Gerusalemme capitale di Israele

Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer feb 07, 2018 5:38 am

“Gli arabi e i musulmani non accetteranno mai Israele come Stato ebraico”
Daniel Pipes
6 febbraio 2018
Traduzione in italiano di Angelita La Spada

http://www.linformale.eu/gli-arabi-e-i- ... niel-pipes

Mordechai Kedar, un insigne specialista di Medio Oriente, ha di recente pubblicato un articolo in cui sostiene che gli arabi e i musulmani non potranno mai accettare Israele come Stato ebraico. Questa conclusione è in netto contrasto con il Progetto di vittoria di Israele da me proposto, che riguarda proprio l’acquisizione dell’accettazione. Pertanto, l’analisi di Kedar richiede una risposta.

Kedar formula due argomentazioni – una religiosa e l’altra nazionalista – per suffragare le sue conclusioni. “Il motivo religioso è radicato nella concezione dell’Islam in quanto fede, la cui missione è porre fine sia al Giudaismo sia al Cristianesimo, ereditando tutto ciò che un tempo era ebraico o cristiano: terra, luoghi di culto e fedeli. (…) Il fatto che gli ebrei cercano ora di pregare sul Monte del Tempio, indica che il Giudaismo è tornato a essere una religione attiva, viva e persino dinamica. Questo mette in discussione la stessa ragion d’essere dell’Islam. (…) I musulmani fedeli alla loro religione e consapevoli di questo pericolo non possono assolutamente accettare l’esistenza di uno Stato ebraico, nemmeno uno minuscolo, che si affacci sulla costa di Tel Aviv”.

Il motivo nazionalista riguarda il movimento nazionale palestinese che “si basa sulla negazione del diritto del popolo ebraico alla propria terra e al proprio stato”. Pertanto, l’obiettivo del movimento è quello di creare “uno stato arabo costruito sulle rovine di Israele, non al suo fianco”.

Coniugando queste due motivazioni, Kedar conclude che “gli arabi e i musulmani sono incapaci di accettare Israele come Stato ebraico”.

In risposta – e questo è il punto chiave – Kedar afferma che Israele dovrebbe “dire in maniera inequivocabile: ‘Gerusalemme appartiene agli ebrei e voi dovete cominciare a imparare a conviverci’”. Da qui si evince che lo studioso consiglia a Israele di affermarsi come Stato ebraico di fronte agli arabi e ai musulmani.

A un attento esame, l’analisi e la raccomandazione politica di Kedar si contraddicono a vicenda: se gli arabi e i musulmani non accetteranno mai Israele come Stato ebraico, perché chiedere a Israele di affermare questo dato di fatto e costringerli a “imparare a conviverci”? Se non accetteranno mai questa realtà, come potranno essere costretti a “imparare a conviverci”?

In altre parole, Kedar non crede alla sua stessa previsione negativa. Se lo avesse fatto non avrebbe toccato il tema del negazionismo arabo e musulmano ma avrebbe trovato il modo di eluderlo. Ad esempio, chi è davvero convinto dell’eterna opposizione araba/musulmana allo Stato ebraico potrebbe rinunciare a Gerusalemme per salvare il resto del paese. Oppure rinuncerebbe all’intera impresa sionista per indurre gli ebrei israeliani a traferirsi a Scarsdale.

Il fatto che Kedar non assuma una posizione disfattista implica che, nel profondo del suo cuore, egli spera di convincere i nemici di Israele che lo Stato ebraico è troppo tenace, competente e forte per essere sconfitto e che quindi dovrebbero rinunciare alla irrealizzabile campagna contro di esso. Il suo vero messaggio non è il disfattista “Gli arabi e i musulmani non accetteranno mai Israele come Stato ebraico”, ma è ottimista e dice: “Israele non accetterà mai il negazionismo arabo e musulmano”. Perciò, suo malgrado, Kedar crede nella vittoria di Israele.
Benvenuto nelle nostre file, Mordechai.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » sab feb 24, 2018 9:15 pm

IL TRASFERIMENTO DELL’AMBASCIATA AMERICANA AVVERRÀ NEL GIORNO DELL’INDIPENDENZA DI ISRAELE

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 7188815303

Oramai è ufficiale. Il trasferimento dell’ambasciata americana in Israele avverrà il 14 maggio, nel giorno dell’indipendenza dello stato di Israele. Un dirigente americano precisa che l’ambasciata inizialmente s’insedierà provvisoriamente nella sede del consolato americano ad Arnona, un quartiere a sud di Gerusalemme. E se il presidente americano Donald Trump non ha mai perso l'occasione nel denunciare l’incredibile campagna di odio scattata dallo scorso 6 dicembre, data in cui dichiarò Gerusalemme capitale di Israele, contro la decisione legittima di un grande paese indipendente come gli Stati Uniti, i palestinesi per voce di Hamas si oppongono facendo appello ad un’improbabile violazione del diritto internazionale e convenzioni internazionali minacciando gravissime ripercussioni.

