La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 10:54 am

Anche l'atteggiamento libico che non ferma ma favorisce l'invasione dai suoi porti può essere considerato un atto ostile e finanche una atto di guerra. Poiché provoca destabilizzazione, conflitti sociali, disagi e degrado civile e umano, spreco di risorse primarie e impoverimento dei cittadini italiani, precarietà e insicurezza, crimini e violazione dei diritti umani dei nativi all'interno della penisola italica, nello stato italiano e in Europa.


L'ordine del generale libico: "Bombardate gli italiani"
Diana Alfieri - Gio, 03/08/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 27627.html

La minaccia arriva in serata, diffusa attraverso la televisione Al Arabiya: il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, e rivale del premier Fayez al Sarraj, avrebbe ordinato alle sue forze aeree di bombardare qualsiasi nave militare italiana entrata nelle acque territoriali libiche su richiesta di Sarraj.

E la minaccia non è affatto teorica visto che proprio ieri è giunta nelle acque libiche diretta a Tripoli la nave «Comandante Borsini» dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni dal legittimo governo libico. L'apparente intesa raggiunta in Francia tra le due fazioni ospiti del presidente Emmanuel Macron sarebbe dunque già saltata. Fonti governative italiane hanno commentato la notizia di un possibile attacco come «Inattendibile» e «infondata». Ma è indubbio che l'indiscrezione ha l'effetto di alzare drammaticamente la tensione sul teatro libico.

La rete Al Arabiya ha dato l'annuncio sul suo profilo twitter con una «Breaking News» e poi sul sito in arabo. Dall'attacco sarebbero escluse solo le navi commerciali. La «Comandante Borsini», pattugliatore d'altura si era diretta alla volta di Tripoli nella giornata di ieri. La nave già impegnata nell'operazione Mare Sicuro, ha l'incarico di supportare la guardia costiera libica per contrastare l'immigrazione clandestina in accordo con le autorità locali. Dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni è entrata nelle acque territoriali del Paese nord-africano. A bordo un team di nostri ufficiali che dovrà effettuare le necessarie attività di ricognizione in accordo con i colleghi libici e con loro definire le modalità di coordinamento delle attività di supporto e sostegno, che avverranno su richiesta dei libici. In base al programma reso noto dal nostro governo non ci sarà alcun blocco navale, che sarebbe un «atto ostile», e gli ufficiali italiani decideranno insieme a quelli libici l'area dove si andrà ad operare. Le regole di ingaggio previste, come aveva già spiegato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, saranno quelle in vigore per Mare Sicuro, tenendo conto che la missione è bilaterale, mentre è il diritto internazionale a prevedere la legittima difesa per i nostri militari, che potranno usare la forza in modo «limitato, graduale e proporzionale» contro gli scafisti.

A Montecitorio la risoluzione della maggioranza, nella quale erano state inserite parti delle mozioni proposte da Renato Brunetta di Fi e da Eleonora Cimbro di Mdp, era passata con 328 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti. A Palazzo Madama, invece, quella della maggioranza, fatta propria dalla commissione, ha ottenuto 191 sì e 47 no, mentre quella di Forza Italia 170 sì, 33 no e 37 astenuti. La spedizione di aiuto richiesta all'Italia dal governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj e poi deliberata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri era così ufficialmente partita, con un sì sofferto, che ha visto il centrodestra muoversi in ordine sparso. Forza Italia ha votato a favore, ribadendo per bocca di Renato Brunetta e Mariastella Gelmini di averlo fatto per senso di responsabilità pur considerando ancora insufficiente l'iniziativa del governo, Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia si è astenuta perché ritiene poco chiari i contorni del provvedimento e la Lega si è opposta perché, come ha osservato Giancarlo Giorgetti, serve «un blocco navale con tutti i crismi». Dopo aver ottenuto alcune modifiche al testo proposto dal governo, al momento del voto Mdp si è spaccato, con l'ex Sel Arturo Scotto che ha votato contro. Come anche il Movimento 5 Stelle: «Non ci si mette a 90 gradi quando si tratta di interesse generale», ha commentato Alessandro Di Battista parlando di «intervento spot». A favore il voto di Mdp.


Invasione dalla Libia, ci vuole un blocco aereo navale. È un vergognoso tradimento che la marina militare e la guardia costiera si facciano complici degli scafisti e di questa criminale invasione di africani clandestini.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 1567781869

I figli dell'Africa non dobbiamo essere certo noi a mantenerli. Se gli africani, naturalmente e irresponsabilmente fanno figli come le cavallette, non dobbiamo essere certamente noi, naturalmente, responsabilmente, umanamente e cristianamente per chi ci crede, che ci dobbiamo fare in quattro per sfamarli e accoglierli magari scomparendo noi dalla faccia della terra per fare loro spazio in Europa.

Le risorse che lo stato italiano adopera per favorire l'invasione e accogliere gli invasori, sono risorse dei cittadini taliani, risorse nostre, che lo stato ruba ai nostri ammalati, ai nostri disabili, ai nostri disoccupati che sono milioni e ai nostri poveri che sono tanti ma proprio tanti, ai nostri giovani che a centinaia di miliaia non trovano lavoro e che non possono metter su casa e fare figli, alle nostre imprese che sono costrette a chiudere soffocate dal fisco, ai nostri lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese, ai nostri pensionati che sono costretti a cercare cibo nei cassonetti delle immondizie o a rubare nei supermercati, ... no questo stato è demente e ladro va reso innocuo prima che ci distrugga.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /Libia.jpg
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Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 11:09 am

È un crimine contro l'umanità e contro i Diritti Umani dei Cittadini e dei Nativi, anche favorire l'immigrazione clandestina in Italia con relativa accoglienza sul territorio e la libera circolazione di persone senza documenti o con documenti falsi e non ben identificate, che potrebbero essere terroristi e tagliagole islamici e delinquenti (mafiosi nigeriani, assassini, trafficanti di organi e di esseri umani, spacciatori, sfruttatori della prostituzione, ladri, rapinatori e stupratori) nonché di persone portatrici di malattie epidemiche.



Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624


“Via tutti gli immigrati dal nostro territorio entro 20 giorni”
di Fatti Web · 1 agosto 2017

https://www.fattidalweb.com/2017/08/01/ ... -20-giorni

«Basta, basta, basta. Chiudete quegli hub». È l’ultimo grido di disperazione, rabbia e tormento, quello che esce dalla voce ormai sfibrata dei tre sindaci Alberto Panfilio, Roberto Milan e Gianluca Piva, rispettivamente di Cona, Bagnoli e Agna.*

L’ultimo appello estremo, quello che non lascia spazio a soluzioni. Se non quella di chiudere le due ex basi militari.
Tre comuni, il primo nel Veneziano, gli altri due nel Padovano che confinano, uniti da una strada di sei chilometri e che dal 2015 vivono una situazione insostenibile. A Conetta di Cona e a San Siro di Bagnoli di Sopra ci sono i due più grandi centri di accoglienza del Veneto. A Conetta, i richiedenti asilo sono quasi 1.200 e a San Siro sono circa 900. Agna sta nel mezzo, invasa dai profughi che ogni giorno fanno la spola. Una situazione inaccettabile, grida il sindaco Piva con tutta la voce che gli rimane in gola. «Sono un fiume in piena. Questa storia deve finire! Chiudete i due hub e basta!». Questo ha scritto venerdì alle 23.44 su Facebook, dopo che una donna, una 41enne del posto è stata aggredita da un uomo di colore, come descritto da lei agli agenti. Stava facendo jogging lungo la pista ciclabile quando, mentre correva con le cuffiette, è stata bloccata da un uomo sopraggiunto in bicicletta. È stata trascinata in un campo, picchiata ripetutamente al volto, menata per un quarto d’ora, mentre l’uomo cercava di immobilizzarla. Lei con tutta la forza che aveva in corpo ha reagito, ha graffiato il suo aguzzino ed è riuscita a scappare. A salvarla un’auto che passava di lì e l’ha notata. Ora la Procura di Padova indaga per tentata violenza sessuale e il pubblico ministero Daniela Randolo ha disposto il sequestro della bici abbandonata dall’aggressore e del cappellino perso durante la fuga. Sarà l’analisi del Ris a cercare di dare un’identità all’uomo. La donna ha una costola rotta ed ematomi su tutto il corpo.

«È inaccettabile tutto questo si sfoga Gianluca Piva con il Giornale – e lo grido più forte che posso. È ora che chi ha creato queste polveriere che ci stanno devastando in tutti i modi le chiuda. Non si può più andare avanti e lo stiamo dicendo in tutti i modi possibili. L’ho scritto al governo, ma niente». Lui che tra incontri, richieste di aiuto, diffide, appelli, interpellanze, segnalazioni, lettere e ordinanze ad hoc è arrivato a quota 32. E il lungo elenco parte il 10 novembre 2015.

Ora l’urlo congiunto con il sindaco Alberto Panfilio e Roberto Milan è più forte che mai. Ieri mattina a Bagnoli i tre primi cittadini, che domani pomeriggio andranno in blocco dal ministro Minniti che sarà a Treviso, hanno indetto una manifestazione e una protesta di esponenti Lega Nord, sindaci e cittadini per chiedere l’immediata chiusura dei due hub e dare l’ultimatum. «Chiudere il centro entro venti giorni», ha detto il sindaco Milano.



Migranti e malattie infettive: il legame c’è eccome, ma non si puo’ dire
NEWS, Sanità e Salute domenica, 30, luglio, 2017
di Lorenza Formicola

http://www.imolaoggi.it/2017/07/30/migr ... i-puo-dire


Da un po’ di tempo, in Germania, è tornata la paura per tutte quelle malattie che si ritenevano debellate, o a scarsissima diffusione in Occidente. Da quando, per esempio, è emerso il caso di un richiedente asilo dello Yemen, affidato ad una chiesa a Bünsdorf, nella Germania settentrionale, per evitarne l’espulsione, e che avrebbe contagiato almeno 50 bambini di tubercolosi, la malattia infettiva ha scalato nuovamente la classifica delle malattie a più alto rischio di contagio. Ma non capeggia certo da sola.

Lo stato di cose nella Germania della cancelliera Merkel è visibilmente critico, pericoloso. Nonostante quel che i giornaloni diano in pasto ai lettori ignari. Il Robert Koch Institute (RKI), l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive che fa parte del Ministero federale della salute tedesco, di anno in anno pubblica rapporti sempre più funesti e che non fanno che confermare l’aumento globale delle malattie soprattutto dal 2015 – l’anno in cui la Merkel “ha aperto le porte” ad un numero senza precedenti di migranti. L’ultima relazione è stata pubblicata il 12 luglio 2017 e fornisce dati sullo stato di oltre 50 malattie infettive in Germania nel 2016. Dal botulismo all’echinococcosi, dalla sifilide alla tubercolosi. Il quadro è terso, eppure tetro.

