Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mer mar 28, 2018 1:56 pm

Anche in Germania siamo messi male, malissimo


Berlino, bimba picchiata a scuola perché ebrea
carlo pizzati
2018/03/28

http://www.lastampa.it/2018/03/28/ester ... agina.html

«Sei ebrea»?, le chiede un compagno di classe della seconda elementare. La bambina, 7 anni, risponde di sì, spiega che suo papà è di fede ebraica anche se non è praticante. A questo punto la piccola viene spintonata, insultata, minacciata. Non solo dal compagno di classe che le ha posto la domanda, ma anche dai suoi amici, tutti di età compresa tra i 7 e gli 8 anni e tutti provenienti da famiglie di fede musulmana.

L’episodio, accaduto alcuni giorni fa nella scuola elementare «Paul-Simmel» di Berlino, sta scuotendo l’opinione pubblica tedesca e ha innescato un vivace dibattito sul cosiddetto «mobbing religioso». Un fenomeno sempre più diffuso in Germania anche tra le fasce sociali più giovani. «I bambini sono sempre più spesso soggetti al fanatismo religioso dei loro genitori, fratelli maggiori o parenti più stretti», ha dichiarato al quotidiano «Berliner Zeitung» l’insegnante di una scuola elementare nel quartiere berlinese di Neukölln, nel quale fino al 70% degli alunni è figlio di immigrati. «Non sanno ancora leggere e scrivere, ma già dividono il loro piccolo mondo in due categorie: credenti e miscredenti, musulmani e non-musulmani», denuncia l’insegnante che ha preferito restare anonima per non rischiare rappresaglie.

Le statistiche del ministero degli Interni registrano da anni un aumento dei reati di stampo antisemita: 1200 nel 2015, 1400 nel 2016 ed oltre 1500 lo scorso anno. Si tratta però solo dei casi denunciati alle autorità. Non compresi nelle statistiche sono gli episodi di antisemitismo compiuti dai minori. «Quello che è successo nella scuola berlinese non è purtroppo un caso isolato», sostiene la portavoce giovanile della comunità ebraica tedesca Marina Chernivsky. «Offese, minacce e anche attacchi fisici sono all’ordine del giorno sia nelle scuole elementari, sia negli asili». Vittime di questo nuovo fenomeno non solo gli alunni e gli studenti non-musulmani, ma anche insegnati, assistenti sociali, educatori - specie se donne. «L’Islam trasformato in un’ideologia e il fondamentalismo religioso hanno una forte attrazione sui giovani immigrati», sostiene la direttrice dell’American Jewish Committee di Berlino Deidre Berger. «Radicalizzandosi, i giovani musulmani trovano un’identità, si distinguono e compensano l’esperienza d’isolamento che a loro volta provano in qualità di diversi, di stranieri, di emarginati».

Come può reagire però la società civile a questo fenomeno? Thomas Albrecht, il direttore della scuola elementare berlinese nella quale è stata attaccata la bambina ebrea, vorrebbe arruolare servizi di sorveglianza privati per garantire la sicurezza nelle scuole e negli asili. Il governatore Michael Müller chiede tavole rotonde per coinvolgere insegnanti, genitori e rappresentanti delle comunità religiose.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 1:20 pm

"Il brutale assassinio a Parigi di una donna ebrea di 85 anni, Mirelle Kanol, trovata carbonizzata nel suo appartamento dopo essere stata pugnalata 11 volte è una di quegli avvenimenti atroci di cui non si vorrebbe mai scrivere. La polizia francese ha già arrestato due sospetti, ma sembra ci siano pochi dubbi al momento sul fatto che l’assassino sia un suo vicino di casa musulmano che la Kanol conosceva bene. L’assassinio di Mirelle Kanol riporta alla memoria quello di Sarah Halimi, anche lei ebrea e gettata da una finestra da un altro musulmano il 4 aprile dell’anno scorso, sempre a Parigi".

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063



Se l’odio si trasforma in licenza di uccidere
28 marzo 2018
Niram Ferretti

http://www.italiaisraeletoday.it/se-lod ... i-uccidere

Il brutale assassinio a Parigi di una donna ebrea di 85 anni, Mirelle Kanol, trovata carbonizzata nel suo appartamento dopo essere stata pugnalata 11 volte è una di quegli avvenimenti atroci di cui non si vorrebbe mai scrivere. La polizia francese ha già arrestato due sospetti, ma sembra ci siano pochi dubbi al momento sul fatto che l’assassino sia un suo vicino di casa musulmano che la Kanol conosceva bene. L’assassinio di Mirelle Kanol riporta alla memoria quello di Sarah Halimi, anche lei ebrea e gettata da una finestra da un altro musulmano il 4 aprile dell’anno scorso, sempre a Parigi.

Noa Goldfarb

Su Facebook, la nipote della vittima, Noa Goldfarb la quale vive a Herzliya in Israele, ha scritto: “Vent’anni fa ho lasciato Parigi sapendo che né il mio futuro né quello del popolo ebraico si può trovare lì. Non potevo immaginare, tuttavia, che avrei lasciato i miei parenti là dove il terrorismo e la crudeltà hanno portato a una simile tragedia. La nonna è stata accoltellata 11 volte da un vicino di casa musulmano che conosceva bene, e che si è assicurato di appiccare il fuoco alla sua casa e non ci ha lasciato nemmeno un oggetto, una lettera, u na fotografia per poterla ricordare. Tutto quello che abbiamo sono le nostre lacrime e noi stessi”.

Sul Foglio del 28 settembre, Mauro Zanon, a proposito dell’antisemitismo in Francia scrive a commento di una inchiesta del settimanale Express: “È il “nuovo malessere degli ebrei francesi”, come scrive il settimanale Express nel suo ultimo numero, il malessere di una comunità che si sente minacciata dall’antisemitismo dilagante e vittima dell’indifferenza generale dei media. “Perché così tanto imbarazzo da parte di alcune persone a parlare di razzismo antiebraico? Perché tanta precauzione nel trattare questo problema mediaticamente?”, si chiede l’Express.

Quest’anno, a Noisy-le-Grand (Seine-Saint-Denis), una famiglia di confessione ebraica ha trovato nella sua cassetta delle lettere una pallottola di kalashnikov accompagnata da insulti antisemiti, mentre ad Anet, nel dipartimento Eure-et-Loir, è la scritta “Hitler aveva ragione, bisognava mettere tutti gli ebrei nei forni”, che una coppia ha trovato sulla porta di casa.
In Francia, i cittadini di religione ebraica rappresentano meno dell’uno per cento della popolazione, ma secondo i dati del ministero dell’Interno sono vittima della metà degli atti razzisti commessi in Francia.

Mireille Knoll

Questa donna, scampata al rastrellamento degli ebrei francesi avvenuto a Parigi nel 1942 e agli aguzzini nazisti, ha trovato, settantasei anni dopo, la morte per mano di un altro tipo di aguzzino. Il motivo? Perché era ebrea.
Affrontare la realtà è sempre faticoso ma è necessario se si vuole perlomeno cercare di cominciare a risolvere i problemi, e qui in Italia, dove i segni dell’antisemitismo sono fortunatamente ben lontani da quelli che si manifestano in modo sempre più allarmante in Francia, bisognerebbe che le istituzioni ebraiche fossero più presenti.

Noemi di Segni

Il comunicato della Presidente dell’UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane), Noemi di Segni, a proposito del crimine consumato a Parigi, in cui ci si dichiara “Profondamente sconvolti e preoccupati per questo episodio, soltanto l’ultimo di una drammatica serie” è il minimo sindacale, ma oltre a preoccuparsi di quello che sta accadendo in Francia, bisognerebbe preoccuparsi maggiormente di quello che succede sotto i nostri occhi.

Se, per esempio, a Torino, all’Università statale, un dipartimento, quello di Politica, Cultura e Società è diventato il feudo del movimento BDS (movimento illegale in diversi stati americani), il cui scopo è quello di demonizzare Israele, e si ospitano solo eventi in cui senza alcun contraddittorio, lo Stato ebraico è rappresentato come una entità criminale e si giustifica il terrorismo palestinese come una forma di resistenza, bisognerebbe allarmarsi molto.

