Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » sab gen 07, 2017 10:25 am

Le radici dell’antisemitismo islamico
Scritto il 6 gennaio 2017
http://islamicamentando.altervista.org/ ... 4082031250

Nel corso degli ultimi vent’anni alcuni studiosi occidentali hanno cercato di avvalorare la tesi secondo cui l’antisemitismo islamico (odio verso gli Ebrei) è soltanto un fenomeno recente appreso dai nazisti durante e dopo il 1940, e che che gli Ebrei hanno vissuto in modo sicuro sotto il dominio musulmano per secoli, soprattutto durante l’età d’oro della Spagna musulmana. Entrambe le affermazioni non sono supportate da prove. Purtroppo per tutti noi l’islam non è quella religione a misura di valori occidentali che l’immaginazione delle persone ingenue produce, ma è ben altro. L’islam è: 1) quello dei testi, come si trova nel Corano e nelle hadith (i detti e fatti del Profeta e dei suoi Compagni) e nella Sira (biografia di Maometto); 2) la dottrina tradizionale elaborata sui questi testi dai commentatori coranici e giureconsulti.


Radici antisemitismo islam

Lo stereotipo islamico dell’Ebreo avido e traditore: in una delle mani l’ebreo tiene una borsa contenente soldi, nell’altra nasconde un pugnale.

La civiltà islamica si non si è certo plasmata attraverso l’islam immaginario ma attraverso quello reale, che l’ha indotta ad un diffuso sentimento antiebraico. Nell’islam tutti gli infedeli sono considerati negativamente, ma gli Ebrei meritano un posto speciale nella classifica del disprezzo, essendo considerati i più grandi nemici di sempre. Alla base di questo sentimento di odio antisemita c’è una lunga e complicata tradizione che affonda le sue radici al tempo di Maometto. Nel mondo musulmano è infatti diffusa l’idea che la sconfitta e la distruzione degli Ebrei avvenuta per mano di Maometto (e di Allah) durante le sue conquiste nella penisola Araba, che permise l’ascesa dell’islam, sia una tappa fondamentale da ripetere per ricreare le condizioni di una nuova “epoca d’oro dell’islam”.

Con questo articolo andremo ad analizzare come la ricca tradizione antisemita del mondo musulmano affondi le sue radici nel Corano e nella storia di Maometto, il quale non riuscì ad accettare il rifiuto degli Ebrei di riconoscerlo come profeta di Dio.

La versione del Corano tradotta in Italiano che utilizzeremo è quella dell’UCOII a cura di Hamza Piccardo.

Il contesto

Nel 622 d.C. il Profeta dell’islam si traferisce a Medina, città dove vivevano tre tribù ebraiche, i Banu Qaynuqa, i Banu Nadir e i Banu Qurayza, con le quali venne stabilito un patto (Sahifa), che doveva servire a garantire una pacifica convivenza tra la neo-comunità di musulmani e gli altri cittadini. Nello stesso periodo, insieme ai suoi seguaci, Maometto sferra diversi attacchi contro i cittadini della Mecca e le loro carovane. Una volta presa larga coscienza della propria potenza militare, Maometto accusa gli Ebrei di Madina di aver violato il patto, perciò rivolge su di loro la sua furia.

ebrei maometto decapitazioneL’apice della brutalità di Maometto contro gli Ebrei di Medina si ebbe durante il suo attacco alla tribù dei Banu Qurayza, la quale, pur non avendo partecipato ad alcun conflitto, venne accusata di aver complottato contro di lui. Gli Ebrei si arresero subito senza combattere e pregarono il Profeta di essere equo con loro. Ciònonostante Maometto ordinò di vendere le donne e i bambini e di sgozzare uno ad uno i prigionieri. Durante questo episodio Maometto dette il via a quella che è una delle più comuni offese dei musulmani nei confronti degli Ebrei:

I Giudei chiusero le porte delle loro fortezze. «Scimmie e maiali» li aggredì il Profeta «avete forse osservato la volontà di Dio?» «Non ci hai mai insultato così, Maometto. Perché lo fai?» «Non sono io, ma è Dio che vi insulta», ribatté il Profeta. E li assediò per venticinque giorni. (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XLVII, pag. 157)

Nella prima parte della sua predicazione avvenuta alla Mecca, Maometto si occupò principalmente di morale e non invitò al monoteismo. In una fase successiva subentrò il monoteismo, concetto che nella penisola Araba era già conosciuto grazie alla numerosa presenza delle comunità ebraiche e cristiane.

Paradossalmente è proprio su questo concetto che Maometto inasprisce i suoi giudizi verso Ebrei e Cristiani. La Sira narra dell’incontro avvenuto tra Maometto e Abu Amir, monaco cristiano-monofisita della tribù degli Aws, quando il Profeta giunse a Medina. Entrambi dicevano di credere nella hanlfiyya (unicità di Dio) ma Maometto affermò di averla riportata alla sua purezza. Abu Amir lo accusò di avervi introdotto «ciò che non vi si trovava»:

Ebrei nel corano

Così, quando Maometto emigrò a Medina (Egira), dopo aver riposto molte speranze negli Ebrei (e nei Cristiani), capì subito che non gli sarebbe stato semplice convincere gli abitanti di questa città.

Inizialmente i toni di Maometto erano in gran parte ruffiani, e nella speranza di convincerli che lui era un vero profeta proprio come quelli della Bibbia, adottò alcune loro pratiche come il digiuno, i riti di purificazione, le restrizioni dietetiche etc…:

Facemmo scendere la Torâh, fonte di guida e di luce. (5:44)

E poi demmo la Scrittura a Mosè, corollario [della Nostra Grazia], spiegazione chiara di tutte le cose, guida e misericordia, affinché credessero nell’incontro con il loro Signore. (6:154)

Già abbiamo dato ai Figli di Israele la Scrittura, la saggezza e la profezia. Concedemmo loro cibi eccellenti e li preferimmo agli altri popoli. (45:16)

Con conoscenza di causa ne facemmo degli eletti tra le creature.
Demmo loro segni che contenevano una prova palese. (44:32-33)

Il profeta arrivò a Medina e vide gli Ebrei che digiunavano nel giorno di Ashura. Egli chiese loro a riguardo. Gli risposero “Questo è un giorno propizio, il giorno in cui Dio salvò i nani Israele dal nemico. Così, Mosè digiunò in questo giorno qui”. Il profeta disse, “Noi abbiamo più motivi di rivendicare Mosè di quanti ne abbiate voi”. Così il profeta digiunò quel giorno e ordinò ai Musulmani di digiunare quello stesso giorno. – (Sahih al-Bukhari, Vol. 3, Libro 31, Numero 222)

Gli Ebrei avrebbero dovuto pertanto beneficiare di “privilegi” in quanto facenti parte della “Gente del Libro” (22:17):

E certamente, nel Giorno della Resurrezione, Allah giudicherà tra coloro che hanno creduto, i giudei, i sabei, i Cristiani, i magi e coloro che attribuiscono associati ad Allah. In verità, Allah è testimone di ogni cosa.

Ma Maometto glieli tolse ed abbandonò alcuni dei loro costumi dopo aver constatato che si rifiutavano di accettare le sue pretese profetiche.

Purtroppo per Maometto, gli abitanti di Medina e delle zone limitrofe, dominate per lo più dalle tribù ebraiche, oltre a credere già in un Dio unico, erano anche ben inquadrati dal punto di vista dottrinale, per cui capirono subito che egli non aveva alcun contatto con un dio e che gli elementi delle antiche Scritture introdotti nel suo Corano erano presi a prestito e inseriti “a morsi e bocconi” a causa di una conoscenza dozzinale. Per cui, nonostante Maometto inserisse aspetti pratici dell’ebraismo per rendere compatibili le sue “rivelazioni” con il credo già esistente, gli Ebrei, oltre a rifiutare di riconoscerlo come il profeta di Dio, lo accusarono di essersi fatto aiutare da altre persone:

“I miscredenti dicono: “Tutto questo non è altro che menzogna che costui ha inventato con l’aiuto di un altro popolo”. Hanno commesso ingiustizia e falsità. E dicono: “Favole degli antichi che si è fatto scrivere! Che gli dettano al mattino e alla sera”.” (25:4-5)

Alcuni passi del Corano ribattono a questa accusa, pur ammettendo la presenza di un informatore straniero:
Sappiamo bene che essi dicono: “C’è un qualche uomo che lo istruisce”, ma colui a cui pensano parla una lingua straniera, mentre questa è lingua araba pura. (16:103)
Maometto non la prese bene, quindi i suoi toni nei confronti degli Ebrei cambiarono radicalmente: “Allah” iniziò a sfornare minacce, maledizioni e ordini di azioni violente. Il rifiuto da parte degli Ebrei diventò una vera ossessione per Maometto.
O voi che avete ricevuto la Scrittura, credete in quello che abbiamo fatto scendere a conferma di ciò che già avevate, prima che cancelliamo i volti e li rivoltiamo completamente e li malediciamo come abbiamo maledetto i violatori del Sabato*. La decisione di Allah è sempre eseguita. (4:47)