L’incidenza di epatite B è aumentata del 300% negli ultimi tre anni, tra il 2014 e il 2015 quella di morbillo ha superato il 450%, mentre dal 2015 i migranti hanno contribuito al 40% di nuovi casi di AIDS. Per quel che riguarda la tubercolosi, invece, nel 2016 sono stati riscontrati 5.915 casi a fronte del 4.488 del 2014. Un medico intervistato da Focus ha voluto evidenziare il fatto che le autorità tedesche hanno perso le tracce di centinaia di migliaia di ‘migranti’ che possono essere infetti. Ma, soprattutto, ha voluto enfatizzare quel 40% di tutti gli agenti patogeni della tubercolosi che si sta diffondendo e che risultano resistenti alle terapie. Dato comune per tutta l’Europa, Italia compresa: il micobatterio, in alcune situazioni, si è trasformato in modo da non essere sensibile agli antibiotici che cinquant’anni fa sembravano averlo debellato. Tra il 2013 e il 2016 il numero di persone a cui è stata diagnosticata la scabbia solo nella Renania Settentrionale-Vestfalia è aumentato di quasi il 3000%. Per non parlare, poi, del focolaio di morbillo diffuso in tutti i 16 stati federali tedeschi tranne uno – Mecklenburg-Vorpommern -, lo stato con la percentuale di immigrati più bassa.

Eppure i numeri forniti dal RKI rappresentano solo la punta dell’iceberg, e per qualcuno non coprono che una parte dei pericoli diffusi. Sono tanti i medici che ritengono che le percentuali reali dei casi di tubercolosi, per esempio, siano molto più elevate e accusano il RKI di ridimensionare la minaccia al fine controllare i sentimenti anti-immigrazione.

E se in Germania le cose stanno così, in Italia non suona una sinfonia troppo diversa. L’unica differenza sta nel fatto che, da noi, solo una piccola percentuale di immigrati si trattiene. Semplicemente la nostra penisola è zona di transito, e pertanto il confronto non reggerebbe. Eppure il politicamente corretto dei dati ha colpito anche il Bel Paese. Ovviamente. Non sono reperibili tabelle ben stilate, e i cocktail party organizzati dalle fondazioni filantropiche si tengono a debita distanza, pur di non denunciare il pericolo. Né dati, né statistiche, insomma, il binomio immigrati-malattie non esiste e non deve esistere. Soprattutto in un momento storico dove il colpo di frusta del suddetto binomio non è proprio previsto.

A rendere un tantino paradossale il contesto, però, ci pensano come sempre i fatti, come il moltiplicarsi di seminari in contesti medico ospedalieri che cercano di monitorare la situazione perché “i migranti pongono una questione di sanità pubblica ineludibile” (Francesco Blasi presidente della Società italiana di pneumologia). Di tanto in tanto salta fuori qualche numero, come gli oltre duemila casi di scabbia e i 38 di tubercolosi che rientrano nel bilancio 2016 dei centri di accoglienza di Milano. Ma per il resto c’è mancanza di una metodologia sistematica per la raccolta dei dati che, dove disponibili, risultano stravecchi. La questione della diffusione di malattie legate all’immigrazione è stata ormai liquidata dalla versione offerta dai vari pulpiti altisonanti e che coincide con un’unica sentenza: partono sani e se è vero che si ammalano, è colpa del clima insalubre italiano, o più in generale, occidentale, e delle condizioni di vita in cui si vengono a trovare.

Addirittura il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ha dichiarato che gli immigrati che arrivano nel nostro Paese sono in generale “in buona salute” e sono “più vaccinati degli italiani”, sia perché in molti Paesi le coperture sono più elevate sia perché “li vacciniamo all’arrivo”. Se le cose stessero così, perché partono? E perché ogni migrante ospitato nei campi viene vaccinato contro la difterite, il tetano e la poliomielite se, come gli antivax da una vita ci raccontano, queste malattie in Italia sono praticamente estinte da tempo? E invece non vengono vaccinati contro l’epatite B, siccome in gran parte dei Paesi di provenienza dei migranti è endemica.

Ci sono, poi, i giornaloni, sempre made in Italy, che raccontano l’altra storiella per cui, più che malati, gli immigrati, sono traumatizzati. E via a ruota libera sulla xenofobia, il razzismo e i dati che sono solo allarmismo e niente più. E’ più facile con il buonismo eludere la questione piuttosto che fotografare il momento storico con onestà intellettuale e denunciare i danni di una scellerata politica immigrazionista.


La ministra Lorenzin ha detto: “Dobbiamo garantirci da malattie di ritorno con milioni di persone che arrivano da Paesi in cui queste malattie ci sono”.
https://www.facebook.com/verita.nascost ... 8512299646

https://www.veritanascoste.com/news/lor ... -scomparse
“Dobbiamo garantirci da malattie di ritorno con milioni di persone che arrivano da Paesi in cui queste malattie ci sono”. Avete capito, cari italiani che vi siete posti la domanda del perché, con decreto, il governo dell’Invasione intenda obbligare le famiglie a vaccinare per dodici malattie, alcune delle quali debellate in Italia da anni? La verità è sfuggita in una battuta della ministra alla Salute, l’esponente del partito di Alfano, Beatrice Lorenzin, che lo ha dichiarato chiaramente: l’invasione di immigrati.

Pd-Ncd impongono agli italiani di vaccinarsi mentre il loro Governo continua con la politica delle frontiere aperte, permettendo a centinaia di migliaia di persone di entrare senza controlli adeguati con il rischio di una pandemia che colpirebbe non solo i bimbi.

Immediata l’azione della propaganda: le principali testate giornalistiche hanno immediatamente lanciato una campagna per classificare come strani e trogloditi “no-vax” i genitori che invece si pongono legittime domande sull’obbligo vaccinale e nel contempo giornali e Tv lavorano a tutela delle case farmaceutiche che nell’iniziativa del Governo vedono un’impennata al rialzo dei loro fatturati e che continuano ad investire per riempire pagine di giornali e spazi televisivi di spot che ne aumentino il favore tra gli editori.

