Sospeso e senza stipendio perché parla (male) dell'Islam.
Filippo Facci, uno di noi!
L'ordine lombardo dei giornalisti mette all'indice l'editorialista di Libero: si è "permesso" di scrivere il suo pensiero sulla religione maomettana
di Alessandro Morelli
17 Giugno 2017
http://www.ilpopulista.it/news/17-Giugn ... i-noi.html
Se sei un giornalista e parli male dell'Islam ti ritrovi messo all'indice e "disoccupato". Non per colpa del tuo editore, sia chiaro, ma dell'Ordine Professionale che ti rappresenta. Questa volta capita a Filippo Facci, editorialista senza peli sulla lingua di Libero, che ha la colpa grave di aver scritto di Islam in modo troppo crudo.
Benvenuto nel club Filippo, visto che anche chi vi scrive è finito a processo all'Ordine Lombardo (nel mio caso per una foto pubblicata nei giorni degli attentati a Parigi sul mio profilo personale di Facebook) ma, mentre la stragrande maggioranza dei portatori sani di tesserino giornalistico se la ridono di casi come questi, noi non possiamo certo stare zitti.
Filippo Facci è uno di noi, non perché sia del nostro "gruppo", anzi: le sue dichiarazioni contro tutte le religioni ci dividono. Facci è uno di noi perché dice quello che pensa in maniera libera e proprio per questo è pericoloso per l'establishment e per il main stream dell'informazione che invece propone il politicamente corretto soporizzante che coccola e fa dormire sonni tranquilli alla massa di presunte pecore che stanno dall'altra parte dei monitor, delle Tv o a leggere i giornali.
L'Inquisizione giornalistica vive su segnalazioni di lesa sensibilità e guarda caso queste arrivano spesso da quelle anime belle che fanno riferimento all'area politica boldriniana o giù di lì, forse perché proprio la presidenta sarebbe una segnalatrice seriale. Questi attivisti politici, sono tutti impegnati a fare le pulci a quello che scriviamo.
Questo non è affatto il problema, anzi, aumenta il numero di lettori e, chissà, forse riusciremo persino a convincerne qualcuno delle buone ragioni di cui scriviamo. La questione è che attivisti politici (forse) non praticanti sono poi chiamati a giudicare le parole dei giornalisti, il che ci fa comprendere perché l'Italia sia solo al 52° posto nella classifica sulla libertà di stampa (redatta da Reporters sans Frontières, ndr).
Per Facci la punizione è netta: il Consiglio di disciplina dell'Ordine lombardo dei Giornalisti ha sentenziato di sospenderlo per due mesi dalla professione e dallo stipendio. Fossimo demagoghi diremmo: "E ora chi darà il pane ai suoi figli?" ma siccome non lo siamo e auguriamo a Facci di avere un po' di "grano in cascina" ci soffermiamo sulla gravità della situazione della libertà di stampa che è messa in pericolo non da un generico Erdogan ma dall'Ordine dei Giornalisti!
Per chiarire in quale realtà si trovino i liberi pensatori che non accettano di obbedire agli ordini del main stream bastano le motivazioni della pesante punizione che il collega riporta oggi su Libero: "Ora qualche estratto dalla sentenza, del cui livello possiamo avere un idea sin dall'incipit: "Facci ha respinto con fermezza l' accusa di razzismo. Questa è la premessa che solitamente accompagna tutte le affermazioni di carattere razzista". Chiaro: è come dire che dirsi innocenti, in tribunale, sia un primo indizio di colpevolezza: il livello è questo".
Non solo, aggiunge Facci: "Ma se è vero che il mio articolo parla di idee, attenzione, "la parte peggiore - scrivono nella motivazione i giudici dell'Ordine - è proprio quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in un offesa ad un intero sistema culturale". E se anche fosse? Siamo al reato di vilipendio islamico? "Facci offende una religione e un intero sistema di valori. Non può non rilevarsi che, per l' islam, il Corano ha un valore diverso di quello (sic) che per le altre religioni rivelate hanno i libri sacri". Ergo, se abbiamo letto bene: il Corano non si può offendere, gli altri libri già di più.
Mistero: resta che trattasi, l' articolo, di "attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persona (sic) che costituisce un quarto del genere umano". Verrebbe da rispondere che gli idioti forse sono anche di più, tuttavia la Costituzione non ci impedisce di criticarli. Nell'insieme, è semplicemente pazzesco".
Chissà cosa avranno scritto, detto e pensato i "giudici" lombardi nei riguardi della campagna "Je Suis Charlie". In fondo i vignettisti francesi se la sono cercata. No?
Siamo con Facci cercando di promuovere non la produzione in massa di belanti lettori ma di pensatori che trovino spunto da idee forti, sfacciate e diverse da quelle promosse dal main stream.
