D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » sab mag 20, 2017 10:10 am

Per l'uomo ragionevole e di buona volontà, non idolatra, è molto meglio o preferibile o sensato , da un punto di vista statistico, che investa le sue risorse ed il suo tempo nei miracoli della scienza e quindi nella ricerca che in quelli nei miracoli divini dei santuari e dei santi.
Le percentuali statistiche dei presunti miracoli che avvengono nei santuari delle apparizioni sono di poche unità ogni decina di milioni di pellegrini; le percentuali scientifiche sono molto ma molto maggiori che non è possibile alcun sensato confronto.




Miracołi veri e falbi
viewtopic.php?f=24&t=1687


Il miracolo vero è la creazione, l'universo, il ciello stellato, ogni filo d'erba, ... la vita e la morte.

Il miracolo più falso che ci sia è quello della resurrezione di in uomo morto già veramente morto (e non dolo dato per morto). Dio no è un pagliaccio o un simmunito e non può violare le sue leggi universali e i suoi comandamenti per capriccio o per la raccomandazione intercessione di un santo, di una donna come la madonna, di un uomo che si dice suo figlio e Dio stesso, non avrebbe alcun senso e non avrebbe senso nemmeno la stessa creazione.


El miracoło vero lè ła Creasion, l'ogneverso entiero, el çeło stełà, el fiło d'erba ... ła vida e ła morte.

El miracoło falbo pì miracołoxo e miracołante ca ghe sipia lè ła "sorjensa de on morto" se ono lè morto dal bon nol pol pì sorxar, se el par kel sorxa vol dir ke nol jera morto. Dio ke no lè on pajàso e n'ensemenio nol pol viołar łe so meme comande e łej, nol pol prima far morir na creadura e dapò farkla tornar en vida pèar enterçesion de na madona o de on santo, ła saria na ensemensa granda e cascaria tuto el palco de ła Creasion.


L'uomo di buona volontà, l'ipocrita e l'idolatra
viewtopic.php?f=141&t=2515
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » dom mag 21, 2017 6:56 am

??? Riflessioni di un idolatra sulla sua fede idolatra e "ragionevole"???

La fede dipende dalle apparizioni?
Simone Venturini •

http://www.simoneventurini.com/it/la-fe ... pparizioni

Quanta ipocrisia nei commenti e nelle riflessioni a margine di quanto il Papa ha recentemente detto sulle apparizioni di Medjugorie. Come se tutto dipendesse dalle parole di un pontefice dette mentre tornava da Fatima! Ma la fede da chi dipende? Dal Papa? No di certo. La fede dipende da Dio e da noi, se ogni giorno mettiamo basi sicure sempre più profonde, sempre più sicure.

Cosa cambia, infatti, nella vita di un credente – o cosa dovrebbe cambiare – se il Papa dice che nutre seri dubbi sulle apparizioni di Medjugorie? Egli non ha detto di non andare più in quel posto, di non crederci più. Ha solo espresso i suoi dubbi, sulla base di ricerche e informazioni molto accurate. Come se su tutto ciò che pensiamo, crediamo, facciamo debba essere sempre posto un nihil obstat, un placet, un sigillo di garanzia, insomma. Certamente, qualcosa cambia. Perché per chi crede è Pietro a condurre il gregge esco pascoli ubertosi e sicuri. Perciò, chiaramente, se egli dice che ha seri dubbi su Medjugorie non si può fare finta di nulla.

Mi chiedo allora per chi cambiamo veramente le cose? Forse per chi ne ha fatto un business? Forse per i veggenti, che sono diventati delle pop star ammirate ed ascoltati in tutto il mondo? Forse per chi non Sto arrivando! ragionare con la propria testa e col proprio cuore? Se uno è sicuro di qualcosa, non c’è nulla al mondo che possa fargli cambiare idea, o no? Nessuno è obbligato a credere a Medjugorie, ma neppure a Fatima o a Lourdes, liberi di farlo, oppure no!

La questione, a ben vedere, è perciò più vasta e profonda di quello che può apparire a prima vista e riguarda la maturità di noi cristiani, ormai ad oltre sessant’anni dal Concilio Vaticano II. Esso ha responsabilizzato i laici, dicendo che in forza del loro Battesimo, sono essi stessi agenti di evangelizzazione, di promozione umana; sono essi stessi profeti, re e sacerdoti. Vogliamo crederci o no? Il ruolo del Papa non è quello – almeno non più – di condannare, di distruggere la fede della gente, ma di elevarla, di approfondirla, di renderla sempre più all’altezza dei tempi che viviamo. Il fatto è che dobbiamo allora essere un po’ meno ipocriti e dirci e dire le cose come stanno, almeno per noi e con coraggio.