A partire da quel momento nel Corano abbondano i rimproveri verso gli Ebrei, in primo luogo per essere in malafede:
O gente della Scrittura, perché avvolgete di falso il vero e lo nascondete, mentre ben lo conoscete? (3:71)
Chiamano menzogna la verità che giunge loro. Presto ne sapranno di più, su ciò di cui si burlavano. (6:5)
Se anche avessimo fatto scendere su di te una Scrittura su papiro, che avessero potuto toccare con le loro mani, quelli che negano avrebbero certamente detto: “Non è che evidente magia!”. (6:7)

In secondo luogo per aver “falsificato” la Scrittura (accusa rivolta anche ai Cristiani):
Quelli di loro che erano ingiusti, sostituirono un’altra parola a quella che era stata detta. Allora inviammo contro di loro un castigo dal cielo, per il torto che avevano commesso. (7:162)
O gente della Scrittura, ora è giunto a voi il Nostro Messaggero, per spiegarvi molte cose della Scrittura che voi nascondevate e per abrogarne molte altre! Una Luce e un Libro chiaro vi son giunti da Allah. (5:15)

E’ in questo contesto che nel Corano fa la sua comparsa l’epiteto “ipocriti” (munafiqun).

Parecchie accuse e offese sono ispirate al contenuto degli stessi testi sacri degli Ebrei:
Avrete saputo di quelli dei vostri che trasgredirono il Sabato ai quali dicemmo: “Siate scimmie reiette”. (2:65) [Si veda Genesi 1:26-27]
[li abbiamo maledetti] per via della loro miscredenza e perché dissero contro Maria calunnia immensa, (4:156)

E vedrai che sono gli uomini più attaccati alla vita, persino più degli associatori. Qualcuno di loro vorrebbe vivere mille anni. Ma tutto questo non lo salverebbe dal castigo, vivesse anche quanto desidera. Allah osserva quello che fanno. (2:96)

Questa accusa contribuirà allo stereotipo dell’ebreo avido. Da notare che l’accusa riflette di più chi la muove piuttosto che chi la subisce, poiché è Maometto che passò la sua vita a muovere raid per accumulare bottino in una “porzione speciale”, e non gli Ebrei di Medina noti per essere degli onesti agricoltori che si guadagnavano da vivere con il duro lavoro (che la neo comunità musulmana tassò per arricchirsi senza lavorare).

Si veda anche Corano 5:12-13.

La rottura definitiva con l’ebraismo si manifestò nell’anno 2 dell’egira (624) con il cambio della direzione verso cui volgere la preghiera (Qiblah): la direzione verso Gerusalemme venne sostituita dalla direzione verso la Ka’ba alla Mecca:
Ti abbiamo visto volgere il viso, al cielo. Ebbene, ti daremo un orientamento che ti piacerà. Volgiti dunque verso la Sacra Moschea. Ovunque siate, rivolgete il volto nella sua direzione. Certo, coloro a cui è stato dato il Libro, sanno che questa è la verità che viene dal loro Signore. Allah non è incurante di quello che fate. (2:144)

Mecca Gerusalemme Qibla

La tradizione islamica motiva questa decisione “di Allah” con il fatto che anche per Abramo e Ismaele quella direzione era la Qiblah. In verità:
La ragione di quella rivelazione fu che gli Ebrei e i Cristiani dicevano al Profeta: «Maometto, se la tua religione è diversa dalla nostra, come mai quando preghi ti giri dalla stessa nostra parte?» (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XXVIII, pag. 95)

E infatti in Corano 2:139 si legge:

Di’: “Volete polemizzare con noi a proposito di Allah, Che è il nostro e vostro Signore? A noi le nostre opere e a voi le vostre! Noi ci diamo solo a Lui. (2:139)

Nello stesso periodo, successivamente alla battaglia di Badr, la prima grande vittoria militare di Maometto, viene esaltata una specificità dottrinale: la religione di Maometto è diversa da quella insegnata nella Torah e nel Vangelo.

Sul piano spirituale, i rapporti tra Musulmani ed Ebrei saranno segnati dall’ambiguità dello stesso testo coranico nel quale generalmente gli Ebrei (yahud) sono criticati e sono invece lodati i figli di Israele (Banu Isrà’il). L’atteggiamento costante sarà soprattutto quello della diffidenza, conformemente a un passo che, mentre si interroga sulla possibilità di considerare gli Ebrei come “credenti” allo stesso titolo dei Musulmani, procede secondo un’alternanza in cui il narratore si esaspera da sé per far percepire una sorta di conflitto, all’interno del discorso divino, tra il desiderio di chiamare gli Ebrei alla vera fede e il sentimento della loro irrimediabile ostilità (2:75-141).

Accuse di vario genere si intrecciano in tutto il Libro sacro dell’islam. Diversi sono i versetti medinesi dove gli Ebrei vengono accusati di aver nascosto le loro Scritture al Profeta:

Non prestano ad Allah la considerazione che Gli spetta quando dicono: “Allah non ha fatto scendere nulla su di un uomo!”. Chiedi: “Chi ha fatto scendere la Scrittura su Mosè, come luce e guida per le genti? [Scrittura] che avete trascritta in volumi [diversi] divulgandone una parte e nascondendone una parte assai notevole e tramite la quale siete stati istruiti su cose che né voi, né i vostri antenati, conoscevate?”. Di’: “Allah” e lascia che si divertano a discutere. (6:91)

Si veda anche 2:77, 2:140, 2:174 etc…

Oppure vengono maledetti per quello dicono e perché sono corruttori:

“per via della loro miscredenza e perché dissero contro Maria calunnia immensa” (4:156)

I giudei dicono: “La mano di Allah si è incatenata!”. Siano incatenate le mani loro e siano maledetti per quel che hanno detto. Le Sue mani sono invece ben aperte: Egli dà a chi vuole. Quello che è stato fatto scendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà, in molti di loro, la ribellione e la miscredenza. Abbiamo destato tra loro odio e inimicizia fino al giorno della Resurrezione. Ogni volta che accendono un fuoco di guerra, Allah lo spegne. Gareggiano nel seminare disordine sulla terra, ma Allah non ama i corruttori. (5:64)

Accusati di essere peccatori e di corrompere le persone, Allah gli ha imposto proibizioni che non ha imposto agli altri:

“È per l’iniquità dei giudei, che abbiamo reso loro illecite cose eccellenti che erano lecite, perché fanno molto per allontanare le genti dalla via di Allah;” (4:160)

Nella lunga lista di accuse abbiamo quella di essere calunniatori:

O Messaggero, non ti affliggere per quelli che ricadono nella miscredenza, dopo che le loro bocche hanno detto: “Noi crediamo”, mentre i loro cuori non credevano affatto, e neppure a causa dei giudei, che ascoltano solo per calunniare, che ascoltano per altri che non sono mai venuti da te; stravolgono il senso delle parole e dicono: “Se vi è dato questo, accettatelo; altrimenti siate diffidenti!”*. Se Allah vuole che un uomo cada nella tentazione, tu non puoi fare niente contro Allah [per proteggerlo]. (5:41)

Se non fosse stato per l’intervento di Allah (4:158) avrebbero ucciso Gesù pur sapendo che era un Messaggero:

e dissero: “Abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!”. Invece non l’hanno né ucciso, né crocifisso, ma così parve loro. Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso (4:157)

Gli Ebrei vengono umiliati e ridotti in miseria:

E quando diceste: “O Mosè, non possiamo più tollerare un unico alimento. Prega per noi il tuo Signore che, dalla terra, faccia crescere per noi legumi, cetrioli, aglio, lenticchie e cipolle!”. Egli disse: “Volete scambiare il meglio con il peggio? Tornate in Egitto, colà troverete certamente quello che chiedete!”. E furono colpiti dall’abiezione e dalla miseria e subirono la collera di Allah, perché dissimulavano i segni di Allah e uccidevano i profeti ingiustamente. Questo perché disobbedivano e trasgredivano. (2:61)

Ancora una volta le colpe imputate agli Ebrei vengono basate sui loro stessi testi sacri senza un vero senso logico: la storia sopra riportata descritta in Corano 2:61 riguarda Mosè e l’esodo dall’Egitto e il brontolio della gente per il cibo descritta nella Bibbia. Ciò sarebbe successo duemila anni prima del tempo di Maometto. Perché questa storia è stata tirata fuori e usata per accusare gli ebrei al tempo di Maometto? Questo è irrazionale. Gli ebrei a Medina non crendevano a Maometto semplicemente perché lo ritenevano un falso profeta.

