israele, sul quale essa non ha alcuna giurisdizione non facendo esso parte dell’ICC, dall’altro l’entità conosciuta come “Stato palestinese”, che non essendo uno Stato non può in alcun modo rientrare nella giurisdizione della Corte.

Di cosa si tratta allora? Evidentemente di una decisione la quale evidenzia la natura squisitamente politica della Corte, ben lontana dall’imparzialità che dovrebbe connotarne l’operatività, ragione per la quale, né Israele né gli Stati Uniti le riconoscono, alcuna legittimità.




Gravissima persecuzione della Corte Penale Internazionale contro Israele
Franco Londei
Febbraio 6, 2021

https://www.rightsreporter.org/gravissi ... o-israele/

Ieri la Corte Penale Internazionale ha stabilito in maniera assolutamente autonoma e arbitraria che Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza rientrano nella sua giurisdizione.

La mossa è chiaramente mirata ad esporre funzionari e militari israeliani a procedimenti penali per ipotetiche violazioni dei Diritti Umani e apre la strada a una pioggia di denunce da parte dei palestinesi e dei loro supporter.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha condannato fermamente la decisione della Corte penale internazionale e ha ordinato al suo gabinetto di non commentare pubblicamente la questione.

“Oggi, la corte ha dimostrato ancora una volta di essere un organo politico e non un’istituzione giudiziaria”
Benjamin Netanyahu

“Oggi, la corte ha dimostrato ancora una volta di essere un organo politico e non un’istituzione giudiziaria”, ha detto Netanyahu in una nota.

“Il tribunale sta ignorando i veri crimini di guerra e sta perseguitando invece lo Stato di Israele, un paese con un forte regime democratico, che santifica lo stato di diritto e non è nemmeno un membro della corte” ha poi concluso il Premier israeliano.

“Con questa decisione, il tribunale ha violato il diritto delle democrazie di difendersi dal terrorismo. Continueremo a proteggere i nostri cittadini e soldati in ogni modo dalla persecuzione”.

Già la Corte Penale Internazionale aveva violato la legge quando nel 2015 aveva accettato di farvi entrare uno Stato che non esiste, la Palestina. E anche allora si pensò che il motivo per cui si violava così palesemente la legge internazionale fosse solo ed esclusivamente quello di perseguitare Israele.

Oggi, purtroppo, abbiamo la conferma di quanto a suo tempo si sospettava.

Adesso ci aspettiamo una forte presa di posizione, prima di tutto dagli Stati Uniti e poi anche dalle altre grandi potenze mondiali.

Poi ci aspettiamo un immediato passo indietro della Corte Penale Internazionale che non può ergersi a legislatore di se stessa auto-attribuendosi competenze che non può avere.

E se la Corte Penale Internazionale volesse proseguire su questa strada e se fosse una struttura onesta e imparziale, dovrebbe prima di tutto indagare sui crimini commessi da Hamas e dagli altri gruppi terroristici, a partire dal lancio premeditato di migliaia di missili contro la popolazione civile israeliana.

Ma sarebbe chiedere troppo a un organismo che – ormai è sempre più chiaro – è fortemente politicizzato e sempre più parziale nelle sue decisioni.

Natanyahu risposponde alla decisione della Corte penale internazionale della Corte penale internazionale)
https://www.facebook.com/LikudherutUK/v ... 224138094/




Charlie Hebdo: Non è terrorismo per 6 imputati
16 dicembre 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 9064b.html

Il tribunale speciale per gli attentati terroristici del gennaio 2015 contro Charlie Hebdo e l'Hyper Cacher ha escluso l'accusa di terrorismo per 6 degli 11 imputati presenti in aula.

I sei sono stati giudicati colpevoli di associazione per delinquere ma senza la qualifica di terrorista. Ali Riza Polat è stato dichiarato "colpevole di complicità" con i killer, i fratelli Kouachi e Amédy Coulibaly.

Trent'anni di carcere: questa la condanna per Ali Riza Polat, ritenuto colpevole di complicità nel 2015 con i killer di Charlie Hebdo e dell'Hyper Cacher.

I giudici hanno parlato di un suo "ruolo particolarmente attivo negli attentati".

Il tribunale ha condannato anche a 30 anni di reclusione la compagna del killer dell'Hyper Cacher, Amédy Coulibaly, Hayat Boumeddiene, in fuga dai giorni delle stragi e giudicata in contumacia. La condanna rispecchia le richieste dell'accusa, che aveva sottolineato il "ruolo importante" della donna nella preparazione degli attentati, prima di fuggire in Siria prima che fossero realizzati.


L'Islam è terrorismo, Maometto è stato il primo terrorista islamico.


Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2659
Islam o nazismo maomettano è l'ideologia politica e il culto religioso idolatra dell'odio, del terrore e dell'orrore.
Maometto è stato il primo terrorista islamico, modello per tutti i mussulmani, da 1400 anni ad oggi.
L'Islam è terrorismo per sua essenza e natura.