Cosa cambia, effettivamente, per i cristiani se il Papa – cosa che non ha fatto (e credo non farà) – dicesse che le apparizioni di Medjugorie sono false? Nulla! Ognuno è libero di crederci, anche se, forse, è giunto il momento di guardare un po’ più avanti, di approfondire, di tagliare, di avvicinare persone che sono totalmente refrattarie non solo a fenomeni come apparizioni o cose del genere, ma a qualsiasi discorso su Dio o su Cristo. Certamente, si potrebbe portare qualche “fratello lontano dalla Chiesa” a Medjugorie, così magari ritroverà la fede e ciò può senz’altro accadere, ovviamente. Ma quanti milioni e milioni di persone non sanno più cos’è la speranza, sono totalmente chiuse e ripiegate in se stesse, sull’orlo del baratro e senza aver più sentito o pronunciato la parola Dio da anni ed anni? Persone che non diranno mai ad alcuno i loro problemi, men che meno a “certi” cattolici … sì proprio quelli che piegano la testa solo quando qualche “autorità ecclesiastica” dice qualcosa in linea col loro modo di pensare, se no apriti cielo!

È il momento, secondo me, di valutare bene ciò che è frutto della nostra immaginazione e ciò che, invece, è reale. Ammettere, una buona volta, che la fede non si fonda su idee e dottrine a cui aderire, ma sul terreno fecondo della nostra anima, laddove vive Dio, quello vero e quello che si sente ed appare ogniqualvolta ne abbiamo bisogno, senza spostarci di un metro da casa nostra! Guardiamo dentro di noi, più che fuori e troveremo da lì la forza per ridare speranza e coraggio a noi stessi e agli altri …
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » ven set 15, 2017 3:51 am

Bambino di 8 anni prega il Santissimo e ottiene una grazia per la sua famiglia
2017/01/17

https://it.aleteia.org/2017/01/17/bambi ... a-famiglia

Diego, un bimbo la cui fede in Gesù Sacramentato ha trasformato la realtà della sua famiglia, segnata da maltrattamenti, alcolismo e povertà

Padre Patricio Hileman, responsabile della formazione di cappelle di Adorazione Perpetua in America Latina, ha condiviso la toccante testimonianza di Diego, un bambino messicano di 8 anni la cui fede in Gesù Sacramentato ha trasformato la realtà della sua famiglia, segnata da problemi di maltrattamenti, alcolismo e povertà.

La storia si è svolta a Mérida, capitale dello Stato messicano dello Yucatán, nella prima cappella di Adorazione Perpetua che i missionari di Nostra Signora del Santissimo Sacramento hanno istituito nella città.

Padre Hileman ha riferito al Gruppo ACI che il bambino ha sentito in uno dei suoi interventi che “Gesù benedirà cento volte tanto chi si dispone a vegliare all’alba”.

“Dicevo che Gesù ha invitato i suoi amici all’Ora Santa. Gesù ha detto loro: ‘Non riuscite a vegliare un’ora con me?’, gliel’ha detto tre volte e lo ha fatto all’alba”, ha ricordato il sacerdote argentino.

Le parole del presbitero hanno fatto sì che il bambino decidesse di effettuare la sua veglia alle 3.00, una cosa che ha richiamato l’attenzione della madre, alla quale ha spiegato che lo avrebbe fatto per un motivo preciso: “Voglio che mio padre smetta di bere e di picchiarti e che non siamo più poveri”.

Nella prima settimana la madre lo ha accompagnato, la seconda settimana Diego ha invitato il padre.

“Un mese dopo aver iniziato a partecipare all’Adorazione Perpetua, il padre ha testimoniato di aver sperimentato l’amore di Gesù e di essere guarito”, e in seguito “si è innamorato nuovamente della madre in quelle ore sante”, ha segnalato padre Hileman.

“Ha smesso di bere e di litigare con la madre e la famiglia non è più stata povera. Grazie alla fede di un bambino di appena 8 anni, tutta la famiglia è stata curata”, ha aggiunto.

Questa è solo una delle varie testimonianze di conversione che secondo padre Hileman si verificano nelle cappelle di Adorazione Perpetua, iniziativa dei missionari di Nostra Signora del Santissimo Sacramento, comunità della quale è il fondatore.

“Il primo comandamento dell’Adorazione Perpetua è lasciarsi ‘abbracciare’ da Gesù”, ha spiegato il sacerdote. “È il luogo in cui impariamo a riposare nel cuore di Gesù. Solo Lui può darci questo abbraccio dell’anima”.

Il sacerdote ha ricordato che l’iniziativa è cominciata nel 1993 a Siviglia (Spagna), dopo che San Giovanni Paolo II aveva espresso il desiderio che “ogni parrocchia del mondo potesse avere la sua cappella di Adorazione Perpetua, dove Gesù fosse esposto nel Santissimo Sacramento, in una custodia, adorato solennemente giorno e notte senza interruzione”.

Il presbitero ha aggiunto che “San Giovanni Paolo II faceva sei ore di adorazione al giorno, scriveva i suoi documenti con il Santissimo esposto e una volta a settimana trascorreva tutta la notte in adorazione. È questo il segreto dei santi, è questo il segreto della Chiesa: essere centrati e uniti a Cristo”.

