El Dio dei catołeghi nol rancura su tuti

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Messaggioda Berto » sab feb 28, 2015 10:09 pm

El Dio dei catołeghi nol rancura su tuti
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A Piero Welby gnente funerałi en cexa, ma al singano rapinador si

La Chiesa non perdona Welby: no ai funerali
Il Vicariato: «Si è messo in contrasto con la dottrina cattolica» La famiglia sceglie di celebrare una cerimonia laica
23/12/2006
http://www.ilgiornale.it/news/chiesa-no ... erali.html

da Roma

Niente chiesa, nessuna cerimonia religiosa per Piergiorgio Welby: il Vicariato sospende i funerali per l’uomo che i radicali hanno aiutato a morire. «Con i suoi gesti e i suoi scritti - si legge in una nota - il dottor Welby si è messo in contrasto con la dottrina cattolica». Marco Pannella è furente: «Un atto di arroganza, spero che ci ripensino». Mina Welby, la moglie, è amareggiata: «La nostra è una famiglia cattolica. Io ho sempre pensato che l’eutanasia sia un crimine e un peccato, però quella di mio marito non è stata un’eutanasia. Peccato, perché i nostri rapporti con il mondo religioso sono sempre stati ottimi. Un prete del quartiere, don Pugliesi, è venuto per anni a trovare Piergiorgio. Parlavano, si scambiavano le idee sul tema della vita e della morte, si volevano bene. Ormai ha più di 90 anni, non esce più, e uno dei crucci di mio marito era di non poterlo rivedere».
Fuori dal recinto dunque, come un suicida. «C’è stata troppa esposizione mediatica», ha spiegato in mattinata a Mina Welby don Giovanni Nonne, il parroco di Don Bosco. «Se proprio volete, la funzione potrete, forse, celebrarla più avanti, tra molti giorni, magari in un contesto limitato ai soli familiari. Per ora lasciate perdere». Poi in serata, il comunicato ufficiale del Vaticano che ha chiuso completamente la porta. No, non lasceranno perdere: domani mattina Piergiorgio Welby verrà salutato con un funerale laico. Marco Pannella invita tutti a intervenire: «Sarà un grande sfoggio di religiosità pura, contro un atto così retrivo di chi idolatra gli uomini quando sono zigoti e non quando sono persone».
Il corpo di Welby verrà restituito alla famiglia questa mattina. La prima fase dell’autopsia, eseguita nell’istituto di diretto dal professor Paolo Albarello, è terminata. I medici legali Stefano Moriano e Paolo Pietropaolo hanno confermato la causa del decesso, arresto cardiocircolatorio. Inizia adesso la fase più delicata, quella delle indagini chimiche e tossicologiche, che dovranno stabilire la qualità e la dose di sedativo che è stata somministrata a Welby. Sapere la quantità è ovviamente decisivo dal punto di vista giudiziario: il malato è stato liberato dall’accanimento terapeutico o c’è stata una spinta in più? Sarà un esame lungo e complesso, che richiederà sessanta giorni.
Sul piano penale l’inchiesta è ferma. Dopo gli interrogatori in procura dell’altro giorno, c’è solo un fascicolo aperto con sopra scritto «atti relativi alla morte di Piergiorgio Welby». Commenta Marco Cappato, europarlamentare radicale e segretario dell’associazione Luca Coscioni: «Questo significa che, almeno per il momento, il pubblico ministero non ha rilevato notizie di reato. Non c’è ancora nessun indagato. Né noi, né i familiari, né il dottor Riccio. Abbiamo fatto tutto alla luce del sole, Piergiorgio ha ottenuto nella legalità quello che per 88 giorni ha cercato di ottenere. Ora rilanceremo la battaglia per la dignità della vita». Mario Riccio è l’anestesista di Cremona che mercoledì sera ha staccato l’impianto di ventilazione assistita che tratteneva il malato in vita. «Da parte mia - racconta - non c’è alcuna sicumera. Preciso che, prima di intervenire, abbiamo approfondito la questione con giuristi e filosofi e mi sono convinto di agire in un campo di legalità. Ora toccherà al magistrato decidere se questo è vero o no, ma io sono sereno e in attesa di capire gli eventi giudiziari. Aspetto gli eventi sperando che non ci siano conseguenze giudiziarie. Sarebbe la conferma che la nostra tesi è giusta».
Marco Pannella se la prende con «le cattive coscienze di chi non vuole affrontare tutte le sfumature del rapporto tra la vita e la morte». E proprio questo, spiega, è il più prezioso «lascito personali», il testamento politico ereditato dall’incontro con Welby: «L’insegnamento principale di Piergiorgio? Semplice. Il colloquio con il trascendente è personale e diretto e non può mai essere delegato a qualsivoglia gerarchia».

