Il Politicamente corretto (PC): un crimine contro l'umanità

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Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:12 pm

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Il Politicamente corretto (PC): un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:13 pm

2)
Il PC contro la normalità



L’ultima battaglia del politicamente corretto: via la parola "normale" dalle confezioni di shampoo
Gabriele Laganà
11 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1615469819

La decisione è stata presa da Unilever a seguito di un sondaggio. E così il termine "normale" sarà eliminato anche dalla pubblicità di creme e balsami per non creare discriminazioni

È difficile immaginare che si possa correre il rischio di compiere una discriminazione anche se si parla di capelli.

Ma nel tempo in cui domina il politically correct anche una semplice quanto banale affermazione sul tipo di chioma di una persona può risultare offensivo. Può sembrare una esagerazione ma non lo è. L'ultima vittima del politicamente corretto è la parola "normale" che compare sui vasetti di crema e le bottiglie di balsamo per capelli. Il colosso Unilever, azienda che spazia dall'alimentazione ai prodotti per l'igiene intima, ha deciso che tale termine deve essere bandito dalla pubblicità dei suoi prodotti di bellezza per evitare discriminazioni e, allo stesso tempo, per dare spazio al cosiddetto "inclusive advertising", termine usato per indicare l’intenzione di "parlare" a tutti senza distinzioni.

Fino ad oggi in commercio si trovano shampoo per i capelli secchi e grassi, balsami per i capelli ricci, crespi e colorati e anche prodotti per chi ha una capigliatura, diciamo così, normale. Questo almeno fino ad oggi. Perché lo shampoo per una capigliatura "normale" pare sia diventato il nuovo simbolo della discriminazione. Per questo, almeno nella dicitura, il termine deve subire la purga dell’inclusività a tutti i costi.

Quindi sui prodotti dell’azienda, titolare di oltre 400 marchi, non sarà più riportati la "scandalosa" parola. A spingere l’azienda a prendere una decisione tanto drastica quanto discutibile sono stati i risultati di un’indagine condotta su persone di diversa nazionalità. Come spiega il Giorno dalla ricerca è emerso che sette intervistati su dieci riterrebbero che l'uso della parola "normale" sulle confezioni abbia un impatto "negativo". Il 56% delle persone che hanno espresso il parere pensa che l'industria della bellezza faccia sentire tanta gente esclusa mentre il 52% ammette di valutare la posizione dell'azienda sulle questioni sociali prima di fare acquisti.

Ma non è tutto. Perché la stessa Unilever ha promesso di smettere di alterare digitalmente la forma dei corpi e il colore della pelle delle persone sulle confezioni, incentivando la presenza dei gruppi etnici più svariati. Insomma i consumatori, almeno quelli più inclini a seguire il verbo del politicamente corretto, vogliono sentirsi bene prima con la coscienza e poi con il corpo.

Vincenzo Zeno Zencovich, professore di diritto comparato all'Università Roma Tre, ritiene che il politicamente corretto sia un problema: "Si tratta di una forma di dogmatismo che usa tipici metodi illiberali: etichettare gli avversari, qualificarli come inadatti a una società civilizzata e meritevoli di essere banditi, evitati, esclusi da qualsiasi forma di rapporto". Leonardo Marabini, esperto di comunicazione e marketing, considera il politicamente corrette un'arma a doppio taglio: "Aiuta a risolvere situazioni di empasse ma va usato con cautela altrimenti produce effetti devastanti".

Nel corso del tempo il linguaggio usato quotidianamente ha già subito gli influssi del corretto agire. Basti pensare alla parola spazzino cambiata in operatore ecologico. O immigrato sostituito con migrante. Per non dimenticare gli ultimi casi: mamma e papà divenuti "genitore 1" e "genitore 2". Spesso il politically correct, in bilico fra equità e ipocrisia, compie clamorosi passi falsi. E il caso dei capelli "normali" può essere un esempio.


“Il politicamente corretto vi trasformerà in servi”
Giulio Meotti
12 marzo 2021

https://meotti.substack.com/p/il-politi ... rasformera

Unilever, la catena internazionale che detiene più di 400 prodotti per l’igiene, la casa e la bellezza, ha eliminato la parola “normale” dai suoi prodotti. “Non sta a noi decidere cosa è normale”, dichiarano. “Normale” sarebbe “discriminatorio”. E’ il progetto denominato “Positive Beauty” e istituito da Unilever per diffondere “l’uguaglianza di genere” sul benessere del corpo. Il famoso marchio di cosmetici L'Oréal aveva già deciso di rimuovere le parole “bianco”, “sbiancamento”, “chiaro”, dalle confezioni dei prodotti. Quando metteranno fuori legge le creme abbronzanti? E lo shampoo Testanera? Battute a parte, non c’è molto da ridere. I marchi del capitalismo internazionale si sono messi in testa di creare popoli di consumatori belanti.

In un momento in cui queste ideologie stanno impazzendo, si censura di tutto ed è diventato impossibile scrivere o dire qualcosa fuori dai canoni senza essere scorticati vivi, Jean-François Revel aveva capito tutto, con vent’anni di anticipo. Racconta il settimanale francese Le Point che nelle sue memorie, “Le Voleur dans la maison vide”, il filosofo francese, membro dell’Académie française, analizzava il fenomeno che già imperversava negli anni successivi al ‘68, parlando di “propaganda e indottrinamento. In Europa occidentale dopo il Sessantotto la missione degli insegnanti era convertire tutti i giovani al socialismo. Alla fine degli anni '80, negli Stati Uniti, infuriava nelle scuole e nelle università un nuovo tipo di terrorismo morale e intellettuale, il ‘politically correct’”.

Nel 1988, a Stanford furono eliminati Platone, Aristotele, Cicerone, Dante, Montaigne, Cervantes, Kant, Dickens e Tolstoy, per sostituirli con una cultura “più afrocentrica e più femminile”. Scriveva Revel, avvertendo che popoli di pecore generano governi di lupi: “Gli inquisitori relegano nei bidoni della spazzatura un capolavoro del romanzo americano, ‘Moby Dick’ di Herman Melville, sulla base del fatto che non c'è una sola donna. I tiranni politico-ideologici ottengano in questo modo i loro sudditi. L'odio per la libertà assume spesso la maschera della sua difesa”.

Chi lo avrebbe detto anche delle maschere per il viso e dei prodotti di bellezza?



Guerra dei "risvegliati" alle STEM... in California ora pesa la 'matematica dell'eguaglianza': Se rispondi correttamente sei razzista!
L'Osservatore Repubblicano
18 aprile 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 2905163379

Il dipartimento dell'educazione della California sta considerando l'implementazione di un quadro di riferimento per l'insegnamento della matematica a livello statale che promuova il concetto che lavorare per dare una risposta corretta in matematica sia un esempio di "razzismo" e di "suprematismo bianco" che pervaderebbe così le classi.
Il quadro, intitolato "A Pathway to Equitable Math Instruction: Dismantling Racism in Mathematics Instruction", è inteso come "esercizi per gli educatori per riflettere sui propri pregiudizi per trasformare la loro pratica educativa".
Il sito web di "Equitable Math" afferma che il suo manuale di formazione è stato finanziato dalla "Bill and Melinda Gates Foundation", la principale fonte privata di finanziamento per i "Common Core State Standards".
"La cultura del suprematismo bianco si infiltra nelle aule di matematica nelle azioni quotidiane degli insegnanti", afferma il documento. "Accoppiata con le convinzioni che sono alla base di queste azioni, esse perpetuano il danno educativo sugli studenti neri, latini e multilingue, negando loro il pieno accesso al mondo della matematica".
Il quadro proposto dalla California fornisce esempi di come la "cultura del suprematismo bianco" si sia infiltrata nelle classi di matematica nelle scuole:
1. L'attenzione è sull'ottenere la risposta "giusta".
2. La pratica indipendente è valutata rispetto al lavoro di squadra o alla collaborazione.
3. La "matematica del mondo reale" è valutata più della matematica nel mondo reale.
4. Gli studenti sono valutati (nei corsi/percorsi e all'interno della classe).
5. Le strutture di partecipazione rafforzano un modo di porsi come esseri dominanti.
Inoltre, il documento afferma che i mezzi con cui gli insegnanti valutano l'apprendimento degli studenti in matematica sono basati sulla "cultura del suprematismo bianco", come dimostrato da:
A. Gli studenti sono tenuti a "mostrare il loro lavoro".
B. Le pratiche di valutazione si concentrano più sulla mancanza di conoscenza.
C. L'acquisizione della lingua è equiparata alla competenza matematica.
Il quadro proposto dalla California continua:
"Queste pratiche comuni che perpetuano la cultura del suprematismo bianco creano e sostengono barriere istituzionali e sistemiche all'equità per gli studenti neri, latini e multilingue. Per smantellare queste barriere, dobbiamo identificare cosa significa essere un educatore matematico antirazzista."
"Al fine di incarnare l'educazione matematica antirazzista, gli insegnanti devono impegnarsi in una prassi critica che si interroga sui modi in cui perpetuano la cultura del suprematismo bianco nelle loro classi, e sviluppare un piano verso l'educazione matematica antirazzista per affrontare le questioni di equità per i neri, latinx, e gli studenti multilingue."
Nella sezione che critica il concetto di "ottenere la risposta giusta'" in matematica, il documento afferma:
"Il concetto che la matematica sia puramente oggettiva è inequivocabilmente falso, e insegnarlo lo è ancora meno. Sostenere l'idea che ci sono sempre risposte giuste e sbagliate perpetua l'oggettività [sic] così come la paura del conflitto aperto [sic]."
Alcuni nel campo dell'educazione stanno lanciando l'allarme sul quadro della "matematica dell'equità".
Secondo Fox News, Lori Meyers, co-fondatrice di Educators for Quality and Equality, ha detto che la sua organizzazione ha inviato una lettera ai funzionari dell'istruzione della California, esprimendo che i suoi membri sono "profondamente preoccupati per il progetto 2021 CA Mathematics Framework, che contiene contenuti discriminatori e divisivi che ci impediranno di realizzare" importanti obiettivi nell'istruzione matematica.
"Chiediamo che lo Stato ci fornisca quadro di riferimento per l'insegnamento della matematica che rifletta pratiche solide e basate sulla ricerca piuttosto che sull'ideologia politica", ha aggiunto il gruppo della Meyers.



Il diversamente del politicamente corretto all'insegna del mito che tutto è normale e uguale e della parità della difgnità e dei diritti.

Il bene e il male sono divenuti rispettivamente diversamente male e diversamente bene.
Il buono e il cattivo sono divenuti rispettivamente diversamente cattivo e diversamente buono.
Il sano e il malato sono divenuti rispettivamente diversamente malato e diversamente sano.
L'abile e il disabile sono divenuti rispettivamente diversamente disabile e diversamente abile.
Il normale e l'anormale sono divenuti rispettivamente diversamente anormale e diversamente normale.
Il bello e il brutto sono divenuti rispettivamente diversamente brutto e diversamente bello.
L'eterosessualità, l'omosessualità e la transessualità sono divenuti tutti uguualmente diversamente sessuali, diversa normalità con gli stessi diritti.
La madre donna e il padre uomo sono divenuti diversamente genitori, genitore uno e genitore due, come le coppie costituite da due uomini padri o da due donne madri, o da una donna transgender padre e un uomo transgender madre.

La donna e l'uomo sono divenuti rispettivamente diversamente uomo e diversamente donna.
La femmina e il maschio sono divenuti rispettivamente diversamente maschio e diversamente donna.



ZIBALDONE N. 28. ECCO COSA C’E’ DIETRO IL SORPRENDENTE SUCCESSO PLANETARIO DEI MANESKIN (NON LE CANZONI...)
Antonio Socci
Da “Libero”, 5 novembre 2021
ZITTI E BUONI

https://www.antoniosocci.com/ecco-cosa- ... #more-9823

Massimo Gramellini sul Corriere della sera (29/10) definisce “felice mistero” il fulmineo successo mondiale dei Maneskin.

Ci sono infatti decine di cantanti italiani che hanno scritto e cantato pezzi bellissimi, che restano nella memoria di tutti. Ma perfino Vasco Rossi, ricorda Gramellini, “ha sempre fatto fatica a essere ascoltato oltre Chiasso”.

Poi arrivano i Maneskin, la cui produzione artistica non è neanche paragonabile, per qualità e quantità, al repertorio di tanti nostri autori, e diventano di colpo star internazionali: addirittura sono stati scelti per aprire il concerto dei Rolling Stones a Las Vegas.

“Che cosa possiedono dunque di così speciale?”. A questa domanda nessuno riesce rispondere che ciò accade per le loro canzoni. Oltretutto sono appena arrivati. E allora come nasce questo successo mondiale?

Gramellini stesso fornisce una risposta: “Per usare una parola alla moda, sono fluidi. Damiano, il cantante, è un maschio che si trucca senza perdere virilità. Victoria, la bassista, è una donna che fa la dura senza perdere femminilità. Tutti e quattro appaiono sfuggenti, nitidi eppure sfocati, non incastrabili in una definizione”.

Secondo Gramellini, che sottolinea la coincidenza fra la loro “consacrazione planetaria” e la caduta del Ddl Zan nel “retrogrado” parlamento italiano, rappresentano “la normalità per i ragazzi di oggi”. O quantomeno la norma che si vuole a loro insegnare.

Dunque, stando a quanto si legge sulla prima pagina del “Corriere”, il successo dei Maneskin non è dovuto alle canzoni, ma all’ideologia che essi incarnano e interpretano, alla loro capacità (maggiore degli altri cantanti) di esprimere fisicamente, teatralmente, la nuova normalità, il nuovo canone della “fluidità” a cui bisogna omologarsi.

Da questo punto di vista, il loro, nel 2021, non è certo un messaggio rivoluzionario, di ribellione e disobbedienza al sistema. Ma l’esatto contrario.

Non a caso il loro trionfo è decretato da quella potente industria dello spettacolo che da anni è la chiassosa paladina planetaria di quell’ideologia, sponsorizzata dalla classe dominante.

Pier Paolo Pasolini già nel 1975 affermava che “i diritti civili hanno assunto una colorazione classista” e che su di essi si stava costruendo, un nuovo conformismo, anzi: “la certezza del conformismo”.