David Meghnagi

Come ha detto recentemente a Milano David Meghnagi al secondo congresso dell’associazione milanese pro Israele, “La delegittimazione culturale dell’esistenza di una nazione attraverso la pratica del boicottaggio è la premessa di qualcos’altro. Nelle università si formano le classi dirigenti del futuro, si gioca una partita terribile da cui dipende l’esito successivo”.


Torino, locandina di un convegno

L’esito successivo è la violenza. Non si sono mai assassinati ebrei e cittadini israeliani se non a seguito di una protratta assuefazione all’odio indottrinato. La delegittimazione e la criminalizzazione fanno parte di questa propedeutica. Mirelle Kanol a Parigi è vittima di tutto ciò e prima di lei lo è stata Sarah Halimi e prima ancora Ilan Halimi, assassinato il 13 febbraio del 2006 sempre a Parigi, anche lui solo perché ebreo.

Quindi, lo sguardo sulla Francia da parte dell’UCEI e delle comunità ebraiche tutte-sguardo che deve essere soprattutto quello delle istituzioni francesi alle prese con una ondata di antisemitismo islamico che continua a mietere vittime-sia prioritariamente sul terreno di coltura autoctono in cui si semina l’odio verso Israele, prima che qualcuno, questo odio, lo trasformi in una licenza per uccidere.



LA MEDAGLIA E LE SUE FACCE
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Ieri sera al Tempio Maggiore di Roma, durante la commemorazione di Mirelle Kanol, barbaramente uccisa a Parigi il 26 di marzo, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma ha avuto il coraggio di dire le parole che in pochi dicono. L’ondata di antisemitismo che sempre più frequentemente si manifesta in Francia, è di matrice “araba jihadista”.

Mirelle Kanol non è stata uccisa da un nazifascista, né Ilan Halimi, né Sarah Halimi. Non era un neonazista Mohammed Merah che il 19 marzo del 2012 assaltò la scuola ebraica di Tolosa e assassinò a sangue freddo il rabbino Jonathan Sandler e i suoi due figli, la piccola Arieh di anni sei e Gabriel di tre anni. Non era un seguace di Hitler e di Himmler, Amedy Coulibaly che il 9 gennaio del 2015 assassinò quattro ostaggi ebrei all’Hypercacher Kosher di Vincennes alle porte di Parigi.

Ciò significa forse che gruppi neonazisti o neofascisti vadano ritenuti alla stregua di compagnie di nostalgici buontemponi? Ovviamente no. Significa che il problema è, come sanno anche i tombini, un altro. Ha un’altra declinazione, un’altra specificità, ben più temibile e aggressiva e omicida. Ed è con questa specificità che bisogna soprattutto fare i conti.

A Foggia un imam radicalizzato invitava i bambini a sgozzare i miscredenti. A Torino, ieri, la Digos ha arrestato un estremista musulmano affiliato all’Isis. Il Ministro degli Interni Minniti ha dichiarato che l’allarme jihad in Italia non è mai stato così alto come in questo momento.

Intanto a Torino, dove è avvenuto l’arresto dell’estremista islamico, all’Università del capoluogo piemontese, si celebrano convegni anti-israeliani e un dipartimento diventa il feudo del BDS. Parlano militanti come l’avvocato Ugo Giannangeli, il quale ci spiega che gli accoltellamenti in Israele tengono in vita il ricordo della “Nakba”.

Tutto ciò è accettabile? No, non lo è. L’odio per Israele si salda strettamente con il jihadismo islamico, ne è una delle espressioni più evidenti.

L’imam di Foggia che predica lo sgozzamento degli infedeli e l’avvocato BDS che giustifica gli accoltellamenti di cittadini israeliani in un ateneo italiano sono due facce della medesima medaglia.


Dragor Alphandar
L'ondata di antisemitismo non è araba jihadista ma semplicemente musulmana. Partecipano tutte le etnie, non soltanto gli arabi. Ed è scritta nel Corano.




???

“Confiscare le moschee dove regna il fanatismo
29 marzo 2018
Alberto Giannoni


http://www.italiaisraeletoday.it/romano ... -fanatismo

Confiscare le moschee dei fanatici. La proposta è questa e scaturisce da vicende sempre più inquietanti: da un lato il drammatico omicidio antisemita di Parigi, dove un’anziana sopravvissuta alla Shoah è stata uccisa «perché ebrea», dall’altro le lezioni jihadiste impartite ai bambini a Foggia.

«Questo Islam non conosce confini nazionali – riflette Davide Romano, portavoce della sinagoga milanese Beth Shlomo – non possiamo pensare che quello italiano sia diverso dagli altri. Dobbiamo guardare là, in Francia o anche in Germania, per prevenire qui in Italia.

A Foggia oltretutto non si tratterebbe di un cane sciolto, si parla di un centro islamico. E le moschee non dovrebbero essere solo neutre, ma parte attiva nella lotta al fanatismo. Non dobbiamo accontentarci, altrimenti il futuro è la Francia».

«È opportuno prepararsi a ogni eventualità – osserva Romano, fra l’altro ex assessore alla Cultura della Comunità ebraica – e visto che l’islam radicale ha molte similitudini con le organizzazioni mafiose, perché prospera nel silenzio, sfrutta i problemi sociali e punta a controllare il territorio in competizione con lo Stato, noi dobbiamo usare gli stessi modelli. Il reato associativo c’è, giustamente.

Bisogna fare un salto di qualità e, come si è fatto per i beni delle mafie, dobbiamo pensare di fare la stessa cosa: la confisca o il commissariamento delle moschee nel caso in cui si scoprano iniziative o eventi ispirati al fanatismo».

Romano ha dovute lasciato l’assessorato per polemiche interne alla Comunità, dopo che aveva denunciato il pericolo di un antisemitismo islamista le cui avvisaglie, a Milano, si sono viste con gli slogan jihadisti scanditi nel corso di un corteo «per Gerusalemme».

«La moschea è luogo sacro – avverte – la dissacra è chi fa discorsi di odio. E noi dobbiamo combattere il clima d’odio. Fermando quello, fermeremo il terrorismo».



Alberto Pento
Mi dispiace Alberto Giannoni, ebreo milanese politicamente corretto, ma scorretto verso gli ebrei, la verità e la realtà, le moschee sono un luogo sacro dell'Islam dove da sempre si predica, promuove e progetta la discriminazione, la persecuzione, la depredazione, l'uccisione e lo sterminio di ogni diversamente religioso e pensante non maoemttano tra cui anche gli ebrei e i cristiani, come ha fatto e ordinato di fare Maometto il fondatore dell'Islam e fatto scrivere nel Corano come ordine di Allah, l'idolo di morte inventato da Maometto che è stato il primo nazista islamico. Le moschee sono i luoghi istituzionali per la diffusione del nazismo maomettano.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » ven mar 30, 2018 7:20 pm

CHIAMARE LA REALTÀ con il suo nome
30/03/2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

A Gerusalemme, al sesto Forum Globale contro l’antisemitismo, l’ex primo ministro francese Emanuel Valls, è stato inequivocabile. “Non bisogna avere paura di dirlo che l’antisemitismo è il frutto, prima di tutto, del comportamento degli arabi musulmani, giovani e vecchi. Bisogna chiamare con il loro nome le fonti e la giustizia deve essere estremamente severa”.

Chiamare con il loro nome le fonti è il problema maggiore che deve affrontare una società, come la nostra, narcotizzata dal politicamente corretto, dal ricatto sul linguaggio, per cui certe associazioni di parole non possono essere usate pena l’accusa di razzismo e discriminazione. Ma così facendo non si fa altro che occultare la realtà che, come sempre, continua a fare il suo lavoro, cioè a incaricarsi di smentire la menzogna e l’ottusità programmatica. E, nel caso dell’antisemitismo lo fa con la violenza, una delle forme più persuasive del suo imporsi.

