Oncuò xe Sàbo :
Shabbàt, o Sabato, è l'istituzione religiosa centrale dell'ebraismo rabbinico. L'osservanza dello Shabbàt è la pratica che definisce più di tutto l'appartenenza alla comunità osservante degli ebrei credenti. L'idea di un giorno santo, diversamente da qualsiasi concetto di luogo sacro, è considerata dalla Toràh come esistente fino dall'inizio del mondo. È iniziato il giorno dopo la creazione degli uomini, il giorno in cui Dio si è riposato. Dio ha santificato il Sabato dall'inizio stesso del tempo (Gen. 2:1-4). Questo è un modo di dire che l'esistenza umana stessa non può essere immaginata in un mondo dove non c'è lo Shabbàt.
La radice della parola Shabbàt significa “cessare” o “desistere”. Osservare lo Shabbàt vuol dire cessare la nostra vita lavorativa ed interrompere la nostra routine giornaliera ogni settimo giorno, rendendo quel giorno santo. Shabbàt deve essere un giorno di godimento del mondo di Dio piuttosto che di scontro con esso; un giorno di distensione piuttosto che di lotta, un momento per vivere in armonia piuttosto che di conseguimento del dominio.
Due eventi sono celebrati ogni Shabbàt. Uno è la Creazione del mondo da parte di Dio. Il nostro riposo è un modo di prender parte al riposo di Dio, addirittura rientrando, per un momento, in quel giardino perfetto che era il mondo secondo l'intenzione di Dio. Shabbàt è famoso per portare in sé “il sapore dell'Eden” e “qualcosa del mondo a venire”, che è un Giardino dell'Eden ripristinato. Ma Shabbàt commemora anche l'Esodo dall'Egitto. Gli schiavi non sono in grado di scegliere il loro riposo. La capacità di creare il proprio equilibrio tra lavoro e svago è un segno di libertà. Secondo il Midràsh, Mosè andò da Faraone e chiese un giorno settimanale di riposo per gli schiavi ebrei, istituendo così lo Shabbàt perfino prima che essi lasciassero l'Egitto. Parte di ogni celebrazione dello Shabbàt consiste nella nostra ammissione che siamo ancora schiavi del lavoro, schiacciati, oggi, dal ritmo veloce della nostra vita lavorativa e dalla pressione di vivere in una società orientata sempre più verso la conquista. I nostri padroni, oggi, possono essere elettronici piuttosto che umani, ci blandiscono più che frustarci per farci lavorare ancora un po' più velocemente e più duramente. La nostra capacità di metterli da parte una volta alla settimana è la nostra proclamazione di liberta, un motivo autentico di celebrazione.
La Toràh non dà quasi alcuna istruzione su come osservare il Sabato. Il “lavoro” è proibito, ma la natura di questo lavoro non è specificata. Alcuni dettagli, compreso il divieto di accendere il fuoco e di raccogliere legna il giorno di Sabato, sono tutto ciò che il testo fornisce. I rabbini, tuttavia, trovarono un intero corpo di leggi del Sabato celato nella Toràh, basato su un'analogia tra la melakhàh (“lavoro”) proibita per Shabbàt e il lavoro richiesto per la costruzione del tabernacolo nel deserto. Tutti i tipi di lavoro richiesti per la costruzione (ci sono trentanove categorie principali e molte da esse derivate) sono quelli proibiti il giorno di Shabbàt.
