Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » dom lug 30, 2017 8:01 am

Lasciamoli pure ridere
di Deborah Fait
29/07/2017

http://www.informazionecorretta.it/main ... l.facebook

Chissà se gli italiani hanno capito quello che sta succedendo a Gerusalemme, sul Monte del Tempio e nelle sue vicinanze, ho i miei dubbi perchè hanno già i loro problemi con l'acqua che non c'è e i migranti che invece ci sono, inoltre le poche informazioni su Israele diffuse dai media, sono quasi tutte inesatte quando non mistificatorie.
Non vorrei però rifare tutta la storia che i lettori di IC conosceranno bene, vorrei parlare piuttosto dei sentimenti che mi hanno tormentata in questi giorni e che, dalle opinioni che sento in giro, hanno angustiato l'animo degli israeliani.

Rabbia, tanta rabbia, dolore per i nostri morti, ribellione per l'ingiustizia insita in tutto l' orrore fatto scoppiare ad hoc dai palestinisti. Infine delusione, presto superata col ragionamento, per la rimozione dei metal detector. Immediatamente dopo l'assassinio dei nostri due agenti di polizia, gli arabi ne hanno combinate di tutti i colori, nel giro di pochi minuti sono scoppiate sommosse dovunque, a Gerusalemme, in Giudea, Samaria, all'estero, in Giordania, inTurchia, in quasi tutti i paesi islamici. Anche in Europa, naturalmente...e poteva mancare? ci sono state manifestazioni di arabi e loro amici, con bandiere israeliane bruciate e discorsi fatti addirittura in lingua araba.

In Israele un terrorista ha massacrato una famiglia, padre e i due figli, rendendo orfani 5 bambini. Qualcuno ha mandato le condoglianze a Israele per l'assassinio di tre civili innocenti che celebravano la cena dello Shabat? Forse ero distratta ma non ne ho sentito parlare, non solo, la Rai e molti giornali hanno provveduto a disumanizzare le vittime liquidandole come coloni.

Finita lì, quando uno è un colono non ha diritto alla pietà e nessuno si pone una domanda semplicissima : cos'è un colono e perchè chiamano coloni gli ebrei israeliani che vivono in Giudea e Samaria!
Nemmeno una parola sui 5 figli rimasti orfani di una delle vittime nè sulla loro madre che li aveva nascosti in un altra camera supplicandoli di non fiatare.
L'assassino della Famiglia Solomon se la ride, rideva anche dal letto dell'ospedale israeliano dove è stato curato. La polizia ha indagato anche la madre esultante per l'impresa del figlio. Quale è la madre che ride felice quando il figlio ammazza altre persone? Può essere solo un mostro.

Ma andiamo avanti, I tre terroristi, arabi israeliani, sono stati sepolti ieri e Um el Fahem con dei funerali assurdi, bare scoperte com'è loro uso, sparatorie in aria, migliaia di persone urlanti, fuochi d'artificio, nemmeno una lacrima, solo tanto fanatismo e barbarie . Orde di arabi israeliani, quelli che hanno in tasca la carta d'identità israeliana, quelli che in Israele studiano e lavorano e godono di ogni diritto, urlavano "i nostri martiri di AlAqsa,... basta occupazione..."
Mah di che occupazione parlano? Basta con questa storia assurda, Israele non occupa niente, si inventano la storia come tutti quelli che non ne hanno una.

Netanyahu è riuscito a far tornare in Israele tutto il personale dell' ambasciata israeliana tenuto in ostaggio ad Amman e il giovane ferito da un terrorista giordano. Tutti salvi. Adesso il re, il cui trono trema ogni giorno di più, ordina a Israele di rispedirlo in Giordania per il processo e accusa Netanyahu di voler incendiare il Medio Oriente per aver accolto con un abbraccio il ragazzo ferito.

Eccola l'assurdità del carattere islamico, loro possono tutto, si sentono autorizzati a compiere le peggiori violenze contro cose e persone e, se qualcuno tenta di fermarli, si infuriano come belve sanguinarie. Possono dichiarare martiri gli assassini di ebrei, e lo aveva fatto giorni fa anche il re, possono dedicar loro strade, piazze, scuole.

Tutto questo, e anche molto altro, è parte della loro cultura terrorista ma se il primo Ministro di Israele abbraccia la vittima scampata alla loro violenza, la minaccia immediata è la guerra. Non sanno pensare ad altro, guerra e morte.

Un mufti , uno dei più importanti dell'islam, ha dichiarato "finite il lavoro iniziato da Hitler" . Giorni fa, parlando alla Tv dell'Autorità Palestinese, il professore di legge islamica, Ahmad Karima, ha detto che gli ebrei hanno complottato contro Maometto e che sono "guerrafondai, cospiratori per natura, jihad armata contro la gang sionista!" ha gridato. "Gli ebrei sono stati ammassati in Palestina per dare agli islamici l'onore di massacrarli come insetti dannosi" Parole di Yunis Al-Astal, religioso musulmano e parlamentare di Hamas.
https://www.memri.org/tv/al-azhar-profe ... rs-wage-ar med%20jihad-against-zionist-gang

Dopo l'assassinio dei nostri due agenti Israele ha sistemato all'entrata del Monte del Tempio dei metal detector che, a distanza di 10 giorni, in segno di distensione e di pace, sono stati tolti insieme a tutte le altre misure di sicurezza. Sono tornati a casa tranquilli? Naturalmente no, hanno continuato le loro sommosse, ubriachi di odio, mai stanchi di uccidere o di essere uccisi. Venerdi dopo la preghiera, altri disordini, scontri, feriti a centinaia, un morto. I giornali scrivono che l'inviato Rai Carlo Paris è stato ferito a una gamba da una granata assordante lanciata per disperdere i manifestanti. Questo è l'islam, questi sono i musulmani, vogliono libertà di uccidere, le loro leggi sono quelle di Allah.