Intanto l’ambasciata israeliana a Washington ha inoltrato le parole di apprezzamento del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha ringraziato Trump per aver fatto coincidere il trasferimento della diplomazia americana nel settantesimo giorno dell’indipendenza di Israele trasformando un giorno di gioia in una più grande celebrazione nazionale.


https://www.facebook.com/Netanyahu/vide ... 4944532076


Alberto Pento
Grazie Trump!



Niram Ferretti

https://www.facebook.com/antonello.busa ... 9823500102

È ufficiale. Lo spostamento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme avverrà il 14 maggio prossimo, giorno dell'Indipendenza di Israele.

La mossa ha un evidente valore simbolico e certifica con nettezza l'irrevocabilità della decisione con cui Donald Trump, il dicembre scorso, ha dichiarato Gerusalemme capitale di Israele.

Alti lai si erano sentiti allora insieme a profezie di sventure. Molti si aspettavano e si auguravano una Terza Intifada, ma non è accaduto nulla di drammatico se non qualche protesta. E nulla di drammatico avverrà quando l'ambasciata sarà spostata.

Lo scenario mediorientale non è più quello di vent'anni fa. La "causa palestinese" non appassiona più da almeno un decennio il mondo arabo. Nessuno tra gli stati arabi sunniti è pronto ad impegnarsi per Abu Mazen e la sua cricca. Sono altre le priorità.

La "causa palestinese" continua invece ad appassionare l'Europa e la sinistra antisionista occidentale. Ed è infatti in Europa che il vecchio e bolso padrino di Ramallah cerca una sponda che tuttavia non riesce a trovare più di tanto.

Si procede dunque nella direzione convenuta in attesa di vedere la road map che Washington ha predisposto per una risoluzione del conflitto. Non saranno solo rose e fiori per Israele.

Nell'attesa si incassa questo passo avanti.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » lun feb 26, 2018 9:56 am

LA PAROLA DI TACITO CONTRO QUELLA DELL'UNESCO

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 9745416714

Tacito, Storie, Libro V
Lo storico più importante dell'antichità, sostiene che Hierosolyma, ossia Gerusalemme, è la capitale degli Ebrei, e che nel Tempio, monumento più importante della città, ci sono immense ricchezze.

Praticamente tutto il contrario di ciò che viene sostenuto oggi dall'UNESCO.
L'involuzione culturale abbia inizio.



Publio (o Gaio) Cornelio Tacito (in latino Publius (o Gaius) Cornelius Tacitus; Gallia Narbonense, 55-58 – Roma (città antica), 117-120[ è stato uno storico, oratore e senatore romano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Publio_Cornelio_Tacito
È uno degli storici più importanti dell'antichità. Le sue opere maggiori, gli Annales e le Historiae, illustrano la storia dell'Impero romano del I secolo, dalla morte dell'imperatore Augusto, avvenuta nel 14, fino alla guerra giudaica dell'imperatore Tito (anno 70).


http://digilander.libero.it/Hard_Rain/T ... ibro-V.pdf

8. Gran parte della Giudea è disseminata di borgate; hanno però anche città. La capitale è Gerusalemme, col suo tempio immensamente ricco. Una prima cerchia di mura chiude la città, una seconda la reggia; infine il tempio, cinto da una più interna. I Giudei potevano accedere fino alle porte; la soglia era vietata a tutti, eccetto ai sacerdoti. Finché l'Oriente fu soggetto agli Assiri, ai Medi, ai Persiani, i Giudei furono la parte più spregiata dei loro sudditi; quando prevalsero i Macedoni, il re Antioco tentò di estirpare il loro fanatismo, introducendo i costumi greci, ma la guerra contro i Parti gli impedì di incivilire quella gente sconcia; infatti, proprio allora si era ribellato Arsace. Allora i Giudei, profittando del declino dei Macedoni e della potenza non ancora affermata dei Parti - e i Romani erano lontani - si diedero propri re. Questi, cacciati dalla volubilità del popolo, ripresero il dominio con le armi, non indietreggiando di fronte a fughe di cittadini, a distruzioni di città, a uccisioni di fratelli, di spose, di genitori e di fronte agli altri misfatti propri dei re, e tennero viva quella superstizione, perché assegnavano alla dignità sacerdotale il ruolo di sostenere la propria potenza.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mar feb 27, 2018 8:37 pm

FAKE NEWS DAL PASSATO: LA VERA MOSCHEA DI AL AQSA NON È A GERUSALEMME

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 6178550404

Potrebbe sembrare un'affermazione provocatoria, ma in realtà si tratta di una verità storica inconfutabile, che la maggior parte degli studiosi islamici cerca di evitare in ogni modo.

Il prof. Mordechai Kedar non è stato di certo il primo a spiegare la tardiva contraffazione relativa alla famosa moschea, ma lo ha fatto nel modo più semplice e inequivocabile: "Le prime fonti islamiche attestano che “la moschea di al Aqsa” ( letteralmente: ‘la moschea più lontana’), citata nel Corano una volta sola, era stata una delle due moschee situate nei pressi di Ji'irrana, un villaggio che sorge tra La Mecca e Taaf nella Penisola Araba (ora Arabia Saudita).