Valls è poi intervenuto sulla questione di Gerusalemme capitale di Israele. “Sono molto netto sulla questione: Gerusalemme è la capitale di Israele, storicamente, religiosamente, politicamente“.

E ancora una volta ha sottolineato il peso schiacciante della realtà, quella che nessun presidente americano, nei settanta anni della nascita di Israele, aveva osato affermare prima di Donald Trump. Trump ha osato mostrare a tutti indicando con il suo dito quello che vedeva chiaramente e che prima di lui anche gli altri vedevano chiaramente ma che non osavano chiamare con il suo nome per opportunismo, ipocrisia e convenienza.

Nessun medico difronte a una malattia reale la nominerà diversamente da ciò che essa è. Prescriverà una cura adeguata al problema, forse non lo risolverà, ma sicuramente dicendo che non è ciò che è non farà che condurre il paziente al suo peggioramento e, nei casi più gravi, alla morte certa.


Daniela Rella
In un’altra situazione Valls avrebbe potuto giocare un ruolo più positivo per gli ebrei e Israele. Perché lui di certo non è ostile, non fosse che per la moglie israeliana. Forse ora come Primo Ministro, con Trump in Usa, sarebbe stato più capace di posizioni decise. Ma poco ha fatto quando poteva, probabilmente zavorrato da quell’ameba di Hollande e dal peggior presidente Usa Obama. Ora dice parole di verità, che probabilmente pensa, ma non ha più il prestigioso ruolo di prima. Aspettiamo la sentenza finale del processo Bensoussan alla metà di maggio per sapere se intonare il de profundis alla Francia che affonda.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar apr 03, 2018 8:41 am

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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar apr 03, 2018 11:17 am

Ebrei e non ebrei contro Israele che sul confine di Gaza si difende dall'aggressione maomettano palestinese, odio, menzogne e assurdita


Toaff l'ebreo traditore
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 3633264497
...


Questo individuo il cui nome non voglio riportare per rispetto verso rav Toaff non perde occasione per confermarsi per quello che è.

...

Elisabetta Dell'Arca
Si certo. Ma mi pare diverso il fatto che venga assegnata una cattedra a uno del genere: voglio dire che i criteri di selezione mi sorprendono tenendo conto del livello culturale e della ricerca universitaria in Israele. Le opinioni che ha espresso oltre ad essere moralmente ributtanti nonchè totalmente prive di rispetto per il suo paese sono anche sintomatiche di una forma mentis che con la ricerca storica ha ben poco a che fare. Senza contare che uno che pubblica un libro, poi lo ritira per rettificarlo, beh dovrebbe terminare li la sua carriera. Magari poteva essere assunto da Haaretz

Sara Astrologo Emanuel
meglio che non parli..proprio per rispetto al padre che tanto ho conosciuto...che ci son cresciuta.. .che mi ha sposata..una persona meravigliosa di una saggezza infinita.

Jonathan Sierra
Ecerto che la Pasqua è un tema favorito di Ariel Toaff... Alcuni anni fa ha pubblicato uno studio accademico che, più o meno, avvalorava una delle tesi antisemite più classiche: gli ebrei a Pasqua utilizzano il sangue per preparare le azzime (possibilmente sangue di bambino).
Di cosa vi stupite?

Vittoria Scanu
Il padre si rivolta nella tomba! Individui di tal fatta sono le spine al fianco d'Israele e suoi nemici più subdoli! Ricordate il libercolo "Pasqua di Sangue", o qualcosa del genere? All'epoca credo che suo padre abbia poco gradito il parto letterario di suo figlio.

Niram Ferretti
Quello che scrive Toaff qui è al di là del bene e del male e va in coppia con quello che ha scritto in un suo pezzo sul tema Maurizio Blondet. Non credo serva dire altro se non aggiungere l'articolo di Blondet. https://www.maurizioblondet.it/gaza-isr ... gli-inermi
Ognuno si sceglie la compagnia con cui ha maggiori affinità. Dalla Gehenna, Giovanni Preziosi e Julius Streicher guardano con soddisfatta approvazione.









GAZA: Israele apre la stagione di caccia sugli inermi
30/04/2018

https://www.maurizioblondet.it/gaza-isr ... gli-inermi

Cento cecchini con proiettili veri: Israele li ha sistemati sul confine con la striscia di Gaza, in vista di possibili manifestazioni in occasione del 30 marzo 1976 dove si commemorano gli arabi che hanno perso la terra, confiscata dallo stato ebraico, e la vita. Per sei settimane è previsto un accampamento di tende per reclamare simbolicamente il diritto a tornare nelle loro terre rubate da Israele. “Vogliamo spaventare gli israeliani con le immagini di una grande folla che si riunisce pacificamente e si siede vicino alla frontiera”, aveva dichiarato Ahmed Abu Retaima, portavoce di Hamas.

Per il glorioso Tsahal è come l’apertura della stagione della caccia. Il Jerusalem Post del 30 marzo riporta che un coltivatore di Gaza è stato ucciso, e un altro gravemente ferito, non dai cecchini ma da un carro armato presso Kahn Younis. “Nella notte due sospetti si sono avvicinati allo sbarramento di sicurezza e han cominciato a comportarsi in modo sospetto, quindi il cingolato ha sparato contro di loro”, ha confermato il portavoce militare. Cannonate contro due sospetti.

Il 25 marzo, grande anteprima giudaica contro un primo pacifico assemblamento di folla: un drone militare ha sorvolato la folla che si stava radunando spargendo sopra di essa grandi quantità di gas lacrimogeni. La tv libanese Al-Mayadin ha mostrato un breve video della scena: gente senza difesa che si di disperde incespicando e torcendosi sotto l’attacco.

Grande, glorioso esercito ebraico. Del resto il giorno prima, 24, caccia israeliani F-16 hanno colpito un non meglio precisato “bersaglio di Hamas” a Rafaa, ossia in pieno abitato, in risposta a una terribile aggressione così descritta dallo stesso esercito di Sion: “Il reticolato di sicurezza presso il kibbutz Kissufim era stato danneggiato e quattro palestinesi che portavano bottiglie piene di materiale infiammabile hanno attraversato illegalmente il confine, cercando di appiccare il fuoco ad una pala meccanica”. Anche di questa intrusione c’è un breve filmato: i quattro palestinesi, sono rientrati precipitosamente a Gaza sotto il fuoco concentrato dei soldati israeliani.

https://www.facebook.com/sharer/sharer. ... &src=video

Con l’occasione si è saputo che Tsahal sparge dall’alto grandi quantità di pesticidi che rovinano le colture (per lo più agrumeti) in quella che i giudei chiamano la “zona tampone” – ovviamente tutta in territorio di Gaza, con la scusa mantenere “aperto il campo visivo” ai guerrieri sorveglianti di là dal Muro.

Naturalmente spargono i pesticidi con una doviziosa abbondanza – gli ebrei sono generosi – ben oltre la striscia di 300 metri che loro han dichiarato zona-tampone, un nastro di suolo che copre il 35% dei terreni agricoli rimasti agli assediati di Gaza.

Questa abbondanza di pesticidi ed altri defolianti e tossici ha ridotto la parte dell’agricoltura nella (misera) economia d Gaza dal 12 per cento del PIL nel 1994, al 3,3% nel 2015; riducendo anche le possibilità di lavoro nella Striscia, dove la disoccupazione supera la metà della popolazione, e l’agricoltura rappresenta l’8,7 per cento dell’occupazione locale. Incredibilmente, questo problema è stato segnalato dal consolato francese a Gerusalemme.

Gaza è un lager reso innovativo dalla geniale creatività ebraica: se nei lager nazisti e nel GuLag sovietico era l’amministrazione carceraria che forniva a sue spese i pasti, sia pur ovviamente da fame, nel lager ebraico di Gaza sono gli internati detenuti che devono sforzarsi di produrre il loro cibo, a loro spese, sotto gli occasionali bombardamenti e le regolari vaporizzazioni di pesticidi dei sorveglianti.