Rapinar e tentar de copar el prosemo no xe en contrasto co ła dotrina catołega ma farse cavar łe makine ke łe te tien en vita par forsa sì!

"Dio el rancura su tuti" el ga dito el preve al funeral del singano rapinador kel ga sparà a Stakio, ma nol se ga sovegnesto del poro Welby łasà fora de ła cexa.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... inador.jpg

El rasixmo dei singani - etnorasixmo
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Ma ke raça de Dio sariseło?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El Dio dei catołeghi nol rancura su tuti

Messaggioda Berto » sab feb 28, 2015 10:35 pm

«Per la Chiesa Pinochet e i mafiosi sì, lui no»
Polemiche dopo il divieto ai funerali religiosi, dal vescovo di Como a don Ciotti, a molti parroci:scelta scandalosa, dov'è la pietà cristiana? E ta nti fedeli alla messa di Natale non prendono l'eucarestia


di Maristella Iervasi

http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/21500 ... ir&dbt=arc

LA CHIESA prega per Welby ma si è rifiutata di benedire la salma dell'uomo prigioniero in un letto che ha invocato la morte. E il divieto del Vicariato di Roma ai funerali religiosi si è trasformato in boomerang. Alcuni parrocchiani hanno fatto lo sciopero dell'eucarestia la vigilia di Natale e molti sacerdoti, nelle loro omelie e dichiarazioni, non nascondono il contrasto con la gerarchia ecclesiastica. C'è chi ha definito la scelta «ipocrita», chi «uno scandalo», e chi nonostante il divieto ha celebrato per Welby e implorato fino all'ultimo i preti del vicariato di Roma a «disobbedire a quel documento senz'anima». Il vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini, non ci sta. Lui, avrebbe preferito due funerali: uno cattolico, per Piergiorgio Welby, e l'altro per il circo nichilista. «Giorgio era cattolico. Ho letto che negli ultimi 20 minuti di vita ha chiesto perdono a Dio. Si poteva benedire la salma e accompagnarla con la preghiera al sepolcro. Per i parenti - ha sottolineato il vescovo - quel gesto andava compiuto». Poi monsignor Maggiolini spiega: «Comprendo la decisione del Vicariato di Roma e cioè del cardinal Camillo Ruini: quel circo mediatico costruito attorno a Welby non meritava un funerale religioso. Non mi permetto di contestare la scelta del cardinale, canonicamente fondata. Vuole essere un monito (...)». E da qui una stoccata al mondo della politica: «Io avrei allestito per Welby - ha concluso monsignor Maggiolini - anche i funerali del niente. Un corteo con una bara vuota. Al seguito, il capo di Stato, il premier, i politici che hanno stramazzato in piazza strumentalizzando questa tragedia. Per loro la morte era la cosa migliore, una liberazione? Piangano allora il nulla, dietro una cassa piena di aria». Dall'altare di una parrocchia, a Torino, parla anche Don Luigi Ciotti, presidente di «Libera». Nella sua omelia si rifà ad una pagina del vangelo di Matteo. Recita il sacerdote: «Vorrei che le chiese fossero come un albero che germoglia e porta i frutti. Un albero non chiede agli uccelli da dove vengono o dove vanno. Dà loro ombra, cibo e poi li lascia volar via. Rispetta la libertà, il loro cammino». Il nome Welby non viene mai pronunciato ma è come se fosse sottinteso. «Mi piace una chiesa che accoglie - sottolinea don Ciotti -. Una porta che si apre a chiunque, che guarda il cuore e non le etichette. Una porta che chiunque può sospingere». Vergogna, rabbia e amerezza sono i sentimenti espressi da don Alessandro Santoro, prete di frontiera della comunità «Le Piagge» alla periferia di Firenze. Che ha discusso con la sua comunità l'impedimento dei funerali religiosi per Welby e poi ha deciso di trasformare quel confronto in un documento scritto da inviare al vescovo Ennio Antonelli. Un testo dove non si risparmiano critiche alla posizione della Chiesa. «Nelle alte sfere vaticane - si rileva - nessuno ha avuto niente da obiettare sul funerale religioso per Pinochet, uno dei peggiori uomini di sangue e di potere di questo tempo». Per Welby invece... «Mi si è stretto il cuore e non ho saputo trattenere la rabbia e l'amarezza per l'ennesima assurdità - scrive don Santoro - Ai preti del vicariato di Roma, in nome di Dio, della vita e del perdono chiedo e imploro di disobbedire e di poter permettere a Welby di entrare nella casa del Padre». E allibito si è detto anche don Gianfranco Formenton, parroco della chiesa di Sant'Angelo in Mercole vicino Spoleto, che ha fatto una messa in suffragio di Welby. «Non voglio nemmeno entrare sulla questione eutanasia, ma sul no di una preghiera della chiesa ad una persona che muore sono rimasto interdetto: facciamo il funerale a Pinochet, lo abbiamo fatto a Franco, a camorristi e mafiosi, e poi si rifiuta il funerale ad un uomo con il pretesto che lui ha chiesto di morire?». Mentre Don Vitaliano Della Sala ha ricordato Welby nella messa di Natale. «Il rifiuto delle esequie religiose - ha detto - è lo scandalo, come si diceva una volta. Per assurdo, se questa vicenda fosse passata sotto silenzio, senza i mezzi di informazione, magari Welby avrebbe avuto un funerale religioso. Che ipocrisia!».
27 December 2006
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Re: El Dio dei catołeghi nol rancura su tuti