Maometto proibì di allearsi con loro (e con i Cristiani) e chiunque lo faccia è considerato un ingiusto:

O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, essi sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro. In verità Allah non guida un popolo di ingiusti. (5:51)

Gli Ebrei sono i peggiori nemici dei Musulmani:

Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei e i politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo nazareni”, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia. (5:82)

La maggior parte deglo Ebrei sono empi:

Voi siete la migliore comunità che sia stata suscitata tra gli uomini, raccomandate le buone consuetudini e proibite ciò che è riprovevole e credete in Allah. Se la gente della Scrittura credesse, sarebbe meglio per loro; ce n’è qualcuno che è credente, ma la maggior parte di loro sono empi. (3:110)

E devono essere combattuti:

Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati (9:29)

Insieme ai cristiani devono essere annientati perché credono in quello che dice la loro religione e non invece in quello che Maometto pretendeva che credessero:

Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati! (9:30)
Antisemitismo nella Sunna e nella Sira

La sunna (fatti e detti del Profeta), insieme alle altre fonti islamiche ufficiali come la sira, va ad arricchire la raccolta di accuse e offese nei confronti degli Ebrei che ci vengono presentati ancora una volta come gente invidiosa, cospiratrice, disonesta e perversa:

Muhammad Ibn `Umar ci informò; disse: Al-Dahhak Ibn `Uthmàn mi raccontò parlando per conto di Makhramah Ibn Sulayman, che a sua volta lo fece riguardo l’autorità di Karib, che a sua sua volta riferì di quella di Ibn `Abbas; disse: Gli Ebrei di Qurayzah, al-Nadir, Fadak e Khaybar si ritrovarono nella descrizione del profeta, possa Allah benedirlo, di prima che venisse alzato a tale rango e anche che il posto della sua migrazione sarebbe stato Medina. Quando l’Apostolo di Allah; possa Allah benedirlo, nacque, i sapienti tra gli Ebrei dissero: Ahmad è nato stanotte, e questa è la stella che è salita. Quando salì al rango di profeta dissero: Ahmad è divenuto profeta e questa è la stella che è salita. Lo conoscevano, avevano letto su di lui e gli davano questa descrizione ma l’invidia e l’ostilitá non permisero loro di abbracciare l’islam. – Tabaqat Ibn Saad, Volume 1, Part. 1.40.21

Muhammad Ibn `Umar ci informò! Ya’qub Ibn `Abd Allah al-Ash’ari mi riferì parlando per conto di Ja`far Ibn Abi al-Mughirah, che lo fece per conto di Sa’id Ibn ‘Abd al-Rahman Ibn Abza: Il monaco disse ad Abu Tálib: Non venire in questo posto con il figlio di tuo fratello [Maometto, ndt]; in verità gli Ebrei sono suoi nemici, e lui è il Profeta di questa gente; lui è un Arabo e gli Ebrei sono gelosi di lui e desiderano che fosse stato un israelita. Quindi metti in guardia tuo nipote. – Tabaqat Ibn Saad, Volume 1, Part. 1.40.11

Abu Huraira riferì che il messaggero di Allah (Pace su di lui) disse: un gruppo dei Bani Israil si era smarrito. Io non sapevo che fosse loro accaduto, ma credo che (andarono incontro ad un processo) di metamorfosi e assunsero le sembianze dei ratti. Non vedete? Quando il latte di cammello gli viene messo davanti, loro non lo bevono, mentre quando quando gli viene messo davanti il latte di capra invece sì. Abu Huraira disse: ho raccontato proprio questo hadith a Ka’ab e lui disse: l’hai sentito raccontare dal messaggero di Allah (Pace su di lui)? Io (Abu Huraira) risposi: Sì. Lo disse ancora e ancora e io dissi: ho letto la Torah? Questo Hadith è stato trasmesso su autorità di ibn Ishaq con una lieve variazione delle parole. – Sahih Muslim, Libro 42, Numero 7135

Si veda anche Sahih Bukhari Volume 4, Libro 54, Numero 524

Maometto ha affermato che durante il suo “Viaggio Notturno” al cielo sul Buraq volante, Mosè pianse perché in Paradiso quelli che lo seguirono (gli Ebrei) sarebbero stati meno numerosi dei Musulmani:

“[…]Lì ho incontrato e salutato Mosè che disse, ‘Sarete accolti o fratello e Profeta.’ Quando ho proceduto su, ha iniziato a piangere e quindi gli venne chiesto perché stesse piangendo. Lui rispose, ‘O Signore! I seguaci di questo giovane che è stato inviato dopo di me entreranno in Paradiso in numero maggiore rispetto ai miei seguaci.'[…]“ – Sahih al-Bukhari, Vol. 4, Libro 54, Numero 429

Maometto ha sostenuto che gli Ebrei si meritano l’ira di Allah:

Narrato Abu Huraira:
Apostolo di Allah ha detto: “Di ‘Amen’, quando l’imam dice” Ghair-il-maghdubi ‘alaihim wala-ddal-lin; non seguire il percorso di coloro che si guadagnano la vostra rabbia (come ad esempio gli Ebrei), né di coloro che si perdono (come i Cristiani), tutti i peccati del passato della persona che ha detto (Amen) coincidono con quella degli angeli, e saranno perdonati. – Sahih al-Bukhari Vol. 1, Libro 12, Numero 749

Maometto non superò mai la rabbia per il rifiuto degli Ebrei di convertirsi all’islam. Ossessionato che alcuni Ebrei fossero ancora vivi, sul letto di morte sostenne che l’ultima ora non avverrà fino a quando i Musulmani non avranno ucciso tutti gli Ebrei, e anche le rocce e gli alberi si schereranno contro gli Ebrei nascosti dietro di essi:

Narrato da ‘Abdullah bin ‘Umar:
L’Apostolo di Allah disse, “Voi (i Musulmani) combatterete con gli Ebrei fino a quando alcuni di loro si nasconderanno dietro le pietre. Le pietre (li tradiranno) dicendo, ‘O ‘Abdullah (schiavo di Allah)! C’è un Ebreo che si nasconde dietro di me, uccidilo.’” Sahih Bukhari Volume 4, Libro 52, Numero 176

Narrato da ‘Abdullah bin ‘Umar:
L’Apostolo di Allah disse, “Voi (i Musulmani) combatterete con gli Ebrei fino a quando alcuni di loro si nasconderanno dietro le pietre. Le pietre (li tradiranno) dicendo, ‘O ‘Abdullah (schiavo di Allah)! C’è un Ebreo che si nasconde dietro di me, uccidilo.’” – Sahih al-Bukhari Vol. 4, Libro 56, Numero 791

Abu Huraira riferì che il messaggero di Allah (Pace su di lui) diceva: l’ultima ora non arriverà a meno che i Musulmani combattano contro gli Ebrei e li uccidano fino al punto che gli Ebrei di nasconderanno dietro a una roccia o un albero e la roccia o l’albero diranno: Musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo dietro di me; vieni e uccidilo; l’albero di Gharqad però non lo direbbe, dal momento che è un albero degli Ebrei. – Sahih Muslim, Vol. 7, Libro 41, Numero 6985

Si veda anche Sahih Muslim, Vol. 7, Libro 41, Numero 6981; Sahih Muslim Vol. 7, Libro 41, Numero 6982 e Sahih Muslim Vol. 7, Libro 41, Numero 6983.

Quest’ultimo comandamento peserà come un macignio sui rapporti del mondo musulmano nei confronti degli Ebrei.

Antisemitismo nella tradizione islamica

Maometto appare come una vittima degli Ebrei assassini, bugiardi, imbroglioni, calunniatori, ingannevoli, avari, gelosi etc… per cui i Musulmani lo dovranno vendicare fino al giorno del giudizio.

Cento anni dopo la morte di Maometto, i Musulmani occuparono Gerusalemme e costruirono la moschea Al Aqsa proprio sopra le rovine del tempio ebraico, il luogo più sacro degli Ebrei. I Musulmani tentarono così di cancellare la memoria dell’esistenza ebraica.