Padre Hileman è incaricato da oltre 13 anni della missione in America Latina, dove esistono già 950 cappelle di Adorazione Perpetua. Il Messico guida la lista con oltre 650 cappelle, presenti anche in Paraguay, Argentina, Cile, Perù, Bolivia, Ecuador e Colombia.

“Lo stesso Gesù che continuiamo ad adorare e ad amare è Colui che ci dà la forza per poter apprezzare sempre più il sacramento dell’Eucaristia”, ha sostenuto il sacerdote.

Secondo Maria Eugenia Verderau, che da sette anni prega a un’ora stabilita della settimana in una cappella per l’Adorazione Perpetua in Cile, questo “aiuta molto a crescere nella fede. Mi aiuta a capire il mio posto di fronte a Dio, come figlia di un Padre che vuole solo il meglio per me, la mia vera felicità”.

“Viviamo giornate molto agitate, dalla mattina alla sera. Prendersi un po’ di tempo per fare adorazione è un dono, dà tranquillità, è uno spazio per pensare, per ringraziare, per mettere le cose al posto giusto e offrirle a Dio”, ha commentato.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » mer set 20, 2017 4:40 am

Indonesia, sciamano si immerge in un fiume infestato dai coccodrilli millantando superpoteri: ucciso
di Federica Macagnone
19/09/2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/e ... 48980.html

Prima di entrare in acqua aveva tranquillizzato tutti: con i suoi poteri sovrannaturali sarebbe riuscito a controllare i coccodrilli e li avrebbero tenuti alla larga. Ovviamente nulla ha potuto fermare la ferocia di uno dei rettili che ha sancito la condanna a morte di Suprianto, uno sciamano, che millantava di avere facoltà non di questa terra.

L'incidente è avvenuto domenica scorsa, quando Suprianto si è diretto all'estuario del Muara Jawa nel Kutai Kartanegara, in Indonesia, per recuperare il corpo di Arjuna, un uomo che era stato ucciso poche ore prima da un coccodrillo. Secondo il racconto di alcuni testimoni, lo sciamano era convinto di poter condizionare le menti degli animali e di tenerli alla larga: come mostra il filmato, si è gettato in acqua e ha iniziato a nuotare. Poche bracciate prima di essere attaccato da un coccodrillo che lo ha trascinato sott'acqua impedendogli di riemergere.

Il capo della polizia di Kutai Kartanegara, Fadillah Zulkarnaen, ha riferito che entrambi i cadaveri sono stati trovati intorno alle 21.40 di domenica: «Penso che Suprianto sia stato trascinato da un coccodrillo sotto l'acqua e abbia esaurito l'ossigeno. Dalle immagini che ho visto, il suo corpo è ancora intatto, le braccia e le gambe sono ancora lì. Anche il cadavere di Arjuna è intatto».

Non è l'unico attacco registrato nella zona negli ultimi tempi. A luglio un uomo si è diretto sulle sponde di un corso d'acqua dopo aver riferito ad alcune persone di dover rispondere alla chiamata di uno sciamano: è stato sbranato da un coccodrillo prima che riuscisse a mettere piede in acqua.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » gio set 28, 2017 4:21 am

Apparizioni: perché capitano sempre agli ignoranti cattolici e mai agli scienziati atei?
Toscana Oggi
2017/05/16

https://it.aleteia.org/2017/05/16/appar ... -ignoranti

Due obiezioni fondamentali ai fenomeni soprannaturali che la teologia chiama “rivelazioni private” offrono invece l'occasione di importanti approfondimenti

Ogni volta che si torna a parlare di apparizioni – per un nuovo caso, vero o presunto, per un anniversario, per le immancabili polemiche che sempre accompagnano questi e quelli… – saltano fuori due domande:

possibile che le apparizioni accadano sempre in terre cristiane e a gente di fede cristiana?
come mai non ci sono mai persone colte, tra i cosiddetti veggenti?

Come si vede, entrambe le domande vorrebbero screditare i fenomeni soprannaturali attribuendone la genesi alle condizioni culturali e sociali dell’ambiente in cui avverrebbero, nonché alla scarsa istruzione (e di conseguenza all’immaginazione suggestionabile) di chi ne sarebbe testimone. E con ciò gli obiettori farebbero almeno salva la buona fede, dei veggenti: si starebbe cioè escludendo il caso di una dolosa messinscena finalizzata a carpire la credulità pubblica (di solito per ricavarne degli utili). Ora, fermo restando che per fede nessun miracolo è necessario, mentre per l’incredulità nessun miracolo è sufficiente, si possono invece trarre considerazioni importanti in risposta alle due domande. In quanto c’è del falso, in esse, e bisogna smascherarlo; e parimenti c’è del vero, da cui è bene trarre vantaggio.

