Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste

Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 8:50 pm

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2802

Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane, razziste, antisraeliane e antisemite, antidemocratiche e castuali, che violano e calpestano i diritti umani naturali e universali, civili e politici dei nativi e cittadini italiani ed europei.



L'orrore degli ebrei di sinistra che sostengono e promuovono il nazismo maomettano.



Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e Israele
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Ebrei antisionisti
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Ebrei, zingari, clandestini: accostamenti immondi e impossibili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2780
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste

Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 8:52 pm

Senatrice Liliana Segre

Ottanta anni fa, il 5 settembre 1938, furono promulgate le leggi razziali.

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0727842027
La Senatrice Liliana Segre, commentando tale ricorrenza, ha ricordato il silenzio e la indifferena degli Italiani di fronte a tale nefandezza.
Poi ha parlato della nostra indifferenza per le morti in mare dei migranti...
Considero la Senatrice una persona eccezionale e ho plaudito alla sua nomina, ma mi sento di esprimere la mia contrapposizione alla sua riflessione.
Non vorrei mai che qualcuno accostasse, anche se in situazioni di emergenza e non direttamente, la Shoah con la tragedia del Mediterraneo.
La Shoah, per chi tendesse a dimenticarlo, si tradusse in un genocidio, portato a termine con sadismo, piacere diabolico, torture inenarrabili e brutalità di ogni tipo!
Inoltre vorrei ricordare alla Senatrice che la
quasi totalità dei richiedenti asilo è musulmana e nemica di ebrei e cristiani! Si integrerà nella nostra realtà?
Penso proprio di no! Sulla base di quanto è riportato nel libro sacro, che parla di pace ma, dopo che si sono eliminati gli infedeli.
Sbaglio?
Perchè non si preoccupa degli ebrei e dei cristiani che vivono da secoli nei Paesi arabi?
Conosce la loro tragedia?
Senatrice non sposi tesi che non si confanno con la sua storia e con il futuro di uno Stato, Israele, che sicuramente ama!
Gli Italiani non sono indifferenti alla tragedia del Mediterraneo, ma purtroppo si rendono conto che non ci si può far carico dei problemi dell'Africa o in particolare della Libia, (della cui guerra siamo responsabili, anche se coinvolti a forza, essendo intervenuti con Alleati europei e statunitensi in rivolte che avrebbero dovuto essere gestite dal popolo libico e non da forze esterne, mobilitate soprattutto da interessi economici o strategici).
Non sarebbe più corretto che Lei ricordasse le morti per atti terroristici ad opera dei palestinesi che non interrompono la loro continua aggressione a un Paese, Israele, che ne ha integrato socialmente e lavorativamente un gran numero?
Possibile che si debba giungere sempre a ricordare la Shoah, tragedia unica e terribile, quando si vuol imporre una accoglienza che un Paese come il nostro non è disponibile ad accettare? Non è neppure in grado, basta ricordare come è stata gestita fino ad ora e quale degrado ha prodotto.
Non è chiaro il pensiero degli Italiani?
Perche dobbiamo sentirci richiamati come se fossimo insensibili alle morti in mare!
No, gentile Senatrice, non siamo insensibili nè a queste morti, nè a quelle di Siriani, dei Cristiani e degli Ebrei uccisi solo in nome di una religione diversa!
Per voler ricordare quanto male fanno coloro che chiamiamo ormai da settanta anni rifugiati palestinesi e che, a mio parere, nulla fanno per cambiare, voglio rammentare che il 5 sett 1972 ci fu la strage degli atleti israeliani a Monaco, in occasione delle Olimpiadi.
Per non dimenticare!


Alberto Pento

La signora Segre già altre volte ha sostenuto le medesime assurdità, manipolando e falsificando la realtà delle cose, calunniando, diffamando e inducendo molti in errore:

1) i clandestini e gli zingari di oggi non sono paragonabili agli ebrei d'Europa che nel passato sono stati accusati ingiustamente di crimini mai compiuti, perseguitati per secoli da molti europei cristiani e sterminati dai nazisti tedeschi nel 900;
gli ebrei erano cittadini degli stati europei come tutti gli altri, non erano invasori, non vivevano a spese degli altri europei, non rubavano e non compivano ogni sorta di delitti come invece fanno i clandestini in questi ultimi anni e gli zingari da secoli; perciò le sue parole fanno torto innanzi tutto agli ebrei;
2) inoltre paragonare i clandestini invasori e gli zingari delinquenti agli ebrei, trasformandoli in vittime come sono stati invece gli ebrei, comporta che gli italiani e gli europei nativi e indigenti che difendono il loro territorio e i loro sacrosanti diritti umani e civili siano di conseguenza trasformati in carnefici come i nazisti e questo mi pare che sia una criminale distorsione della realtà, una grave calunnia e una ancora più grave offesa.