In questi giorni Israele ha cercato di assorbire questa ondata di violenza e non ha avuto l'appoggio di nessuno. Tutto il mondo, che manda ogni anno miliardi ai palestinisti, è incapace di dire loro di piantarla, di non creare una guerra a causa di un paio di metal detector già peraltro rimossi. Il Papa? Oh si, ha detto "cessino le violenze" peccato che Il popolo di Allah , di quei suoi personali angeli della pace se ne freghino, non ha speso una parola per i civili innocenti uccisi. In California uno sceicco, anch'egli angelo della pace, ha fatto un sermone in arabo e inglese affinche' " Allah conti tutti gli ebrei e li annienti fino all'ultimo senza risparmiare nessuno di loro". http://www.rightsreporter.org/gli-angel ... -ad-annien tare-gli-ebrei-allultimo/

Siti palestinisti italiani hanno pubblicato la foto di Omar Abed, il terrorista che ha compiuto una strage della famiglia ebrea di Halamish, nel giorno di Shabbat. Altri siti italiani invocano la morte di tutti gli ebrei. Altri ancora, sempre in Italia, diffondono fake, cose assurde, false e criminali contro Israele.

Il più antico antisemitismo del mondo, quello islamico, continua imperterrito ad esibire la sua violenza, per l'Occidente sarebbe ora di pensare e convincersi che odio e violenza fanno parte della loro educazione, quindi penetrano nelle loro anime e nelle loro menti.

Alle bambine palestiniste la maestra chiede "chi sposerai da grande?" la risposta: " chi avrà ucciso qualche ebreo", "cosa vorrai fare da grande?"..."il martire per ammazzare gli ebrei". Questi deliri sono sempre presenti nel sistema scolastico e religioso dell'immenso mondo islamico perciò, ogni volta che vi sono disordini a Gerusalemme, le folle musulmane si infiammano come indemoniate, ovunque.

L'intenzione di scatenare una guerra di religione era chiara, Abu Mazen, il terrorista, la cercava per arrivare all'eliminazione di Israele, quale migliore occasione di mettere a fuoco e fiamme il Monte del Tempio, sperava che tutti lo seguissero e c'è mancato poco. La mossa intelligente di Netanyahu nel rimuovere i metal detector ha evitato il peggio.

Si, è vero , non tutti, in Israele, hanno approvato, io stessa al primo momento sono rimasta spiazzata, il 77% degli israeliani ha criticato aspramente Bibi che però ha fatto l'unica cosa giusta e saggia, ha impedito lo scatenarsi totale dell'inferno.

In realtà ha vinto il buonsenso.
Ad Amman folle di fanatici chiedono urlando di rompere gli accordi di Oslo, vedremo se re Abdallah sarà in grado di prendere decisioni sagge. I palestinisti, da barbari quali sono, continuano la guerriglia molto violenta a Gerusalemme, Giudea e Samaria, questa è la nostra quotidianità, purtroppo, ma il pericolo, mi auguro scampato, era un'intifada generale contro tanti, troppi paesi islamici, a causa di quello che in ogni nazione del mondo, Israele compreso, è un obbligo, la sicurezza!
Metal detector all'entrata di chiese e basiliche, luoghi sensibili e moschee sono la normalità ovunque . Non credo esista una sola sinagoga al mondo che non abbia il suo bel passaggio di sicurezza.

Dappertutto dunque ma non a Gerusalemme perchè la vogliono araba e palestinista e rifiutano ogni disposizione israeliana. Che dire! ...è inutile che si agitino... Gerusalemme fu costruita 3000 anni fa, fu eletta capitale di Israele, ha subito attacchi e distruzioni e, oggi, dopo 3000 anni è ancora, e sempre, la Capitale di Israele. Rightsreporter scrive: "Su Gerusalemme i musulmani hanno un piano, ma fino a pochi giorni fa veniva esposto con molta cautela anche perché non c'erano le condizioni per attuarlo. Rompe gli indugi l'Indonesia, cioè il più grande Paese a maggiorana musulmana del mondo, che attraverso il portavoce del Ministro degli Esteri, Arrmanatha Nasir, annuncia di voler chiedere per Gerusalemme la protezione internazionale.In un colloquio con i giornalisti il portavoce del Ministero degli Esteri indonesiano ha infatti annunciato che alla prossima riunione dei Ministri degli Esteri della Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Organization of Islamic Cooperation - OIC) che si terrà martedì prossimo a Istanbul, in Turchia, il Ministro degli Esteri indonesiano, Retno Marsudi, avanzerà la proposta di mettere sotto tutela internazionale il complesso del Monte del Tempio e forse l'intera città di Gerusalemme.

E' facile immaginare che la proposta indonesiana verrà accolta con entusiasmo dal resto del mondo musulmano e dalla OIC, una proposta chiaramente provocatoria visto che Israele non permetterà a nessuna forza straniera o internazionale di posizionarsi nella sua capitale, Gerusalemme.

Proprio per questo la proposta indonesiana deve essere valutata come pericolosa, perché volta chiaramente ad esacerbare ancora di più l'odio contro lo Stato Ebraico in quanto formulata ben sapendo dello scontato rifiuto israeliano.
Non solo, affinché tale richiesta sia "ragionevole" serve che sul Monte del Tempio non torni la calma. Indovinate un po' come faranno a non far tornare la calma a Gerusalemme?
http://www.rightsreporter.org/piano-mus ... -protezion e-internazionale

Non è finita dunque, il pericolo è questo delirante desiderio di morte e distruzione peculiare dell'islam. Focus On Israel http://www.focusonisrael.org/ riporta alcune interviste fatte dalla televisione israeliana: I palestinisti dicono che il conflitto non è finito, che sono molto arrabbiati per il limite di età imposto a chi entra (sopra I 50 anni) e per l'occupazione israeliana del Monte del Tempio. Non accettano niente, vogliono essere gli unici a poter pregare sul luogo più santo dell'ebraismo e vogliono avere licenza assoluta di uccidere gli ebrei.

Chi è contro la decisione di Netanyahu dice che tutti gli arabi stanno ridendo di Israele, è vero, sentiamo le loro risate fin dentro le nostre case ma lasciamoli ridere ed essere convinti di aver vinto. Lo sono sempre, per la certezza di essere i padroni del mondo, per la loro insita tendenza alla menzogna, la taqiyya, e alla dissimulazione, sono anche persuasi di aver vinto tutte le guerre che hanno perso contro Israele.

Lasciamoli ridere, ha vinto l'intelligenza israeliana non la violenza islamica.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar ago 01, 2017 4:05 am

Israele toglie i benefici fiscali ad Amnesty International
Sarah G. Frankl on Lug 31, 2017

http://www.rightsreporter.org/israele-t ... ernational

Israele ha tolto i benefici fiscali per i cittadini israeliani che fanno donazioni ad Amnesty International. Lo ha fatto sapere il Ministro delle Finanze israeliano, Moshe Kahlon.

