Gesù Cristo l'ebreo, non era uno straniero, non era un profugo, non era un migrante economico né un migrante parassita o criminale, non era un clandestino, non era un terrorista arabo-palestinese, non era un nazista maomettano, era semplicemente e integralmente un ebreo di Israele come lo erano i suoi genitori e Israele è la terra degli ebrei come Gerusalemme è la loro capitale.
I preti che la raccontano diversamente sono dei mentitori, dei bestemmiatori, degli eretici, dei figli del demonio.Il Papa bugiardoIl Papa: "Anche Gesù fu un profugo, dovere accogliere i migranti"Sergio Rame - Dom, 29/12/2013
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 79107.html Bergoglio: "Migranti e profughi sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta delle persone e del lavoro schiavo"
Guardando alla Santa Famiglia di Nazareth "nel momento in cui è costretta a farsi profuga", papa Francesco ha invitato i fedeli a pensare al "dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta delle persone e del lavoro schiavo".
All’Angelus di oggi il Santo Padre ha definito "legittime" le loro aspettative degli immigrati, anche quando "si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili". "In terre lontane, anche quando trovano lavoro, non sempre - ha denunciato il Pontefice - i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori".
Nell’Angelus per la festa della Santa Famiglia, davanti a una piazza San Pietro gremitissima di fedeli, Bergoglio è tornato a parlare dell'emergenza immigrazione e ha invitato i cristiani ad accogliere le migliaia di immigrati che ogni settimana sbarcano sulle nostre coste. "Sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto, Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi", ha riaffermato il Papa paragonando il dramma dei clandestini che lasciano la propria terra alla famiglia di Gesù che ha lasciato la propria casa per sfuggire dalla persecuzione di Erode. "Purtroppo - ha detto il Pontefice durante l'Angelus - ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà". E, ha continuato, "quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sè e per le proprie famiglie". Secondo papa Francesco, la fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode mostra, appunto, che "Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari".
Il teologo: "Francesco sbaglia, Gesù non era migrante"Giuseppe Aloisi - Lun, 05/02/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 90516.htmlGesù come un migrante: Bergoglio, durante la Messa di Natale, aveva in qualche modo associato i due concetti. Il teologo Stramare smentisce la tesi
Gesù Cristo equiparabile a un migrante dei nostri tempi? "Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza.
Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole", aveva detto Papa Francesco durante l'omelia della Messa di Natale, il 24 dicembre scorso. E ancora: "Piccolo Bambino di Betlemme, ti chiediamo che il tuo pianto ci svegli dalla nostra indifferenza, apra i nostri occhi davanti a chi soffre. La tua tenerezza risvegli la nostra sensibilità e ci faccia sentire invitati a riconoscerti in tutti coloro che arrivano nelle nostre città, nelle nostre storie, nelle nostre vite. La tua tenerezza rivoluzionaria ci persuada a sentirci invitati a farci carico della speranza e della tenerezza della nostra gente", aveva aggiunto Bergoglio. Le frasi in questione erano state intepretate come un appello per l'approvazione dello ius soli e come un'equiparazione, appunto, della vicenda storica di Gesù a quella dei migranti diretti in Europa.
Antonio Socci aveva aspramente criticato le frasi del pontefice: "Oltretutto colpisce l'ignoranza. Qualcuno gli spieghi che Giuseppe stava portando la sua famiglia non in un pase straniero per motivi economici, ma nel suo stesso paese per il censimento, perché lui era originario di Betlemme. Quindi era a casa sua. E il versetto "non c'era posto per loro" si riferisce al fatto che nel caravanserraglio dove erano tutti non c'era un luogo appartato per partorire", aveva sottolineato su Facebook il giornalista di Libero. Bergoglio, insomma, avrebbe dottrinalmente forzato alcuni versetti del Vangelo pur di far passare Gesù per migrante. Il presepe di una parrocchia di Arcore, poi, aveva fatto altrettanto discutere. La parrocchia di sant'Eustorgio, infatti, aveva allestito una rappresentazione presepiale con Gesù, Giuseppe e Maria a bordo di una barca come "profughi tra i profughi".
