È un crimine contro l'umanità e contro i Diritti Umani dei Cittadini e dei Nativi, anche favorire l'immigrazione clandestina in Italia con relativa accoglienza sul territorio e la libera circolazione di persone senza documenti o con documenti falsi e non ben identificate, che potrebbero essere terroristi e tagliagole islamici e delinquenti (mafiosi nigeriani, assassini, trafficanti di organi e di esseri umani, spacciatori, sfruttatori della prostituzione, ladri, rapinatori e stupratori) nonché di persone portatrici di malattie epidemiche.Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilitàviewtopic.php?f=194&t=2624 “Via tutti gli immigrati dal nostro territorio entro 20 giorni”di Fatti Web · 1 agosto 2017
https://www.fattidalweb.com/2017/08/01/ ... -20-giorni«Basta, basta, basta. Chiudete quegli hub». È l’ultimo grido di disperazione, rabbia e tormento, quello che esce dalla voce ormai sfibrata dei tre sindaci Alberto Panfilio, Roberto Milan e Gianluca Piva, rispettivamente di Cona, Bagnoli e Agna.*
L’ultimo appello estremo, quello che non lascia spazio a soluzioni. Se non quella di chiudere le due ex basi militari.
Tre comuni, il primo nel Veneziano, gli altri due nel Padovano che confinano, uniti da una strada di sei chilometri e che dal 2015 vivono una situazione insostenibile. A Conetta di Cona e a San Siro di Bagnoli di Sopra ci sono i due più grandi centri di accoglienza del Veneto. A Conetta, i richiedenti asilo sono quasi 1.200 e a San Siro sono circa 900. Agna sta nel mezzo, invasa dai profughi che ogni giorno fanno la spola. Una situazione inaccettabile, grida il sindaco Piva con tutta la voce che gli rimane in gola. «Sono un fiume in piena. Questa storia deve finire! Chiudete i due hub e basta!». Questo ha scritto venerdì alle 23.44 su Facebook, dopo che una donna, una 41enne del posto è stata aggredita da un uomo di colore, come descritto da lei agli agenti. Stava facendo jogging lungo la pista ciclabile quando, mentre correva con le cuffiette, è stata bloccata da un uomo sopraggiunto in bicicletta. È stata trascinata in un campo, picchiata ripetutamente al volto, menata per un quarto d’ora, mentre l’uomo cercava di immobilizzarla. Lei con tutta la forza che aveva in corpo ha reagito, ha graffiato il suo aguzzino ed è riuscita a scappare. A salvarla un’auto che passava di lì e l’ha notata. Ora la Procura di Padova indaga per tentata violenza sessuale e il pubblico ministero Daniela Randolo ha disposto il sequestro della bici abbandonata dall’aggressore e del cappellino perso durante la fuga. Sarà l’analisi del Ris a cercare di dare un’identità all’uomo. La donna ha una costola rotta ed ematomi su tutto il corpo.
«È inaccettabile tutto questo si sfoga Gianluca Piva con il Giornale – e lo grido più forte che posso. È ora che chi ha creato queste polveriere che ci stanno devastando in tutti i modi le chiuda. Non si può più andare avanti e lo stiamo dicendo in tutti i modi possibili. L’ho scritto al governo, ma niente». Lui che tra incontri, richieste di aiuto, diffide, appelli, interpellanze, segnalazioni, lettere e ordinanze ad hoc è arrivato a quota 32. E il lungo elenco parte il 10 novembre 2015.
Ora l’urlo congiunto con il sindaco Alberto Panfilio e Roberto Milan è più forte che mai. Ieri mattina a Bagnoli i tre primi cittadini, che domani pomeriggio andranno in blocco dal ministro Minniti che sarà a Treviso, hanno indetto una manifestazione e una protesta di esponenti Lega Nord, sindaci e cittadini per chiedere l’immediata chiusura dei due hub e dare l’ultimatum. «Chiudere il centro entro venti giorni», ha detto il sindaco Milano.