«Utilizzando tutti i mezzi legali di cui disponiamo abbiamo tolto i benefici fiscali a quelle organizzazioni che volutamente danneggiano Israele o l’esercito israeliano» ha detto ieri il Ministro delle finanze israeliano.

La decisione di Moshe Kahlon arriva a seguito di una durissima segnalazione al suo ufficio per l’ennesimo rapporto prodotto da Amnesty International in merito alle operazioni anti-terrorismo condotte dal IDF in Giudea e Samaria. La segnalazione arrivava da un deputato del Likud, Miki Zohar, il quale segnalava al Ministro delle Finanze israeliano come Amnesty International attaccasse continuamente l’IDF evitando accuratamente di parlare degli attentati terroristici compiuti dai cosiddetti “palestinesi” come per esempio la strage della famiglia Salomon avvenuta la scorsa settimana.

«Amnesty International si definisce una organizzazione per la difesa dei Diritti Umani ma si comporta in modo diametralmente opposto» ha scritto Miki Zohar nella sua lettera prima di elencare la lunghissima serie di rapporti fuorvianti e di parte scritti da Amnesty International contro Israele e contro le forze di difesa israeliane durante questi anni.

La decisione del Ministro delle Finanze israeliano è stata bollata da Amnesty International e da altre ONG (che adesso rischiano seriamente di perdere anche loro i benefici fiscali) come una “iniziativa populista”.

Già lo scorso anno Amnesty International aveva rischiato di vedersi revocare i benefici fiscali riservati a chi fa donazioni a ONG e a organizzazioni non profit, ma in qual caso la Knesset decise (non senza polemiche) di rinnovare tali benefici per un anno in luogo dei soliti tre anni. Adesso i nodi sono venuti al pettine, da qui la decisione del Ministro Moshe Kahlon di revocare tali benefici che potevano spingere molti israeliani a fare donazioni alla ONG internazionale.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar ago 01, 2017 6:48 am

Islamici e cristiani israeliani nemici degli ebrei e di Israele
viewtopic.php?f=197&t=2543
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mer ago 02, 2017 6:29 am

Le omissioni e le distorsioni di Sergio Romano sotto la lente di ingrandimento di Emanuel Segre Amar
1 agosto 2017
Di: Emanuel Segre Amar

http://www.linformale.eu/le-omissioni-d ... segre-amar

L’articolo pubblicato nella edizione di domenica 30 luglio a firma di Sergio Romano sul Corriere della Sera, avente come titolo “Una tomba per due eredità”, merita, a mio parere, delle riflessioni su numerose affermazioni fatte dall’autore. Per brevità mi limito qui a riportare solo le osservazioni più importanti:

– L’autostrada che va da Gerusalemme a Hebron non “costeggia Ramallah”, giacché la “sede di Abu Mazen e dei suoi uffici governativi” si trova in tutt’altra direzione: Ramallah è a nord di Gerusalemme, Hebron 27 Km a sud. Questa affermazione, avulsa dal tema trattato, appare giustificata solo dalla volontà di ricordare nel seguito altre “verità” che tali appaiono oggi solo perché vengono ripetute all’infinito.

– Non ci si deve stupire se la regione è “chiamata dagli ebrei Giudea” perché questo, in effetti, è il suo nome storico, utilizzato da tutti, indipendentemente dalla loro religione, fino a quando precise volontà di cancellare ogni legame degli ebrei con la loro terra hanno iniziato a serpeggiare nel mondo. Mi permetto di ricordare che non solo in ebraico si chiama Yehuda, ma anche in arabo si chiama al-Yahudiyyah.

– La strada non ha affatto “i due muri che la separano dal territorio circostante”; questi si trovano unicamente nel tratto che affianca la città di Betlemme, e, in gran parte, non ha nemmeno le ben note barriere elettroniche che costituiscono per oltre il 90% le difese chiamate genericamente “muro” che sono state costruite unicamente come difesa dagli attentatori dopo la tragicamente nota intifada. E la strada non è affatto “israeliana”, visto che viene utilizzata da tutti, arabi, cristiani ed ebrei.

– Gli insediamenti israeliani nell’area di Hebron sono ben più di quattro (oltre una dozzina, nella realtà) e sono “protetti da truppe israeliane e da occasionali posti di blocco” per evitare il ripetersi delle situazioni che già nel 1929 hanno obbligato tutti gli ebrei – quelli sopravvissuti alla strage – ad abbandonare le case abitate ininterrottamente da 3000 anni (appare quindi difficile chiamare “vecchia comunità” chi abita una città da un tempo tanto lungo, raramente riscontrabile per altre città).

– Sergio Romano, che evidentemente ha visitato di recente la città di Hebron con un “accompagnatore”, non può non aver visto che la maggior parte delle case non sono affatto “fatte con la stessa pietra bianca, leggermente rosata, che è usata per quelle di Gerusalemme”, e che ben poche “hanno grate di ferro molto eleganti, con graziose volute”; inoltre, forse “l’accompagnatore” non ha fatto presente a Romano che le “autorizzazioni delle autorità israeliane”, concordate a Oslo per la zona C, non vengono rispettate nemmeno in tale zona, e non sono affatto necessarie per la zona A sulla quale si trova la maggior parte di Hebron.

– Usare la parola “ghetto” per le aree dove “vivevano poche centinaia di persone” fino al 1929, quando furono cacciati dal ben noto pogrom arabo, appare del tutto fuorviante; gli ebrei erano assolutamente liberi di muoversi in tutte le ore e di scegliere le proprie abitazioni dove gradivano, e pertanto la scelta della parola “ghetto” appare del tutto fuori luogo.

– A questo punto Romano si ricorda che nel 1929 vi fu “la prima grande sollevazione araba contro le colonie sioniste”, ma, tralasciando che evita di spiegarne le ragioni (il gran Muftì, noto amico di Hitler, aveva fatto spargere la voce che gli ebrei volevano distruggere la moschea di Al Aqsa, suscitando, in tal modo, allora come oggi, rivolte in tutta la regione), definisce “colonie sioniste” quelle che erano le antiche abitazioni di cittadini ebrei. Perché dunque definirle “colonie”? Perché non chiamare “colonie” quelle degli arabi, arrivati oltre un millennio e mezzo dopo gli ebrei?

