La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

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Messaggioda Berto » gio nov 01, 2018 7:49 pm

Grecia: Il traffico di esseri umani dell'organizzazione "umanitaria"
Maria Polizoidou

https://it.gatestoneinstitute.org/13215 ... fico-umani

Migranti sbarcano su una spiaggia dell'isola greca di Kos dopo aver attraversato su un gommone parte del Mar Egeo provenienti dalla Turchia. (Foto di Milos Bicanski/Getty Images)

Il 28 agosto, trenta membri della ong greca Emergency Response Centre International – Centro Internazionale di Risposta alle Emergenze – (ERCI) ) sono stati arrestati per il loro coinvolgimento in una rete di trafficanti di esseri umani, operante sull'isola di Lesbo dal 2015. Secondo una dichiarazione rilasciata dalla polizia greca, a seguito delle indagini che hanno portato agli arresti, "le attività di una rete criminale organizzata che facilitava sistematicamente l'ingresso illegale di stranieri sono state completamente smascherate".

Fra le attività scoperte ci sono la falsificazione, lo spionaggio e il monitoraggio illegale della Guardia Costiera greca e di Frontex, l'agenzia per il controllo delle frontiere dell'Ue, allo scopo di ottenere informazioni riservate sui flussi di immigrati turchi. Le indagini hanno inoltre portato alla scoperta di altri sei cittadini greci e 24 cittadini stranieri coinvolti nel caso.

L'ERCI si definisce :

"Una organizzazione greca senza scopo di lucro che mette in atto una risposta alle emergenze e fornisce aiuti umanitari in tempi di crisi. La filosofia dell'ERCI consiste nell'identificare le lacune negli aiuti umanitari e colmarle per fornire assistenza nella maniera più efficiente e con notevole impatto. Attualmente, l'ERCI ha 4 programmi attivi con i rifugiati in Grecia, nell'area di ricerca e salvataggio, medica, nell'ambito dell'istruzione e del coordinamento dei campi profughi".

Ma nonostante i suoi obiettivi dichiarati e il profilo senza scopo di lucro, questa ong – secondo le autorità greche, ha guadagnato notevoli somme di denaro grazie al fatto di essersi messa a disposizione come canale per attività illegali. L'ERCI a quanto pare ha ricevuto 2mila euro per ogni migrante illegale che ha aiutato a entrare in Grecia. Inoltre, i suoi membri hanno creato un business per "l'integrazione dei rifugiati" nella società greca, assicurandosi 5mila euro all'anno per ogni migrante inserito nei vari programmi governativi (istruzione, alloggio e sostentamento). La ong avrebbe favorito l'ingresso illegale in Grecia di 70mila immigrati dal 2015, facendo incassare all'organizzazione "no-profit" mezzo miliardo di euro all'anno.

Tuttavia, questa scoperta riguarda solo una piccola parte della portata delle attività illecite che gravitano intorno all'ingresso dei migranti in Grecia. Nel 2017, ad esempio, le autorità elleniche arrestarono 1.399 trafficanti di esseri umani, alcuni dei quali si celavano dietro operazioni "umanitarie"; e durante i primi quattro mesi del 2018, le autorità hanno arrestato 25.594 migranti illegali.

Ancora più preoccupante del prezzo davvero salato pagato ai trafficanti di esseri umani dagli stessi immigrati – o dal governo greco sotto forma di sussidi per l'integrazione – è il tributo che questa situazione sta imponendo a tutta la società ellenica.

Secondo le statistiche della polizia greca, nel 2017, sono stati compiuti 75.707 furti e rapine. Di questi casi, solo 15.048 sono stati risolti, e 4.207 sono stati perpetrati da stranieri. Inoltre, la polizia stima che più del 40 per cento dei reati gravi sono stati commessi da immigrati illegali. (In Grecia, gli immigrati legali e illegali rappresentano il 10-15 per cento della popolazione totale.)

Nel 2016, nelle carceri greche sarebbero dovuti finire 4.246 greci e 5.221 stranieri condannati per reati gravi: 336 per omicidio; 101 per tentato omicidio; 77 per stupro e 635 per rapina. Inoltre, migliaia di casi sono ancora in attesa di giudizio.