E’ su queste fondamenta che la tradizione post-Maometto costruirà il modello dell’ebreo cospitatore e le relative teorie complottiste. Ne elenchiamo alcuni esempi:

Un ebreo di nome Abu Lubabah tradì la fiducia di Maometto per interessi economici quando, invece di fare ciò che gli era stato ordinato, fece la spia informando gli Ebrei della tribù dei Banu Qurayza del fatto che Maometto li avrebbe decapitati (Vita di Maometto – Muhammad Ibn Garir al-Tabari, Capitolo XXLVII, pag. 157). Fu in questo contesto che venne rivelato il versetto 8:27: «O voi che credete, non agite con falsità verso Dio e l’apostolo»


Antisemitismo islam
Immagine raffigurante lo stereotipo islamico dell’Ebreo, invidioso, cattivo e cospiratore.

In Corano 113:4, uno stregone ebreo di nome Labid, fu il responsabile di un incantesimo malefico di cui fu vittima Maometto.
Narrato da Aisha:
Una magia fu fatta sul Messaggero di Allah, così che cominciò a immaginare che di avere fatto qualcosa, anche se non l’aveva fatta. Un giorno, mentre era con me, ha invocato Allah per lungo tempo e poi disse: “O Aisha! Sai che Allah mi ha incaricato per quanto riguarda la questione gli ho chiesto?” Ho chiesto, “Cosa ti ha chiesto Allah” Egli disse: “Due uomini sono venuti da me. Uno di loro stava seduto vicino alla mia testa e l’altro stava seduto vicino ai miei piedi. Uno di loro ha chiesto al suo compagno: ‘Qual è la malattia di questo uomo?’ L’altro rispose: ‘Egli è sotto l’effetto della magia.’ Il primo ha chiesto, ‘chi ha fatto la magia su di lui?’ L’altro rispose: ‘Labid bin A’sam, un Ebreo della tribù di Bani Zuraiq.’ Il (primo ha chiesto), ‘con cosa è stata fatta?’ L’altro rispose, ‘Con un pettine e il capello attaccato ad esso e una po del polline di palma maschile.’ Il primo ha chiesto, ‘Dove si trova?’ L’altro rispose, ‘Nel pozzo di Dharwan.’ Poi il Profeta andò insieme ad alcuni dei suoi compagni a quel pozzo e vide che vicino ad esso c’erano palme da dattero. Poi tornò da me e mi disse: ‘Per Allah l’acqua di quel pozzo era (rossa) come l’infuso di foglie di hennè e la sua data di palme erano come le teste dei diavoli”, dissi, “dimmi Profeta di Allah, hai preso quel materiali dalla pelle polline?” Disse di no! Quanto a me Allah mi ha guarito e mi ha curato e avevo paura che le persone intorno avessero pensato che volessi diffondere il male in mezzo a loro quando ha ordinato che il pozzo dovesse essere riempito di terra, così è stato riempito di terra” (Sahih al-Bukhari Libro 71 Numero 661)

Fu il complotto di un ebreo di nome Abdullah ibn Saba’ la vera causa della divisione nell’islam tra Sunniti e Sciiti e all’interno degli stessi Sciiti. Questa figura, che secondo gli studiosi moderni non sarebbe nemmeno mai esistita, avrebbe architettato il suo subdolo piano simulando una conversione per dividere l’islam dall’interno.

“Anche la scissione ismailita venne attribuita dai duodecimani ad Abdullah ibn Maymun al Qaddah, un ebreo falsamente convertito con lo scopo di organizzare questa apostasia.” (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 461)

“Secondo la metastoria musulmana, che giustifica qualsiasi divisione, emergenza politica e dottrinaria con la teoria del complotto ebraico, un altro ebreo, Yacub ibn Killis, sarebbe all’origine delle scissioni che determinarono la nascita di tre califfati distinti nello stesso periodo: quello Abasside di Baghdad, Fatimide del Cairo (910) e, infine, il califfato Omayyade di Cordoba, in Spagna (929). (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 461)

Agli occhi dei Musulmani più fanatici la sola esistenza del popolo ebraico, per non parlare di un intero Stato ebraico, delegittima l’islam e Maometto. Per questi Musulmani fare la pace con gli Ebrei e riconoscere che sono esseri umani che meritano lo stesso rispetto di tutti gli altri è teologicamente inconcepibile. L’islam è obbligato a giustificare il genocidio che Maometto ha scatenato contro gli Ebrei (subumani, malvagi, scimmie, maiali, nemici di Allah etc…) altrimenti sarebbero obbligati ad ammettere che Maometto è stato un signore della guerra.

Essendo teologicamente obbligati a scegliere la via della non-riconciliazione, ogni accenno di apertura verso altre strade viene osteggiato. Gli Ebrei devono rimanere eternamente legati al ruolo di nemici dell’islam. Non esistono vie alternative: o gli Ebrei sono un male o lo è stato Maometto con le sue violenze e le sue parole.

Qualsiasi tentativo di perdonare, umanizzare, o vivere in pace con gli Ebrei è considerato tradimento contro l’islam. Come possono i Musulmani perdonare gli Ebrei e poi tornare alle loro moschee e lì leggere le indicazioni del loro Profeta contro di essi?

Tutto ciò ha avuto ripercussioni nella storia.


Conseguenze dell’antisemitismo islamico nella storia

Come era ovvio che fosse, una religione fondata su imput così forti contro una determinata categoria di persone, non poteva che generare conseguenze negative nella storia. Citeremo solo alcuni dei fatti più significativi:

massacro di cordoba ebreiLe ripercussioni nella storia dell’anisemitismo islamico si scontrano persino con la leggendaria (a tutti gli effetti) “età d’oro della tolleranza islamica”, soprattutto per quanto rappresentato nella Spagna islamica. Si calcola che tra il 1010 e il 1013 nei pressi di Cordoba e in altre parti della Spagna furono centinaia gli Ebrei uccisi.

Nel 1066, sempre a Cordoba, si ebbe il più grande massacro di ebrei mai avvenuto in epoca medievale, durante il quale persero la vita circa 4000 persone. Anche in questo caso la violenza contro gli Ebrei fu scaturita dal cospirazionismo e dalla gelosia nei confronti di alcuni di loro, che erano riusciti a ricoprire ruoli di prestigio (la storia dell’islam è ricca di situazioni in cui gli invasori musulmani, in mancanza di capacità politiche e organizzative, dovettero servirsi di dotti tra gli infedeli).

Walter Laqueur scrisse:

“Gli ebrei non potevano di regola ottenere una carica pubblica (come al solito ci sono le eccezioni), e ci sono stati pogrom occasionali, come ad esempio quello di Granada del 1066.”

Riferendosi a quest’ultima strage, Robert Wistrich dice:

“Questo è stato un disastro, così grave come quella che ha superato gli Ebrei Renania trenta anni più tardi durante la prima crociata, eppure raramente ha ricevuto molta attenzione degli studiosi.” (Laqueur, Walter, The changing face of antisemitism: from ancient times to the present day, pag. 68)

Lo sorico Bernard Lewis scrisse:

«Particolarmente istruttivo a questo riguardo è un antico poema antisemita di Abu Ishaq, scritto a Granada nel 1066. Questa poesia, che si dice sia stata uno strumento che provocò la rivolta antiebraica dello stesso anno, contiene le seguenti riflessioni:
“Ucciderli non è considerata una violazione della fede, violazione sarebbe lasciarli andare avanti.
Hanno violato la nostra alleanza con loro, come si può essere condannati per andare contro i trasgressori?
Come può esistere un qualsiasi patto quando noi siamo insignificanti e loro primeggiano?
Ora siamo umili, nei loro confronti, come se fossimo dalla parte del torto e loro avessero ragione!”» (Lewis, Bernard, The Jews of islam, pag. 44)
Maimonide ebrei spagna islam

Maimonides – Moses ben Maimon

Mosè Maimonide (1135 – 1204), il più famoso filosofo ebreo del Medioevo, dovette fuggire dalla nativa Cordoba, stretta nella morsa del terrore della dinastia berbera musulmana degli Almohads, la quale emanò diversi progrom che portarono alla morte migliaia di Ebrei della penisola iberica. Maimonide e la sua famiglia riuscirono a fuggire. Intorno al 1172, in risposta alle richieste di informazioni da parte del capo degli Ebrei nello Yemen Jacob ben Netan’el al-Fayyūmi, Maimonide fornì consigli e tutto il conforto e l’incoraggiamento possibile. L’epistola agli Ebrei dello Yemen ci fornisce un quadro molto chiaro della situazione che stavano bpvivendo gli Ebrei di Spagna. Ne riportiamo alcuni estratti:

“…Le persecuzioni continue causeranno molti ad allontanarsi dalla nostra fede, ad avere dubbi, ad andare fuori strada, perché hanno assistito alla nostra debolezza, e hanno visto il trionfo dei nostri avversari e il loro dominio su di noi…”

“Dopo di lui sorse il pazzo che emulato il suo precursore da quando ha aperto la strada per lui. Ma ha aggiunto l’ulteriore obiettivo di procurare regola e sottomissione, e ha inventato la sua ben nota la religione “. Molti scrittori Ebrei medievali comunemente noti come Muhammad ha-meshugga ‘, Madman-il termine ebraico, come osserva Norman Stillman, essere “in stato di gravidanza con connotazioni.”