– Non corrisponde al vero che nel 1967, dopo la guerra dei Sei giorni, gli ebrei “vi tornarono in maggior numero”; fino al 1980 nessun ebreo tornò a vivere in quella che è sicuramente una città avente per loro, da sempre, un enorme significato religioso, ma in quella decina di anni si devono piuttosto registrare solo attacchi portati dagli arabi, a colpi di granate, ai turisti che volevano tornare a visitare le antiche tombe dei Patriarchi, attacchi però non ricordati da Romano.

– Al contrario, molto spazio viene dedicato, nell’articolo, a “Baruch Goldstein, vestito con uniforme militare”; egli era effettivamente un maggiore nelle riserve dell’esercito, pluridecorato come il miglior medico d’emergenza, e non soltanto,”un medico che veniva da New York”.

– Scrivere che “Maometto incontrò durante il suo viaggio notturno a Gerusalemme, il profeta Ismaele”, è un’altra affermazione fuorviante per il lettore, dal momento che nel Corano Gerusalemme non viene citata nemmeno una volta, e la moschea più lontana nei giorni della morte di Maometto, dalla quale egli sarebbe salito in cielo, non poteva essere a Gerusalemme dove l’Islam non era ancora arrivato.

– Romano ricorda la presenza, a Hebron, dal 1995, “di un piccolo distaccamento di osservatori internazionali – che piacciono ai palestinesi, un po’ meno ai coloni ebrei che manifestano occasionalmente il proprio malumore con il lancio di sassi contro le auto quando fanno servizio di ronda”; sarebbe stato utile ricordare che il comando di questo piccolo distaccamento si trova nello stesso edificio dove si trova la direzione dell’OLP, posizione per lo meno sospetta per la dovuta imparzialità, e che gli ebrei hanno reagito contro le pattuglie due volte per protestare contro il silenzio degli osservatori dopo attentati commessi dagli arabi contro di loro. Una situazione non molto dissimile da quella che si riscontra nel sud del Libano dove non vi sono, al contrario, ebrei che possano protestare per la cecità – quando non addirittura complicità- degli osservatori delle Nazioni Unite che hanno lasciato accumulare oltre 100.000 missili puntati contro Israele, in una zona che in base alla Risoluzione ONU 1701 sarebbe dovuta estate demilitarizzata, affidandone l’applicazione all’Unifil.

– A questo punto Romano ricorda “il conferimento a Hebron e alla Tomba dei patriarchi del titolo di sito palestinese del patrimonio mondiale – al quale il governo israeliano ha reagito con rabbia”, ma omette di spiegare le ragioni di tale rabbia, ragioni che non sto qui a ricordare perché fin troppo note.

– Attorno alla Tomba dei Patriarchi, nella quale è sepolta anche Lea, non a caso dimenticata da Romano, la situazione appare diversa da quanto descritta nell’articolo; sarebbe stato doveroso ricordare non solo l’antichissima sinagoga ebraica, ma anche la basilica costruita dai bizantini, poi distrutta dagli arabi e da loro trasformata in moschea, ma forse queste realtà storiche non appaiono a Romano politically correct.

– Non è affatto vero che “Ismaele sia il padre dei dodici progenitori delle tribù arabe” sia perché quando si parla delle tribù, si parla di quelle degli antichi ebrei, sia perché la vicenda religiosa, come rappresentata nell’articolo, ricalca la versione sciita, e non quella dell’islam nel suo complesso.

– Non mi sembra corretto definire Hebron: “il quarto luogo santo dell’Islam”; è noto che è Roma a godere di questo privilegio, per ragioni non difficili da comprendere. Inoltre a Hebron non vi è nessuna “convivenza coatta”; tutti dovrebbero poter vivere dove desiderano, e ritengo che sarebbe piuttosto doveroso far capire ad Abu Mazen che non è accettabile la sua dichiarata volontà di non ammettere cittadini di religione ebraica nel futuro stato di Palestina.

– Le visite alle tombe seguono regole ben precise, anche se non facilmente accettate da tutte le parti interessate (come sempre succede quando vi sono più religioni coinvolte; lo stesso avviene ad esempio tra i cristiani al Santo Sepolcro di Gerusalemme); le tombe sono 15 metri sotto terra, e si entra solo nel luogo che segna la tomba di Isacco sottostante, la sala più grande (alla quale gli ebrei possono accedere solo in 10 giorni all’anno, unici giorni nei quali gli arabi non possono accedere) e il tutto è amministrato dai musulmani del WAQF che, come al Monte del Tempio (Spianata delle moschee per i musulmani) sono molto attenti a fare osservare le imposizioni con ferrea intransigenza, soprattutto nei confronti di chi per secoli sono stati considerati dhimmi.


Alberto Pento
Che persona meschina e orrenda questo Sergio Romano
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 6:49 am

Altre demenzialità contro gli ebrei


Ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael
viewtopic.php?f=197&t=2178

Rasixmo e rasisti contro łi ebrei e Ixrael
viewtopic.php?f=25&t=1413
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 12:53 pm

I volonterosi carnefici di Allah
Niram Ferretti
8 agosto 2017

http://www.progettodreyfus.com/volonter ... fici-allah

Di fronte ai 700 delegati riunti a Teheran il 21 febbraio del 2017 per la sesta conferenza internazionale in sostegno dell’intifada, il supremo leader l’ayatollah Ali Khamenei ha nuovamente e chiaramente evidenziato il carattere jihadista dell’offensiva contro Israele.

“Il popolo palestinese non ha nessuna altra opzione se non quella di mantenere alte le fiamme della lotta confidando in Allah l’Eccelso e basandosi sulle loro innate capacità così come hanno fatto autenticamente fino ad oggi. Fin dall’inizio questo tumore canceroso (Israele, n.d.r.) è andato sviluppandosi in diverse fasi per trasformarsi nell’attuale disastro. La cura per questo tumore deve svilupparsi anche essa in fasi”.

Chi non tenesse conto della profonda componente jihadista della guerra musulmana contro Israele, di cui l’Iran rappresenta la maggiore minaccia a livello regionale, mancherebbe di comprendere un aspetto essenziale, determinante e irriducibile del conflitto che ha, oltre allo stato sciita, in Hezbollah e in Hamas le altre sue manifestazioni principali. Fatah gioca di sponda tra le due, essendo meno programmaticamente esplicito nel collocare il conflitto dentro una dimensione religiosa, senza tuttavia rinunciare ad attingere abbondantemente al suo repertorio di radicalismo.