In effetti quella è oggi l’ideologia dell’élite (la deregulationantropologica è l’altra faccia della deregulation economica).

Però non è ancora diventata senso comune maggioritario fra la gente che ha piuttosto i problemi del lavoro, dello stipendio, del progressivo impoverimento e della perdita dei “diritti sociali”.

Eppure è martellante la propaganda – anche nella pubblicità – di quell’ideologia che Marco Rizzo definisce “un’arma di distrazione di massa della macchina capitalista”.

Si vuole che le masse interiorizzino il codice “politicamente corretto” che non si accontenta di avere quasi il monopolio della scena, ma ormai detta legge. Non tollera dissenso manifesto. Di fronte ad esso bisogna stare tutti “zitti e buoni”.

BENEDETTO CORAGGIO

A sottolineare il clima che si è creato è stato addirittura Benedetto XVIche, in un’intervista concessa prima del 2020 a Peter Seewald per la sua biografia (“Benedetto XVI”, Garzanti), alludendo all’uragano “politically correct” che sta stravolgendo l’Occidente, ha usato parole drammatiche: ha parlato addirittura di “dittatura universale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddire le quali comporta l’esclusione dal consenso di base della società”.
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Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:13 pm

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Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:14 pm

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Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:14 pm

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Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:15 pm

3)
Il PC contro la diversità di genere: femmina/maschio, padre/madre, etero/omosessuale




AMEN ed A-WOMAN. Così termina il discorso un "Pastore" parlamentare democratico. L'ignoranza è la fine della civiltà
Giuseppina Perlasca
4 gennaio 2021
https://scenarieconomici.it/amen-ed-a-w ... la-civita/

Non è una battuta da giornale satirico. Non è il comico italiano che aveva satiricamente fondato il movimento “O-Men”. No qui è tutto, tragicamente, vero.

Si apre la 117 legislatura degli Stati Uniti. parla di democratico deputato Emanuel Cleaver, che, fra l’altro, è un Pastore da 37 anni. ha concluso il proprio discorso inaugurale alla Camera con un solenne
Amen and A-Woman

AMEN and A-WOMAN ?? che vuol dire . Amen NON è una parola della lingua inglese, ma ebraica, che si pronuncia sempre uguale in qualsiasi lingua, e che è utilizzato per dire “Così Sia”. Perfino nella lingua araba è utilizzato con lo stesso significato. Però l’egocentrismo e l’ignoranza profonda della nuova cultura “Woke” americana hanno l’incredibili potere di trasformare una parola ebraica in una inglese, dandole, fra l’altro, un valore sessista. Un po’ come qualche nostro giornalista scrive “ad hoc” “ad ok”, oppure pronuncia “Sine die “”Sein Dein”. tanto tutto fa brodo. Incredibile che questo accada a colui che afferma di essere stato un Pastore per 37 anni. Che insegnamenti ha portato al suo gregge?

Un pastore che poi appare incerto anche su quale sia il suo gregge perchè prima, chiedendo la pace sul mondo, chiede aiuto al “Dio monoteistico, a Bhrama o il dio chiamato con cento nomi da cento fedi.”. Ora se io fossi Amaterasu, Dea solare giapponese sposa dell’Imperatore, mi seccherei un pelo nel non essere citata direttamente. Del resto “Il dio dai cento nomi” deve essere stato preso paro paro dal “Dio dai molti volti” “Many faced god” di “Games of Thrones”. Salvo prima descrivere Dio che rivolge il suo “Viso verso di noi”, facendone quindi una personificazione che va bene per il cristianesimo, ma farà infuriare le altre religioni monoteistiche.

Questa generazione di politici e intellettuali “Politicamente corretti” si basa su due colonne fondamentali: l’ignoranza da un lato e l’egocentrismo dall’altro. Si tratta degli stessi intelligentoni che hanno abbattuto le statue di Colombo senza sapere che spesso erano omaggi delle comunità italo americane alla loro nuova patria. Tutto viene giudicato secondo il proprio metro di falso e soprattutto viene giudicato.



Lo schiaffo di Beatrice Venezi al "politicamente corretto": direttore d'orchestra, non direttrice
7 marzo 2021


https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... irettrice/

Il “politicamente corretto” è una forma di dogmatismo sempre più diffusa e intrusiva nel panorama politico-sociale contemporaneo. Esso trasforma un metodo di approcciarsi alla realtà politica e sociale aperto, come quello che siamo abituati a praticare nelle nostre società liberali, in un approccio chiuso e diffidente verso chi non si conforma al pensiero “dominante”. I suoi fautori ricorrono a metodi illiberali per affermare la loro visione, demonizzano gli avversari, etichettati come arretrati e razzisti, e cercano di tenere chi non la pensa come loro ai margini del dibattito pubblico che conta.

Ci troviamo di fronte ad una sorta di dittatura del “politicamente corretto” che sta seriamente minacciando una delle libertà fondamentali e delle più preziose conquiste dell’Occidente: la libertà di espressione. Oggi non si può più dire nulla di non conforme al pensiero dominante senza venire ripresi e banditi, ci troviamo a convivere con un moralismo ed un falso buonismo sfrenati. Basti pensare a come viene strumentalizzata la questione del razzismo o della parità di genere: temi su cui è sacrosanto porre la nostra attenzione ma di certo con metodi ben diversi da quelli proposti da qualche benpensante.

Una delle massime esponenti del “politically correct” è l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, nota per la sua iniziativa per “femminilizzare” la dicitura di tutte le cariche sulle carte intestate di Montecitorio (presidenta, avvocata, ministra etc). Come se l’importante fosse la dicitura, non la competenza e la consapevolezza del ruolo, testimonianza di quanto per qualcuno conti più la forma della sostanza.

Dal palco dell’Ariston è arrivata una bella lezione ai politicamente corretti. Beatrice Venezi, di professione pianista e direttore d’orchestra, a Sanremo nella veste di co-conduttrice, ha subito sottolineato come non siano le etichette a qualificare un professionista ma la sua competenza e la sua bravura. “Io sono direttore d’orchestra, la posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quella di direttore, non di direttrice, perché è importante quello che sai fare, non l’etichetta che ti vogliono mettere”.

Con queste parole Beatrice Venezi ha letteralmente messo a tacere molti benpensanti il cui obiettivo è proprio quello di contaminare la nostra lingua italiana in nome di un finto buonismo. Con queste parole, probabilmente, la Venezi si è mostrata molto più “femminista” di sbandieratori e sbandieratrici della causa femminile, esprimendo la consapevolezza del suo ruolo e l’importanza della sostanza rispetto alle forme e alle etichette. Il “politicamente corretto” pretende di agire nel nome della tolleranza e del rispetto delle diversità, ma l’esito è diametralmente opposto: l’omologazione. Per essere liberi non dobbiamo essere schiavi di un pensiero unico.



"Scrivere padre e madre sulla carta di identità". Ma la Appendino si ribella
Francesca Bernasconi - Gio, 04/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... iHx8lKoDn4

Il Comune di Torino protesta contro il provvedimento che abolisce "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità

Chiara Appendino si ribella al provvedimento voluto dal governo, che abolisce la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità, a favore dei più tradizionali "madre" e "padre".

La sindaca del Comune di Torino, da sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle famiglie arcobaleno, pensa che"questo sia un passo indietro rispetto ai tanti in avanti che sono stati fatti in questi anni. Stiamo cercando di capire quali siano i margini a disposizione per intervenire".

Affianco all'Appendino si schera anche Marco Giusta, assessore comunale ai Diritti e alle Famiglie, che definisce il provvedimento una norma "fuori dalla realtà". La protesta si scatena a pochi giorni dall'esposizione, fuori dal Comune, si uno striscione, in risposta al Congresso della famiglia di Verona: "Torino ama tutte le famiglie, siete benvenute".

Ma Torino non è l'unica città a protestare contro il provvedimento: anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha criticato l'abolizione delle diciture generiche, sostenendo che "ci sono i genitori, il padre, la madre, famiglie molto diverse da quelle monolitiche di Verona. Noi abbiamo una concezione molto più libertaria e fondata sui diritti e sulle libertà civili. Non ci piace questa propaganda sui diritti che questo governo cerca di mettere in campo ogni giorno".

In tutta Italia, inoltre, l'associazione dei genitori omosessuali, Famiglie Arcobaleno, sta facendo sentire la propria voce e annuncia il ricorso al Tar, come riporta Repubblica: "Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio, perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".




Università inglese cancella “madre” e “padre”
Giulio Meotti
14 marzo 2021

https://meotti.substack.com/p/universit ... ella-madre

L’Università di Manchester ha detto al personale di non utilizzare più i termini "madre" e "padre" per evitare pregiudizi. Incoraggia l'uso di termini neutri come "partner" o "tutore". La guida, che è stata distribuita al personale all'inizio di questa settimana, è stata creata dal “comitato per l'uguaglianza, la diversità e l'inclusione”, definizione che devono aver tratto da qualche manuale del bravo cittadino sovietico. Ecco alcune sostituzioni:

Tu o loro / non lui o lei

Persone o individui / non uomini o donne

Colleghi / non signore e signori

Genitore o tutore / non madre o padre

Partner / non marito o moglie

In Francia sono arrivati ad abolire la festa della mamma. La scuola elementare Yves Codou, nel piccolo comune di La Mole, ha celebrato la “festa dei genitori”. Ci riguarda. Eravamo il paese di mater semper certa est e ora in Italia è legge l’uso di “genitore 1 e 2”.

Vi fa ridere? Sì, ma anche no. Serve una rivolta contro le fregnacce perbeniste dei progressisti o bruceranno i neuroni dei nostri figli e nipoti e li convinceranno che 2+2 fa 5 e che veniamo tutti dalla “cicogna inclusiva”. Saranno loro a doversi immergere in questo delirio di manipolazione del linguaggio, cancellazione della realtà, violenza ideologica e sopruso culturale che ormai è egemonico nelle università, nelle scuole, nei documenti, nella televisione, nella cultura. Abbattono i simboli, cacciano chi non la pensa nel modo “giusto”, proibiscono certi libri e cambiano il linguaggio. Hanno molta ambizione e sono altrettanto pericolosi.




Ora l'Ue vuole imporre la neolingua politicamente corretta
Roberto Vivaldelli
16 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 31423.html

Vietato dire "padre" e madre" così come "gay", "trans" o lesbiche": il nuovo glossario stilato dal Parlamento europeo e destinato a politici e funzionari sposa il politicamente corretto

L'obiettivo è chiaro: imporre la neo-lingua del pensiero unico progressista a tutta la macchina burocratica dell'Unione europea, adottando un linguaggio cosiddetto "inclusivo" e rispettoso delle minoranze etniche e di genere (Lgbt).

A denunciare l'ultima folle deriva del Parlamento europeo è stata per prima Simona Baldassarre, medico, europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio. Come riporta Libero, infatti, il Parlamento europeo, e nella fattispecie l'unità Uguaglianza, inclusione e diversità facente capo alla Direzione generale per il personale, ha redatto il glossario del linguaggio "sensibile" per la comunicazione interna ed esterna, rivolto al personale dell'istituzione per "comunicare correttamente su questioni riguardanti la disabilità, le persone LGBTI+, la razza, l'etnia e la religione". Nei fatti trattasi di un vero e proprio vocabolario dedicato a funzionari, assistenti, portaborse, portavoce e politici da adottare per essere al passo con i tempi della cultura del piagnisteo e del political correctness imperante.

Soprattutto, l'attenzione è massima verso le parole che, d'ora in poi, non si dovranno più impiegare, in particolare verso l'universo Lgbt. Quindi vietato assolutamente dire "gay, omosessuali e lesbiche" e spazio alle più accomodanti espressioni "persone gay, persone omosessuali, persone lesbiche". Guai a dire anche "matrimonio gay": la nuova neo-lingua impone che si dica "matrimonio egualitario". Scorretto anche parlare di "diritti dei gay e degli omosessuali" che va sostituito con "trattamento equo, paritario".

Pensate inoltre di essere maschi o femmine? Vi sbagliate di grosso, la biologia per i super burocrati di Bruxelles non esiste. È un'invenzione dei suprematisti bianchi e della società patriarcale. D'ora in poi si parla di "sesso assegnato alla nascita" e non del retrogado "sesso biologico". Sbagliato altresì parlare di "cambio di sesso", che ora diventa una "transizione di genere". E poi arriviamo alla famiglia. Dimenticatevi quella tradizionale e sostituite "padre" e "madre" con un più generico "genitori": vorrete mica offendere qualcuno?

La nuova neolingua adottata dal Parlamento europeo è un clamoroso assist alla cancel culture dilagante in tutto l'Occidente e non è diverso dalla furia iconoclasta degli attivisti che abbatte le statue. L'ideologia ultra-progressista che muove queste iniziative è la medesima. E fa tornare alla memoria 1984 di George Orwell: quando un sovversivo viene fatto sparire dal partito, si applica la damnatio memoriae: viene cioè eliminato, da tutti i libri, i giornali, i film e così via, tutto ciò che si riferisca direttamente o indirettamente alla persona in oggetto. E così il nuovo linguaggio "inclusivo" viene imposto e quello "vecchio" cancellato, con un ordine dall'alto, alla medesima maniera. E come scriveva lo stesso Orwell "ogni disco è stato distrutto o falsificato, ogni libro è stato riscritto, ogni immagine è stata ridipinta, ogni statua e ogni edificio è stato rinominato, ogni data è stata modificata. E il processo continua giorno per giorno e minuto per minuto. La storia si è fermata. Nulla esiste tranne il presente senza fine in cui il Partito ha sempre ragione".



Alberto Pento
Questa presunta rispettosità delle minoranze è una grave violazione dei diritti umani delle maggioranze. Negare a una madre e a un padre il loro nome naturale è un crimine contro l'umanità. Altro che Hitler e Maometto, questi sono peggio!