Con queste argomentazioni la signora Segre demonizza gli italiani e gli europei che sono vittime dei clandestini (tra cui molti nazi maomettani) e degli zingari, nel tentativo di impedire loro di difendersi e di difendere i loro sacrosanti diritti umani e civili.
Questa demonizzazione degli italiani e degli europei giustamente contrari all'invasione e giustamente avversi alla delinquenza degli zingari, assomiglia molto alla demonizzazione degli ebrei come condizione preliminare alla loro persecuzione e al loro sterminio.
Io gradirei molto che questa signora ebrea italiana avesse più rispetto per i diritti umani e civili dei cittadini italiani ed europei tra cui vi sono anch'io che sono un nativo europeo, veneto autoctono, aidolo, non cristiano e non ebreo.



Liliana Segre, la senatrice a vita: "Salvini? È il volto nuovo dell'Europa, ma di un'Europa dell'indifferenza"
di Alberto Sofia | 14 settembre 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... za/4625983

Matteo Salvini il volto nuovo dell’Europa come dice il Time? “Penso che ci vada molto vicino, ma di un’Europa volutamente indifferente, perché è la fase più comoda quella dell’indifferenza”. Ad attaccare è la senatrice a vita, Liliana Segre, a margine della presentazione del volume ‘Razza e inGiustizia‘ in Senato, ottanta anni dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 da parte del regime di Benito Mussolini.

Secondo la testimone della Shoah, è proprio l’indifferenza che lega il clima di intolleranza razziale crescente in Italia e in Europa verso i migranti rispetto al clima che si viveva all”epoca delle persecuzioni anti-ebraiche: “Questa è la sola similitudine, non politica ma morale: l”indifferenza”, ha rivendicato. Perché, “nell”indifferenza il mio popolo è stato umiliato, denunciato, fatto vittima, arrestato, deportato, gasato e bruciato per la colpa di esser nati, nell’indifferenza generale del mondo. E la similitudine con l”oggi, non è tanto con la nave Diciotti o Aquarius, ma è l‘indifferenza con cui si chiude il mare sopra i barconi dei migranti che senza nome vengono dimenticati, annegano, e il mare si chiude sopra. È il mare dell’indifferenza“.

Pur non volendo commentare nel merito le politiche del governo sull’immigrazione, Segre ha ricordato di essersi “astenuta dalla fiducia” e di voler stare “a vedere”. E sulle parole (contestate da Di Maio e Salvini) del commissario Ue Pierre Moscovici, che aveva parlato di “piccoli Mussolini” in Europa, con un chiaro riferimento ai sovranisti, Segre ha replicato: “Dopo la seconda guerra mondiale, chi aveva le teorie che oggi avanzano, le tenevano sopite perché si vergognava, dopo quanto avvenuto in Europa. Ma gli anni passano, la storia si nega e si minimizza, muoiono vittime e carnefici. E tutto può ricominciare. Se la democrazia ritrovata non è contenta e si vuole tornare a qualcuno che decide e gli altri sono più tranquilli, bisogna rispettare il volere del popolo”.



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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 8:53 pm

L'uso scriteriato, indiscriminato, sconsiderato e pretestuoso della Shoah e delle manifestazioni antisemite di certe frange naziste e minoritarie della destra politica, da parte delle sinistre, dei cosidetti progressisti o liberal o radical chic e degli ebrei che appartengono a questa categoria politico-culturale, contro le destre in generale, per demonizzare tutte le destre e tutti movimenti e i partiti identitari, nativisti, che giustamente nei loro paesi, promuovono e difendono i diritti umani, naturali, universali e civili degli indigeni e dei cittadini occidentali, europei e italiani, a prescindere dal fatto che la maggior parte delle destre non è antisemita, antisionista e antisraeliana ma il contrario, danneggia indirettamente a alla lunga tutti gli ebrei di ogni parte del mondo e in particolare gli ebrei sionisti e di Israele, perché induce e alimenta l'antisemitismo, l'avversione e l'odio verso il mondo ebraico anche in chi non nutre alcun cattivo sentimento verso gli ebrei.
Inoltre questi stessi sinistri, ebrei e non, sono fortemente e manifestatamente antisionisti, antisraeliani e filo nazi maomettani e con questo loro storico e demenziale sostegno ai "palestinesi" e a tutti i maomettani, in particolare a quelli dei regimi totalitari come quello iraniano, di fatto e stoltamente si fanno complici del feroce antisemitismo e antisraelismo che è proprio e connaturato al nazismo maomettano da Maometto in poi, caratterizzato anche per essere ferocemente anticristiano e anti ogni diversità religiosa e di pensiero.
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 8:56 pm