Frattanto l’aviazione israeliana ha proclamato che due suoi F-35 invisibili, ribattezzati Adir (il Grande) e probabilmente modificati dall’elettronica israeliana, hanno sorvolato l’Iran senza essere scoperti, dopo aver percorso lo spazio aereo siriano ed iracheno. È una chiara minaccia ed una preparazione alla guerra finale contro l’Iran tanto desiderato dallo Stato ebraico, e che ora diventa più vicino con la nomina di John Bolton alla Sicurezza Nazionale.

“Sono felice ed eccitato di annunciare che il Congresso USA ha approvato uno stanziamento record per il programma missilistico di Israele: 705 milioni di $ per il 2018!”, ha annunciato lunedì 26 il ministro della Difesa Avigdor Liberman. Infatti i parlamentari hanno aggiunto 148 milioni di dollari al programma, che già gli USA stanno pagando, che vuole costruire un “ombrello difensivo” di missili Iron Dome ed Arrow 3. In modo che Israele possa fare guerra a medie potenze e parare i loro colpi di ritorsione.



Shar Kisshati

Nessuno dice mai che, quando Israele vinse la guerra dei sei giorni nel '67 e restituì la maggior parte dei territori conquistati (mai avvenuto nella storia umana), l'Egitto, che aveva precedentemente amministrato la Striscia di Gaza (prima era protettorato inglese e prima ancora impero ottomano, ovvero quando il popolo palestinese non era ancora stato inventato), rinunciò spontaneamente a quel territorio (sicuramente perché preferiva non avere terroristi palestinesi tra le palle). Ciò significa che proprio Gaza era LEGITTIMAMENTE territorio israeliano. Poi, nel 2005, Ariel Sharon (secondo me sbagliando), pur di trovare la pace con un gruppo di arabi che si era autoproclamato popolo palestinese (gruppo terrorista in servizio permanente stipendiato dall'ONU e dall'Occidente), decise di ritirare Israele da Gaza, sfrattando con la forza tutti i cittadini israeliani che avevano costruito la loro vita in quelle terre (scene davvero strazianti). Alle elezioni successive vinse Hamas (stranamente riconosciuta ancora oggi come organizzazione terroristica dall'ONU). Sapendo che questi sono stati gli avvenimenti, con quale gran faccia di culo si possono presentare tutti questi filo propal nostrani? Ditelo chiaramente che l'unica cosa che vi spinge è l'odio per gli ebrei, abbiate le palle di dichiararlo apertamente, invece di sfoggiare tale ipocrisia. Voi sperate che Israele venga distrutta, è solo questo il vostro becero e criminale sentimento. SIETE DISGUSTOSI.

P.S.: poi, invece, quando si tratta davvero di territori occupati, e mi riferisco a mezza Cipro occupata dalla Turchia (con l'aggravante che Cipro farebbe parte dell'Unione Europea), non si vedono bandiere e non si sente berciare nessuno con tanta solerzia. Che schifo che mi fate.


Dragor Alphandar
Tutta colpa della Chiesa che per secoli ha demonizzato gli ebrei. Recentemente ha finto di pentirsi ma le etichette restano attaccate. E in ogni caso i giornali cattolici sembrano veline di Gaza.

Shar Kisshati
Non è solo colpa della Chiesa.
Per altro fa molta più breccia la propaganda sinistrata...

David Åkerfeldt Milanø
Dubito che la Chiesa abbia influenzato Al Fatah, Hamas, OLP ecc... al massimo può aver influenzato Mastella e Adinolfi ma non mi risultano propal

Shar Kisshati
I maiali sono i sinistrati

Dragor Alphandar
I comunisti di solito sono di formazione cattolica. Incapaci di pensare liberamente, sono passati da una religione all'altra. Quanto ai muzz, anche loro hanno demonizzato gli ebrei per motivi religiosi.

David Åkerfeldt Milanø
Mah guarda Dragor i comunisti di formazione cattolica qui sono al massimo il 30%, il resto sono acerrimi mangiapreti o atei. Che poi quel 30% sia particolarmente influente è un altro conto, ma nonostante lo squilibrio percentuale sono entrambe le correnti agguerritissime!

Dragor Alphandar
Anche se atei o mangiapreti, con secoli di condizionamento religioso hanno bisogno di qualcuno che pensi per loro. Cosi' sono diventati comunisti. E sul comunismo, dopo la perdita dell'URSS, si e' innestato il terzomondismo, cosi' sono islamofili e naturalmente antisemiti. In ogni caso penso che la responsabilita' principale della demonizzazione degli ebrei sia la Chiesa. A partire dal IV secolo ha gonfiato la testa a tutti con la storia del popolo deicida maledetto da Dio e colpevole di tutte le disgrazie dalle pestilenze ai terremoti. Non c'e' da stupirsi che gli ebrei siano odiati.

Shar Kisshati
Sei troppo cristianofobico... purtroppo il comunismo è antisemita perché tale era il suo fondatore ebreo (ovvero Marx)

David Åkerfeldt Milanø
Dragor, i comunisti sono cristianofobici almeno quanto antisemiti...anzi, se penso a molti filomuslim alla Gad Lerner,Parenzo ecc. vedo la bilancia pendere decisamente a favore dei muzz (inverosimilmente e illogicamente)

Dragor Alphandar
Non sono affatto cristianofobo, cito soltanto fatti. E credo che ebrei, cristiani e atei dovrebbero dimenticare le divisioni per fare fronte comune contro i muzz.

Shar Kisshati
In questo sono d'accordo con te.

David Åkerfeldt Milanø
Eh, MAGARI Dragor
Il problema è: una volta vinti i muzz, a chi toccherà dei tre allearsi con chi e contro chi?



Attivisti di sinistra hanno fatto una dimostrazione a Tel Aviv, cantando "Gaza ha cercato la libertà, hanno sparato"

https://www.facebook.com/eretzisrael67/ ... 8399917132



- Un leader di Gaza sulla TV ufficiale di Hamas : "Libereremo la nostra terra con il sangue, i martiri, le donne e bambini ... Abbatteremo il confine con le unghie dei nostri bambini"

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 4265581296

Hamas usa il suo completo controllo militare e politico su Gaza per inviare scudi umani alle forze israeliane mentre i suoi terroristi cercano di violare il confine israeliano.

Una bambina palestinese di sette anni è stata spinta da Hamas, venerdì, ad avvicinarsi alla recinzione di sicurezza in mezzo al caos provocato dalla stessa Hamas al confine fra Gaza e Israele. Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha spiegato che i soldati in servizio nella zona hanno immediatamente capito che la figura che si muoveva verso di loro era una bambina e hanno fatto sì che venisse riportata sana e salva ai suoi genitori. “I terroristi di Hamas usano cinicamente donne e bambini, mettendo in pericolo le loro vite”, ha sottolineato il portavoce militare israeliano in un comunicato rivolto in arabo agli abitanti di Gaza.

Video come questo sono la verità, ma non lo vedrai riportato nei media. Grazie a The Middle East Media Research Institute (MEMRI) per averlo postato.


Palestinian rioters on the Gaza border chanting "KILL THE JEWS"!
i rivoltosi palestinesi sul confine di Gaza cantano "uccidere gli ebrei"!
31 marzo 2018
https://www.facebook.com/hnaftali/video ... 3875221474


L'uso distorto della parola pace. Quando la Chiesa sta con i terroristi
Marco M.
3 aprile 2018

http://www.rightsreporter.org/medio-ori ... terroristi

Michel Sabbah ex patriarca latino di Gerusalemme dal 1988 al 2008 non è mai stata una persona di equilibrio. I suoi interventi nella politica israelo-palestinese sono sempre stati intenti a condannare solo ed esclusivamente una parte, a tacere sui crimini dell’altra e a costruire una narrativa imperialista e coloniale sulla nascita dello stato ebraico per il quale un’eventuale sua sparizione al vescovo non sarebbe dispiaciuta. Come altrimenti poter leggere i suoi scritti nei quali senza troppe remore intimidiva gli ebrei con la seguente previsione: «Alla fine li manderemo via come una volta mandammo via i crociati», un’esclamazione più adatta ad un al Baghdadi che a una figura cattolica spesso erroneamente confusa con l’imparzialità o il compromesso.