Baluardo della verità è la Regione del Veneto che con il coraggioso presidente Luca Zaia ha annunciato di voler impugnare il decreto. Per ora è tristemente solo.


VIETATO CHIEDERE CERTIFICATO MEDICO AI MIGRANTI: PER I BUONISTI E' DISCRIMINAZIONE
2017/08/01

http://www.norazzismoversoitaliani.it/2 ... ua-leggere

GENOVA. 30 LUG. “Comuni di Alassio e Carcare. Il Tribunale di Genova ordina di revocare le due delibere discriminatorie contro migranti e senza dimora. Una vittoria delle associazioni promotrici ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI e Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro”.

Ieri i rappresentanti delle associazioni pro migranti hanno comunicato così la decisione del Tribunale in merito al caso delle ordinanze emesse l’anno scorso dai sindaci del Ponente ligure “allo scopo di tutelare e garantire il diritto alla sicurezza sanitaria di tutti i cittadini”.

I provvedimenti, infatti, prevedono sostanzialmente il divieto di dimora, anche occasionale, sui territori comunali, per tutte le persone prive di certificato sanitario, ovvero che non si sottopongono a visite e normali cure, provenienti da Paesi ad alta incidenza di malattie infettive potenzialmente pericolose per la salute degli altri.

“Il Tribunale di Genova (Giudice Unico Dott. Laura Casale) – hanno spiegato le associazioni che si sono rivolte al giudice civile – ha accolto il ricorso per condotte andiscriminatorie dei Comuni di Alassio e Carcare presentato da ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Federazione Solidarietà e Lavoro di Genova, difesi dagli Avv. Alberto Guariso, Emilio Robotti e Alessandra Ballerini.

Il ricorso era stato presentato contro due ordinanze. L’ordinanza del Comune di Alassio vietava alle ‘persone prive di fissa dimora, provenienti da Paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale’. Analogamente, l’ordinanza del Comune di Carcare, vietava la ‘dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare’.

Per le persone bersaglio dell’ordinanza, si faceva presente nel ricorso, era difficile, quando non impossibile, ottenere il certificato richiesto. Non è infatti possibile certificare in un soggetto l’assoluta assenza di malattie infettive trasmissibili che potrebbe, ad esempio, essere in incubazione. Il divieto era inoltre rivolto solo a cittadini stranieri, provenienti da diverse zone del mondo, e in assenza di una qualsiasi situazione di emergenza sanitaria nel territorio comunale ed italiano. Le ordinanze erano dunque finalizzate unicamente ad evitare il transito e la permanenza di stranieri nel territorio. Una barriera invalicabile che valeva anche per profughi e richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni.

Il Tribunale, nell’accogliere il ricorso, ha dichiarato il carattere discriminatorio della condotta tenuta dal Comune di Alassio e dal Comune di Carcare nell’adottare le ordinanze ancora oggi vigenti. Ha inoltre ordinato alle due Amministrazioni Comunali di cessare le condotte discriminatorie di cui sopra e pertanto di revocare con effetto sin dalla loro emanazione le delibere, ha imposto a ciascuna di esse di pubblicare a proprie spese la decisione del Tribunale su un quotidiano a tiratura nazionale (a caratteri doppi) e la pubblicazione dell’intero provvedimento per la durata minima di tre mesi sulla home page del rispettivo sito istituzionale. Le Amministrazioni Comunali sono anche state condannate al pagamento delle spese legali.

I problemi sociali e le emergenze umanitarie non si combattono a colpi di ordinanze. Siamo molto soddisfatti per la decisione del Tribunale di Genova e ci auguriamo che in futuro questa sentenza possa dissuadere altri comuni dal replicare iniziative simili a quelle dei Comuni di Alassio e Carcare”.


Torino, un uomo di 82 anni picchiato con ferocia e derubato, arrestati due marocchini pluripregiudicati, uno con già un decreto di espulsione sulle spalle. SCHIFOSI!
Di delinquenti italiani ne abbiamo già abbastanza, per gli altri ESPULSIONE IMMEDIATA e GALERA a casa loro!
https://www.facebook.com/salviniofficia ... 8787623155
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Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 1:54 pm

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Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 1:54 pm

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Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 1:55 pm

Anche le convenzioni internazionali sull'asilo politico e il rifugio umanitario non sono assolute ma subordinate alla volontarietà, alle possibilità e alla compatibilità di ogni paese.
Non esiste alcun obbligo assoluto ad accogliere e ad ospitare chichessia, indiscriminatamente e coercitivamente.



Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
viewtopic.php?f=194&t=2498

Non esiste il dovere assoluto ad accogliere e il diritto assoluto ad essere accolti.

I diritti umani universali a migrare e a non migrare dal proprio paese natale esistono al pari del diritto universale alla non accoglienza che però è prioritario rispetto al diritto di essere accolto.

Il diritto internazionale ad essere accolti per i rifugianti asilanti sussiste assieme al diritto alla non accoglienza, qualora non esistessero le condizioni necessarie, basilari per l'accoglienza stessa e la valutazione di tali condizioni fanno capo unicamente al paese a cui è chiesta la disponibilià ad accogliere:

condizioni demografiche, economiche, politiche, culturali che lo consentano.

Qualora non vi sia lo spazio demografico sufficente,
qualora non vi siano le risorse economiche bastanti,
qualora l'accoglienza comportasse gravi problemi politici e sociali a danno dei cittadini del paese a cui è chiesta l'accoglienza,
qualora non vi siano le compatibilità culturali, sociali e religiose tra i richiedenti ospitalità e rifugio con gli abitanti del paese a cui si rivolge la richiesta.



Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420

Se accogliete indiscriminatamente islamici e africani come vorrebbero le caste irresponsabili e parassitarie, criminali e demenziali, vi farete irreparabilmente del male con le vostre mani e lo farete alle vostre famiglie, ai vostri figli, alla vostra gente.