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Davvero sempre i cattolici? E perché?

Partiamo dalla prima, perché sì, è vero che le apparizioni accadono sempre in terre cristiane e coinvolgono persone di fede cristiana. Questo è generalmente vero, perché le vere apparizioni non si sostituiscono alla Chiesa e non la scavalcano, ma anzi sono finalizzate a promuovere quella via ordinaria di trasmissione della fede che è appunto la diffusione della Chiesa in tutto il mondo. Il che non significa, evidentemente, privilegiare il clero – anzi! – ma chiedere che i veggenti si facciano latori di un messaggio alla comunità (locale e/o universale) coinvolgendone i pastori.

La storia del cristianesimo conosce eccezioni a questa regola: la più antica e autorevole di queste è contenuta già negli Atti degli Apostoli, che dedicano l’intero capitolo 10 alla vicenda del centurione Cornelio. Come è noto, la storia della sua conversione comincia con l’apparizione di un angelo, che al militare romano in preghiera comanda:

Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa venire un certo Simone, detto Pietro. Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare.

(At 10,4-5)

Pietro va coi servi e resta colpito appunto dal fatto che chi lo ha mandato a chiamare non sia né un discepolo di Gesù né un giudeo, in senso stretto: era però “un timorato di Dio”, e Luca chiama così quei pagani che, pur senza aderire formalmente e in toto al giudaismo, ne sono intimi e sinceri estimatori, aderendo con «religioso ossequio dell’intelletto e della volontà» (cf. CIC 752) alla Rivelazione. Il problema sorse immediatamente, già allora, perché non era chiaro se quella disposizione d’animo (che anche oggi il Diritto Canonico distingue, per difetto, dalla fede vera e piena) fosse sufficiente a ricevere una rivelazione particolare.

Pietro giudicò di sì, e la storia andò come documenta il resoconto di Luca.

Nel XX secolo, uno degli ultimi successori di Pietro sulla cattedra romana (Pio XII) si trovò a dirimere una questione analoga, anzi in un certo senso più intricata: Bruno Cornacchiola era sì nato a Roma ed era stato battezzato in fasce, ma visse la prima infanzia in una famiglia disgraziata che nulla gli trasmise e anzi lo indusse, giovanissimo, a vivere da vagabondo; sotto le armi, in Spagna, fu aizzato dall’odio anti-romano di un protestante tedesco (a Toledo comprò il famoso pugnale sulla cui lama incise le parole “A morte il Papa!”. Tornato a Roma, si fece battista e poi avventista del settimo giorno, ma sposò una fervente cattolica: tra i due fu un braccio di ferro senza esclusione di colpi (si alternarono devozioni obtorto collo e furie iconoclaste in casa), ma alla fine parve vincere lui, e lei non poté più neanche uscire di casa per andare a messa.

Il fatto è noto: il 12 aprile 1947, in località Tre Fontane, mentre i suoi bambini giocavano, Cornacchiola si dedicava alla stesura di uno scritto “contro l’Immacolata Concezione”. Ed eccola che, proprio lei, apparve in quel mentre ai bambini – e il padre se ne accorse perché quelli non gli rispondevano. Allora li raggiunse fisicamente e vide una figura confusa che allungava le mani verso di lui; poi sentì qualcosa che gli toccò gli occhi e immediatamente vide una donna di bellezza inaudita. Che lo ammonì severamente:

Io sono la Vergine della rivelazione. Tu mi perseguiti. Adesso basta! Entra nel santo ovile. Il Dio promesso è e resta immutabile: i nove venerdì del santo Cuore, che tu hai celebrato, spinto dall’amore della tua moglie fedele prima che tu prendessi definitivamente la via dell’errore, ti hanno salvato.

Poi lo istruì riferendolo ai pastori della Chiesa:

Io desidero lasciarti una prova che quest’apparizione viene direttamente da Dio, così tu non puoi avere nessun dubbio ed escludere che essa provenga dal nemico dell’Inferno.

Questo è il segno: appena incontri per la strada o in chiesa un prete, rivolgigli queste parole: «Padre io devo parlare con lei!». Se quello risponde: «Ave Maria, figlio mio cosa vuoi?», allora pregalo di ascoltarti perché tu sei stato scelto da me. A lui puoi manifestare cosa c’è nel tuo cuore affinché egli possa raccomandarti e introdurti a un altro prete: quello sarà il prete giusto per il tuo caso!

