I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 7:55 am

Salvini stronca i buonisti: «Gli immigrati portano violenza, leggete i dati»
di Fulvio Carro
venerdì 7 settembre 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/09/sal ... ete-i-dati

Sul tema dei migranti la sinistra ha messo in campo tutta l’ipocrisia buonista. Ma le cifre parlano chiaro e non lasciano spazio a equivoci: «Nell’ultima settimana la polizia ha arrestato 528 persone, di cui più della metà immigrati (285), e ne ha denunciate 2.478, di cui oltre il 50% immigrati (1.300).

Più immigrazione significa più delinquenza, i numeri sono chiari: essere riuscito a ridurre di molto sbarchi e arrivi, nonostante minacce e denunce, è per me motivo di orgoglio». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sulla decisione del Riesame, il vicepremier va giù duro: «Lega ci chiamiamo e Lega ci chiameremo. E a meno che non me lo sequestrino, il cognome Salvini me lo tengo. Anche se di questi tempi, mai dire mai…», dice al Corriere della Sera. «Ma guardi che sul sequestro dei conti della Lega c’è pochissimo di cui parlare. Io, ho dedicato al tema credo… due minuti della giornata. La situazione è davvero surreale – sottolinea Salvini – . Ormai il ministro dell’Interno è il più spaventoso dei delinquenti, un sequestratore, un responsabile di violenza privata. Ma lei lo sa che le mie imputazioni sono arrivate a dodici? Perché alla procura di Agrigento se ne sono aggiunte altre. Surreale davvero…».
«Quello che mi fa rabbia – dice – è che i venti euro che l’altra sera una signora ha voluto mettermi in mano sono sequestrati. Le donazioni, quello che operai e pensionati vogliono dare alla Lega perché credono in quello che stiamo facendo, tràc, vengono ingoiati». Sul possibile intervento del Capo dello Stato, già evocato negli scorsi mesi Salvini dice: «Io non chiedo nulla. Se sembra normale che quello che viene dato come il primo partito italiano sia messo fuori legge, per me sta bene. Certo, un sequestro preventivo del genere su una sentenza non definitiva, un filo stupisce. Dico solo agli amici della Procura di Genova che è perfettamente inutile andare in giro per l’Europa a cercare soldi che non ci sono…».
Ddl anticorruzione. «Credo», afferma Salvini in un’intervista a La Stampa, «che il Parlamento gli apporterà qualche modifica perché è giustissimo stroncare corrotti e corruttori, assenteisti e truffatori, però in Italia non ci possono essere 60 milioni di indagati». Per Salvini «non possiamo mettere tutti alla mercé del primo giudice che inizia a intercettare o pedinare o indagare chiunque gli capiti a tiro».



Crimini e delitti dei clandestini, degli irregolari e di altri stranieri più o meno regolari o in attesa di regolarizzazione o di respingimento
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 7:57 am

Migranti Diciotti spariti, Meluzzi: "Ma molti non erano malati? Se contagiano di chi è la colpa?"
Americo Mascarucci
2018/09/06

https://www.lospecialegiornale.it/2018/ ... e-la-colpa

Cinquanta migranti che dalla nave Diciotti erano stati trasferiti nel centro di Rocca di Papa si sono allontanati e risultano irreperibili. Le cinquanta persone si erano limitate a “manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo” precisa il Viminale. “Ma come, non li avevo sequestrati?” ha commentato ironico il ministro Salvini. Lo Speciale ha chiesto un commento ad Alessandro Meluzzi, noto psichiatra, scrittore e opinionista, oltre che profondo osservatore del fenomeno migratorio.

Cinquanta migranti della Nave Diciotti sono scappati. Ma non avevano bisogno di vitto, alloggio e protezione?

“Questa fuga conferma un antico pensiero di Lenin, ossia che i fatti hanno la testa dura. I fatti possono essere manipolati, trasformati in azioni propagandistiche, in idiozie buoniste ma poi si pongono in tutta la loro chiarezza. Va detto innanzitutto che quando la nave Diciotti era ancora ancorata, su di essa si è assistito ad una continua passerella di politici, vescovi, giornalisti e tante anime belle che hanno poi spinto un magistrato a formulare delle accuse molto pesanti, come il sequestro di persona o l’arresto illegale, nei confronti del Ministro dell’Interno. Tutto questo sostenendo che a bordo c’erano delle persone che dovevano scendere, perché avevano dei gravissimi problemi di natura sanitaria e socio-politica, trattandosi di eritrei in fuga dalle persecuzioni. Poi invece scopriamo che non c’erano soltanto eritrei ma anche consistenti gruppi di persone provenienti dalle isole Comore che con l’Eritrea non hanno nulla a che fare e che sono isole per i villaggi vacanze”.

Quindi sta dicendo che è stato tutto un grande bluff?

“Mi pare evidente. Oggi abbiamo scoperto che cinquanta di loro, che avrebbero dovuto essere ospitati dal Vaticano e sono stati invece spostati sulle diocesi italiane facendoli passare da un paese come Rocca di Papa, sono scappati e non sappiamo che fine abbiano fatto né dove siano. Per giunta la Caritas si affretta a specificare che nessuno di loro era detenuto, quindi come tale libero di andare dove voleva. Ma ciò che dovrebbe sollevare qualche preoccupazione è il fatto che queste persone potrebbero essere malate. Mi chiedo, se qualcuno dovesse essere aggredito da uno di questi pseudo profughi, chi ne risponderà? Se qualcuno dovesse essere contagiato dalla scabbia o dalla tubercolosi, di chi sarà la colpa? Qualcuno almeno sul piano civilistico ne dovrà rispondere?”.

C’è chi accusa la Chiesa di aver peccato di ingenuità. E’ d’accordo?

“Non parlerei di ingenuità. Questo atteggiamento della Chiesa sul tema dell’immigrazione si presta a diverse interpretazioni e non tutte purtroppo animate da sincero spirito di accoglienza e carità”.

Per altro c’è chi fa notare come in molti paesi islamici si continuino a perseguitare e martirizzare i cristiani nell’indifferenza generale. Non dovrebbero essere questi i primi ad essere aiutati ad emigrare, accolti ed aiutati come vere vittime di violenza?