Una delle moschee era stata chiamata “al-Masjid al-Adna”, cioè “la moschea più vicina” e l’altra “al-Masjid al-Aqsa”, “la moschea più lontana”. Quando il Corano cita la moschea di al Aqsa durante il racconto del mitico viaggio notturno del Profeta Maometto, dalla “sacra moschea” della Mecca fino ad al Aqsa, cioè “ la moschea più lontana”, si riferisce alla moschea di Ji’irrana." Furono gli Omayyadi, alla fine del VII secolo, quando fu loro impedito di andare in pellegrinaggio a La Mecca, che optarono per Gerusalemme e fabbricarono il mito del pellegrinaggio notturno di Maometto a Gerusalemme.

Il prof. Kedar aggiunge, a ragione, un tassello importante, relativo al revival del falso storico: "I bugiardi dell’Islam decisero di “espandere” al Aqsa - la cui vera posizione è in realtà nel deserto arabo - fino a comprendere l’intera area del Monte del Tempio solo dopo che gli ebrei avevano liberato il Kotel nella Guerra dei Sei Giorni (1967)"

Prima, sotto la dominazione illegale giordana, Al Asqa non era considerata particolarmente sacra, anzi, veniva a malapena menzionata negli opuscoli giordani. A riprova di questa completa falsificazione e ignoranza sulla moschea di Al Aqsa, c'è da dire che il 99% dei musulmani la identificano con l'edificio sbagliato, che non è una moschea!
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer mar 07, 2018 9:58 pm

Le promesse di Mike Pence alla lobby che supporta Israele
Lorenzo Vita
07/03/2018


http://www.occhidellaguerra.it/mike-pence-israele

Il vicepresidente americano, Mike Pence, ha siglato il patto con il più grande gruppo di pressione a favore di Israele, l’American Public Affair Committee (Aipac). Durante la convention annuale della lobby americana che sostiene le politiche dello Stato di Israele e opera all’interno delle istituzioni Usa per orientarle in favore di Israele, Mike Pence ha ribadito i capisaldi della politica dell’amministrazione Trump nei confronti dell’alleato israeliano.

Il primo pilastro confermato da Mike Pence è stata la revisione dell’accordo sul nucleare iraniano siglato dal gruppo 5+1 sotto l’amministrazione di Barack Obama. Il vicepresidente ha ribadito che gli Stati Uniti si ritireranno dall’accordo con l’Iran (e con i partner europei) se il Congresso non si impegnerà ad “aggiustarlo”. “Non c’è da sbagliarsi, questa è la loro ultima chance. Se l’accordo con l’Iran non verrà aggiustato nei prossimi mesi, gli Stati Uniti d’America si ritireranno immediatamente dall’accordo nucleare“. Queste le parole di Pence come riferisce il sito Time of Israel.

L’accordo nucleare, raggiunto nel 2015 tra l’Iran da una parte e da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania dall’altra, ha reso possibile lo stop del programma di arricchimento nucleare di Teheran in cambio di un sensibile alleggerimento delle sanzioni. Trump ha da sempre definito l’affare “disastroso” e ha promesso a più riprese di ritirarlo se non sarà rinegoziato. Pence ha confermato questa strategia parlando in particolare delle clausole definite del “tramonto“. Il nome deriva dal fatto che, secondo la presidenza Usa, se l’accordo si conclude dopo un tot di anni, di conseguenza, il “nuclear deal” di fatto “ritarda semplicemente il giorno” in cui l’Iran potrà ottenere un’arma nucleare.

Le parole del politico americano risuonano come una vera e propria sfida all’Iran. Sono state parole molto dure che hanno confermato nettamente l’asse con Tel Aviv e l’assoluta avversione nei confronti del governo iraniano. Pence ha anche accusato l’Iran di aver speso quattro miliardi di dollari nel 2017 per finanziare gruppi terroristici (in riferimento sicuramente a Hezbollah, che per gli Usa e Israele è obiettivo numero uno in territorio mediorientale) e ha detto che l’abbattimento di un drone iraniano che si è infiltrato nello spazio aereo israeliano lo scorso mese ha inviato un messaggio alla regione: “Le provocazioni pericolose non saranno non controllate da Israele, dall’America o dai nostri alleati “. Ma c’è una frase che è stata molto importante: “Non permetteremo che la sconfitta dell’Isis diventi una vittoria per l’Iran“. Una frase che dice molto sulla politica americana in Medio Oriente nel presente e nel prossimo futuro.

L’Iran è stato oggetto non solo dell’incontro di Pence con l’Aipac, ma anche, e soprattutto, del vertice fra il premier israeliano Netanyahu e il presidente Trump alla Casa Bianca. L’obiettivo del leader di Israele, messo sotto torchio della giustizia da un’inchiesta che potrebbe costargli molto cara, è stato quello di confermare l’asse con Washington ma sopratutto quello di chiedere all’amministrazione americana azioni dirette contro l’Iran. E Trump ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti a sostenere le scelte strategiche israeliane.