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
viewtopic.php?f=196&t=2605


La schiavitù è un crimine contro l'umanità, sempre.
La solidarietà e l'accoglienza imposta e obbligatoria è una delle peggiori e più odiose forme di schiavitù e di oppressione.
viewtopic.php?f=149&t=2599

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624


Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
viewtopic.php?f=141&t=2542

Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
viewtopic.php?f=194&t=2498
Non esiste alcun dovere assoluto ad accogliere e alcun diritto assoluto ad essere accolti.

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484
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Messaggioda Berto » gio ago 03, 2017 1:59 pm

Non esiste nemmeno alcun obbligo ad aiutare a casa sua chichessia, se per qualsiasi ragione non si vuole/volesse o per mancanza di possibilità e di risorse o per incompatibilità politica, religiosa e culturale. O semplicemente per una questione di libertà e volontarietà.


La schiavitù è un crimine contro l'umanità, sempre.
La solidarietà e l'accoglienza imposta e obbligatoria è una delle peggiori e più odiose forme di schiavitù e di oppressione.
viewtopic.php?f=149&t=2599

Povertà, poartà/povartà e mexeria venete
viewtopic.php?f=161&t=2444

All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla
viewtopic.php?f=194&t=2494


Cei, Galantino risponde a Renzi: "Aiutarli a casa loro? Non basta. È un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità"
di F. Q. | 13 luglio 2017
di Angela Gennaro

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... ta/3728141

L’idea salviniana di Matteo Renzi sui migranti non va giù anche ai vescovi. Dopo i Giovani Democratici e i distinguo nel partito, la frase “aiutiamoli a casa loro” ha provocato anche la reazione della Cei. Il segretario generale della Comunità episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, ha ribattuto che “se non si dice come e quando e con quali risorse precise”, quella frase “rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità“.

Distinguere tra migranti economici e rifugiati di guerra, sottolinea Galantini – “è come descrivere due tipi di povertà” e “è come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica”. Alle anticipazioni contenute nel libro Avanti, scritto dall’ex presidente del Consiglio, nel quale si ripropongono i “non possiamo accoglierli tutti”, “non abbiamo l’obbligo morale di accoglierli” e si mette fine alla “logica buonista e terzomondista”, i vescovi italiani rispondono con una proposta: “Noi lanciamo la campagna ‘Liberi di partire-liberi di restare’ con 30 milioni dall’otto per mille di aiuti concreti”.

Davanti ai numeri record degli sbarchi registrati nel 2017, è l’esortazione del segretario della Cei, “mi piacerebbe che” si “muovessero le coscienze e le agende politiche” perché “questo scarto enorme di poveri non può essere lasciato ai margini”. Galantino rimarca infine che “legare immigrati e poveri è importante perché sono scarti entrambi, metterli in contrapposizione vuol dire invece continuare ad alimentare una guerra tra poveri e le guerre tra poveri servono soltanto ai furbi”.


Alberto Pento
Questo povero e privilegiato prete demente e parassita, confonde per ignoranza e malafede ideologica i cittadini italiani con i "migranti-clandestini" non cittadini italiani ed europei ma cittadini di altri paesi, africani ed asiatici trattandoli come se avesssero gli stessi diritti civili dei cittadini italiani.
È un invasato idolatra e parassita, manipolatore dei diritti umani.
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Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 10:09 am

Migranti, vince la linea Minniti
Martedì 8 Agosto 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/e ... 07520.html

Ci sono volute le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e una nota di palazzo Chigi per convincere il ministro degli Interni Marco Minniti a ritirare la minaccia di dimissioni. Alla fine, però, le due dichiarazioni serali a breve distanza l'una dall'altra chiudono una partita politica complicata, assegnando la vittoria al titolare del Viminale, mentre fino a notte inoltrata resta acceso anche l'altro scontro che ha segnato la giornata di ieri: quello tra Italia e Malta, svolto in acque internazionali, e che vede, stavolta, ministro degli Interni e titolare delle Infrastrutture schierati sulla stessa posizione. Decisi, almeno fino a ieri notte, a spingere l'isola a largo della Sicilia ad accettare l'arrivo di tre migranti salvati ieri mattina dalla nave di una organizzazione umanitaria spagnola, Proactiva Open Arms.

LITE NEL GOVERNO

È il primo pomeriggio di ieri, quando un imprevisto fa capire che lo scontro in corso da giorni tra Viminale e Infrastrutture non è destinato a risolversi nei convenevoli della riunione di rito. A sorpresa, mentre tutti danno la vicenda per archiviata, il ministro Minniti non si presenta a palazzo Chigi per il consiglio dei ministri. Il segnale è fin troppo chiaro, lui stesso ne parla in una lettera inviata a Gentiloni: il ministro non intende mediare sul codice per le ong che fanno salvataggi in mare e, soprattutto, sulla parte applicativa che «punisce» e vieta alla Guardia costiera la collaborazione con quelle che non cooperano. «O mi tutelate o lascio - è la linea - Se la linea politica non è più condivisa, il mio compito è finito». In serata, le note di agenzie attribuite al Colle chiariscono come finirà la giornata: il Presidente ha «grande apprezzamento» per l'impegno spiegato in queste settimane dal ministro Minniti, è la linea attribuita al Quirinale, anche perché il codice sulle ong ha registrato «ampia convergenza in sede parlamentare». Subito dopo, con la stessa formula di dichiarazioni attribuite, si schiera anche Gentiloni, facendo filtrare il sostegno del governo al lavoro fatto dal Viminale.

