Gałi e çelti ente ła tera veneta e en Ouropa


Re: Gałi e çelti ente ła tera veneta e en Ouropa

Messaggioda Berto » mar giu 12, 2018 8:12 am

Dal mesolitico nell'Europa meridionale, centrale, del nord e occidentale non esistono più polazioni nomadi.
Far passare i celti e i germani come nomadi nel primo millennio a.C. e i germani nei primi secoli d.C. è solo frutto di ignoranza e di pregiudizi ideologici.



CELTI E VENETI CHI SOMIGLIA A CHI?
Di Millo Bozzolan - giugno 11, 2018

https://news-serenissima.blogspot.com/2 ... rmina.html


LA RIFLESSIONE DI STEFANO GAMBATO dopo aver letto l'articolo https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.c ... celti.html .
Caro Stefano, valeva la pena darti uno spazio a parte :)

Se non erro, il personaggio in questione, autore della Stele di Isola Vicentina, (tale Iats) era della tribù dei Laion, forse di origine più Retica che Celtica, ma tant’è. Il mio appunto, riguarda il modo di descrivere i Veneti in rapporto ai Celti, di cui, nel celebre passo, si dice “poi vengono i Veneti che hanno usi ecc. ecc.”.

Analizzando lo scritto, si evince che per prima cosa, lo scrittore parla di popolazioni a partire dalle sorgenti del Po’, questo il motivo per cui antepone i Celti ai Veneti, ma ragionando sui costumi, intesi come abiti, vediamo chi assomiglia a chi. I Veneti erano presenti sul territorio( teoria secondo la soprintendenza dei beni archeologici), almeno dal IX° sec a.C.,i Celti come invasione, appaiono circa 500 anni dopo.

I Veneti avevano dunque un abbigliamento adatto a una vita stanziale, i Celti invece arrivando in migrazione, usavano un abbigliamento più adatto a una popolazione di nomadi, quali erano in quel momento storico. Questo di capisce dalle immagini dell’arte delle Situle per quanto riguarda i Veneti, e le immagini dei Romani per quanto riguarda i Celti. È logico supporre che i Celti, una volta invasa buona parte d’italia, abbiamo usato un abbigliamento più adatto al nuovo tipo di vita.

Per quanto riguarda l’integrazione, penso sia logico supporre che se arriva un individuo o una famiglia o un piccolo clan, sia possibile integrarla nel proprio popolo, come accadde per Iats “della stele” altra cosa accade se “i foresti” sono così numerosi da mettere a rischio la sopravvivenza dei padroni di casa, nel qual caso era guerra, e qualcuno la perdeva, ne è testimonianza la distruzione da parte dei Celti della dodecapoli etrusca della pianura padana.

È strano pensare per me, che il ricchissimo territorio della Venetia, dove “le botti di vino sono più grandi delle case e il bestiame figlia due volte l’anno” sia sfuggito alle mire degli invasori, ergo, penso che questa terra abbia sempre avuto il nome di Venetia e mai Gallia, solo grazie alla difesa armata dei propri abitanti. Arriviamo dunque alla stele di Isola Vicentina, non è un’offerta a una divinità ne un cippo di confine, cos’è dunque?

È semplicemente la commemorazione da parte di un individuo(Iats) che celebra con questo monumento il fatto di essere stato accettato dai Veneti, perché entrare a far parte di certe culture era importante, al pari delle guerre sociali combattute da popolazioni italiche per avere la cittadinanza romana…successivamente la “Pax Romana” sistemo’ diverse cose, fino ad esempio un tale Caius Giulio Cesare il cui esercito aveva come nerbo Celti e Veneti assieme…

NDR. La penetrazione della tribù dei Cenomani probabilment enon fu conflittuale, anche se Vicenz anacque come rpesidio veneto in seguito alla penetrazione celtica del veronese. I Veneti e i Galli Cenomani (Celti) si fusero pacificamente e i Romani contavano nella attuazione della politica militare di contenimento degli altri Galli dell'attuale Lombardia, sia sui cavalieri Cenomani che Veneti. Come è testimoniato storicamente.



COME I VENETI INTEGRARONO I CELTI
Di Millo Bozzolan - settembre 07, 2017

https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.c ... celti.html

E’ un gran dibattere , oggi, intorno al discorso dell’integrazione di masse sempre più grandi di persone di culture totalmente estranee alla nostra, o meglio, alle nostre, se consideriamo che i popoli d’Italia hanno radici diverse tra loro, multiformi e antichissime che la romanizzazione non cancellò ma in un certo senso, preservò, come scriveva ad esempio Strabone già all’epoca. Erano tutti romani, ora, ma non di meno, proprio grazie ai Romani, ancora esistevano ANCORA Liguri, Umbri, Insubri e Veneti (Strabone, libro V).

Prima dell’arrivo dei Romani i nostri Veneti erano insidiati dai Galli o Celti, di cui condividevano molto i costumi, ma non la lingua. Il punto di incontro e non di scontro si realizzò a Verona, città anche veneta che vide un afflusso notevolissimo di Celti Cenomani (pare provenienti da Marsiglia), i quali, invece di aprire un conflitto permanente, come accadde nel vicentino, dove tribù celtiche erano tenute a bada dall’avamposto fortificato nato sul fiume, si fusero gradatamente con l’elemento veneto, attraverso matrimoni ed accettazione della cultura veneta predominante.

Regola prima, che oggi non viene considerata, per l’integrazione. Non fu una cosa imposta, ma certamente pacifica, nata dalle circostanze, e per i primi tempi, Veneti e Cenomani, mettevano a disposizione entrambi, nelle guerre che li videro al fianco di Roma, migliaia di cavalieri armati di tutto punto, contro gli altri Celti e i popoli italici nemici di Roma.

Certamente anche i Veneti assorbirono qualche cosa dai Celti come certi aspetti della religiosità (come il culto del Dio Beleno nel bellunese e ad Aquileia) ma la cultura "vincente" fu certamente quella dei nostri padri antichi. Orgogliosi della loro tradizione e identità.

E così troviamo un proiettile di un fromboliere (erano armati di micidiali fionde) arruolato come ausiliario tra i romani per la guerra italica, firmato col nome di Obterg (Oderzo), luogo di origine del guerriero. Poi la fusione tra Celti Cenomani e noi fu totale, e dal II secolo, si parlò genericamente di Veneti e di “angulus Venetorum” per l’attuale triveneto.


Alberto Pento
Non vi sono testimonianze archeologiche che Vicenza nacque veneta come avamposto militare fortificato in funzione anti gallo-celtica.
Tale idea è della stessa natura presuntica e pregiudiziale di quella che vorrebbe il Campo Romano di Schio/Santorso come avamposto militare in funzione antiretica.



Iats venetkens osts ke enogenes laions meu fagsto
viewtopic.php?f=87&t=151


So sto fiłon a tratemo de ła fantaxia-travegoła del Canpo Roman de Skio-Santorso
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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