Questo è l'Islam o nazismo maomettano: idolatria, orrore, terrore e morte, da sempre:

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2705
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4914927718
Questo è l'Islam o nazismo maomettano che tanti dementi irresponsabili europei (tra cui Bergoglio il Papa romano) vorrebbero importare e liberalizzare in Europa, nelle nostre terre, nei nostri paesi, come futuro per i nostri figli

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2644



Londra, accoltellata ad Hyde Park una donna con la maglietta di Charlie Hebdo

26 luglio 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 3Dsharebar

LONDRA. Una donna che indossava una maglietta con la stampa di Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese attaccato il 7 gennaio 2015 da terroristi islamici, è stata accoltellata ieri allo “Speakers Corner” di Hyde Park. Un video mostra un gruppo di persone riunite nel luogo storico del parco londinese, dove da centocinquanta anni si tengono dibattiti e discorsi pubblici, e un uomo vestito di nero lanciarsi contro la donna per pugnalarla.

L'aggressore, insgeuito da alcune persone, è riuscito a fuggire. Secondo la nota della polizia metropolitana di Londra, la donna di 39 anni è stata colpita alla testa: “È stata curata sul posto prima di essere portata in ospedale e non è in pericolo di vita". Il coltello con cui è stata attaccata la vittima è stato ritrovato nelle vicinanze del posto.

Le forze dell’ordine hanno chiesto ai testimoni di contattare la polizia per aiutare le indagini in corso per rintracciare l'aggressore e di “non speculare sul motivo dell’attacco fino a quando non avremo fatto più chiarezza sui fatti”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 8:07 pm

I disumani difensori di Caino sono anche contro Abele
viewtopic.php?f=205&t=2938
https://www.facebook.com/groups/2097364 ... 0077728034

Capitolo 8)

Fin dove arriva l'aberrazione dei partigiani e difensori di Caino.
Sono arrivati a trasformare l'aggravante dell'uso di stupefacenti (in questo caso la canapa indiana) in una attenuante, tale da trasformare il criminale omicida nazi maomettano che ha ucciso una signora ebrea in casa sua, in un malato di mente, così hanno anche evitato di applicare l'ulteriore aggravante del razzismo etnico ideologico politico religioso che sarebbe stata automatica.


Islamico uccise un'ebrea e ora viene assolto: "Era drogato e delirava"
Francesca Bernasconi
Mar, 07/01/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/is ... 08016.html

Sarah venne uccisa dal vicino, al grido di "Allahu Akbar". I giudici hanno ritenuto l'uomo "non responsabile dal punto di vista penale"

Era la notte tra il 3 e il 4 aprile del 2017, quando Sarah Halimi, una donna ebrea di 65 anni, venne uccisa e gettata dalla finestra dell'appartamento in cui viveva.

A picchiarla e toglierle la vita era stato il suo vicino di casa, un islamico originario del Mali, al grido di "Allahu Akbar".


La morte di Sarah

La notte del 4 aprile 2017, Sarah, dottoressa ebrea in pensione con tre figli, venne picchiata selvaggiamente e poi gettata dal terzo piano dello stabile in cui abitava, nel quartiere di Belleville, a Parigi. Ad ucciderla era stato il suo vicino di casa 27enne, Kobili Traorè, un islamico originario del Mali, già noto alla polizia come tossicodipendente e per reati di spaccio. Secondo quanto venne ricostruito ai tempi, l'uomo avrebbe dato in escandescenza dopo una lite famigliare. In preda alla rabbia sarebbe riuscito ad entrare nella casa di un'altra famiglia che, per sfuggire alla sua furia, si era rinchiusa in bagno, da cui era riuscita a contattare la polizia. Traoré si sarebbe poi introdotto nell'abitazione di Sarah, passando dal balcone. Una volta in casa, avrebbe svegliato la donna e avrebbe iniziato a picchiarla selvaggiamente, come confermano le urla disperate della donna. Alcuni testimoni avevano chiamato la polizia, riferendo delle grida disperate della donna, mentre l'uomo gridava "Allahu Akbar" e "Ho ucciso Shaitan" (Satana, in arabo). Infine, il killer avrebbe gettato dalla finestra la sua vittima. Sembra che l'uomo recitasse a bassa voce delle preghiere in arabo. Non è ancora chiaro se la morte della donna sia avvenuta per le botte ricevuto o per la caduta dal terzo piano. L'uomo, subito arrestato, era stato trasferito in un ospedale psichiatrico.


La sentenza e le proteste

Il 19 dicembre scorso, la Corte di appello di Parigi ha giudicato Kobili Traorè "non responsabile dal punto di vista penale" per la morte della donna ebrea. La sentenza della Corte è arrivata, secondo quanto riporta il Messaggero, dopo 7 perizie psichiatriche. Stando a quanto affermano i media francesi, secondo i medici, l'assunzione di cannabis avrebbe provocato nel killer uno stato di "delirio acuto", che non permetterebbe di considerarlo come il responsabile della morte della donna di origini ebree, nonostante lo stesso assassino avrebbe ammesso il crimine.