Ohio, docente si rifiuta di chiamare una studentessa trans al femminile Ora potrà far causa all’ateneo
Monica Ricci Sargentini
28 marzo 2021

https://www.corriere.it/esteri/21_marzo ... a8f6.shtml

Un professore di filosofia della Shawnee State University in Ohio Nicholas Meriwether ha ottenuto da una corte d’appello il via libera alla causa contro l’ateneo che la scorsa primavera l’aveva obbligato a chiamare al femminile una ragazza trans. Il professore, però, ha sostenuto che costringerlo ad usare pronomi non corrispondenti alla realtà biologica rappresentava una violazione del primo emendamento della Costituzione americana che sancisce il diritto alla libertà di espressione e di religione.

Meriwether, cristiano praticante, insegna alla Shawnee State dal 1996 ed è sempre stato stimato. I problemi sono sorti all’inizio del 2018 quando una studentessa trans ha chiesto al professore di chiamarla al femminile perché questa era la sua identità di genere. Lui le ha risposto che, da allora in poi, si sarebbe rivolto a lei usando solo il cognome perché la sua religione gli impediva di considerare reale il genere. Un’inchiesta ufficiale dell’università ha stabilito che il docente aveva creato «un ambiente ostile» alle persone transgender e gli ha ordinato, con un richiamo scritto, di cambiare atteggiamento altrimenti sarebbe incorso in una sospensione senza paga o nel licenziamento.

Il giudice Amul Thapar, a nome della Corte,in un pronunciamento di 32 pagine. ha spiegato che l’università ha «punito Meriwether per le sue opinioni su un tema controverso». E ha fatto notare che l’ateneo non ha fornito alcuna prova che il comportamento del docente avesse avuto ripercussioni sul suo insegnamento o avesse inficiato il rendimento della studentessa trans che, anzi, aveva ottenuto voti alti. «Se ai docenti manca la protezione della libertà di espressione - ha scritto Thapar, che è stato nominato dal presidente Trump —l’università potrebbe avere il potere allarmante di imporre una conformità ideologica. Un rettore potrebbe chiedere a un pacifista di dichiarare che la guerra è giusta o a un credente di negare l’esistenza di Dio. E questo non può accadere».

Ora l’azione legale dovrà essere ridiscussa a Cincinnati dove un giudice di primo grado l’aveva archiviata nel febbraio 2020. Per John Bursch, avvocato dell’Alliance Defending Freedom che rappresenta Meriwether, «nessuno dovrebbe essere costretto a contraddire le proprie convinzioni fondamentali solo per mantenere il proprio lavoro». Ma il pronunciamento della corte d’Appello in Ohio viene criticato dalle associazioni Lgbtqai+. «È come se qualcuno decidesse che gli afroamericani non meritano di essere chiamati signori — dice al Washington Post Andrew Koppelman, esperto di diritto costituzionale alla Northwestern University —, questo creerebbe un ambiente ostile. Perché non sarebbe lo stesso per i transgender?».

Le dispute legali sui diritti delle persone trans e la libertà di espressione stanno diventando un’abitudine negli Stati Uniti. Un caso simile è all’esame dei giudici della Virginia dove un insegnante di francese ha fatto causa al liceo in cui lavorava dopo essere stato licenziato per non aver voluto chiamare un ragazzo trans al maschile.

Casi del genere, finora, non sono accaduti in Italia dove non è in vigore il self-id, cioè la possibilità di scegliere con quale sesso identificarsi a seconda della propria identità di genere. Ma sono già alcuni licei e università che consentono agli studenti di cambiare nome. Cosa succederà quando un professore si rifiuterà di chiamarli con il pronome giusto?


MAMMA E PAPA' VERBOTEN!
Niram Ferretti
5 luglio 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il corpo del reato è una foto in cui un uomo con la barba, non Conchita Wurst, (in quel caso non ci sarebbero stati problemi) e una donna, appaiono con il loro bambino piccolo (con la faccia opportunatamente pixellata) e sui palmi delle mani la scritta, "papà" e "mamma".
Facebook provvede affinchè non possa essere condivisa e chi lo fa viene punito con un giorno pieno, se non di più, nei campi di rieducazione dell'antidiscriminazione.
Tra gli altri è successo anche ad Ugo Volli.
Perché accade questo? Poniamoci questa domanda da finti ingenui e rispondiamoci (grazie Gigi Marzullo). Perché oggi, la pubblicità di una famiglia eterosessuale con ruoli consolidati da millenni diventa potenzialmente discriminatoria, offensiva nei confronti di altri nuclei aggregati, ovvero quelli omosessuali. E dunque, immediatamente scatta la censura.
Certo, scrivere sui palmi delle mani, "mamma" e "papà" è una provocazione intollerabile, non si fa, sarebbe bastato non scrivere niente e forse, sì, forse, non ci sarebbero stati problemi. Ma non è detto.
Arriveremo probabilmente al punto, in questi tempi di radicalismo ideologico demenziale, ma non per questo meno aggressivo e violento, che una semplice foto di una coppia eterosessuale con prole, non sarà più possibile condividerla, o se lo si potrà fare, per par condicio, bisognerà affiancarla con un'altra foto di una coppia omosessuale con relativi pargoli.
Tutto, ovviamente, in nome dei diritti umani, della lotta alla discriminazione, dell'avvento luminoso e inarrestabile della magnifiche sorti e progressive.


Gino Quarelo
La follia di chi in nome di presunto diritti umani viola i veri diritti umani.
Non è un diritto umano il presunto diritto di un uomo che si sente donna ad avere un figlio forzato e partorire e a farsi chiamare madre, invece è un diritto umano quello di una donna che partorisce definirsi madre.



“Hanno iniziato con genitore 1 e 2. Ora vogliono abolire maschile e femminile”
Intervista esclusiva per la newsletter al sociologo Mathieu Bock-Côté. “L’Occidente sul gender vive una nevrosi. L’uomo diventa una cavia e l'ideologia dominante fa sembrare sciocco chi non applaude”

Giulio Meotti
6 luglio 2021

https://meotti.substack.com/p/hanno-ini ... tore-1-e-2

Viviamo in un mondo plasmato sempre più dai teorici del genere. Sono estremamente attivi, non solo nelle università ma anche sui giornali, nella società nel suo insieme, oltre che nella politica. Il termine "genere" ovunque sostituisce il termine "sesso" nelle istituzioni internazionali. Le parole "donna" e “madre” tendono a essere cancellate. Ai bambini delle scuole elementari di molti paesi europei viene insegnato che "il tuo genere sei tu che lo scegli". Come siamo arrivati alla “Gender Revolution” della copertina di National Geographic?

Non è il rispetto delle persone, ma la grande battaglia ideologica a essere contestata da Mathieu Bock-Côté, famoso sociologo del Quebec e che in Francia (dove è uno degli intellettuali più ascoltati e letti) ha pubblicato Le Multiculturalisme comme religion politique, L'Empire du politiquement correct e La Révolution racialiste, fra gli altri suoi libri.

“Coloro che esprimono riserve sulla fanatica decostruzione del maschile e del femminile, come se fossero categorie culturali residuali e artifici simbolici da smantellare, vengono presentati dai media come vecchi conservatori, reazionari timorosi del cambiamento, ostili a differenza e diversità” spiega Mathieu Bock-Côté in questa intervista per la mia newsletter. “La fluidità identitaria è il nuovo standard antropologico di riferimento. Perché tale è la posta in gioco di questa rivoluzione ideologica: è necessario patologizzare il maschile e il femminile, squalificarli, presentarli come identità soffocanti, appartenenti al vecchio mondo, che costringerebbero gli individui ad adottare comportamenti sociali pre-programmati, rinchiudendoli in schemi distruttivi, dai quali dovrebbero liberarsi per emanciparsi. La teoria del genere strumentalizza l'angoscia di coloro che si sentono estranei al proprio sesso per trasformarli in nuovi modelli. Attraverso questo, ci viene detto che la fluidità identitaria dovrebbe essere la nuova norma: consentirebbe all'individuo di costruirsi liberamente, come se si autogenerasse, senza essere coinvolto nei meccanismi di socializzazione della civiltà patriarcale, eteronormativa e fallocentrica. L'individuo, per essere libero, dovrebbe evolversi in un fluttuante universo simbolico. Dovrebbe essere assolutamente libero da ogni parentela, da ogni determinazione, inventarsi rifiutando il mondo da cui proviene. Non si vede come una tale postura non possa non condurre a nevrosi generalizzate. L'ideologia dominante fa sembrare sciocchi coloro che non la applaudono”.

La strada è stata spianata dalla sostituzione di “padre” e alla “madre” con “genitori 1 e 2”. “In nome di una concezione distorta dell'inclusione, abbiamo voluto neutralizzare il riferimento a padre e madre, per sostituirli con il genitore 1 e il genitore 2. In altre parole, non si trattava solo di aprirsi a nuove realtà familiari, aggiungendo categorie, ma distruggendo simboli forti, inscritti nelle fondamenta stesse delle nostre civiltà, come se questi termini fossero ormai obsoleti, mentre rappresentano ancore fondamentali della condizione umana”.

Bock-Côté parla di “cavie per imporre un progetto di rieducazione che sta trasformando le società occidentali in una vera e propria nevrosi. La modernità ha cercato prima di creare l'uomo nuovo trasformando la società in un laboratorio di utopia; ora intende crearlo direttamente in laboratorio”. Una società, conclude, “condannata a una forma di collasso psichico, a una nevrosi permanente, nata dal rifiuto della realtà e dei suoi parametri elementari. Perché se i sessi non esistono più, tutto è permesso. Se non si percepisce più l'evidenza assoluta della divisione sessuale dell'umanità tra uomo e donna, allora la società può essere soggetta a qualsiasi manipolazione simbolica e ideologica, sotto il segno dell'ingegneria identitaria. Perché la teoria del genere non si accontenta di ricordare che il significato del maschile e del femminile si sono evoluti nel tempo: li vuole abolire. Dobbiamo aspettarci una dislocazione della soggettività, che non avrà più alcun terreno solido su cui costruire. E non sorprende che l'individuo occidentale dubiti di tutto, è indiscutibilmente fragile mentalmente, non riesce più a inserirsi nel mondo, a proiettarsi in esso, se non a manifestare i suoi dubbi e le sue ansie - ma non si tratta più di un dubbio creativo. Arriva a dubitare della propria esistenza, o almeno riesce a darsi un nome solo incolpandosi di tutti i mali del mondo. Maledice la sua civiltà, maledice la sua gente, maledice il suo sesso, maledice il colore della sua pelle, preferirebbe non essere nulla, fantastica attraverso la teoria del genere su un'identità fluida, sfuggente, che non lo coinvolgerebbe, che gli permetterebbe di essere una cosa e il suo contrario. In altre parole, sogna di dissolversi nel nulla. Si possono già vedere gli effetti sulla nuova generazione, particolarmente sensibile a questo discorso, che la plasma. In un'epoca che torna a essere tragica, possiamo intuire che questa teoria, e tutte quelle che la accompagnano, giocheranno un ruolo nel crollo antropologico della nostra civiltà, perché è questo che annuncia e rivela la nostra attuale decomposizione”.



Se possono cancellare "madre" potranno tutto
Giulio Meotti
15 luglio 2021

https://meotti.substack.com/p/se-posson ... e-potranno

Mater semper certa est, recita la famosa locuzione Latina. Nel 2021 neanche la madre è più certa.
Il budget dell'anno fiscale 2022 della Casa Bianca ha sostituito la parola “madre” con “persona che partorisce”, rivela Newsweek. "Dobbiamo porre fine all’alto tasso di mortalità materna e alle disparità razziali tra le persone che partoriscono", la dicitura. Per la verità avevano già iniziato con l’insediamento a gennaio, quando i Democratici lanciarono una riforma del lessico da usare al Congresso con l’abolizione della parola “madre”. La direttrice di Heritage Action, Jessica Anderson, ha risposto così: "Perché Joe Biden vuole cancellare le madri?”.

Domanda di per sè grottesca. Ma la questione in gioco è molto seria. In Inghilterra, le femministe che si rifiutano di usare “persone che partoriscono” al posto di “madri” vengono cancellate, racconta in questi giorni il Times. Stonewall, il più grande ente Lgbt in Inghilterra, ha chiesto ai datori di lavoro di smettere di usare la parola “madre” ma “genitore che ha partorito”, racconta il Telegraph. In Scozia, le femministe stanno facendo battaglia contro una nuova legge che include gli uomini trans nella definizione legale di “donne” per le quote riservate loro negli uffici pubblici. Il Brighton and Sussex University Hospitals NHS Trust ha sostituito il termine “madre” con “genitore che partorisce”. In Spagna l’8 maggio non si celebra più la festa della donna, ma dei “corpi femminilizzati”. L’Università di Manchester ha imposto al personale di non utilizzare più "madre" ma "partner". L’Australia National University invece di "madre" usa "genitore gestazionale". È così in tutto il mondo.

Perché come spiega a Le Figaro il filosofo francese Eric Marty parlando del suo ultimo libro, il gender “è l’ultimo grande messaggio ideologico dall’Occidente al resto del mondo. Ha invaso il pianeta e tutte le sfere della vita sociale, dai documenti amministrativi al marketing delle grandi multinazionali”. E poi sarebbe il premier ungherese Viktor Orbán quello fuori dalla realtà.

Questa follia semantica cosiddetta “liberale” è una cortina fumogena per distogliere l'attenzione dell’opinione pubblica da problemi ben più gravi. Ma se questo cambiamento sarà accettato dall’opinione pubblica, cosa che sta accadendo per mancanza di informazione e di dibattito, cosa accadrà dopo? Si chiama “finestra di Overton”. Una finestra mentale in sei fasi (dall’impensabile al legalizzato) che si allarga e avanza sempre di più per far accettare l’introduzione di qualsiasi idea che, al momento della comparsa, riteniamo inaccettabile. La legge Zan serve a questo.



Lufthansa, follia in aereo: ecco come le hostess saranno costrette a salutare i passeggeri, siamo al delirio
Andrea Cionci
15 luglio 2021

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... lirio.html

Tira aria di cambiamento sugli aerei di Lufthansa. La compagnia tedesca ha deciso di adottare una nuova policy sul saluto ai passeggeri a bordo sia in entrata che in uscita. In particolare, si è deciso che il personale - hostess, steward e piloti - non potrà più utilizzare il classico e universale "signori e signore, benvenuti a bordo". L'espressione infatti non sarebbe abbastanza inclusiva per tutti i generi.