Ma Sabbah è prima di tutto un arabo che odia Israele, in quanto stato ebraico e causa di tutte le disgrazie dei popoli arabi che vivevano in pace, unità e armonia prima che il mostro sionista facesse la sua comparsa. Come la maggior parte degli arabi cristiani oltre ad essere anti-israeliano Sabbah è anche legato alle dittature criminali del Medio Oriente tanto da tacere o quasi sul vero genocidio che si sta compiendo a poca distanza dalla sua adorata “terra santa” ovvero in Siria.

Dicevo quasi perché in realtà qualche volta accenna alla Siria come “vittima sacrificale delle politiche irrazionali dell’occidente”. Che sia vittima dei bombardamenti del suo adorato macellaio Assad che ha sterminato dall’inizio del conflitto centinaia di migliaia di siriani e come danno collaterale più di un migliaio di palestinesi il patriarca non lo considera.

Ma non è solo un difetto di Sabbah in realtà la convivenza con il regime di Damasco riguarda quasi tutte le chiese cristiane in Siria e in Libano i cui esponenti fanno a gara come dei piccoli Goebbels nel benedire i bombardamenti russi, nell’aggredire la carta stampata che osa criticare il dittatore siriano, nel dipingere il governo siriano come un paradiso di convivenza e pace e nel rappresentare l’intera parte della popolazione siriana che non crede nell’unico e vero Dio ovvero il dittatore Assad come un branco di jihadisti che minacciano l’esistenza di cristianità al servizio naturalmente del sionismo. Preciso «jihadisti cattivi» ovvero quelli pagati dall’Arabia Saudita, perché per qualche mistero ci sono e in numero ben maggiore anche «jihadisti buoni» quelli legati all’Iran sui quali non viene detto nulla.

Ma tornando alla “Palestina”, l’ultimo comunicato del patriarca emerito ha proprio il senso del delirio totale a partire dal titolo: “Noi abbiamo scelto la pace”.

Nel breve intervento Sabbah afferma che «Gaza si è mossa pacificamente», inoltre rafforza questa allucinazione dicendo che «le manifestazioni pacifiche sono le migliori trattative» e aggiunge «nella marcia pacifica la gente offriva la pace», mentre «Israele ha risposto con le armi della morte».

Al patriarca Sabbah bisogna fare qualche considerazione: signor Patriarca il movimento Hamas è riconosciuto come un’organizzazione terroristica da Israele, Stati uniti e Unione europea, ha un’ideologia fondata sull’integralismo islamico e sull’imposizione della sharia su tutta la Palestina, nonché sulla cancellazione di Israele dalle carte geografiche.

Visto che Hamas ha indetto la marcia del ritorno, Lei nell’appellare la popolazione di Gaza identifica essa con il terrorismo di Hamas? Anzi visto che pure Lei ci si mette usando il “noi” possiamo interpretare come una Sua appartenenza magari spirituale al movimento di Hamas?

Dato che nella marcia erano presenti miliziani delle brigate El Zeddin Al Qassam armati di pace ma anche di asce, coltelli, pietre e kalashnikov, sarebbe d’accordo se qualcuno venisse da Lei in “pace” e sempre in “pace” la crivellasse di colpi o gli spaccasse la testa con un’ascia o con una pietra? Perché, mi scusi, un conto è dire che la reazione dell’esercito non è proporzionata, ma parlare di “pace” in questo contesto non è un po’ eccessivo?

E infine dato che l’obbiettivo della marcia era il forzare e sfondare il confine, sempre in pace ci mancherebbe, che trattative vuole intavolare? Perché quello è un confine riconosciuto dalla comunità internazionale, quello del’67, come in tanti amano chiamare, la violazione o il tentativo di rimuoverlo in genere nel mondo porta a una guerra non a una pace ma a parte questi dettagli… Lei come Hamas non lo riconosce? Quale sarebbe il nuovo confine che Israele dovrebbe prendere in considerazione quello di sparire dalle cartine geografiche?

In conclusione il Patriarca è pratico dell’uso distorto della parola pace al servizio delle peggiori violenze.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » sab apr 07, 2018 9:44 pm

Nazisti maomettani

KHAMENEI CHIEDE UNITA' DELL'ISLAM PER "PIANIFICARE" LA DISTRUZIONE DI ISRAELE
Di Maurizia De Groot Vos
05 aprile 2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 3971968992

A decenni dalla sconfitta di Hitler e del nazismo che pianificò metodicamente lo sterminio degli ebrei, un altro leader supremo parla apertamente di pianificare un secondo sterminio ebraico, la distruzione di Israele. E’ il nazi-islamico leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei.

Criticando l’avvicinamento dell’Arabia Saudita a Israele e le parole del Principe saudita, Mohamed bin Salman, che pochi giorni fa aveva affermato che «Israele ha Diritto a uno Stato», Khamanei ha chiesto l’unità del mondo islamico per sconfiggere Israele «attraverso una lotta intensa e pianificata tanto da costringere il nemico a ritirarsi fino all’annientamento».

«Negoziare con il mendace e ingannevole regime usurpatore sionista è un errore imperdonabile che ritarderà la vittoria del popolo palestinese e del mondo musulmano» ha detto Khamenei sul suo sito web.

«In un momento in cui l’escalation della tirannia e della brutalità del regime sionista a Gaza ha irritato e rattristato gli appassionati della questione palestinese, ritengo necessario mettere ancora una volta in risalto le politiche durature della Repubblica islamica su questa importante questione, che è il principale problema della Ummah islamica. Senza dubbio, combattere e resistere è l’unico modo per salvare la Palestina oppressa ed è l’unica prescrizione curativa per le ferite inflitte al corpo di quella nazione coraggiosa e orgogliosa» scrive ancora Khamenei prima di ribadire che «appoggiare i palestinesi è un obbligo religioso per qualsiasi musulmano».

Poi la richiesta al mondo musulmano di unirsi contro Israele. «Le nazioni e i giovani musulmani, i governi islamici e arabi hanno una responsabilità verso il popolo palestinese e devono prendere seriamente questo grande obbligo e unirsi per pianificare insieme una lotta che costringa i nemici a ritirarsi fino alla loro morte».

Khamenei riprende e fa sua una idea già espressa dal dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, quando lo scorso dicembre in occasione del riconoscimento da parte americana di Gerusalemme capitale di Israele, convocò un vertice straordinario della Cooperazione Islamica durante il quale propose la creazione di un esercito islamico per distruggere Israele e poi dedicarsi al resto del mondo non islamico. E il fatto che nessuno ne parli di questa gravissima minaccia lascia francamente basiti visto che oltre ad essere terribilmente seria è assolutamente reale.

Ci chiediamo allora cosa sarebbe successo se Netanyahu avesse fatto una dichiarazione simile ma in termini opposti, se cioè avesse dichiarato di voler pianificare lo sterminio dei palestinesi o addirittura dei musulmani. Ci sarebbe stato tutto questo vergognoso silenzio?
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » sab apr 07, 2018 9:44 pm

Dementi antisraeliani


Dopo le morti di Gaza Israele fa i conti con se stesso
2018/04/07

https://www.huffingtonpost.it/2018/04/0 ... a_23405437

Ventisette morti, oltre 2500 feriti in campo palestinese, nessuno in quello israeliano. Non è questione di capacità militari. E' qualcosa di altro, di fronte al quale parlare di "scontri" è violentare la realtà, piegandola alla propaganda di parte. Su questo Israele s'interroga, sulla sua "metamorfosi" che va ben al di là di un eccesso di difesa. Voci critiche si levano dentro e fuori il Paese e coinvolgono alcune delle più importanti associazioni ebraiche americane. La politica spiega solo in parte questa "metamorfosi", e i risultati delle ultime elezioni, con la formazione del governo più di destra che Israele ha conosciuto nei suoi settant'anni di storia, danno conto del consolidamento di una "psicologia nazionale" che non può essere raccontata solo parlando di "sindrome di accerchiamento".