Dopo la sentenza, a Parigi sono esplose le proteste della comunità ebraica, composta da circa 500mila persone, e nei giorni scorsi si sono moltiplicati gli appelli social, contro la decisione dei giudici. Sul caso è intervenuto anche il rabbino capo Haim Korsia che, in una lettera rivolta al ministro della Giustizia francese e pubblicata su Le Figaro, ha scritto: "Dovremmo forse dedurre da questo verdetto che qualunque tossicodipendente ha la licenza d'uccidere degli ebrei?". Poi ha continuato, sostenendo che la sentenza rappresenza una "grave rottura di fiducia nel sistema giudiziario del Paese". Intanto a Parigi, Montpellier, Marsiglia e altri paesi della Francia sono stati organizzati cortei di protesta.



Assolto l’assassino antisemita di Sarah Halimi. Parigi ebraica si mobilita. Anche Roma protesta
Giacomo Kahn
04-01-2020

https://www.shalom.it/blog/mondo/assolt ... ni-b698541

Lo scorso 19 dicembre la Corte d’Appello del Tribunale di Parigi ha assolto Kobili Traorè, originario del Mali, dal brutale omicidio della 65enne Sarah Halimi, una signora francese di religione ebraica che abitava nell’11mo arrondissement di Parigi. Alla base della sentenza di assoluzione - nonostante che Traorè avesse ammesso di aver ucciso Halimi in un lungo e raccapricciante pestaggio in cui i vicini lo avevano sentito citare frasi dal Corano e chiamare la sua vittima “demone” - la decisione di giudicarlo totalmente incapace di intendere e di volere, perché sotto effetto di un pesante uso di droghe. Nonostante la brutalità del crimine commesso contro una inoffensiva donna anziana, gettata giù dalla finestra dal terzo piano; nonostante il crimine abbia innegabili connotati antisemiti, Traorè è stato dichiarato “libero” e scagionato da “qualsiasi responsabilità penale”.

Contro questa incredibile sentenza - avverso la quale la famiglia della Halimi cercherà di ricorrere in Cassazione - si stanno mobilitando le organizzazioni ebraiche francesi, per promuovere una grande corteo di protesta contro la decisione dei magistrati di Parigi.

Nel frattempo anche un gruppo di ebrei romani si è mobilitato. Lo scorso 1 gennaio si è tenuto un piccolo sit-in di protesta in Piazza Farnese, davanti all’ambasciata di Francia, con la distribuzione pubblica, di un volantino di protesta che recita: Sarah Halimi ebrea francese di 66 anni, assassinata perché ebrea. La giustizia francese ha assolto il suo assassino. LUTTO E VERGOGNA PER LA GIUSTIZIA FRANCESE.

Sarah Halimi Femme juive française de 66 ans. Tuée en tant que juive. La justice française a acquitté son assassin. Deuil et honte pour la justice en France.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » dom nov 28, 2021 8:07 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » lun nov 29, 2021 7:56 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » lun nov 29, 2021 10:13 pm

10)
contro la libertà di parola e di critica del politicamente corretto, dell'invasione clandestina, del nazismo maomettano, delle diversità-deviazioni-perversioni sessuali, degli zingari predatori, della violenza criminale e del razzismo dei neri, ...



Libertà di pensiero, di critica e di espressione contro i dogmi e l'idolatria
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2138

Libertà di parola, di pensiero, di critica, di spiritualità e di religione
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2503
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8952000311

Libertà delle "religioni" e libertà dalle "religioni", da tutte le idolatrie religiose, specialmente da quelle totalitarie, disumane, terroristiche e violente come quella nazi maomettana.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2827

Il tempio o la casa della libertà, della non credenza religioca e della libera credenza spirituale, della ragione e dello spirito universale dedicata a Ipazia, a Giordano Bruno, a Girolamo Savonarola, a Arnaldo da Brescia, a Oriana Fallaci, a Magdi Allam, a l'eretico ebreo Cristo e agli ebrei non cristiani, a tutti gli apostati e gli eretici morti per le loro idee e la nostra libertà.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=1383

Il Politicamente corretto (PC): il peggiore crimine contro l'umanità
Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120


Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
viewtopic.php?f=196&t=2942
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395


L'identità sessuale non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale
viewtopic.php?f=141&t=2960
L'dentità sessuale o di genere non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale, essa è una determinazione naturale che dipende esclusivamente dalla volontà della specie che si esprime/estrinseca attraverso la determinazione genetica.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/914172452492859
La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento contro l'umanità!



Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2523
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1751910232


La paura e l'orrore nei confronti dell'Islam o nazismo maomettano non è motivata da paure irrazionali per fatti supposti ma inesistenti e da pregiudizi malevoli e falsi come nel caso della giudeofobia,
ma è motivata esclusivamente dai dati di fatto:
-dalla vita di Maometto, dal suo cattivo esempio, dai suoi crimini, dalle sue parole;
-da quanto prescritto di malvagio e violento nel Corano e in altri testi islamici;
-da quanto hanno fatto di male i suoi seguaci nel corso della storia, lungo i 1400 anni di esistenza del nazismo maomettano;
-da quanto a tutt'oggi fanno di male i nazi maomettani nei loro paesi teocratici;
-da quanto i mussulmani fanno di male in giro per il mondo e da tutti i problemi e i conflitti che provocano.