Poi sarai ammesso dal Santo Padre, il Sommo Pontefice dei cristiani, e gli trasmetterai il mio messaggio. Una persona che io ti mostrerò ti introdurrà da lui. Molti, ai quali tu narrerai questa storia, non ti crederanno, ma non lasciarti influenzare

A Pio XII Cornacchiola donò il coltello con la famosa incisione il 9 dicembre 1949. Trentatré anni dopo (l’8 settembre 1982), quando già la comunità dei fedeli era stata coinvolta in molti modi, la Vergine tornò a illustrare ogni cosa al veggente:

In questo luogo voglio avere un santuario ed essere venerata con i nuovi titoli Vergine della rivelazione e Madre della Chiesa! La mia casa deve essere aperta a tutti, in modo che tutti entreranno in essa, nella casa del soccorso, e si convertiranno. Gli assetati e i confusi verranno qui per pregare, vi troveranno amore, comprensione e consolazione, essi vi troveranno il vero senso della vita. In questa grotta, proprio dove sono apparsa più volte, sarà eretto il santuario delle espiazioni come un Purgatorio sulla Terra. E ci sarà una porta chiamata “Porta della Pace”. Tutti i fedeli dovranno entrarci e salutarsi con il saluto della pace e dell’unità tra i cristiani: «Dio benedici la SS. Vergine Maria e proteggici!»

Come si vede, dunque, anche in questo caso eccezionale l’apparizione non è giunta a un “credente” in piena regola: “timorato di Dio” il centurione, “avventista del settimo giorno” il tranviere, nessuno dei due era quello che si dice “un bravo cattolico”. Eppure – poiché le eccezioni confermano sempre la regola – in entrambi i casi il messaggio dell’apparizione si motiva col riferimento a un gesto di pietà compiuto dal veggente nel passato (anche a forza) per il quale la Grazia divina dispone la rivelazione particolare, che vada a vantaggio di più persone possibile (nel caso di Cornacchiola, anzi, le parole della Vergine lasciano intendere che la misericordia va pure incontro alle preghiere e alle lacrime della moglie Iolanda).
Davvero sempre gli incolti? E perché?

Passando invece all’altra questione, che alla prima è a suo modo legata, si potrebbe sbrigativamente rispondere che Dio ama gli umili e i poveri di spirito; ma sarebbe un pessimo esercizio della nostra ragione teologica, oltre che un esempio di esegesi pedestre – si può certo discutere su cosa siano esattamente i “poveri di spirito”, ma di certo chi effonde lo “Spirito di scienza” non loda e non raccomanda l’ignoranza.

Anzi, a quel Dio piace proprio “provocare” la scienza e spingerla a crescere e a guardare oltre il proprio orticello, per comprendere – con le parole di Pascal – che

l’ultimo passo della ragione è riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano. Essa è debolissima, se non arriva a riconoscere questo.

(Blaise Pascal, Pensées 267)

O, per dirla con le celebri parole di De Maistre,

Il cristianesimo è stato predicato da ignoranti e creduto da dotti, e questo è ciò in cui non assomiglia ad alcunché di conosciuto.

(Joseph Marie de Maistre, Considérations sur la France)

Si ricorderà il “miracolo del sole”, che il 13 ottobre 1917 sarebbe stato mostrato come conferma della veridicità delle apparizioni a tutta la folla che quel giorno era radunata in Cova da Iria: i tre pastorelli avevano riferito che la Madonna aveva promesso loro “un evento prodigioso” visibile a tutti. Il 30 ottobre 1950, ossia tre giorni prima della proclamazione del dogma dell’Assunzione della Vergine, Pio XII avrebbe osservato un fenomeno analogo. Nell’uno e nell’altro caso, i fenomeni guadagnarono le prime pagine dei giornali.

Ma prima di tornare a Fatima, e scortati da una guida d’eccezione, osserviamo un caso classico di “sfida alla scienza” lanciata in quelle che forse sono le più celebri delle apparizioni mariane “dogmatiche” al mondo, ossia quelle di Lourdes. Il 7 aprile 1858, in particolare, Bernadette si recò alla grotta di Massabielle di buon mattino, con uno stratagemma ordito da un tale di un paese accanto per non dare troppo nell’occhio. Il figlio di quell’uomo (che era stato guarito da una dolorosa artrite mediante le abluzioni nell’acqua gelida della sorgente) aveva procurato alla ragazzina un cero, e per ripararne la fiammella dalla brezza che risaliva il Gave quella vi mise le mani accanto.

Nella trance dell’estasi, Bernadette non si avvide più della posizione delle dita, che ormai sovrastavano la fiammella tanto che questa girava indisturbata tra quelle, nello sbigottimento e nel timore di tutti i presenti (le cronache ne riportano un centinaio già alle cinque del mattino). Tra questi si fece avanti dottor Pierre-Romain Dozous, medico del posto, nutrito ai miti del positivismo e dunque interessato a scrivere al più un saggio sull’isteria religiosa: il fenomeno si faceva quindi del massimo interesse per il dottore, che cronometrò nella durata di una mezz’ora – ossia per tutta l’estasi di Bernadette – l’esposizione delle dita al fuoco vivo del cero.