In un recente e terribile caso, il 15 agosto, un 25enne di Atene – che era rientrato a casa in vacanza dagli studi universitari in Scozia – è stato ucciso da tre migranti illegali mentre visitava la città in compagnia di un'amica portoghese.

I tre colpevoli, due pakistani e un iracheno di età compresa tra i 17 e i 28 anni, hanno detto alla polizia di avere inizialmente aggredito la giovane donna, rubando denaro, carte di credito, il passaporto e un telefono cellulare dalla sua borsa, ma quando hanno visto che il suo cellulare era "vecchio" hanno puntato al telefono del ragazzo, minacciandolo con un coltello. Quando il giovane ha cercato di difendersi, come ammesso dai tre nella loro confessione, lo hanno spinto giù da un dirupo ed è morto. Dopo l'interrogatorio, è emerso che i tre assassini erano ricercati per altre dieci rapine commesse nella zona.

In una lettera di sfogo indirizzata al primo ministro greco Alexis Tsipras, ai membri del parlamento e al sindaco di Atene, la madre della vittima ha accusato Tsipras di "negligenza criminale" e di "complicità" nell'omicidio di suo figlio.

"Invece di accogliere e di fornire 'terra e acqua' a ogni criminale o individuo pericoloso con istinti selvaggi", ha scritto la donna, "lo Stato non dovrebbe forse pensare prima alla sicurezza dei propri cittadini, a cui succhia il sangue tutti i giorni [economicamente]? [Lo Stato dovrebbe forse] abbandonare [i suoi cittadini] a bande fameliche, per le quali la vita umana vale meno di un telefono cellulare o di una catenina d'oro?"

Anche se queste sono le parole di una madre in lutto, sono sentimenti ampiamenti diffusi ed espressi in tutta la Grecia, dove episodi del genere sono sempre più comuni.

Il 29 agosto, due settimane dopo l'omicidio, nel nord della Grecia, sei migranti hanno aggredito verbalmente un uomo di 52 anni in strada, apparentemente senza motivo. Quando quest'ultimo ha continuato a camminare ignorandoli, uno di loro lo ha colpito alla spalla con un coltello da 24 cm, mandandolo all'ospedale.

Due giorni prima, il 27 agosto, un centinaio di migranti, che protestavano per le condizioni di vita nel loro campo a Malakasa, hanno bloccato l'autostrada statale per più di tre ore. Gli automobilisti bloccati hanno raccontato che alcuni dei manifestanti sono diventati violenti, colpendo le auto con pezzi di legno. A peggiorare la situazione, la polizia intervenuta sulla scena ha detto di non aver ricevuto istruzioni dal Ministero della Protezione dei cittadini di sgomberare l'autostrada o proteggere le vittime. Il Gatestone ha scoperto che non c'è stata alcuna dichiarazione da parte della polizia o del ministero, solo le dichiarazioni rese dagli automobilisti.

Con il governo greco che a quanto pare non ha la più pallida idea di come gestire la crisi migratoria e salvaguardare la sicurezza dei propri cittadini, è particolarmente sconcertante scoprire che la principale ong, il cui compito è quello di fornire aiuti umanitari agli immigrati, sta invece approfittando della situazione per trarre profitto dal traffico illegale dei migranti. Il recente arresto dei membri dell'ERCI sottolinea la necessità di monitorare l'operato di tutte queste organizzazioni.

Maria Polizoidou, è una reporter, una giornalista radiotelevisiva e una consulente per gli affari internazionali ed esteri, che vive in Grecia. Ha un master in "Geopolitica e questioni di sicurezza nel complesso islamico di Turchia e Medio Oriente" conseguito presso l'Università di Atene.
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Messaggioda Berto » gio nov 01, 2018 7:50 pm

Diciotti, cade il teorema dei pm: chiesta l'archiviazione per Salvini
Andrea Indini - Gio, 01/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 95688.html

Il procuratore di Catania Zuccaro smonta il castello di accuse rivolte da Patronaggio. Salvini: "Perché il procuratore di Argigento mi ha indagato?"