Migranti e malattie infettive: il legame c’è eccome, ma non si puo’ direNEWS, Sanità e Salute domenica, 30, luglio, 2017
di Lorenza Formicola
http://www.imolaoggi.it/2017/07/30/migr ... i-puo-direDa un po’ di tempo, in Germania, è tornata la paura per tutte quelle malattie che si ritenevano debellate, o a scarsissima diffusione in Occidente. Da quando, per esempio, è emerso il caso di un richiedente asilo dello Yemen, affidato ad una chiesa a Bünsdorf, nella Germania settentrionale, per evitarne l’espulsione, e che avrebbe contagiato almeno 50 bambini di tubercolosi, la malattia infettiva ha scalato nuovamente la classifica delle malattie a più alto rischio di contagio. Ma non capeggia certo da sola.
Lo stato di cose nella Germania della cancelliera Merkel è visibilmente critico, pericoloso. Nonostante quel che i giornaloni diano in pasto ai lettori ignari. Il Robert Koch Institute (RKI), l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive che fa parte del Ministero federale della salute tedesco, di anno in anno pubblica rapporti sempre più funesti e che non fanno che confermare l’aumento globale delle malattie soprattutto dal 2015 – l’anno in cui la Merkel “ha aperto le porte” ad un numero senza precedenti di migranti. L’ultima relazione è stata pubblicata il 12 luglio 2017 e fornisce dati sullo stato di oltre 50 malattie infettive in Germania nel 2016. Dal botulismo all’echinococcosi, dalla sifilide alla tubercolosi. Il quadro è terso, eppure tetro.
L’incidenza di epatite B è aumentata del 300% negli ultimi tre anni, tra il 2014 e il 2015 quella di morbillo ha superato il 450%, mentre dal 2015 i migranti hanno contribuito al 40% di nuovi casi di AIDS. Per quel che riguarda la tubercolosi, invece, nel 2016 sono stati riscontrati 5.915 casi a fronte del 4.488 del 2014. Un medico intervistato da Focus ha voluto evidenziare il fatto che le autorità tedesche hanno perso le tracce di centinaia di migliaia di ‘migranti’ che possono essere infetti. Ma, soprattutto, ha voluto enfatizzare quel 40% di tutti gli agenti patogeni della tubercolosi che si sta diffondendo e che risultano resistenti alle terapie. Dato comune per tutta l’Europa, Italia compresa: il micobatterio, in alcune situazioni, si è trasformato in modo da non essere sensibile agli antibiotici che cinquant’anni fa sembravano averlo debellato. Tra il 2013 e il 2016 il numero di persone a cui è stata diagnosticata la scabbia solo nella Renania Settentrionale-Vestfalia è aumentato di quasi il 3000%. Per non parlare, poi, del focolaio di morbillo diffuso in tutti i 16 stati federali tedeschi tranne uno – Mecklenburg-Vorpommern -, lo stato con la percentuale di immigrati più bassa.
Eppure i numeri forniti dal RKI rappresentano solo la punta dell’iceberg, e per qualcuno non coprono che una parte dei pericoli diffusi. Sono tanti i medici che ritengono che le percentuali reali dei casi di tubercolosi, per esempio, siano molto più elevate e accusano il RKI di ridimensionare la minaccia al fine controllare i sentimenti anti-immigrazione.
E se in Germania le cose stanno così, in Italia non suona una sinfonia troppo diversa. L’unica differenza sta nel fatto che, da noi, solo una piccola percentuale di immigrati si trattiene. Semplicemente la nostra penisola è zona di transito, e pertanto il confronto non reggerebbe. Eppure il politicamente corretto dei dati ha colpito anche il Bel Paese. Ovviamente. Non sono reperibili tabelle ben stilate, e i cocktail party organizzati dalle fondazioni filantropiche si tengono a debita distanza, pur di non denunciare il pericolo. Né dati, né statistiche, insomma, il binomio immigrati-malattie non esiste e non deve esistere. Soprattutto in un momento storico dove il colpo di frusta del suddetto binomio non è proprio previsto.