A breve il saluto ai passeggeri sarà molto più scarno limitandosi al "Benvenuti a bordo". La novità è stata confermata dalla portavoce della compagnia tedesca, Anja Stenger: "La diversità per noi non è una frase vuota, da ora vogliamo esprimere la nostra attenzione al linguaggio". Non è stato ancora reso noto, però, il momento esatto in cui avverrà questo cambiamento. Stesso saluto asettico verrà fatto anche sulle consociate di Lufthansa: Swiss, Austrian Airlines, Brussels ed Eurowings.

Il nuovo linguaggio gender neutral, inoltre, prevede che il personale di bordo non si rivolga più ai passeggeri chiamandoli "signora" o "signore" non solo al momento del saluto, ma anche durante il volo quando viene richiesto il loro servizio, quando vengono serviti i pasti o quando è previsto un loro intervento. Steward e hostess - come riporta il Giornale - dovranno limitarsi a un semplice "gentili clienti". Il politicamente corretto, insomma, è arrivato anche ad alta quota. Adesso resta da vedere se pure le altre compagnie aeree seguiranno lo stesso esempio.



La Spagna cancella "padre" e “madre”, "uomini" e "donne"
Giulio Meotti
16 luglio 2021

https://meotti.substack.com/p/la-spagna ... re-e-madre

Chissà che non abbia ragione il cardinale Antonio Cañizares, protagonista di tante battaglie contro i governi socialisti e che ha detto: “Vogliono distruggere la famiglia come voleva fare l’Unione Sovietica”.

Nuovi termini, tipici dell'ideologia gender e queer, entreranno in vigore nel codice civile della Spagna, dopo che è stata adottata la Ley Trans, l’equivalente della legge Zan. Non più “madre”, ma “coniuge gestante”. Via “padre e madre”, scrive El Mundo, e dentro “progenitori”. La legge sull’identità di genere è il grande cavallo di battaglia del ministro dell’Uguaglianza Irene Montero di Podemos, che ha chiesto: “Esistono uomini e donne?”.

“Chiedersi se i cromosomi XX e XY esistono è come chiedersi se la terra è piatta”, le ha risposto su El Diario la femminista Elisa Beni. Simili critiche, sempre da sinistra, arrivano dal celebre filosofo Fernando Savater, che su El País scrive: “Credere di poter determinare il proprio sesso è come credere di poter decidere della propria età o della propria statura. Ci sono barbari che dicono a un bambino di sei anni che può scegliere se essere di un sesso o di un altro. E’ la cosa più distruttiva che si possa fare a una personalità”.

L'articolo 44 del Codice civile spagnolo attualmente recita: "Gli uomini e le donne hanno il diritto di sposarsi secondo le disposizioni del Codice". E salvo sorprese parlamentari l’articolo, già approvato dal Consiglio dei ministri del premier socialista Pedro Sánchez, sarà modificato così: "Ogni individuo ha il diritto di sposarsi in conformità con le disposizioni del Codice".

Un paese tradizionalmente cattolico è stato ingegnerizzato in un progetto di trasformazione della società avviato quasi da vent’anni fa da José Luis Rodríguez Zapatero, la “società fluida” consegnata al relativismo culturale più radicale.


Elena Postigo

Per la newsletter ho intervistato Elena Postigo, già docente di Bioetica e Antropologia filosofica all’Università San Paolo di Madrid e oggi di Filosofia all’Università Francisco de Vitoria, di cui dirige l’Istituto di Bioetica. “E’ una proposta di legge impregnata delle categorie dell’ideologia di genere, in cui si dissolve non solo la differenza fra uomo e donna, come hanno fatto già altre leggi. E’ un passo in più. Scompare la differenza fra uomo e donna e subentra il primato dell’identità di genere. Conta come tu ti senti. E’ un fenomeno che dilaga ovunque e che ha avuto una forte contestazione del femminismo classico, perché dissolve la nozione di donna”. Il secondo punto che allarma Postigo è il trattamento ormonale dei minori. “La legge approvata in Spagna dice che un minorenne senza permesso dei genitori possa andare all’anagrafe a registrarsi dell’altro sesso e ricevere subito gli ormoni. In Svezia li hanno appena bloccati ad esempio, perché fanno male”.

Resta, al fondo, un progetto culturale totalitario, conclude Elena Postigo: “L’obiettivo finale di questa ideologia è la connessione fra transumanesimo e ideologia di genere, perché hanno la stessa antropologia sottostante, il mondo genderless, una specie di essere neutro che non è uomo né donna, che non è nulla. E poi c’è la dissoluzione totale della famiglia, perché si nega la creazione e scompare la nozione di famiglia della tradizione che ha fondato l’Occidente. E’ una bio-ideologia che dissolve l’umanità nella sua specificità, è la prevalenza della coscienza e dell’emozione, al di sopra della stessa realtà. E’ la distruzione dell’umanesimo giudaico-cristiano”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il Politicamente corretto (PC): un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:16 pm

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Il Politicamente corretto (PC): un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:17 pm

4)
Transgender e teoria gender


Il termine transgenere (in inglese transgender) è un termine ombrello per indicare le persone la cui identità di genere non corrisponde al genere e/o al sesso che gli è stato assegnato alla nascita (come dotazione naturale biologica).
https://it.wikipedia.org/wiki/Transgender



Gender una schifosa violazione dei diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=1634


Come Joe Biden vuole distruggere lo sport femminile
23 gennaio 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... femminile/

Le priorità dell’Amministrazione Biden-Harris e della Sinistra radicale: permettere agli uomini che si sentono donne di usare i bagni e gli spogliatoi delle donne e di gareggiare nelle competizioni femminili. Il tutto a danno della leale concorrenza tra le atlete.

Qualche ora dopo aver prestato giuramento, mercoledì, il Sleepy Joe Biden ha firmato anche un ordine esecutivo che conferisce ampi diritti agli uomini e alle donne che vogliono vivere come si sentissero appartenenti al sesso biologico loro opposto, incluso il permettere agli individui transgender di competere negli sport partecipando alle gare sportive nella categoria di genere in cui si identificano.

“Il primo giorno, Biden distrugge unilateralmente lo sport femminile”

ha scritto su Twitter l’autrice Abigail Shrier.

“Qualsiasi istituto scolastico che riceve un finanziamento federale dovrà ammettere gli atleti di sesso maschile dal punto di vista biologico nelle squadre femminili, alle borse di studio femminili, ecc.”

“Un nuovo soffitto di vetro (a opprimere) è stato appena posizionato sulle donne”

ha detto nel tweet.

“Ogni persona dovrebbe essere trattata con rispetto e dignità e dovrebbe essere in grado di vivere senza paura, non importa chi sia o chi ami”, ha scritto Biden nell’Executive Order, usando gli stessi punti di discussione usati durante l’amministrazione Obama.

L’ordine esecutivo renderà anche spazi come i servizi igienici e gli spogliatoi aperti a tutti gli individui, in base al sesso percepito (piuttosto che sul sesso biologico).

“I bambini dovranno essere in grado di imparare senza preoccuparsi se gli verrà negato loro l’accesso al bagno, agli spogliatoi o agli sport scolastici”, ha scritto Biden.

L’ordine esecutivo contempla anche delle disposizioni sul luogo di lavoro, assicurando che le persone non “vengano licenziate, demansionate o maltrattate a causa del sesso della persona con cui convivono a casa o perché il modo in cui si vestono non è conforme agli stereotipi basati sul sesso”.

L’ordine esecutivo cita anche gli statuti federali che Biden ritiene “sostengano” il suo provvedimento, incluso il Titolo IX, che in realtà dice il contrario, perché lo statuto proibisce alle scuole che ricevono finanziamenti federali la discriminazione nei confronti delle donne, anche nello sport.

L’ordinanza rivendica anche il Civil Rights Act del 1964 che impedisce la discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso e la nazionalità, e che si applica anche all’orientamento sessuale.

Biden cita il caso Bostock v. Clayton County della Corte Suprema degli Stati Uniti, in cui si decise che “un datore di lavoro che licenzia un individuo semplicemente per essere gay o transgender viola il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964″.

“La politica della mia amministrazione è quella di prevenire e combattere la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale e di far rispettare pienamente il Titolo VII e altre leggi che vietano la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale”, ha detto l’ordine. “È anche politica della mia amministrazione affrontare le forme di discriminazione che si sovrappongono”.

L’ordine esecutivo dovrebbe essere applicato a tutti i livelli del governo federale, e si chiede alle agenzie federali di farlo osservare.


Le motivazioni dei favorevoli

La campagna per i diritti umani, che da anni sollecita diritti “speciali” per le persone in base alle loro preferenze sessuali, ha elogiato l’ordine di Biden:

“L’ordine esecutivo di Biden è l’ordine esecutivo più importante e di ampia portata riguardante l’orientamento sessuale e l’identità di genere mai emesso da un presidente degli Stati Uniti.”

ha affermato in una dichiarazione Alphonso David, Presidente della Campagna per i diritti umani.

“Oggi, milioni di americani possono tirare un sospiro di sollievo sapendo che il loro presidente e il loro governo credono che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere non sia solo intollerabile ma illegale. Attuando pienamente la storica sentenza della Corte Suprema di Bostock, il governo federale applicherà la legge federale per proteggere le persone LGBTQ dalla discriminazione in materia di occupazione, assistenza sanitaria, alloggio, istruzione e altri settori chiave della vita.”

“Sebbene l’attuazione dettagliata nel complesso del governo federale richiederà del tempo, questo ordine esecutivo inizierà a cambiare immediatamente le vite dei milioni di persone LGBTQ che cercano di essere trattati allo stesso modo secondo la legge.”

“La lista completa degli ordini esecutivi del primo giorno segna un gradito passaggio dalla politica della xenofobia e della discriminazione a un’amministrazione che abbraccia il nostro mondo, la sua gente ei suoi sognatori. Non vediamo l’ora di continuare a impegnarci con la Casa Bianca, il Dipartimento di Giustizia e le altre agenzie per garantire che la sentenza Bostock sia adeguatamente implementato in tutto il governo federale.”

Le motivazioni dei contrari

Tony Perkins, presidente del Family Research Council, sostiene invece che Biden minaccia le persone credenti e che si scontra con i fatti.

“Con un tratto di penna, il presidente Joe Biden ha ribaltato la legislazione sui diritti civili di 50 anni fa, svuotando le protezioni per le persone che hanno una fede.”

La tutela della libertà religiosa e di coscienza, infatti, è un altro “problema”.

Ad esempio, in base alla nuova direttiva di Biden, ai medici professionisti potrebbe essere richiesto di eseguire procedure per il cambio di sesso in violazione del loro credo religioso. Le aziende e le altre organizzazioni che hanno una base di fede religiosa potrebbero essere costrette a offrire piani di assistenza sanitaria che coprano anche il “cambio di genere”.

“Il presidente Biden sta attuando unilateralmente un radicale cambiamento di politica che di routine non è riuscito a ottenere tramite l’approvazione del Congresso, l’organismo incaricato dalla Costituzione di approvare le leggi.”

“Purtroppo, l’amministrazione Biden sta pianificando di andare molto oltre nel suo assalto alla realtà biologica e dovrebbe ordinare alle scuole di abolire gli sport femminili e costringere ragazzi e ragazze a usare le stesse docce e spogliatoi, e forse stare anche nella stessa cuccetta insieme nei viaggi scolastici. Il partito che afferma di essere il partito della scienza sta portando avanti politiche che negano la realtà.”

Biden ha quindi affermato di voler garantire la parità di trattamento ai sensi della legge ordinando alle agenzie federali di eliminare la discriminazione nelle linee guida e nelle politiche, mentre le voci critiche hanno previsto che il risultato finale sarà l’effettiva eliminazione dei bagni, degli spogliatoi, e dell’atletica femminile.

“Sfortunatamente, l’amministrazione Biden non ha perso tempo, chiedendo subito delle politiche che privassero le donne di tutele legali, negando alle atlete una concorrenza leale nello sport, ignorando le esigenze di salute uniche delle donne e costringendo le ragazze vulnerabili a condividere spazi intimi con degli uomini che si identificano come donne.”

ha detto Christiana Holcomb, consulente legale di Alliance Defending Freedom.

Un sondaggio del novembre 2019 di Rasmussen Reports ha rilevato che solo il 29% è favorevole a consentire ai maschi che si identificano come donne di competere nello sport contro le femmine, mentre il 51% si è opposto.

Le implicazioni per l’atletica hanno attirato l’attenzione nazionale l’anno scorso, dopo che l’ADF ha intentato una causa per conto di tre atlete di atletica leggera delle scuole superiori del Connecticut che hanno affermato di essere state private della leale concorrenza, degli onori e delle opportunità di ottenere le borse di studio da due corridori transgender, che avevano vinto 15 titoli statali.

“Questa non è uguaglianza e non è progresso”,

ha continuato la Holcomb.

“L’appello del presidente Biden all’unità è nulla se cerca di tenere in ostaggio coloro che ricevono i fondi federali se non fanno un danno enorme ai diritti, alle opportunità e alla dignità delle donne e delle ragazze”.

L’amministrazione Trump si era schierata con le atlete del Connecticut, sostenendo che la politica statale avesse violato il Titolo IX, discriminando le ragazze e le donne.

Terry Schilling, presidente dell’American Principles Project, ha sottolineato che il suo gruppo ha cercato di pubblicare un annuncio sulle minacce dei Democratici agli sport femminili, ma che l’annuncio è stato bannato da Facebook a settembre per “contesto mancante”.

“Abbiamo ha avvertito, durante le elezioni, che Biden e i Democratici erano una minaccia per i diritti conquistati a fatica delle donne, in particolare delle atlete”

“Questi avvertimenti sono stati etichettati come ‘bugie’ e ‘disinformazione’ da molti giornalisti e censurati dai social media. Ma ora Biden con il suo comportamento ci ha dato ragione, e nientemeno che nel suo primo giorno in carica.”

Ryan Anderson, ricercatore senior della Heritage Foundation, ed Emilie Kao, direttrice del DeVos Center for Religion & Civil Society, hanno affermato che “non ci vuole una sfera di cristallo per capire come i funzionari dell’amministrazione Biden interpreteranno ed applicheranno queste politiche”.