Maimonide indica anche uno dei motivi secondo lui dell’odio musulmano verso gli Ebrei:

“Visto che i musulmani non riuscivano a trovare una sola prova in tutta la Bibbia né un riferimento o un’allusione al loro profeta, furono costretti ad accusare noi dicendo: “Avete modificato il testo della Torah, e cancellato definitivamente ogni traccia del nome di Maometto da tali norme.” (Norman Stillman. The Jews of Arab Lands, pag. 236)

Egli osserva la profondità dell’odio musulmano per gli Ebrei, ma ci informa anche della sopportazione sopportazione alle angherie:

Ricordate, miei correligionari, che a causa del gran numero dei nostri peccati, Dio ci ha gettati in mezzo a questo popolo, la nazione di Ismaele [gli arabi] che ci perseguita duramente e che escogita tutti i modi per farci male e avvilirci… nessuna nazione ha mai fatto tanto male a Israele. Nessuna l’ha superata nell’avvilirci e umiliarci. Nessuna è stata capace di ridurci nel modo in cui questa ci ha ridotto. […] Anche se siamo stati disonorati da loro al di sopra della resistenza umana, e abbiamo dovuto sopportare le loro invenzioni, ci siamo comportati come lui che ha descritto lo scrittore ispirato, “Io come un sordo non ascolto e come un muto non apro la bocca” (Salmi 38:14). Allo stesso modo i nostri saggi ci hanno insegnato a sopportare in silenzio le prevaricazioni e le assurdità di Ismaele. […]. Abbiamo accettato, vecchi e giovani, per abituare noi stessi all’umiliazione, come Isaia ci ha insegnato “Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba.” (50:6)” (Abraham Halkin, David Hartman, Iggeret Teiman, New York 1952)

“In Kairouan [ Tunisia ] gli Ebrei furono perseguitati e costretti ad andarsene nel 1016, ritornando successivamente per poi essere espulsi di nuovo. Nel 1145 a Tunisi gli Ebrei (e i Cristiani) furono costretti a convertirsi se non volevano essere espulsi, e nel decennio successivo ci furono feroci persecuzioni antiebraiche in tutto il paese. Un evento simile si è verificato nel Marocco dopo il massacro degli Ebrei a Marrakesh nel 1232. In effetti, nel mondo islamico dalla Spagna e della penisola arabica il saccheggio e l’uccisione degli Ebrei, insieme a una tassazione punitiva, il confinamento in ghetti, l’obbligo di segni distintivi sui vestiti (una novità in cui l’islam preceduto la Cristianità medievale), e altre umiliazioni erano all’ordine del giorno.” (Robert Wistrich. Antisemitism-The Longest Hatred. Schocken Books, New York 1991, p.196)

Tristemente famoso è anche il “massacro di Fes” (Marocco), dove nel 1033 più di 6000 Ebrei vennero brutalmente uccisi.

“La dogmatica certezza di un complotto ebraico all’origine di tutte le divisioni della umma musulmana, sempre sottovalutata dalla storiografia europea, riemerse drammaticamente nel corso del XX secolo, quando il califfato universale ottomano, impostosi nel XVI secolo, cominciò ad agonizzare. Nel 1908 nei Paesi arabi, Siria e Iraq innanzitutto, gli Ebrei furono accusati di essere promotori del movimento dei Giovani Turchi che, con una sorta di golpe militare, impose al sultano Abdul Hamid riforme modernizzatrici moderatamente democratiche. Ancora una volta la crisi dell’assetto del potere centrale della umma musulmana venne dunque ascritta ai giudei e ai loro complotti. Vi furono anche manifestazioni e violenze contro gli Ebrei. L’accusa, al solito, non aveva elementi cui appoggiarsi (solo uno tra gli affiliati all’organizzazione, Emanuel Carasso, che ricopriva un ruolo del tutto marginale, era ebreo), mentre ebbe concretissime ragioni d’essere l’accusa ai Giovani Turchi di essere in contatto con la massoneria. (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 462)
Il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al Husseini, capo spirituale dei mussulmani palestinesi, e il leader nazista Adolf Hitler

Il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al Husseini, capo spirituale dei mussulmani palestinesi, e il leader nazista Adolf Hitler

Il contatto principale su cui i nazisti poterno contare per un sostegno del mondo islamico fu Amin el-Husseini, il Mufti di Gerusalemme. Al centro dei suoi sforzi ci fu il tentativo di rivitalizzare l’odio verso gli ebrei sulla base delle tradizioni islamiche dell’erterno complotto contro i musulmani. Esiste un opuscolo dal titolo “L’islam e l’ebraismo”, che i nazisti diffusero in diverse lingue. Nella sua prefazione il Mufti scrisse: “Purtroppo, solo pochi sanno che l’inimicizia tra l’islam e l’ebraismo non è una cosa recente” Ora, questi messaggi di odio sono stati riportati in vita con la ripetizione continua. Verso la fine del 1938 l’Abwehr II pianifica un programma per inviare in Palestina, tramite navi battenti bandiera neutrale, alcune forniture di armi e munizioni destinate alle forze di Husseini. Nel settembre del 1939, all’indomani dell’invasione tedesca della Polonia, Amin al Husseini dichiara pubblicamente di volere dare il suo esplicito sostegno al “meritevole e coraggioso condottiero Adolf Hitler”, incitando “i mussulmani a prendere le armi a fianco della Germania nazista”. All’inizio del 1941, dai microfoni di un’emittente segreta, il Gran Muftì invoca “il diritto degli arabi a risolvere il problema ebraico con le stesse modalità e gli stessi mezzi adoperati dal Führer, e lancia un proclama affinché tutti gli islamici contribuiscano con le armi al successo delle forze dell’Asse”. (Fonte)

Tra le infinite prove di un sentimento antisemita ben precedente alla nascita di Israele vi è anche quella offerta dai libri di testo in arabo adottati nei campi profughi palestinesi delle Nazioni Unite in Giordania, Libano, West Bank e striscia di Gaza. Il 4 aprile 1969 fu infatti presentato all’ottantaduesima sessione dell’Unesco a Parigi il risultato di un’indagine (condotta da tre membri, tra cui un musulmano turco) che, dopo aver preso in esame centoventisette libri di testo, ne aveva approvati solo quarantotto, bocciando gli altri per le seguenti ragioni: importanza al problema delle relazioni tra il Profeta Maometto e gli Ebrei d’Arabia, in termini che mirano a convincere i giovani lettori che la comunità ebraica nel suo insieme è sempre stata e sempre sarà l’inconciliabile nemica della comunità musulmana. […] Termini come bugiardo, imbroglione, usuraio, idiota, applicati agli Ebrei in certi brani e parte del deplorevole linguaggio dell’antisemitismo internazionale, non possono essere tollerati.” (Carlo Panella, Il Libro nero del Califfato, pag. 462)

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Le ripercussioni dell’anisemitismo islamico si sono protratte fino ai nostri giorni, tanto che rappresenta una sfida chiave del nostro tempo, il quale si manifesta non solo con gli attacchi terroristici e di “violenza di strada” ma anche con un’intensa propaganda razzista principalmente di stampo complottista, secondo la quale dietro ogni male del mondo, compresi persino gli attentati islamici, c’è la mano degli Ebrei.
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Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » sab gen 14, 2017 1:54 pm

Ancora una volta, i palestinesi non hanno perso l’occasione di rafforzare l’unità degli israeliani
Ci hanno pensato un terrorista e i suoi fan a ricordare a tutti il contesto criminale in cui i ragazzi israeliani sono chiamati a prendere decisioni di vita e di morte in poche frazioni di secondo
Di Gil Troy
http://www.israele.net/ancora-una-volta ... israeliani

L’intramontabile intuizione di Abba Eban secondo cui i palestinesi non perdono mai l’occasione di perdere un’occasione deve essere aggiornata: i palestinesi non perdono nemmeno mai l’occasione di rafforzare l’unità degli israeliani. Domenica scorsa, proprio mentre il New York Times si deliziava nel descrivere un Israele polarizzato e lacerato pronto a sacrificare esercito e unità nazionale “sull’altare dell’ideologia ultra-nazionalista”, ecco che un camionista palestinese sadico, insieme ai suoi numerosi tifosi palestinesi (dai fan esaltati che lo glorificano a quelli furbi che tacciono), ha riunificato Israele nel dolore. Nel mezzo delle lancinanti reazioni al verdetto Azaria che condanna il soldato che ha sparato a un terrorista disarmato, ci ha pensato quest’altro terrorista-pirata-della-strada a ricordare a tutti il contesto criminale in cui i ragazzi israeliani sono chiamati a prendere decisioni di vita e di morte in poche frazioni di secondo.