Messaggioda Berto » sab feb 28, 2015 10:50 pm

Il suicidio e la chiesa. La sostanza e la forma
10 febbraio 2007 • michele boldrin

http://noisefromamerika.org/articolo/su ... anza-forma

Erika Ortiz Rocasolano, sorella minore di Letizia Ortiz Rocasolano Princesa de Asturias e consorte di Felipe Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbón y de Grecia, Infante de Espana, Principe de Asturias, Principe de Viana, Principe de Gerona, Duca de Montblanc, Conte de Cervera y Lord de Balaguer, si e' suicidata l'altro ieri con una bella botta di barbiturici.

Tra ieri, oggi e domani almeno tre servizi funerari vengono officiati in diversi punti di Madrid per la signorina Erika Ortiz Rocasolano. I fatti li trovate qui, quo (notate la riverenza) e qua.
http://elpais.com/elpais/2007/02/10/act ... 50215.html
http://www.elmundo.es/elmundo/2007/02/0 ... 54154.html


Poco meno di due mesi fa, a fronte della morte di Piergiorgio Welby, Gianluca aveva (a mio avviso piu' che giustamente) espresso il suo disaccordo di credente con la decisione della Chiesa cattolica di negare a Welby i funerali religiosi che dalla moglie e dalla madre del medesimo erano stati richiesti.

Confrontando i due episodi uno potrebbe avere l'impressione che la chiesa cattolica tratti diversamente le sorelle delle principesse dai cittadini comuni. Tre riti funebri da un lato, niente dall'altro. Questa impressione e' sia giusta che sbagliata. Nella sostanza, io credo, e' giusta. Ma e' sbagliata nella forma ,il che per la chiesa cattolica e' rilevante.

La chiesa proibisce ai corpi dei suicidi di ricevere il funerale religioso all'interno di una chiesa. Tale divieto e' stato rispettato sia nel caso di Welby che nel caso di Ortiz. Il corpo di quest'ultima e' stato cremato quasi immediatamente nel tanatorio di Tres Cantos (quartiere di Madrid) mentre un prete recitava un "responsorio", ossia delle litanie prese dai salmi. Gli altri due "funerali" tali non sono, non v'e' corpo (bella forza, direte voi, l'han cremato!) e non sono funerali, sono messe per l'anima di Erika Ortiz, messe alle quali assistono parenti ed amici e, suppongo, chiunque riesca ad entrare in chiesa. Di tali messe, son certo, se ne possono officiare quante si voglia anche per l'anima di PierGiorgio Welby.

Questi i fatti.

Nella forma perfetta uguaglianza. La chiesa cattolica ha formalmente trattato i due suicidi nella medesima maniera ed il principio e' salvo: niente funerale in chiesa consacrata per il suicida cosciente (vi e' ragione di credere Erika Ortiz fosse cosciente nel suicidarsi: ha lasciato cinque lettere di addio).

Nella sostanza chi legge le notizie ha un'impressione diversa. Mi sento di congetturare che mentre i familiari di Welby non hanno percepito il conforto ed il supporto della chiesa e della loro religione, i familiari della Ortiz tale conforto e supporto l'hanno percepito. Se uno ci crede, e costoro dicono di crederci, suppongo che tale differenza conti.

Io domando: di fronte al "Dio" nel quale i loro familiari credono, Welby e Ortiz sono stati trattati nella stessa maniera o diversamente?

Detto altrimenti, a "Dio" interessa la forma o la sostanza?
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