IL CASO MALTA

Se lo scontro interno al governo sembra così concluso, solo a tarda notte sembra andare verso una soluzione quello in acque internazionali che vede Viminale e ministero dei Trasporti (competente per la Guardia costiera e dunque per il coordinamento dei soccorsi in mare, nello specifico della Mrcc) schierati sulla stessa posizione. Tutto comincia di prima mattina: la nave della ong spagnola Proactiva Open Arms raccoglie tre naufraghi nelle acque di competenza maltese. Contatta il comando di Roma Mrcc, segnalando un problema di carenza di carburante. E l'Italia dà indicazione di dirigersi verso Malta e di chiedere a La Valletta di accogliere ed identificare i tre migranti presi in mare. Malta, però, si rifiuta di cooperare e di far attraccare la nave. Una violazione grave delle intese internazionali e del codice del mare sulla quale la Guardia costiera decide di ingaggiare un vero e proprio scontro internazionale. Stavolta il punto non è la posizione della ong che ha dichiarato di essere disposta a firmare il codice del governo. Anzi, visto che la nave non è in situazione di emergenza, si mantiene in costante contatto con lo Mrcc di Roma e i migranti a bordo sono tre, la Guardia costiera decide di non acconsentire all'attracco della nave spagnola sulle coste italiane nel porto di Lampedusa. La giornata si chiude con la nave Golfo Azzurro ancora a largo di Malta, ferma ma non in pericolo. Ma a tarda notte i costanti contatti con l'Italia fanno pensare ad una soluzione in vista (il porto scelto potrebbe essere Catania). Anche se lo scontro politico resta.




Perché Malta non soccorre e non accoglie?

viewtopic.php?f=194&t=2656

Perché Malta non soccorre e non accoglie profughi veri o finti, clandestini e mussulmani?
Perché a Malta, paese civile e umano, innanzi tutto valgono i diritti dei maltesi e perciò si difende la loro vita e la loro terra da qualsivoglia pericolo, danno o male.
Tale dovere umano, civile, morale, giuridico e politico è il primo dei doveri-diritti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: difendere e salvaguardare la propria gente e la propria terra.
Salvare e accogliere gli altri per mettere in pericolo e danneggiare la propria gente è demenziale e criminale e contrario ai Valori ai Doveri e ai Diritti Umani Universali e Naturali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 7:59 pm

??? Era ora !!!


Migranti, la denuncia della Ong spagnola: "I libici hanno sparato contro la nostra nave"
La motovedetta libica che ha aperto il fuoco contro la nave della Ong spagnola Proactiva Arms
La Proactiva Arms: "Eravamo a 13 miglia, fuori dalle acque libiche. E' stato un atto deplorevole". Per ora nessuna novità per il peschereccio Golfo azzurro, inviato domenica dalla Guardia costiera di Roma a soccorrere tre libici: né Malta né l'Italia concedono l'attracco
08 agosto 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/08 ... -172621557

Ancora tensione nel Mediterraneo, nell'area interessata dalle operazioni di ricerca e soccorso. In attesa di capire dove poter sbarcare i tre libici soccorsi in mare dall'equipaggio della Golfo Azzurro che né Italia né Malta da 24 ore intendono far sbarcare, la Ong spagnola Proactiva Arms denuncia che contro la sua imbarcazione, la Proactiva, sono stati esplosi colpi d'arma da fuoco che sarebbero stati sparati da una motovedetta di Tripoli davanti alle coste libiche, ma in acque internazionali.

"I guardiacoste libici finanziati dall'Italia e dall'Europa ci hanno minacciato in modo molto aggressivo arrivando a sparare in aria all'altezza delle nostre teste. La nostra barca stava a 13 miglia, fuori dalle acque libiche. E' stato un atto deplorevole", dicono gli spagnoli della Proactiva Arms che stamattina hanno firmato il Codice di condotta per le operazioni di salvataggio dei migranti in mare.
Ong Proactiva: "La guardia costiera libica ci ha sparato addosso"

Rimane intanto in una situazione di stallo la Golfo Azzurro, il peschereccio spagnolo che domenica è stato indirizzato dal centro di soccorso della Guardia costiera di Roma ad individuare e salvare una piccola barca in vetroresina a 100 miglia dalle coste libiche, in una zona molto lontana dall'area Sar. Dopo aver preso a bordo i tre occupanti, tre uomini libici, la Golfo Azzurro ha chiesto istruzioni a Roma che, ritenendo l'area di competenza maltese, ha indirizzato la Ong su La Valletta ma i maltesi hanno negato l'approdo cosi come subito dopo l'Italia non ha concesso l'approdo a Lampedusa. E il braccio di ferro continua.


I libici fermano le Ong: "Chiamano gli scafisti"
La Marina di Tripoli: aspettavano i gommoni E c'è un altro naufragio: 8 morti, 100 dispersi
Chiara Giannini - Dom, 11/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 07924.html

Roma - Va a finire che il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, aveva ragione. È la Marina libica a puntare il dito contro le Ong.

Quello che sta rischiando di diventare un vero e proprio incidente diplomatico si è consumato l'altro ieri nel Canale di Sicilia, dove i militari della Tripolitania hanno intimato alle navi del soccorso di uscire dalle acque territoriali libiche dove, a quanto pare, erano in attesa dei gommoni carichi di migranti. L'accusa è pesante: le Ong sarebbero state in contatto con persone a bordo dei barconi, in seguito individuati dalla guardia costiera. E sarebbero 570 i migranti rimandati indietro dai libici.