“Andiamo a vedere la condizione dei cristiani in Iraq e in Siria e in altri paesi musulmani. Papa Bergoglio sembra preoccupato più del fatto che il governo di Assad in Siria con l’appoggio dei russi si appresta a fare pulizia in una sacca in cui ci sono 20mila terroristi, che di oltre 300mila fedeli in Cristo perseguitati nel mondo. Una cosa assurda che il popolo cristiano certamente non condivide. Emblematico da questo punto di vista l’abbraccio di una suora a Matteo Salvini pochi giorni fa a Viterbo. Quel gesto parla più di mille parole”.

A questo punto cosa dovrebbe fare il governo se questi migranti saranno ritrovati e per impedire che altri fatti analoghi si ripetano?

“C’è un’unica soluzione, ossia il blocco navale, ancora di più oggi che la Libia è fortemente destabilizzata. Il blocco navale si può fare in modo anche parziale, ossia fermando fuori dalle coste delle acque territoriali libiche, qualsiasi naviglio sospetto o ostile. Credo che anche la guardia costiera libica sarebbe d’accordo. Chi dice che non si può fare mente sapendo di mentire. Venne attivato dal governo Prodi e ci fu anche un incidente che procurò dei morti. Nessuno all’epoca disse nulla, perché ad attuarlo era stato Prodi, mentre oggi non si può fare perché a proporlo è Giorgia Meloni. La nostra Marina militare, non la Guardia costiera, deve essere schierata per fermare le navi sospette e riportarle in Libia. E’ una soluzione semplicissima, basta volerla. Distribuire i migranti in Europa non ha senso, il flusso va soltanto fermato. Anche perché la maggioranza dei Paesi europei come abbiamo visto non è nemmeno disposta a prenderli”.
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 7:57 am

???
Migranti, Juncker annuncia la polizia di frontiera europea. Diecimila uomini sui confini
2018-09-08

https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2 ... d=AECU6JoF

Una polizia di frontiera europea di circa 10mila uomini con capacità di sorveglianza sul territorio europeo e poteri di partecipazione ad operazioni di rimpatrio dei migranti. A tre mesi dal Consiglio europeo di giugno ed in vista del vertice dei Capi di Stato e di governo a Salisburgo, la Commissione europea lancia la sua proposta su uno dei dossier più scottanti, i migranti.

Un'emergenza che agita da tempo le cancellerie europee, in particolare i Paesi della sponda sud, tra cui l'Italia che da mesi batte i pugni sui tavoli europei chiedendo maggiore solidarietà e condivisione di fronte alla riluttanza e alla chiusura di alcuni stati membri.

La creazione di una Guardia europea delle coste e dei confini che miri a rafforzare Frontex, trasformando l'agenzia Ue in un vero e proprio corpo di polizia di frontiera con un compito decisivo sui rimpatri sarà annunciata dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione mercoledì prossimo alla Plenaria dell'Europarlamento
a Strasburgo. Una notizia rilanciata dal quotidiano spagnolo El Pais che trova conferma a Bruxelles in vista di un intervento, l'ultimo del presidente della Commissione sullo stato dell'Unione, che si focalizzerà proprio sul tema migranti.

L'esecutivo europeo intenderebbe così trasformare il controllo dell'immigrazione irregolare in una competenza comunitaria dopo che l'ultima crisi migratoria, scatenata dal rifiuto dell'Italia di consentire lo sbarco di migranti, ha dimostrato che la gestione nazionale dei flussi deve essere trasferita a una gestione centralizzata.

La proposta non è nuova. Da tempo si era infatti presa in considerazione tale idea, mai realizzata anche per la riluttanza di diversi Paesi preoccupati della possibile cessione di sovranità. A inizio giugno la cancelliera Angela Merkel aveva però ventilato l'ipotesi di trasformare Frontex in un corpo di polizia di frontiera “con competenze europee”. Un mese dopo a Vienna, in occasione dell'avvio della presidenza di turno austriaca del Consiglio dell'Ue, Juncker aveva annunciato per settembre la proposta legislativa della Commissione Ue per dotare Frontex di 10mila unità aggiuntive entro il 2027, irrobustendone così il mandato. E nei giorni scorsi il tema era stato ripreso anche dal Commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos.

«Servono azioni immediate. Le misure che presenteremo (trasformazione dell'Agenzia delle guardie di frontiera e guardacoste, Frontex, in una vera e propria polizia europea) vanno in questa direzione», aveva spiegato il commissario anche in vista del vertice di Salisburgo del 20 settembre dove è attesa una svolta sulle modifiche della missione Sophia, anche alla luce del pressing italiano.
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 7:58 am

"Dai pm campagne pro-migranti". Salvini inchioda le toghe rosse
Giuseppe De Lorenzo - Dom, 09/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 73600.html

Il ministro dell'Interno riapre lo scontro: "Magistratura Democratica sposa la campagna pro-immigrazione con le Ong"

Due giorni fa l’affondo, ieri i toni più pacati e oggi di nuovo all’attacco.

Lo scontro tra Salvini e la magistratura non si è chiuso con le parole concilianti di ieri. Anzi. Riprende con la classica intensità, solo senza più sparare nel mucchio: “Se un tassista ti frega, non vuole dire che tutti ti fregano", è il ragionamento. Il leghista conferma di non vedere "golpe giudiziari”, ma critica “l’ipocrisia” di quella fetta di magistratura che da sempre ha “simpatie di sinistra”. E lo fa scoperchiando un retroscena su Magistratura Democratica.

Il suo day after la retromarcia sulla giustizia, il leghista lo fa partire con un'intervista radiofonica a 'L'Indignato speciale' su Rtl 102,5. Il tema è sempre quello dell’indagine aperta a suo carico sul caso Diciotti. Salvini non si capacita di come sia possibile che le toghe siano tanto interessate da quanto successo al porto di Catania mentre non concentrino altrove le loro energie e le limitate risorse. "Non tutti i reati sono uguali - dice il "presunto imputato” - ci sono reati più gravi e reati meno gravi e dovrebbe esserci la responsabilità in una scaletta di gravità di reati". L’idea potrebbe essere quella di mettere mano ad una riforma della giustizia (M5S permettendo), rivedendo “l’ipocrisia” dell’istituto dell’obbligatorietà dell’azione penale. E costringendo così i pubblici ministeri a selezionare i fascicoli da aprire in base ad un ordine di importanza.