“Gli uomini che si identificano come donne dovranno essere ammessi negli spazi riservati alle donne, i ragazzi che si identificano come ragazze dovranno essere autorizzati a competere nelle competizioni atletiche femminili, i piani sanitari dovranno pagare per le procedure sulla transizione di genere, e medici ed ospedali dovranno eseguirle, [e] le agenzie di adozione non potranno cercare solo mamme e papà sposati per prendersi cura dei bambini bisognosi.”

Breitbart.com, WashingtonTimes.com


Gino Quarelo
Una totale mancanza di rispetto per le donne, demenzialità assoluta sia per i bagni sia per lo sport.



Il ginecologo si rifiuta di esaminare il pene alla trans e lei lo denuncia. Delirio Lgbt
Ilaria Paoletti
Cristina Gauri
Vancouver, 6 dic 2019

https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... 06HQnFJ3CI

Una trans non operata va dal ginecologo e pretende di farsi esaminare il pene. Lui si rifiuta e lei lo denuncia. Non è l’inizio di una barzelletta, è successo veramente in Canada: il protagonista della vicenda è Jessica Yaniv (nato come Jonathan Yaniv), nome che qui in Italia dice poco, ma in Nord America è tristemente noto per le assurde “battaglie” di cui si sta facendo alfiere (o alfiera? Alfieressa? Che declinazione dobbiamo usare per non farci denunciare al tribunale dei diritti Lgbt?).

Uno hobby discutibile

Yaniv, 32 anni, attivista transgender, passa il suo tempo — deve averne molto di libero — girovagando per esercizi commerciali e studi di professionisti pretendendo prestazioni che normalmente sarebbero riservate alle donne (quelle vere). Se incontra un rifiuto, passa all’attacco facendo causa per “discriminazione”.
L’ultimo episodio in ordine di tempo ha avuto luogo qualche giorno fa, quando Yaniv ha twittato a proposito di un ginecologo che si sarebbe rifiutato di visitarla, in quanto ancora in possesso degli organi genitali maschili. “Sporgerò denuncia, le persone transgender devono essere incluse, non escluse dalla società”.
La vicenda ha scatenato l’indignazione di un’altra trans, Blaire White: attivista alt-right, ha da tempo ingaggiato una personalissima battaglia contro Yaniv, portando alla luce anche dei presunti episodi di molestie sessuali ai danni di una ragazzina di 14 anni. “Un pedofilo sotto le mentite spoglie di transgender”, l’aveva definita la White. A proposito della vicenda del ginecologo, ha twittato: “Non vai dal ginecologo se non hai una vagina. Non vai dal meccanico se non possiedi un’auto. Smettila di bullizzare le persone per costringerle a toccarti le parti intime”.


I precedenti

Quello del ginecologo è solo l’ultimo episodio. Tempo fa, infatti, Yaniv si era recata in alcuni centri estetici pretendendo che le estetiste le depilassero lo scroto. Aveva fatto precisa richiesta di essere servita da lavoratrici immigrate, ben sapendo che sarebbero rifiutate — vuoi per motivi religiosi, vuoi per background culturale — di erogare detto servizio alla trans, che le aveva denunciate seduta stante, chiedendo un risarcimento e sollevando il consueto polverone mediatico. Deo gratias il tribunale ha risposto picche alle deliranti pretese della Yaniv, stabilendo che le sue denunce di violazione dei diritti umani seguono uno schema preciso che mira a colpire “piccole attività commerciali per trarne del profitto personale approfittando del suo essere trans, e per punire alcuni gruppi etnici che lei percepisce come ostili alla causa Lgbt”.



Alberto Pento
La demenzialità di quest'uomo che si sente donna e che anziché andare dall'andrologo per farsi esaminare l'organo, va dal ginecologo e pretende che questo lo esamini come se fosse una vagina.




L'agenda transgender di Biden incontra i primi ostacoli
Il timone
12 marzo 2021

https://www.iltimone.org/news-timone/la ... -ostacoli/

Il Vulnerable Child Compassion and Protection Act, promosso dal sen. Shay Shelnutt si sposterà alla Camera dei Rappresentanti dell’Alabama, dove un comitato ha già approvato un testo quasi identico: «I bambini non sono abbastanza maturi per prendere queste decisioni su interventi chirurgici e farmaci. Il punto è proteggere i bambini», ha detto Shelnutt. «La maggior parte di questi bambini che attraversano la disforia di genere ne esce fuori», ha aggiunto, «quindi perché dovresti raccomandare un farmaco o un intervento chirurgico irreversibile o che può avere conseguenze dannose? È solo questione di buon senso, ma a volte il buon senso non viene seguito».

L’approvazione del disegno di legge riflette una più ampia opposizione da parte dei singoli stati contro l’agenda transgender in cima alla lista delle priorità di Joe Biden e della sua amministrazione. Poche ore dopo aver preso l’incarico, il presidente americano ha infatti firmato un ordine esecutivo che permetteva a uomini e donne di prendere parte a sport e di usare servizi igienici e spogliatoi in base a come ” si identificano”, piuttosto che secondo la loro biologia. Il suo sesto giorno di mandato, Biden ha revocato il divieto alle persone che si identificano come transgender di prestare servizio nell’esercito. Il decimo giorno, il suo Segretario di Stato Antony Blinken annunciò che stava alzando bandiere del “pride” nelle ambasciate statunitensi di tutto il mondo. Il quindicesimo giorno la Casa Bianca ha pubblicato un memorandum sull’avanzamento dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali in tutto il mondo in cui minaccia di utilizzare «l’intera gamma di strumenti di assistenza diplomatica» tra cui sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti contro i paesi in cui le restrizioni significano un «clima di intolleranza» per i transessuali. Mentre un segmento della società statunitense ha celebrato la coscienza “LGBTQI” di Biden come una vittoria dei “diritti”, l’attenzione dal resto del paese si è rivolta all’imposizione dall’alto verso il basso dell’ideologia di genere e sulle conseguenza nello sport se ragazze e donne sono costrette a competere contro atleti che sono nati maschi.

I legislatori hanno introdotto una serie di disegni di legge, come il disegno di legge del Mississippi per vietare agli atleti transgender di partecipare a sport del sesso biologico opposto, che è stato approvato alla Camera il 3 marzo. Dopo essere stato approvato anche al Senato, il disegno di legge ora si dirige verso il governatore repubblicano Tate Reeves per l’approvazione. E lunedì il governatore del South Dakota Kristi Noem ha detto che avrebbe firmato un disegno di legge che limitava le squadre femminili e lo sport nelle scuole pubbliche agli studenti biologicamente femminili dopo che il Senato ha approvato un disegno di legge a riguardo. Il governatore Reeves, il mese scorso ha dichiarato in un post su Facebook di essere rimasto deluso dalle azioni di Biden che costringono giovani ragazze, come le sue figlie, a competere con maschi biologici per l’accesso all’atletica. La scorsa settimana alcuni avvocati si sono rivolti alla Corte d’Appello del Quinto Circuito degli Stati Uniti contro i mandati federali che avrebbero violato i diritti di coscienza e che costringono ospedali e medici a eseguire interventi chirurgici di transizione di genere, anche su minori, contro la loro impostazione confessionale.

Gli effetti delle medicine e dei trattamenti chirurgici su migliaia di bambini statunitensi, che sono alla mercé in una cultura che promuove l’ambiguità di genere, sono stati in gran parte ignorati quest’anno fino a quando il senatore Rand Paul ha posto al centro della scena la questione dei bloccanti della pubertà e delle mutilazioni genitali dei minori transgender durante un’audizione di conferma del candidato di Biden come assistente segretario alla salute, Rachel Levine, un uomo biologico che si considera una donna. «Dr. Levine, lei ha sostenuto sia il permesso ai minori di ricevere bloccanti ormonali per impedire loro di passare attraverso la pubertà, sia la rimozione chirurgica dei genitali di un minore», ha detto Paul. «Crede che i minori siano in grado di prendere una decisione che cambi la propria vita definitivamente come cambiare il proprio sesso?». Levine ha ripetutamente eluso la domanda di Paul, affermando che la medicina transgender è un «campo molto complesso e sfumato». «Quello che mi allarma è che non è disposto a dire che, assolutamente, i minori non dovrebbero prendere decisioni per amputare il seno o amputare i loro genitali… o prendere ormoni che li influenzeranno per il resto della loro vita», ha concluso Paul. Il senatore ha anche sottolineato che i farmaci somministrati ai bambini per alterare la loro sessualità non sono approvati dalla Food and Drug Administration a tale scopo. «Trovo ironico che la sinistra che è impazzita per l’idrossiclorochina utilizzata per il Covid, non sia allarmata dal fatto che questi farmaci vengano usati off-label», ha detto.

Esiste un corpo sostanzioso di prove sugli effetti negativi a breve termine che tali farmaci possono avere. Normalmente prescritti per il cancro alla prostata e il dolore uterino, essi riducono drasticamente gli ormoni legati allo sviluppo sessuale e sono stati collegati ad effetti collaterali che vanno dalle ossa fragili, ai dolori articolari, ai disturbi del sangue e a problemi di salute mentale tra cui depressione, memoria compromessa e QI abbassato. Uno studio del 2016 ha scoperto che le ragazze trattate con bloccanti della pubertà avevano un punteggio QI inferiore di otto punti rispetto al gruppo di controllo che non ha ricevuto il trattamento. Le ricerche sugli effetti a lungo termine dei farmaci che bloccano la pubertà sono molto scarse. Uno studio del 2018 sui rischi a lungo termine dei bloccanti della pubertà da parte dei ricercatori del Boston Children’s Hospital ha scoperto che mentre gli effetti collaterali dei farmaci sono «pubblicizzati per risolversi tre-sei mesi dopo l’interruzione del trattamento», in realtà, «la maggior parte dei soggetti ha riportato effetti collaterali a lungo termine… mentre quasi un terzo ha riportato effetti collaterali irreversibili che sono persistiti per anni dopo l’interruzione del trattamento». (Fonte)




Siete come dei coccodrilli": lettera di una madre a un'associazione "gender"
FEMINIST POST

https://feministpost.it/magazine/primo- ... ne-gender/

Shiloh Jolie-Pitt, figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt, deve essere stata una grande delusione per i TRA, adepti-propagandisti del transcult. Cresciuta rispettosamente dai genitori come John e vestita in abiti maschili come da sua precisa richiesta, a 14 anni John è ritornata Shiloh e gira con le sorelle a caccia di vestiti da ragazza. A Shiloh non sono stati somministrati bloccanti della pubertà né tantomeno ormoni. È stata semplicemente lasciata libera di scegliere giacche, cravatte, capelli corti e nome maschile. E ora è altrettanto libera di mostrarsi perfettamente conforming, seguendo la naturale fluidità dell’infanzia-adolescenza. Se Shiloh fosse stata ormonizzata, questa naturalezza sarebbe stata ostacolata e oggi potrebbe essere una ragazzina con la barba e la voce maschile. I TRA hanno perso un’icona perfetta. L’abbiamo conquistata noi che lottiamo per la libera significazione di ogni esistenza, lontana tanto dagli stereotipi di genere quanto dalla distruzione med di corpi sani. La storia che segue racconta questa lotta.

Lucia (nome fittizio) è madre di una ragazzina disforica. Da un paio d’anni la ragazza dice di voler essere un uomo. Lucia la rispetta, chiama la figlia con il nome maschile che ha scelto, ma ora la ragazza chiede di assumere bloccanti della pubertà e ormoni cross-sex. Lucia ha molta paura della definitività di questa scelta e non intende firmare il consenso. Si è rivolta a un’associazione che si occupa di transgender per un orientamento e un aiuto. Qui pubblichiamo lo scambio. Sconcertante. (Su richiesta di Lucia non pubblicheremo il nome dell’associazione).

“Buongiorno, è da 2 anni e mezzo che vivo in questo incubo. Mia figlia, sempre stata molto femminile in tutto, dopo aver passato 6 mesi di pianto che noi spiegavamo con un cattivo andamento scolastico, ci ha dichiarato di voler diventare uomo. Io sono rimasta sconvolta e dopo 1 anno e mezzo di terapia, abbiamo scoperto che era stata abusata dal suo migliore amico. Poi, una volta che si sono lasciati, ha avuto un rapporto lesbico con un’amica (si sta parlando di ragazzine di 12 anni) e in conseguenza a questo, bullizzate pesantemente a scuola. Ora, sto cercando informazioni per capire come affrontare la cosa. Noi abbiamo accettato da subito il nuovo nome, i nuovi vestiti… ma non riesco ad accettare l’idea di somministrare bloccanti e testosterone. Io so cosa è successo a mia figlia. Io sono certa che nel suo caso il problema è sociale. Lei con la mascolinità non c’entra nulla. Lei odia il suo fisico, odia la sé stessa e il suo passato. Ma ovviamente non se lo vuole sentir dire e quindi io sto zitta ma non sarò io a firmare quelle carte. Le sarò vicina in quel momento, ma con la morte nel cuore. Ho bisogno di cercare di capire come mi posso muovere, di condividere la mia esperienza con altri genitori in Italia. Mio figlio ovviamente mi sta facendo guerra… chi di voi mi può aiutare? Grazie per la vostra attenzione.

Lucia”.

Risposta dell’associazione

Non io, signora. Io mi occupo di rappresentazione mediatica, ha proprio sbagliato sito. Sarò brutale ma non credo che esista aiuto per chi crede di sapere al posto di qualcun altr0o chi è e a imporglielo. Siete megalomani ed egoisti e pronti a portare al suicidio i vostri figli perché voi non prendereste mai ormoni e bloccanti e proiettate le vostre paure. Vostro figlio non è voi. Siete due persone distinte. I bloccanti tra l’altro sono un compromesso perché altrimenti chi è sicuro potrebbe prendere gli ormoni da subito. Comunque in Italia non li danno se una persona non è suicidaria grazie ad una società retrograda e ignorante che crede alle favole anti-gender e che costringe i professionisti all’iper prudenza. Io non so per certo se suo figlio è un uomo, una donna o una persona non binaria, lo potrà dire solo lui giorno dopo giorno. Io so che merita rispetto e può sbagliare e non è una tragedia sbagliare da solo perché comincia a prendersi le responsabilità di quello che fa e desidera. Impedire a qualcuno di sbagliare vuol dire non fargli sentire la propria fiducia e proprio sostegno. Lo sta prendendo in giro, illudendolo di sostenerlo col nome per poi negargli i suoi bisogni e ne parla con una persona sconosciuta ma non con lui che è il diretto interessato. Si chiama tradire la sua fiducia questo stupido atteggiamento. Io so solo che lei ha paura e questa paura è una sfortuna terribile per suo figlio perché gli impedirà di avere il suo sostegno, chiunque sia e porterà lei ad ascoltare chiunque le dica quello che vuole sentirsi dire, ovvero che non è trans.