Il vocabolario dell’estremismo contempla divisioni nette, radicali, irriducibili. Per i jihadisti sciiti e sunniti il nemico sionista è assoluto, cosmico, è l’incarnazione stessa del male.

“Il religioso più anziano di Hezbollah, lo Sceicco Husayan Fadlallah”, ha scritto Robert S. Wistrich, “durante gli anni ’90 ha continuamente sottolineato come Israele non fosse solo uno stato ebraico nel senso formale del termine ma l’espressione definitiva della personalità ‘ebraica’, corrotta, traditrice e aggressiva. Gli ebrei erano indubbiamente ‘i nemici dell’intero genere umano’”.

Gli ebrei. Non gli israeliani. Ed è agli ebrei e non agli israeliani che nel 2015, durante un discorso, il “moderato” Abu Mazen fece riferimento quando invocò il “sangue puro” arabo a difesa della Moschea di Al Aqsa che gli ebrei volevano profanare con i loro “piedi sporchi”. La difesa della Moschea dall’aggressione ebraica è un ballon d’essai di grande successo lanciato negli anni ’30 dal Mufti filonazista di Gerusalemme, Amin Al Husseini. Di nuovo è stato utilizzato poche settimane fa relativamente alla decisione di Israele di installare dei metal detectors poi rimossi all’ingresso al Monte del Tempio-Spianata delle Moschee.

Ma non è il negazionista Abu Mazen né sono i volonterosi continuatori dell’antisemitismo eliminazionista hitleriano di Hamas e di Hezbollah, i pericoli maggiori per Israele. E’ L’Iran ad esserlo. Il principale finanziatore ed esportatore del terrorismo islamico a livello mondiale, ben più organizzato, strutturato e economicamente rigoglioso (grazie all’amministrazione Obama) di quanto lo sia il califfato nero dell’IS o ISIS.

Ed è Matthias Küntzel, uno dei maggiori studiosi di jihadismo a livello internazionale, a sottolineare la natura del regime sciita:

“Fin dal 1979 l’Iran ha propagato una guerra religiosa globale contro il ‘mondo dell’arroganza’ il che significa una guerra contro coloro i quali sono sufficientemente ‘arroganti’ da farsi le proprie leggi invece di inchinarsi alla sharia di Allah. All’inizio degli anni Ottanta, l’Ayatollah Khomeini scoprì il culto del martirio e dei suicidi esplosivi come strumenti per la guerriglia islamica. Questa tecnica è unicamente basata sulla religione e la promessa del paradiso eterno per coloro che perpetrano omicidi di massa. ‘E’ necessario mantenere vivo il culto del martirio’, ha detto Alì Khamenei, il Supremo Leader dell’Iran nel marzo 2015 durante i negoziati sul nucleare. ‘Questo è uno dei principali bisogni del paese. La cultura del martirio è una cultura dell’autosacrificio per il bene di obiettivi a lungo termine’. Questi obiettivi sono, ovviamente, obiettivi religiosi. Khamenei è convinto di ottemperare a una missione religiosa. E’ il motivo per il quale la politica estera iraniana non è mai orientata allo status-quo ma è millenarista e rivoluzionaria, con la distruzione di Israele in cima alle sue priorità”.

Questa consapevolezza sulla natura della politica estera iraniana è da tempo fatta propria da Benjamin Netanyahu, ribadita recentemente in una intervista durante la sua visita negli Stati Uniti e al centro del suo discorso al Congresso americano nel marzo del 2015 nel tentativo di ostacolare l’accordo sul nucleare con l’Iran fortissimamente voluto da Obama.

La salvaguardia dell’identità palestinese ha sottolineato Khamanei nel suo discorso, in presenza del presidente iraniano Hassan Rouhani, è “una necessità e una santa jihad”.

L’antisemitismo in chiave islamica è uno degli aspetti essenziali dell’odio per Israele che informa una nuova versione della soluzione finale: la distruzione di Israele con, idealmente, tutti gli ebrei concentrati nella sua area geografica. Le parole di Hassan Nasrallah, segretario di Hezbollah, propaggine libanese dell’Iran, apparse sul Daily Star di Beirut nell’ottobre del 2002 sono eloquenti, “Se gli ebrei si radunassero in Israele, ci risparmierebbero la fatica di cercarli in giro per il mondo”.

Affermazione perfettamente allineata con la volontà eliminazionista hitleriana, la quale aveva come obbiettivo la distruzione degli ebrei in quanto ebrei, fino all’ultimo di essi.


Islam scita, Iran e ebrei
viewtopic.php?f=188&t=2221

Iran, ebrei in Iran, persecuzione, guerra a Israele
viewtopic.php?f=197&t=2237
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » mer ago 09, 2017 7:23 am

Israele: dove erano gli ipocriti quando Al Jazeera fomentava odio?
Lila C. Ashuryan Ago 8, 2017

http://www.rightsreporter.org/israele-g ... ntava-odio

Dove erano gli ipocriti quando Al Jazeera con notizie totalmente inventate fomentava le violenze sul Monte del Tempio? Dove erano quegli ipocriti quando sempre Al Jazeera glorificava i “martiri” palestinesi che uccidevano cittadini israeliani?

Tra ieri e oggi è stato un susseguirsi di critiche al Governo israeliano per aver deciso di oscurare l’emittente di proprietà dell’emiro del Qatar, un oscuramento che a dire il vero è parziale in quanto Al Jazeera è perfettamente raggiungibile da Israele attraverso la TV satellitare.

La stampa estera si è schierata quasi compatta con l’emittente del Qatar e sono fioccati gli editoriali che accusano la democrazia israeliana di “censura” nei confronti dell’emittente dell’emiro del Qatar. Ipocriti, perché la libertà di stampa in Israele è garantita per legge, talmente garantita che per anni lo Stato Ebraico ha subito la politica dell’odio diffusa proprio da Al Jazeera attraverso notizie tendenziose e spesso del tutto false. Per anni Israele ha subito le vignette offensive contro l’ebraismo, la glorificazione del terrorismo islamico, la fomentazione all’odio razziale e ogni tipo di attacco all’ebraismo e ai cittadini israeliani.

Perché quegli ipocriti che ieri criticavano Israele non si sono mai sentiti quando avveniva tutto questo? E gli ipocriti non sono solo sul versante antisemita, ci sono pure quelli “di casa”, i cosiddetti “amici di Israele” che però non perdono una sola occasione per schierarsi contro lo Stato Ebraico adottando addirittura la scusa che lo fanno “perché vogliono bene a Israele” e perché “difendono la democrazia israeliana” e non vogliono vedere quella stessa democrazia attuare misure restrittive nei confronti della stampa.