Pierre Moscovici - un ebreo di sinistra, un nazi comunista filo nazi maomettani, antisraeliano e antisemita

https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Moscovici
Pierre Moscovici (/pier moskovisi/; Parigi, 16 settembre 1957) è un politico francese di origini ebraiche romene.

Pierre Moscovici, l'altro siluro: "Piccoli Mussolini, come gli anni Trenta"
13 Settembre 2018

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... olini.html

"Il 2019 come gli anni 30". Pierre Moscovici non si frena più: dopo "l'Italia problema con l'Unione europea", il commissario europeo agli Affari economici dell'Ue torna alla carica e rilancia l'incubo populista: "Chiaramente non c'è Hitler - premette il socialista francese -, ma forse dei piccoli Mussolini... La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica. Bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie". Più i papaveri di Bruxelles parlano, e più spianano la strada a Steve Bannon, Vitkor Orban e Matteo Salvini.


Alberto Pento
A questo demente socialista bisognerebbe ricordare che prima del social fascista Mussolini e del nazional socialista Hilter vi furono i due social comunisti Lenin e Stalin.
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 9:12 pm

IL CESTO DI COLOMBE DI J STREET
Niram Ferretti
25 settembre

https://www.facebook.com/permalink.php? ... ment_story

Questi ebrei di sinistra americani con i cesti pieni di colombe pronte per spiccare il volo non smettono mai di divertirmi. J Street li rappresenta bene. Secondo il loro leader, Jeremy Ben-Ami, Trump starebbe portando gli Stati Uniti "verso il conflitto armato con l'Iran", dunque fa appello al Congresso per impedire "una nuova disastrosa guerra".

“Il presidente sta portando avanti la pericolosa agenda del suo gabinetto di guerra e dei suoi sostenitori politici di estrema destra, mettendo a rischio gli interessi e la sicurezza degli Stati Uniti e di Israele".

Però. Sembra una riedizione del canovaccio usato a proposito di George W. Bush. Ve li ricordate i pazzi neocon alla Casa Bianca pronti a mettere il mondo a ferro e fuoco?

Quando si hanno ebrei così, chi ha bisogno di nemici? Utili idioti simili la storia non li ha mai fatti mancare. Sono quelli che negli anni '30 consigliavano di accordarsi con Hitler perchè dopotutto alcune sue rivendicazioni erano anche giuste e alla fine era un uomo ragionevole.

Sono persone come Jeremy Ben-Ami quelli che spianano la strada per gli olocausti, animati da tante buone intenzioni e allucinati ad occhi aperti.

Donald Trump non prepara alcuna guerra con l'Iran. Non è necessario. Il regime si fiacca economicamente, togliendo l'acqua ai barracuda, esattamente come sta facendo con l'Autorità Palestinese e l'UNRWA. Gli Usa di questa Amministrazione non credono che sia un'idea giusta quella di usare i soldi dei contribuenti americani per finanziare Stati e organizzazioni terroristiche.

La pace, con le canaglie, con chi vuole la tua morte, non si ottiene facendo concessioni ma esercitando la forza nelle modalità prescritte. È sempre stato così nel corso della storia, nonostante Jeremy Ben-Ami e il suo cesto di colombe pronte a essere impiombate dal nemico una dopo l'altra una volta raggiunto lo scopo prefissato.




DOVE SI SENTONO PIU' SICURI GLI EBREI?
Niram Ferretti

“Sono estremamente preoccupato, sia per gli ebrei francesi che per il futuro della Francia. L’antisemitismo che stiamo sperimentando oggi in Francia è il peggiore che io abbia mai visto nella mia vita e sono convinto che andrà peggiorando”, ha affermato Alain Finkielkraut, durante una intervista recente.