A non risentirci, spero.

Replica di Lucia

“Siete come dei coccodrilli in attesa che una giovane preda ferita vi passi di fianco.

Sono spesso bambine, ragazzine sole, la cui vita è stata già molto violenta: picchiate a scuola, abusate dall’amico, schiacciate da un’autorità che non trova altro modo per farsi rispettare, prese in giro dalle amiche per gelosia o più semplicemente perché diverse. Ecco, a queste bambine, ragazze, che vorrebbero scomparire, che si odiano perché il mondo le ha odiate e non protette proprio per l’appartenenza al loro sesso, voi proponete una soluzione: una famiglia colorata e la possibilità ripartire da capo, un altro nome per non ricordarsi le umiliazioni subite da quello precedente e la possibilità di indossare la potente armatura maschile. Di metterle alla pari con quelli di cui hanno avuto timore e di cui le loro coetanee hanno tanto rispetto.

Certo in cambio c’è mutilarsi seno, vagina e la medicalizzazione eterna. Con qualche piccolo, devastante effetto collaterale. Ma sai, guarda questi bei giovani youtubers come stanno bene. È tutto sicuro, si fa una vita normalissima. E ovviamente le mettete ben in guardia: se qualcuno proverà a mettere in dubbio la vostra decisione, togliete loro la parola. Di traumi non si può parlare perché quella è “terapia riparativa” americana. No, non è così, lo psicologo quello fa, è il suo lavoro, lavora sui traumi. Ma no, certo, questo è peccato.

E così tagliate fuori gli psicologi, la famiglia, i più cari amici. Perché se qualcuno osa chiedere, se qualcuno osa approfondire per capire perché da un giorno all’altro una ragazza rinnega tutto il suo passato e se ne inventa uno nuovo per poter giustificare un cambio così repentino, ecco quella persona è transfobica. Ah, e se qualcuno osa sbagliare un pronome o nominare il “dead name”… morte sia, ostracismo. E così sono lì tutte per voi, adulanti, credono solo a quello che dite voi e a tutti quegli youtubers che mostrano una transizione senza problemi. Dai, salite anche voi sul carrozzone.

E così le avete distrutte del tutto, resteranno legate a voi per anni ed anni. Poi qualcuna si sveglia, ha il coraggio di fare la detransizione. Allora le umiliate, la zittite, dite che non esistono. Non erano veramente trans. Qualcuna si dispera, qualcuna si prende la propria responsabilità con dignità. Altre vi denunciano. Altre non hanno il coraggio e resteranno attaccate per sempre perché il lavaggio del cervello funziona così. Altre naturalmente sono realmente trans. E quella piccola percentuale avrà giovamento dalle lotte LGBT. Ma tutte le altre?

Sono sicura che lei non sia una mamma… perché che nessuna madre avrebbe dato una risposta tanto cattiva. Sono sicura che se mostrerà la mia mail ad una mamma della vostra associazione non condividerà le parole che lei ha scritto. Ma la sua rabbia e la sua cattiveria erano lì, non poteva condividerla con le altre. Doveva umiliarmi. Perché è vero, io non posso essere sicura che mia figlia non sia veramente trans. Ma lei è sicura al 100% che i bloccanti non facciano male? Non blocchino anche lo sviluppo del cervello rendendo vana l’attesa dei 18 anni per avere davanti una figlia maggiore più consapevole: avremo davanti una quindicenne con l’età anagrafica per autodeterminarsi, che ha rifiutato una terapia psicologica perché la sua “nuova famiglia” le ha detto che basta “pensare” di essere uomo e si è uomo… e il danno è fatto. Testosterone, danni irreversibili… e una vita definitivamente segnata.

A me tutto ciò ricorda una setta, una setta religiosa.

A non risentirci, sicuramente

Lucia”.





Alla fine Robert Hoogland è stato veramente chiuso in una bella cella in Canadá!
Il tribunale di Vancouver, BC, ha stabilito che il padre di una ragazza è un uomo pericoloso per la società e ha preferito condannarlo a pena detentiva.
Quale reato abominevole ha commesso Hoogland?
Egli si è rifiutato di riconoscere come maschio la sua bambina. La bambina, all'età di 11 anni, pesantemente influenzata dalla madre, ex moglie di Robert Hoogland, ha iniziato a "identificarsi maschio" e la madre, psicologa ed endocrinologa, ne ha agevolato (carte chiare presentate al tribunale) l'inizio della transizione sessuale.
L'adolescente è nata come femmina e, secondo quanto riferito, si identifica come transgender e preferisce l'uso di pronomi maschili.
Secondo quanto riferito, il padre ha avviato una causa contro la madre dell'adolescente dopo aver appreso della transizione e la questione è stata risolta dal tribunale più alto della provincia all'inizio di quest'anno, secondo l'outlet media "Global News". I genitori sono separati, ripeto.
L'alta corte ha ordinato al padre di non ostacolare la terapia ormonale del(la) quindicenne e di cercare di capire meglio la disforia di genere, ha riferito la sentenza. Gli è stato anche detto di smettere di parlare ai media del caso e ha avvertito che i suoi tentativi pubblici di minare i desideri di "suo figlio" erano una forma di violenza familiare, secondo l'articolo.
"Il rifiuto [del padre] di rispettare le decisioni [del ragazzo] riguardo alla sua identità di genere è problematico", hanno scritto il giudice capo Robert Bauman e il giudice Barbara Fisher nella decisione di gennaio, secondo Global News.
Il rifiuto da parte del padre di accettare il cambio di identità di suo figlio ha causato al ragazzo un "dolore significativo" che ha "provocato una rottura di ciò che entrambe le parti chiamano una relazione genitore-figlio altrimenti amorevole", hanno scritto i giudici, che continuano:
"Questa rottura non è nell'interesse [del ragazzo] ... Chiaramente vuole e ha bisogno dell'accettazione e del sostegno di suo padre."
"Suo figlio" si è appunto identificato come maschio dall'età di 11 anni e ha cambiato il suo nome all'età di 12 anni prima di intraprendere la terapia ormonale con il supporto di sua madre, anche qui ripeto, psicologa ed endocrinologa.
Robert Hoogland ha rifiutato di ubbidire alla sentenza e per questo motivo la condanna del 16 marzo è stata seguita dall'arresto dell'uomo. Chiariamo un punto: il tribunale ha riconosciuto in Robert un buon padre, amorevole, attento, e profondamente legato a valori familiari "tradizionali", e proprio questa parte è stata interpretata dal giudice come aggravante al desiderio della ragazzina di farsi chiamare con pronomi maschili.
Sappiamo ora un po' di più del mondo occidentale. Non esprimo alcuna opinione (no comment), ma il Canada applica sanzioni alla Federazione Russa per le "libertà negate" ad Alyosha Anatol'evic e mette in galera un padre attento e presente a causa del suo amore per sua figlia.




“Foucault in Tunisia abusava di bambini”
Giulio Meotti
28 marzo 2021

https://meotti.substack.com/p/foucault- ... di-bambini

Il filosofo Michel Foucault, guru prima dell’impegno sessantottino e oggi dell'odierna ideologia woke nei campus americani, abusò sessualmente di bambini in Tunisia.
L’accusa clamorosa viene da un collega intellettuale, Guy Sorman, che ha scatenato una tempesta tra gli intellò parigini affermando che Foucault, morto nel 1984 di Aids, era un pedofilo. Sorman ha detto di aver visitato Foucault con un gruppo di amici durante una vacanza nel villaggio di Sidi Bou Said, vicino a Tunisi, dove il filosofo viveva nel 1969. “I bambini correvano dietro a Foucault dicendo ‘e io? prendimi, prendimi’, ha detto Sorman in un'intervista al Sunday Times.

Michael Walzer, per citare uno dei critici del filosofo francese autore della celebre “Storia della follia”, ha visto in lui il massimo esponente di un nuovo nichilismo, ovvero “la convinzione che tutta l’esistenza è priva di senso, non vi è alcuna possibilità di una verità”. In questa prospettiva, Foucault non credeva ci fosse uno scopo per la società e che tutte le leggi fossero inutili. La sua teoria della repressione sociale è stata affascinante, ma anche il veicolo di un relativismo feroce: per Foucault, tutto era potere, le relazioni umane soltanto “lotte per il controllo” e la verità stessa una “coercizione”.

In un’intervista, apparsa in Dits et écrits (Gallimard), Foucault rivendicò apertamente la pedofilia: “Si può fare al legislatore la seguente proposta? Con un bambino consenziente, con un bambino che non si rifiuta, si può avere qualunque tipo di rapporto, senza che la cosa rientri nell’ambito legale?… Il problema riguarda i bambini. Ci sono bambini che a dieci anni si gettano su un adulto – e allora? Ci sono bambini che acconsentono”. Non era il solo. Era il 26 gennaio 1977 quando, in nome della “liberazione sessuale dei bambini”, il quotidiano francese Le Monde, faro della gauche, pubblicò una petizione per abbassare la maggiore età sessuale ai 12enni. Fra i firmatari il poeta Louis Aragon, il semiologo Roland Barthes, il filosofo marxista Louis Althusser, gli psicoanalisti profeti degli autonomi Gilles Deleuze e Félix Guattari, la pioniera della psicologia infantile Françoise Dolto (“la Montessori d’oltralpe”), Jean-Paul Sartre e la sua compagna femminista Simone de Beauvoir.

L’obiettivo era eliminare la morale sessuale “borghese”, considerata repressiva e funzionale a un ordine sociale ed economico autoritario. Reprimere l’energia sessuale, teorizzavano quei “maestri”, è uno degli strumenti che i “padroni” utilizzano per tenere sotto controllo le persone. Dunque, “liberare” il sesso (anche dei bambini) diventò un atto politico rivoluzionario.

Foucault aveva proclamato la necessità di disfarsi dell’umanesimo giudaico-cristiano: “L’uomo è un’invenzione di cui l’archeologia del nostro pensiero mostra chiaramente la data recente, e forse la fine prossima”. Fu il naufragio di una intellighenzia nichilista. Papa Benedetto XVI, due anni fa, tirò una bomba a mano editoriale contro l’edificio culturale del Sessantotto, accusando quella generazione di aver sdoganato la pedofilia e di “collasso morale”.

Le nuove accuse a Foucault sembrano confermarlo.



Ohio, docente si rifiuta di chiamare una studentessa trans al femminile Ora potrà far causa all’ateneo
Monica Ricci Sargentini
28 marzo 2021

https://www.corriere.it/esteri/21_marzo ... a8f6.shtml

Un professore di filosofia della Shawnee State University in Ohio Nicholas Meriwether ha ottenuto da una corte d’appello il via libera alla causa contro l’ateneo che la scorsa primavera l’aveva obbligato a chiamare al femminile una ragazza trans. Il professore, però, ha sostenuto che costringerlo ad usare pronomi non corrispondenti alla realtà biologica rappresentava una violazione del primo emendamento della Costituzione americana che sancisce il diritto alla libertà di espressione e di religione.

Meriwether, cristiano praticante, insegna alla Shawnee State dal 1996 ed è sempre stato stimato. I problemi sono sorti all’inizio del 2018 quando una studentessa trans ha chiesto al professore di chiamarla al femminile perché questa era la sua identità di genere. Lui le ha risposto che, da allora in poi, si sarebbe rivolto a lei usando solo il cognome perché la sua religione gli impediva di considerare reale il genere. Un’inchiesta ufficiale dell’università ha stabilito che il docente aveva creato «un ambiente ostile» alle persone transgender e gli ha ordinato, con un richiamo scritto, di cambiare atteggiamento altrimenti sarebbe incorso in una sospensione senza paga o nel licenziamento.

Il giudice Amul Thapar, a nome della Corte,in un pronunciamento di 32 pagine. ha spiegato che l’università ha «punito Meriwether per le sue opinioni su un tema controverso». E ha fatto notare che l’ateneo non ha fornito alcuna prova che il comportamento del docente avesse avuto ripercussioni sul suo insegnamento o avesse inficiato il rendimento della studentessa trans che, anzi, aveva ottenuto voti alti. «Se ai docenti manca la protezione della libertà di espressione - ha scritto Thapar, che è stato nominato dal presidente Trump —l’università potrebbe avere il potere allarmante di imporre una conformità ideologica. Un rettore potrebbe chiedere a un pacifista di dichiarare che la guerra è giusta o a un credente di negare l’esistenza di Dio. E questo non può accadere».

Ora l’azione legale dovrà essere ridiscussa a Cincinnati dove un giudice di primo grado l’aveva archiviata nel febbraio 2020. Per John Bursch, avvocato dell’Alliance Defending Freedom che rappresenta Meriwether, «nessuno dovrebbe essere costretto a contraddire le proprie convinzioni fondamentali solo per mantenere il proprio lavoro». Ma il pronunciamento della corte d’Appello in Ohio viene criticato dalle associazioni Lgbtqai+. «È come se qualcuno decidesse che gli afroamericani non meritano di essere chiamati signori — dice al Washington Post Andrew Koppelman, esperto di diritto costituzionale alla Northwestern University —, questo creerebbe un ambiente ostile. Perché non sarebbe lo stesso per i transgender?».

Le dispute legali sui diritti delle persone trans e la libertà di espressione stanno diventando un’abitudine negli Stati Uniti. Un caso simile è all’esame dei giudici della Virginia dove un insegnante di francese ha fatto causa al liceo in cui lavorava dopo essere stato licenziato per non aver voluto chiamare un ragazzo trans al maschile.