«Nou ya oas arré» [«Non c’è niente!» N.d.T.] fu tutto quello che avrebbe potuto scrivere nel referto, se ancora avesse voluto produrne uno. Il medico positivista corse invece per tutto il giorno nelle vie di Lourdes dicendo quello che aveva visto e toccato. Proprio come San Giovanni Evangelista. La sua ragione aveva fatto il passo di cui parlò Pascal (alla cui mente religiosa tutti oggi sono debitori, se non altro, delle calcolatrici).

Ma perché Dio e la Vergine, manifestandosi, scelgono i bambini, gli incolti, i contadini, al fine di confondere i sapienti?

Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.

(1Cor 1, 28-29)

Certo. Ma se tutto si riducesse a una mera “vendetta di Dio” non ci allontaneremmo da quel giudizio corto che prima cercavamo di scongiurare: cosa vuol dire che “nessuno possa gloriarsi davanti a Dio”, se Dio vuole che ci si glorii in Cristo e nella sua croce (cf. Gal 6,14)?

Ce lo spiega bene l’allora cardinal Ratzinger, che nel 2000 commentava con queste parole, tra le altre, il testo del segreto di Fatima che per volontà di Giovanni Paolo II era stato divulgato in occasione del Giubileo:

È chiaro che nelle visioni di Lourdes, Fatima, ecc. non si tratta della normale percezione esterna dei sensi: le immagini e le figure, che vengono vedute, non si trovano esteriormente nello spazio, come vi si trovano ad esempio un albero o una casa. Ciò è del tutto evidente, ad esempio, per quanto riguarda la visione dell’inferno (descritta nella prima parte del « segreto » di Fatima) o anche la visione descritta nella terza parte del « segreto », ma si può dimostrare molto facilmente anche per le altre visioni, soprattutto perché non tutti i presenti le vedevano, ma di fatto solo i « veggenti ». Così pure è evidente che non si tratta di una « visione » intellettuale senza immagini, come essa si trova negli alti gradi della mistica. Quindi si tratta della categoria di mezzo, la percezione interiore, che certamente ha per il veggente una forza di presenza, che per lui equivale alla manifestazione esterna sensibile.

Vedere interiormente non significa che si tratta di fantasia, che sarebbe solo un’espressione dell’immaginazione soggettiva. Piuttosto significa che l’anima viene sfiorata dal tocco di qualcosa di reale anche se sovrasensibile e viene resa capace di vedere il non sensibile, il non visibile ai sensi — una visione con i « sensi interni ». Si tratta di veri « oggetti », che toccano l’anima, sebbene essi non appartengano al nostro abituale mondo sensibile. Per questo si esige una vigilanza interiore del cuore, che per lo più non c’è a motivo della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e pensieri che riempiono l’anima. La persona viene condotta al di là della pura esteriorità e dimensioni più profonde della realtà la toccano, le si rendono visibili. Forse si può così comprendere perché proprio i bambini siano i destinatari preferiti di tali apparizioni: l’anima è ancora poco alterata, la sua capacità interiore di percezione è ancora poco deteriorata. « Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai ricevuto lode », risponde Gesù con una frase del Salmo 8 (v. 3) alla critica dei Sommi Sacerdoti e degli anziani, che trovavano inopportuno il grido di osanna dei bambini (Mt 21, 16).

[…]

Ciò lo si può mostrare in tutte le grandi visioni dei santi; naturalmente vale anche per le visioni dei bambini di Fatima. Le immagini da essi delineate non sono affatto semplice espressione della loro fantasia, ma frutto di una reale percezione di origine superiore ed interiore, ma non sono neppure da immaginare come se per un attimo il velo dell’aldilà venisse tolto ed il cielo nella sua pura essenzialità apparisse, così come un giorno noi speriamo di vederlo nella definitiva unione con Dio. Le immagini sono piuttosto, per così dire, una sintesi dell’impulso proveniente dall’Alto e delle possibilità per questo disponibili del soggetto che percepisce, cioè dei bambini.

Come si vede, dunque, non è esattamente vero che le apparizioni capitino sempre e solo ai cattolici, ma è assolutamente certo che ogni apparizione, anche privata, è finalizzata al bene della Chiesa universale (e anzi il criterio ecclesiale costituisce uno dei punti da verificare per accertare la verità e la bontà dell’apparizione stessa). Allo stesso modo, non è esattamente vero che le apparizioni capitino sempre e solo a persone incolte, ma è assolutamente certo che esse prediligono le anime disposte ad accogliere il Regno come un bambino (cf. Mc 10,13-16). E la storia si unisce con la cronaca nell’illustrare le ragioni della teologia.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » ven dic 22, 2017 7:35 am

???