“Lo proporrò”, spiega uno scettico vicepremier. "Ma sai che cosa mi diranno? Che la politica vuole mettere le mani sulla giustizia, che il governo fascista di Salvini vuole dare indicazioni ai giudici che invece sono un potere terzo libero e indipendente, sovrano eccetera eccetera".

La posizione del leghista paga per ora l’accordo di governo con i Cinque Stelle. Il ministro può criticare le toghe, certo. Ma senza esagerare. Ieri Di Maio lo avrebbe convinto a non calcare troppo la mano: il timore è quello di irritare l’ala movimentista che già guarda al duro e puro Fico come al nuovo faro verso uno sbilanciamento a sinistra. Entrambi i vicepremier puntano a stare al governo il più a lungo possibile, ma occorre evitare frizioni. Meglio non sparare nel mucchio dei pm o si rischia di far scattare la reazione dei magistrati considerati sacri dal M5S. Se succedesse, tra moglie e marito potrebbe inserirsi il Pd, che alla festa dell’Unità non ha mancato di coprire d’applausi il presidente della Camera.

Questo, però, non impedisce a Salvini di mettere nel mirino una parte del mondo togato. “Per carità di Dio io non ce l’ho coi giudici”, spiega pacato il ministro. “Ma che ci sia qualche magistrato con chiare e evidenti simpatie politiche non svelo il mistero di Fatima". E su Facebook spiega con più precisione a chi sta pensando: “’Magistratura Democratica’ - scrive pubblicando uno screenshot - sposa la campagna pro-immigrazione insieme, tra gli altri, a: Potere al Popolo, ONG, Cgil, Arci, Rifondazione Comunista e coop varie (compresa la “Baobab Experience” dove si erano rifugiati gli sbarcati della Diciotti). Poi quello accusato di ledere l’autonomia dei magistrati sono io...”. Chi ha orecchie per intendere, intenda.



Diciotti, ora il Tribunale dei ministri passa al setaccio le carte su Salvini
Sergio Rame - Lun, 10/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 73889.html

Il caso Diciotti arriva in Aula: nei prossimi giorni potrebbe essere sentito Salvini. Ecco chi sono i tre magistrati che indagano su di lui

Si muove la macchina del Tribunale dei ministri.

Da oggi i giudici di Palermo sono al lavoro per decidere le sorti dell'inchiesta a carico di Matteo Salvini che è stato indagato per "sequestro di persona aggravato" dopo aver vietato alla nave Diciotti della Guardia costiera di far sbarcare i clandestini recuperati nel Mar Mediterraneo. "Non ho tempo da passare con gli avvocati - ha replicato la scorsa settimana il ministro dell'Interno su Facebook - venitemi pure a trovare a san Vittore con le arance, ma io non mollo di un millimetro finchè gli italiani mi chiedono di andare avanti. E se domani dovesse arrivare un'altra nave carica di clandestini in Italia non sbarca. Dopo la Diciotti non è arrivata nemmeno una nave".

La Procura di Palermo ha trasmesso venerdì pomeriggio gli atti al Tribunale dei ministri chiedendo ai giudici di svolgere le indagini preliminari nei confronti di Salvini (guarda il video). Da oggi il Tribunale dei ministri deciderà le indagini da svolgere. Inizialmente la procura di Agrigento aveva contestato a Salvini e al capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, i reati di "sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio". La scorsa settimana, poi, la procura di Palermo ha modificato i reati contestati. L'unico che resta è il sequestro di persona aggravato. Da queste accuse è stato, poi, sollevato il capo di gabinetto Matteo Piantedosi.

Il Tribunale dei ministri è la sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni. La materia è regolata da una legge costituzionale che sottopone premier e ministri, "anche se cessati dalla carica", alla giurisdizione ordinaria "per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni". Ovviamente, "previa autorizzazione del Senato o della Camera". Il presidente del Tribunale dei ministri è Fabio Pilato. Fino a pochi anni fa aveva ricoperto la carica di giudice tutelare proprio al Tribunale di Palermo dove aveva siglato un protocollo d'intesa per accompagnare i minori sbarcati da soli sulle coste siciliane. Prima ancora si era occupato di rifugiati e riconoscimento di status e protezione sussidiaria.

L'altro giudice, che vaglierà il caso della Diciotti, è Filippo Serio che proviene dal Tribunale del Riesame. Nel 2011 il suo nome era finito nella lista nera di "amici degli immigrati", pubblicata sul sito neonazista Stormfront, dopo che aveva annullato la misura cautelare per un migrante per il solo fatto che l'ordinanza non era stata tradotta in inglese. A decidere su Salvini c'è, infine, Giuseppe Sidoti che nel suo curriculum vanta una lunga esperienza da magistrato fallimentare.

Entro novanta giorni, una volta compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, il Tribunale dei ministri può decidere l'archiviazione - non impugnabile - oppure la trasmissione degli atti con una relazione motivata al pm, affinché chieda l'autorizzazione a procedere alla Camera di appartenenza dell'inquisito. Nel caso di Salvini la competenza è del Senato. Secondo quanto previsto dalla legge, la Camera competente può, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l'autorizzazione a procedere laddove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato. Il Tribunale dei ministri potrebbe sentire Salvini. Nei giorni scorsi era stato lo stesso leader leghista a dirsi disponibile a venire "a Palermo anche a piedi".