La paura è una cosa la fobia è un'altra.
La paura è un sentimento/sensazione giustificata, motivata, ragionevole, la fobia invece è una paura ingiustificata, irragionevole, immotivata, una malattia.
Nei confronti dell'Islam o nazismo maomettano io non ho fobia ma paura più che giustificata, motivata e ragionevole. Si tratta della naturale paura per il male.
Il politicamento corretto ha trasformato la paura in fobia per sostenere il nazismo maomettano.
La paura ti porta al conflitto all'ultimo sangue con l'Islam, la trasformazione della paura in fobia ti porta alla graduale sottomissione al nazismo maomettano.
La paura riguarda un male vero, reale, mentre la fobia riguarda un male fittizio irreale prodotto dalla mente malata.
L'Islam è fondato sul terrore, usa gli stessi metodi della mafia, ma più in grande.
L'Europa ha paura dell'Islam, una folle paura ma anziché combatterlo, per contraddizioni strutturali interne all'Europa, per convenienze politiche ed economiche, per paura all'uso della violenza e per altre ragioni preferisce ragionare in termini di fobia che è come mettere la testa sotto la sabbia difronte al pericolo.



Criticare l'Islam è una necessità vitale primaria, un dovere civile universale prima ancora che un diritto umano;
poiché l'Islam è il nazismo maomettano.

Non va solo criticato ma denunciato, contrastato, perseguito e bandito.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2811

La blasfemia vera è quella che sta alla base delle religioni, ossia la presunzione sacrilega di detenere il monopolio di Dio, dello Spirito Universale;
questa blasfemia è la fonte di ogni male, specialmente laddove questa presunzione demenziale si accompagna alla mostruosa e disumana violenza coercitiva.
L'odio e la violenza sono intrinseci all'Islam, a Maometto e al Corano, vanno denuciati, perseguiti e banditi come il male assoluto.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6248299139
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Demenze e ingustizie dei giudici politicamente corrette

Messaggioda Berto » lun nov 29, 2021 10:13 pm

Musulmano sputa su un critico dell’Islam, la polizia tedesca accusa la vittima di “islamofobia rilevante per la sicurezza dello stato”
3 Maggio 2020

https://www.islamnograzie.com/musulmano ... llo-stato/

Dopo che Michael Stürzenberger è stato sputato e preso a pugni in faccia da un musulmano, @PolizeiMuenchen sta lavorando duramente per giustificare il “guerriero islamista di Allah” e ha ammanettato la vittima come precauzione.



Spagna, critica "invasione islamista": nei guai segretario di Vox
Matteo Orlando - Gio, 04/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/spa ... rkl7FUwV5M

Aveva detto che per la Spagna e l'Europa il nemico comune di "libertà, progresso, democrazia, famiglia, vita, futuro è l'invasione islamista"

In Spagna il segretario di Vox è finito sotto inchiesta per delle riflessioni sull'islamismo.

La Fiscalía (Procura) Provinciale di Valencia, a seguito di una denuncia da parte di una organizzazione musulmana contro l'islamofobia, ha aperto delle indagini a carico di Javier Ortega Smith, segretario generale della Vox, perché durante un'iniziativa pubblica (tenutasi nel mese di settembre scorso presso il Casinò de Agricultura di Valencia) aveva detto che "il nostro nemico comune, il nemico dell'Europa, il nemico della libertà, il nemico del progresso, il nemico della democrazia, il nemico della famiglia, il nemico della vita, il nemico del futuro è l'invasione islamista".

Adesso il pubblico ministero avrà un periodo di tempo (massimo sei mesi) per svolgere le sue indagini sui fatti e sulle possibili implicazioni criminali e, in seguito, presentare una formale denuncia per possibile crimine di odio o per archiviare il caso. Il leader di Vox, ai sensi dell'articolo 510.1 del codice penale di Spagna rischia fino a quattro anni di carcere, pena massima prevista per coloro che "pubblicizzano, promuovono o incitano pubblicamente, direttamente o indirettamente, all'odio, all'ostilità, alla discriminazione o alla violenza contro un [...] gruppo per motivi [...] razzisti, antisemiti o di altro tipo legati all'ideologia, alla religione o alle convinzioni".

Sebbene Ortega usi il termine "islamista" e non "musulmana", l'associazione anti islamofobia ha percepito, dal contesto delle parole di Ortega Smith, non un riferimento ai terroristi jihadisti ma ai cittadini spagnoli (circa due milioni) di religione islamica. Il ritardo dell’apertura dell’indagine (ad aprile, un mese prima delle elezioni europee) su una dichiarazione fatta circa 8 mesi prima, ha portato molti spagnoli a sospettare sui social una azione politica della magistratura spagnola per attaccare Ortega Smith. Ma lo stesso segretario di Vox non sembra disposto ad indietreggiare.

"La posta in gioco è la nostra civiltà, che è seriamente minacciata", aveva detto Smith. "Non siamo i soli a dire questo. Sempre più europei stanno riflettendo sul perché stanno sempre più soffrendo nelle loro città, sul cosa significa l'applicazione della sharia e non sono disposti ad abbattere le loro cattedrali per farle sostituire dalle moschee. Gli europei non sono disposti a mettere fine alla civiltà che rispetta di diritti e libertà".