Il vescovo chiude il caso Medjugorje: “Qui non è mai apparsa la Madonna”
di Matteo Matzuzzi
2017/03/02

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/03/0 ... nna-123124

Roma. Alla vigilia dell’arrivo a Medjugorje dell’inviato speciale del Papa incaricato di “acquisire più approfondite conoscenze sulla situazione pastorale di quella realtà”, il vescovo di Mostar – nella cui giurisdizione rientra anche la località bosniaca meta di pellegrinaggi – dice che nulla di soprannaturale lì è accaduto. Mons. Ratko Peric ribadisce quanto la sua diocesi ha sempre sostenuto in più di trent’anni, e cioè che “non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria”. Stavolta, però, Peric va oltre e di fatto boccia le conclusioni della speciale commissione vaticana istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini. Conclusioni ancora secretate, nonostante il Papa in persona avesse annunciato quasi due anni fa decisioni imminenti in merito. Da quel che si sa, però, l’orientamento proposto dalla commissione nel 2014 – “hanno fatto un bel lavoro”, disse Francesco conversando con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dal viaggio lampo a Sarajevo, nel giugno del 2015 – è di riconoscere la soprannaturalità delle prime apparizioni, senza pronunciarsi sulle successive, peraltro ancora in corso. Il vescovo di Mostar respinge tale impostazione: “Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni”. E, “dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni”.

Quindi, l’affondo dai toni poco diplomatici: “Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: ‘sedicenti’ veggenti, ‘presunti’ messaggi, ‘preteso’ segno visibile e ‘cosiddetti’ segreti”. La posizione della curia di Mostar non è nuova: le frizioni (eufemismo) con i frati francescani che curano la parrocchia durano da decenni e in tutto questo tempo nulla è cambiato. Anche per questo s’era pensato di fare di Medjugorje un santuario alle dirette dipendenze della Santa Sede. Mons. Peric rivolge ora l’attenzione proprio alle prime apparizioni, sulla cui veridicità (appunto) in Vaticano si è più possibilisti. Innanzitutto, “la figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai ‘veggenti’ e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa con sicurezza per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa – scrive il vescovo di Mostar – non è la Madonna evangelica”.

E poi quei dubbi sullo “strano tremito” percepito dal veggente Ivan Dragicevic, le varie descrizioni sulla donna che appare: “Alcune ‘veggenti’ hanno visto un bambino avvolto nei panni, Ivan invece nega espressamente di aver visto il bambino, mentre poteva facilmente vedere da lontano gli ‘occhi’ e le ‘ciglia’ della figura femminile”. Alla voce “anniversario fasullo”, poi, mons. Peric elenca le contraddizioni sulla data di inizio delle “presunte apparizioni”: per alcuni è il 24 giugno del 1981, per altri il 25. Ma è sulla ciclicità delle apparizioni che il vescovo esprime i dubbi maggiori: la “figura” prima dice “quanto a lungo voi volete, quanto a lungo voi desiderate”, poi “cambia idea e ‘appare’ ogni giorno a tre ‘visionari’ del gruppo”. Da qui, la chiosa finale: “Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato, si può pacificamente affermare” che “la Madonna non è apparsa a Medjugorje”.



Miracolo a Medjugorje, il Papa si converte: "Autorizzato il culto"
Fabio Marchese Ragona - Sab, 09/12/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 72142.html

Una svolta storica, passata quasi sotto silenzio, senza troppi clamori. Il culto di Medjugorje è autorizzato ufficialmente e da oggi tutte le diocesi e istituzioni del mondo potranno organizzare pellegrinaggi verso la piccola città della Bosnia-Erzegovina dove dal 1981 la Madonna apparirebbe ai sei veggenti, finiti spesso nella bufera per i loro raduni che da anni attirano milioni di persone da tutto il mondo.

A dare l'annuncio è stato monsignor Henryk Hoser, arcivescovo emerito di Varsavia-Praga, inviato da Papa Francesco a Medjugorje per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale e sulle esigenze dei fedeli che arrivano, proponendo migliorie».

L'inviato papale ha rivelato la notizia all'edizione francese del portale cattolico Aleteia precisando che «il decreto della precedente Conferenza Episcopale della Jugoslavia di un tempo, che prima della guerra dei Balcani sconsigliava che i vescovi organizzassero pellegrinaggi a Medjugorie, non è più in atto». Se fino a oggi, infatti, c'era il divieto per parroci, vescovi o cardinali, di guidare pellegrinaggi verso il Podbrdo, il luogo delle prime presunte apparizioni, da oggi invece a dire di monsignor Hoser sarà possibile farlo senza più alcun problema. L'arcivescovo polacco, ha anche rivelato che «Papa Francesco ha recentemente chiesto a un cardinale albanese di dare la sua benedizione ai fedeli presenti a Medjugorje». Segno questo che il «disgelo» tra la Chiesa e la piccola città bosniaca è ormai praticamente in atto. «È il coronamento di quasi 37 anni di lotte per una giustizia e una verità che non poteva venire a galla prima», dice Paolo Brosio a Il Giornale, «chi doveva decidere la diocesi di Mostar non ha mai dato un giudizio sereno e imparziale», aggiunge, «a causa di tutti i precedenti storici che hanno condizionato la trasparenza e la verità su Medjugorje. Ricatti, problemi politici, arresti e la macchina del fango che per anni ha condizionato i vescovi. Oggi - conclude Brosio - arriva un arcivescovo mandato dal Papa che ha voluto fare luce sulla verità. Ed è epocale. Aspettiamo adesso il Papa che metta il sigillo e sono certo che questo momento arriverà presto».