Parlando alla conferenza annuale politica della lobby, Pence ha anche ribadito il secondo pilastro delle relazioni bilaterali fra l’amministrazione Trump e lo Stato di Israele: il riconoscimento di Gerusalemme come capitale. Lo spostamento dell’ambasciata americana nella città santa delle tre religioni monoteiste dovrebbe avvenire il 14 maggio, in coincidenza con il 70esimo anniversario della fondazione dello Stato di Israele. Il presidente Usa ha detto che potrebbe recarsi in visita ufficiale per quella data.

Il vicepresidente ha voluto anche citare, velocemente, la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina. Ma la fugace dichiarazione riguardo a una volontà americana di far raggiungere l’accordo per la soluzione dei due Stati dà la cifra di quanto sia in realtà minimo l’interesse di Washington per un accordo che non interessa, di fondo, a nessuno. Anche i suoi stessi partner mediorientali ormai vedono la questione palestinese come un problema secondario, ed è lo stesso Israele a voler renderlo tale di fronte alla comunità internazionale. Pence ha sì accennato alle prospettive di un sostegno amministrativo per una soluzione in tal senso con i palestinesi, ma ha subito detto che, per prima cosa, c’è la sicurezza di Israele. “Mentre qualsiasi accordo richiederà un compromesso, gli Stati Uniti non comprometteranno mai la sicurezza dello stato ebraico di Israele“, ha affermato Pence ricevendo i calorosi applausi del pubblico accorso alla convention.


https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 6765206713
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » lun mar 12, 2018 9:25 am

“Gerusalemme sia il Comune di tutti. Io palestinese mi candido sindaco”
francesco semprini

http://www.lastampa.it/2018/03/11/ester ... agina.html


Gerusalemme è una città dove il tempo ha le sue misure. È apparentemente immobile come la pietra chiara di cui sono fatte le sue case, eppure ha una straordinaria e imprevedibile capacità di cambiare e far cambiare le cose.

Mentre il mondo discute intorno alle dichiarazioni di Trump e aspetta di vedere quando e come l’ambasciata americana (seguita a ruota, forse, da quella di altri paesi come il Guatemala e la Repubblica Ceca i cui presidenti si sono espressi in tale direzione) salirà da Tel Aviv a questa città tanto eterna quanto fragile, lassù succedono cose fino a poco tempo fa impensabili.

A ottobre di quest’anno ci saranno infatti le elezioni municipali in questa città che dal 1967 in poi ha visto avvicendarsi soltanto quattro sindaci – il mitico Teddy Kollek fino al 1993, Ehud Olmert (1993-2003), Uri Lupolianski (2003-2008) mentre da dieci anni ormai è saldamente guidata da Nir Barkat. Sempre nel 1967, all’indomani della Guerra dei Sei Giorni e di quella che per Israele fu la riunificazione della città e per i palestinesi l’inizio dell’occupazione, questi ultimi, che rappresentano circa il 37 per cento della popolazione totale di Gerusalemme, sancirono un boicottaggio politico sino ad oggi mai smentito. Partecipare alle elezioni municipali, sia da votanti sia da candidati, avrebbe per loro significato accettare in qualche modo la sovranità israeliana su Gerusalemme. Qui vivono infatti ebrei e arabi con passaporto israeliano oltre a residenti della zona est della città che hanno assistenza sociale e diritto di voto nelle consultazioni amministrative.

«Ritengo che per la popolazione sia giunto il momento di votare. Secondo alcuni questo sarebbe una forma di normalizzazione e “israelianizzazione” di Gerusalemme, ma io dirò loro che questo deve essere il comune di tutti, il paese di tutti», ha dichiarato Ramadan Dabash annunciando la creazione di un partito palestinese pronto a correre nelle prossime consultazioni.

Dabash è un ingegnere che vive a Gerusalemme est, ha il suo studio nella parte occidentale della città, ha studiato al Technion di Haifa e poi a Mosca, insegna a Tel Aviv, è presidente del consiglio locale del quartiere di Tzur Baher, ha quattro mogli, un sacco di figli e un programma politico animato di sano pragmatismo: «Non ho nessuna intenzione di rinunciare alla moschea di Al-Aqsa, di convertirmi all’ebraismo o abbandonare il nazionalismo palestinese. Ma dobbiamo avere il nostro posto in consiglio comunale».

La mossa di Dabash ha subito destato reazioni tanto animate quanto contrastanti. Per molti palestinesi di Gerusalemme esercitare il diritto di voto alle prossime elezioni municipali è ancora un tabù, ma tanti altri sono dell’avviso che le cose debbono cambiare, e così la pensa anche quel 60 per cento di israeliani della città favorevole alla partecipazione politica dei palestinesi. Proprio lo stallo del processo di pace e la crescente frustrazione con cui guardano all’inerzia dell’Autorità Palestinese potrà indurre le nuove generazioni di palestinesi di Gerusalemme a prendere l’iniziativa sul piano locale, prima di tutto andando a votare.

