Anche adorare vuol dire pregare, invocare, supplicare (lodando e magnificando, vedasi: "cantare le lodi" "indorare la pillola")https://it.wikipedia.org/wiki/Adorazione Per adorazione si intende solitamente, in ambito religioso, l'atto di pregare, magnificare, lodare, omaggiare, esprimere devozione nei confronti di un'entità soprannaturale e trascendente, solitamente una divinità. Rappresenta il "cuore" di qualsiasi culto, trattandosi di un elemento fondamentale comune a tutte le religioni del mondo.
http://www.etimo.it/?term=adorarehttp://www.etimo.it/?term=orazione http://www.etimo.it/?term=orare ???
http://www.treccani.it/vocabolario/indorareindorare v. tr. [comp. di in-1 e dorare] (io indòro, ecc.). – 1. Meno com. di dorare nel senso proprio di rivestire di uno strato continuo d’oro o di fregi d’oro: i. una cornice, il dorso di un libro; più usato in senso fig., e spec. nella locuz. indorare (più raro inzuccherare) la pillola, cercare di attenuare con parole gentili o in altro modo un dispiacere, l’impressione di una cattiva notizia o di un fatto comunque svantaggioso (l’espressione deriva dal trattamento cui sono talora sottoposte, in farmacia, le pillole per renderle più gradevoli): lo hanno trasferito in provincia e per indorargli la pillola lo hanno fatto commendatore. 2. estens. Preparare la frittura passando la carne, il pesce, la verdura in rosso d’uovo frullato. 3. poet. Rendere di colore simile all’oro: il sole nascente indorava le cime dei monti. Nell’intr. pron., assumere una tinta dorata: S’indorava la notte al divin lume (T. Tasso). Part. pass. indorato, anche come agg.: L’else indorate e gl’indorati sproni (Ariosto); carne indorata, impanata e fritta (ma è più com. dorata).
oro, as, avi, atum, are, 1 tr.
1 parlare, dire; perorare, difendere;
2 pregare (assol., col doppio acc., con l'acc. della cosa, con l'acc. della persona, con ut o ne e il cong., col solo cong., con l'inf., con l'acc. e l'inf., con ab e l'abl., con cum e l'abl., con pro e l'abl.);
3 in posizione parentetica (oro te).
1 in gener., parlare, dire; in partic., pronunciare un'arringa, perorare, difendere: bonum aequomque oras, dici una cosa buona e giusta (cioè, fai un'osservazione giustissima), PL. Most. 682; talibus orabat Iuno, così parlava Giunone, VERG. Aen. 10, 96; complecti orando, abbracciare col discorso, CIC.; ars orandi, l'oratoria, QUINT.; orandi scientia, orandi studium, QUINT.; orantis vox, la voce dell'oratore, QUINT.; ex tempore orandi facultas, capacità di improvvisare un discorso, QUINT. 11, 1, 1; orandi validus, oratore valente, TAC. Ann. 4, 21, 3; orandi nescius, inesperto di oratoria, TAC.; causam orare, perorare una causa, TER., CIC., LIV. (VERG. Aen. 6, 849 causas o.); orare litem, difendere una lite, CIC.; causam dixit et ipse pro se oravit, pronunciò egli stesso la propria difesa, LIV. 39, 40, 12; matronis ipsis quae raptae erant orantibus, per intercessione delle donne stesse che erano state rapite, CIC. Rep. 2, 7, 13; part. sost. orantes, gli oratori, TAC. Dial. 6, 5;
2 pregare, supplicare, chiedere, implorare; assol., col doppio acc. (pers. e cosa), col solo acc. della cosa o della pers., e con ut o ne e il cong.; meno frequent. col solo cong., con l'inf. o l'acc. e l'inf., con ab e l'abl., con cum e l'abl., con pro e l'abl.; assol.: venit ipsus ultro lacrimans orans obsecrans, va spontaneamente (dalla mamma della ragazza) piangendo, pregando, scongiurando, TER. Ad. 472; sed modus orandi qui sit (quale sia la maniera di pregare) prius ordine dicam, VERG. Georg. 4, 537; col doppio acc.: age siquid te maius oret?, via, e se ti domandasse qualche cosa di più grave?, TER. Ad. 941; illud te ad extremum et oro et hortor, ut..., di questo da ultimo ti prego e consiglio, che..., CIC. ad Q. fr. 1, 1, 16, 46; auxilia regem orabant, chiedevano aiuti al re, LIV.; orare aliquem libertatem, SUET. Vesp. 16, 3; con l'acc. della cosa: optumum atque aequissumum orat, egli fa una richiesta giusta e sacrosanta, PL. Men. 1147; orabo gnato uxorem, chiederò la moglie per mio