Santiago Abascal Conde, presidente della Vox dal 2014, autore di numerosi saggi politici, ha difeso strenuamente il suo segretario. "Questo stato totalitario ha messo il pubblico ministero a indagare sul nostro segretario generale che ha detto che c'è un'invasione islamista. Ma si può negare che molti vengano con questa intenzione?", ha detto Abascal. "Noi non siamo caratterizzati dall'odio verso gli stranieri ma dall'amore verso gli spagnoli, che vogliono zittire. Ma devono sapere che dovranno metterci tutti in prigione e anche allora non ci zittiranno".

In difesa del suo segretario Santiago Abascal ha assicurato che la sua formazione continuerà a chiedere alla Spagna di "controllare coloro che intendono imporre il burqa alle donne spagnole ed europee".


Albero Pento
L'ideologia e la pratica politico religiosa maomettana o mussulmana o islamica è nazista e razzista al massimo grado, pertanto è un pericolo supremo per l'Europa e l'umanità intera. Maometto era peggio di Hitler e il Mein Kampf contiene meno prescrizioni discriminati, disumane e violente del Corano.



Perizia psichiatrica per Marine Le Pen
20/09/2018

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... refresh_ce

Marine Le Pen dovrà essere sottoposta a perizia psichiatrica per aver diffuso su Twitter le foto di esecuzioni dello Stato islamico. Lo ha denunciato la stessa presidente di Rassemblement national: "Dai magistrati bisogna aspettarsi di tutto, credevo di aver visto tutto, e invece no". "Per aver denunciato gli orrori di Daesch attraverso dei tweet - ha 'cinguettato' Marine Le Pen - la giustizia mi sottopone ad una perizia psichiatrica. Fino a dove vogliono arrivare?".

Denunciata la misura della magistratura di Nanterre, la leader dell'estrema destra francese ha fatto sapere che non intende in alcun modo sottoporvisi. "Non ci andrò, beninteso, aspetto di vedere come i magistrati mi costringeranno". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato: ''Una procura ordina una perizia psichiatrica per Marine Le Pen. Non ho parole! Solidarietà a lei e ai francesi che amano la libertà!''.



Critica l'islam: consigliera perde il lavoro
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/09/2018, a pag11, con il titolo "Critica l'islam: consigliera perde il lavoro" la cronaca di Ilaria Pedrali
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=72108

Chi critica l'islam finisce male. Non solo perché riceve minacce da integralisti o da fanatici che guai a muovere qualche obiezione nei confronti di Maometto o del Corano. Ma perché mette a rischio il posto di lavoro, o l'incarico pubblico che ricopre. È quello che è successo a Jolene Bunting, consigliere comunale indipendente di Belfast, Irlanda del Nord, che è stata sospesa dal suo ruolo per quattro mesi. Mai un provvedimento del genere era stato adottato. Il motivo della sospensione risiede nel fatto che la Bunting è accusata a vario titolo di aver criticato l'islam, e in tutto ha collezionato 14 denunce. Jolene Bunting è un consigliere indipendente, anche se in passato ha militato nel partito unionista TUV. Secondo le accuse la consigliera avrebbe arrecato un danno di immagine al consiglio comunale di Belfast e che non avrebbe rispettato il Codice di condotta del governo locale. La colpa della Bunting è quella di aver fatto commenti definiti denigratori sull'islam durante le riunioni del consiglio e aver appoggiato le analoghe dichiarazioni Jayda Fransen, del gruppo di estrema destra Britain First, già finita in manette per incitamento all'odio. La Bunting è stata denunciata anche per aver partecipato al raduno contro il terrorismo al municipio di Belfast dello scorso agosto. Inoltre la consigliera è finita nel mirino per aver difeso la distribuzione di alcuni volantini definiti istigatori di odio, nei quali si ammoniva contro l'islamizzazione dell'Irlanda del Nord, visto che le stime prevedono che nel 2066 i britannici nel Regno Unito saranno la minoranza. Nel volantino venivano poi snocciolati alcuni crimini compiuti dagli islamisti. Per non essersi opposta alla distribuzione di tale volantino la consigliera è finita nei guai ed è stata accusata di razzismo e fascism o. Tuttavia la Bunting non si dà per vinta e afferma che nonostante la sospensione nessuno potrà silenziarla. Definendo la sua sospensione un "giorno buio per la democrazia e la libertà di parola" ha dichiarato di voler far interessare al caso l'Alta Corte.




Condannata per aver criticato l’islam su Facebook. La storia di Christina, una tranquilla signora 65enne sarà ricordata probabilmente come la fine della democrazia liberale in Svezia.

di Cesare Sacchetti

https://lacrunadellago.net/2018/09/30/l ... ato-lislam

La storia di Christina

Christina in passato aveva espresso le sue opinioni sulla religione islamica e sui musulmani in un gruppo Facebook, al quale erano iscritte 25.000 persone.

La donna ha sostenuto che se la Svezia continuerà a ricevere consistenti flussi migratori dai paesi musulmani, “il quoziente intellettivo generale sarà pari a quello di un pesce rosso.”