A rendere un tantino paradossale il contesto, però, ci pensano come sempre i fatti, come il moltiplicarsi di seminari in contesti medico ospedalieri che cercano di monitorare la situazione perché “i migranti pongono una questione di sanità pubblica ineludibile” (Francesco Blasi presidente della Società italiana di pneumologia). Di tanto in tanto salta fuori qualche numero, come gli oltre duemila casi di scabbia e i 38 di tubercolosi che rientrano nel bilancio 2016 dei centri di accoglienza di Milano. Ma per il resto c’è mancanza di una metodologia sistematica per la raccolta dei dati che, dove disponibili, risultano stravecchi. La questione della diffusione di malattie legate all’immigrazione è stata ormai liquidata dalla versione offerta dai vari pulpiti altisonanti e che coincide con un’unica sentenza: partono sani e se è vero che si ammalano, è colpa del clima insalubre italiano, o più in generale, occidentale, e delle condizioni di vita in cui si vengono a trovare.
Addirittura il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ha dichiarato che gli immigrati che arrivano nel nostro Paese sono in generale “in buona salute” e sono “più vaccinati degli italiani”, sia perché in molti Paesi le coperture sono più elevate sia perché “li vacciniamo all’arrivo”. Se le cose stessero così, perché partono? E perché ogni migrante ospitato nei campi viene vaccinato contro la difterite, il tetano e la poliomielite se, come gli antivax da una vita ci raccontano, queste malattie in Italia sono praticamente estinte da tempo? E invece non vengono vaccinati contro l’epatite B, siccome in gran parte dei Paesi di provenienza dei migranti è endemica.
Ci sono, poi, i giornaloni, sempre made in Italy, che raccontano l’altra storiella per cui, più che malati, gli immigrati, sono traumatizzati. E via a ruota libera sulla xenofobia, il razzismo e i dati che sono solo allarmismo e niente più. E’ più facile con il buonismo eludere la questione piuttosto che fotografare il momento storico con onestà intellettuale e denunciare i danni di una scellerata politica immigrazionista.
La ministra Lorenzin ha detto: “Dobbiamo garantirci da malattie di ritorno con milioni di persone che arrivano da Paesi in cui queste malattie ci sono”.https://www.facebook.com/verita.nascost ... 8512299646https://www.veritanascoste.com/news/lor ... -scomparse“Dobbiamo garantirci da malattie di ritorno con milioni di persone che arrivano da Paesi in cui queste malattie ci sono”. Avete capito, cari italiani che vi siete posti la domanda del perché, con decreto, il governo dell’Invasione intenda obbligare le famiglie a vaccinare per dodici malattie, alcune delle quali debellate in Italia da anni? La verità è sfuggita in una battuta della ministra alla Salute, l’esponente del partito di Alfano, Beatrice Lorenzin, che lo ha dichiarato chiaramente: l’invasione di immigrati.
Pd-Ncd impongono agli italiani di vaccinarsi mentre il loro Governo continua con la politica delle frontiere aperte, permettendo a centinaia di migliaia di persone di entrare senza controlli adeguati con il rischio di una pandemia che colpirebbe non solo i bimbi.
Immediata l’azione della propaganda: le principali testate giornalistiche hanno immediatamente lanciato una campagna per classificare come strani e trogloditi “no-vax” i genitori che invece si pongono legittime domande sull’obbligo vaccinale e nel contempo giornali e Tv lavorano a tutela delle case farmaceutiche che nell’iniziativa del Governo vedono un’impennata al rialzo dei loro fatturati e che continuano ad investire per riempire pagine di giornali e spazi televisivi di spot che ne aumentino il favore tra gli editori.
Baluardo della verità è la Regione del Veneto che con il coraggioso presidente Luca Zaia ha annunciato di voler impugnare il decreto. Per ora è tristemente solo.