La Commissione Ue: "Minimo tre mesi di detenzione per evitare fuga dei migranti irregolari"
La Commissione europea ha presentato una proposta che prevede di imporre agli Stati membri un minimo di tre mesi di detenzione per i migranti irregolari per evitare fughe e facilitare i rimpatri
Luca Romano - Mer, 12/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 75084.html

La Commissione europea ha presentato una proposta che prevede di imporre agli Stati membri un minimo di tre mesi di detenzione per i migranti irregolari per evitare fughe e facilitare i rimpatri.
La proposta è contenuta nell'ultimo pacchetto sull'immigrazione presentato in occasione del discorso sullo Stato dell'Unione che il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha pronunciato durante la plenaria del Parlamento.
La Commissione punta a una revisione mirata della direttiva rimpatri per contribuire a accelerare le procedure, impedire le fughe e i movimenti secondari irregolari e aumentare il numero di rimpatri effettivi. L'esecutivo comunitario propone di introdurre una nuova "procedura di frontiera" per fare in modo che, se la domanda d'asilo è respinta, il migrante venga direttamente indirizzato verso una procedura di rimpatrio semplificata, senza applicazione del periodo per la partenza volontaria e con termini abbreviati per il ricorso. Per evitare ritardi, la decisione di rimpatrio dovrà essere emanata contemporaneamente alla decisione che pone fine al soggiorno regolare o immediatamente dopo. Nel caso dei richiedenti asilo respinti dovrebbe essere fissato un termine comune di 5 giorni al massimo per la presentazione di un ricorso. Per le persone sottoposte a procedura di rimpatrio dovrebbe essere introdotto l'obbligo di cooperare, anche ai fini della verifica dell'identità e dell'ottenimento dei documenti di viaggio. Gli Stati membri dovranno anche varare programmi di rimpatrio volontari. La proposta include la fissazione di criteri comuni per appurare il rischio di fuga.


SENTI CHI PIRLA di Marco Travaglio
Fatto Quotidiano - 9 settembre 2018

“Complotto”, “Watergate italiano”, “eversione”, “attacco alla democrazia”, “inchiesta con false prove per colpire il governo”, “pm deviati”. Sembrano parole di Matteo Salvini, il vicepremier e ministro eversore che sfida e minaccia i giudici dei casi Lega e Diciotti, ricorda che non sono stati eletti mentre lui sì (mo’ me lo segno) e appende nel suo ufficio al Viminale l’avviso di garanzia per sequestro di persona come una medaglia di guerra o un trofeo di caccia, beccandosi le sacrosante reprimende delle opposizioni, degli alleati 5Stelle e delle migliori penne del giornalismo. Invece no: sono alcuni dei commenti che i massimi vertici del Pd renziano dedicarono ai pm e ai carabinieri che avevano scoperto lo scandalo Consip: cioè i traffici del galoppino di papà Renzi e dell’imprenditore Alfredo Romeo per truccare il più grande appalto d’Europa (2,7 miliardi di euro) e le fughe di notizie dal Giglio Magico renziano per avvertire i sospettati su indagini e intercettazioni, salvarli dai guai e rovinare l’indagine.

Era un anno fa, il 15 settembre 2017, quando una fuga di notizie dal Csm trasmise a Repubblica, Corriere e Messaggero alcuni stralci (manipolati ad arte) di un verbale segretato del procuratore di Modena Lucia Musti, sentita mesi prima su un’altra inchiesta condotta dagli stessi inquirenti di Consip: il pm Henry John Woodcock e il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. Dal verbale taroccato, pareva che la Musti accusasse Scafarto e il suo ex comandante Sergio de Caprio di averle fatto pressioni per “far esplodere la bomba” e “arrivare a Renzi”. La bufala, rilanciata a reti ed edicole unificate, servì allo stato maggiore del Pd (seguito a ruota dai partiti alleati e amici, inclusa ovviamente FI) per accusare i pm napoletani delle stesse nefandezze che Salvini & C. imputano ai magistrati siciliani e genovesi. “Lo scandalo Consip – tuonò Renzi – è nato per colpire me e credo che colpirà chi ha falsificato le prove per colpire il premier. Io lo so bene chi è il mandante”. Il presidente Matteo Orfini rincarò: “Questo è il Watergate italiano”, un caso di “eversione”, un “attacco alla democrazia”. Il capogruppo Luigi Zanda, l’ex segretario Ds Piero Fassino e il sottosegretario Riccardo Nencini, in perfetta coordinazione, strillarono al “complotto”. I ministri Franceschini e Pinotti si unirono al coro. Andrea Romano e Mario Lavia, direttore e vice dell’house organ “Democratica”, titolarono stentorei: “Il complotto”. L’ora era grave. Si attendeva lo schieramento delle Forze Armate a presidio delle istituzioni minacciate dalla magistratura deviata.

Poi, quando uscì il vero verbale della Musti (sul Fatto), si scoprì che era un Piano Sòla: l’indagine riguardava una coop emiliana vicina alla vecchia “ditta” del Pd (cioè non a Renzi, ma ai suoi avversari interni) e, portando delle carte di quel fascicolo, Scafarto aveva confidato alla pm di essere impegnato in un’altra indagine che portava al giro renziano (Consip). Acqua fresca, insomma. Ma nessuno rettificò, né si scusò, anzi il processo staliniano a Woodcock è proseguito fino all’altroieri sui media e in un Csm ormai scaduto e putrefatto, ma sopravvissuto a se stesso solo per sparare le ultime raffiche contro il pm napoletano (e pure contro Di Matteo).
Ora qualcuno dirà: qualunque scandalo investa il governo giallo-verde, parte il solito ritornello “E allora il Pd?”. Ma è esattamente l’inverso: è il Pd che, qualunque scandalo tocchi il governo giallo-verde, non ha alcun titolo per scandalizzarsi perché ha fatto le stesse cose e pontifica dal peggior pulpito possibile. Come quello dei giornaloni, del Csm e di pezzi dell’Anm che, quando Renzi & C. attaccavano i magistrati, non gridavano all’eversione, ma tacevano o si associavano. Il 16 settembre 2017, anziché ridicolizzare – carte alla mano – i delirii pidin-governativi, Repubblica li rilanciò con lo stesso armamentario dialettico di B&C. Titolo di prima pagina: “Caso Consip, manovre e veleni. Renzi: creato solo per colpirmi”. Editoriale del direttore: “La democrazia anormale”. E giù botte contro gli inquirenti colpevoli di “manipolazione delle carte giudiziarie… affinché fosse affondato l’allora primo ministro”, per “disarcionarlo” e “chiudere una carriera politica”. Un caso di giustizia a orologeria, con perfetta “tempistica”, per rovesciare il governo del povero Renzi (che per la cronaca, quando uscirono le prime notizie su Consip, si era già dimesso da due settimane). Seguiva un drammatico appello a chi di dovere (Quirinale? Ue? Nato? Onu?) sulla “necessità di liberare le istituzioni da pezzi di apparati che, come troppe volte nella storia d’Italia, agiscono in modo deviato ed eversivo” e usano il “metodo a strascico… con intercettazioni telefoniche e ambientali” (copyright a B.).
Ma c’è di più, come ricordiamo oggi a pag. 2 a beneficio degli smemorati di Collegno. La Lega ha rubato 49 milioni di soldi pubblici al Parlamento e deve restituirli, o farseli sequestrare. Dunque ha ragione l’opposizione, cioè il Pd (stante comprensibile il silenzio di FI in tema di furti), a reclamare il bottino a nome dei cittadini derubati. Anzi avrebbe ragione se lo stesso Pd non avesse promosso al governo e in Parlamento un plotone di consiglieri regionali e comunali indagati nelle varie Rimborsopoli per altri soldi pubblici rubati: quelli per le spese politico-istituzionali dei gruppi consiliari. Tutto ciò non allevia di un grammo le colpe della Lega nelle ruberie e negli attacchi ai giudici: dimostra soltanto che il primo problema dell’opposizione, oltre al crollo di voti e consensi, è l’assenza di credibilità. L’oppositore che non si può zittire con un bel “senti chi parla” deve ancora nascere. O sta entrando all’asilo.
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 7:59 am