I Venerdì di sangue a Gaza- 30 marzo e 6 aprile - e la deportazione di migliaia di rifugiati africani voluta dal governo in carica, rappresentano un mutamento culturale, identitario, che abbatte il tradizionale schema destra/sinistra. Benjamin Netanyahu, primo ministro alle prese con inchieste riguardanti accuse di corruzione e menzogne in atti pubblici, è parte del problema ma non è il tutto. Con la sua solita radicalità e chiarezza di esposizione, Gideon Levy, firma di Haaretz, spiega così questa metamorfosi: "Si può attaccare al primo ministro quanto si vuole - se lo merita. Ma alla fine si dovrebbe ricordare: non è Benjamin Netanyahu. È la nazione. Almeno la maggior parte della nazione. Tutte le manifestazioni del male negli ultimi giorni e tutte le farse sono state progettate per soddisfare i desideri più meschini e gli istinti più oscuri ospitati dagli israeliani. Gli israeliani volevano il sangue a Gaza, il più possibile, e le deportazioni da Tel Aviv, il più possibile. Non c'è modo di abbellirlo; non si devono offuscare i fatti. Netanyahu - debole, patetico, malvagio o cinico - è stato spinto da un solo motivo: compiacere gli israeliani e soddisfare i loro desideri. E quello che volevano era sangue e deportazione. Se solo il problema fosse con Netanyahu e il suo governo. Quindi, in un'ulteriore elezione, o forse in due, il problema potrebbe essere risolto. I bravi ragazzi prenderanno il potere, Gaza e i richiedenti asilo saranno liberati, l'incitamento fascista morirà, la posizione dei tribunali sarà assicurata e Israele sarà di nuovo un posto di cui essere orgogliosi. Questo è un sogno irrealizzabile. Ecco perché la campagna contro Netanyahu è importante, ma sicuramente non è fatale. La vera battaglia è molto più disperata e il suo scopo è molto più diffuso. Questa è una battaglia sulla nazione, a volte anche contro di essa".

Se le voci critiche sono il sale di una democrazia, in Israele questo "sale", per fortuna, si sparge ancora. E tocca nervi sensibili. Annota, sempre su Haaretz, Ilana Hammerman, scrittrice e attivista per i diritti umani, guardando alle manifestazioni di queste settimane, a Gaza come in Cisgiordania: "Quali sono gli atti di questi giovani? Terrore? No, questa è una lotta disperata da parte di gruppi e individui, che dal giorno in cui sono nati non hanno nulla da sperare, contro un esercito mille volte più forte di loro. E cosa sta difendendo questo esercito: la sicurezza del suo paese? No, sta difendendo la scelta dei governi israeliani di usare il terrore per imporre lo "stato del popolo ebraico" sull'intera regione tra il Mediterraneo e il fiume Giordano".

Yoav Limor, analista di punta di Israel Hayom, il più accreditato tra i giornali filogovernativi, sposa una tesi opposta a quella di Gideon Levy ma non nasconde le sue preoccupazioni, in questa analisi: "Israele sta affrontando la situazione solo militarmente, dal momento che la diplomazia pubblica si è rivelata fiacca per quanto riguarda la risposta alla nuova sfida che emerge da Gaza. Ciò si è riflesso questa settimana nelle dichiarazioni bellicose dei leader mondiali e nella copertura mediatica che, dopo un lungo periodo di tempo, è stato acutamente anti-israeliano.

Questo – annota ancora Limor - potrebbe essere respinto con il solito atteggiamento "il mondo ci odia' o potremmo decidere di combatterlo e spiegare che non si tratta di proteste civili spontanee ma eventi orchestrati astutamente da Hamas, che ha inglobato dozzine di agenti nella folla con l'obiettivo di effettuare attacchi terroristici e provocare l'IDF. Hamas spera in un numero maggiore di vittime civili, che getterebbe l'IDF e Israele in una luce negativa e aumenterebbe il sostegno internazionale per i palestinesi.

La dissonanza tra il successo tattico dell'IDF e il fallimento strategico di Israele potrebbe aumentare mentre le manifestazioni si intensificano e il numero delle vittime aumenta. A nessuno tranne a Israele importa quanti di quelli uccisi erano terroristi. La comunità internazionale conserva il punteggio dei feriti e dei morti e le immagini dal confine dominano le notizie...". "Ciò richiede a Israele - conclude l'analista di Israel Hayom - di ripensare al modo migliore per gestire la situazione al fine di frenare lo slancio palestinese e impedire che gli eventi si trasformino in qualcosa che spinga la comunità internazionale a costringere Israele ad accettare una soluzione non a suo favore. Il problema è che Israele evita sistematicamente di prendere decisioni strategiche e, in ogni caso, tali processi richiedono tempo che Israele potrebbe non avere, dato che la situazione a Gaza potrebbe sfuggire al controllo in qualsiasi momento". Di fronte a questo scenario, l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem ha lanciato giovedì una campagna intitolata "Mi spiace, comandante, non posso sparare", sollecitando i soldati israeliani a rifiutare l'ordine di sparare ai manifestanti palestinesi disarmati a Gaza.

L'organizzazione ha fatto una mossa insolita, dirigendosi direttamente ai soldati israeliani perché rifiutino gli ordini. "Ai militari non è permesso agire come meglio credono, né Israele può determinare da solo ciò che è ammissibile e cosa non lo è quando si tratta di manifestanti. Come tutti gli altri Paesi, le azioni d'Israele sono soggette alle disposizioni del diritto internazionale e le restrizioni che impongono sull'uso delle armi, ed in particolare l'uso delle munizioni letali", sottolinea Hagal El-Ad, Direttore esecutivo di B'Tselem Ciò che sembra sfuggire di mano non è solo la situazione nella Striscia ma anche la coscienza civile di una Nazione. A lanciare il grido d'allarme è il più autorevole storico israeliano, Zeev Sternhell, membro dell'Accademia israeliana delle scienze e delle lettere, professore all'Università Ebraica di Gerusalemme, specialista di storia del fascismo. "Spesso mi chiedo – scrive Sternhell - come, tra 50 o 100 anni, uno storico interpreterà la nostra epoca. Quand'è – si chiederà – che la popolazione in Israele ha iniziato a realizzare che lo Stato, nato dalla guerra d'indipendenza, sulle rovine dell'ebraismo europeo, e pagato col sangue dei combattenti, alcuni dei quali erano sopravvissuti all'Olocausto, si è trasformato in una tale mostruosità per i suoi abitanti non ebrei? Quand'è che alcuni israeliani hanno capito che la loro crudeltà e la capacità di prevaricazione sugli altri, palestinesi o africani, ha iniziato a erodere la legittimità morale della loro esistenza come entità sovrana?..". "La risposta – prosegue La risposta, potrebbe dire quello storico, è racchiusa nelle azioni di parlamentari come Miki Zohar e Bezalel Smotrich e nelle proposte di legge del ministro della Giustizia Ayelet Shaked. La legge dello Stato-nazione, che sembra formulata dal peggiore degli ultranazionalisti europei, è stata solo l'inizio. Dato che la sinistra non ha protestato contro di essa nelle manifestazioni in Rotchild Boulevard, quella è stata l'inizio della fine della vecchia Israele, la cui dichiarazione di indipendenza rimarrà come pezzo da museo.

Un reperto archeologico che insegnerà alla gente ciò che Israele sarebbe potuta diventare, se solo la sua società non fosse stata disintegrata dalla devastazione morale causata dall'occupazione e dall'apartheid nei Territori. La sinistra non è più in grado di sconfiggere l'ultranazionalismo tossico che si è sviluppato qui, la cui versione europea ha praticamente sterminato la maggioranza del popolo ebraico...". Considerazioni allarmanti, parole alle quali va prestato ascolto. Per capire, non per demonizzare. E per capire appieno ciò che sta avvenendo nel profondo della società israeliana, non bastano le annotazioni "tecniche" fornite dall'esercito israeliano dopo il secondo venerdì di sangue. "Chi ha provocato le vittime è chi ha inviato quelle persone al confine. Hamas è responsabile dei morti": lo ha dichiarato il portavoce militare israeliano, Ronen Manelis, al termine di una giornata di gravi incidenti lungo la linea di demarcazione fra Israele e Gaza. "Hamas - ha aggiunto - ha trascinato la Striscia verso una giornata di violenti disordini. Il nostro esercito ha compiuto appieno la propria missione. Non abbiamo avuto perdite, non si sono verificate infiltrazioni sul confine, e la nostra sovranità non è stata infranta".