Mentre gli israeliani si attaccavo ai cellulari per sapere chi era sfuggito, questa volta, alla lotteria mortale del terrorismo – quella che un ineffabile editorialista di Ha’aretz quella stessa mattina giustificava come “resistenza all’occupazione” –, mentre la ruota della sfortuna di marca palestinese schiantava una ventina di famiglie prese a caso, gli israeliani non stavano affatto “muovendo guerra” al loro “esercito di cittadini”: eravamo una cosa sola nel lutto e nella determinazione.

Siamo una cosa sola con le famiglie dei quattro giovani trucidati. Siamo una cosa sola con i diciassette feriti e le loro famiglie. Siamo uniti da destra a sinistra nel ripudio di Hamas, che esalta questo assassino. Siamo uniti da destra a sinistra nel denunciare quegli abitanti di Gaza che hanno marciato nelle strade per celebrare questo atto spregevole. Siamo uniti nel condannare quei fiancheggiatori stranieri che trovano sempre il modo di giustificare l’istigazione all’odio dei palestinesi: le loro impronte digitali sono ben visibili sul volante del camionista killer. E noi tutti condividiamo la stessa preghiera, qualunque sia la ricetta politica che riteniamo più adatta per porre fine al conflitto: che queste siano le ultime vittime innocenti del terrorismo cieco. Anche se non possiamo non chiederci con sgomento: “a chi toccherà la prossima volta”?

I funerali di Yael Yekutiel, uccisa nell’attentato di domenica scorsa a Gerusalemme

Certo, sui mass-media non sono mancati alcuni commenti impietosi. Un opinionista ha sogghignato osservando che nel filmato si vedono due giovani allieve ufficiali che scappavano dal camion assassino tenendosi per mano: “pensavano di essere a Disneyland”, ha scritto. Wow, che acuto psicologo. Si consideri piuttosto la folle pressione che devono reggere questi ragazzi israeliani in divisa. Se reagiscono in modo eccessivo, come ha fatto Elor Azaria, vengono arrestati, processati e condannati. Se reagiscono del tutto normalmente cercando di mettersi al riparo, come hanno fatto alcuni cadetti durante l’attentato di domenica, vengono derisi. E’ giusto rendere omaggio ai coraggiosi che sono corsi verso il camion e hanno ucciso il terrorista; è ingiusto prendersela con gli altri. Stanno già soffrendo abbastanza per il trauma. Non lo si dimentichi: in un primo momento sembrava un incidente stradale, anche agli occhi di quelli che poi hanno reagito e sparato. L’intero incidente è durato 28 secondi: il che indica una reazione eccezionalmente rapida, che ha sicuramente salvato la vita di molti giovani (specie tenendo conto della volontà omicida del terrorista che ha invertito il senso di marcia, e del ben diverso bilancio di vittime in altri recenti casi analoghi). Soprattutto, non lo si dimentichi: i colpevoli di tutto questo sono innanzitutto i terroristi, non le loro vittime.

Quando avevo l’età di questi ragazzi i miei grandi dilemmi erano se specializzarmi in storia o in scienze politiche, se ordinare una pizza normale o ai funghi. Come potrei giudicarli senza un minimo di umiltà? Come osano farlo i miei colleghi guerrieri-da-tastiera che non si sono mai trovati davanti o dietro a un’arma? Il lutto collettivo d’Israele davanti a questa falcidia di giovani dimostra ancora una volta che le Forze di Difesa israeliane sono un esercito di popolo, formato dai “nostri ragazzi” che mettono in gioco cuore e anima, talvolta anche il corpo o la vita stessa, per proteggerci. Trattarli come bambini è paternalistico, trattarli come esperti veterani è pretendere troppo.

La manifestazione di sabato sera in Piazza Rabin a Tel Aviv per la solidarietà reciproca in Israele

Aspettiamo con serenità la definitiva sentenza Azaria, e intanto eliminiamo dalle discussioni sul suo caso due parole incendiarie: “eroe” e “assassino”. Assassinio è chi uccide un essere umano per motivi abbietti e in modo efferato. Lo scorso marzo, nel mezzo di un’ondata di aggressioni terroristiche che sembrava senza fine, non è che Elor Azaria sia uscito di casa una mattina con l’intenzione di uccidere un palestinese. Azaria era armato solo perché il suo paese gli ha dato un’arma per difenderlo. Questo non è il profilo di un assassino. Azaria non è una minaccia per la società. D’altra parte, un eroe è chi dà prova di coraggio, abnegazione e nobiltà di carattere. Sparare a un terrorista disarmato è sbagliato e immorale, e viola il codice etico delle forze israeliane. Eroe è il mio amico Martin Friedlander, un medico che nel 2002 praticò la respirazione bocca a bocca a un terrorista che si era appena fatto saltare in aria. “Sono un medico – dice – e mi sono addestrato tutta la vita per questo tipo di intervento”. Martin era perfettamente consapevole del paradosso del suo gesto, il che è parte del suo eroismo. “Gli avrei sparato io per primo se avessi saputo quello che stava per fare – dice – ma 20 secondi dopo cercavo solo di salvare la vita di un essere umano”.

La sera di sabato scorso, quando Yael Yekutiel, Shir Hajaj, Shira Tzur ed Erez Orbach erano ancora vivi e pregustavano il loro tour a Gerusalemme, una bella persona di nome Ziv Shilon, un ufficiale che ha perso un braccio combattendo Hamas a Gaza, nel clima lacerante del dopo-verdetto Azaria aveva deciso di andare in Piazza Rabin, a Tel Aviv, per invocare pubblicamente solidarietà reciproca contro ogni degenerazione violenta del dibattito nel paese: “anche a costo di andarci da solo”, aveva scritto su Facebook. Si sono presentati in migliaia, di destra e di sinistra: una grande manifestazione spontanea che si è tenuta prima dell’attacco terroristico, dimostrando che non abbiamo bisogno della violenza dei nostri nemici per unirci fra noi. Dobbiamo nutrire questa capacità di unirci: con più benevolenza, più comprensione reciproca, più umiltà, più disponibilità all’autocritica e affetto sincero per i nostri compagni di viaggio – gli israeliani, gli ebrei e gli esseri umani tutti – anche quando non siamo d’accordo.

(Da: Jerusalem Post, 10.1.17)
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Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » dom feb 05, 2017 6:11 pm

Stavamo scherzando: nuovi insediamenti ebraici non si costruiscono da 25 anni!
giovedì 2 febbraio 2017

http://ilborghesino.blogspot.it/2017/02 ... menti.html

Si apprende dalla stampa una verità che sconvolgerà chi per anni ha accusato il governo di Gerusalemme (tutti i governi: a prescindere dal colore politico...) di costituire un ostacolo alla pace a causa dell'espansione degli insediamenti nei territori contesi di Giudea e Samaria (West Bank, per usare la definizione sorta all'indomani dell'occupazione militare giordana del 1948). Come forma di ristoro per la demolizione degli insediamenti illegali di Amona - illegali perché stabiliti su terreno di proprietà privata palestinese e non demaniale - il governo Netanyahu ha proposto la costruzione di residenze in un nuovo insediamento: il primo, dopo 25 anni.
Proprio così: è dagli anni Novanta che non era edificato un insediamento in quella che una volta era chiamata "Cisgiordania"; ed è da otto anni che l'attività edilizia negli insediamenti esistenti è scesa ai minimi termini: una veranda qua, una sopraelevazione là. Stando a quanto si è letto sulla stampa internazionale durante tutta la presidenza Obama, si è avuto spesso la sensazione che al contrario l'attività edilizia nei territori contesi fosse stata frenetica, incessante, persino notturna.
Capita invece che sui territori dell'area C, in Samaria, sorgano nottetempo costruzioni di fortuna, recanti addirittura il vessillo dell'Unione Europea, e tempestivamente occupate da residenti palestinesi - perlomeno la bandiera c'è; non è dato sapere se questa baracche siano abitate. Questo al fine di creare un precedente sul territorio, in spregio al diritto e alle convenzioni internazionali: come tutti sanno, in ossequio agli Accordi solennemente sottoscritti ad Oslo, i controlli di sicurezza e l'attività amministrativa (inclusa la concessione di licenze) dell'area C del West Bank, è riservata ad Israele: lo ha messo nero su bianco lo stesso Arafat, davanti allo sguardo benevolo di tutto il mondo.
Dedicatosi alla pensione il prode Obama, la musica è cambiata: New York Times e Reuters si affanno nel precisare che no, nuovi insediamenti ebraici non se ne costruiscono da un quarto di secolo, ha ragione Netanyahu. E sì che di giornalisti da quelle parti ne sono passati a centinaia: possibile che non se ne siano mai accorti che le testate per cui lavoravano raccontavano favole agli sprovveduti?
Israele dunque non ha costituito alcun ostacolo alla pace per tutto l'ultimo quarto di secolo: e allora con chi ce la prendiamo?
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Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » mer feb 08, 2017 8:44 pm

???