Tarcisio Stramare, teologo, Oblato Giuseppino e biblista ha da poco rilasciato questa intervista a La Fede Quotidiana in cui chiarisce, dal punto di vista esegetico, la reale associabilità della figura del Cristo a un figlio di migranti della nostra epoca: "La Sacra Famiglia, come tutte quelle del tempo, del resto, si era mossa non spinta da motivi di migrazione, ma per rispondere al censimento, farsi registrare e pagare il tributo previsto, un atto di normale amministrazione allora", ha sottolineato Stramare. E ancora: "Il Vangelo è chiaro. Magari il riferimento è al successivo trasferimento in Egitto, però anche in quel caso non possiamo parlare di migranti". "Alla luce delle attuali categorie - ha aggiunto il biblista - l’ andata o meglio la fuga in Egitto, non sarebbe qualificabile come migrazione, al massimo la Sacra Famiglia sarebbe stata considerabile di rifugiati o esiliata. In tutta sincerità non amo, parlo per via generale, questi accostamenti con la stretta attualità e a categorie sociologiche o politiche. Oggi è di moda dire che tutti quelli che si muovono sono migranti ed esiste la tendenza a strumentalizzare Gesù e la stessa Sacra Famiglia a fini politici". L'interpretazione di Papa Francesco, insomma, non sarebbe corretta.
"Gesù non era un profugo", critiche all'omelia del PapaFrancesco Boezi - Mar, 26/12/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 77484.htmlGesù come simbolo dell'accoglienza negata: l'interpretazione di Papa Francesco fa discutere. Ecco chi contesta le parole di Bergoglio
Papa Francesco, durante l'omelia della Messa di Natale, ha ribadito come la storia di Gesù sia esemplificativa ai fini della solidarietà sociale e dell'accoglienza ai migranti:"Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza.
Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole", ha detto il Papa. Ma le affermazioni del pontefice non sono state condivise da tutti: "Non ci si può credere! E' veramente ossessionato! Anche nell'omelia di questo Natale il comiziante peronista obamiano invece di parlare di Gesù Cristo, parla dei migranti. Solo e sempre politica! Gli hanno ordinato di martellare su questo punto e lui da cinque anni bombarda quotidianamente", a parlare è Antonio Socci, che sul suo profilo Facebook ha aspramente criticato le parole del Papa. Il punto più contestato, però, è quello relativo all'affermazione secondo cui per Maria e Giuseppe "non c'era posto": "Oltretutto colpisce l'ignoranza. Qualcuno gli spieghi che Giuseppe stava portando la sua famiglia non in un pase straniero per motivi economici, ma nel suo stesso paese per il censimento, perché lui era originario di Betlemme. Quindi era a casa sua. E il versetto "non c'era posto per loro" si riferisce al fatto che nel caravanserraglio dove erano tutti non c'era un luogo appartato per partorire", ha chiosato il giornalista e conduttore televisivo. Il sottointesto è chiaro: Gesù - per i tradizionalisti - non è considerabile come un "profugo". L'intepretazione di Bergoglio - insomma - non sarebbe "valida" e Maria e Giuseppe, tornati in patria per via del censimento di Augusto, non sarebbero accomunabili ai migranti dei nostri tempi.
Il filosofo Diego Fusaro - invece - ha scritto che Papa Francesco si sta "mettendo al servizio" della "mondializzazione" e dello "sradicamento capitalistico". Per l'allievo di Costanzo Preve, il discorso del Papa: "sembra ispirarsi a Soros più che a Cristo". L'omelia di Bergoglio, per chi critica, è stata sostanzialmente uno "spot" per lo Ius soli e poco più. Già nel dicembre del 2013 - del resto - Papa Francesco aveva paragonato le storie drammatiche dei clandestini a quella di Gesù Cristo e della Santa Famiglia: "Sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto, Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi" aveva detto il pontefice argentino. Per alcuni - però - il Papa sbaglia: una piccola polemica da social network o la nascita di una "teologia dell'immigrazionismo" ? Il tema dei migranti è stato protagonista anche durante questo Natale.