Ed è infatti a Francesco che toccherà dire l'ultima parola sui fatti della cittadina bosniaca: di certo non potrà esserci un pronunciamento finale sulle presunte apparizioni, considerato che sarebbero ancora in corso, ma potrebbe arrivare un ulteriore «ok» papale al riconoscimento del luogo di culto. E infatti, monsignor Hoser, che da ieri ha lasciato la diocesi di Varsavia per raggiunti limiti d'età (adesso si dedicherà a tempo pieno all'impegno papale), ha rivelato che la Commissione d'inchiesta sulle apparizioni guidata dal cardinale Ruini avrebbe dato parere positivo. Sulle apparizioni, invece, afferma: «Questa decisione dovrà esser presa dal Papa. Il dossier si trova ora negli uffici della Segreteria di Stato. Credo che a breve la decisione finale sarà presa».

Era stato lo stesso Papa Francesco, di ritorno dal viaggio papale a Fatima, lo scorso maggio, a parlare chiaramente di Medjugorje e del lavoro della commissione Ruini, dicendo: «La commissione ha fatto un lavoro molto, molto buono. Nel santuario bosniaco ci sono molte conversioni e bisogna provvedere pastoralmente ai fedeli». Sulle apparizioni, invece, Bergoglio, ci era andato più cauto: «Sulle prime apparizioni si deve continuare a investigare. A livello personale credo alla Madonna nostra Madre buona, non a quella a capo di un ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio».
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » ven dic 22, 2017 7:35 am

Papa Paolo VI sarà santo: "Individuato un miracolo compiuto dal Pontefice"
21 dicembre 2017

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/1 ... ce/4053759

Papa Paolo VI sarà presto santo. Il Vaticano ha riconosciuto il miracolo compiuto da Montini: si tratta di una bambina nata il 25 dicembre del 2014, sopravvissuta per alcuni mesi dopo la rottura della placenta. La notizia è stata ufficializzata dalla Diocesi di Brescia. Dopo il via libera delle consulte, sarà papa Francesco a decidere la data della canonizzazione. I medici dissero alla donna che la gravidanza era a rischio e che proseguire la gestazione avrebbe potuto compromettere la vita sua e del feto. Accanto alla madre una suora, assai devota al defunto Papa bresciano: su suo consiglio la donna era andata a pregare al Santuario delle Grazie di Brescia, luogo legato alla devozione di Giovanni Battista Montini, pochi giorni prima della sua beatificazione. Le due donne si affidano all’intercessione di Paolo VI e la piccola Amanda nasce sana.

Il miracolo “per intercessione” di Paolo VI è stato esaminato dalla Commissione della Congregazione per le Cause dei Santi il che ne ha accolto i requisiti di validità per la canonizzazione. Il parere delle consulte medica e teologica è preliminare alla decisione sulla data per la proclamazione della santità di Paolo VI, ma negli ambienti della postulazione si confida che ciò potrà avvenire nel 2018, con ogni probabilità ad ottobre. Il Pontefice è stato beatificato il 19 ottobre 2014 da papa Francesco a conclusione del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, in piazza San Pietro.

Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini è nato a Cenesio, piccolo comune in provincia di Brescia, il 26 settembre del 1897 ed è salito al soglio pontificio il 23 giugno del 1963 come Paolo VI. Successore di Giovanni XXIII, ha portato a compimento il Consiglio Vaticano II e il suo pontificato si è contraddistinto per l‘austerità: è stato l’ultimo Papa a farsi incoronare con la tiara che poi abbandona per metterla in vendita e offrire il ricavato ai poveri. Dei 15 anni di pontificato di Paolo VI nella memoria dell’opinione pubblica sono impressi in modo indelebile gli ultimi mesi di vita quando, il 21 aprile 1978, il Papa scrisse una lettera alle Brigate rosse chiedendo la liberazione dello statista della Democrazia cristiana. “Vi prego in ginocchio, liberate l’onorevole Aldo Moro, semplicemente, senza condizioni, non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione, ma in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità, e per causa, che io voglio sperare avere forza nella vostra coscienza, d’un vero progresso sociale, che non deve essere macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore”. Un appello che, come è noto, non fu ascoltato. Dopo l’omicidio di Moro, Montini decise di presiedere la Messa esequiale in suo onore nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, rompendo un altro tabù perché mai un Papa aveva partecipato ai funerali di un laico.
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Re: D-o non fa miracoli; i miracoli sono assurdità magiche

Messaggioda Berto » ven dic 22, 2017 7:38 am

Idolatria e spiritualità naturale e universale
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