Dabash è fortemente motivato, sa che dovrà affrontare una strenua opposizione interna e per questo non ha aspettative troppo ambiziose. Ma il suo gesto è di per sé il segno non soltanto di un futuro cambiamento che sarà presumibilmente tanto lento quanto inevitabile, e che prima o poi trasformerà il volto della dirigenza gerosolimitana. E’ prima di tutto la testimonianza di quanto Gerusalemme sia per davvero al centro del mondo, per lo meno del suo – di quel Medioriente che per sopravvivere alla propria storia non può che diventare una palestra di convivenza: perché se di qui è uscita la parola del Signore, come dice la Bibbia, di qui e non altrove potrà venire anche quella “parola” creativa in grado di offrire soluzioni politiche praticabili, in un delicato ma necessario equilibrio fra passato e futuro.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » gio mar 22, 2018 3:53 pm

Università di Torino, continua anche oggi la vergogna...(una grande bandiera palestinese è appesa dietro alla cattedra).
Emanuel Segre Amar
21 marzo 2018

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 1152656648

21 marzo 2018, aula 4, alla presenza di oltre 100 studenti.
Presentazione fatta da una giovane di Progetto Palestina che si scusa per aver comunicato la sede (aula) solo all'ultimo momento perché in un primo momento la disponibilità dell’aula era stata rifiutata perché la conferenza era sbilanciata. Il movimento ha sollecitato un incontro per chiarimenti, ed abbiamo spiegato che i nostri incontri non sono di natura ideologica, infatti i professori danno crediti e finanziano pure i nostri convegni. E noi infatti abbiamo vinto il bando (non ho dettagli ulteriori su questo). Ma l'ateneo riceve forti pressioni dall’ambasciata israeliana. I nostri convegni hanno una base scientifica e questo è un forte problema per l'ambasciata.
L'aula era stata negata ma poi l'abbiamo ottenuta e questo convegno è finanziato dal dipartimento (immagino Culture, politiche e società).
Il seminario dei giorni 1 e 2 marzo è stato importante perché diversi studiosi italiani e stranieri, tra i quali Ilan Pappé, sono venuti per aiutarci a riflettere. Ed oggi siamo qui con lo stesso spirito.
Oggi si parla di Gerusalemme su fonti giuridiche e fotografiche. (Vista l'ora tarda non riporto adesso le affermazioni fatte dal giovane fotografo arabo altrettanto gravi di quelle del giurista).
Tra parentesi osservazioni mie.