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“Salvini e Di Maio cosa aspettate a cacciare dalla Rai chi passa il tempo a infamarvi?” Feltri duro contro la disinformazione della tv di stato
di Vittorio Feltri per Libero
2018/09/12

http://www.news-24-ore.com/2018/09/12/s ... -stato/amp

Mentre gli italiani sono sempre più dalla parte di Salvini, che si è deciso a respingere le navi straniere pronte a vomitare profughi sulla nostra terra (due delle quali olandesi che troveranno chiusi i porti della penisola), parecchi media lo attaccano in modo sgangherato, trattandolo come un appestato.

I mezzi di comunicazione privati hanno il diritto di criticare chi vogliono, sarà poi il pubblico a decidere se seguirli o no. La Repubblica e L’ Espresso hanno facoltà di sputare sul ministro dell’ Interno, e noi quella di difenderlo e di appoggiarlo. Il punto è un altro. La Rai svolge male il ruolo di servizio pubblico e dovrebbe invece comportarsi in modo coerente con la propria squallida storia.

Essa è sempre stata filogovernativa. Fu democristiana per lunghi anni, quando l’ egemonia dello scudo crociato era consolidata, poi fu lottizzata per dare un contentino ai socialisti (che si papparono Retedue) e ai comunisti, ai quali venne regalata Retetre. Il manuale Cencelli applicato magistralmente all’ etere.

Il sistema spartitorio ha funzionato decentemente fino a ieri. Esemplifico. Berlusconi mise Minzolini alla direzione del Tg1, Prodi vi aveva collocato Gad Lerner, Renzi occupò l’ azienda con propri uomini, lo ricordiamo tutti e nessuno se ne scandalizzò.
Adesso abbiamo un governo, bello o brutto che sia, di stampo giallo-verde, ma il manico televisivo è rimasto tra le dita politiche della sinistra e il risultato è stravagante: il Paese pende ormai a dritta e viale Mazzini invece seguita a pendere a manca.

Ciò avrebbe forse un senso se il baraccone di cui parliamo fosse stato privatizzato. Non è così. È ancora finanziato dal canone pagato dai cittadini, pertanto dovrebbe essere condotto con gli stessi criteri del recente passato. Sarebbe indispensabile che grillini e padani si impadronissero del piccolo schermo, esattamente come fecero coloro che li hanno preceduti al vertice delle istituzioni, onde evitare la discrasia in atto. È inammissibile che la Rai remi contro l’ esecutivo.

Il rimedio è semplice. Si sostituiscano con gente fidata i dirigenti che non si piegano ai mutamenti politici verificatisi dopo il 4 marzo, data delle ultime elezioni. Non dico che debbano essere cacciati in blocco i direttori. Orfeo per esempio, il capintesta, potrebbe starsene seduto sul trono su cui è stato adagiato, ma si dia da fare per affidare i notiziari e i talk show a personaggi più vicini o meno ostili alla nouvelle vague. Una operazione non complicata: bastano cinque o sei spostamenti e altrettante nomine.

Allorché il presidente della Camera, Fico, quello che non paga i contributi alla serva, afferma che i partiti debbano tenersi lontani dalla Rai, dice una minchiata. La televisione è anche oggi, rete o non rete, la più seguita dai cittadini. Lasciarla al dominio della opposizione è da idioti.
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:00 am

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
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Immediata chiusura del centro, ritiro licenza e arresti per favoreggiamento evasione e traffico di clandestini.

https://www.facebook.com/lorenzo.girald ... ment_reply


Andrea Costa (Baobab): 'Abbiamo portato i migranti della Diciotti a Ventimiglia'
12/09/2018

http://www.la7.it/laria-che-tira/video/ ... 018-249731

Intevista al portavoce di Baobab Experience, organizzazione che offre gratuitamente supporto ai migranti in transito a Roma, nel dibattito con il giornalista Mediaset Mario Giordano e il senatore Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia

Alberto Pento
Se fosse vero, questi andrebbero indagati e arrestati per favoreggiamento dell'emigrazione clandestina in Francia, a danno della Francia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:01 am

Quei 41mila immigrati fantasma che vivono (nascosti) in Italia
Fabio Franchini - Ven, 07/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 72985.html

Non ci sono solo gli immigrati della Diciotti. Negli ultimi due anni ne sono spariti ben 41mila. A questi si aggiungono 36mila che sono stati espulsi dal Viminale ma che non sono andati via

Ma che fine fanno gli immigrati? Oltre alla cinquantina di migranti fuggiti dal centro di accoglienza di Rocca di Papa, c’è un vero e proprio esodo silenzioso e incontrollato, che sfugge appunto alle maglie della sicurezza italiana.

Per inciso, la Digos ha rintracciato 16 dei 50 in fuga, prelevandoli dal centro sociale Baobab di Roma. Che ora punta i piedi dichiarando che farà in modo di ostacolare il trasferimento dei ragazzi della Diciotti nella località laziale, ospiti della Cei.

Comunqie, neanche il pallottoliere può aiutare più di tanto, perché stabilirne con certezza il numero è impresa ardua per non dire impossibile. Però, stando ai numeri del Viminale, sono 4.858 i richiedenti asilo attualmente desaparecidos. Ciò significa che 5mila persone - uomini, donne e bambini – entrate negli ingranaggi delle politiche italiche dell’accoglienza in quanto aventi diritto, sono sparite nel nulla. Bene, ma non benissimo.