È stato il portavoce della Marina libica, ammiraglio Ayob Amr Ghasem, a spiegare come «chiamate wireless sono state rilevate, una mezz'ora prima dell'individuazione dei barconi, tra organizzazioni internazionali non governative, che sostenevano di voler salvare i migranti illegali in prossimità delle acque territoriali libiche. Sembrava che queste Ong - ha proseguito - aspettassero i barconi per abbordarli. Le Guardie costiere hanno preso contatto con queste Ong e hanno domandato loro di lasciare le acque territoriali libiche». E ha detto poi: «Il comportamento di queste Ong accresce il numero di barconi di migranti illegali e l'audacia dei trafficanti di esseri umani». Ha quindi ricordato che nei giorni scorsi uno dei migranti è stato «ucciso dai trafficanti, che sanno bene che la via verso l'Europa è agevole grazie a queste organizzazioni e alla loro presenza illegittima e sospetta in attesa di poveri esseri umani». Oltretutto, il mezzo usato per le comunicazioni, la chiamata wireless, appunto, farebbe capire come ci sia la volontà di occultare le prove dei contatti, proprio perché difficilmente rilevabile. La domanda è: la nostra intelligence sapeva?

Insomma, le accuse nei mesi scorsi lanciate da Frontex nei confronti delle Ong e riprese dal procuratore Zuccaro e da altri tre colleghi di rispettive Procure siciliane parrebbero trovare fondamento. Tanto più che i marinai libici sono gli stessi addestrati proprio dall'Italia per operare nelle acque territoriali e per contrastare il traffico di esseri umani. Lavoro che, a quanto pare, stanno facendo bene.

Le navi accusate di essere in quella zona al momento della comunicazione sono la Prudence di Medici senza frontiere, che più volte aveva ammesso di aver superato il limite dello specchio acqueo territoriale, quelle di Openarms, Jugendrettet e Seawatch che hanno recuperato 1.129 migranti. Msf ha subito negato l'accaduto e sbarcherà 716 clandestini questa mattina a Palermo.

Peraltro, c'è un altro fatto a creare non poco sconcerto. È il comandante della Guardia costiera libica della città di Gasr garabulli, non distante da Tripoli, Fathi Al Rayani, ad avvertire di un naufragio recente di un gommone, 9 chilometri al largo dalla costa. Otto sarebbero i corpi individuati.

Le reazioni politiche allo scontro Ong-libici non hanno tardato. Il segretario della Lega Matteo Salvini, ha scritto: «La Marina Militare libica respinge le navi delle Ong pro-invasione e riporta a terra più di 500 clandestini. Applausi! Meglio i libici dei pidioti». Un chiaro attacco al governo, reo, secondo il politico, di fare gli interessi delle Ong, invece che quelli dell'Italia.
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Messaggioda Berto » mer ago 09, 2017 9:48 pm

Trapani, indagato don Mussie Zerai per favoreggiamento all'immigrazione clandestina
9 Agosto 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... fisti.html

Un avviso di garanzia è stato notificato al sacerdote eritreo Mussie Zerai, accusato dalla Procura di Trapani di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’apertura del fascicolo risale al novembre 2016 e le indagini sono eseguite dalla squadra mobile della città siciliana. Gli investigatori avrebbero approfondito le attività di padre Zerai, candidato al Nobel per la pace nel 2015, fondatore e presidente dell’agenzia di informazione Habeshia, definita "il salvagente dei migranti", con la quale offre assistenza telefonica ai migranti in partenza, stimolando l’intervento delle autorità nei luoghi in cui si trovano imbarcazioni in difficoltà.

"Ho saputo soltanto lunedì dell’indagine - dice Mussie Zerai - e voglio andare a fondo in questa vicenda. Sono rientrato a Roma dall’Etiopia di proposito. In passato - aggiunge - ricevevo moltissime telefonate ogni giorno. Oggi ne ricevo molte meno, non saprei dire perché, ma il mio intervento è sempre stato a scopo umanitario". L’indagine, secondo ambienti giudiziari, si riferisce a presunte pressioni svolte dal prelato presso gli organi competenti nel soccorso in mare. "Prima ancora di informare le Ong - dice il religioso -, ogni volta ho allertato la centrale operativa della Guardia Costiera italiana e quella maltese. Mai ho avuto rapporti con la Iuventa ne aderisco a chat segrete. Ho sempre comunicato attraverso il mio telefono cellulare".
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Messaggioda Berto » sab ago 12, 2017 7:25 pm

Medici senza frontiere: talebani dell'accoglienza
Gian Micalessin - Sab, 12/08/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 30242.html

Non riconoscono l'autorità dello Stato e, in nome del soccorso, fanno politica
Sono i talebani del salvataggio in mare. Sono le ultime tre organizzazioni irriducibili nel rifiutare il codice di condotta imposto dal ministero degli Interni alle Ong che pretendono di continuare a sbarcare migranti nei nostri porti.

Ma a far specie non è la presenza in quel terzetto di due organizzazioni ideologizzate come Jugend Rettet e Seawatch. A stupire è la presenza di un gigante dell'azione umanitaria come Medici Senza Frontiere. Un gigante che non solo non si vergogna di ritrovarsi associata ad una organizzazione come Jugend Rettet, indiziata di connivenza con i trafficanti di uomini, ma continua ad assumere posizioni sempre più irriducibili. Posizioni più consone ad una formazione politica che non ad un gruppo umanitario.

Chi scrive conosce Msf dal lontano 1984 quando era l'unica ad assistere gli sfollati Karen perseguitati dal regime birmano e ammassati nei campi intorno allo sperduto villaggio di Mae Sot alla frontiera thailandese. E nei 33 anni successivi ha continuato ad incontrarla in decine di altri buchi neri del pianeta apprezzandone serietà e professionalità. Così mesi fa sembrò quasi impossibile dubitare della correttezza di Msf, sospettata - come altre Ong - di irregolarità nelle operazioni di soccorso. Era un pia illusione.