Facci sospeso perché rivendica il diritto all'odio
Sull'onda degli attentati in Europa, il giornalista rivendicava il diritto ad odiare l'islam e gli islamici. Ora l'Ordine lo ha sospeso per due mesi dalla professione e dallo stipendio
Alessandro Sallusti - Sab, 17/06/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 10132.html
L'Ordine dei giornalisti ha sospeso per due mesi dalla professione e dallo stipendio Filippo Facci, collega di Libero e noto volto televisivo.
Nell'articolo finito sotto inchiesta, scritto nel luglio dello scorso anno, Facci rivendicava il diritto ad odiare l'islam e gli islamici. Un articolo molto duro, nella forma e nella sostanza, scritto sull'onda degli attentati fatti nel nome di Allah che in pochi giorni provocarono in Europa oltre cento vittime, la maggior parte delle quali a Nizza.
Conosco Filippo Facci e lo stimo, come collega e come intellettuale. È un uomo talmente libero da non aver raccolto quanto il suo talento gli avrebbe permesso accettando solo qualche piccolo e umano compromesso. No, non c'è verso: lui si infiamma e parte in quarta senza remore e limiti. Per questo piace a molti lettori, meno a direttori ed editori. Figuriamoci ai colleghi invidiosi, ai notai del pensiero, ai burocrati del politicamente corretto.
Filippo Facci non farebbe male a una mosca (al massimo è capace di farlo a se stesso) e per questo non mi spaventa che abbia rivendicato il «diritto all'odio» di una religione e di una comunità che hanno generato i mostri assassini dei nostri ragazzi. L'odio inteso - nell'articolo è ben spiegato - non come incitamento alla violenza, ma come sentimento contrario a quello dell'amore, «detestare» come opposto di «ammirare». I sentimenti non si possono contenere, ma evidentemente non si possono neppure scrivere. Tanto più se sei un giornalista, se non sei di sinistra, se pubblichi su un giornale di destra, se si parla di islamici.
Il tema posto da Facci sul diritto all'odio (Travaglio, tanto per fare un esempio, lo teorizzò nei confronti di Berlusconi) è questione aperta nonostante sia stata affrontata nei secoli da fior di filosofi e da grandi intellettuali. Che a differenza dei colleghi del tribunale dell'Ordine di Milano non sono mai arrivati a un verdetto unanime (e qualcosa vorrà pur dire).
Qui non parliamo di una notizia falsa o di fatti e persone specifiche. Siamo di fronte all'opinione di un intellettuale. Il problema non è condividerla o meno. È non censurarla, non soffocarla, non punirla, come abbiamo sempre invocato per chiunque, compreso per Erri De Luca quando istigò al sabotaggio della Tav. Tanti islamici, anche se non terroristi, anche se non lo dichiarano, odiano noi e i nostri costumi. Noi stiamo per premiarli dando la cittadinanza automatica ai loro figli. Però puniamo Facci che non fa mistero dello stesso, reciproco, sentimento. Mi spiace per lui e mi spiace per la categoria così ridotta. Ma soprattutto mi spiace per tutti noi.
MA MI FACCI IL PIACERE! - IL GIORNALISTA È STATO SOSPESO PER DUE MESI DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA PER IL SUO ARTICOLO SU ‘LIBERO’ DI UN ANNO FA, DAL TITOLO: ‘ODIO L’ISLAM’, ARTICOLO DURISSIMO E PROVOCATORIO SUL FATTO CHE QUELLA MUSULMANA È L’UNICA RELIGIONE CHE NON SI PUÒ TOCCARE, CITARE, CRITICARE E SOPRATTUTTO ODIARE. E QUESTA DECISIONE NE E' LA PROVA - QUI L’ARTICOLO INTEGRALE
16 giu 2017
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... 150148.htm
Articolo di Filippo Facci per ‘Libero Quotidiano’ del 26 luglio 2016
Odio l'Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un'acqua che non è la loro.
È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell'esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente.
Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d'anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie.
Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l'Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l'oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l'ipocrisia sull'alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare.
Odio l'Islam perché l'odio è democratico esattamente come l'amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l'islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l'Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un'opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l'Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro.
Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
viewtopic.php?f=188&t=2523
Filippo Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio"
28 Luglio 2016 39
di Filippo Facci
http://www.liberoquotidiano.it/news/opi ... bero-.html
Odio l’Islam.
Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie.
Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare.
Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro.
Facci può essere paragonato agli apostati e agli atei dell'islam che vengono perseguitati dai regimi islamici, L'ordine dei giornalisti milanese si è comportato come la lunga mano dell'Islam che censura, reprime, perseguita, uccide e stermina. Questi sono peggio del pugno del Papa con Charlie Hebdo e in tal modo giustificano la violenza dell'Islam nei confronti di tutti i diversamente religiosi e pensanti e si fanno complici dei crimini mussulmani.
Orrore, terrore e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
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Apostati de l'Ixlam, eroi de l'omanidà
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