Georges Bensoussan, anch'egli tra i più autorevoli intellettuali francesi nell'intervista che mi ha concesso ha detto:

"Questo è il momento in cui gli ebrei di Francia si devono confrontare con la peggiore crisi della loro storia dal 1945".

I dati che riguardano la Francia relativi alle aggressioni e alla violenza nei confronti degli ebrei sono impressionanti.

Come ha scritto Guy Millière, “Oggi, la Francia è l’unico paese nel mondo occidentale in cui gli ebrei vengono uccisi solo per essere ebrei”. Ed è sempre Millière a sottolineare come:

“In due decenni più del 20% degli ebrei francesi hanno lasciato la Francia. Secondo un sondaggio, il 40% degli ebrei che vivono attualmente in Francia, vogliono andarsene. Malgrado gli ebrei rappresentino attualmente meno dello 0.8% della popolazione, metà dei militari e della polizia impiegata nelle strade francesi si trova di guardia davanti alle scuole ebraiche a ai luoghi di culto”.

Questa è la laicissima, liberalissima Francia. Però il problema sarebbe l'Ungheria, illiberale, antidemocratica, da dove nessun ebreo scappa, dove non vengono assassinati o aggrediti con regolarità, dove si può indossare la kippah in luoghi pubblici e all'aperto senza timore. Ma Orbàn è illiberale e cattivo e soprattutto è anti-immigrazionista e naturalmente, peccato inespiabile è troppo a destra, quasi...(lo diciamo? diciamolo...) fascista.

Tra poco, gli ebrei scapperanno in massa dall'Ungheria, dove Orbàn ha in mente di promulgare leggi speciali. Nel frattempo però scappano dalla Francia.


QUANDO SI DIFENDE ISRAELE DA DESTRA ...
[dalla bacheca di amici, Niram ]

Quando si difende Israele da destra, sia che si sia ebrei sia che si sia goyim, poco importa. Israele può beneficiare solo del verbo di sinistra, poichè, si sa, solo a sinistra si è in grado di valutare con estrema precisione dove sta il bene di Israele (e non solo di Israele naturalmente, ma qui si sta parlando di Israele).
A destra si è invece necessariamente, direi ontologicamente, integralisti, quando va bene, se no si assomiglia pericolosamente a Ceausescu (anche se non era proprio di destra...), o a Mussolini.
Israele può dunque beneficiare e unicamente prosperare grazie alla sinistra ebraica là e qua, poichè essa sa esattamente cosa bisogna fare, vedi alla voce Accordi di Oslo, e ti spiega che insomma bisogna essere più concilianti con questi palestinesi, farsi avanti con più coraggio, concedere qualcosina ancora, e che i "coloni", insomma è gente un po' troppo attaccata alla terra e l'ebraismo più evoluto non è attaccato alla terra... insomma si evolve oltre Abramo, Giacobbe e Mosè che si sa, vivevano in altri tempi e avevano idee un po' antiquate. Loro pensavano che la terra fosse importante. Ma non conoscevano Moni Ovadia.

P.S. Oggi, in compenso, sempre per restare alle virtù inaffondabili della sinistra, se ne è andata una regina dell'editoria, Inge Feltrinelli, vedova di quel Giangiacomo innamorato della revolucion, noto anche con il nome di battaglia "Osvaldo", il quale morì cercando di piazzare un ordigno sotto un traliccio della luce atto a provocare un vasto blackout a Milano propizio ad azioni di guerriglia urbana.
La signora era sempre stata a fianco della meglio gioventù progressista e revolucionaria a champagne e caviale...
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 9:16 pm

Gli ebrei non ebrei nemici di Israele
2 febbraio 2017 Niram Ferretti

http://www.linformale.eu/gli-ebrei-non- ... ci-israele

Il radicalismo antiebraico che viene dagli ebrei è una di quelle patologie con cui è necessario fare i conti, e per le quali, purtroppo, non esiste alcuna cura. Chi, come Karl Marx ritrae nella “Questione ebraica” del 1844, l’ebraismo sotto il sembiante della religione del denaro la cui dissoluzione potrà servire solo la buona causa della società disalienata, è un celebre esempio di quell’odio per la storia e la tradizione che anima nel profondo i fautori progressisti del Nuovo Mondo.