figlio, TER. Andr. 3, 2, 48; legati Romam missi auxilium ad bellum orantes (a chiedere aiuto per la guerra), LIV. 21, 6, 2; veniam dapibus nullisque paratibus (dat.) orant, chiedono scusa per i cibi e per l'assenza di lusso, OV. Met. 8, 683; opem rebus affectis orare, invocare soccorso per la situazione difficile, LIV.; con l'acc. della pers.: me orat mulier, ENN.; virginem orare, ANDR.; pass.: per divos oratus uterque Penates, voi entrambi scongiurati per i santi Penati, HOR. Sat. 2, 3, 176; con ut o ne e il cong.: gnatam ut det oro, lo prego di concedere sua figlia, TER.; rogat oratque te... ut, ti prega caldamente che..., CIC.; orat multis et supplicibus verbis ut..., prega con molte e supplichevoli parole che..., CIC.; orat ut sibi parcat, prega di perdonargli, CAES.; morte me ut vindices ab Romanorum arbitrio oro obtestorque, ti prego e scongiuro di sottrarmi colla morte (uccidendomi, cioè) al potere dei R., LIV. 30, 12, 16; rogat eos atque orat ne oppugnent filium (di non osteggiare il figlio), CIC. Verr. 3, 96; ipse Caesar oratus etiam ab Artorio medico ne in castris remaneret, VELL. 2, 70, 1; col solo cong.: orant ignoscamus peccatum suom, ci pregano di perdonare la loro colpa, PL. Amph. 105; idque sinas oro, ti prego di concedere questo, OV.; con l'inf.: a me illos abducere Thestylis orat, T. chiede di potermeli portar via, VERG. Buc. 2, 43; Nisus et... Euryalus... admittier (= admitti) orant, N. e E. chiedono di essere ammessi alla loro presenza, VERG. Aen. 9, 231; nam principem orabat deligere senatores (di designare dei senatori), TAC. Ann. 6, 2; (sententiam) qua oraretur Claudius despondere Octaviam Domitio, con cui Cl. venga supplicato di consentire il matrimonio di Ottavia con D., TAC. Ann. 12, 9; con l'acc. e l'inf.: Aegypti praefecturam concedi sibi (che gli fosse concesso il governo dell'Egitto) oraret, SUET. Nero 47, 2; con ab e l'abl. della pers. e ut o ne e il cong.: hoc me orare a vobis iussit Iuppiter ut..., questo Giove mi comandò di
chiedervi, che..., PL. Amph. 64; petivit oravitque a suis amicissimis impense ut Aeneida... adolerent, supplicò vivamente i suoi intimi di bruciare l'Eneide, GELL. 17, 10, 7; con cum e l'abl. della pers.: tecum oro et quaeso... ut ei detur, ti prego vivamente di far consegnare a colui, PL. Curc. 432; oravi tecum uxorem ut duceres, ti ho pregato di prender moglie, TER. Hec. 686; con pro e l'abl.: tu pro illa ores ut sit propitius, prega per lei, che (il dio) le sia favorevole, PL. As. 783; pro civibus orare, IUST.; spesso oro è unito ad altro verbo: rogo atque (et) oro, prego vivamente, CIC.; oro et obtestor, CIC. (obtestorque, LIV.); oro atque obsecro, CAES. (oro obsecro, PL., TER.); precor atque oro, LIV. ecc.;
3 in posizione parentetica, oro te, CIC., SEN., HOR., oro vos, LIV., ti prego, vi prego o chiedo, per favore, di grazia (cfr. quaeso), come formula di cortesia specie per attenuare un imperativo: dic, oro te, clarius, parla, ti prego, più chiaramente, CIC. Att. 4, 8, 1; Lydia, dic, per omnes te deos oro, HOR. Carm. 1, 8, 2; ne illa quidem, oro vos (di grazia), movent?, LIV. 5, 5, 1; anche semplic. oro: absiste inceptis, oro, SIL. 11, 334.
• Orassis = oraveris, PL. Ep. 728
[cf. gr. ará].
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