Non è stata questa l’unica affermazione incriminata che le hanno contestato le autorità di polizia svedesi. Christina aveva anche sostenuto che gli immigrati stessero creando gravi problemi di ordine pubblico nel paese. Secondo lei, gli immigrati sono responsabili di assassini, stupri e incendi dolosi alle auto.

Se si dà uno sguardo ai numerosi casi di cronaca che vengono taciuti dal mainstream mediatico italiano, si potrebbe sostenere che la donna non abbia fatto altro che sostenere una verità lapalissiana.

L’esempio più lampante in tal senso viene da quanto accaduto nello scorso gennaio a Rosengard, un quartiere di Malmo densamente popolato da immigrati, dove si è assistito a vere e proprie scene di guerriglia urbana tra le forze di polizia e le bande di gang composte principalmente da figli di immigrati nel paese negli anni’90.

A Rosengard, si registra il più alto tasso di criminalità di tutta la Svezia.

Questo è solamente uno tra i numerosi casi che documentano una realtà infernale taciuta da un sistema mediatico che non vuole che il pubblico sia informato di quanto accade in questo paese, un tempo culla della democrazia e dei diritti civili.

E’ per questo che Christina ora rischia la prigione. La donna, dopo aver fatto queste affermazioni, ha subito sei perquisizioni del suo appartamento da parte della autorità di polizia, che l’hanno sottoposta successivamente anche a dei duri interrogatori.

Non solo. Ad aiutare la polizia a investigare sul caso della 65enne è stato il gruppo Näthatsgranskaren, una sorta di associazione svedese dedita a reprimere l’incitamento all’odio. Alla fine delle indagini è stato partorito un corposo dossier di 150 pagine sulla donna, neanche si trattasse di una pericolosa terrorista.

In primo grado, Christina era stata sottoposta al giudizio della corte distrettuale che alla fine l’aveva assolta dai reati contestatigli dalla pubblica accusa, rappresentata dal procuratore Lisa Hedberg, che aveva chiesto la condanna per i suoi commenti su Facebook di “incitamento all’odio”.

Ora il verdetto è stato rovesciato dalla corte d’Appello di Göta, che l’ha ritenuta colpevole e le ha comminato tre mesi di carcere oltre al versamento di 6.300 corone svedesi, il corrispettivo di poco più di 600 euro.

La donna è uscita in lacrime dall’aula. “Sono così spaventata, non posso fare nulla. Dovrei andare in prigione con i criminali? Ho l’artrite reumatoide, una profonda depressione e rischio anche di perdere la mia casa.”

Non c’è stato verso di convincere i togati svedesi che la donna non era responsabile dei commenti su Facebook.

Mentre in primo grado la donna, su consiglio probabilmente del suo avvocato, si era difesa rivendicando la libertà di espressione per i suoi post su Facebook, in corte d’Appello, Christina ha sostenuto che non c’erano prove che fosse stata lei a scrivere quei post dal suo account personale.

La corte invece ha ritenuto che fosse stata proprio lei a scrivere quei commenti e per questo l’ha giudicata colpevole di “offese criminali contro le persone che credono nell’Islam.”

In una democrazia liberale, la libertà d’espressione dovrebbe essere la condizione necessaria perchè questa si possa definire un’autentica democrazia. In Svezia, invece si persegue penalmente chi critica l’islam, come accade in Arabia Saudita.

Il nemico della Svezia quindi non sono le gang di immigrati che mettono a ferro e fuoco il paese. E’ una malata signora 65enne che ha avuto la sola colpa di dire la verità.



Charlie Hebdo: Non è terrorismo per 6 imputati
16 dicembre 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 9064b.html

Il tribunale speciale per gli attentati terroristici del gennaio 2015 contro Charlie Hebdo e l'Hyper Cacher ha escluso l'accusa di terrorismo per 6 degli 11 imputati presenti in aula.

I sei sono stati giudicati colpevoli di associazione per delinquere ma senza la qualifica di terrorista. Ali Riza Polat è stato dichiarato "colpevole di complicità" con i killer, i fratelli Kouachi e Amédy Coulibaly.

Trent'anni di carcere: questa la condanna per Ali Riza Polat, ritenuto colpevole di complicità nel 2015 con i killer di Charlie Hebdo e dell'Hyper Cacher.

I giudici hanno parlato di un suo "ruolo particolarmente attivo negli attentati".

Il tribunale ha condannato anche a 30 anni di reclusione la compagna del killer dell'Hyper Cacher, Amédy Coulibaly, Hayat Boumeddiene, in fuga dai giorni delle stragi e giudicata in contumacia. La condanna rispecchia le richieste dell'accusa, che aveva sottolineato il "ruolo importante" della donna nella preparazione degli attentati, prima di fuggire in Siria prima che fossero realizzati.


L'Islam è terrorismo, Maometto è stato il primo terrorista islamico.


Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2659
Islam o nazismo maomettano è l'ideologia politica e il culto religioso idolatra dell'odio, del terrore e dell'orrore.
Maometto è stato il primo terrorista islamico, modello per tutti i mussulmani, da 1400 anni ad oggi.
L'Islam è terrorismo per sua essenza e natura.