Nipote di due rabbini ortodossi, Marx getta alle ortiche insieme all’”oppio” religioso i panni obsoleti della sua stessa genealogia. Il passato, con tutto il proprio ingombrante peso di cultura e appartenenza a una comunità, a un popolo e a una religione, è orrendo. Splendido è solo il futuro, il domani in cui l’uomo sarà solo e pienamente Uomo e niente più di quello. È la linea di pensiero che ritroveremo nel lavoro di un altro pensatore ebreo marxista, Isaac Deutscher, il quale, in un suo saggio del 1954 dal titolo emblematico, “L’ebreo non ebreo”, spiegherà la necessità di liberarsi di questo ingombrante carapace.

“La religione? Sono un ateo. Il nazionalismo ebraico? Sono un internazionalista. In nessuno di questi due sensi sono un ebreo. Sono tuttavia un ebreo per la forza della mia incondizionata solidarietà nei confronti dei perseguitati e degli sterminati”.

Il nuovo dogma chiede adesione piena all’incondizionato. Se Dio non c’è, può esserci solo l’umanità, soprattutto quella oppressa, questo surrogato mistico a cui votarsi con ardore liberatorio.

Il Mondo Nuovo è quello in cui ogni identità specifica sarà dissolta nell’unità solidale, disalienata. Come non pensare a Lev Bronstein, più noto come Leon Trotzky, l’araldo della rivoluzione permanente? Fu a lui, quando era a capo dell’Armata Rossa, che il rabbino capo di Mosca, Jacob Mazeh, chiese di proteggere gli ebrei dai pogrom. La risposta di Trotzky fu esemplare, “Perché lo dici a me? Non sono ebreo”.

Non si è ebrei quando alla nascita dai genitori si è anteposta la nuova natalità rivoluzionaria che cancella ogni anagrafe e biografia e riplasma in nome dell’Idea.

L’estremismo di Noam Chomsky, il più ossessivo demonizzatore ebreo del paese che non ha mai abbandonato, gli Stati Uniti, e uno dei maggiori oppositori di Israele, è nutrito dalle stesse allucinate proiezioni che abbagliavano Marx, Trotzky e Deutscher. Anche per lui, la società perfetta, la Città del Sole è senza barriere e muri, ma soprattutto è senza America e Israele. Là, in quegli approdi, la felicità sarà perfetta. Essere ebrei è solo un refuso della storia, il prodotto guasto di un mondo vecchio che si ostina a resistere all’incalzare del progresso.

La società giusta e pienamente umana è anche quella di un altro ebreo non ebreo, George Soros, il tentacolare finanziere paladino della “società aperta” definizione desunta da Karl Popper e riadattata all’agenda mondialista, di questo filantropo autoproclamato.

“Mia madre era piuttosto antisemita e si vergognava di essere ebrea”, disse Soros in una intervista al New Yorker. Sicuramente lui di vergogna non ne ha alcuna nel reputarsi un grande riformatore economico “come Keynes, o anche meglio, uno scienziato, come Einstein”. La sua scienza, non ebraica e risolutamente antisionista, l’ha messa al servizio del futuro e, inevitabilmente, del progresso. Pur non essendo marxista, Soros non ama gli stati nazione, le tradizioni consolidate, la ricchezza depositata del passato che conferisce ai popoli la loro cultura e identità specifica. Tutto questo deve essere rimosso e sostituito da un nuovo scenario sovranazionale dentro il quale prospererà una umanità prodotta da uno straordinario esperimento di ingegneria politico sociale.

Per gli aedi del futuro, siano essi Marx, Deutscher, Chomsky o Soros, le forme consolidate e tramandate sono solo impacci, relitti da togliere di mezzo in nome di idee, astrazioni, allucinazioni.

Israele, lo stato degli ebrei, è un insopportabile anacronismo per gli ebrei non ebrei (così come per Marx lo era il sionismo) che, al posto di uomini e nazioni, vedono solo l’Uomo affrancato secondo i loro protocolli.

L’utopico radicalismo demonizzante che li anima, (chi si oppone alla benefica agenda che propongono può emergere solo dalla tenebra profonda), è la conseguenza di avere reciso le proprie radici, con la comunità, con l’identità, con il passato e avere messo al loro posto creature artificiali generate dalla mente.