VIETATO CHIEDERE CERTIFICATO MEDICO AI MIGRANTI: PER I BUONISTI E' DISCRIMINAZIONE 2017/08/01
http://www.norazzismoversoitaliani.it/2 ... ua-leggereGENOVA. 30 LUG. “Comuni di Alassio e Carcare. Il Tribunale di Genova ordina di revocare le due delibere discriminatorie contro migranti e senza dimora. Una vittoria delle associazioni promotrici ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI e Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro”.
Ieri i rappresentanti delle associazioni pro migranti hanno comunicato così la decisione del Tribunale in merito al caso delle ordinanze emesse l’anno scorso dai sindaci del Ponente ligure “allo scopo di tutelare e garantire il diritto alla sicurezza sanitaria di tutti i cittadini”.
I provvedimenti, infatti, prevedono sostanzialmente il divieto di dimora, anche occasionale, sui territori comunali, per tutte le persone prive di certificato sanitario, ovvero che non si sottopongono a visite e normali cure, provenienti da Paesi ad alta incidenza di malattie infettive potenzialmente pericolose per la salute degli altri.
“Il Tribunale di Genova (Giudice Unico Dott. Laura Casale) – hanno spiegato le associazioni che si sono rivolte al giudice civile – ha accolto il ricorso per condotte andiscriminatorie dei Comuni di Alassio e Carcare presentato da ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Federazione Solidarietà e Lavoro di Genova, difesi dagli Avv. Alberto Guariso, Emilio Robotti e Alessandra Ballerini.
Il ricorso era stato presentato contro due ordinanze. L’ordinanza del Comune di Alassio vietava alle ‘persone prive di fissa dimora, provenienti da Paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale’. Analogamente, l’ordinanza del Comune di Carcare, vietava la ‘dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare’.
Per le persone bersaglio dell’ordinanza, si faceva presente nel ricorso, era difficile, quando non impossibile, ottenere il certificato richiesto. Non è infatti possibile certificare in un soggetto l’assoluta assenza di malattie infettive trasmissibili che potrebbe, ad esempio, essere in incubazione. Il divieto era inoltre rivolto solo a cittadini stranieri, provenienti da diverse zone del mondo, e in assenza di una qualsiasi situazione di emergenza sanitaria nel territorio comunale ed italiano. Le ordinanze erano dunque finalizzate unicamente ad evitare il transito e la permanenza di stranieri nel territorio. Una barriera invalicabile che valeva anche per profughi e richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni.
Il Tribunale, nell’accogliere il ricorso, ha dichiarato il carattere discriminatorio della condotta tenuta dal Comune di Alassio e dal Comune di Carcare nell’adottare le ordinanze ancora oggi vigenti. Ha inoltre ordinato alle due Amministrazioni Comunali di cessare le condotte discriminatorie di cui sopra e pertanto di revocare con effetto sin dalla loro emanazione le delibere, ha imposto a ciascuna di esse di pubblicare a proprie spese la decisione del Tribunale su un quotidiano a tiratura nazionale (a caratteri doppi) e la pubblicazione dell’intero provvedimento per la durata minima di tre mesi sulla home page del rispettivo sito istituzionale. Le Amministrazioni Comunali sono anche state condannate al pagamento delle spese legali.
I problemi sociali e le emergenze umanitarie non si combattono a colpi di ordinanze. Siamo molto soddisfatti per la decisione del Tribunale di Genova e ci auguriamo che in futuro questa sentenza possa dissuadere altri comuni dal replicare iniziative simili a quelle dei Comuni di Alassio e Carcare”.
Torino, un uomo di 82 anni picchiato con ferocia e derubato, arrestati due marocchini pluripregiudicati, uno con già un decreto di espulsione sulle spalle. SCHIFOSI!Di delinquenti italiani ne abbiamo già abbastanza, per gli altri ESPULSIONE IMMEDIATA e GALERA a casa loro!
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