Questo è l'Islam o nazismo maomettano: idolatria, orrore, terrore e morte, da sempre:
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2705
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4914927718
Questo è l'Islam o nazismo maomettano che tanti dementi irresponsabili europei (tra cui Bergoglio il Papa romano) vorrebbero importare e liberalizzare in Europa, nelle nostre terre, nei nostri paesi, come futuro per i nostri figli

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2644



Londra, accoltellata ad Hyde Park una donna con la maglietta di Charlie Hebdo
26 luglio 2021

https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 3Dsharebar

LONDRA. Una donna che indossava una maglietta con la stampa di Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese attaccato il 7 gennaio 2015 da terroristi islamici, è stata accoltellata ieri allo “Speakers Corner” di Hyde Park. Un video mostra un gruppo di persone riunite nel luogo storico del parco londinese, dove da centocinquanta anni si tengono dibattiti e discorsi pubblici, e un uomo vestito di nero lanciarsi contro la donna per pugnalarla.

L'aggressore, insgeuito da alcune persone, è riuscito a fuggire. Secondo la nota della polizia metropolitana di Londra, la donna di 39 anni è stata colpita alla testa: “È stata curata sul posto prima di essere portata in ospedale e non è in pericolo di vita". Il coltello con cui è stata attaccata la vittima è stato ritrovato nelle vicinanze del posto.

Le forze dell’ordine hanno chiesto ai testimoni di contattare la polizia per aiutare le indagini in corso per rintracciare l'aggressore e di “non speculare sul motivo dell’attacco fino a quando non avremo fatto più chiarezza sui fatti”.




CORTO CIRCUITO BAIZUO:
IL MINISTERO DELL' ISTRUZIONE DELLA PROVINCIA DI TORONTO VIETA A NADIA MURAD DI RACCONTARE LA SUA LOTTA CONTRO L'ISIS PERCHE ACCUSATA DI "APOLOGIA DI RAZZISMO ED ISLAMOFOBIA".

Dario Berardi
29 novembre 2021

https://www.facebook.com/dario.berardi. ... 9156036595

È il 2016. Le milizie dello "Stato Islamico e di Levante" pagate profutamente dal governo del Qatar e dell'Arabia Saudita invadono il Kurdistan siriano ed Iraqeno. Interi villaggi vengono incidendiati, gli uomini uccisi e le donne kurde rapite per essere imprigionate, violentate e vendute come schiave.
Tra di loro ce ne è una: NADIA MURAD, kurda di etnia yazida che riesce miracolosamente a fuggire ai miliziani islamisti e si arruola nell'esercito di liberazione popolare del Kurdistan per combattere l'islamismo. La sua storia la racconta nel libro "L'ultima ragazza: la mia lotta contro l'Isis" ( che io ho avuto il piacere di leggere appena uscito, nel 2018).
Nadia inoltre è stata candidata come Nobel per la Pace ed ha ricevuto la cittadinanza onoraria americana che le è stata conferita dal Presidente Donald Trump nel 2019 che l' ha incontrata alla Casa Bianca perché "combattente per la libertà" paragonandola agli eroi dello sbarco in Normandia.
Sono anni quindi che Nadia racconta la sua storia in giro per il mondo ma non sempre viene accolta bene: in alcuni paesi islamici ad esempio il suo libro è stato censurato, niente di strano alla fine.
Ma l'ostracismo su di lei non si limita ai paesi musulmani perché in realtà ora anche in Canada le è stato vietato di parlare della sua storia: questo perché il ministero dell'Istruzione di Toronto ha deciso di annullare e di vietare la presentazione del suo libro e di qualsiasi conferenza di Nadia perchè "islamofoba" e "razzista".
Strane definizioni per una donna che è stata rapita, imprigionata e violentata dall'Isis.



Racconti sull’ISIS generano islamofobia: bavaglio al premio Nobel Nadia Murad.
di Sara Kelany

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ya ... -genocidio

A Toronto in Canada si è superato il limite della decenza e per paura di generare “islamofobia” viene negata dal Consiglio Scolastico a Nadia Murad la possibilità di presentare il suo libro sulle violenze subite dagli aguzzini dell’ISIS, che dopo averla rapita, per anni l’hanno schiavizzata, seviziata e violentata.

Il Toronto School Board, aveva organizzato un progetto nel quale ragazze adolescenti, in una sorta di circolo letterario, dopo la lettura di un testo ne avrebbero discusso con l’autore.

Ebbene, in questo progetto veniva inserita Nadia, che nel febbraio 2022 avrebbe dovuto relazionare sul suo libro “l’Ultima ragazza”, nel quale racconta di come, nel 2014 appena ventunenne, nel suo villaggio del nord dell’Iraq facevano irruzione i miliziani dello Stato Islamico. Qui la Murad racconta dei colpi di kalashnikov, che facevano 600 vittime tra cui sei dei suoi fratelli, racconta di come lei e altre giovani venivano rapite e ridotte in schiavitù, oggetto per mesi di stupri violenti e torture inumane.