E no, Santità, Gesù non era un Profugo Gianluca Veneziani
http://www.lintraprendente.it/2016/10/e ... un-profugoOrmai non solo Dio è nei migranti, ma Cristo stesso sarebbe un profugo. È l’ennesimo capitolo del bergoglismo come ultima frontiera (e temiamo fase finale) del cattolicesimo: se i musulmani usano il Corano per convertire, Papa Francesco attinge al Vangelo per predicare l’accoglienza. Un modo di piegare la teologia all’ideologia terzomondista, la fede al multiculturalismo.
Nella sua ultima sortita in occasione dell’udienza del mercoledì, Bergoglio ha scomodato Gesù Cristo per sostenere l’urgenza della solidarietà ai migranti e lo stop a muri ed egoismi. “Ero straniero e mi avete accolto, ero nudo e mi avete vestito”, ha detto, citando Matteo 25 (35-36). Ma l’estraneità cui accenna Cristo in quel passaggio ha a che fare con la sua condizione divina, al suo essere straniero in senso metafisico, e al suo arrivare nudo tra noi, con le fattezze di un bimbo. Non ha nulla a che vedere con l’identità di migrante, con la provenienza da un Paese lontano o da un’altra cultura, né con la conseguente necessità di incentivare le migrazioni di massa o accogliere a tutti i costi.
Oltre a un’interpretazione teologica forzata, c’è anche un errore storico nell’associare l’immagine di Cristo a quella del Migrante. Se Gesù non è stato Profeta in patria, non è stato nemmeno Profugo altrove. Non è stato compreso, è stato imprigionato e infine ucciso, e nondimeno non ha mai pensato di abbandonare la terra natia o di fuggire dalle persecuzioni. Ha subito il martirio là dove era nato e cresciuto. E la stessa condizione di pellegrino cui si ispira il cristiano – quella dell’homo viator – ha una connotazione tutta spirituale, riguarda un cammino in direzione della salvezza dell’anima, non certo di uno spostamento continuo in cerca di pace o di migliori opportunità economiche.
Ma ciò che più indigna nel monito di Francesco è il suo continuo voler ricondurre il Verbo alla Cronaca, le parole di vita eterna ai problemi di attualità, di deformare la religione in sociologia, perdendo così la sua dimensione verticale, che riguarda il rapporto con la trascendenza. Il Papa parla di Dio, solo se lo riferisce alla disoccupazione, all’immigrazione, ai drammi umanitari. Lo espunge dall’unico aspetto di cronaca in cui pure il suo nome viene rivendicato sebbene in modo improprio, quello del terrorismo islamico. Per il resto lo adegua a faccende umane, troppo umane.
Sua Santità, vorremmo sentire parlare di Dio per faccende che riguardino la vita dopo la morte, la resurrezione delle anime, il destino finale dell’umanità, per le cose prime e ultime, cioè la ragione stessa per cui esiste la Chiesa e lei è è stato investito di quel ruolo. Vorremmo associare quelle tre lettere, DIO, alla Trinità e non alle Traversie umane. Vorremmo sentire, in quel nome, il Nome per eccellenza, e non un guscio vuoto, una Parola priva di senso, buona a indicare ogni cosa. Anche perché se Dio è ogni cosa– come credevano i panteisti – allora niente più è Dio.
Dio è una Persona, sua Santità, non tutte le persone diventano dio solo perché fuggono dai loro paesi. E allora ci faccia sentire l’eterno, l’afflato di cielo, chiamando Gesù, senza imprigionarlo ogni volta in vicende che hanno a che fare semmai col mare e la terra.
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