Casi del genere, finora, non sono accaduti in Italia dove non è in vigore il self-id, cioè la possibilità di scegliere con quale sesso identificarsi a seconda della propria identità di genere. Ma sono già alcuni licei e università che consentono agli studenti di cambiare nome. Cosa succederà quando un professore si rifiuterà di chiamarli con il pronome giusto?



Oggi mi sento cardiochirurgo, vediamo se in ospedale mi fanno operare.
Se non lo fanno mi rivolgerò all'ordine dei medici
https://www.facebook.com/adriano.mastro ... 0144317159


Olanda, un trans che si identifica come "suora" vuole andare in convento: "Lo chiederò al Papa"
Cristina Gauri
Roma, 12 apr 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/ester ... to-189177/

Sono un uomo ma mi identifico come donna, quindi sono una donna e pretendo di avere accesso a strutture per sole donne: così si può riassumere il caso di un 46 enne sedicente cattolico belga che, identificandosi come una donna, ha fatto richiesta di diventare suora e di entrare in convento per vivere il resto della sua vita «come religiosa». «In qualsiasi convento mi registri, le suore sono entusiaste. Ma non è permesso dalle regole», si sfoga a Radio 2 Antwerp «Eefje» Spreuters, protagonista della vicenda.

Secondo quanto riportato da VRT.be l’uomo si veste da donna da oltre un anno e avrebbe già iniziato a identificarsi come una suora, pur non avendone alcun titolo o diritto. Ma nel 2021 basta dire «Mi chiamo suor Eefje», come ha fatto il signor Spreuters, per esserlo davvero. «Mi sono sempre sentito una donna e sono stato cresciuto molto religiosamente, soprattutto da mia madre. Per tutta la vita ho voluto andare in monastero. Come uomo ho avuto una vita dura, ora voglio la pace», ha spiegato con candore. Ha poi aggiunto che se Papa Francesco non soddisferà la sua richiesta, inizierà un ordine tutto suo, «per gli uomini che si identificano come donne» e vogliono identificarsi come suore religiose.

“Inizierò il mio ordine monastico”

«Ho chiesto alle suore dell’Ordine delle Clarisse. La settimana scorsa ho avuto contatti con le suore di Brecht, le trappiste. Non hanno potuto rispondermi [sull’adesione] perché non sapevano se potessi entrare come donna trans. Ho detto che avrei iniziato io stessa un ordine monastico, e le monache hanno risposto con interesse ed entusiasmo. Se necessario, andrò dal Papa in Vaticano. La mia vocazione è più forte che mai».

La Chiesa (per ora) risponde picche

L’avvocato della Chiesa Rik Torfs ha riferito a Radio 2 Antwerp ha risposto picche al signor Spreuters, specificando che la Chiesa «mantiene la visione antropologica che il sesso biologico con cui sei nato è immutabile» e che «Per la Chiesa cattolica, Eefje rimane un uomo e non è il benvenuto in un monastero femminile». Dopo le carceri femminili, i bagni pubblici e gli sport, ecco quindi un altro contesto, riservato alla sola fruizione femminile, che si potrebbe prestare all’invasione di campo da parte di quegli uomini che un bel giorno si svegliano e decidono di essere donne. Il tutto supportato dalla narrazione politicamente corretta e gender fluida che non solo lo permette, ma addita come transfobiche le donne che osano ribellarsi a questa schifezza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Il Politicamente corretto (PC): un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » sab mar 13, 2021 9:18 pm

“È folle chiamare trans un bambino di tre anni”
La filosofa femminista Kathleen Stock, aggredita per aver difeso la realtà maschile e femminile, smonta ideologia e industria transgender: “Se la biologia fosse una finzione, la specie finirebbe"
Giulio Meotti
28 Apr 2021

https://meotti.substack.com/p/e-folle-c ... un-bambino

Nel 2018 la ong LGBT Stonewall ha coniato uno slogan diventato un grido di battaglia per una rivoluzione e una politica aziendale in tutto il mondo. “Le donne trans sono donne. Fatevene una ragione”. La filosofa inglese Kathleen Stock, che insegna all’Università del Sussex, non se l’è fatta una ragione e ora in un libro, Material Girls, spiega perché.

Nel 2004, scrive nell'introduzione, "si stima che ci fossero 2.000-5.000 persone trans nel Regno Unito". Quello è stato l'anno in cui il governo del Regno Unito ha introdotto il Gender Recognition Act, che ha permesso alle persone transessuali di richiedere un certificato di riconoscimento di genere. Dal 2009 al 2019 il numero di ragazzi che si rivolgono alla Sanità britannica per un cambio di genere è aumentato del 1.460 per cento e il numero di ragazze del 5.337 per cento. Nel 2018 il paziente più giovane aveva tre anni. “L’immersione in una finzione sul cambiamento di sesso è richiesta ormai coercitivamente alle persone”.

Ai bambini sono stati prescritti “bloccanti della pubertà”, farmaci autorizzati per il cancro alla prostata e l'endometriosi, spiega Stock. I politici di tutti i grandi partiti, celebrità, leader di enti di beneficenza e aziendali, medici, media e molte istituzioni hanno aderito alla nuova ideologia transgender. Così gli organismi di sanità pubblica, che hanno eliminato parole come “donne” e “madri”. È diventato tabù metterlo in discussione. “E offensivo usare la parola ‘femminile’”.

Kathleen Stock ha rivelato che la Oxford University Press ha abbandonato un libro sulle filosofe donne perché il suo nome era considerato troppo controverso. La professoressa è stata anche aggredita e boicottata all’università. E quando la Regina Elisabetta l’ha insignita come “Ufficiale dell’ordine dell’impero britannico” per i suoi meriti accademico è partita una petizione universitaria per boicottare il riconoscimento.

Nel nuovo libro, Stock sintetizza così l'importanza del sesso biologico: "La ragione più semplice e ovvia per cui i sessi sono importanti è che senza di essi la nostra specie finirebbe”.



La teoria del gender, che negli ambienti lgbt è considerata alla stregua di una teoria del complotto, trova la sua piena codificazione nella legge zan in esame al senato.
Come ha spiegato lo stesso Zan, il sesso è considerabile un dato puramente anatomico e cromosomico. C'è poi il genere che, sarebbe, bontà sua , un semplice costrutto culturale. In pratica la donna quale essere più sensibile o materno e scarsamente aggressivo o violento (in media) sarebbe il frutto di un condizionamento sociale e non il frutto di un qualcosa che precede le varie declinazioni della femminilità. C'è poi l'identità di genere..ovvero la percezione di appartenere ad un genere che, come detto in precedenza, nemmeno esisterebbe a priori...un pasticcio insomma visto che di identità di genere se ne contano a decine. Che una ideologia che di scientifico ha poco venga impiantata in una legge è una cosa che fa tremare i polsi..di seguito c'è la storia del vero fondatore di questa teoria il quale potè eseguire un esperimento che non è stato praticamente eseguito da nessun altro : veder allevare un bambino sin da piccolissimo come una bambina per verificare che il sesso sia un dato ininfluente nella costruzione del genere : esperimento fallitissimo...ma, nonostante questo, la sua strampalata teoria vorrebbe essere insegnata nelle scuole dell'infanzia
https://www.facebook.com/groups/fede.sc ... 2619958065





Bruce, Brenda, David. La tragica storia della prima vittima del dottor Money, il guru del gender


https://www.tempi.it/bruce-brenda-david ... el-gender/

Esce in Italia con vent’anni di ritardo la terrificante verità sul caso che screditò per sempre l’inventore della teoria di genere

«La sua prima domanda non fu come o perché i genitori potessero avere preso una simile decisione, né come potesse essere accaduto un incidente di circoncisione così devastante. Lei chiese invece il suo nome di nascita. Chiese, in effetti, Chi sono?».

La casa editrice San Paolo, a quattordici anni dalla sua uscita nel 2000, ha tradotto e pubblicato As Nature Made Him. The Boy Who Was Raised as a Girl. Il titolo, in italiano, suona così: Bruce Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza. Nelle prime tre parole è raccolto il senso della vicenda: tre nomi, un’unica persona. L’autore è un giornalista americano, John Colapinto, che trasformò in libro una sua celebre inchiesta, apparsa per la prima volta nel dicembre 1997 su Rolling Stone. Il caso, che in America ebbe una notevole risonanza, è sostanzialmente sconosciuto in Italia, ma merita di essere ripercorso. Perché è all’origine della cosiddetta teoria del gender. Un’origine tragica.

Il 22 agosto 1965 vennero alla luce all’ospedale St. Boniface a Winnipeg (Canada) due gemelli identici, Bruce e Brian Reimer. Entrambi avevano un problema di fimosi al pene, per la quale era necessaria una circoncisione. Operazione semplice e routinaria, alla quale i due genitori, Ron e Janet, acconsentirono senza problemi. Il 27 aprile 1966, il giorno dell’operazione, un’insolita bufera di neve si abbatté su Winnipeg. Presagio shakespeariano di quel che doveva accadere, fu il contorno atmosferico all’incidente che capitò al piccolo Bruce. Per un incredibile errore, il suo pene fu bruciato. «Si staccò a pezzetti» e «sparì completamente».

I genitori, disperati, dopo una serie di consulti medici, si affidarono a John Money, un medico che avevano sentito parlare alla tv dei miracoli della «riassegnazione sessuale» in corso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora. Money era già allora uno dei ricercatori in sessuologia più rispettati al mondo. Eloquio brillante, intelligenza sofisticata, era l’ideatore della gender identity, basata sull’idea che l’identità di una persona non si fonda sui dati biologici della nascita, ma sugli influssi culturali e l’ambiente in cui cresce. Money, che guidava la pionieristica clinica per la chirurgia transessuale a Baltimora, fu ben felice di occuparsi del piccolo. Bruce era, infatti, la cavia che egli attendeva per dimostrare la bontà delle sue teorie. Un piccolo maschio senza pene, da trasformare in una bambina.

Il dottore, già allora, frequentava i salotti televisivi, portando argomenti a favore del «matrimonio aperto, del nudismo e di altre forme di cultura sessualmente disinibita». Definito dal New York Times un «agente provocatore della rivoluzione sessuale», si spese a favore del film porno Gola profonda e firmò editoriali sulla «nuova etica del sesso ludico». Spingeva i suoi pazienti a sperimentare ogni tipo di desiderio sessuale, ivi compresa la «pioggia dorata» (urinarsi addosso durante il rapporto), la coprofilia, le amputazioni, l’autostrangolamento. Per Money non erano perversioni, ma «parafilie». Nell’aprile del 1980 spiegò a Time che un’esperienza di pedofilia «non aveva necessariamente un influsso negativo sul bambino».

Quest’uomo, per tutto il corso della sua carriera, fu omaggiato e riverito, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti e premi (oltre che corpose sovvenzioni). Fu lui l’ideatore della prima clinica per l’identità di genere, celebrata da tutte le maggiori e più importanti riviste americane e internazionali. I suoi studenti e protetti, racconta Colapinto, «hanno finito per occupare posizioni preminenti in alcune delle università, istituzioni di ricerca e riviste scientifiche più stimate negli Stati Uniti».

Fino all’incontro con Bruce, il campo d’azione di Money si era limitato agli ermafroditi. Il bambino rappresentava per lui un’occasione d’oro. Quando lo incontrarono, Ron e Janet – che all’epoca avevano solo 20 e 21 anni – ne rimasero affascinati. «Mi sembrava un dio», disse lei. Il medico spiegò loro che avrebbe potuto dare al bambino una vagina perfettamente funzionante, ma che necessitava della loro collaborazione affinché Bruce diventasse femmina. L’importante era che loro lo vestissero come una femminuccia, non gli tagliassero i capelli, lo facessero sentire una lei e non un lui. Così avrebbe avuto una vita felice.

Il 3 luglio 1967 Bruce fu castrato dal dottor Howard Jones, un collaboratore di Money che in seguito lo abbandonò per intraprendere una professione più remunerativa. Aprì in Virginia la prima clinica americana per la fecondazione in vitro. Fu così che Bruce diventò Brenda.

Ron e Janet, almeno per i primi anni, si buttarono a capofitto nell’impresa. Ma qualcosa non funzionava. La piccola Brenda ignorava le bambole che le venivano regalate, adorava azzuffarsi coi suoi amichetti, costruiva fortini anziché pettinarsi davanti allo specchio. In bagno, faceva la pipì in piedi.

I primi anni di scuola peggiorarono notevolmente la situazione. Brenda iniziò a diventare particolarmente violenta e fu bocciata. Nel frattempo, nel 1972, Money pubblicò il libro Man & Woman, Boy & Girl, in cui mise al corrente il mondo dello straordinario «caso dei due gemelli». Il volume descriveva l’esperimento come un «assoluto successo». Era la «prova conclusiva» che «non si nasce maschi e femmine, ma lo si diventa».

Il fatto ebbe una risonanza mondiale. Sposata dal movimento femminista, l’opera trovò il plauso sulle prime pagine di Time e del New York Times Book Review, conferendo al suo autore l’indiscussa celebrità di un guru. Le sue tesi, si scrisse allora, avrebbero avuto sulla storia umana un’influenza paragonabile alla «teoria dell’evoluzione di Darwin».

Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond osò sollevare perplessità sul caso. Fu ignorato. Al contrario, «il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata non solo la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici, ma anche la chirurgia di riassegnazione sessuale come trattamento per bambini con genitali ambigui o danneggiati. La metodica, un tempo principalmente limitata al Johns Hopkins, si diffuse ben presto e oggi viene eseguita praticamente in tutti i principali paesi».

La realtà, però, andava in un’altra direzione. Brenda continuava a comportarsi «come un maschiaccio», difendeva il fratello nelle zuffe, soffriva a stare con le amichette. Periodicamente, i due fratelli facevano delle visite nella clinica di Money per snervanti test psicologici. Durante queste sedute, ai due gemellini di sei anni erano mostrate immagini di sesso esplicite «per rafforzare la loro identità/ruolo di genere». I due fratelli erano anche obbligati a simulare atti sessuali tra loro. In un’occasione, il dottor Money «scattò loro una Polaroid».