Ebrei e non più ebrei che odiano gli ebrei e Israele
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 9:18 pm

Gideon Levy


Niram Ferretti

https://www.facebook.com/profile.php?id ... f=mentions

Da un paio di giorni sono tornato, insieme all'Informale, nelle mire di Ariel Toaff. L'estate accende improvvisi bollori, riscalda gli animi già di loro portati alla combustione facile. Dopo un post in cui se la prendeva con il "tribunale rabbinico" istituito da me e da Riccardo Ghezzi nei confronti di Gideon Levy ora si produce in un altro post:

"Questo pezzo si commenta da solo. Per la sua cieca violenza e' analogo, mutatis mutandis, a un ahime' celebre intervento di Yigal Amir su Rabin, pubblicato su Yediot Aharonot. Per fortuna viviamo in Israele e non abbiamo bisogno di decapitazioni alla Isis commissionate dall'Italia stravolta dall'odio"

Chiosa così Toaff il mio post dal titolo "Maramaldo" dedicato al menestrello dell'Agitprop filopalestinese Gideon Levy.

Il paragone con Yigal Amir è di indubbio impatto. Toaff, esperto in matzot insanguinate, vuole suggerire che sarei favorevole all'uccisione di Levy. Lui che è notoriamente prodigo di linguaggi candidi e improntati all'understatement, mi accusa di militare nelle file dell'ISIS.

Insomma sarei un misto tra Yigdar Amir e Al Baghdadi. Quando si dice un linguaggio pacato.

Certo, il post "Maramaldo" è sopra le righe e definisce esplicitamente Gideon Levy una vergogna per il suo paese e un potenziale traditore. Confermo. Sono decenni che Levy getta fango su Israele confezionando pezzi allucinati degni dell'Agitprop o del Miniculpop. Pezzi che portano acqua esclusivamente alla lunga schiera dei demonizzatori dello Stato ebraico. Personaggi come lui, Amira Haas, Shlomo Sand e altri, appartengono alla categoria di quegli ebrei di estrema sinistra i quali si ostinano a presentare Israele come un grande delitto del colonialismo bianco ai dannni della vittimizzata e leggendaria popolazione "autoctona" palestinese. In altre parole ripetono ciò che affermano l'OLP, Hamas e Hezbollah.

Toaff si trova bene in loro compagnia. Ci mancherebbe. Ognuno si sceglie i propri amici. Una volta si diceva, "Dimmi con chi esci e ti dirò chi sei".


MARAMALDO

Il collaborazionista filopalestinese Gideon Levy, vergogna di Israele, pubblica un pezzo caricaturale su Haartez ripreso da Internazionale in cui descrive Gaza come un inferno e una prigione creati da Israele.

A questo truce figuro, menestrello delle più immonde menzogne arabe non si può dedicare molto tempo. L'unica cosa che va detta è che durante la guerra, per simili individui totalmente embedded con il nemico, veniva riservata la sorte che spettava ai traditori della patria.

Se ci fosse una guerra civile in Israele sarebbe uno dei primi a scappare in un paese arabo, non prima di avere accoltellato a morte un soldato israeliano già ferito.


Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
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Messaggioda Berto » gio set 27, 2018 9:20 pm

Moni Ovadia e Gad Lerner


Quegli ebrei che odiano Israele
Gianluca Veneziani

http://www.lintraprendente.it/2015/07/q ... no-israele

Ci sono ebrei che non solo non sognano il ritorno in Israele, vedendovi l’Origine perduta o la Patria ideale cui tornare, ma tanto più ne prendono le distanze quanto più ne sono lontani, geograficamente e politicamente. Parliamo, nella fattispecie, di ebrei italiani, piuttosto noti, con un grande seguito mediatico, e di orientamento sinistrorso. Gente che ama fare il controcanto, atteggiandosi a filo-palestinese, pur essendo di origine ebraica. Gente che non perde occasione per dire peste e corna del governo in carica a Tel Aviv e dello Stato d’Israele in sé (rischiando così di metterne in discussione non solo l’azione politica contingente, ma anche la sua stessa esistenza). E tutto ciò, solo per avere il plauso dei benpensanti del lettorato radical chic. Venduti al nemico, o quasi.