Inoltre, c’è da tenere nella somma anche un altro numero. Ovvero tutta la sfilza degli immigrati clandestini. Che, non avendo lo status di profugo, non hanno ottenuto ovviamente l'asilo politico. Indi per cui dovrebbero, se solo il meccanismo funzionasse, essere rimpatriati "a casa loro".


Migranti, tutti i numeri del fallimento

Ecco, come ben scrive anche Francesco Borgonovo su La Verità, citando fonti della polizia di stato, sui 45.068 provvedimenti di espulsione diramati nel 2017, ne sono stati eseguiti meno della metà. Dunque, conti alla mano, 19.958 sono stati allontanati, mentre 25.110 stranieri sono rimasti qui, irregolarmente. E senza sapere dove siano.

Invece, nei primi otto mesi di quest’anno, gli extracomunitari che avrebbero dovuto lasciare l’Italia, senza farlo, sono ben 11.357. A cui si sommano i minorenni, che per la legge italiana hanno diritto – se mettono piede nel Belpaese senza genitori – a ricevere accoglienza. Ecco, nel solo 2017 ne sono arrivati 15.700. Di loro, stando ai numeri (al ribasso) dati nel giugno 2017 da Save the Children, 2.440 sono usciti dai binari dell’accoglienza, facendo perdere le proprie tracce.

Ecco, più di qualcosa non funziona. E la soluzione all’intoppo non possono certo fornirla i famigerati hotspot. Per non parlare poi delle spiacevoli conseguenze: un’immigrazione incontrollata è terreno fertile anche per la criminalità. Insomma, la probabilità che gli immigrati che escono dai farraginosi ingranaggi del sistema di accoglienza nostrano entrino quasi di rimbalzo in quelli ben oliati della malavita organizzata, più che tentar fortuna in un altro Paese, è cosa non impossibile, anzi.
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:01 am

Salvini invia agenti ai confini. Così pattugliano le nostre frontiere
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 17/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 76946.html

Dopo il rafforzamento dei controlli in Friuli, arrestati passeur e clandestini. Ecco gli interventi dei poliziotti di rinforzo

Con il volto rivolto al Mediterraneo, si rischia di dimenticare l’altra faccia della medaglia delle migrazioni. Quella rotta balcanica ridotta ma mai davvero chiusa e che ora spaventa le regioni del Nord Italia.

Il Friuli in particolare, visto che la frontiera tra Trieste e la Slovenia è tornata ad essere punto di passaggio per i tanti migranti che preferiscono la via di terra a quella del mare.

Oltre 4mila persone premono ai valichi tra Bosnia e Croazia e alla spicciolata arrivano fino al Belpaese. Intercettare passeur e clandestini su 232 km di confine non è cosa facile. Per questo in piena estate il Viminale decise di inviare rinforzi al Fvg per un presidio provvisorio e straordinario, sperimentazione poi ripetuta a fine agosto e diventata permanente a metà settembre. Non una cosa di poco conto.

Oggi, come in passato, all’opera ci sono la polizia di Frontiera, la Polfer, la Stradale, i carabinieri e la Guardia di finanza. A questi, fa sapere la questura triestina, il ministero dell'Interno ha aggiunto circa 20 agenti del reparto mobile e del reparto prevenzione crimini di Padova (che si occupano di controllare l'area limitrofa ai valichi). Inoltre, Fedriga ha messo in campo pure il corpo forestale, con 23 effettivi impiegati per "segnalare presenze anomale sul territorio e comunicare in tempo reale con le Forze dell'Ordine”. Basterà?

Non è detto. Ma i primi risultati già si vedono. Ad agosto i dati diffusi dal Viminale dimostrarono che l'aumento dei pattugliamenti aveva portato all'arresto di 4 passeur, a 33 denunce, 13 espulsioni di cittadini stranieri e alla denuncia di 24 cittadini kosovari (presunti fiancheggiatori di un'organizzazione impegnata a far entrare stranieri dal Kosovo).

Da agosto, ovviamente, i controlli sono andati avanti. E hanno prodotto altri risultati. Fonti qualificate del Giornale.it al confine tra Slovenia e Italia fanno però notare che per chiudere tutti i buchi dello scolapasta occorrerebbero maggiori risorse. Soprattutto ai valichi più piccoli e meno controllati. I migranti infatti si stanno adeguando: vengono accompagnati fino ai sentieri sloveni e poi camminano a piedi a gruppi di 10-20 persone. “Se ne stanno tutti in fila e scavalcano la frontiera in silenzio”, ci spiega chi più volte si è trovato di fronte all'esodo.

I nostri agenti fanno il possibile. E spesso lo fanno bene: le operazioni portate a termine nei giorni scorsi lo dimostrano ampiamente. Mercoledì scorso uno degli interventi più difficili: è il tardo pomeriggio quando un’auto non si ferma all’alt degli agenti e ne nasce un assurdo inseguimento. “È partito da Pesek ed è finito a Cervignano del Friuli attraversando le province di Trieste, Gorizia e Udine – spiega un agente a IlGiornale.it - L'auto ha rischiato in più occasioni di provocare stragi! Ha passato centri abitati a velocità superiori ai 130 km orari. Ha percorso tratte autostradali facendo manovre folli e imboccando svincoli in contromano”. Quasi 75 km di tallonamento messo a segno dai poliziotti del reparto prevenzione crimine veneto, che non si sono tirati indietro nonostante i rischi.