Avv. Ugo Giannangeli
Cerco di non essere ideologico e di seguire un ordine cronologico
Parto dal 1947 e terminerò con la dichiarazione di Trump.
Risoluzione 181 piano di spartizione che recepisce raccomandazione di un piano: stato arabo, stato ebraico e regime speciale per Gerusalemme (in tal modo ha cancellato tutte le decisioni vincolanti della Società delle Nazioni)
Gerusalemme avrebbe avuto un corpo separato sotto regime internazionale gestito dalle Nazioni Unite, con i confini nord, sud, est e ovest chiaramente indicati e con statuto molto preciso, con governatore che rappresenta le Nazioni Unite e con sistema giudiziario autonomo e indipendente; la città sarebbe stata demilitarizzata, ed i poliziotti sarebbero stati reclutati fuori dalla Palestina. I residenti sarebbero stati i cittadini di Gerusalemme. I due popoli avevano rapporti pacifici (nessun pogrom?)
Siamo al 29/11/1947, ma la distruzione dei villaggi e la cacciata dei palestinesi inizia subito. I sionisti occupano subito le aree lasciate dai britannici, costretti ad andarsene prima del previsto.
Si combatte e gli arabi vengono espulsi da Gerusalemme ovest. Piano Dalet di febbraio - marzo 1948, ed a maggio nasce lo stato ebraico. Fin dal primo momento Israele ha attaccato con azioni violente sul territorio. Gli inglesi sono stati costretti a partire prima del previsto e l’ONU non ha fatto nulla. Tutti fatti compiuti imposti da Israele. Subito Gerusalemme ovest viene nominata da Ben Gurion capitale, e successivamente verrà dichiarata capitale eterna. Questo è il primo atto. (Quindi nulla sugli attacchi degli arabi, nulla sulla accettazione da parte ebraica della suddivisione del territorio rifiutata dagli arabi)
Si arriva alla guerra dei sei giorni con l'occupazione di Gerusalemme est giordana (silenzio sul mancato diritto Giordano di occuparla). Viene occupata la città vecchia e Gerusalemme est. Interessava avere il massimo del territorio col minimo di palestinesi. Abu Dis: si prendono i terreni e si cacciano gli abitanti. Il 30 luglio 1980 Gerusalemme viene dichiarata capitale unita ed eterna.
Israele non ha costituzione ma ci sono delle leggi di rango istituzionale che hanno un potere maggiore delle leggi normali.
L’ONU vede ignorate le proprie risoluzioni degli ultimi 30 anni, anche l'obbligo di ritirarsi dai territori occupati (dai, dice, non da). Ci sono varie condanne di Israele all’ONU.
Ci sono due risoluzioni del Consiglio di sicurezza, non dell’assemblea generale. Nella 2334 del dicembre 2016 si parla ancora di Gerusalemme e si ribadisce che Israele è la potenza occupante. Ci sono varie condanne, ordine di tornare sui confini del 1967, viene ordinato di smantellare gli avamposti che servono a creare le colonie che inizialmente sono illegali anche per le leggi israeliane. Qui c'è la prima risoluzione nella quale si usa il termine palestinese.
Dal 1967 ad oggi ci sono 15 risoluzioni del Consiglio, 7 dell’assemblea e 6 dell’Unesco, oltre ad una sentenza del tribunale internazionale dell’Aja che dichiara nel 2004 la illegittimità del muro, ma è solo un parte consultivo.
A Gerusalemme est vivono 470000 palestinesi che vivono lì da sempre (sempre?). Israele non considera Gerusalemme est territorio occupato quindi i suoi abitanti non sono trattati come quelli della west bank. Quelli che sono rimasti nel 1948 in Israele hanno ottenuto la cittadinanza israeliana, mentre agli abitanti di Gerusalemme est non viene rilasciata la cittadinanza. Sono residenti permanenti, forma ibrida poco chiara in base ad una legge del 1952. Sono trattati come gli stranieri che decidono di andare a vivere in Israele, ma loro sono lì da sempre. Hanno solo diritto di circolazione, lavoro e votare per le amministrative. Poi venne concesso loro anche il voto alle politiche. Ma votano essendo cittadini assenti, non andando in un seggio, ma solo per posta, per evidenziare che non hanno diritto di essere lì.
Hanno passaporto giordano e carta d'identità blu, ma non sono israeliani. Il confine viene definito a est di Gerusalemme est, e Israele sancisce il proprio controllo su tutta Gerusalemme. A questo proposito vi invito a leggere il libro di Michele Giorgio (il noto giornalista corrispondente del manifesto).
Dal 1967 ad oggi oltre 15000 palestinesi hanno perso lo status di residente permanente perché per mantenerlo devono dimostrare che Gerusalemme è il loro centro di vita, di lavoro e di studio. Nessuno della famiglia ha diritto di allontanarsi, ma non si stabilisce per quanto tempo ha la possibilità di farlo. Se c'è un vago sospetto di collusione con la resistenza perdono subito la condizione e si demolisce la casa e anche se uno è solo sospettato, vi è una responsabilità collettiva. Nulla ha vera base giuridica. Tutte queste cose sono considerate crimine di guerra per human right Watch. E, quando non possono revocare i diritti, rendono insopportabile le condizioni della vita. Ma rendere invivibile la situazione è un crimine di guerra. Viene anche negato il diritto di ampliare le abitazioni, quando la famiglia si allarga. E vi è assoluta carenza di servizi.
Dal 1967 sono state demolite 5000 case. La situazione è tremenda per mancanza di lavoro e di servizi. Il tasso di disoccupazione è elevatissimo. E vi è una lotta demografica fortissima. Se Israele è lo stato degli ebrei, a maggior ragione Gerusalemme deve essere città solo per gli ebrei.
Gli israeliani aspirerebbero ad un rapporto 70/30 ma siccome si rendono conto che è impossibile, ora ipotizzano 60/40. La competenza per revocare il diritto di residenza spetta al ministro degli interni, che oggi è dello Shas partito di estrema destra. E potete ben immaginare che cosa può fare un soggetto come questo. Nelle scorse settimane sono ancora stati aumentati i poteri di revoca.
Israele ha tre piani di sviluppo per Gerusalemme con previsioni che arrivano fino al 2050, con un turismo culturale per imporre una narrazione giudaica (dai, mi mancava questo termine, ma finalmente è arrivato). Le guide locali, israeliane, raccontano la loro storia e le guide sono selezionate con faziosità estrema nella complicità internazionale assoluta.
Perfino la pagina ufficiale dell’ONU dichiara Gerusalemme capitale di Israele, anche se aggiunge che sono dati ricevuti da Israele e ribadisce le varie risoluzioni. I manuali di De Agostini accanto a Gerusalemme come capitale scrivono anche Al Quds, altri testi dicono capitale Tel Aviv e Gerusalemme, compromesso vergognoso. O dicono Tel Aviv in seguito spostata a Gerusalemme.
A questo punto arriva la dichiarazione di Trump sullo spostamento dell’ambasciata. Questa rende carta straccia le varie risoluzioni ONU. E riconosce l'intera Gerusalemme come capitale unica ed indivisibile di Israele (altra invenzione). In tal modo Trump legittima le acquisizioni fatte con la forza. La violenza diventa legittima. E poi ha deciso addirittura di anticipare il trasferimento al 14/5/18 in occasione del 70esimo, dando alto valore simbolico alla decisione.
Insomma, la Nakhba continua ancora anche grazie ai finanziamenti di un noto biscazziere , con tutto rispetto per i biscazzieri (si riferisce all'amico di Trump che finanzia la nuova ambasciata).
Viene qui citata una intervista di Pappè che dice che il diritto internazionale non ha valore a Gerusalemme, ma non vale nemmeno nel resto della Palestina. (Ma il nostro conferenziere amplierebbe tale giudizio al resto del mondo).
Si deve fare un discorso non solo giuridico, ma anche politico. Allora viene in mente il BDS che non a caso è temuto da Israele che condanna il movimento e proibisce l'ingresso ai suoi rappresentanti e anche l'Italia ha iniziato a preparare una legge per rifiutare i membri del BDS. Ci facciamo influenzare dall'esterno.
Io ho fatto il mio primo viaggio nel 1988 durante la prima intifada.
In Israele si trovano anche delle belle testimonianze, ma l'insieme della popolazione si è imbarbarita ed è diventata razzista.
Sternel il 3/3/2018 ha detto infatti che in Israele vede il razzismo come quello del nazismo ai suoi esordi. La ministra Shakel ha detto addirittura che l'eguaglianza è un pericolo per lo stato ebraico.
Sono necessari o le gesta individuali, come gli accoltellamenti, o c'è l'abbandono della lotta (QUI CREDO CHE UN GIURISTA POTREBBE LAVORARCI MOLTO ATTENTAMENTE) In Italia la Resistenza è durata due anni, in Palestina dura da 70, onore al merito.
LO STRUMENTO PIÙ EFFICACE È QUELLO DEL BOICOTTAGGIO.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mer mag 02, 2018 7:00 am

L'ambasciata del Guatemala in Israele si è trasferita lunedì nella sua nuova sede a Gerusalemme ed è il primo paese ad aver issato la sua bandiera nell'ambasciata. La cerimonia ufficiale avrà luogo il 16 maggio, due giorni dopo il trasferimento dell'ambasciata americana da Tel Aviv alla capitale israeliana.
30 aprile 2018
Mazal tov!!

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 05821075:0


Anche il Paraguay ha annunciato che trasferirà la sua ambasciata nella capitale israeliana: Gerusalemme! Il Paraguay si unisce a Stati Uniti, Honduras, Repubblica Ceca , Romania e Guatemala in questa storica mossa. Grazie Paraguay per aver fatto la cosa giusta.

Grazie per essere amico di Israele!
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » dom mag 13, 2018 9:02 am

GLI APOSTATI DELL'EUROPA DHIMMI
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Israele ringrazia Ungheria, Repubblica Ceca, e Romania per avere bloccato la risoluzione targata Unione Europa che condannava la decisione di Donald Trump di dichiarare Gerusalemme capitale di Israele.

Già l'anno scorso, all'ONU, questi paesi si astennero quando la maggioranza dei paesi europei votarono insieme agli stati arabi contro la decisione americana.

I rispettivi ambasciatori saranno presenti oggi, insieme all'ambasciatore austriaco, al ricevimento che si terrà per l'inaugurazione della ambasciata americana che aprirà i battenti domani a Gerusalemme.

La UE, questo coacervo burocratico senza anima, non perde mai una occasione per sottolineare la propria dhimmitudine e il proprio consolidato antiamericanismo.

Ora che gli USA sono si presentano ancora sul palcoscenico per quello che sono dalla fine della prima guerra mondiale a oggi, la più grande potenza del pianeta, non possono che masticare amaro.

Obama, l'europeo onorario, appartiene ormai al passato. L'incarnazione potentemente americana che Donald Trump rappresenta non è sostenibile per una Europa che da decenni ha fatto dell'antiamericanismo la propria lingua franca.

Oggi più che mai questo antiamericanismo funzionale è apparentato all'antisionismo, e non può essere che così. Si tratta di diverse idee di mondo, di diversi asetti valoriali.

Il vecchio occidente europeo, sempre più privo di identità e radici mal sopporta due paesi con un forte senso di sè, profondamente orgogliosi della propria storia, uniti con determinazione intorno alla propria bandiera.

Nelle parole di John R. Bolton, “Credono, (gli europei) di essere messi in pericolo da quelle nazioni che fino ad oggi hanno deciso di non potersi permettere di finire preda dei falsi sogni di riuscire a districarsi dai pericoli del mondo restando in uno stato di torpore o inginocchiandosi al cospetto di un attacco“.

Falsi sogni a cui nè gli USA oggi nè Israele per vocazione, possono permettersi di indulgere.
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Re: Gerusalemme capitale di Israele

Messaggioda Berto » mar mag 15, 2018 5:53 am

“Grazie presidente Trump Riconoscendo la storia hai fatto la storia”
14 maggio 2018
David Sinai

http://www.italiaisraeletoday.it/grazie ... -la-storia

“Presidente Trump – ha detto Benjamin Netanyahu – riconoscendo la storia, hai fatto la storia, tutti noi siamo profondamente commossi e tutti noi siamo profondamente grati. Grazie, Presidente Trump, per avere il coraggio di mantenere le promesse!”

Sessantanove anni dopo che Israele aveva dichiarato Gerusalemme come sua capitale, e 23 anni dopo che il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato una legge che imponeva che Washington trasferisse la sua ambasciata, gli Stati Uniti hanno aperto formalmente l’ambasciata a Gerusalemme.

In un video all’indirizzo dell’assemblea, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che “Israele, come tutte le nazioni sovrane, ha il diritto di nominare la propria capitale. Gli Stati Uniti saranno sempre un grande amico di Israele e un partner nella causa della libertà e della pace.”
Il genero e il consulente senior di Trump, Jared Kushner, è salito sul palco. per dichiarare che “Quando il presidente Trump fa una promessa, la mantiene.Trasferendo la nostra ambasciata a Gerusalemme, abbiamo dimostrato ancora una volta al mondo che ci si può fidare degli Stati Uniti. Noi stiamo con Israele perché crediamo entrambi nella libertà, siamo uniti perché crediamo entrambi nei diritti umani, siamo uniti perché entrambi crediamo nella democrazia e sappiamo cosa è giusto da fare.”

Da sottolineare che Kushner ha ricevuto un clamoroso e fragoroso applauso quando ha menzionato la decisione del presidente Trump di uscire dall’accordo nucleare iraniano, e quando ha reso grazie all’ambasciatore statunitense all’ONU Nikki Haley per il suo duro lavoro.


Io sto con Trump, gli USA e non sono antiamericano.
Sto con Israele e i suoi ebrei e e assolutamente non posso minimamente stare dalla parte dei nazi maomettani chiunque essi siano: palestinesi, arabi, siriani, iraniani, irakeni, egiziani, pakistani, turchi, marocchini, tunisini, algerini, libici, nigeriani, afgani, ...
https://www.facebook.com/Netanyahu/vide ... 5553887076



Su Gerusalemme l’eutanasia della democrazia europea di fronte all’Islam
14/05/2018

https://www.rightsreporter.org/su-gerus ... e-allislam

Oggi a Gerusalemme, cioè nella legittima capitale di Israele, si inaugura la nuova ambasciata degli Stati Uniti dopo che il Presidente Trump ne aveva ordinato il trasferimento da Tel Aviv. L’estremismo islamico è in subbuglio e se c’è una cosa certa è che non si lascerà sfuggire l’occasione per cercare di creare caos, attentati e morti.

Hamas, l’Iran e l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ormai da mesi soffiano sul fuoco sostenuti incredibilmente dalla posizione assunta dall’Europa che se da un lato si è detta contraria alla decisione del presidente Trump, dall’altro non ha fatto nulla per cercare di gettare acqua sul fuoco delle annunciate violenze, anzi, ha dato l’impressione di schierarsi con quegli estremisti islamici che vorrebbero trasformare una decisione logica e comunque politica in un conflitto di religione finendo così per gettare benzina su quel fuoco che avrebbe dovuto spegnere.

Israele e Stati Uniti non si piegano all’Islam

Ma Israele e Stati Uniti non si sono piegati alla prepotenza islamica, non hanno ceduto al ricatto violento di coloro che ritengono Gerusalemme una città esclusivamente musulmana, addirittura una città santa per l’Islam. Oggi l’inaugurazione ci sarà anche se blindata da eccezionali misure di sicurezza allargate a tutto il Paese e al confine con Gaza.

La resa e il suicidio europeo

L’Europa si è schierata sin da subito contro la decisione del Presidente Trump di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, ma non perché la decisione in se non fosse corretta, d’altro canto ogni Paese ha il diritto di scegliersi la capitale che vuole, ma per il timore che il mondo islamico si sollevasse e che trasformasse questo atto normale e assolutamente diplomatico in una guerra di religione. Un timore fondato ma che tuttavia non giustifica una resa senza condizioni come quella europea.

E’ come se l’Europa condizionasse la sua politica estera in base ai desiderata musulmani e non al Diritto Internazionale. Si poteva essere contrari al trasferimento dell’ambasciata USA a Gerusalemme senza però schierarsi così smaccatamente dalla parte islamica, un atteggiamento che finisce per giustificare le violenze che sicuramente oggi ci saranno. Una resa all’islam che non trova nessuna giustificazione logica se non quella del suicidio, di una eutanasia della democrazia di fronte alla prepotenza islamica.

Oggi nessuno dei più importanti Paesi europei parteciperà alla inaugurazione della ambasciata USA a Gerusalemme, certamente nessuno dei Paesi fondatori della UE, gli stessi che proprio sulla democrazia hanno creato le basi dell’Unione Europea. Un non senso incomprensibile per chi va in giro per il mondo a sostenere di essere la maggior rappresentazione di pace e democrazia del pianeta.




Io veneto sto con Israele e i suoi ebrei che sono tra gli uomini più umani e civili della terra
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