Sul piano militare è indubbiamente così. I manifestanti non sono penetrati in territorio israeliano, e la sovranità non è stata infranta. Ma a infrangersi rischia di andare l'identità storica d'Israele. A morire, gli ideali che furono a fondamento del sionismo. L'occupazione sta corrodendo le basi della nostra democrazia, così come la colonizzazione dei Territori occupati alimenta una cultura dell'illegalità. Tutto questo non ha nulla a che vedere con quei valori che furono a fondamento del pionierismo sionista. La politica della forza portata avanti dalle destre è la negazione del sionismo. È la sua morte". Le considerazioni svolte da Sternhell risalgono a una intervista che concesse ad HP tre anni fa. Tre anni dopo, alla luce dei venerdì di sangue a Gaza, le parole dello storico israeliano hanno il valore di una "profezia". Una triste profezia.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » sab apr 07, 2018 10:52 pm

Gaza:Palestina,Usa bloccano indagine Onu - Medio Oriente
(ANSAmed) - TEL AVIV, 7 APR
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... 6fc34.html

Gli Usa, per la seconda volta, hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu a sostegno del diritto dei palestinesi a "manifestare pacificamente" e della richiesta del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres di "una inchiesta indipendente" sui fatti di Gaza. Lo ha detto, citato dai media, l'ambasciatore palestinese Riyad Mansour secondo cui 14 dei 15 membri del Consiglio erano d'accordo sulla dichiarazione, ma che gli Usa, stretti alleati di Israele, si sono opposti. Il segretario generale dell'Olp Saeb Erekat ha condannato la mossa Usa sostenendo che gli Stati Uniti "continuano la loro campagna di incitamento in difesa dell'occupazione colonia Erekat, citato dalla Wafa, ha poi chiesto "un'indagine immediata internazionale sui crimini dell'occupazione.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar apr 10, 2018 8:10 am

Ebrei nel mirino del ISIS: Israele invita a lasciare la Turchia
10/04/2018

http://www.rightsreporter.org/ebrei-nel ... la-turchia

Israele ha sollecitato i suoi cittadini a lasciare prima possibile la Turchia come conseguenza di un avviso di pericolo imminente lanciato dalla Unità Antiterrorismo israeliana che ha innalzato il livello di minaccia a “livello due”, cioè “minaccia concreta”.

La minaccia di attentati da parte del ISIS in Turchia non è rivolta solo verso i cittadini israeliani ma è riferita più in generale a tutte le persone di fede ebraica che sarebbero nel mirino dei terroristi islamici. Nella città di Gaziantep la polizia turca ha arrestato sei terroristi legati al ISIS che stavano pianificando un devastante attentato alla Grande Sinagoga nel quartiere Beyoglu di Istanbul, che si trova a fianco di un centro della comunità ebraica e di una importante scuola ebraica.

Un funzionario della intelligence turca intervistato da Sky News ha detto che un attacco alla comunità ebraica in Turchia «è molto più di un disegno, è un piano attivo e in essere». Uno scambio di informazioni tra la intelligence turca e quella israeliana a messo in luce il preciso ordine di colpire scuole ebraiche e Sinagoghe impartito dai vertici del ISIS ai miliziani in Turchia. Nessuno sa quanto colpiranno ma è certo che lo faranno. Per questo l’Unità Antiterrorismo dello Stato di Israele ha diffuso l’invito ai cittadini israeliani attualmente in Turchia di lasciare al più presto il Paese.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » gio apr 19, 2018 1:41 pm

Francia: Presto senza ebrei?
Guy Millière
19/04/2018

https://it.gatestoneinstitute.org/12196 ... c.facebook

Un anno fa, a Parigi, il 4 aprile 2017, Sarah Halimi, un'anziana donna ebrea e medico in pensione, è stata orribilmente torturata e uccisa nella sua abitazione, e poi defenestrata mentre era ancora viva da un uomo che gridava "Allahu Akbar" ("Allah è il più grande"). La donna aveva riferito più volte alla polizia di essere stata vittima di minacce antisemite, ma invano.

Meno di un anno dopo, sempre a Parigi, un'altra anziana donna ebrea, Mireille Knoll, è stata violentata, torturata e assassinata nel suo appartamento da un altro estremista musulmano. Anche la signora Knoll, sopravvissuta alla Shoah, aveva contattato la polizia e raccontato di essere stata minacciata. Anche in questo caso, la polizia non ha fatto nulla.

Per mesi, il sistema giudiziario francese ha cercato di nascondere la natura antisemita dell'omicidio di Sarah Halimi; almeno, il giudice incaricato del caso di Mireille Knoll ha riconosciuto subito la matrice antisemita della sua uccisione.

Mireille Knoll, un'anziana donna ebrea, disabile e superstite della Shoah, è stata di recente violentata, torturata e assassinata nel suo appartamento da un estremista musulmano. (Fonte dell'immagine: la famiglia Knoll)

Entrambe le donne sono state vittime dell'odio antisemita che sta rapidamente aumentando in Francia.

Gli ebrei francesi vivono nella costante insicurezza. Gli uomini che li uccidono a quanto pare non esitano a fare irruzione nelle case e ad aggredire le donne anziane; sembrano sapere di poter minacciare le loro future vittime senza temere di essere arrestati. Il più delle volte, la polizia non raccoglie nemmeno le denunce degli ebrei che si recano alle stazioni di polizia, ma si limita ad annotare nel registro che un ebreo ha affermato di avere ricevuto delle minacce.

Le autorità francesi dicono di combattere l'antisemitismo, ma non parla mai dell'unico antisemitismo che oggi in Francia uccide gli ebrei: l'antisemitismo islamico. Se l'assassino è un musulmano, in genere viene descritto come qualcuno che si è improvvisamente "radicalizzato".

Il termine "radicalizzato" è ora usato per definire gli assassini islamici. Permette a chi lo usa di evitare la parola "musulmano" o "Islam".

Anche i media mainstream francesi usano lo stesso linguaggio delle autorità francesi. Quando i vicini di un assassino vengono intervistati, in genere dicono che era "un bravo ragazzo".

Il delitto di Sarah Halimi non ha ricevuto pressoché alcuna copertura mediatica. C'era dell'altro dietro l'assassinio di Mireille Knoll, ma quasi nessuno ha parlato della causa della sua uccisione.

La paura che neutralizza i politici e i giornalisti francesi è quella di essere accusati di "islamofobia".

Nell'incalcolabile numero di libri sul pericolo e sulle conseguenze dell'antisemitismo pubblicati in Francia dopo la Seconda guerra mondiale, soltanto uno tratta specificatamente l'odio nei confronti degli ebrei nel mondo musulmano. L'autore, Philippe Simonnot, un ex giornalista del quotidiano Le Monde, attualmente giustifica questo odio. Egli sostiene (erroneamente) che gli ebrei che vivevano nei paesi musulmani erano trattati bene, ma poi tradirono l'Islam, non combattendo al fianco dei musulmani all'epoca della colonizzazione occidentale; che la creazione di Israele è stata un crimine contro i poveri "palestinesi" e che i musulmani hanno il diritto di punire tanto i cristiani quanto gli ebrei. Tali idee non sono marginali. In Francia, sono diffuse.

Ogni volta che un musulmano commette un crimine antisemita sul suolo francese, i politici e i giornalisti francesi cercano di nascondere l'identità del malfattore o quale sia il movente. Spesso, essi spiegano che il criminale è anche una "vittima".