Alla guida del mezzo c’era un pakistano (arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lesioni aggravate) con a bordo 4 clandestini iraniani (presi in carico dall’ufficio immigrazione). Il passeur – spiega ancora la fonte - “era stato già arrestato per lo stesso reato poco tempo fa” e ha pure tentato di reagire al fermo. Venerdì mattina, invece, i due reparti padovani inviati da Salvini hanno fermato un altro passeur che traghettava 12 clandestini su un furgoncino. "Da quando c'è lui al ministero - sussurra un agente - notiamo la differenza. Sì fa quello che c'era da fare anni prima. E anche i cittadini lo notano: basta andare a prendere un caffè nei bar della zona che subito ci dicono 'ah voi siete quelli mandati da Salvini'".
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Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:02 am

Difese Salvini da Famiglia Cristiana. Boicottati i libri della Miriano
Matteo Orlando - Mar, 18/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 77509.html

A Genova, e in altre città, sarebbero spariti dalle librerie Paoline i libri della scrittrice cattolica Costanza Miriano che aveva osato difendere il vicepremier della Lega

Aveva osato difendere Matteo Salvini da Famiglia Cristiana, dopo la pubblicazione da parte del settimanale (sul numero 30 dello scorso luglio) di una copertina dove si paragonava il leader della Lega a Satana e, adesso, a quanto pare, è arrivata la "sanzione".

La nota scrittrice e blogger cattolica Costanza Miriano, giornalista Rai ex Tg3, adesso presso la struttura Rai Vaticano, starebbe assistendo al boicottaggio dei suoi libri presso le Paoline, librerie che dipendono dallo stesso ordine religioso che edita il settimanale che si era scagliato contro il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni.

La denuncia è arrivata il 17 settembre sullo stesso blog della Miriano, scrittrice che negli ultimi anni, dopo il successo dei suoi libri (che utilizzano spesso il metodo del "castigat ridendo mores") e le iniziative in difesa della famiglia eterosessuale che l'hanno vista coinvolta, è diventata la paladina della fede per molti cattolici.

Monica Marini, sul blog della giornalista perugina, ha scritto un testo-denuncia (dal titolo "Vade retro Miriano") dove accusa, a suo dire, il tentativo di boicottaggio dei libri della saggista da parte di una delle catene di librerie cattoliche più note, quella appunto delle Paoline. La denuncia della Marini, in particolare, riguarda la città di Genova, ma fa riferimenti a situazioni simili verificatesi a Roma e in altre librerie paoline d'Italia.

"Entro nel negozio della mia città, Genova, e nel settore Matrimonio Famiglia dove troneggiavano i libri di Costanza Miriano non ce n’è più nemmeno uno", scrive la Marini. "Famiglia Cristiana può dire tutto quello che vuole e guai a chi commenta sennò ti leva i libri dagli scaffali, anche quelli che fanno tanto bene a chi li legge ... Cosa direbbe il beato Alberione (il fondatore di Famiglia Cristiana e della Società San Paolo, ndr.) di tale reazione?".

La giornalista di Rai Vaticano non ha voluto divulgare la notizia ma lo hanno fatto al suo posto i suoi lettori, che sul web minacciano di boicottare le librerie paoline italiane se non ricompaiono i suoi celebri testi (come "Sposati e sii sottomessa", "Sposala e muori per lei", "Obbedire è meglio", "Quando eravamo femmine"), diventati dei piccoli casi letterali, tradotti in varie lingue e, in alcune circostanze e in alcuni stati europei, diventati oggetto di interrogazioni parlamentari e denunce nei tribunali...

Ma cosa aveva detto di così terribile Costanza Miriano contro Famiglia Cristiana? Le sue riflessioni risalgono al 27 Luglio scorso quando scrisse della "copertina stupida contro Salvini e tra l’altro graficamente tristissima", aggiungendo di non ricordare di avere letto mai su quel settimanale qualcosa che le "abbia fatto bene" e che le sia "stato utile, anzi per noi a casa Famiglia Cristiana è l’emblema di tutto ciò che è triste e deprimente, quel cristianesimo borghese che ti fa venir voglia di scappare e fidanzarti con un narcotrafficante colombiano perché una vita avventurosa e anche criminale è comunque meglio di una fede tiepida che sa di tuta in acetato la domenica e riffa parrocchiale". Infine aveva ricordato che negli ultimi tempi il settimanale "ha perso il 60% delle vendite" e quindi "si potrebbe anche chiudere, per dire. Chissà quanti posti letto entrano in redazione" per gli immigrati.
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I paesi civili e di buona umanità, difendono i loro confini

Messaggioda Berto » mer set 19, 2018 8:02 am

Fratelli e sorelle, vi sottoponiamo questo lucidissimo articolo di Antonio Socci.....andate e divulgate. Amen

https://www.facebook.com/DonMammoliti/p ... n__=K-RH-R

Sul caso della nave Diciotti c'è stata molta disinformazione e bisogna fare un po' chiarezza con alcune domande.
La prima, che si ripropone ad ogni tentato sbarco, è questa: se - come dice Boeri e con lui tutta la sinistra e i media - questi migranti vengono qui da lontani paesi dell'Asia e dell'Africa smaniosi di poterci pagare le pensioni e farci vivere nel lusso, perché nessuno dei paesi europei sgomita per accaparrarseli?
Perché non approfittano di questa straordinaria opportunità per assicurare il futuro dei loro pensionati? Perché fanno il fuggi fuggi?
Perché oppongono un rifiuto totale e vogliono ad ogni costo regalare all'Italia e alla sola Italia, questo privilegio? Possibile che siano così masochisti? Rischiano di far saltare la UE pur di costringere l'Italia ad accettare questo straordinario regalo: un caso estremo di altruismo, si direbbe.

POLEMICHE A SENSO UNICO
I nostri famosi "altruisti", quelli che fanno i solidali, ma col portafoglio dello Stato, cioè degli italiani, quelli che sono accorsi a Catania, ma non si sono visti ai funerali di Genova (tranne Martina che è stato fischiato), né si vedono nei luoghi del terremoto: perché tutti costoro hanno inveito contro Salvini che non vuole far sbarcare i migranti e non hanno detto una sola parola sui paesi europei che vengono meno agli impegni presi e si rifiutano di prendersi anche quote minime di questi migranti?
Riescono solo a mettere all'indice i governi sovranisti di Visegrad (con cui Salvini è alleato) e che rifiutano le quote.
È ciò che anche ha ripetuto Massimo Cacciari in tv, pensando così di sfoderare un formidabile argomento contro il ministro dell'Interno.
Solo che Salvini aveva già risposto andando oltre la ripartizione in quote. Infatti ha spiegato: "Stop invasione. Il mio obiettivo è bloccare barconi e barchini, è organizzare nei Paesi africani degli sportelli che decidano chi ha diritto di partire e chi no, seguendo il modello australiano. Basta col businnes per gli scafisti".
Poi il ministro ha aggiunto la descrizione del "nostro progetto di investimenti per aiutare veramente i paesi africani, dopo anni di nulla cosmico targato PD".