Ecco perché suscita molto fastidio sentire un Moni Ovadia, attore ebreo, nato in Bulgaria, ma da una vita a Milano, elogiare l’accordo sul nucleare Iran-Usa come un passo avanti sulla strada del dialogo internazionale e uno schiaffo in faccia a quei guerrafondai dei nazionalisti israeliani. «Questo accordo aumenta le prospettive di pace», assicura Ovadia, dimenticandosi che la possibilità per l’Iran di continuare ad arricchire l’uranio (seppur con un certo limite) aumenta semmai le prospettive che lo Stato degli ayatollah giunga a costruirsi un’atomica e a minacciare il mondo col consenso della comunità internazionale. Ma per Ovadia sono «meglio le intese che i bombardamenti, come vorrebbe il premier israeliano Benjamin Netanyahu»: e già, perché chi mette a repentaglio l’Occidente e vorrebbe costruire una bomba atomica per asfaltarlo è Israele, mica l’Iran; l’aggressore insomma è Netanyahu, non chi un giorno sì e l’altro pure sostiene che lo Stato israeliano dovrebbe scomparire dalle cartine geografiche. Ma chi ci volete fare, secondo l’ebreo (anti-israeliano) Ovadia, la colpa è delle «grandi comunità ebraiche appiattite sulle posizioni del governo israeliano in carica». Quasi fosse un crimine difendere il proprio premier e il proprio Stato, che si batte ogni giorno per garantire la propria sopravvivenza (e quella di tutto il mondo libero), redarguendo gli alleati che «si arrendono all’asse del male».

Moni Ovadia, però, è in buona compagnia, perché con lui, appunto, c’è un altro compagno ebreo della vecchia guardia (di sinistra), Gad Lerner che, a ogni piè sospinto, si cimenta in sofismi retorici contro Israele e, in particolare, contro il suo attuale leader. Si era appena raggiunto l’accordo sul nucleare, che il giornalista esultava sul suo blog al suon di «Obama mira a nuovo equilibrio mondiale. Buona notizia!», e poi dava spazio all’intervista a Emma Bonino che definiva «quello raggiunto con l’Iran, il miglior accordo possibile», dopo aver già garantito sul rinsavimento degli ayatollah in quanto «la storia ci insegna che le rivoluzioni a un certo punto si esauriscono e subentra una qualche forma di normalizzazione» e avanzato sospetti sull’«alleanza di fatto che collega Israele alle petrolmonarchie reazionarie sunnite del Golfo, prima tra tutte l’Arabia Saudita».

Insomma, il vero pericolo, per Ovadia e Lerner, non sono gli ayatollah, improvvisamente diventati docili e mansueti come agnellini, né il combinato disposto teocrazia-tecnologia proprio dello Stato iraniano (che lo configura come un’inquietante teo-tecnocrazia, mix tra ideologia religiosa e scienza all’avanguardia), ma è l’atteggiamento di Israele che, temendo di non avere più appoggi, neppure in Occidente, prova a garantire come può il proprio diritto a esistere. Ci risiamo: Israele non solo non può minacciare di attaccare – come pure a lungo ha fatto Teheran – ma non può neanche provare a difendersi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste

Messaggioda Berto » gio ott 04, 2018 7:23 am

L’anti israeliano di professione
3 ottobre 2018 di Alessandro Litta Modignani

http://www.italiaisraeletoday.it/lanti- ... rofessione

Le dichiarazioni, pubblicate il 2 ottobre, di Moni Ovadia su Israele (in un’intervista rilasciata a Giuseppina Manin) sono «vergognose» in senso letterale: ovvero suscitano vergogna.

Il muro in Israele non è stato costruito per «tenere fuori i palestinesi», come sostiene Ovadia, ma per impedire l’ingresso ai kamikaze che si fanno esplodere uccidendo civili innocenti (arabo-musulmani compresi). Gli israeliani non se la prendono con i «palestinesi inermi», ma solo con gli aggressori che mirano a una Palestina «Judenfrei».

Israele non è affatto razzista, poiché vi convivono varie minoranze di etnie, religioni e le lingue più diverse. Ovadia è liberissimo di lasciare la comunità ebraica, ma non di stravolgere, la storia, la geografia, la cronaca e la verità dei fatti.
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Ebrei di sinistra, sinistre mostruosità umane assai razziste

Messaggioda Berto » dom ott 14, 2018 7:31 pm

Audrey Azoulay - Attuale presidente UNESCO è una ebrea francese di origini marocchine, politicamente di sinistra
https://it.wikipedia.org/wiki/Audrey_Azoulay
Azoulay è nata a Parigi in una famiglia ebraica marocchina di Essaouira. È figlia di André Azoulay, consigliere del re Mohammed VI del Marocco, e ha dichiarato di essere "cresciuta in un ambiente molto di sinistra", "politicizzato sul conflitto israelo-palestinese".
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