Per Brenda quelle sedute – cui doveva sottoporsi anche da sola – erano una tortura. Nei suoi sogni si immaginava ventenne «con i baffi», ma temeva di dirlo ai suoi genitori, essendo sicura che li avrebbe delusi. Ron e Janet, infatti, frustrati dal comportamento della bambina, cercavano in tutti i modi di applicare i consigli di Money. Giravano nudi per casa, frequentavano campi nudisti, facevano pressioni sulla piccola perché assumesse atteggiamenti femminili. Tutto ciò li portò all’esaurimento: Janet tentò il suicidio, Ron iniziò a bere. Money, intanto, pubblicò un nuovo libro di successo (Sexual Signatures) in cui tornò a parlare di Brenda, che «stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina».

Brenda, in realtà, già a undici anni cominciò a nutrire istinti suicidi. Gli assistenti sociali e i dottori del suo paese capirono che qualcosa non andava, ma troppo scintillante era la fama di Money per metterla in ombra. Brenda trascorse l’infanzia passando da uno psicologo all’altro. All’età di dodici anni cominciò la cura con gli estrogeni per fare crescere il seno e, nell’ultima visita che ebbe nello studio del dottor Money, trovò un transessuale che le magnificò i vantaggi dell’operazione chirurgica per cambiare sesso. Brenda fuggì e disse ai genitori che, se l’avessero fatta tornare, «si sarebbe suicidata».

Anche lontana dal dottore, Brenda continuò ad avere una vita difficile. A scuola la chiamavano «gorilla» e alcuni giornalisti avevano iniziato a interessarsi a lei. Nel 1977 una troupe della Bbc si recò a Winnipeg per parlare con i suoi medici. Tutti confermarono la medesima impressione: Brenda non era la «ragazza felice» celebrata nei best seller di Money. Lo stesso dottore, contattato dalla Bbc, rifiutò di incontra i giornalisti, mettendoli alla porta. Il documentario, intitolato The First Question, andato in onda il 19 marzo 1980, passò sotto silenzio.

Solo pochi giorni prima, il 14 marzo, Ron aveva rivelato alla figlia la sua storia. Come annota Colapinto, Brenda «si sentì sollevata» perché finalmente capì «di non essere pazza». La prima domanda che fece al padre fu: «Qual era il mio nome?».

Brenda decise di tornare al suo sesso biologico. Scelse di chiamarsi David perché questo è il nome «del re uccisore di giganti della Bibbia», il bambino che combatte e sconfigge il poderoso Golia. Iniziò a fare iniezioni di testosterone, gli crebbero i primi peli sulle guance, a sedici anni si sottopose al primo intervento per la creazione del pene. Attendendo la maggiore età, visse nascosto per due anni nella cantina di casa. A diciotto anni entrò in possesso del denaro assegnatogli come risarcimento dal St. Boniface Hospital, acquistò un furgone equipaggiato coi migliori comfort, che fu battezzato secondo lo scopo che avrebbe dovuto avere: «Il carretto da scopata».

Non andò così. David non aveva capacità di erezione e la cosa circolò fra gli amici. Tentò di nuovo il suicidio, per due volte. A ventidue anni si sottopose a una nuova falloplastica e, due anni dopo, ebbe il suo primo rapporto sessuale. Ma era ancora profondamente infelice.

Colapinto racconta che nell’estate 1988 David fece «qualcosa che non avevo mai fatto prima. Finii per pregare. Dissi: “Tu sai che ho avuto una vita terribile. Non ho intenzione di lamentarmi con Te, perché tu devi avere una qualche idea del perché mi stai facendo passare tutte queste cose. Ma potrei essere un bravo marito, se me ne fosse data la possibilità”».

Due mesi dopo conobbe Jane, una ragazza madre che aveva avuto tre figli da tre uomini diversi. Si innamorarono. David vendette l’inutilizzato carretto da scopata e comprò un anello di diamanti. Il 22 settembre 1990 si sposarono.

Milton Diamond, il ricercatore che per primo aveva contestato Money, inferse un duro colpo alla sua credibilità. Quest’ultimo, sebbene non parlasse più del caso dei due gemelli, perseguiva nel sostenere le tesi sul gender che continuarono a valergli cospicui finanziamenti, anche pubblici. Ma nel 1994, Diamond, dopo aver incontrato David, scrisse un articolo per svelare come fosse andato a finire il “caso dei due gemelli”. La tesi del testo era che, sebbene l’educazione abbia un ruolo importante nel contribuire a plasmare l’identità, essa è frutto del dato biologico assegnato dalla natura. Diamond impiegò due anni per trovare una rivista che accettasse il testo. Quando apparve, fu una bomba. David concesse alcune interviste in tv con il viso oscurato. Poi accettò la richiesta di incontrare Colapinto per la semplice ragione che lavorava per Rolling Stone e a David piaceva il rock’ n’ roll.

Per Money – «Hot Love Doctor», come lo chiamavano i giornali – iniziò il declino. Al Johns Hopkins fu nominato direttore di psichiatria Paul McHugh, un fiero cattolico che fece condurre un’indagine su cinquanta transessuali curati alla clinica per l’identità sessuale della Johns Hopkins a partire dalla sua fondazione nel 1966. Nessuno di loro ne aveva tratto giovamento. La clinica fu chiusa, la comunità transgender protestò inutilmente. Ancora nel 1997 Money ottenne un riconoscimento come «uno dei più grandi ricercatori del secolo in campo sessuale». Si spense il 7 luglio 2006 a Towson.

I demoni non smisero di perseguitare la famiglia Reimer. Solo Ron, dopo un periodo di difficoltà legato all’alcol, riuscì a riprendere in mano le redini della sua vita. Janet continuò a soffrire di profonde crisi depressive. Brian passò attraverso fallimenti matrimoniali, droghe, alcol. Si suicidò nel 2002. David, dopo la morte del fratello, non fu più lo stesso. L’azienda dove lavorava chiuse, bisticciò con la moglie. Il 4 maggio 2004 guidò fino a un parcheggio desolato e puntò il fucile alla testa. Aveva 38 anni.




Disforia, colpa di isolamento e ideologia: parola di ex trans
Giuliano Guzzo
20 aprile 21

https://www.lanuovabq.it/it/disforia-co ... i-ex-trans

La giovane Helena Kerschner, ora detransitioner ha 22 anni, ma quando ne aveva 15 aveva iniziato «sentirsi maschio». A 18 anni aveva avviato l’iter ormonale di riassegnazione del quale, però, si è pentita. La sua testimonianza svela gli elementi che l’avevano portata a quella condizione: l’isolamento e l’ideologia sperimentati nell’ambito di comunità virtuali.

Non ci sono solamente i soliti militanti conservatori o le femministe a denunciare rischi e pericoli del dogma transgender, tale per cui ognuno è bene che diventi «ciò che ci sente». Da tempo, infatti, in prima linea in questa battaglia troviamo i “detransitioners”, ossia persone, spesso giovani, che, pentite della riassegnazione di genere, desiderano tornare a vivere – o sono tornati a farlo - in accordo al sesso di nascita. I grandi media raramente parlano di costoro, che tuttavia non si scoraggiano, alzando sempre più anzi la voce contro quello che ritengono un grande inganno.

Così fa, per esempio, Helena Kerschner. Si tratta di una giovane donna di 22 anni che, quando ne aveva 15, aveva iniziato «sentirsi maschio». Tanto che a 18 anni, proprio in conseguenza del suo disagio identitario, aveva avviato l’iter ormonale di riassegnazione del quale, però, si è pentita, riuscendo poi fortunatamente a tornare nei suoi originali panni femminili. Ebbene, intervenendo in seno al Q 2021 culture summit, la scorsa settimana, Helena Kerschner ha offerto al pubblico la sua testimonianza, con parole che fanno molto riflettere.

Infatti, la giovane ha spiegato il suo percorso, che è quello che va per la maggiore tra le giovani, essendo stata pure lei protagonista di una disforia di genere a insorgenza rapida (ROGD), ossia di un forte e improvviso senso di percepita inadeguatezza col proprio corpo. Il punto interessante è che la Kerschner ha sottolineato quali elementi l’avevano portata a quella condizione, ovvero l’isolamento e l’ideologia sperimentati nell’ambito di comunità virtuali.

«Mi ero ritrovata in questa comunità on line», ha ricordato, «dove tutto era incentrato sulla giustizia sociale». «C’erano questi modi gerarchici di guardare le persone», ha inoltre aggiunto con la sicurezza di chi ha ricordi assai nitidi, «come se fosse brutto essere cis, non cioè trans, eterosessuale, femmina e bianca com’ero. Ero una ragazza eterosessuale e bianca e sentivo che era brutto esserlo». Tutto ciò, lo si ripete, è accaduto rapidamente, dato nell’allora quindicenne «non c’erano indicazioni» del fatto che si sarebbe di lì a poco trovata a soffrire di disforia di genere. Poi c’è stato l’avvio del percorso, fortunatamente interrotto.

Oggi la Kerschner è convinta che la sua disforia di genere fosse essenzialmente frutto d’un condizionamento esterno: «Credo fermamente all’ipotesi del contagio sociale. Io l’ho provato sulla mia pelle, l’ho visto accadere. Mi guardo indietro e vedo che a così tante persone sta accadendo esattamente quello che è successo a me». La giovane punta poi il dito contro la compresenza di tanti e sottovalutati disturbi che portano a desiderare «il cambio di sesso».

«Ci sono molti problemi di salute mentale concomitanti. C'è molta depressione, ansia, autolesionismo, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi alimentari», assicura, subito aggiungendo una sottolineatura che fa capire quanto, in fondo, senta vicino quel mondo di cui lei per prima faceva parte: «Dovremmo trattare i giovani con disforia di genere nello stesso modo in cui tratteremmo qualsiasi altro giovane con problemi di salute mentale. Dovremmo essere premurosi e amorevoli, prestando particolare attenzione alle cause profonde alla base di tale condizione».

Parole senza dubbio forti, quelle di Helena Kerschner, che potrebbero pure passare come transfobiche. Però è innegabile che siano parole sincere e soprattutto, lo si ribadisce, figlie molto più dell’esperienza che di qualche supposizione o teoria astratta. Ciò non toglie che tale testimonianza vada a corroborare sia quella di tanti altri “detransitioners”, sia le posizioni degli specialisti – come Dianna Kenny, psicologa e docente presso l’Università di Sydney, tanto per fare un nome - che son sempre più convinti che ci sia davvero un «contagio sociale» alla base del boom dei baby trans. Un fenomeno che, ormai da anni, i grandi media esaltano come se fosse la cosa più spontanea e felice, mentre invece andrebbe esaminato con estrema cautela, ascoltando anzitutto chi lo ha vissuto. Helena Kerschner docet.



“Basta ormoni ai bambini per bloccare la pubertà"
Giulio Meotti
6 maggio 2021

https://meotti.substack.com/p/basta-orm ... r-bloccare

L'ospedale di Stoccolma Karolinska non prescriverà più ormoni bloccanti della pubertà ai minori di 16 anni. Questi trattamenti potrebbero avere "conseguenze negative irreversibili" (il Karolinska parla di rischi di infertilità, cancro, trombosi, malattie cardiovascolari). La decisione fa della Svezia il primo paese con un grande ospedale ad abbandonare il protocollo olandese di somministrazione di bloccanti della pubertà anche per i minori di otto anni. Inoltre, la Svezia è ora il primo paese ad abbandonare le linee guida della World Professional Association for Transgender Health.

Ricordo che questa ideologia sta diventando così egemonica che in Canada è stato appena arrestato un padre per essersi rifiutato di collaborare alla “transizione” della figlia di dodici anni da femmina a maschio, sotto spinta della scuola e della “clinica di genere”.

La Svezia, in questo caso, era il paese che di più aveva puntato sulla jämställdhet: uguaglianza di genere. Il risultato è che il numero di bambini che sentono di essere intrappolati nel corpo sbagliato sta raddoppiando ogni anno in Svezia, con tanti minori di sei anni che vogliono diventare del sesso opposto, come ha dichiarato al giornale svedese Aftonbladet Louise Frisen, psichiatra infantile all’Astrid Lindgren Children’s Hospital di Stoccolma. Ci sono gli “asili senza gender”, dove nulla, dai giocattoli ai nomi, ha una caratteristica sessuale definita. I giornalisti di Vice hanno girato uno splendido documentario, “Raised without gender”. A Nicolaigarden, un asilo di Stoccolma, i maschi spingono i passeggini e le femmine il trattore. Ci sono le bambole senza sesso, una triste, l’altra felice. Nessuno viene chiamato “mamma” o “papà”, ma “genitori”. A mio avviso tutto questo è puro lysenkoismo sovietico. Angela Sämfjord, psichiatra infantile e adolescenziale al Sahlgrenska University Hospital, si è dimessa dal trattamento medico dei bambini per motivi di scienza e coscienza. “Come medico non ero pronta a correre il rischio di causare danni a questi pazienti. Ne ho tratto quindi le conseguenze e mi sono dimessa”.

La scrittrice inglese JK Rowling, al centro di un linciaggio planetario perché da femminista rigetta l’ideologia gender, ha affermato che è in corso uno “scandalo medico” sulle cliniche transgender. “Da quando ho parlato della teoria dell'identità di genere ho ricevuto migliaia di e-mail, più di quante ne abbia mai ricevute su un singolo argomento. Molte provengono da professionisti che lavorano nel campo della medicina, dell'istruzione e dell'assistenza sociale. Tutti sono preoccupati per gli effetti sui giovani vulnerabili. La triste verità è che se e quando scoppierà lo scandalo, nessuno che attualmente tifa per questo movimento sarà in grado di affermare in modo credibile 'non avremmo potuto saperlo'".

In tutti i paesi civilizzati i minori di diciotto anni non possono votare, guidare, acquistare alcolici e sigarette. Ma, sotto la pressione e la propaganda da parte di una ideologia sempre più egemonica, le autorità hanno deciso che quegli stessi minori possono accedere a un esperimento senza precedenti in cui si intrecciano la politica, la medicina e l’ideologia. Ma in Italia, dove da giorni va avanti la discussione su una legge che riguarda tutto questo, l’opinione pubblica non doveva essere informata. Si è parlato invece molto e soltanto di un rapper.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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