INTANTO IN SPAGNA...
Proprio negli stessi giorni in cui si è svolta la vicenda Diciotti, sono accaduti dei fatti nell'enclave spagnola di Ceuta, dove c'è un'alta barriera per impedire ai migranti africani di entrare in Europa (a proposito di muri e di blocco navale).
Infatti il governo progressista spagnolo mercoledì scorso ha mandato la polizia a scontrarsi coi migranti. Gli 800 agenti della Guardia Civil spagnola hanno sparato proiettili di gomma e usato getti d'acqua. Alla fine diversi sono stati i feriti, ma un centinaio di migranti sono riusciti a entrare.
Però il giorno dopo, giovedì, le 116 persone che ce l'avevano fatta sono state rispedite oltre il confine, in Marocco, dalla Guardia Civil.
Fra l'altro El Paìs, citando fonti della polizia, scrive che ci sono "le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere di Ceuta e Melilla".
Ecco dunque la domanda: perché nessuno dei "solidali" che sono accorsi a Catania (dove i migranti vengono nutriti e curati e non certo presi a sberle) ha protestato contro il trattamento durissimo delle forze dell'ordine spagnole (e prima di quelle francesi)?
Perché non si è vista nessuna maglietta rossa? Perché UE, Onu, Amnesty Internazional, Ong, Emergency, Vaticano, don Luigi Ciotti, Saviano eccetera non hanno emesso vibrate proteste?
Se fosse l'Italia - e in particolare il ministro Salvini - a erigere barriere di filo spinato, a mandare la polizia che spara proiettili di gomma e getti d'acqua contro i migranti per ricacciarli oltre la frontiera e a sostenere che ci sono "le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere" cosa accadrebbe?
Giustamente ieri il ministro dell'Interno (solo lui) ha commentato: "Dopo aver superato il confine spagnolo a Ceuta e aggredito gli agenti di pattuglia, questi signori sono stati rimandati in Marocco (...). Se lo fa la Spagna va bene, ma se lo propongo io allora sono razzista, fascista e disumano".
Viene anche da chiedersi anche perché gli spagnoli non vogliono saperne di queste masse di migranti desiderose di pagare le loro pensioni. Com'è che solo gli italiani dovrebbero abboccare a questa storiella?

SCIOPERO DELLA FAME?
Infine a proposito del presunto sciopero della fame che alcuni ospiti della Diciotti avrebbero iniziato, Salvini ieri ha ricordato che "in Italia (dati 2017) vivono 5 milioni di persone in povertà assoluta (1,2 milioni di bambini)" e costoro "lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio dei buonisti, giornalisti e compagni vari".
E' dunque incomprensibile che questi ospiti della nave Diciotti, a cui è offerto lo stesso cibo che è offerto al personale italiano, lo rifiutino.
C'è anche da chiedersi come davvero stanno le cose a bordo della nave. Perché ieri, in un'intervista, il comandante della Diciotti Massimo Kothmeir ha descritto una situazione del tutto diversa da quella che in questi giorni hanno rappresentato i media.
In sintesi ha detto: "A bordo non avevamo bambini. Non c'è emergenza sanitaria, la situazione è più che soddisfacente, i migranti mangiano, stanno bene. E non hanno la sensazione di essere sequestrati dal governo".

VERITÀ NON DETTE
C'è infine da porsi una domanda (la quarta) sulla provenienza di questi migranti che sono partiti da Eritrea, Siria, Bangladesh, Egitto e Isole Comore.
Se si prende un carta geografica si vedrà che si tratta di luoghi lontanissimi dall'Italia: l'Eritrea è davanti alla ricchissima Arabia Saudita, molto a sud della Mecca, le isole Comore sono nell'Oceano Indiano, nell'altro emisfero e il Bangladesh è più lontano da noi della Cina.
Qualcuno ci spieghi cosa c'entra l'Italia con loro. Perché ce li ritroviamo a Catania? Com'è che questa gente arriva sulle nostre coste? Dai loro paesi e assurdo e difficilissimo arrivare qua, oltretutto sono lontanissimi anche per mentalità, storia e cultura da noi. Chi, come e perché vuole convogliare migranti da tutto il mondo sulle coste italiane? Quali interessi ci sono in gioco?
Anche per coloro che fuggono come profughi da situazioni di guerra (per esempio i siriani) è assurdo che arrivino sulle coste italiane.
Gianandrea Gaiani ha scritto che "in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 nessuno di coloro che sono arrivati in Europa illegalmente avrebbe diritto ad asilo o altre forme di accoglienza" perché "la Convenzione prevede l'obbligo di asilo per chi fugge direttamente da Stati in preda a guerra e violenze, ma impone che le domande di asilo vengano stilate nei campi profughi dei paesi confinanti con quelli in cui la loro vita è in pericolo".
Dunque per le Convenzioni internazionali neanche i profughi (e sono una piccola minoranza fra i migranti) possono scegliere questo o quel paese a loro piacimento con l'obbligo - per quello da lui deciso - di accoglierlo e mantenerlo.
Perciò, prima di invocare i trattati internazionali, sarebbe bene che i nostri buonisti si informassero.

EMMA BONINO
Fra costoro va citata Emma Bonino che ieri ha rilasciato a "Repubblica" un'intervista furibonda contro Matteo Salvini. Un'intervista che suscita due considerazioni.
Primo: il suo movimento si chiama "Più Europa" e invece di protestare contro i Paesi della Ue che - sulla nave Dicioti - se la sono data a gambe facendo perdere le tracce (quindi "meno Europa" fino a sparire), la Bonino arriva a dire: "i nostri partner europei ci guardano allibiti".
Come se a scandalizzare fossimo noi italiani e non loro. Così trasforma gli imputati in nostri giudici e l'Italia - che ha il merito di aver salvato la vita di questi migranti - nell'imputata.
Secondo: l'intervista inizia con questa frase: "la vita altrui non vale più niente". È proprio sicura di poter pontificare sul diritto alla vita l'on Bonino, simbolo della lotta per l'aborto? La vita dei bambini (i più indifesi) nel grembo delle madri quanto vale?
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