I soldati israeliani che hanno ucciso questi terroristi sono eroi
Riccardo Ghezzi
1 aprile 2018
http://www.linformale.eu/soldati-israel ... -sono-eroi
Durante l’estate del 2014, mentre era in corso l’operazione Margine di Protezione, l’ultimo conflitto diretto tra Israele e Hamas, il filosofo Gianni Vattimo affermava durante una trasmissione radiofonica di stare dalla parte del gruppo integralista islamico.
Vattimo è solo uno della schiera degli intellettuali europei e più in generale occidentali che hanno girato le spalle a Israele per abbracciare il jihadismo scambiandolo per “resistenza” nei confronti dell’oppressore. Si tratta di una capitolazione radicale dell’intelletto che vanta nomi illustri e che nel passato, sia a destra come a sinistra si è votato, da Sartre a Saramago, da Céline a Hamsun da Neruda a Schmitt, alle ragioni del totalitarismo nazista e comunista.
Oggi che nazismo e comunismo hanno terminato la loro corsa, (anche se il secondo continua come uno zombie a ripresentarsi sullo scenario della storia), resta pur sempre a una Europa sempre più afflitta da una profonda crisi identitaria, l’esecrazione di Israele. Non è qui possibile tracciare la genesi di questa affezione patologica, ma occorre dire che essa si nutre in parte sostanziale di terzomondismo e di anti-atlantismo declinato in modo classico come avversione nei confronti degli Stati Uniti.
I fatti recenti accaduti in Israele, i sedici morti arabi-palestinesi uccisi dall’esercito israeliano durante la manifestazione orchestrata a Gaza ai confini della barriera di separazione dallo Stato ebraico, hanno nuovamente dato la stura all’abituale coro di attacchi contro Israele per la sua risposta armata.
Il copione è fisso da decenni. Quando Israele interviene per difendere le proprie ragioni scatta subito l’esecrazione pubblica. I palestinesi uccisi diventano immediatamente vittime e i soldati israeliani carnefici. Lo abbiamo visto massimamente nel 2014 quando le piazze soprattutto europee si riempivano di manifestazioni anti-israeliane e i manifestanti marciavano con chi glorificava e glorifica gli estremisti islamici di Hamas.
Per costoro, che Hamas controlli dal 2007 dopo un golpe in cui esautorò Fatah dal potere, l’enclave costiera di Gaza, imponendo un regime di terrore costruito sulla violenza, la delazione, la corruzione e avvilendo in modo drammatico le condizioni di vita della popolazione, è irrilevante. Come è irrilevante sapere che dieci degli arabi palestinesi uccisi dal soldati israeliani ieri, appartenessero alla Brigata Izz ad-Din al-Qassam, l’ala armata del gruppo jihadista.
Quello che conta è la narrazione secondo la quale la Marcia per il Ritorno, che ha portato ai confini tra Gaza e Israele 30.000 persone, sia una manifestazione pacifica perché così è stata annunciata dagli organizzatori e che, improvvisamente, soldati killer israeliani abbiano deciso di sparare a casaccio sulla folla. Si vuole credere questo, è necessario credere questo. Se così non fosse bisognerebbe ammettere che il cosiddetto “ritorno” invocato dagli aderenti alla marcia e abilmente orchestrato da Hamas che si trova in un momento di estrema debolezza e tenta così di rilanciarsi, significa, come scritto chiaramente nella Carta programmatica del gruppo, la presa di tutta la Palestina. Significa la fine di Israele in quanto stato ebraico.
Bisognerebbe ammettere che Hamas, e prima di Hamas l’OLP di Arafat hanno sempre e solo cercato di giungere a questo obbiettivo attraverso la lotta armata e il terrorismo. Bisognerebbe ammettere che le ragioni di Hamas sono quelle del jihad islamico, bisognerebbe ammettere che se Hamas avesse la meglio e Israele scomparisse, al suo posto ci sarebbe un altro stato islamico fondato sul rigorismo della sharia.
Ma siccome ammettere questo significa dovere riconoscere la verità e capitolare difronte alla realtà, si preferisce rappresentare Israele come una potenza malvagia e assassina e chi ha in odio la democrazia, la libertà e il pluralismo, come “resistente” e “vittima”.
D’altronde, quanti qui in Europa nelle file della sinistra, al cospetto della terribilità del totalitarismo sovietico e dei suoi regimi satelliti, osava denunciarne l’orrore e la disumanità, e non preferiva invece esaltarne supposte virtù di eguaglianza, progresso, emancipazione umana dalle storture del liberalismo e del capitalismo?
Leggere la stampa italiana (ma non solo) a proposito dei fatti accaduti al confine tra Gaza e Israele insieme alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici, tra cui l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, provoca nel lettore il solito senso di vertigine per l’incapacità strutturale di vedere chiaramente la realtà e capire senza fallo da che parte abitino quei valori che l’Europa, nella sua travagliata storia si è conquistata faticosamente, e da che parte sta invece la barbarie.
Ma è uno dei segni terribili dei nostro tempo e di questa Europa che si crede al riparo dalle minacce rappresentate da chi ha in odio la democrazia e i suoi corollari, non sapersi riconoscersi senza se e senza ma nell’unico paese in Medioriente che sa difenderla senza indugio. Ed è forse questo il punto, che mentre Israele non ha mai smesso di difenderla, l’Europa sta progressivamente rinunciando a farlo.
"SIETE NEL MIO CUORE"
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063
Erdogan che dà del terrorista a Netanyahu, Erdogan, è uno di quegli scampoli di grottesco che la realtà ci regala spesso. Ma il satrapo omicida di Ankara, dei cui misfatti in Siria contro i curdi, pochissimi parlano e nessuno si indigna, sa che può contare su una platea di estimatori qui in Occidente, dove il sostantivo "terrorista" viene applicato con voluttà allo Stato ebraico.
Erdogan non avrebbe che da rallegrarsi a sfogliare una buona parte della stampa nazionale a proposito dei resoconti su ciò che è successo ieri al confine con Gaza. Così come avrebbe da rallegrarsi ulteriormente nel leggere le dichiarazioni dell'ex presidente, pardon, "presidenta", della Camera, Laura Boldrini, o di personaggi del calibro di Alessandro Di Battista.
Che bella compagnia quella di Hamas, della Turchia di Erdogan, di Hezbollah, dell'Iran di Khamenei, per questi grandi grandi paladini dei "diritti umani". E' con loro infatti che si associano quando ci dicono che Israele è il male ed è da sanzionare, da esecrare. Il neo presidente della Camera, il pentastellato, Roberto Fico, nel 2014, mentre Israele era sotto attacco di Hamas, con decine di razzi che venivano sparati ogni giorno contro le sue città, invitava l'Italia a richiamare il proprio ambasciatore in patria e a interrompere i rapporti con lo Stato ebraico.
Sono gli utili idioti, la manovalanza sull'attenti di teocrazie, satrapie, dittature. Lavorano per loro alacremente e giulivamente. Erdogan e soci ringraziano sentitamente.
Ma nessuno dice che il loro obiettivo è sterminare gli ebrei
Fiamma Nirenstein - Dom, 01/04/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11179.html
Il rischio che la «marcia del ritorno» di Hamas diventi terrorismo di massa e guerra sta diventando concreto; tutto il mondo sa che questo è il fine stesso dell'organizzazione insieme alla morte degli ebrei e la conquista dell'Occidente, sa che qui, con le marce di massa, siamo di fronte a una svolta strategica che è una scintilla terroristica nel pagliaio del Medio Oriente.
Ma l'Onu di nuovo biasima Israele allenandosi nel suo sport preferito, anche se stavolta senza riuscire a raggiungere una condanna: però Antonio Guterres, il segretario generale, non fa mancare la richiesta di un'inchiesta internazionale, si associa all'idea tradizionale e sbagliata che Israele abbia usato forza sproporzionata nel controbattere alle manifestazioni di massa sul suo confine, e passa l'idea che abbia ucciso dei palestinesi che marciavano «pacificamente» verso il suo confine. Si qualifica subito come loro difensore il campione dei diritti umani Mohamed Javad Zarif, il ministro degli esteri dell'Iran che detiene il primato del terrorismo internazionale: «I sionisti hanno assassinato dei pacifici dimostranti le cui terre furono rubate mentre marciavano per sfuggire il crudele e disumano confine di apartheid». Sul proscenio anche l'altro campione dei diritti umani Tayyip Erdogan, il primo ministro turco, i cui soldati hanno quasi concluso la pulizia etnica dei curdi ad Afrin nella Siria del Nord.
Hamas è un'organizzazione terroristica che domina dal 2007 tutta Gaza. Chi osa opporsi viene giustiziato. I marciatori, spinti verso il confine con Israele in massa, avevano guardie armate di Hamas anche in mezzo a loro, come testimonia la vanteria che fra i quindici morti, cinque erano suoi esponenti armati. Hamas prese il potere nel 2007 contro Fatah. Gli israeliani si ritirarono fino all'ultimo uomo dalla Striscia, lasciando i cittadini padroni di strutture produttive che sono state fatte a pezzi. Hamas si impegna solo nella guerra. La sua carta vede nel «sionismo mondiale» l'origine di ogni male citando i Protocolli dei Savi di Sion, dice che «Allah è il suo obiettivo, il profeta il suo modello, il Corano la sua Costituzione, la jihad il suo cammino e la morte in nome di Allah il più dolce dei suoi desideri». Hamas ha investito la magna parte dei suoi milioni giunti dall'Iran, dal Qatar e contribuenti simpatizzanti in missili e tunnel. La sua crisi umanitaria non esisterebbe se i fondi fossero andati in imprese e strutture sociali. Invece hanno finanziato la grande impresa terroristica che ha fatto migliaia di morti in Israele. Per altro Israele pure cercava di seguitare a consentire gli aiuti e i traffici necessari alla popolazione. Ma il confine è chiuso, e Hamas è più interessato all'uso terroristico della folla esasperata che al suo progresso. Dopo aver tentato invano di terrorizzare gli israeliani con l'Intifada, Hamas è passata alla strategia dei missili contro i cittadini del sud. Solo il sistema Iron Dome di difesa missilistica ha evitato la strage. Adesso Hamas muove le folle in un momento in cui Israele festeggia la Pasqua, Abu Mazen è debole e il mondo arabo si piega al nuovo corso inaugurato da Trump in cui l'ambasciata americana viene spostata a Gerusalemme. Non a caso le manifestazioni di Hamas devo rinnovarsi fino al 15 di maggio, giorno dell'indipendenza di Israele e del passaggio dell'ambasciata. La notte Hamas ha lanciato missili. Altri ne verranno, tanto più se l'Onu e il mondo arabo non prendono le distanze subito.
ONORE A LORO
Niram Ferretti
01/04/2018
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063
Hamas, durante la Marcia del Ritorno, usa la popolazione suddita per infiltrare facinorosi e membri della Brigata Izz ad-Din al-Qassam, della quale sono stati uccisi dieci membri da parte dell’esercito israeliano. Non dieci scouts.
Sì, questa è la risposta di Israele a protezione dei propri confini e dell'incolumità dei suoi cittadini. Ai terroristi non è permesso entrare.
Non sono più i bei tempi della Seconda Intifada quando si facevano esplodere in caffè, ristoranti, locali pubblici, autobus. Tutto questo è finito dal 2005, grazie alla barriera di protezione, quella che le quinte colonne jihadiste qui in Occidente chiamano "muro" per sottolineare come i "poveri palestinesi" sarebbero vittimizzati da Israele.
In uno splendido articolo del 2009, John R. Bolton, il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Donald Trump scriveva:
“Credono, (gli europei) di essere messi in pericolo da quelle nazioni che fino ad oggi hanno deciso di non potersi permettere di finire preda dei falsi sogni di riuscire a districarsi dai pericoli del mondo restando in uno stato di torpore o inginocchiandosi al cospetto di un attacco“.
Le nazioni a cui si riferiva Bolton sono Israele e gli Stati Uniti.
Israele non si inginocchia e non apre i propri confini ai terroristi, non consente che chi vuole da settanta anni cancellaro dalla mappa del Medioriente sia in grado di farlo.
John Bolton, grande estimatore di Israele, vede la debolezza dell'Europa, immersa nella convinzione che, in nome dei "diritti umani", questa formula affatturante, si debba subordinare ad essa la propria sicurezza.
Israele tutela la propria minoranza araba, 1700,000 arabi israeliani come non lo sa fare nessuno stato arabo, consentendo loro di partecipare alla vita democratica del paese, ma c'è chi, come Hamas e non nascondiamocelo, la parte maggioritaria di Fatah, che vorrebbe gli arabi sotto esclusiva tutela musulmana. In altre parole, come gli abitanti di Gaza, sotto un potere coercitivo, autoritario e barbaro, o come, nei territori della Cisgiordania aministrata dall'Autorità Palestinese, sotto una cosca mafiosa e corrotta fino al midollo.
I soldati dell'IDF che l'altro ieri hanno ucciso dieci terroristi di Hamas, non solo servivano la maggioranza ebraica del paese ma anche la minoranza musulmana e le altre minoranze.
Onore a loro, protettori della democrazia e dei migliori valori occidentali.