Israele, comincia lo sgombero dell’insediamento di Amona, scontri
Quaranta famiglie devono lasciare le case costruite su terreni palestinesi

http://www.lastampa.it/2017/02/01/ester ... agina.html

Lorenzo Simoncelli

L’esercito israeliano ha dato il via allo sgombero dell’avamposto illegale (non è detto) ebraico di Amona, in Cisgiordania. Giovani manifestanti e abitanti hanno reagito con resistenza passiva ma anche lancio di pietre. L’evacuazione è stata decisa dalla Corte Suprema di Gerusalemme. Nell’avamposto vivono 42 famiglie per un totale di oltre duecento persone, molti bambini.

Dispiegamento imponente

Oltre a centinaia di militari ad Amona ci sono circa 100 agenti della guardia di frontiera. La decisione della Corte risale al 2006 ma ora il governo Netanyahu ha rotto gli indugi e deciso di risolvere la questione. L’avamposto di Amona è stato costruito a partire dal 1995 su terre appartenenti a famiglie palestinesi da parte di giovani abitanti di un altro insediamento, Ofra, a metà strada fra Gerusalemme e Nablus, in Cisgiordania.

Oltre a centinaia di militari ad Amona ci sono circa 100 agenti della guardia di frontiera. La decisione della Corte risale al 2006 ma ora il governo Netanyahu ha rotto gli indugi e deciso di risolvere la questione. L’avamposto di Amona è stato costruito a partire dal 1995 su terre appartenenti a famiglie palestinesi (???) da parte di giovani abitanti di un altro insediamento, Ofra, a metà strada fra Gerusalemme e Nablus, in Cisgiordania.

Nuove case

La decisione arriva dopo la presentazione di una legge per la legalizzazione di altri insediamenti e la costruzione di quasi diecimila case, nel complesso, nei Territori occupati (??? terra ebraica e non territori occupati) e a Gerusalemme Est (Gerusalmme è la capitale di Isarele tutta terra ebraica). Il premier Benjamin Netanyahu ha però deciso di sgomberare gli avamposti illegali, per lo più legati a gruppi religiosi oltranzisti, difesi dai partiti della destra religiosa.

«Come uno stupro»

Un parlamentare del partito Habayit Hayehudi, Bezalel Smotrich, ha paragonato lo sgombero allo «stupro di una donna». Sul posto, a dare sostegno ai manifestanti, sono arrivati anche un deputato del Likud, il partito del premier, e il ministro dell’Agricoltura Uri Ariel.




Israele, passa la legge che legalizza 4mila alloggi in Cisgiordania
La Knesset ha approvato la retroattiva messa in regola delle case costruite su proprietà di privati palestinesi, per i quali è prevista una duplice forma di risarcimento. Il primo passaggio parlamentare del dispositivo aveva portato alla risoluzione di condanna del Consiglio Onu grazie all'astesione degli Usa. Il voto definitivo ritardato in attesa di Trump
06 febbraio 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/02 ... -157733007

GERUSALEMME - Le preoccupazioni internazionali per le ripercussioni sul processo di pace e la rabbia dei palestinesi non hanno fermato il cammino parlamentare della contestata legge con cui vengono legalizzati retroattivamente insediamenti per circa 4mila alloggi su terre di proprietà privata nell'occupata Cisgiordania. La legge è stata approvata dalla Knesset con 60 voti a favore e 52 contrari. E ha trovato il pieno sostegno del premier Benjamin Netanyahu, che da Londra, a margine dell'incontro avuto con l'omologa britannica Theresa May, ha informato dei suoi contenuti anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

In dettaglio, la legge "mette in regola" le case edificate senza autorizzazione dai coloni su terre private palestinesi in Cisgiordania, mettendo in campo una forma di risarcimento per i proprietari espropriati: i palestinesi coinvolti potranno scegliere tra l'entrare in possesso di proprietà alternative o intascare una retta annuale del valore superiore a quello di mercato. Sono migliaia i coloni che vivono in enclavi non autorizzate, mentre sono almeno 400mila gli israeliani residenti in insediamenti che Israele ha autorizzato ma di cui la comunità internazionale contesta la legalità.

Dubbi sulla legalità di alcune disposizioni previste nella nuova legge sono stati sollevati dal procuratore generale Avichai Mandelblit, che si è detto non certo di poterla difendere nel caso fosse impugnata nei tribunali. Perplessità di fronte alle quali il ministro della Giustizia Ayelet Shaked ha affermato che, se necessario, lo Stato troverà un altro procuratore in grado di reggere il confronto.

Prima che con l'avvento di Trump la Casa Bianca tornasse a prendere una posizione più favorevole alla politica di Netanyahu, l'ex segretario di Stato John Kerry aveva condannato il passaggio della legge nel voto preliminare dello scorso dicembre. Proprio quella prima approvazione aveva inoltre portato alla risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani in Cisgiordania da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, con la storica astensione degli Stati Uniti. Di qui anche la decisione di Netanyahu di posticipare il secondo passaggio parlamentare a quando si fosse insediata la nuova amministrazione americana.





I NUOVI INSEDIAMENTI IN PALESTINA SVELANO L'IPOCRISIA CONTRO ISRAELE
Di Fiamma Nirenstein

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 95304944:0

Eppure è difficile abituarsi a un atteggiamento saccente e punitivo quando guarda con un occhio solo. Come è possibile che l'UE abbia scoperto una improvvisa efficienza cancellando sine die per punizione il summit previsto con Israele?

Come può accadere che nelle stesse ore né l'Unione Europea, né l'Onu, né il governo francese o quello inglese facciano qualcosa di fronte alla notizia che il governo siriano ha impiccato 13mila dissidenti; come mai nessuno chiede di che si tratta quando il capo degli hezbollah Nasrallah annuncia una «grande sorpresa» a Israele proprio mentre si viene a sapere che aveva preparato eccidi di bambini ebrei in Brasile; come può capitare che nessuno da Bruxelles dica una parola all'Iran che spiega che può colpire Tel Aviv in 7 minuti.

E invece tutti trovano il fiato per condannare una legge votata alla Knesset che consente di conservare certi «outpost», ovvero parti periferiche di insediamenti, costruite su terreni di proprietà palestinese? Tutta Europa si è alzata in piedi abbaiando, e sembra però che nessuno abbia letto la legge. Che detta «regolamento per gli avamposti» potrebbe essere obliterata dall'Alta Corte di Giustizia, cui hanno promesso di denunciarla i partiti di opposizione: presto altrimenti, dicono, la Corte dell'Aia criminalizzerà Israele. I palestinesi promettono azioni immediate.

Netanyahu, che si trovava in Inghilterra da Theresa May mentre la legge veniva votata, avrebbe preferito rimandare il voto a dopo l'incontro con Donald Trump previsto per il 15 febbraio.
Ma bruciava lo sgombero di Amona, appena avvenuto, e il voto c'è stato. I settler lo vedono come un evento che stabilisce un diritto anche su territori controversi. La legge stabilisce che si sospenda per un anno l'ordine di smantellamento per 6 outpost contrastati, che per ordine della Corte dovevano andare distrutti, e intanto l'Amministrazione civili indaghi.
Gli ordini possono venire sospesi tuttavia solo se le costruzioni sono state fatte in buona fede e con l'approvazione dello Stato. Sono previste compensazioni per gli ex proprietari palestinesi del 125 per cento del valore o a scelta della sostituzione con altra terra. I palestinesi la chiamano una legge che «legalizza il furto», il mondo arabo gli va dietro, l'inviato dell'Onu Nickolay Mladenov dice che «la legge stabilisce un principio molto pericoloso» perché apre le porte all'annessione totale dell'Wet Bank, il ministro inglese Tobias Ellwood dice che la legge «minaccia la soluzione di due Stati» e il ministro degli Esteri francesi Jean Marc Ayrault non ha fatto mancare la sua condanna.
Ma si consenta di dire che migliaia di case, secondo Eugene Kontorovitch esperto di diritto internazionale, sono state costruite sul latifondo, terre date via dalla monarchia Ashemita durante la presenza giordana là, dal 1949 al 67. Poche famiglie sono mai venute a richiedere la terra in questione negli anni: sotto la legge giordana, la questione della proprietà sarebbe in gran parte caduta in prescrizione. Se poi ci fosse stata una vendita segreta agli ebrei, sarebbe stata punita con la pena di morte, e quindi nessuno la confermerà. Non solo: la terra intanto è diventata abitata e produttiva, e per esempio alcuni settler di Amona accettano la cacciata da casa, ma non quella della terra coltivata e hanno fatto ricorso. L'occupazione turca di Cipro permise ai settlers turchi di restare nelle proprietà greche nel 2005. Se si pensa poi allo sgombero di Gaza, alle serre fatte a pezzi, alle case e alle sinagoghe distrutte in poche ore col fuoco e il piccone una volta sgomberati i settler, è difficile capire il sacro fuoco europeo.
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Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » dom dic 10, 2017 4:57 pm