Nadia riesce poi a fuggire e nel 2016 raggiunge la Germania, da lì, diventa una testimone della sofferenza e del riscatto dalla ferocia degli integralisti islamici. Per questa sua testimonianza nel 2018 Nadia vince il Nobel, assieme a Denis Mukwege, medico che ha trascorso gran parte della propria vita di ginecologo aiutare le vittime di abusi sessuali in Congo, per alleviarne i danni molto spesso permanenti

Questo racconto però secondo il provveditore agli studi canadese avrebbe potuto confondere gli studenti e turbarli, generando diffusa diffidenza verso il mondo islamico e dunque doveva essere cestinato.

Così, come quando veniva tenuta in cattività ed abusata, il mondo globalizzato e schiavo del politically correct, tappa di nuovo la bocca a Nadia e le orecchie di chi avrebbe voluto ascoltare questa storia di morte, sofferenza e poi di rinascita.

Ma in disparte l’abnormità della notizia, ciò che genera sconcerto è che tutto sembri passare sotto silenzio, la stampa nostrana infatti non dedica ai fatti neanche un trafiletto.

E il silenzio assordante del mainstream è il termometro dell’imbarazzo dato dalla doppia morale, che in queste vicende vagola con passo incauto e incerto tra la difesa strenua dei diritti delle donne e la tutela acritica delle minoranze islamiche e a cascata islamiste.

E perché nessuna femminista si strappa le vesti? Perché nessuna femen decide di prestare il seno nudo a svergognare questa vergona? Perché le nostre pasionarie arcobaleno non scendono in piazza contro coloro che stanno mettendo il bavaglio a questa donna coraggiosa in nome del quieto vivere? Se non ora quando?

Non accade per un unico motivo, perché nella grande narrazione costruita dal pensiero mondialista, ciò che è giusto e ciò che non lo è, lo decide il ministero della verità e guai ad uscire dai canoni imposti, pena l’ostracismo e l’esilio.


Racconti sull’ISIS generano islamofobia: bavaglio al premio Nobel Nadia Murad.
di Sara Kelany
24 novembre 2021

https://www.lavocedelpatriota.it/raccon ... dia-murad/

A Toronto in Canada si è superato il limite della decenza e per paura di generare “islamofobia” viene negata dal Consiglio Scolastico a Nadia Murad la possibilità di presentare il suo libro sulle violenze subite dagli aguzzini dell’ISIS, che dopo averla rapita, per anni l’hanno schiavizzata, seviziata e violentata.

Il Toronto School Board, aveva organizzato un progetto nel quale ragazze adolescenti, in una sorta di circolo letterario, dopo la lettura di un testo ne avrebbero discusso con l’autore.

Ebbene, in questo progetto veniva inserita Nadia, che nel febbraio 2022 avrebbe dovuto relazionare sul suo libro “l’Ultima ragazza”, nel quale racconta di come, nel 2014 appena ventunenne, nel suo villaggio del nord dell’Iraq facevano irruzione i miliziani dello Stato Islamico. Qui la Murad racconta dei colpi di kalashnikov, che facevano 600 vittime tra cui sei dei suoi fratelli, racconta di come lei e altre giovani venivano rapite e ridotte in schiavitù, oggetto per mesi di stupri violenti e torture inumane.

Nadia riesce poi a fuggire e nel 2016 raggiunge la Germania, da lì, diventa una testimone della sofferenza e del riscatto dalla ferocia degli integralisti islamici. Per questa sua testimonianza nel 2018 Nadia vince il Nobel, assieme a Denis Mukwege, medico che ha trascorso gran parte della propria vita di ginecologo aiutare le vittime di abusi sessuali in Congo, per alleviarne i danni molto spesso permanenti

Questo racconto però secondo il provveditore agli studi canadese avrebbe potuto confondere gli studenti e turbarli, generando diffusa diffidenza verso il mondo islamico e dunque doveva essere cestinato.

Così, come quando veniva tenuta in cattività ed abusata, il mondo globalizzato e schiavo del politically correct, tappa di nuovo la bocca a Nadia e le orecchie di chi avrebbe voluto ascoltare questa storia di morte, sofferenza e poi di rinascita.

Ma in disparte l’abnormità della notizia, ciò che genera sconcerto è che tutto sembri passare sotto silenzio, la stampa nostrana infatti non dedica ai fatti neanche un trafiletto.

E il silenzio assordante del mainstream è il termometro dell’imbarazzo dato dalla doppia morale, che in queste vicende vagola con passo incauto e incerto tra la difesa strenua dei diritti delle donne e la tutela acritica delle minoranze islamiche e a cascata islamiste.

E perché nessuna femminista si strappa le vesti? Perché nessuna femen decide di prestare il seno nudo a svergognare questa vergona? Perché le nostre pasionarie arcobaleno non scendono in piazza contro coloro che stanno mettendo il bavaglio a questa donna coraggiosa in nome del quieto vivere? Se non ora quando?

Non accade per un unico motivo, perché nella grande narrazione costruita dal pensiero mondialista, ciò che è giusto e ciò che non lo è, lo decide il ministero della verità e guai ad uscire dai canoni imposti, pena l’ostracismo e l’esilio.




Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2523


È stato denunciato per aver detto "bastardi islamici" ed è stato assolto
https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... lamici.pdf
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38319
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Diritti e doveri umani naturali e universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron