Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mar mar 28, 2023 8:24 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mar mar 28, 2023 8:25 am

37)
Israele e il mondo non si facciano ingannare dall'opportunismo islamico. Questa fatwa è a difesa degli islamici impropriamente detti "palestinesi" dalla dittatura di Hamas che li maltratta e non certo di Israele e degli ebrei, sui quali il Corano parla chiaro demonizzandoli e incitando all'odio verso di loro, come verso i cristiani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante.




ORGANIZZAZIONE ISLAMICA EMETTE UNA FATWA CONTRO HAMAS: "NON RISPETTA IL CORANO"
Progetto Dreyfus
26 marzo 2023

https://www.facebook.com/progettodreyfu ... WeTd3Fw8hl

L’Islamic Fatwa Council (IFC) ha emesso una fatwa contro Hamas, sostenendo che il gruppo terroristico riserva ai palestinesi un trattamento contrario alla religione islamica.
Quella contro il gruppo terroristico è la prima fatwa da parte di un organo legislativo islamico, la cui sentenza non è vincolante, ma estremamente significativa, vista la sua importanza nel mondo musulmano.
L’organizzazione non governativa di religiosi sunniti, sciiti e sufi, ha affermato che la sentenza è stata presa dopo aver ascoltato le testimonianze dei residenti di Gaza, pubblicate il mese scorso in una serie di videoclip (“Whispered in Gaza”) dal Center for Peace Communications con sede negli Stati Uniti.
Residenti di Gaza che, a differenza delle granitiche convinzioni di molti, non incolpano Israele per le loro disagiate condizioni di vita, ma Hamas, che governa la Striscia dal 2007.
Gli abitanti della Striscia, le cui identità sono coperte da anonimato per ovvi motivi di sicurezza, hanno puntato il dito contro i loro stessi leader e non contro lo Stato ebraico, come narrativa palestinese vuole.
L’IFC, che a sede in Iraq, ha accusato Hamas di aver violato le leggi del Corano e del profeta Maometto per il suo: “Regno di corruzione e terrore contro i cittadini palestinesi all’interno di Gaza”.
Nella fatwa è scritto anche che: “È vietato pregare, unirsi, sostenere, finanziare o combattere per conto di Hamas, un’entità che aderisce all’ideologia del movimento dei Fratelli Musulmani”.
L’Islamic Fatwa Council ha anche reso noto di unirsi al Consiglio Fatwa degli Emirati Arabi Uniti e al Consiglio degli studiosi senior dell’Arabia Saudita nel: “Dichiarare i Fratelli Musulmani e tutti i suoi rami come organizzazioni terroristiche che diffamano l’Islam e operano in opposizione all’unità, alla teologia e alla cultura islamica”.
Come scritto, la fatwa non è vincolante, ma ha assunto nel mondo islamico un’importanza di cui non si può tener conto.
Come verrà recepita questa vicenda all’intero della comunità internazionale, spesso pronta a demonizzare Israele?

Mariano Ninni
Buongiorno, buona domenica a te Israele e al tuo popolo residenti in Italia, in patria o nel mondo. Leggere questo articolo è una nuova realtà storica per tutti voi perché, secondo me personalmente, apre uno spiraglio di verità sulle accuse che hanno fatto da sempre contro Israele. Io non sono uno storico, sono una persona qualunque e cristiano cattolico non ebreo ma che ama Israele e il suo popolo miei cari fratelli e sorelle maggiore nella fede.

Gino Quarelo
Mariano Ninni, certo, ma non cancella la demonizzazione degli ebrei da parte del Corano. Mette solo in luce che a maltrattare i "palestinesi" sono i loro capi islamici più che gli ebrei, ma non sovverte il Corano che demonizza i non mussulmani, incitando all'odio, alla discriminazione, alla predazione e alla guerra verso di loro.



La condanna dei Fratelli Mussulmani è solo opportunismo politico da parte di certi paesi islamici, che nella loro politica non mettono mai in discussione il Corano, l'esempio e le parole di Maometto che sono la fonte di ispirazione della Fratellanza mussulmana.
Si pensi a quando Obama al Cairo riconobbe la Fratellanza mussulmana come partner politico affidabile.



Obama e la scommessa sbagliata sui Fratelli Musulmani
ISPI
Alessia Melcangi
4–6 minuti

https://www.ispionline.it/it/pubblicazi ... lmani-8851

Le primavere arabe del 2011 hanno colto l’amministrazione americana impreparata. L’eredità raccolta dalla presidenza Bush nella politica mediorientale gravitava intorno a spazi geopolitici diversi: il cuore e imbuto della penisola arabica rappresentati dall’Iraq, la periferia est del Medio Oriente “allargato” dove la priorità è stata la stabilizzazione dell’Afghanistan e sullo sfondo l’annosa questione palestinese. Nel 2010, pochi avrebbero immaginato che a sconvolgere gli equilibri regionali in Medio Oriente e, insieme ad essi, i calcoli della politica americana nell’area sarebbero venuti dal Nord Africa. Non stupisce dunque che le reazioni di Washington siano state ambigue, in alcuni casi improvvisate.

Nell’universo composito delle primavere arabe e dei paesi che ne sono stati protagonisti l’Egitto ha un ruolo peculiare e prioritario per gli Stati Uniti. L’Egitto, per quanto sia cambiata la sua influenza regionale rispetto ai tempi di Nasser e Sadat, è il paese più influente nel mondo arabo sotto il profilo strettamente politico. Rimane il paese in grado di determinare un atteggiamento di massima del mondo arabo rispetto alla pace con Israele e rappresenta un laboratorio politico in grado di ispirare i progetti politici di altri paesi arabi. Queste caratteristiche lo hanno posto al centro delle attenzioni americane molto di più di quanto sia successo per gli sconvolgimenti politici in paesi meno influenti (Tunisia, Yemen, Bahrain), politicamente isolati (Libia) o al centro di allineamenti regionali molto più complicati per gli Stati Uniti (Siria).

Sfortunatamente per l’amministrazione Obama, al ruolo di paese più determinante dell’Egitto per la politica mediorientale americana si è accompagnato il maggior dilemma: quello fra stabilità e promozione della democrazia, fra conservazione dello status quo e regime change. Il dilemma si è fatto ancora più impegnativo per Barack Obama, un presidente che ha fatto del suo impegno morale verso il rispetto della volontà popolare – in una prospettiva possibilmente non solo occidentale – uno dei tratti distintivi della sua amministrazione. Nel gennaio 2011 le proteste di piazza Tahrir hanno obbligato il presidente americano a una scelta. Una buona dose di indecisione non è mancata: ancora alla fine di gennaio, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, Obama apprezzava la fine della dittatura in Tunisia ma non citava le proteste egiziane, con gran delusione di coloro che a loro rischio e pericolo riempivano le strade al Cairo. Alcuni colsero addirittura in quel silenzio un abbandono da parte degli Stati Uniti. Nei giorni seguenti Obama e Hillary Clinton hanno sostenuto pubblicamente il loro auspicio per una transizione “ordinata” guidata da Omar Suleiman (vice-presidente nominato da Mubarak). Nelle settimane seguenti, l’amministrazione americana ha scommesso invece sulle forze di opposizione al presidente egiziano, “abbandonando” di fatto il vecchio alleato – creando qualche attrito con gli altri due alleati storici regionali, Israele e Arabia Saudita. Era noto allora che i Fratelli Musulmani avrebbero giocato un ruolo determinante nell’Egitto post-Mubarak. Era difficile prevedere che nel 2012 i Fratelli Musulmani sarebbero arrivati a monopolizzare il nuovo regime, in ogni caso l’amministrazione Obama ha deciso di correre quel rischio.

Il 3 luglio scorso è stato evidente a tutti che quella scommessa era persa. Era del resto difficile immaginare che una minoranza tanto ampia e influente come quella della Fratellanza musulmana potesse accettare di tornare silenziosamente nei sotterranei della vita politica egiziana. Era impossibile immaginarlo dopo che nel 2012 i Fratelli Musulmani sono arrivati al comando del paese. La frattura era destinata presto o tardi a tradursi in conflitto aperto col rischio di gettare il paese nella guerra civile.

Il protagonismo che le forze armate si sono riconquistate con la forza riapre dunque la partita non solo per l’Egitto – a cui spetta con tutta probabilità una lunga fase di instabilità – ma anche per gli Stati Uniti ai quali è richiesta una seconda scommessa, questa volta di segno opposto e forse ancor più indeterminata di quella compiuta nel 2011.
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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mar mar 28, 2023 8:25 am

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Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:07 pm

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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:11 pm

38)
Gli ebrei etnici (di Israele e dell'Occidente) non religiosi e atei, sinistrati e politicamente corretti, sono antisraeliani e filo nazi maomettani, sono peggio dei kapò, quelli dei lagher nazisti.

Sono contro la democrazia nazionale ebraica di Israele, vorrebbero una democrazia israeliana non nazionalmente ebraica e quindi in un'area di nazi maomettani che non rispettano assolutamente gli ebrei, né nessun'altro religioso, areligioso e pensante, sarebbero costretti alla dhimmitudine, o cacciati con violenza (come dal Monte del Tempio e dai quartieri palestinesi) o uccisi e sterminati come vorrebbero fare l'Iran e i sui protetti palestinesi.

Allora guardando queste foto ci viene da pensare che sia stato l'ennesimo attentato terroristico da parte dei palestinesi? Invece è molto peggio! Queste ferite sono state inferte ad una coppia di Ortodossi, marito e moglie che in macchina sono rimasti bloccati dalla Solita "Pacifica" Manifestazione di Anarchici Terroristi Ebrei della Sinistra Israeliana!!! Se fosse successo questo in un altro Stato che non fosse Israele si sarebbe pensato ad un Attacco Antisemita! Invece no, è stato una violenza, verso una inerme coppia che viaggiava tranquillamente nella loro auto! Il perché? Je Accuse tutta la Sinistra di aver istigato l'Odio più feroce verso i propri fratelli, solo perché Ortodossi! È la cosa più schifosa, lurida ed insensata che abbia mai visto e sentito! Il povero Ben Gurion si starà rivoltando nella tomba! Assurdo che degli Ebrei siano diventati Antisemiti! Mi fa orrore solo a scriverlo!! Che cosa vogliamo fare in un Paese che si era sempre vantato di non avere nessuna forma di Apartheid? Gridano tanto lo Slogan Democrazia! Democrazia!!! Che Bibi è un Fascista!!! E loro fino a che punto vogliono arrivare? Vogliamo "gasare" tutti gli Ortodossi? I Nazisti sono loro!!! VERGOGNA! D.o vi maledirà per questo, che ci crediate o meno, anche se siete Atei, D.o esiste!

Maddalena Matarazzo
30 marzo 2023

https://www.facebook.com/maddalena.mata ... &ref=notif

I media non te lo mostreranno.
Questo è l'aspetto di Chabadnik quando lui e sua moglie sono rimasti accidentalmente bloccati in una manifestazione di sinistra a Tel Aviv e sono stati gravemente linciati.
Ciao l'ombra,
Domenica io e mio marito eravamo a Tel Aviv a trovare nostro figlio. Abbiamo guidato verso la casa. Siamo passati da Even Gvirol a Kaplan. Non sapevamo che ci fosse una manifestazione. La manifestazione è stata spontanea, il che significa che non c'era la polizia. La macchina davanti a noi fortunatamente guidava dritta, quando abbiamo girato a sinistra non si tornava indietro, tutti ci sono corsi incontro, ci hanno maledetto e hanno bussato alla macchina, poi è iniziato il linciaggio, mio marito è andato via e poi ha iniziato a correrci dietro. Mio marito si è fermato perché ha visto che c'era gente che non voleva liberare la strada e poi tutti con le maledizioni hanno cercato di spaccare le finestre, io ho urlato tanto
Tutti quelli che ci guardavano hanno capito che eravamo lì per sbaglio.
Nessuno pensava che fossimo una coppia pericolosa. Siamo due ultra ortodossi. Un uomo e una donna. Mio marito con una patata che indossa una patata si veste di bianco e nero e barba. Indosso una parrucca e urlo nel panico.
Ma non si sono fermati hanno cercato di rompere le finestre mio marito è uscito a spiegare gli hanno solo dato un pugno in faccia uno gli ha messo la bandiera in faccia strappato la guancia, ha dovuto passare dei punti sanguinando da ogni parte possibile poi mi ha detto che sto per passare fuori e non riesco a vedere negli occhi sanguinando portatemi in ospedale, ho pianto a tutti quelli lì e ho implorato fatemi portarlo in ospedale in più hanno aperto la nostra macchina dietro e sono entrati anche perché i sedili erano giù da tutte le direzioni e tutto il resto e tutti là intorno continuavano a filmare tutti toglievano i telefoni da ogni direzione, sentiva l'odore della macchina come se fossimo nemici davvero avrebbero pensato che non stavamo bene, avrebbero chiamato la polizia, ma non la fotografia che è arrivata online, questa è la macchina che si muove, no picchiate, niente imprecazioni, niente linciaggio, niente. E hanno ancora registrato la coppia è uscita illesa. Ci hanno rovinato la vita. Ho un bimbo a casa e una diciannovenne che da quel giorno ha solo tremori. Anche mio marito è a casa soffre ancora di dolori fisici e mentali Ci hanno rovinato la vita. Nel video si vede che qualcuno sta urlando "Tira fuori il motore" voleva solo che morisse dissanguato lì. Di cosa si tratta e perché? Ce ne siamo andati dopo che un ragazzo della manifestazione ci ha parlato e ha guidato per calmarsi sarebbe andato tutto bene e gli ho chiesto che non potevo guidare così ci è saltato addosso e solo allora sono riuscito a chiamare la polizia per venire a salvarci lì e hanno detto che non avevano poliziotti da mandare e hanno detto che sarebbero venuti in ospedale per prendere una testimonianza e non ci sono arrivati. Mi hanno chiamato e mi hanno detto. Che non c'è manodopera e verremo autonomamente a sporgere denuncia. Voglio tanto che la polizia dimostri a tutti che non c'è illegalità e tutti saranno puniti mi aspetto che la polizia faccia il lavoro che sa fare e arrivi a chi ne ha bisogno
Spero che non ci trattino come cittadini di seconda classe, questo potrebbe facilmente finire con la morte proibita.
Mio marito sanguinava dalle orecchie, dagli occhi e dalla testa e poteva finire con la morte
Chiedo giustizia e trattamento giusto come ogni cittadino del paese merita.



I sinistri israeliani raccolgono soldi per i terroristi islamici di Hawarrah, e manifestano contro il governo israeliano con le bandiere dei terroristi.
28 marzo 2023
https://www.facebook.com/maddalena.mata ... zvyjk16BNl


Sono quelli che sostengono Biden e le sue politiche antisraeliane e filo nazi palestinesi.
In Italia si chiamano Gad Lerner, Moni Ovadia, Massimo Fini (di madre ebraica), Ariel Toaff, ...


Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469

Gli ebrei non ebrei nemici di Israele
2 febbraio 2017 Niram Ferretti

http://www.linformale.eu/gli-ebrei-non- ... ci-israele

Il radicalismo antiebraico che viene dagli ebrei è una di quelle patologie con cui è necessario fare i conti, e per le quali, purtroppo, non esiste alcuna cura. Chi, come Karl Marx ritrae nella “Questione ebraica” del 1844, l’ebraismo sotto il sembiante della religione del denaro la cui dissoluzione potrà servire solo la buona causa della società disalienata, è un celebre esempio di quell’odio per la storia e la tradizione che anima nel profondo i fautori progressisti del Nuovo Mondo.

Nipote di due rabbini ortodossi, Marx getta alle ortiche insieme all’”oppio” religioso i panni obsoleti della sua stessa genealogia. Il passato, con tutto il proprio ingombrante peso di cultura e appartenenza a una comunità, a un popolo e a una religione, è orrendo. Splendido è solo il futuro, il domani in cui l’uomo sarà solo e pienamente Uomo e niente più di quello. È la linea di pensiero che ritroveremo nel lavoro di un altro pensatore ebreo marxista, Isaac Deutscher, il quale, in un suo saggio del 1954 dal titolo emblematico, “L’ebreo non ebreo”, spiegherà la necessità di liberarsi di questo ingombrante carapace.

“La religione? Sono un ateo. Il nazionalismo ebraico? Sono un internazionalista. In nessuno di questi due sensi sono un ebreo. Sono tuttavia un ebreo per la forza della mia incondizionata solidarietà nei confronti dei perseguitati e degli sterminati”.

Il nuovo dogma chiede adesione piena all’incondizionato. Se Dio non c’è, può esserci solo l’umanità, soprattutto quella oppressa, questo surrogato mistico a cui votarsi con ardore liberatorio.

Il Mondo Nuovo è quello in cui ogni identità specifica sarà dissolta nell’unità solidale, disalienata. Come non pensare a Lev Bronstein, più noto come Leon Trotzky, l’araldo della rivoluzione permanente? Fu a lui, quando era a capo dell’Armata Rossa, che il rabbino capo di Mosca, Jacob Mazeh, chiese di proteggere gli ebrei dai pogrom. La risposta di Trotzky fu esemplare, “Perché lo dici a me? Non sono ebreo”.

Non si è ebrei quando alla nascita dai genitori si è anteposta la nuova natalità rivoluzionaria che cancella ogni anagrafe e biografia e riplasma in nome dell’Idea.

L’estremismo di Noam Chomsky, il più ossessivo demonizzatore ebreo del paese che non ha mai abbandonato, gli Stati Uniti, e uno dei maggiori oppositori di Israele, è nutrito dalle stesse allucinate proiezioni che abbagliavano Marx, Trotzky e Deutscher. Anche per lui, la società perfetta, la Città del Sole è senza barriere e muri, ma soprattutto è senza America e Israele. Là, in quegli approdi, la felicità sarà perfetta. Essere ebrei è solo un refuso della storia, il prodotto guasto di un mondo vecchio che si ostina a resistere all’incalzare del progresso.

La società giusta e pienamente umana è anche quella di un altro ebreo non ebreo, George Soros, il tentacolare finanziere paladino della “società aperta” definizione desunta da Karl Popper e riadattata all’agenda mondialista, di questo filantropo autoproclamato.

“Mia madre era piuttosto antisemita e si vergognava di essere ebrea”, disse Soros in una intervista al New Yorker. Sicuramente lui di vergogna non ne ha alcuna nel reputarsi un grande riformatore economico “come Keynes, o anche meglio, uno scienziato, come Einstein”. La sua scienza, non ebraica e risolutamente antisionista, l’ha messa al servizio del futuro e, inevitabilmente, del progresso. Pur non essendo marxista, Soros non ama gli stati nazione, le tradizioni consolidate, la ricchezza depositata del passato che conferisce ai popoli la loro cultura e identità specifica. Tutto questo deve essere rimosso e sostituito da un nuovo scenario sovranazionale dentro il quale prospererà una umanità prodotta da uno straordinario esperimento di ingegneria politico sociale.

Per gli aedi del futuro, siano essi Marx, Deutscher, Chomsky o Soros, le forme consolidate e tramandate sono solo impacci, relitti da togliere di mezzo in nome di idee, astrazioni, allucinazioni.

Israele, lo stato degli ebrei, è un insopportabile anacronismo per gli ebrei non ebrei (così come per Marx lo era il sionismo) che, al posto di uomini e nazioni, vedono solo l’Uomo affrancato secondo i loro protocolli.

L’utopico radicalismo demonizzante che li anima, (chi si oppone alla benefica agenda che propongono può emergere solo dalla tenebra profonda), è la conseguenza di avere reciso le proprie radici, con la comunità, con l’identità, con il passato e avere messo al loro posto creature artificiali generate dalla mente.



Ecco dove vogliono andare a parare i sinistrati di Israele: negare gli ebrei e la loro Israele
I dhimmi che negano se stessi, gli ebrei che negano la loro ebraicità e la loro nazione, una mostruosità umana, civile e politica.
Al servizio dei nazi maomettani che vogliono la distruzione di Israele e la cacciata o lo sterminio degli ebrei come ovunque nel mondo quello dei cristiani, degli indù, degli zoroastriani, di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante.
Questi ebrei atei e non ebrei, vittine della Sindrome di Stoccolma, hanno interiorizzato la dhimmitudine e ambiscono al suicidio politico dell'intero Popolo ebraico e del loro Stato di Israele.



Né stato degli ebrei né stato degli israeliani
Giorgio Gomel
3 Marzo 2023

https://www.affarinternazionali.it/lo-s ... netanyahu/

“Avremo dunque una teocrazia? No: la fede ci rende uniti, la scienza ci rende liberi. Non permetteremo affatto che le velleità teocratiche di alcuni nostri rabbini prendano piede: sapremo tenerle ben chiuse nei loro templi, come rinchiuderemo nelle caserme il nostro esercito di professione. Esercito e clero devono venire così altamente onorati come esigono e meritano le loro belle funzioni; nello Stato, che li tratta con particolare riguardo, non hanno da metter bocca, ché altrimenti provocherebbero difficoltà esterne e interne “ (Theodor Herzl, Lo Stato degli Ebrei, Treves editore, 2012, pagg. 129-130).


Lo “Stato ebraico”

Già nel 2018 la Knesset – il Parlamento israeliano – aveva approvato la controversa “legge della nazione“, una legge fondamentale con uno status quasi costituzionale, che sanciva nei fatti la transizione di Israele da “stato ebraico e democratico” – un ossimoro secondo alcuni; un tentativo in parte riuscito secondo altri di conciliare lo “stato degli ebrei” concepito da Herzl e dagli altri padri fondatori del sionismo, uno stato cioè dove gli ebrei potessero autodeterminarsi in una nazione, con il principio di una democrazia per tutti i suoi cittadini – ad uno “stato ebraico”.

La legge violava lo stesso spirito della Dichiarazione di indipendenza del ’48 che prescrive “completa eguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso”. Con Israele definito dalla legge “stato-nazione del popolo ebraico” il diritto all’autodeterminazione è limitato agli ebrei. Ciò significa disconoscere il fatto che vi è in Israele un’altra nazione o etnia che nulla può dire circa il carattere dello stato di cui i suoi membri – gli arabi – sono cittadini con pari diritti. Pari diritti individuali sì, ma non i diritti collettivi di una minoranza nazionale, che dovrebbe potere conseguire attraverso strumenti legislativi e atti concreti uno status non inferiore a quello degli ebrei israeliani.


Radicalismo e discriminazioni

La legge rifletteva l’offensiva del radicalismo di destra, con norme volte a limitare la libertà di espressione – soprattutto nel mondo delle ong e dei movimenti dediti alla difesa dei diritti umani – l’indipendenza del potere giudiziario, in particolare i poteri della Corte suprema, il pluralismo delle opinioni, in una società in cui larghi strati dell’opinione pubblica appaiono indifferenti o anche ostili ai vincoli dello stato di diritto e intolleranti del dissenso.

Il dualismo fra “ebraico” e “democratico” esiste fin dalla nascita dello Stato di Israele; basti pensare alla Legge del ritorno che consente agli ebrei del mondo di diventare cittadini di Israele immigrando nel paese. Che Israele sia uno stato “ebraico”, non solo perché luogo di rifugio dalle persecuzioni di un popolo disperso, ma perché l’identità collettiva del paese è impregnata di cultura ebraica (la lingua, le feste, il calendario, i simboli pubblici) è certamente legittimo. Ma non è accettabile che lo stato favorisca il gruppo ebraico rispetto ad altre etnie. Israele è lo Stato degli ebrei, ma rispettoso dei diritti di tutti i suoi cittadini. La legge ha però codificato una discriminazione. Inoltre, uno Stato che non ha confini certi e riconosciuti come può definirsi? Se i territori palestinesi fossero annessi, come si configurerebbe Israele? Come lo stato-nazione del popolo ebraico ? Si giungerebbe così anche formalmente ad uno Stato binazionale, ma non egualitario, non democratico, con diritti pieni solo per ebrei.

L’identità dello Stato per il governo Netanyahu

Con il nuovo governo formatosi dopo le elezioni del novembre scorso, nel quale è decisivo il peso dei due partiti ultraortodossi e dei fondamentalisti del “Sionismo religioso”, con forti pulsioni verso il tribalismo, l’intolleranza, Israele non sarà piu’ neppure sul piano normativo lo “Stato degli ebrei”, nel senso del sionismo liberale di Herzl o di quello di matrice socialista, né tanto meno lo “Stato degli israeliani”, una democrazia piena ed egualitaria per tutti suoi cittadini. Diventerà uno “stato ebraico”, per mano di una bellicosa minoranza del paese.

Quali i passi più significativi se gli accordi di coalizione pattuiti fra il Likud e gli altri partiti saranno pienamente attuati? In essi si insiste compulsivamente sull’identità “ebraica” del Paese. Si inventano agenzie parti di ministeri dedicate a tal fine, in particolare una Autorità per l’identità ebraica e un incarico concernente i rapporti fra le scuole e la società civile affidati ambedue a Maoz, leader di Noam, partito omofobo e integralista, peraltro dimissionario accusando il resto del governo di “tradire” le intese.

La legge ribadisce il divieto di spazi egualitari di preghiera al Muro del Pianto, per uomini e donne, nonché per le molteplici e spesso confliggenti correnti dell’ebraismo, nonostante accordi negoziati in tal senso, nel tempo disattesi. Si statuisce persino una modifica della Legge del ritorno mirante ad abolire la clausola per cui dagli anni Settanta un nonno ebreo è sufficiente per il diritto all’aliya e alla cittadinanza israeliana. Si rifiutano di riconoscere atti di conversione celebrati da rabbini non ortodossi in Israele o comunque da rabbini ortodossi non soggetti al controllo del rabbinato centrale come viatico alla cittadinanza, atti che la Corte suprema aveva consentito con una sentenza nel 2021.

In sintesi, Israele, Paese nato sull’anelito del costruire una nazione nuova e vecchia al tempo stesso, multiculturale e unita, è scosso oggi dal pericolo di uno scisma profondo al suo interno che potrebbe disgregare la società.



Ecco i sinistrati non ebrei che danno voce ai nazimaomettani detti palestinesi e iinsieme contro tutti gli ebrei di destra e di sinistra, indistintamente

La democrazia non vale per i palestinesi
Catherine Cornet
30 marzo 2023
https://www.internazionale.it/notizie/c ... alestinesi
Per settimane in Israele ci sono stati immensi raduni di manifestanti contro alcune riforme (in particolare quella della giustizia) messe in cantiere dal governo più di destra e xenofobo nella storia del paese. I palestinesi con cittadinanza israeliana, che non partecipano a queste proteste, non condividono il quadro di analisi: secondo loro, non sono manifestazioni per la democrazia.

I palestinesi rappresentano il 20 per cento della popolazione israeliana e, secondo il quotidiano Al Araby al Jadid, sono rimasti fuori dalle manifestazioni antigovernative perché, ed è il punto di vista più condiviso tra i palestinesi, “i manifestanti non chiedono democrazia per tutti i cittadini del paese, ma solo per quelli ebrei, perpetuando così la disuguaglianza e l’occupazione”.

Nei fatti, scrive ancora in una sua dichiarazione il partito Balad, fondato nel 1995 da Azmi Bishara insieme a un gruppo di giovani intellettuali palestinesi d’Israele, “prima ancora dell’attuale governo di Benjamin Netanyahu, Israele era una democrazia fasulla, riprovevole e del tutto anomala”.

Il paradosso odierno, aggiunge Marwan Barghouthi – figura di punta dell’opposizione palestinese, tuttora in carcere – in un testo pubblicato dal sito palestinese 180post, è che lo slogan di Israele “uno stato ebraico e democratico”, “non esclude solo gli arabi palestinesi, ma mette al bando tutte le posizioni politiche che si oppongono all’attuale sistema di governo fascista. Alcuni esponenti del sionismo religioso hanno perfino chiesto l’arresto dei leader dell’opposizione”.

Ideologie non democratiche
L’attivista palestinese Mohammed el Kurd, figura della resistenza agli sgomberi forzati del quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, ha aggiunto l’emoji dei popcorn al suo post su Twitter in cui, con parole molto forti, paragona le manifestazioni a un teatrino: “Le proteste israeliane non riguardano le ‘riforme giudiziarie’. Piuttosto stiamo assistendo al culmine di una lunga lotta tra sionisti liberali e sionisti religiosi per il volto pubblico del regime. Israele è un paese coloniale, razzista ed espansionista travestito da democrazia? O è semplicemente quello?”.

Inoltre, la mancata attenzione da parte dei manifestanti israeliani nei confronti dei palestinesi d’Israele e di quelli che vivono nei territori occupati nasconde, scrive Arabi21, “un insieme più profondo di forze in gioco. Ai milioni di palestinesi che vivono de facto sotto il controllo militare israeliano sono negati molti degli stessi diritti accordati ai loro vicini israeliani. La loro stessa esistenza invalida qualsiasi dibattito sostanziale sulla democrazia israeliana”.

Il ricercatore Ali Mawasy interviene sul sito Arab48 rifiutando anche la definizione “democrazia per soli ebrei”: “Se la democrazia è quando ogni cittadino, indipendentemente dalla sua religione, setta, razza o genere, gode del diritto di partecipare agli affari pubblici, allora questo non vale per Israele fino a quando lo stato applicherà un sistema di apartheid etnico-religioso”. Di conseguenza, conclude Mawasy, “il colonialismo non è né dittatura né democrazia. È un potere violento basato nella sua essenza sulla sottomissione, l’esclusione e lo sfruttamento; quindi, tutto ciò che accade nell’orbita del colonialismo non può essere democratico”.

Una storia di violenza
Se i palestinesi nel loro insieme non condividono il quadro di lettura democratico, permane la loro preoccupazione di fronte alle ultime decisioni del governo di estrema destra.

Su Al Quds al Arabi il giornalista Wadiya Awwada rileva soprattutto l’accordo tra Netanyahu e il suo ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: in cambio del suo appoggio alla temporanea sospensione della riforma giudiziaria, Netanyahu ha offerto all’estremista di destra la “formazione di una guardia nazionale sotto il suo comando, in pratica delle milizie armate, un esercito privato”. Queste milizie rappresentano, anche per il partito Balad, un terribile pericolo per i palestinesi che vivono nelle città miste o nei territori occupati e che saranno alla mercé di “una banda armata legale che obbedirà a un ministro già condannato per terrorismo”.

Davanti al pericolo rappresentato da questo governo di estrema destra “è davvero raro purtroppo trovare una voce israeliana che colleghi l’attuale crisi alle politiche di occupazione, di insediamenti illegali e di estrema violenza contro i palestinesi in Cisgiordania, a Gerusalemme o nella Striscia di Gaza”, scrive un altro editoriale di Al Quds al Arabi. “Né il destituito ministro della difesa del Likud né il leader dell’opposizione Yair Lapid sono davvero in disaccordo con Benjamin Netanyahu sull’occupazione”.

Il rapporto annuale di Amnesty international è uscito questa settimana. Per l’anno 2023 sottolinea come i doppi standard e le risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e instabilità e cita, in primis, il rifiuto di contrastare il “sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi’”.

Per i palestinesi della Cisgiordania occupata, sottolinea Amnesty, il 2022 è stato uno degli anni più mortali da quando, nel 2006, le Nazioni Unite hanno cominciato a registrare i numeri delle vittime: lo scorso anno sono stati 151 i palestinesi uccisi, tra cui decine di bambini.


ATTIVISTA PALESTINESE AMMETTE: “ACCUSO ISRAELE DI APARTHEID SOLO PER AIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA CONTRO LO STATO EBRAICO”
Progetto Dreyfus
23 marzo 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 215638766/
Mohammed El-Kurd è un attivista palestinese molto amato dai mass-media. È un aperto sostenitore del terrorismo palestinese e propinatore della propaganda antisemita. Secondo il TIME è nella lista delle 100 persone più influenti del mondo e recentemente al festival della letteratura australiana ha fatto un intervento video nel quale ha ammesso che quando accusa Israele di “apartheid” lo fa unicamente per aizzare l’opinione pubblica contro lo stato ebraico senza dare la minima importanza alla veridicità della sua insinuazione perché strumentale alla causa palestinese.

Calunnie e falsità dei criminali terroristi antisemiti nazi-palestinesi contro Israele e gli ebrei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2824


Gino Quarelo
Mi dispiace tanto per Dario ma il pericolo non viene da costoro ma dai sinistri che negano lo Stato democratico nazionale ebraico di Israele e che vorrebbero consegnarlo in mano ai nazi maomettani palestinesi e ai loro amici iraniani.

Israele deve essere un paese libero, ebraico e democratico
31/03/2023
Cronache israeliane di Deborah Fait

https://www.informazionecorretta.com/ma ... 0&id=89691

Ho letto oggi una lettera scritta da un mio caro amico italo-israeliano, come me, sionista nel cuore e nell’anima, come me. Le sue parole che faccio mie, mi hanno commossa e toccata nel profondo. Riporto alcuni passi della sua lettera perché devono far pensare. Scrive Dario: “ Non sono nato in Israele, ho scelto di viverci. Il fatto è, che qualora questo Paese dovesse prendere la direzione voluta da Ben-Gvir, Smotrich e Rothman, non sarà più il Paese in cui ho fatto alyah nel 2014, e non sarà più il Paese che ho giurato di servire quando ho fatto il servizio militare: non sarà uno Stato Ebraico e Democratico. Il fatto è semplice: io non sono disposto a tollerare la presenza di queste persone, di questi perfetti estranei, di questa umanità variopinta e impresentabile… In tal caso, se ciò dovesse davvero accadere, ciao Israele, ci siamo tanto amati, ma non ti vedrò finire in manicomio.” Sono sicura che Dario non se ne andrà perché è troppo legato a questo paese, come non me ne andrò mai io, perché adesso è arrivato il momento di lottare contro queste presenze al governo. Ben Gvir, Smotrich e Rothman non potranno avere la meglio, le loro proposte di legge sono vergognose: la divisione dei sessi, la negazione della libertà delle donne, degli omosessuali, di essere religiosi o atei, non passeranno. Israele deve essere un paese libero, ebraico e democratico, come è sempre stato, come anche Netanyahu proclamava un tempo, quando era ancora uno statista che il mondo ci invidiava.




Sono contro la democrazia nazionale ebraica di Israele, vorrebbero una democrazia israeliana non nazionalmente ebraica.

Israele: un progetto fallito.
I valori dell’Ebraismo traditi da uno Stato che o sarà bi-nazionale o è senza speranza
https://mariomoncadadimonforte.it/wp-co ... allito.pdf

a Susanna Nirenstein
Questo saggio è stato ispirato da Susanna Nirenstein, alla quale è dedicato. Il 10 aprile 2007
la Nirenstein ha scritto su la Repubblica un articolo con una visione ottimistica d’Israele. L’articolo
ha stimolato la lettera che segue, ma il giornale, pur non contestandone i contenuti, non ha ritenuto
di pubblicarla.
La lettera diceva: “Egregio dottor Mauro, ricordando l'equilibrio di scrittori come Yehoshua o
come Grossman, quando leggo articoli come quello di Susanna Nirenstein apparso ieri su Repubblica, provo
rabbia. E' una rabbia che nasce dalla convinzione che gli argomenti e i ricordi storici parziali usati dalla
Nirenstein non siano favorevoli agli interessi ebraici perché suscitano tre tipi di reazione non utili:
- la reazione negativa di chi ricorda che tutte le visioni esaltate di un popolo, di una cultura e,
peggio, di una "razza", sono state sempre nefaste nella storia degli uomini;
- la reazione ostile di chi rileva la descrizione incompleta dell'epopea sionista con la manifesta
rimozione dei crimini storicamente incontestabili dell'Irgun e della "banda Stern" che hanno fatto scrivere
all'ebreo Benny Morris "sono stati i crimini e il terrorismo ebraico degli anni trenta e quaranta ad
insegnare ai palestinesi quanto sia utile il terrorismo" (Vittime, BUR);
- l’ulteriore esaltazione di quei fanatici che inseguono i sogni di un Grande Israele che vada almeno
dal Giordano al mare e dal Golan ad Eilat, con i Palestinesi possibilmente cacciati in Giordania.
Lavorando ad Ivrea, nell'irripetibile atmosfera culturale creata dall'umanesimo di Adriano Olivetti,
scoprendo studiosi come Elia Benamozegh e Leo Baeck ho imparato che la cultura occidentale deve alla
cultura ebraica concetti come "umanità", "futuro", "speranza" che erano ignoti alla cultura greca
condizionata dal "fato". Questi concetti, penetrati anche attraverso il Cristianesimo, hanno fatto reimpostare
in Occidente la visione del mondo e della prospettiva umana donando un patrimonio di valori ideali di cui ai
più non sono note le radici ebraiche.
Credo, quindi, che chi voglia spendersi per la causa ebraica debba fare un'opera di divulgazione
pacata dei valori dell'Ebraismo e non un'esaltazione della "nazione ebraica" e del suo "popolo".
Vogliamo ricordare quanti danni ha fatto negli ultimi due secoli in Occidente l'esaltazione delle
"nazioni" europee? Vogliamo ricordare che i più illustri biologi del mondo hanno dimostrato che non esiste
un "popolo" ebraico in senso etnico perché non c'è alcuna affinità genetica fra gli ebrei slavi del nord
europeo e gli ebrei neri falascià etiopici? Vogliamo ricordare qual è la realtà dello spezzatino etnico,
linguistico e religioso-settario degli Ebrei d’Israele dilaniati da invidie, disprezzi, ingiustizie, risentimenti e
sopraffazioni fra gli stessi Ebrei, tenuti assieme oggi solo dalla paura e dalla necessità di difendersi?
Se si ha il coraggio di guardare in faccia la realtà, non servono gli articoli di esaltazione. Serve una
sobria e pacata informazione sull'Ebraismo, sulle sue attese ideali, sui bisogni di ogni giorno, sulle speranze
di pace di sempre. Cordiali saluti”.
Mi rispondeva Paolo Mauri, responsabile del Settore Cultura de la Repubblica:“Gentile
Moncada, Ezio Mauro mi gira la sua lettera sull'articolo di Susanna Nirenstein. Il dibattito sul sionismo,
l'ebraismo, Israele etc. è aperto da sempre sulle colonne di Repubblica, con accenti diversi e talvolta persino
contrastanti. E' nella natura di argomenti di vastissima portata, come del resto la sua lettera riassume
benissimo. Con i più cordiali saluti,Paolo Mauri”.
Riscontravo Mauri con questa mia: “Gentile Mauri, la ringrazio per aver voluto cortesemente
riscontrare la mia lettera. Ma le mie considerazioni non troveranno spazio su la Repubblica.
So bene che, in Occidente, l'establishment ebraico non gradisce e cerca sempre di impedire
che spunti come quelli della mia lettera appaiano sulla stampa. Lo so da quarantacinque anni perché gli
ebrei come Adriano Olivetti, che sono la maggioranza, non sono “il potere forte” del "popolo" ebraico.
E l'informazione inadeguata dell'opinione pubblica mondiale assiste impotente all'ormai secolare
incancrenirsi del nodo israelo-palestinese e non si rende conto dei molti perché.
Non saremo certamente né lei né io a modificare la situazione. Cordiali saluti”
La volontà di opporre una qualche iniziativa al dilagare della disinformazione alimentata dai
giornalisti come Susanna Nirenstein e da quel sionismo che non accetta la lezione della storia che
viene dalla Palestina, mi ha suggerito di scrivere questo saggio, dedicandolo alla sua ispiratrice.
Mario Moncada


Adriano Olivetti

https://morasha.it/adriano-olivetti-un- ... lo-bricco/
L’ebraismo veniva dal padre, ebreo laico e fervido sostenitore dell’industria e del socialismo, che leggeva la Bibbia tutte le sere, il cristianesimo dalla madre, di confessione valdese.
«Adriano e il cristianesimo che lui sceglie. Adriano e l’ebraismo nella cui assenza lui è immerso. Adriano e la spiritualità che si genera dal rifiuto – nel pensiero e nell’esperienza – della violenza della modernità, così forte da sfigurare il volto e da ledere la dignità dell’uomo. La vita di Adriano ha appunto tre fuochi: la famiglia e l’educazione, il passaggio dall’agnosticismo al cristianesimo e una naturale pulsione sincretista e combinatoria in grado di connettere elementi diversi, di unificare spinte interiori al limite del misticismo con progettualità insieme messianiche e ultrarazionaliste che, appunto, si incubano, si generano e allo stesso tempo si oppongono alla modernità del suo tempo». Queste le coordinate spirituali di Adriano Olivetti descritte da Bricco (p. 275). L’ebraismo veniva dal padre, ebreo laico e fervido sostenitore dell’industria e del socialismo, che leggeva la Bibbia tutte le sere, il cristianesimo dalla madre, di confessione valdese. Lungo questa coordinate si è sviluppata la vita di Adriano, industriale di successo, riformatore sociale, politico fallito.



Ebrei antisionisti vergogne umane
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2240

Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e/o Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2469

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2802
Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali universali e civili dei nativi e cittadini europei ed italiani.
L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.



PERCHÉ LA STAMPA ITALIANA NON USA LA PAROLA GIUSTA "TERRORISTI", INVECE DEL TERMINE NEUTRO "MILITANTI"?
Angelo Pezzana, per Bet Magazine Mosaico - Comunità ebraica di Milano
5 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 9967722981
Il terrorismo arabo e palestinese contro Israele è sempre stato una costante ben prima della creazione dello Stato di Israele nel maggio 1948. Un passato che i media si guardano bene dal ricordare, come dimostra l’alleanza del capo spirituale palestinese Amin al Husseini con Hitler dal 1934 al 1945. Soltanto la vittoria inglese sulle forze dell’Asse impedì lo sterminio degli ebrei.
C’è qualche media che lo ricorda?
Altra dimenticanza è il riconoscimento di Israele da parte del Vaticano che avvenne ufficialmente soltanto 49 anni dopo, quando nel caso della richiesta palestinese la qualifica di Stato venne concessa immediatamente a Arafat. Mai una citazione!
Aggiungiamo i finanziamenti a sostegno delle famiglie dei terroristi nelle prigioni israeliane colpevoli di stragi, soprattutto civili, per renderci conto che c’è qualcosa che non funziona nelle parole che dovrebbero informarci. Cominciamo dalla parola ‘terrorismo’, che, oltre a tutto, non è più soltanto un problema israeliano.
Considerando che sette delle 21 organizzazioni figuranti nell'elenco dei soggetti terroristici stabilito dalla UE sono palestinesi; che Hamas e altre organizzazioni terroristiche palestinesi inserite nell'elenco della UE utilizzano tattiche terroristiche ibride, compresi attacchi con coltelli e bombe contro civili israeliani, nonché il lancio di razzi da Gaza verso Israele, cercando deliberatamente di colpire zone civili, non viene mai ricordato.
Ma allora perché due importanti testate nazionali hanno titolato lo scorso marzo “ Battaglia a Jenin, sei palestinesi uccisi” “ Nuovo raid a Jenin, uccisi sei militanti palestinesi”, quando i sei palestinesi uccisi erano chiaramente terroristi, 1 di Hamas, tale Abdel-Fattah Kharusha, ricercato per aver ucciso due civili israeliani e 5 appartenevano alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa ?
Se la parola giusta era “terroristi” perché sostituirla con “militanti”?
Torniamo alla UE con la definizione di terrorista. “ I reati di terrorismo sono atti commessi allo scopo di esercitare gravi intimidazioni sulla popolazione e costringere indebitamente i poteri pubblici”. Non è il caso di Israele?
Nel 2001 la UE ha definito gli atti terroristici come atti intenzionali, previsti dalle legislazioni nazionali come reato, che data la loro natura o il contesto possono seriamente danneggiare uno Stato o un'organizzazione internazionale. Bene, ma lo mette in pratica?
Riassumendo, il compito del terrorismo è, ovunque, destabilire gravemente o distruggere le strutture politiche, costituzionali, economiche o sociali di un Paese. Israele ha sempre combattuto per difendersi, eppure è sotto tiro dalle accuse di apartheid, i fanatici del BDS possono danneggiarne l’economia sicuri che non uscirà contro di loro nessuna inchiesta. E se ai media cominciassimo a ricordargliero noi?

Alberto Pento
Perché vi sono molti ebrei (non più ebrei e mezzi ebrei) italiani, europei, americani e israeliani che sono contro gli "ebrei ebrei", contro Israele, contro il sionismo e contro l'ebraismo religioso nazionalista e considerano i palestinesi degli oppressi e delle vittime del "supposto razzismo nazista ebraico israeliano" e che demenzialmente ritengono questi nazimaomettani palestinesi (sterminatori di ebrei non solo israeliani) dei partigiani combattenti questa presunta oppressione.
Se non vi fossero costoro, probabilmente il mondo li chiamerebbe terroristi qual sono.
La responsabilità maggiore che sostiene questa diffusa menzogna è degli ebrei di sinistra (corto circuitati o in tilt), atei e areligiosi che odiano a morte gli ebrei religiosi e nazionalisti e Israele stesso come stato nazionale degli ebrei, sia pur democratico.






Alberto Pento
Eccone un'esempio:

Quante demenzialità e falsità che scrive il sinistrato Gideon Levy


La legge che dice la verità su Israele
Gideon Levy, Haaretz, Israele
19 luglio 2018
(Traduzione di Federico Ferrone)

https://www.internazionale.it/opinione/ ... ge-nazione

Il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato una delle leggi più importanti della sua storia, oltre che quella più conforme alla realtà. La legge sullo stato-nazione (che definisce Israele come la patria storica del popolo ebraico, incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei, declassa l’arabo da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale) mette fine al generico nazionalismo di Israele e presenta il sionismo per quello che è. La legge mette fine anche alla farsa di uno stato israeliano “ebraico e democratico”, una combinazione che non è mai esistita e non sarebbe mai potuta esistere per l’intrinseca contraddizione tra questi due valori, impossibili da conciliare se non con l’inganno.

Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica. Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica. Israele dichiara di essere lo stato nazione del popolo ebraico, non uno stato formato dai suoi cittadini, non uno stato di due popoli che convivono al suo interno, e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. È per questo che questa legge è così importante. È una legge sincera.

Le proteste contro la proposta di legge erano nate soprattutto come un tentativo di conservare la politica di ambiguità nazionale.

Il presidente della repubblica, Reuven Rivlin, e il procuratore generale di stato, i difensori pubblici della moralità, avevano protestato, ottenendo le lodi del campo progressista. Il presidente aveva gridato che la legge sarebbe stata “un’arma nelle mani dei nemici di Israele”, mentre il procuratore generale aveva messo in guardia contro le sue “conseguenze internazionali”. La prospettiva che la verità su Israele si riveli agli occhi del mondo li ha spinti ad agire. Rivlin, va detto, si è scagliato con grande vigore e coraggio contro la clausola che permette ai comitati di comunità di escludere alcuni residenti e contro le sue implicazioni per il governo, ma la verità è che a scioccare la maggior parte dei progressisti non è stato altro che vedere la realtà codificata in legge.

Era bello dire che l’apartheid riguardava solo il Sudafrica

Anche il giurista Mordechai Kremnitzer ha denunciato invano il fatto che la proposta di legge avrebbe “scatenato una rivoluzione, né più né meno. Sancirà la fine di Israele come stato ebraico e democratico”. Ha poi aggiunto che la legge avrebbe reso Israele un paese guida “per stati nazionalisti come Polonia e Ungheria”, come se non fosse già così da molto tempo. In Polonia e Ungheria non esiste un popolo che esercita la tirannia su un altro popolo privo di diritti, un fatto che è diventato una realtà permanente e un elemento inscindibile del modo in cui agiscono Israele e il suo governo, senza che se ne intraveda la fine.

Tutti questi anni d’ipocrisia sono stati piacevoli. Era bello dire che l’apartheid riguardava solo il Sudafrica, perché lì tutto il sistema si basava su leggi razziali, mentre noi non avevamo alcuna legge simile. Dire che quello che succede a Hebron non è apartheid, che quello che succede in Cisgiordania non è apartheid e che l’occupazione in realtà non faceva parte del regime. Dire che eravamo l’unica democrazia della regione, nonostante i territori occupati. Era piacevole sostenere che, poiché gli arabi israeliani possono votare, la nostra è una democrazia egualitaria. O fare notare che esiste un partito arabo, anche se non ha alcuna influenza. O dire che gli arabi possono essere ammessi negli ospedali ebraici, che possono studiare nelle università ebraiche e vivere dove meglio credono (sì, come no).

Ma quanto siamo illuminati. La nostra corte suprema ha stabilito, nel caso dei Kaadan, che una famiglia araba poteva comprare una casa a Katzir, una comunità ebraica, solo dopo anni di dispute. Quanto siamo tolleranti nel consentire agli arabi di parlare arabo, una delle lingue ufficiali. Quest’ultima è chiaramente una menzogna. L’arabo non è mai stato neanche remotamente trattato come una lingua ufficiale, come succede invece per lo svedese in Finlandia, la cui minoranza è nettamente più piccola di quella araba in Israele.

Era comodo ignorare che i terreni di proprietà del Fondo nazionale ebraico, che includono buona parte delle terre dello stato, erano riservati ai soli ebrei, una posizione sostenuta dalla corte suprema, e affermare che fossimo una democrazia. Era molto più piacevole considerarci egualitari.

Adesso ci sarà uno stato che dice la verità. Israele è solo per gli ebrei, anche sulla carta. Lo stato nazione del popolo ebraico, non dei suoi abitanti. I suoi arabi sono cittadini di seconda classe e i suoi abitanti palestinesi non hanno statuto, non esistono. Il loro destino è determinato da Gerusalemme, ma non sono parte dello stato. È più facile per tutti così.

Rimane un piccolo problema con il resto del mondo, e con l’immagine d’Israele che questa legge in parte macchia. Ma non è un grave problema. I nuovi amici d’Israele saranno fieri di questa legge. Per loro sarà una luce che illumina le nazioni. Tanto le persone dotate di coscienza di tutto il mondo conoscono già la verità, e da tempo devono farci i conti. Sarà un’arma nelle mani del movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele)? Sicuramente. Israele se l’è guadagnata, e ora ne ha fatto una legge.




Quante demenzialità e falsità che scrive il sinistrato Gideon Levy.
Certo che Israele è una democrazia, una delle più democratiche che esistano, specialmente nell'area mediorientale. Ed è una democrazia nazionale ebraica (o prevalentemente ebraica) dove i non ebrei godono degli stessi diritti civili e politici degli ebrei solo se rispettano gli ebrei come gli ebrei rispettano i non ebrei. Chi odia gli ebrei e vuole sterminarli e chi vuole distruggere Israele e cacciare o ridurre in dhimmitudine gli ebrei non ha diritto ad alcun rispetto e va trattato come merita.
Chi rispetta merita rispetto chi non rispetta non merita rispetto, la regola è semplice e universale!
Prima di Israele non esisteva alcun Stato arabo palestinese, e quella terra era parte, come provincia, dell'Impero ottomano e poi del Mandato britannico di Palestina, terra che ridivenne Israele lo stato degli ebrei come lo era duemila anni fa prima dell'invasione imperiale romana che ha distrutto lo Stato di Israele e il suo Tempio a Gerusalemme e sterminato e cacciato i suoi ebrei, a cui è seguita la successiva invasione imperiale arabo nazimaomettana che ha costretto gli ebrei, ivi rimasti, alla dhimmitudine e che ha limitato e impedito per secoli il ritorno degli ebrei dalla diaspora e il riformarsi dello Stato d'Israele che ha potuto riprendere vita soltanto dopo la fine dell'Impero ottomano durante il Mandato britannico della Palestina e le mutate condizioni tecnico-economiche, ideologiche, religiose e politiche del Mondo e alle organizzazioni sionistiche che si erano formate a partire dall'Ottocento per far tornare alla loro casa-terra gli ebrei della diaspora.
La Polonia e l'Ungheria non sono affatto delle dittature personali e/o delle dittature della maggioranza che violano i diritti delle monoranze. Definite dittature dalla vugata/propaganda sinistrata o progressista o liberal o dem:
a) perché difendono giustamente la loro nazione europea e cristiana dall'invasione di stranieri clandestini e senza rispetto, in particolare dagli stranieri nazi maomettani che potrebbero distruggerla e fare del male alla loro gente;
b) perché difendono la tradizione cristiana del loro paese e gli altri valori umani, culturali e sociali della loro gente, dalla devastazione dei disvalori del Politicamente Corretto sinistrato divenuto dominante in Europa, come l'aborto indiscriminato e scriteriato, l'accoglienza indiscriminata e scriteriata, il gender fluid e la diffusione dell'omosessualità come alternativa alla normale e naturale eterosessualità e il transgender con la la sua assurda e impossibile transizione di genere imposta come fatto possibile e naturale;
c) perché rifiutano la mostruosità ademocratica ed eversiva di una magistratura indipendente e intoccabile, politicamente corretta, fattasi questa sì dittatura, e imposta da organismi internazionali come la UE, l'ONU, il Consiglio d'Europa che per portato storico sono in mano ai paesi atei a egemonia social-comunista o social-democratica e a paesi a egemonia religiosa nazi maomettana; tutti organismi internazionali che violano i nostri diritti umani, naturali e universali, sociali, civili e politici, nazionali, giudaico-cristiani o laici e areligiosi, la loro sessualità normale e la loro famiglia tradizionale.




Gli ebrei antisionisti
Sono una minoranza demenziale, di fanatici antisraeliani. Sono il frutto bacato dell'esaltazione religiosa e della dhimmititudine.
Capitolo 38)
Gli ebrei etnici (di Israele e dell'Occidente) atei, sinistrati e politicamente corretti, sono antisraeliani e filo nazi maomettani, sono peggio dei kapò, quelli dei lagher nazisti.

Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra da migliaia di anni
viewtopic.php?f=197&t=3027#p40658

https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... gkQBq2sN7l
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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:11 pm

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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:11 pm

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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:12 pm

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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:14 pm

39)
Io che non sono ebreo ma un ex cristiano divenuto aidolo, non ateo ma aidolo ritengo che gli ebrei religiosi di Israele siano umanamente e civilmente infinitamente migliori dei mussulmani religiosi nazimaomettani impropriamente detti palestinesi.
A me, alla mia gente veneta, agli italiani e agli eurorpei, a tutti i cristiani gli ebrei religiosi di ieri, quelli dell'antica Israle, quelli della diaspora e quelli della nuova Israele non hanno mai fatto del male, mai;
mentre i nazi maomettani da quando si sono espansi del Mediterraneo e in Europa, a me, alla mia gente veneta, agli italiani e agli eurorpeie a tutti i cristiani ha sempre fatto solo che del male.



TEL AVIV: CITTADINO ITALIANO MUORE PER MANO DEL TERRORISMO PALESTINESE
8 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 7850083526

Attentato venerdì sera sul lungomare di Tel Aviv. Ucciso un turista italiano (Alessandro Parini, 36 anni, di Roma), feriti altri sei turisti britannici e italiani (di età tra i 17 e i 70 anni) da un terrorista arabo israeliano di Kafr Qassem che ha sparato dall’auto in corsa e ha poi investito un gruppo di pedoni. Ribaltatosi il veicolo, ha cercato di nuovo di sparare ma è stato ucciso da agenti di sicurezza.
Rivendicazione della Jihad Islamica Palestinese (gruppo sponsorizzato dall’Iran). Elogio dell’attentato da parte di Hamas: il portavoce Abdel Latif Qanua l’ha definito una “operazione di alto livello nel cuore della entità sionista”.

Andrea Prestipino
Luca Di Lenardo mah, in realtà noto che in Italia qualche, seppur minimo, progresso si sta facendo. Comincia ad esserci più di qualcuno che ne ha le tasche piene dei "palestinesi" che non ha nulla a che fare con la religione ebraica e Israele. Se guardiamo Spagna, Francia, Inghilterra c'è da mettersi le mani nei capelli.



L'ESULTANZA DI HAMAS E JIHAD ISLAMICA E QUELLO SCIVOLONE DI BEPPE GRILLO: "PER I PALESTINESI SOLO DOLORE"
Francesco De Remigis
9 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 4793201165
È un copione che si ripete. Dopo ogni attentato in Israele - col beneplacito dei due principali movimenti islamici palestinesi - c'è chi condanna e chi esulta. E chi, come l'Ue, continua a non dare un nome alle cose. Ma se i macabri festeggiamenti a Gaza sono ben noti, e si ripetono a ogni colpo inferto a Tel Aviv, la tragica sorte toccata all'avvocato romano Alessandro Parini stavolta ha messo in luce tutte le contraddizioni di chi, anche in Italia, da anni considera legittime le stragi in nome della resistenza.
Hamas, il movimento che governa nella Striscia di Gaza, ha espresso il suo plauso per «l'operazione di Tel Aviv», che «dimostra la capacità di colpire l'occupazione». Niente rivendicazione esplicita dell'attacco, ma ideologica solidarietà verso una causa comune: cancellare Israele dalla mappa geografica, come da statuto di Hamas. Poco importa (a loro) se ad andarci di mezzo siano stati degli italiani senza alcuna connessione col governo israeliano. «Le operazioni si stanno intensificando e non si fermeranno».
Non è da meno l'altra organizzazione, la Jihad islamica, che dopo aver rivendicato l'assalto parla di «risposta legittima ai crimini e agli attacchi dell'occupazione sionista al nostro popolo e ai nostri luoghi santi». Prevedibili, certi commenti; un po' meno, quel latente senso di accondiscendenza espresso su Twitter da Beppe Grillo, poche ore prima dell'attentato: «Per il popolo palestinese non c'è fine al dolore, all'oppressione, al sacrificio, alla negazione della libertà e dell'indipendenza, ma solo muri, divieti, repressione, segregazione che dura dal 1967».
Con tanto di hashtag #FreePalestine, intorno alle 17 di venerdì, il fondatore del M5s ha infatti messo in vetrina i suoi sentimenti, a corredo di un articolo sul blog a firma Torquato Cardilli. Ma gli è andata male: «Sveglia, Beppe, hanno appena ammazzato un italiano», gli scrive uno dei tanti utenti infuriati; «Taci, mostro». Poi gli insulti: «Imbecille», sentenzia chi segnala che era appena morto un connazionale.
Dai tweet inizialmente sulla stessa linea (miope) dell'ex comico, i commenti al Grillo-pensiero vengono sommersi da improperi, parodie e account creati ad hoc per immortalare la figuraccia. Ieri si è tornati alla realtà col presidente Sergio Mattarella, lesto a esprimere esecrazione per il vile atto terroristico.
Dopo gli inviti degli utenti a Grillo, a dedicarsi solo al teatro, è toccato al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani prendere posizione: «Attentato criminale, il terrorismo colpisce ancora Israele coinvolgendo italiani che non avevano nulla a che vedere con le vicende israelo-palestinesi - dice al Gr1 - la violenza di questi assassini non risparmia nessuno e va condannata, questa scia di terrore va fermata». Il suo collega israeliano Eli Cohen, su Twitter, chiarisce: «Il terrorismo omicida è nemico di tutti noi». Ma il fraintendimento tra resistenza, e mattanza d'innocenti ispirata dall'islam politico che a Gaza governa da anni, trova sostegno non solo in certi Stati arabi ma pure occidentali, e Bruxelles ne è impregnata: «L'Ue è preoccupata per l'escalation di violenza in Israele, nei Territori palestinesi e in Libano», sostiene l'Alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell: «Deve cessare». Non manca il colpo alla botte (palestinese): «Questa recrudescenza segue giorni di tensione nei luoghi Santi, compreso l'intervento e l'uso della forza da parte della polizia israeliana nella moschea di Al Aqsa». L'Ue condanna certo «gli attacchi indiscriminati di razzi su Israele da Gaza e dal Libano», e «senza riserve l'attacco terroristico che ha ucciso due israeliani e ne ha ferito uno gravemente». E, certo, per Borrell «Israele ha il diritto di difendersi». Ma al tempo stesso, «ogni risposta dev'essere proporzionata», dice. Meno equidistante, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, per cui «la comunità internazionale dovrebbe cambiare il paradigma dell'approccio alla questione palestinese, perché è un errore strategico proseguire il dialogo con gruppi criminali che andrebbero spazzati via per salvare innanzitutto il popolo palestinese».



GLI SCIACALLI ANTISEMITI INNEGGIANO ALLA MORTE DI UN ITALIANO TRA IGNORANZA E ODIO
Riccardo Mazzoni
9 aprile 2023

https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 2089915102

La sera del venerdì santo un giovane avvocato italiano - Alessandro Parini - è stato ucciso da un terrorista palestinese a Tel Aviv e sui social si sta esultando oscenamente con un mix di ignoranza e odio che hanno come denominatore comune l’antisemitismo, a dimostrazione che in Italia purtroppo alligna e prospera la mala erba dei fiancheggiatori morali di terroristi, dittatori e nemici della democrazia, per i quali i morti per mano palestinese meritavano semplicemente di morire. «Ben gli sta!, non doveva andare a visitare quel Paese di emme», è solo un triste esempio di questo infame bestiario che semplifica in modo brutale un pregiudizio contro Israele purtroppo condiviso e alimentato anche da una radicata incultura politica. Le critiche ai governi di Israele sono ovviamente legittime, ma sotto l’antisionismo allignano sempre i germi antichi dell’antisemitismo. Basterebbe forse conoscere un po’ la storia per comprendere che la salvaguardia della nostra civiltà e la difesa del diritto di Israele all'esistenza sono due facce della stessa medaglia. Un diritto che fu messo in discussione fin da quando, il 14 maggio del 1948, Ben Gurion annunciò la nascita dello Stato di Israele sulla base della risoluzione 181 delle Nazioni Unite. Ebbene, gli eserciti arabi gli mossero immediatamente guerra perché ne disconoscevano il diritto ad esistere, anche se fino al 1945 in Medioriente viveva un milione di ebrei, e si trattava di ebrei che vi risiedevano da generazioni.
Nel '67 Israele subì un attacco concentrico da parte di Egitto, Iraq, Siria e Giordania, vinse la guerra dei Sei giorni e conquistò la zona occupata dalla Giordania. La fulminea sconfitta degli eserciti arabi segnò un salto di qualità, e dall'odio nei confronti di Israele e degli israeliani si tornò all'odio generalizzato nei confronti degli ebrei in quanto ebrei, indipendentemente dalla loro nazionalità. Dall'inizio della sua storia, Israele non ha mai iniziato un conflitto, ma ha sempre reagito ad attacchi contro l'integrità del suo territorio e contro la sua popolazione. Quando ha colpito Gaza, lo ha fatto perché Hamas ha bersagliato le sue città con una pioggia di missili. Hamas è l’emanazione diretta in Palestina del regime iraniano, un’organizzazione finanziata e armata dall’Iran con l’obiettivo di destabilizzare il Medioriente e di rendere impossibile qualsiasi accordo tra palestinesi e israeliani. Non a caso ha nel suo statuto fondativo la cancellazione dello Stato di Israele. Le sue azioni terroristiche, iniziate subito dopo che Israele si ritirò nel 2005, sono parte integrante di una guerra santa condotta con ogni mezzo, incluso il farsi scudo della popolazione civile, nel quadro di un assalto generalizzato in nome della rinascita islamica. Nessuna tregua potrà mai tradursi in una pace duratura finché Gaza sarà in mano ad Hamas, e il tentativo di sradicarne le basi non può dunque essere considerato una violazione del diritto internazionale, né un eccesso di legittima difesa.
Israele è un Paese democratico, ricco di valori che appartengono alla tradizione giudaico-cristiana, ed è l’avamposto occidentale in Medio Oriente: eppure l’Europa gli ha spesso voltato le spalle, arrivando a boicottarne i prodotti e a finanziare ong palestinesi legate al terrorismo. Tredici anni fa l’allora premier Silvio Berlusconi, che fu accolto a Tel Aviv come «l’amico più grande», propose l’ingresso di Israele nell’Unione Europea, nella consapevolezza che il germe peggiore dell’antisemitismo si annida tra chi – persona, organizzazione o Stato – nega al suo popolo il diritto di esistere. Prima di lui era stato Marco Pannella a dire che Israele «è la testa di ponte della democrazia, dei valori e delle istituzioni democratiche in Medio Oriente». Una lezione troppo spesso dimenticata, e l’antisemitismo genera ancora mostri, come gli sciacalli che inneggiano sui social alla morte di un italiano a Tel Aviv.

Donato Di Segni
“Basterebbe forse conoscere un po’ la storia per comprendere che la salvaguardia della nostra civiltà e la difesa del diritto di Israele all'esistenza sono due facce della stessa medaglia. Un diritto che fu messo in discussione fin da quando, il 14 maggio del 1948, Ben Gurion annunciò la nascita dello Stato di Israele sulla base della risoluzione 181 delle Nazioni Unite.”
Perché diffondere ripetutamente menzogne storiche? Non esiste relazione alcuna fra il piano di partizione 181/1947 e la dichiarazione di indipendenza dello stato di Israele!
La risoluzione fu presentata sei mesi prima, il 29 novembre 1947 e prontamente respinta dagli arabi in modo pubblico e incontrovertibile tanto da diventare lettera morta. La dichiarazione di indipendenza del 14 maggio 1948 fu conseguente alla rinuncia inglese al ruolo mandatario, posto nelle mani dell’ONU successore della Società delle Nazioni che lo aveva originato. Sarebbe stato diritto legale dell’ONU accettare le dimissioni inglesi e nominare un nuovo mandatario oppure, come è stato, restare quiescente accettando le dimissioni e con esse la fine del periodo mandatario con susseguente nascita dello stato previsto dalla creazione della Casa Nazionale Ebraica, fine ultimo e predefinito dal testo mandatario.
Legare in qualche fantasioso modo la nascita dello stato di Israele con la risoluzione ONU 181/1947 significa indirettamente stabilire un nesso fra la nascita dello stato ebraico e la pretesa proposta della nascita di un fantomatico stato arabo contenuta nella risoluzione 181/1947 mai entrata in essere per precisa volontà araba.
La nascita dello stato ebraico è funzione unica della sua dichiarazione di indipendenza susseguente alla rinuncia ufficiale inglese al ruolo mandatario, accettata dal mandante ONU successore legittimo del mandante originario Società delle Nazioni.


Jonathan Colombelli
Israele è un faro di civiltà per tutto il mondo, penso sia l 'unico stato che tutela le minoranze dando uguali diritti e meno doveri (no obbligo servizio militare per gli arabi israeliani). Le parole come "razzismo" ed "apartheid" non appartengono a Israele. Questo per iniziare, perché sono punti fermi,

Shai Alfandari
Se fosse stato un ragazzo italiano ma ebreo o meglio israeliano , avrebbero litigato per le rivendicazioni , visto che invece poverino era un turista italiano allora per non perdere il consenso dei loro amici pacifinti , insistono per l’incidente .




RACCONTO DI DUE CITTÀ
Dopo l'attentato terroristico palestinese che ha causato la morte di Alessandro Parini, a Tel Aviv la popolazione si è recata sul luogo dell'attacco per rendere omaggio alla vittima italiana.
A Tulkarem invece...
10 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 1242859520



CULTURA DELLA MORTE CONTRO CULTURA DELLA VITA: LA DIFFERENZA C'È, BISOGNA SOLO NOTARLA
10 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 9889647322
A sinistra, un terrorista palestinese celebra l'attentato di Tel Aviv - dove ha perso la vita l'italiano Alessandro Parini - distribuendo dolcetti ai passanti.
A destra, il necrologio in memoria di Alessandro Parini, apparso sui giornali israeliani, a nome del Governo e del popolo d'Israele.


CITTA' PALESTINESI IN FESTA PER LA MORTE DI ALESSANDRO PARINI
10 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 6959629615
Gente in piazza a gioire e distribuzione di dolcetti ai passanti: questo è quanto accaduto in diverse città palestinesi sia a Gaza che nella cosiddetta Cisgiordania, dopo la diffusione della notizia dell'attentato di Tel Aviv in cui è stato ucciso Alessandro Parini.
La barbarie della cultura della morte dei palestinesi non si ferma davanti a nulla.



LA "BUONA PASQUA" (=DI SANGUE) DEL TERRORISMO PALESTINESE...

8 aprile 2023
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9470168267

Ieri, a Tel Aviv, antivigilia di Pasqua, un giovane turista italiano, giunto solo poche ore prima in Israele, è morto, ammazzato dall'ennesimo terrorista palestinese che voleva 'colpire nel mucchio', ricorrendo prima ad un'automobile, lanciata a gran velocità sulla folla, e poi alle armi da fuoco, con le quali sparare indiscriminatamente sui passanti: solo la pronta reazione delle forze di sicurezza israeliane, che hanno neutralizzato il terrorista, ha impedito che questo vile attentato si trasformasse nella ennesima strage di civili.
La paternità di questa infame azione terroristica è stata formalmente ed apertamente rivendicata dalla Jihad Islamica che, è bene ricordarlo, si batte NON per la nascita di uno 'Stato di Palestina' al fianco di Israele, ma per la nascita di uno 'Stato Islamico di Palestina' al posto di Israele.
p.s. Purtroppo tocca persino leggere di sedicenti italiani che addirittura esaltano questa "operazione" della c.d. "resistenza palestinese", mentre nelle stesse ore un intero nucleo familiare, madre e due figlie, veniva sterminato da altri terroristi palestinesi, che le falciavano a raffiche di mitra mentre transitavano in automobile.


Auto sulla folla, ucciso sul lungomare di Tel Aviv il turista italiano Alessandro Parini. Mattarella: “Esecrazione per il vile atto”. La procura di Roma apre un’inchiesta

Due i feriti italiani, uno è Roberto Niccolai, l’altro nome ancora non è stato diffuso. Tajani: «Uno sarà dimesso nelle prossime ore. La salma presto in Italia». I nostri connazionali coinvolti nell’attentato rientreranno oggi. Le condoglianze di Israele: «Terrorismo nemico comune». Il killer ucciso dalla polizia. Il fratello: «È stato un incidente»
07 Aprile 2023

https://www.lastampa.it/esteri/2023/04/ ... -12743438/

È di un morto e sette feriti il bilancio di quello che si crede sia un attentato avvenuto ieri sera in Israele, sul lungomare di Tel Aviv. La vittima, conferma la Farnesina, è Alessandro Parini, un turista italiano di 35 anni, avvocato di Roma, arrivato soltanto ieri nel paese con amici. Il killer è stato ucciso dal fuoco della polizia. È stato identificato come un 45enne arabo israeliano di Kfar Kassem, a nord est di Tel Aviv, di nome Yousef Abu Jaber. I media israeliani - dopo una prima versione - avevano successivamente riferito del possibile furto dell'auto di Abu Jaber - una Kia - da parte di sconosciuti e che quindi non poteva essere stato lui l'autore dell'attacco. Ipotesi poi smentita. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per terrorismo, omicidio e lesioni.

Tel Aviv, polizia e ambulanze sul luogo dell'attacco

L’attentatore avrebbe colpito almeno due persone con un'arma da fuoco, mentre altre persone sono state colpite dall’auto lanciata a forte velocità sulla passeggiata vicino a un parco del lungomare. Quattro dei feriti sono giunti all'ospedale Ichilov di Tel Aviv e secondo i medici sono tutti in condizioni «medie o leggere». La televisione pubblica Kan ha aggiunto che tre feriti sono cittadini britannici e due italiani, si conosce solo il nome di uno di loro: è Roberto Niccolai, che non faceva parte del gruppo di Parini. Le condizioni dei feriti non sono gravi. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua esecrazione per il «vile atto terroristico», rivolgendo ai familiari e amici di Parini i sentimenti di cordoglio e di vicinanza della Repubblica e suoi personali. Ha espresso inoltre al Presidente dello Stato d'Israele, Isaac Herzog, le condoglianze della Repubblica Italiana. Lo Stato di Israele ha invece espresso le condoglianze alla famiglia della vittima e all’Italia: «A nome del governo e del popolo di Israele invio le nostre condoglianze alla famiglia e agli amici di Alessanadro Parini – scrive su Twitter il ministro degli Esteri Eli Cohen –, così come al governo e a tutto il popolo italiano. Il terrorismo omicida nemico di tutti noi. Auguro ai feriti una pronta guarigione».

La salma «dovrebbe rientrare nei prossimi giorni in Italia», ha detto a SkyTg24 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolineando la «vicinanza del governo» alla famiglia e ricordando di aver «parlato a lungo con il padre». «Uno degli italiani potrebbe essere dimesso nel giro di poche ore – ha aggiunto –. L'altro credo abbia bisogno ancora di qualche giorno». E poi: «I nostri funzionari dell'ambasciata in Israele stanno seguendo personalmente» gli avvenimenti «in stretto contatto con le autorità israeliane». Parini, e i due feriti «non facevano parte dello stesso gruppo». I connazionali coinvolti nell’attentato rientreranno invece già questo pomeriggio. Secondo quanto si apprende, saranno accompagnati nel primo pomeriggio dal personale dell'ambasciata italiana all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv da dove prenderanno un volo diretto a Roma.

L'esatta natura dell'attacco non è stata immediatamente chiara, ma il ministero degli Esteri l'ha definito un «attacco terroristico», un termine che i funzionari israeliani usano per gli assalti dei palestinesi. L'auto ha investito un gruppo di persone vicino a un famoso parco sul mare prima di ribaltarsi.

La testimonianza dell’amico di Alessandro
la prima testimonianza diretta dell’uccisione di Parini è di un suo amico: «Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue», dopo essere stato investito dalla macchina. Eravamo appena arrivati in città e stavamo andando a raggiungere l'altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa».

“Il rombo dell’auto, gli spari e Alessandro a terra”, il racconto di uno degli amici dell’italiano ucciso a Tel Aviv. I genitori: “Era un ragazzo semplice e modesto”
08 Aprile 2023

L'attacco è avvenuto sullo sfondo delle accresciute tensioni dopo gli attacchi aerei israeliani su obiettivi militanti palestinesi sia in Libano che a Gaza, nonché un attacco a fuoco nella Cisgiordania occupata che ha ucciso due israeliani. Ciò ha fatto seguito a giorni di violenza e disordini nel luogo sacro più sensibile di Gerusalemme, il complesso della moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia. Il gruppo militante di Hamas che governa Gaza ha elogiato l'attacco a Tel Aviv come una risposta ai «crimini contro la moschea e i fedeli di Al-Aqsa» da parte di Israele.

Schlein: “Cordoglio del Pd per Parini”
«Grande dolore di fronte a quanto accaduto a Tel Aviv, condanniamo con forza il vile attentato ed esprimiamo profondo cordoglio per l'uccisione di Alessandro Parini: alla sua famiglia e ai suoi cari giunga la vicinanza mia personale e di tutta la comunità del Partito Democratico, così come alle persone rimaste ferite». Così in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Attentato di Tel Aviv, i genitori di Parini: "Era un ragazzo semplice e modesto"

Netanyahu ordina ampio richiamo dei riservisti
Dopo aver appreso dell'attentato di Tel Aviv il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato il richiamo di tutte le forze della riserva disponibili della Guardia della frontiera. Ha inoltre ordinato al capo di stato maggiore generale Herzi Halevi di richiamare anche riservisti dell'esercito. Lo ha reso noto il suo ufficio. In precedenza erano stati richiamati anche riservisti dell'aviazione militare.

Jihad islamica, l’attacco è una risposta per i palestinesi
L'attentato di stasera a Tel Aviv è una «risposta naturale e legittima ai crimini dell'occupazione contro il popolo palestinese» Così in una nota la Jihad Islamica, che ricorda come l'attentato sia stato eseguito a un anno esatto di distanza dall'attacco nei pressi di Dizengoff Street, nel centro di Tel Aviv, in cui morirono tre persone.

Hamas: risposta ai crimini contro Al-Aqsa non si fermerà
«Le operazioni per rispondere ai crimini dell'occupazione ad Al-Aqsa si stanno intensificando e non si fermeranno». Lo ha affermato un portavoce di Hamas, citato dai media arabi, commentando l'attentato di stasera. «L'operazione di Tel Aviv dimostra la capacità della resistenza e dei suoi giovani di colpire l'occupazione», ha aggiunto il portavoce, senza rivendicare l'attacco.



RAZZI DALLA SIRIA CONTRO ISRAELE
9 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 1633286481

Sei razzi, in due differenti fasi, sono stati lanciati nella serata di ieri dal sud della Siria verso le alture del Golan in Israele. La conferma arriva dal portavoce militare secondo cui tre razzi sono caduti in territorio israeliano. In risposta, l'esercito ha attaccato una prima volta in Siria con artiglieria e droni i lanciatori dei razzi.
Successivamente, l'aviazione ha colpito altri obiettivi tra cui un compound militare della Quarta divisione dell'esercito siriano, sistemi radar militari e posti di artiglieria.


A BEIRUT INCONTRO DEI CAPI DI HEZBOLLAH E HAMAS PER COORDINARE LE FORZE CONTRO ISRAELE
9 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 4053192239
In questi giorni caratterizzati dalla spirale di violenza del terrorismo palestinese contro Israele, il leader di Hezbollah ha incontrato a Beirut il capo politico di Hamas per realizzare una cooperazione fra le due organizzazioni terroristiche. L’Iran che sostiene militarmente Hezbollah in Libano e ha legami molto stretti con Hamas e la Jihad islamica nella Striscia di Gaza, benedice a distanza l’incontro mentre il capo delle Forze Quds delle Guardie della Rivoluzione islamica dell’Iran era in visita a Damasco, capitale dello stato fantoccio al servizio del regime iraniano.


ISRAELE: "HAMAS DIETRO RAZZI LANCIATI DAL LIBANO"
9 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 4116702566

Dietro al lancio di razzi dal Libano c’è Hamas. Lo ha affermato il portavoce delle forze di difesa israeliane Daniel Hagari, come riporta The Times of Israel. In un briefing con i giornalisti, Hagari ha aggiunto che l’esercito sta esaminando il coinvolgimento iraniano nell’attacco.
Giovedì pomeriggio almeno 34 razzi sono stati lanciati dal territorio libanese verso il nord di Israele, facendo scattare le sirene d’allarme in tutta l’area. Il sistema difensivo “Cupola di ferro” ha intercettato 25 razzi. Un israeliano 26enne del villaggio arabo druso di Yanuh-Jat è rimasto ferito da schegge mentre transitava in moto. Anche un 19enne del villaggio arabo cristiano di Fassuta è rimasto ferito da schegge nella sua auto. Una donna si è ferita mentre correva verso i rifugi. Gli attacchi sono partiti da siti di lancio sparsi nel sud del Libano. Si tratta della peggiore escalation sul fronte settentrionale dalla guerra contro Hezbollah dell’estate 2006. Le Forze di Difesa israeliane hanno risposto con fuoco dell’artiglieria verso bersagli a sud della città libanese di Tiro.


DA GAZA PIOGGIA DI RAZZI SU ISRAELE
10 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 7326675245
Le Forze di Difesa israeliane hanno affermato che nel corso della notte tra giovedì e venerdì 7 Aprile 2023 sono stati lanciati 44 razzi palestinesi dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele.
Il portavoce militare Daniel Hagari ha detto che nove razzi sono ricaduti all’interno della striscia, 12 sono caduti in mare, 14 si sono abbattuti su aree non edificate in Israele, uno si è abbattuto su un’area residenziale della città meridionale di Sderot (colpendo un’abitazione civile, ma senza causare vittime), otto sono stati intercettati dal sistema di difesa “Cupola di ferro”.
l portavoce militare ha aggiunto che l’aviazione israeliana ha reagito colpendo una decina di obiettivi di Hamas a Gaza. Colpiti anche obiettivi di Hamas nel sud del Libano.


IL TERRORISMO ANTISEMITA PALESTINESE MIETE ALTRE VITTIME: DUE SORELLE ISRAELIANE UCCISE IN UN ATTENTATO
9 aprile 2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 4373402207

Maya e Rina Dee, due sorelle israeliane di 15 e 21 anni sono state uccise in un attentato compiuto venerdì mattina contro l'auto in cui viaggiavano in compagnia della madre, rimasta gravemente ferita nell'attacco avvenuto nei pressi di Hamra, nel nord della cosiddetta Cisgiordania.
Le forze di sicurezza israeliane sono alla caccia dei responsabili.


Morta anche la madre

9 aprile2023
https://www.facebook.com/progettodreyfu ... 4373402207

È di poche ore fa la notizia del decesso di Lucy Dee, la mamma delle due sorelle Rina e Maia uccise venerdì scorso nell'attentato di matrice palestinese nella Valle del Giordano. Ferita gravemente nell'attacco terroristico, Lucy era giunta in ospedale in condizioni disperate. I medici dopo aver tentato di stabilizzare le sue condizioni vitali, hanno reso noto la sua dipartita in una breve comunicazione. La famiglia ha disposto la donazione degli organi che verrano usati per salvare altre vite umane.
Che la sua memoria sia di benedizione.



Terrore e dittatura
8 Aprile 2023

http://www.linformale.eu/terrore-e-dittatura/

Martedì della settimana scorsa la polizia israeliana fa una incursione nella Moschea di Al Aqsa, sul Monte del Tempio/Spianata delle Moschee, dopo che un gruppo di giovani arabi mascherati e muniti di fuochi di artificio, mazze e pietre si è barricato al suo interno rifiutandosi di uscire pacificamente. Il timore delle forze dell’ordine è che essi abbiano intenzione di assalire gli ebrei che visiteranno il luogo in occasione della vigilia della Pasqua ebraica.

Si tratta di un copione consolidato che si ripete con minime varianti da anni. Arabi facinorosi barricati all’interno della moschea, la polizia che interviene, gli scontri, l’escalation. Si accende la miccia e si aspetta che l’ordigno innescato esploda. Quest’anno la variante è stata costituita dal lancio di 34 razzi dal Libano. Non sembrano esserci dubbi che si tratti di una azione di una cellula di Hamas presente nel paese e che essa abbia agito con il concorso necessario di Hezbollah.

Due anni fa ci fu una guerriglia durata undici giorni tra Israele e Hamas che portò a episodi di violenza urbana in alcune città israeliane, poi tutto si acquietò.

Come contorno, nella giornata di ieru si sono intensificati gli atti di terrorismo, con l’uccisione in Cisgiordania di due sorelle e il grave ferimento della loro madre a cui a poi fatto seguito un attacco terroristico sul lungomare di Tel Aviv, dove ha perso la vita un giovane avvocato romano in vacanza e sono rimaste ferite altre sei persone, dopo che un terrorista arabo-israeliano residente a Kafr Qassem, si è lanciato alla guida della sua macchina sui pedoni. L’azione è stata poi rivendicata dalla Jihad islamica, la cellula del terrore finanziata dall’Iran che a Gaza concorre con Hamas per imporre il proprio sigillo sulla “lotta contro l’occupante”.

A tutto ciò si aggiunge la protesta contro il governo e l’annunciata riforma della giustizia che oggi avrà luogo a Tel Aviv, in continuità con le proteste che si sono succedute nelle ultime dodici settimane.

E’ da segnalare la dichiarazione di quel gruppo di riservisti, tra cui piloti e ufficiali delle forze speciali, i quali continueranno a protestare contro la “dittatura come se non ci fosse una guerra contro il terrore e ottempereremo al nostro impegno di riservisti sostenendo l’IDF e le forze di sicurezza come se non ci fosse una guerra contro la dittatura”.

Due guerre parallele. Una contro il terrorismo islamico e l’altra contro la dittatura che da quando si è insediato il governo Netanyahu si sarebbe instaurata nel paese. In questo modo lo Stato è protetto sui due fronti.




Pensare che l’Europa sia nelle mani di un ministro degli Esteri che ragiona in questo modo mi fa rabbrividire. Non ha capito niente della mentalità degli arabi, dei musulmani, e nemmeno delle altre nazioni che dominano gli (squi)equilibri mondiali.

9 aprile 2023
https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 4875475593

Borrell, violenza in Israele cessi, rispettare luoghi santi Condanniamo lanci di razzi ma risposta sia proporzionata (ANSA) - BRUXELLES, 08 APR - "L'Ue è profondamente preoccupata per la grave escalation di violenza degli ultimi giorni in Israele, nei Territori palestinesi occupati e in Libano. Anche ieri sera si sono verificati a Tel Aviv attacchi terroristici mortali, uno dei quali ha ucciso un turista italiano: l'Ue esprime la sua totale condanna di questi atti di violenza. Tutto ciò deve cessare". Lo sostiene in una nota l'alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. "Questa recrudescenza di violenza - nota Borrell - segue giorni di tensione e scontri nei Luoghi Santi, compreso l'intervento e l'uso della forza da parte della polizia israeliana all'interno del complesso della moschea di Al Aqsa. L'Ue condanna gli incidenti violenti avvenuti nei Luoghi Santi e ricorda che lo status quo di tutti i Luoghi Santi deve essere preservato". "Condanniamo anche gli attacchi indiscriminati di razzi su Israele da Gaza e dal territorio del Libano. Condanniamo senza riserve l'attacco terroristico che ha ucciso due israeliani e ne ha ferito uno gravemente. Israele ha il diritto di difendersi. Allo stesso tempo, ogni risposta deve essere proporzionata. L'Ue chiede di porre immediatamente fine alle violenze in corso. Occorre fare tutto il possibile per evitare che il conflitto si estenda. Esortiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione, per evitare un'ulteriore escalation e promuovere la calma per le festività religiose in corso", aggiunge.



LA NOTIZIA
La Repubblica islamica dell'Iran ha esercitato pressioni sulla piccola comunità ebraica della nazione per non celebrare la fine di Pesach (Pasqua ebraica) venerdì e partecipare invece alla manifestazione annuale anti-Israele chiamata al-Quds Day che chiede la distruzione di Israele.
Davide Riccardo Romano
10 aprile 2023
https://www.facebook.com/davide.romano. ... 8522523114
COMMENTO
Il capo della comunità ebraica iraniana ha dovuto dichiarare che è contrario a Israele. Un comportamento simile a quello applicato nei regimi totalitari (comunisti, nazifascisti) ai propri cittadini che devono dichiarare quello che il governo vuole. Lo abbiamo visto per decenni: interviste a cubani che elogiavano Fidel Castro, a russi che elogiavano il Partito Comunista e i suoi leader, e sempre tanti nostri giornalisti pronti a credere a quanto dicevano queste persone sotto ricatto.
Questi cosiddetti giornalisti sono ancora tra noi, considerati autorevoli nonostante il cinismo di cui hanno dato prova. Ieri proni al comunismo, oggi all’islamismo più estremo oltre che a tutti i regimi più illiberali. Forse è proprio questo il motivo per cui hanno fatto carriera, in un Paese ancora troppo influenzato dalle eredità culturali fascio-comuniste.





Cittadini di Israele, il nostro paese è sotto un attacco terroristico.
Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו
10 aprile 2023

https://www.facebook.com/Netanyahu/post ... 5dYPZn8rCl

Questo attacco non è iniziato ora. Nella precedente Pasqua, una provocazione simile si è verificata sul Monte del Tempio. L'anno scorso, sotto il precedente governo, il numero di attentati terroristici è raddoppiato.
Il precedente governo ha firmato un accordo con Hezbollah, in cui ha consegnato territori statali e riserve di gas al nemico senza ottenere nulla in cambio. Lei è la nostra garanzia che questo accordo di resa terrà lontano il conflitto con l'organizzazione terroristica. Ma come avevamo avvertito, come avevamo avvertito, è accaduto l'esatto contrario. Gli attacchi sono solo aumentati e la deterrenza è stata colpita.
Purtroppo, è rimasta ancora più ferita quando negli ultimi mesi i nostri nemici hanno interpretato la chiamata a Rabbinate come debolezza nella nostra immunità nazionale.
Ieri ho aggiornato il leader dell'opposizione nell'aggiornamento mensile e gli ho chiesto: "Quando dici e dichiari che gli Stati Uniti stanno collassando, come pensi che questo sia accettabile dai nostri nemici? ‘Beh, i nostri nemici sentono tutto, vedono tutto, e scrivono ciò in cui credono. Credono di poterci in attacchi terroristici combinati da Libano, Siria e Gaza.
Ma ora è il nostro turno. Questa è una nostra responsabilità. Questa è una mia responsabilità.
Voi mi conoscete già. Non agisco in modo sconsiderato, agisco in modo aggressivo, agisco in maniera decisa, soprattutto, agisco in modo responsabile.
E stasera ve lo dico, cittadini d'Israele
Ripugneremo questi pericoli e sconfiggeremo i nostri nemici.
Lo abbiamo fatto prima, lo faremo anche questa volta. Dato che i governi da me capeggiati hanno provocato il decennio più silenzioso della storia del paese, questi non sono i miei dati, questi sono i dati della forza di difesa israeliana.
Mentre eliminavamo i tunnel, i tunnel del terrore di Hamas e Hezbollah, anche ora il governo guidato da me ristabilirà pace e sicurezza nel nostro paese.
Ripristineremo la deterrenza, ripareremo i danni causati, ci vorrà tempo ma succederà. Ho detto il primo giorno del governo precedente - non rovinate troppo perché bisognerà sistemare, quindi stiamo sistemando.
I nemici di Israele che pensano che le richieste di rifiuto e la discussione interna tra di noi siano ore di fitness, nel loro punto di vista, si sbagliano di grosso. Contro i loro attacchi operiamo in tutte le arene.
Non posso dirvi cosa facciamo ma facciamo tanto.
In Siria abbiamo agito contro gli obiettivi iraniani e contro gli obiettivi del regime siriano. Il regime di Assad sa già che il prezzo su di noi è solo l'inizio. Se continua a permettere missili, spari UV a Israele, il regime di Assad pagherà un prezzo molto alto.
In Libano abbiamo attaccato un attacco aereo per infrastrutture di Hezbollah e Hamas obiettivi in Libano. Abbiamo agito in altri modi che non specificherò qui in risposta all'invio del terrorista a Megido. Non permetteremo che le infrastrutture terroristiche di Hamas vengano create in Libano.
Per quanto riguarda Gaza, in una notte abbiamo sganciato 50 tonnellate di bombe contro importanti obiettivi di Hamas sopra e sotto terra. Abbiamo distrutto siti di produzione di missili, magazzini di missili e altre armi e tunnel del terrore. Il potere del nostro attacco è un messaggio per Hamas sul prezzo che pagheremo da lui in futuro se necessario, e il nostro messaggio è ricevuto.
n Giudea e Samaria abbiamo fatto arresti estesi, arrestato incitatori, imposto un ampio lockdown, aumentato le forze, reclutato compagnie di riserva delle forze di sicurezza di frontiera ed evitato molti attacchi terroristici. Vi ricordo che a inizio anno le nostre forze hanno eliminato decine di terroristi.
Non voglio ingannarvi, ci sono ancora molti avvisi, ma vi assicuro che arriveremo a tutti i vili terroristi che hanno assassinato il nostro cittadino e li faremo conto senza eccezioni.
Sul Monte del Tempio abbiamo agito contro i giovani incitati che hanno cercato di rompere lo status quo, lo status quo a cui siamo impegnati.
Tutto questo non è la fine del verso, siamo ancora nel bel mezzo della battaglia. Siamo pronti per azioni più potenti in tutti i decreti finché sarà necessario, ogni terrorista, ogni terrorista, il suo sangue è sulla sua testa e le nostre lunghe mani lo prenderanno.
Conosco i nostri caccia, i nostri eccellenti piloti, i meccanici e gli equipaggi di terra della nostra aeronautica, i nostri comandanti e soldati in tutta la lunghezza e la larghezza dell'IDF, e vi dico - nessuno deve sbagliare, nei momenti della prova tutti in piedi.
Cittadini di Israele, la vostra sicurezza è la nostra priorità assoluta.
Non vogliamo un sistema ampio, facciamo di tutto per prevenirlo. Ma se ci sarà bisogno, i nostri nemici incontreranno lo stato dell'Etiopia, l'IDF e le forze di sicurezza in piena forza.
Chi la pensa diversamente, non apprezza adeguatamente le enormi forze che si trovano all'interno della nazione israele
Ringrazio voi cittadini di per la vostra ferma posizione.
Desidero esprimere a nome vostro l'apprezzamento di tutta la nazione a FDI, GSS e istituzione.
Ai soldati, alle forze dell'ordine, ai guerrieri e ai combattenti innocenti che sorvegliano il nostro paese anche nei giorni di festa
Su Chol Hamoed Israele, il nostro giorno della libertà, voglio dirvi - cittadini di Pasqua insieme siamo in piedi e insieme vinceremo. buona vacanza
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Dalla parte degli ebrei e di Israele che è la loro terra

Messaggioda Berto » mer giu 07, 2023 9:14 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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