Un interessante articolo di Giordano Stabile su La Stampa riporta cifre e dati che segnano la sconfitta del sogno di Arafat: la creazione di uno stato palestinese su base demografica. Oggi, sono le donne israeliane a fare più figli. Se negli anni ’90 la media in Cisgiordania era di 5,7 figli per ogni donna, oggi è solo di 2.8. E le donne israeliane hanno invece una media di 3.1 figli per donna. Inoltre Israele conta oggi 8,5 milioni di abitanti, dieci volte la popolazione del 1948.

http://www.linformale.eu/il-sogno-di-ar ... alestinesi

Negli Anni Settanta Yasser Arafat, in una delle sue frasi rimaste nella storia, diceva che il «grembo delle palestinesi» avrebbe creato lo Stato di Palestina. La nostra arma «biologica», così la definiva. La tumultuosa crescita della popolazione lasciava pensare a un esito scontato.
Oggi l’arma demografica è passata dalla parte di Israele. Merito dell’ondata migratoria, soprattutto dall’ex Unione sovietica, negli Anni Novanta. Ma anche del «grembo delle israeliane». Che ora fanno più figli delle palestinesi nella Cisgiordania. Un po’ più di tre bambini a testa contro un po’ meno di tre. Con le famiglie ultraortodosse che hanno addirittura una media di cinque figli per donna.
CRESCETE E MOLTIPLICATEVI
Israele oggi conta 8,5 milioni di abitanti, oltre dieci volte la popolazione nel 1948. Le statistiche israeliane includono nel conto Gerusalemme Est, il Golan e alcuni insediamenti in Cisgiordania, che non sono riconosciuti come suo territorio dalla comunità internazionale. In ogni caso il trend demografico è quello. Dopo essere calato fino a 2,8 all’inizio degli Anni Novanta, il numero di figli per donna in Israele è arrivato l’anno scorso a 3,1. Analizzato per religione il tasso è del 3,1 per gli ebrei, del 3,3 per i musulmani e solo del 2,2 per i cristiani arabo-palestinesi.

Anche se non ci sono dati separati per gli abitanti della Cisgiordania, si può intuire un andamento simile, con una media finale di 2,8 figli per donna, meno che in Israele. Negli Anni Settanta era di otto figli per donna.
La popolazione palestinese ora è di 2,6 milioni in Cisgiordania, più 220 mila a Gerusalemme Est, che è stata annessa da Israele nel 1967. Anch’essa è più che decuplicata rispetto al 1948, ma la tendenza è al rallentamento. Gli abitanti degli insediamenti ebraici sono invece cresciuti fino a 400 mila nella Cisgiordania occupata, 350 mila a Gerusalemme Est. Ed è qui che la crescita naturale è più forte, oltre il tre per cento all’anno.
L’ingiunzione biblica «crescete e moltiplicatevi» è presa alla lettera. Queste dinamiche sono alla base dell’espansione degli insediamenti, criticata dall’Onu come uno dei maggiori ostacoli per la ripresa dei colloqui di pace. Ma la costruzione delle nuove case crea tensioni anche all’interno di Israele. Per la banale ragione che c’è sempre meno spazio.

DENSITÀ MASSIMA
Israele ha una superficie di circa 21 mila chilometri quadrati, più o meno come la Puglia. E una densità di 366 abitanti per kmq, una delle più alte al mondo. Secondo il demografo Alon Tal, dell’Università Ben Gourion del Negev, «servono ogni anno da 40 a 60 mila nuovi appartamenti», un ritmo di cementificazione che «mette a rischio la nostra biodiversità». Con questo tasso di crescita naturale e di immigrazione, il Paese conterà 15 milioni di abitanti nel 2050, con una densità di 750 abitanti per chilometro quadrato, la stessa delle grandi metropoli americane. Escluso il deserto del Negev, che si punta a colonizzare massicciamente a partire dalla città di Beersheba, sarà di fatto una grande area urbana.
Questi dati sono anche sui tavoli delle grandi potenze che stanno cercando di rilanciare i colloqui di pace. La Cisgiordania, 5.600 kmq, è altrettanto piccola e affollata. Le risorse in acque e terreno coltivabile sono scarse. Per non parlare di Gaza, 1,8 milioni di abitanti su 360 mq, dove la crescita demografica è ancora oltre il 3 per cento e i figli per donna 5. Al di là della storia e della geopolitica, c’è anche questa realtà dietro lo scontro apparentemente irrisolvibile fra Israele e palestinesi.

L’obiettivo di Arafat, leader dell’Olp morto nel novembre del 2004, sta quindi fallendo: la creazione di uno stato palestinese non sta avvenendo grazie alla crescita demografica, che a parere del leader palestinese avrebbe svantaggiato gli israeliani.
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Re: Ixraełe ebrei e pałestinexi arabo musulmani

Messaggioda Berto » gio mar 22, 2018 7:38 pm

OTTO MESI DI DETENZIONE PER AHED TAMIMI

Ahed Tamimi, la 17enne palestinese processata, fra l’altro, per istigazione alla violenza e per una serie di provocazioni (a calci, sberle, sputi e insulti) inscenate contro soldati israeliani, ha accettato di patteggiare la pena. Secondo l’accordo, che deve essere ancora approvato dalla Corte, Tamimi si riconoscerebbe colpevole di quattro dei 12 capi d’accusa e sconterebbe otto mesi di detenzione (compresi quelli già scontati) e una multa di 5000 shekel. Anche la madre e la cugina dovranno scontare rispettivamente otto e 5 mesi di reclusione.


Palestina, Ahed Tamimi patteggia 8 mesi di carcere per schiaffo al sodato
2018/03/22

https://www.tpi.it/2018/03/22/palestina ... za-carcere

Ahed Tamimi, la 17enne palestinese che nel dicembre 2007 era stata arrestata per aver schiaffeggiato un soldato israeliano, ha patteggiato una pena di otto mesi di carcere.
La ragazza ha accettato di dichiararsi colpevole per quattro dei dodici capi di imputazione a suo carico, tra cui aggressione.
Dovrà anche pagare una multa di 5mila shekel, pari a circa 1.200 euro. La pena carceraria è stata invece sospesa.
Secondo quanto riferito dai media israeliani il 22 marzo 2018, la corte militare israeliana di Ofer, in Cisgiordania, ha approvato il patteggiamento.
Ahed Tamimi ha trascorso finora quattro mesi in detenzione amministrativa.
Tamimi era diventata un simbolo della protesta palestinese contro l’occupazione di Israele.
La ragazza era stata arrestata nel dicembre 2017 dalle autorità israeliane dopo che un video che la ritraeva mentre schiaffeggia un soldato israeliano era divenuto virale.
I fatti risalgono al 14 dicembre 2007, quando Mohamed Tamimi, 14 anni, cugino di Ahed, venne colpito da uno proiettile di gomma sparato a distanza ravvicinata da un soldato israeliano rimanendo ferito alla mascella, riuscendo tuttavia a sopravvivere.
Secondo la difesa di Tamimi, il filmato mostrava la reazione della ragazza dopo essere venuta a conoscenza del fatto.
Per diversi israeliani, invece, la giovane è una “facinorosa in cerca di guai”.
La corte aveva definito l’adolescente un soggetto “pericoloso”, accusato di un “reato ideologico”.
L’ong Amnesty International, dopo l’arresto di Ahed Tamimi, ha lanciato una petizione internazionale per il suo rilascio, firmata da oltre 1,7 milioni di persone.
L’ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’Unione europea avevano espresso preoccupazione negli scorsi mesi per il caso Tamimi. La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia stabilisce infatti che l’incarcerazione di un minore deve essere una misura di “ultima istanza” e deve avere una durata “più breve possibile”.
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