Msf Italia svolge, in verità, un ruolo ancor più riprovevole rispetto alla banale collusione materiale con i trafficanti di uomini imputata ad organizzazioni minori. Sfruttando la propria autorevolezza internazionale si è disfatta dei panni umanitari per vestire quelli di portabandiera politico nella battaglia contro il codice di condotta del Viminale. E non si vergogna di continuare a farlo nemmeno quando cinque delle otto Ong impegnate nel Canale di Sicilia si convertono alla ragionevolezza firmando le proposte governative.

Assai più riprovevoli di questa battaglia di retroguardia sono però le tesi difese da Msf. A partire da quella sulla presunta neutralità nella «guerra» tra governo italiano e trafficanti di uomini. Una «neutralità» da cui deriva il rifiuto di accogliere a bordo delle proprie navi agenti di polizia giudiziaria regolarmente armati. La pretesa apparentemente strampalata - ma in verità eticamente ripugnante, politicamente eversiva e civicamente diseducativa - è quella di proporsi come parte neutrale nello scontro tra lo Stato di diritto italiano e i criminali intenti ad arricchirsi con il traffico di umani. Una posizione persino peggiore di quel «né con lo Stato, né con le Br» con cui i cattivi maestri dell'ultra-sinistra (poi inquisiti dal giudice comunista Pietro Calogero) predicavano, negli anni 70, una presunta terziarietà tra il terrorismo dei brigatisti e lo stato italiano.

Ma la posizione di Msf oltre ad essere ripugnante è anche giuridicamente inconsistente. Gli agenti armati in quanto ufficiali di polizia giudiziaria rappresentano semplicemente uno dei poteri dello Stato italiano, ovvero quello di una magistratura che è, per principio, parte terza in qualsiasi contesa. Proprio dalla difesa di principi astratti - completamente avulsi da quel senso comune che suggerirebbe a chiunque di sentirsi garantito e non minacciato dalla presenza di agenti armati in un mare popolato da scafisti e clandestini - emerge la profonda ideologizzazione di Msf Italia. Un'ideologizzazione che indirizza da tempo le sue operazioni di salvataggio nel Mediterraneo.

Per capirlo basta leggere l'articolo pubblicato il 27 febbraio 2017 sul sito di Msf Italia che sotto il titolo «Dall'Europa e dall'Italia un approccio cinico, ipocrita e disumano» denuncia «con forza l'ipocrisia e il cinismo di un accordo che, sostenendo le intercettazioni in acque territoriali da parte della guardia costiera libica, intende costruire in mare una barriera che impedisca a chi fugge di raggiungere le frontiere dell'Europa». Insomma già allora Msf appare infastidita dalle azioni capaci di scongiurare le attività dei trafficanti di uomini. Considerati evidentemente non dei criminali, ma degli inconsapevoli «partner» nella lotta per garantire l'arrivo in Europa a dei migranti irregolari tenuti lontani dalle «disumane» leggi italiane europee.


Migranti, Medici senza frontiere sospende le attività di soccorso con propria nave
Sabato 12 Agosto 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 15171.html

Medici senza frontiere ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la Prudence. È quanto sottolinea la Ong in una nota in cui spiega che a determinare la decisione sono state le «ulteriori restrizioni all'assistenza umanitaria indipendente e dell'aumento dei blocchi che costringono i migranti in Libia». L'équipe medica di Msf continuerà invece a supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di SOS Mediterranee, che al momento sta pattugliando le acque internazionali.

«Ieri le autorità libiche hanno dichiarato pubblicamente di aver istituito una zona di ricerca e soccorso (SAR) e limitato l'accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste libiche. Subito dopo, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma ha allertato Medici Senza Frontiere ( MSF) di un rischio sicurezza legato alle minacce pronunciate pubblicamente dalla Guardia Costiera Libica contro le navi di ricerca e soccorso umanitarie impegnate in acque internazionali», sottolinea Msf spiegando le motivazioni della decisione. «Se queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia - dichiara Loris De Filippi, presidente di Msf - Se le navi umanitarie vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi pronte a soccorrere le persone prima che anneghino. Chi non annegherà verrà intercettato e riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità, detenzione arbitraria e violenza estrema». «Queste dichiarazioni giungono appena una settimana dopo l'annuncio del dispiegamento di navi militari italiane all'interno delle acque libiche, per aumentare la capacità delle guardie costiere libiche di intercettare migranti e rifugiati e riportarli in Libia», prosegue la Ong.

«I recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso - aggiunge De Filippi . Gli stati europei e le autorità libiche stanno attuando congiuntamente un blocco alla possibilità delle persone di cercare sicurezza. È un attacco inaccettabile alla vita e alla dignità delle persone». MSF chiede alle autorità libiche «di confermare in tempi brevi che aderiranno e rispetteranno l'obbligo legale, internazionalmente riconosciuto, di soccorrere imbarcazioni in difficoltà, e che consentiranno che questo avvenga in acque internazionali e libiche. MSF chiede inoltre alle autorità libiche di precisare che tutte le navi, gestite da ONG o da chiunque altro, saranno autorizzate a effettuare le attività di soccorso senza impedimenti e restando incolumi, e che né le autorità libiche né quelle italiane interferiranno con il diritto legalmente garantito di sbarcare le persone in un porto sicuro».

«MSF rifiuta di essere cooptata in un sistema che mira, a qualunque costo, a impedire alle persone di cercare sicurezza - dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf - Chiediamo alle autorità europee e italiane di smettere di attuare strategie letali di contenimento che intrappolano le persone in un paese in guerra, senza nessuna considerazione dei loro bisogni di protezione e assistenza. Servono urgentemente delle vie sicure e legali per migranti e rifugiati, per ridurre inutili sofferenze e morti».


Alberto Pento
Era ora che la terminasse di fare danni.
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