Beh, cari ipocriti vi do una notizia: non ci sono e non ci sono mai state restrizioni alla stampa in Israele. Haaretz con i suoi articoli critici e talvolta pieni di odio e falsità è li a dimostrarlo. Ma confondere chi fomenta odio e violenza – come fa Al Jazeera – con chi fa informazione (anche se critica e non sempre onesta) significa essere in malafede. Cosa succederebbe in Italia se un giornale importante si mettesse a scrivere articoli che fomentano odio e violenza contro i cittadini italiani? La giustizia italiana li lascerebbe fare? Non credo. L’ordine dei giornalisti resterebbe in silenzio o adotterebbe misure contro quei giornalisti come, per esempio, ha fatto con i giornalisti che hanno criticato l’islam? E allora perché se una misura del genere la prende Israele si parla di “scandalo” e di “attacco alla libertà di stampa”?

Si chiama ipocrisia cari signori, una parola alla quale ormai ci siamo abituati quando si tratta di Israele, ma che tuttavia non riusciamo ancora a digerire. Al Jazeera è la voce più ascoltata e pericolosa dell’estremismo islamico che fa capo alla Fratellanza Musulmana. Se ne sono accorti pure gli arabi ma nessuno si è indignato quando a oscurare l’emittente del Qatar sono stati i maggiori Paesi arabi. Come mai cari ipocriti?


Alberto Pento
Israele ha fatto benissimo, doveva farlo prima.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » gio ago 10, 2017 9:44 pm

L'antisemita demenziale di Blondet, una schifezza umana di prima grandezza

Mosca "avverte" severamente Israele. Che morde il freno.
Maurizio Blondet 9 agosto 2017

http://www.maurizioblondet.it/mosca-avv ... orde-freno

“Se violasse la tregua, la Russia saprebbe come regolarsi”: un severo avvertimento è stato lanciato dal generale Aleksei Kozin, numero due del Centro di Comando delle forze russe nella Siria meridionale al governo israeliano, contro ogni “tentativo di violazione del cessate il fuoco nel Sud della Siria”. Evidentemente sanno che Sion preparava qualche colpo.

Notoriamente, ciò che ha messo lo stato ebraico in quelle condizioni di ansia esistenziale e di stress pre-traumatico, così etnicamente tipico, che lo costringono talvolta a bombardare col fosforo la gente a Gaza o abbattere aerei, è il cessate il fuoco concluso fra Putin e Trump a margine del G20 di Amburgo, per fare del Sud siriano (a ridosso del confine israeliano) una zona di de-escalation garantita della presenza della polizia militare di Mosca e di truppe Usa.

Tel Aviv, che in quella zona ha stipendiato ed armato i suoi terroristi islamici di sostegno, protesta continuamente con Mosca e soprattutto con Washington; pretenderebbe che sue truppe giudaiche partecipassero alla sorveglianza nel territorio siriano; non si sente garantita dai russi, perché “La Russia è alleata dell’Iran e di Hezbollah nella guerra contro il terrorismo”. “Israele si oppone ormai radicalmente alla tregua russo-americana” entrata in vigore una settimana fa, riporta il giornale Al Akhbar; ha avanzato una lista di sue esigenze per essere tranquillizzata: il ritiro non solo delle forze iraniane ed Hezbollah dal sud siriano, ma anche l’armata di Damasco dal Golan, il dispiegamento di osservatori non russi su mandato israeliano, e che all’esercito di Assad sia rifiutato ogni mezzo per ristrutturarsi. Ed ha anche minacciato di passare all’atto se Washington e Mosca non le obbediscono.

“Le minacce sono state prese molto male a Mosca”, scrive Al Akhbar, “La Russia ha affermato che non esiterà a ripagare con la stessa moneta Israele, se questa metterà a rischio latregua”.

Channel 2, una tv sionista, ha citato queste parole del generale Kozin : “La Russia ha posto le sue condizioni a Israele nel quadro di questa tregua. Se Tel Aviv ha fino ad oggi goduto di una totale libertà d’azione in Siria, Mosca oggi si aspetta da lei che rispetti alla lettera il cessate il fuoco. Se decidesse di violare la tregua, allora noi russi sappiamo come regolarci, dal momento che siamo noi i garanti di questa tregua”. Secondo la tv israeliana “Iran e Hezbollah restano sulle loro posizioni nel sud della Siria”. Ha aggiunto, rivolto ai terroristi locali mantenuti da Sion, che “la regione di Quneitra (il Sud siriano) sarà presto messa in sicurezza e i terroristi hanno poco tempo per deporre le armi e consegnarsi all’armata siriana”.

http://parstoday.com/fr/news/middle_eas ... sra%C3%ABl

Ciascuno potrà valutare il rischio in corso, conoscendo Israele, il suo potere sugli Usa e il fatto che gli altri “osservatori”, quelli americani, hanno – per ordine del Pentagono – comportamenti piuttosto inquietanti a proposito della loro parola e lealtà. Nel Nord-Est,sul confine tra Siria e Irak, aerei americani hanno attaccato una formazione delle Unità di Mobilitazione Popolare (Al-Hashad al-Shabi), ossia i miliziani volontari che affiancano l’esercito iracheno e quello di Damasco, che combattono l’ISIS, uccidendo quaranta militanti e ferendone una decina. USAF o il Pentagono non si rassegnano a vedere disfatti i loro terroristi? O applicano la strategia del dissanguamento delle forze sciite vittoriose? Una risposta russa ad un’azione bellica di Israele rende troppo probabile un confronto diretto con Washington.

Tanto più che potenti forze dietro le quinte stanno già facendo di tutto per indurre Washington a fare la guerra vera e propria all’Iran. Donald Trump sarebbe favorevole. Anzi peggio. Secondo il New York Times, il presidente ha messo insieme un “gabinetto nero” il cui compito sarebbe di fabbricare prove per dimostrare che Teheran viola gli accordi sulla moratoria del proprio programma nucleare del 2015, stracciare questo accordo firmato da Obama, e quindi “un pretesto per fare la guerra all’Iran”, come ha detto un anonimo ex caso di un servizio di spionaggio europeo. Il fatto è che proprio poche settimane fa gli ispettori internazionali hanno riaffermato che Teheran rispetta la tregua; “Ma ne viola lo spirito”, ha ribattuto Trump – in attesa di trovare un pretesto? O di crearlo?


Mogherini mandata a Teheran

Il rischio deve essere molto sentito negli ambienti europei che contano. E’ questo il vero motivo per cui, ostentatamente, alla cerimonia d’insediamento del nuovo capo di governo Rouhani è stata mandata Federica Mogherini l’alta rappresentante esteri UE: non certo per sua iniziativa privata. Siccome la UE è uno dei firmatari di quell’accordo sul nucleare (JPACG, firmato a Vienna il 14 luglio 2015), Bruxelles – o diciamo Berlino – hanno voluto mandare un segnale alla Casa Bianca: “noi” europei non vi appoggeremo stavolta nella fabbricazione di prove false, per noi l’Iran rispetta scrupolosamente i patti, anzi è un regime rispettabile e amico.
Per la UE, l’Iran è in regola. Lo sappia Trump.

Tutto sta a vedere se alla Casa Bianca e più in generale a Washington si abbia la capacità e la voglia di tener conto dei delicati e finemente allusivi messaggi europei. Voci molto più potenti ed assordanti si fanno sentire a Trump e compari. A Washington esiste un circolo chiamato “United Against a Nuclear Iran”, il quale fa incessante propaganda asserendo falsamente che Tehran si sta facendo la Bomba di nascosto; che quindi bisogna che l’Occidente lo seppellisca sotto le bombe; per intanto, aggravi le sanzioni contro questo regime oscurantista di sterminatori del loro stesso popolo eccetera eccetera.

In Europa, qualunque impresa che stringa una qualsiasi relazione d’affari con l’Iran, riceve un insieme di avvertimenti da questo think tank che lo avverte dei rischi, multe e sanzioni da parte degli Usa cui si esporrà, se continua.
La lobby scatenata contro l’Iran.

“United Against a Nuclear Iran” è una accolta di vecchi nomi dell’ebraismo neocon, già visto all’opera – purtroppo eficace – quando si trattò di lanciare l’America contro Saddam Hussein: l’ex senatore Joel Lieberman (j), John Bolton (j) , gli ex ambasciatori Richard Hooolbroke (j) e Dennis Ross (j), e per far buon peso un paio di ex direttori del Mossad, Tamir Pardo e Meir Dagan. Nell’eletto mucchio troviamo anche il “nostro” (loro ) Terzi di Sant’Agata, che fu sciaguratamente ministro degli esteri per poco, che si è messo nel gruppo per Sion certo per il tipico spirito di servizievolezza italico. Questo think tank è riccamente finanziato dalla famiglia di miliardari Kaplan (j) e da quella del tycoon Sheldon Adelson (j); ha condotto campagne diffamatorie che hanno intimidito e dissuaso dal fare affari con l’Iran giganti come Caterpillar, General Electric, INgersoll Rand, KPGM ; ha allestito campagne televisive costosissime per dimostrare quanto satanico e pericoloso sia l’Iran per il mondo occidentale e quanto male abbia fatto Obama a firmare l’accordo sul nucleare iraniano; nel settembre 2009, quando Ahmadinejad parlò all’Assemblea Generale dell’Onu, il think tank ebraico chiamò tutti i grandi alberghi di New York ed intimò loro di negare l’ospitalità all’Iraniano; ottenendone obbedienza.

Insomma questo United Against a Nuclear Iran non si darà e non darà pace alla Casa Bianca e al Congresso fino a che non riuscirà a scatenare la superpotenza in un conflitto grandioso con l’Iran, per il bene di Israele.

Secondo Foreign Policy, il segretario di stato Rex Tillerson, richiesto espressamente da Trump di fabbricare il caso per denunciare l’accordo dell’Iran, si è rifiutato; a capo del “gabinetto nero” sarebbe invece Steve Bannon. Strana e indecifrata la posizione del generale McMaster, ritenuto il “controllore” messo dal Deep State a fianco del Presidente inaffidabile. Il 3 agosto scorso, Trump ha convocato McMaster ad un colloqui (presente anche Jared…) e alla fine ha dettato la seguente dichiarazione pubblica: “Il generale McMaster ed io lavoriamo molto bene insieme. E’ una brava persona e molto pro-Israele”.

http://www.breitbart.com/big-government ... or-ouster/
Trump: “McMaster is very pro-Israel”.

Una uscita, nel contesto che abbiamo illustrato, altamente inquietante. Che diventa anche più allarmante se unita ad una intervista televisiva di Channel 10 (israeliana) al generale sionista Giora Eland, ex capo del consiglio di sicurezza nazionale israeliano. “ Israele non è pronta a impegnarsi in una nuova guerra con Hezbollah, e non sarà nemmeno capace di subirne le conseguenze […]. Bisogna impedire che una nuova guerra si scateni fra le due parti; ma se dovesse avvenire, bisogna farla finire in tre giorni, non durare 33 giorni come nel 2006” – Il 2006 in cui Sion, per la prima volta, prese una batosta spaventosa da Hezbollah. Un’idea fissa, voglia di guerra e paura allo stesso tempo, molto freudiano.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » gio ago 10, 2017 10:59 pm

Rally per Netanyahu a Tel Aviv. Tremila sostenitori sono scesi in piazza in difesa del primo ministro israeliano da mesi sulla graticola per presunti reati che lo vedrebbero inplicato in atti di corruzione.

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Da parte dei sostenitori, emerge come sempre l'ipotesi del fumus persecutionis, del complotto ordito da media, stampa e magistratura unite, allo scopo di fare cadere l'uomo politico di turno e mettere al suo posto un nuovo soggetto di loro gradimento.

Lo abbiamo già visto questo copione inscenato in Italia all'epoca di Mani Pulite da parte degli inquisiti e dei loro sodali. Tuttavia questo non impedì che avessero luogo diversi processi poi diventati celebri, venissero accertate colpevolezze e ci fosse una celebre fuga all'estero mascherata da esilio.

Spostandoci dall'Italia, arriviamo agli Stati Uniti di oggi, dove Donald Trump è inseguito dall'ombra del Russiagate, e naturalmente, di nuovo si parla di invenzioni, complotti, falsi. Il fumus persecutionis sempre attivo, oppure no?

Tornando a Bibi e a Israele, una cosa però è certa, l'avversione nei suoi confronti da parte dell'establishment politico-culturale-mediatico del paese è di lunga data. Nelle forze armate, nei media, nelle università, nella magistratura, è da tempo consolidata una egemonia di sinistra post-sionista strutturalmente avversa a chi difende la statualità ebraica del paese e si vuole porre come argine al tentativo di impiantarvi al proprio interno uno stato palestinese.

Benjamin Netanyau per quante possano essere le sue carenze e quanti i suoi peccati (e al momento ci sono solo accuse ma niente di concreto), non è andato mai a capo chino da Abu Mazen per farsi dettare le condizioni, e questo non piace a molti. Soprattutto non piaceva a Barack Obama il quale, alle ultime elezioni, sperava in una vittoria di Herzog in modo da spingerlo poi nelle braccia del padrino di Ramallah.

Netanyahu paga il prezzo di avere vinto contro tutti i pronostici che lo davano perdente. Spero vivamente, per il bene di Israele, che nessuna delle accuse a lui rivolte siano fondate.
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Re: Idiozie e odio contro Israele e gli ebrei

Messaggioda Berto » gio ago 10, 2017 10:59 pm

Turisti indottrinati da guide turistiche palestinesi
E’ vero che non c’è niente di meglio che vedere Israele coi propri occhi, ma molto dipende da ciò che viene detto, taciuto o totalmente inventato

(Da: Israel HaYom, israele. net, 8.8.17)
9 agosto 2017

http://www.israele.net/turisti-indottri ... alestinesi

“Gli ebrei sono arrivati da vari paesi cento anni fa: la loro storia in questa terra è tutta qui”. E poi naturalmente “hanno rubato agli arabi le loro terre e negano loro la libertà di culto”. Sono solo alcune delle frasi che spesso le guide turistiche palestinesi dicono ai gruppi che accompagnano in giro per Israele.

“Le ho sentite molte volte con le mie orecchie”, ha detto a Israel HaYom una guida turistica israeliana. Alle domande dei turisti sui ritrovamenti archeologici che indicano chiari collegamenti ebraici con la Terra d’Israele, le guide palestinesi rispondono spesso che si tratta solo di invenzioni fabbricate dagli ebrei. “Quando l’autobus è passato vicino alla barriera difensiva eretta per impedire gli attentati e i tiri di cecchini della seconda intifada – racconta un’altra guida israeliana – la guida a bordo, un arabo israeliano, ha detto ai turisti che l’unico scopo del muro è quello di espropriare terra ai palestinesi e limitare la loro libertà di movimento. Ovviamente non ha fatto il minimo cenno alle stragi suicide sugli autobus e nei bar che portarono alla sua costruzione”. “A volte intervieni e dici qualcosa per correggere – continua la guida israeliana – ma il più delle volte lasci perdere: a cosa serve dire qualcosa per un minuto a un gruppo che per tutta la durata del viaggio sentirà queste menzogne?”.

Il memoriale delle vittime dei convogli ebraici sulla strada per Gerusalemme. “Solo resti di incidenti stradali”, secondo certe guide turistiche arabe

Un altro caso classico ricordato dalle guide riguarda i resti dei carri blindati che si vedono lungo la strada che sale da Tel Aviv a Gerusalemme, dove sono stati lasciati a ricordo delle vittime dei tanti convogli ebraici che vennero attaccati e distrutti durante la guerra del ’48, nei lunghi mesi in cui 100mila civili ebrei erano assediati e affamati a Gerusalemme. “Sono solo resti di incidenti stradali” ha risposto una guida araba alle domande di un turista. Altre guide sostengono che si tratta di monumenti che inneggiano alla “conquista del paese, strappato ai palestinesi”. Tutto ciò che può testimoniare una connessione della storia e della tradizione ebraica con questo paese viene semplicemente cancellato dalle guide arabe e palestinesi, anche a costo di raccontare bugie così grossolane.

Non basta. Durante la tappa a Yad Vashem, il memoriale e museo della Shoà a Gerusalemme, capita spesso di sentire le guide palestinesi e arabo-israeliane che ripetono ai turisti: “Israele sta facendo a noi la stessa cosa che i tedeschi hanno fatto agli ebrei nell’Olocausto”.

Si tratta di un vero e proprio indottrinamento a cui questi gruppi di turisti vengono sottoposti per sei, sette, anche dieci giorni di seguito, è la denuncia raccolta da Israel HaYom: un fenomeno noto da tempo nell’ambiente del turismo e che talvolta riguarda anche gruppi organizzati da agenzie israeliane.

Arca dell’Alleanza scolpita sulle pietre della sinagoga di Cafarnao (IV sec e.v.). “Gli ebrei sono arrivati cento anni fa e la loro storia in questa terra è tutta qui”, secondo certe guide turistiche arabe

Il Ministero del Turismo israeliano rilascia licenze di guida turistica palestinese in base al Protocollo di Parigi, firmato nel 1994 nell’ambito degli Accordi di Oslo, che prevede che Israele consenta di operare in Israele a guide palestinesi certificate dall’Autorità Palestinese.

E’ vero che non c’è niente di meglio che vedere Israele coi propri occhi, dicono gli operatori intervistati da Israel HaYom. Ma è anche vero che molto dipende da ciò che ti viene detto o che viene taciuto, o posto totalmente fuori contesto. “Più tardi, questi turisti sommano ciò che viene loro raccontato con quello che vedono su mass-media e social network e tornano nei loro paesi a raccontare ad amici e parenti la versione della propaganda palestinese come se fosse oro colato”.

Ma perché mai un’agenzia di viaggi israeliana dovrebbe assumere guide palestinesi? La ragione è semplice: i soldi. “Il costo di una guida palestinese – spiegano gli operatori – può essere la metà, e talvolta anche meno, di quello standard di una guida israeliana. Per non parlare degli autisti d’autobus, che a Gerusalemme est e nei territori di solito lavorano in nero. Le nostre guide sono molto più professionali, ma costano di più”. Se porti un gruppo a visitare Masada con una guida palestinese che non fa alcuna menzione della rivolta giudaica anti-romana, della distruzione del Secondo Tempio e della resistenza degli zeloti perché non vuole citare nulla che ricordi la storia ebraica in questa terra, risparmi un po’ di quattrini, offri un viaggio più economico ai tuoi clienti, ma accetti di diffondere menzogne e calunnie dalle conseguenze devastanti.
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