Quando un criminale lascia un messaggio affermando che ha agito per vendicare la sofferenza dei "palestinesi", i politici e i giornalisti francesi quasi all'unanimità ripetono che ciò che accade in Medio Oriente deve rimanere circoscritto al Medio Oriente, e che deve essere trovata "un'equa soluzione" alla "sofferenza dei palestinesi". Ignorano che, nonostante tutti gli sforzi compiuti da Israele per trattare gli arabi con umanità, ogni rapporto francese su Israele comincia col definire i soldati israeliani come spietati assassini, presumibilmente felici di umiliare gli arabi.

Oggi, la Francia è l'unico paese del mondo occidentale dove gli ebrei vengono uccisi solo per essere ebrei. Dal 2006, sono stati ammazzati undici ebrei francesi – uomini, donne, bambini. Nel marzo 2012, nella scuola Ozar Hatorah di Tolosa, tre bambini di 3, 6 e 8 anni, sono stati uccisi a bruciapelo.

Giulio Meotti ha scritto:

"Se fossero stati musulmani, le loro storie sarebbero diventate un monito universale contro l'intolleranza, il razzismo, l'odio etnico e religioso. (...) I politici avrebbero loro dedicato scuole e strade".

Ma erano ebrei, quindi in Francia, l'antisemitismo non viene nominato.

Di recente, alla cena annuale organizzata a Parigi dall'organizzazione ebraica CRIF, il presidente Emmanuel Macron ha asserito che la Francia è in guerra con l'antisemitismo. All'indomani dell'omicidio di Mireille Knoll, il presidente francese ha detto la stessa cosa.

Da decenni, tutti i presidenti francesi usano praticamente le stesse frasi.

Macron ha ribadito molte volte che "senza ebrei la Francia non sarebbe più la Francia". Ma lo scenario che sembra prospettarsi è proprio questo: una Francia senza ebrei.

In due decenni, più del 20 per cento degli ebrei francesi ha lasciato il paese. Secondo un sondaggio, il 40 per cento degli ebrei che vive ancora in Francia vuole andarsene. Sebbene gli ebrei ora rappresentino meno dello 0,8 per cento della popolazione francese, metà delle forze armate e della polizia dispiegate nelle strade del paese sono di guardia davanti alle scuole ebraiche e ai luoghi di culto.

Gli ebrei francesi vedono che ciò che resta della presenza ebraica in Francia viene cancellato. Sanno che devono nascondere la propria ebraicità e che anche se fanno attenzione per strada e chiudono scrupolosamente la porta di casa, i rischi sono ovunque. Sanno anche che ciò che accade loro non interessa al resto della popolazione francese. L'Assemblea nazionale francese ha 577 membri. Solo uno di loro non smette coraggiosamente di richiamare l'attenzione su ciò che accade: stiamo parlando di Meyer Habib. Egli rappresenta i francesi che vivono in Medio Oriente ed è stato eletto grazie all'appoggio degli ebrei francesi che ora vivono in Israele, ma che hanno ancora la loro cittadinanza. Senza di loro, non avrebbe alcuna possibilità di essere eletto.

Dopo l'omicidio di Sarah Halimi, un tributo è stato organizzato in sua memoria nella strada in cui viveva. Erano presenti solo ebrei. Sono stati accolti con insulti e bottiglie lanciate dalle finestre degli edifici circostanti.

Quando le istituzioni ebraiche hanno indetto una marcia silenziosa in memoria di Mireille Knoll, sono accorse più persone. E anche in questo caso, la maggior parte erano ebree. Gilles-William Goldnadel, presidente di Avocats sans frontières e legale della famiglia Knoll, ha detto che il defunto marito della vittima era sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz e che i loro figli vivono costantemente nella memoria della Shoah e come debba essere stato "terribile" per loro vedere la loro madre uccisa e il suo corpo bruciato. Daniel, uno dei figli di Mireille Knoll, ha dichiarato che "i musulmani devono reagire".

Le organizzazioni musulmane francesi hanno condannato l'omicidio, ma non l'odio nei confronti degli ebrei.

Uno studio condotto nel 2014 per Fondapol (Foundation for Political Innovation) ha mostrato che il 25 per cento della popolazione francese nutre sentimenti antisemiti e che tra i musulmani praticanti la percentuale è del 42 per cento. Secondo questo studio, il 28 per cento dei musulmani francesi è assolutamente ostile all'insegnamento della Shoah nelle scuole. Molti dicono che la Shoah sia una invenzione ebraica.

Gli ebrei possono essere le vittime principali, ma non sono gli unici. In soli cinque anni, 250 persone in Francia sono state trucidate dai terroristi islamici – le vittime più recenti sono state uccise poche ore prima che fosse scoperto il corpo di Mireille Knoll, tra le ceneri del suo appartamento.

Il 23 marzo, un terrorista islamico francese ha assassinato quattro persone a Trèbes, una cittadina nella parte sudoccidentale della Francia. Una delle vittime era un ufficiale della gendarmerie nazionale francese che si era offerto come ostaggio ed è stato sgozzato con un coltello da macellaio. Il terrorista è stato neutralizzato e colpito a morte dalle teste di cuoio.

I media mainstream francesi hanno nascosto l'informazione che l'ufficiale era stato accoltellato a morte e hanno detto che era stato "colpito al collo". Il terrorista, che ha agito al grido di "Allahu Akbar", non è stato descritto come un islamista, ma ovviamente come un uomo che è stato "radicalizzato". Il Dipartimento francese dell'Interno ha aggiunto che questo individuo era considerato molto pericoloso e veniva "attentamente monitorato" da parte della polizia. Migliaia di persone che sono "radicalizzate" e considerate estremamente pericolose vengono "attentamente monitorate" dalla polizia.

Quando una squadra di poliziotti si è recata nel quartiere in cui viveva il terrorista, è stata accolta da una folla facinorosa.

Molti francesi considerano l'ufficiale ucciso, Arnaud Beltrame, un eroe. A Parigi, gli è stato reso un solenne omaggio. Al contempo, migliaia di giovani musulmani si sono riversati nelle strade per celebrare il terrorista e gridare il suo nome: Radouane Lakdim. "Per molti giovani musulmani, il terrorista è l'eroe", ha dichiarato Thibault de Montbrial, presidente del Centro di riflessione sulla sicurezza interna.

Il giorno dopo l'attacco islamico a Trèbes, il portavoce del governo francese ha detto che la Francia ha il dovere morale di accogliere e "reintegrare" 258 ex membri francesi dello sconfitto Stato islamico attualmente detenuti in Siria. Ciò sembra essere la concezione del governo francese del proprio dovere morale.

Giorni fa, è stato pubblicato su Le Figaro un "appello di 100 intellettuali contro il separatismo islamista". Il testo accusa gli islamisti di cercare di "separare la popolazione musulmana dal resto dei francesi".

Gran parte della popolazione musulmana francese vive già separata dal resto della popolazione francese. Si auto-segrega. Tuttavia, il problema principale non è l'auto-segregazione. Il problema principale è la diffusione dell'odio contro gli ebrei, la Francia e il mondo occidentale. Molti estremisti musulmani istigano a uccidere, e sempre più spesso si compiono omicidi. Non vogliono vivere separati: vogliono distruggere, devastare e conquistare. Basta guardare la storia della Turchia, di tutto il Nord Africa, del Medio Oriente, dell'Europa orientale, della Grecia, del Portogallo, di Cipro Nord e del sud della Spagna.

L'anno scorso, lo storico Georges Bensoussan, nato e cresciuto in Nord Africa, ha pubblicato un libro dal titolo Une France soumise ("La Francia sottomessa"). Il titolo sembra troppo accurato.

I francesi finiranno per ribellarsi? Un sondaggio pubblicato il 29 marzo scorso mostra che l'83 per cento dei francesi è favorevole all'espulsione di tutti gli stranieri schedati dall'intelligence francese con una "fiche S", perché considerati una minaccia per la sicurezza nazionale dello Stato. Il sondaggio mostra anche che l'87 per cento dei francesi è favorevole a spedire in galera i cittadini francesi schedati con una "fiche S". Il governo, però, non è affatto interessato a farlo.

Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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