Il tabernacolo, naturalmente, rappresenta il Tempio di Gerusalemme. Nei tempi antichi la religione d'Israele aveva il suo punto focale nel Tempio, e i riti più importanti avevano luogo solo in quel posto sacro. Tutto il resto del mondo, per così dire, era situato tutto intorno ad esso (dal momento che i cristani hanno ereditato questa geografia sacra dagli ebrei, non sorprende che le mappe più antiche mostrino Gerusalemme come il centro del mondo). I rabbini del primo e del secondo secolo, di fronte alla perdita del Tempio, capirono che esso doveva essere in qualche modo sostituito. Un centro sacro portatile, tale che santificasse il tempo più che lo spazio, poteva servire ugualmente allo scopo sia in esilio che nella Terra Santa, e non avrebbe minacciato il loro costante attaccamento a Gerusalemme. Ingegnosamente essi collegarono strettamente il Sabato al Tempio, impiegando la stessa serie di regole. Facendo questa serie di lavori, costruiamo lo spazio sacro; astenendoci dallo stesso elenco di lavori santifichiamo il tempo sacro. Shabbàt diventa così un'immagine speculare del Tempio, un tabernacolo-in-esilio che funge, nei secoli, da centro effettivo della vita ebraica.
Shabbàt può essere ancora il modello religioso più importante che l'ebraismo può dare all'umanità. Nella nostra epoca dall'andatura sempre più veloce e dalle esigenze sempre maggiori, la necessità di un giorno di autentico riposo è ancora più importante. Ma le forme di osservanza del Sabato, nel loro evolversi in infiniti dettagli, sono, per molti ebrei, soffocanti e perfino opprimenti nei confronti dello stesso spirito di libertà dello Shabbàt. Lo Shabbàt dei nostri giorni dovrà essere più semplice e efficiente. Ciò è necessario prima che lo Shabbàt possa essere accettato da settori più vasti del popolo ebraico, ed anche per il bene di qualsiasi messaggio nuovo, relativo al Sabato, che speriamo di potere estendere al di là dei confini della nostra comunità. Uno Shabbàt di questo tipo dovrà naturalmente essere totalmente spontaneo, senza alcun tipo di costrizione.
Nell'intento di provvedere a questa necessità, ecco l'elenco di dieci consigli per un Sabato moderno. Possono essere utilizzati singolarmente, per creare uno Shabbàt per voi e la vostra famiglia, o in unione con qualunque cosa vi sembri giusta, contenuta nell'halakhàh tradizionale.
Dieci consigli per un Nuovo ShabbàtCose da farsi:
1. Rimanete a casa. Passate del tempo prezioso con la vostra famiglia e i veri amici.
2. Festeggiate con gli altri: alla vostra tavola, in sinagoga, con la vostra comunità o chavuràh, o con coloro con i quali potete meglio condividere il sentimento di apprezzamento per il mondo di Dio.
3. Studiate o leggete qualcosa che vi istruisca, vi sia di stimolo o vi faccia crescere.
4. Rimanete da soli. Prendete del tempo per voi stessi. Esaminatevi. Riconsiderate la vostra settimana. Chiedetevi a che punto siete nella vostra vita.
5. Contrassegnate l'inizio e la fine di questo tempo sacro: con l'accensione delle candele e il qiddùsh la sera del venerdì, e l'havdalàh il sabato sera.
Cose da evitare: 6. Fare tutto quello che sia legato al vostro lavoro. Questo comprende le letture obbligatorie, i compiti a casa dei figli (anche se non scritti!), gli obblighi sociali non desiderati e il prepararsi al lavoro o farlo addirittura.
7. Spendere denaro. Separatevi totalmente dalla cultura consumistica che ci assedia.
8. Fare affari. Nessuna telefonata al vostro operatore di borsa, nessuna attenzione agli annunci economici, nessun pagamento di conti. Tutto questo può attendere.
9. Viaggiare. Evitate in particolare gli aeroporti, le stazioni, gli alberghi e altri luoghi di incontro altrettanto spersonalizzanti. Tenetevi lontani da situazioni nelle quali è probabile che gli altri vi augurino una buona giornata! (“Shabbàt è sempre una buona giornata, grazie!”).
10.Dedicarsi ad un tipo di intrattenimento consumistico e pre-confezionato, come quello della tivvù o del computer. Fate in modo di trovarvi faccia a faccia con coloro che sono intorno a voi piuttosto che stare di fronte ad un video onnipotente.
Bòn Sàbo a tuti!