BNE BERAK
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Bne Berak è un quartiere di Tel Aviv che dista 40 minuti o forse 40 anni dalle spiagge e le discoteche del centro città.
Bne Berak è il quartiere degli ebrei religiosi di Tel Aviv.
È un quartiere che amo perchè pare di entrare in una nuova dimensione, quando si passeggia al suo interno.
Piccole e umili palazzine di tre piani; imbiancate a calce; senza ascensore, semplici come semplici le sue piccole case, senza tappezzeria, con arredi umili e semplici come i suoi abitanti.
Gli ebrei religiosi hanno pochi cardini: famiglia, preghiera, carità, studio e lavoro anche se quest’ultimo è visto come una pura necessità ; si lavora per pagare l’affitto e la spesa ma si cerca di avere più tempo possibile per lo studio, la preghiera e la solidarietà.
Spesso vedrete medici o ingegneri nucleari pulire le scale dei palazzi perchè così possono assolvere meglio le incombenze religiose e di solidarietà.
Gli abitanti di Bne Berak hanno scelto di vivere una vita spirituale; hanno ricreato quel mondo che Hitler aveva distrutto in Europa e che gli Arabi hanno spazzato via in Africa dopo aver espulso tutti gli ebrei dai paesi musulmani negli ultimi 70 anni..
I religiosi guardano noi laici con compassione.
Noi che viviamo per il successo, il prestigio, il denaro….tutte sciocchezze ai loro occhi.
Gli unici valori che contano per loro, sono : devozione, la solidarietà e la cultura.
Gli unici obiettivi da perseguire sono la purezza personale e famigliare; la frugalità, la preghiera e lo studio.
Guardateli; sono davvero molto felici senza possedere nulla.
Non conoscono l’ansia né la paura: tanto c’è D-o che penserà a tutto, quindi…..
Non temono di perdere nulla perchè non hanno nulla, eppure sono sereni.
Gli uomini vestono solo di giacca, cappello e pantaloni neri su camicia bianca tutto l’anno.
Le donne invece : orribili maglioncini stile anni 50 , scarpe senza tacco e lunghe gonne.
La lunghezza della gonna varia dalla congregazione alla quale si appartiene; alcuni rabbini tollerano pure le minigonne.
Però ognuno poi veste come vuole. Non c’è alcun obbligo o condanna; l’ebraismo suggerisce ma non obbliga.
Gli uomini sono invitati ad evitare tentazioni e per questo evitano di guardare le ragazze giovani in minigonna e non sedersi loro vicino sul bus.
Sì perchè a Bne Berak le case costano poco e ci vengono a vivere in pace anche i laici e le ragazze un po’ sguaiate e ultraminigonnate di Tel Aviv.
La convivenza è pacifica anzi, spesso i laici si rivolgono ai religiosi o ai rabbini per consigli o perchè alla ricerca della loro parte spirituale e vengono ovviamente accolti a braccia aperte.
Bne Berak è come una bella signora che aspetta solo occasione di vestirsi e truccarsi per le feste.
Gli abitanti di Bne Beraq ( come di tutti i quartieri religiosi ebraici) hanno la giornata scandita dal ritmo delle preghiere che non sono un obbligo ma un piacevole momento di incontro con gli amici ai quali segue sempre un rinfresco rituale (Kiddush).
Le donne molto spesso recitano i salmi (Tehillim) sul bus, alcune lo fanno dallo smartphone.
La settimana lavorativa è vista come un noioso intermezzo tra un santo sabato festoso e quello successivo.
Il Sabato è pura gioia.
Spenti i semafori, chiusi i negozi tutti.
Niente macchine o motorini, solo le carrozzelle con tanti bambini.
Solo Sinagoghe dalle quali escono i canti vecchi di 3.000 anni, sempre
quelli, immutabili.
Nel cortile della Sinagoga, sul tavolo troverete: vino, dolci, biscotti e panini; sono per il Kiddush; un breve pasto al termine di ogni funzione.
Tutti possono cibarsene, anche gli sconosciuti.
Non c’è bisogno di inviti.
Tutti, possono partecipare alle feste di Circoncisione, maggior età o Matrimonio, qualora ci fossero pochi invitati.
Tutti sono tenuti a pregare per i defunti; passando davanti alla casa della famiglia in lutto, pregheranno per uno sconosciuto come avrebbero pregato per un familiare stretto.
Molte case lasciano le porte aperte per permettere visite di cortesia informali e poi c’è l’abitudine di girare casa per casa a trovare amici e parenti.
Perchè la tribù di Giacobbe (cioè gli ebrei), sono da sempre un’unica grande famiglia.
I mesi sono scanditi dal calendario-lunario ebraico e sono di 28 giorni ed ogni primo del mese è festa.
Le stagioni, sono anche esse scandite da feste e ricorrenze.
La vita scorre cosi come comandato dalle scritture con ritmi naturali e non dalla vorticosa civiltà dei consumi di Tel Aviv.
Bne Berak ospita molte organizzazioni di carità e solidarietà.
La solidarietà e la carità sono invece un obbligo, una missione.
Ci si può rivolgere ai religiosi per avere pasti Kasher per chi vive isolato, o chiedere compagnia o aiuto per un Shidduch (un incontro per trovare il partner), si , anche questo.
I religiosi saranno felicissimi di portare sedie a rotelle,bombole ad ossigeno o stampelle agli anziani privi di risorse.
Tutto quello che fanno, lo fanno a titolo gratuito; non sollecitano una mancetta né invitano a pregare, nulla.
Cercano di risolvere il problema e se ne vanno rifiutando ricompense.
Punteranno il dito verso il cielo, dicendo:
“Non si preoccupi, la mia ricompensa è lassù".
Jossy
Tel Aviv