Già vacillava quando è stato messo in piedi per contrastare la politica dei porti chiusi messa in atto da Matteo Salvini.

Adesso è del tutto crollato a terra. Oggi il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha infatti fatto sapere al vice premier leghista di aver chiesto l'archiviazione per i fatti che gli erano contestati da un altro procuratore, quello di Argigento, Luigi Patronaggio. Al centro dell'inchiesta il pugno duro usato dal ministro dell'Interno per gestire lo strappo della nave Diciotti che, contravvenendo agli ordini del governo, aveva imbarcato immigrati clandestini al largo della Libia. "È una buona notizia per me - sorride il titolare del Viminale - i gufi dei centri sociali saranno abbacchiati".

Su Facebook Salvini, che si è sempre detto sicuro di aver operato seguendo la legge italiana, si è dimostrato felice per la decisione presa da Zuccaro. "Gioia e soddisfazione", commenta dopo aver aperto, in diretta sul social network (guarda il video), la busta gialla sigillata dalla procura di Catania che gli è arrivata in ufficio questa mattina. "Sarò assolto o indagato?", si è chiesto prima di leggere il contenuto del documento. La richiesta di archiviazione manda in soffitta tutte quelle accuse montate a regola d'arte dopo il braccio di ferro tra Salvini e una certa magistratura sulla gestione dei 177 immigrati clandestini che si trovavano sulla nave della Guardia Costiera italiana e che il capo del Viminale si è sempre rifiutato di far sbarcare in Italia. "Adesso -dice in diretta Facebook - prendo il caffè, infilo la giacca, spengo la tele, e da persona libera e non più indagata torno al mio lavoro". Resta comunque l'amaro in bocca per un'indagine andata avanti mesi. "Ma il procuratore di Agrigento perché ha indagato? - si chiede il leader leghista - quanto è costata questa inchiesta? Quante persone ha coinvolto? Quanti uomini delle forze dell'ordine sono stati allertati per un reato che non esisteva?". E invita la politica a "fare una riflessione su come funziona la giustizia in Italia".

"Pare che il ministro dell'Interno non sia un delinquente", commenta soddisfatto Salvini. Alla procura di Catania hanno smontato, una per una, le accuse che gli erano state mosse da Patronaggio che, in piena emergenza immigrazione, aveva indagato il numero uno del Viminale per il reato di sequestro aggravato e continuato di persona. "Il ritardo nel fare scendere i migranti dalla nave Diciotti ormeggiata al porto di Catania - ha spiegato Zuccaro - è giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per il principio della separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti (il 24 agosto si è riunita la commissione europea a Bruxelles), in un caso in cui secondo la convenzione Sar internazionale sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro". Quello di oggi è solo il primo passo verso l'archiviazione. "Spero che sarà accolta questa richiesta motivata", chiosa il leader del Carroccio. Ora il tribunale dei ministri avrà novanta giorni per decidere. In realtà, i giudici di Palermo avevano già scagionato il vice premier perché nel gestire il caso della Diciotti aveva "tutelato l'interesse nazionale". Con la decisione della procura di Catania si chiuderà definitivamente il cerchio e dei teoremi montati ad arte da Patronaggio rimarrà solo una lontana eco.



Caso Diciotti, Salvini verso l'archiviazione. I pm di Catania: "Scelta politica insindacabile"
Il ministro dell'Interno apre la busta in diretta Facebook: "Quanti soldi hanno speso per questa indagine?". La Procura: "Malta avrebbe dovuto indicare il porto sicuro"
01 novembre 2018
Diciotti, nessun reato a Lampedusa ma i pm valutano cosa accadde a Catania. Salvini: "Già un primo passo"
di EMANUELE LAURIA

https://www.repubblica.it/cronaca/2018/ ... -210532336

ROMA - La Procura di Catania ha formulato la richiesta di archiviazione nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Lo ha annunciato lo stesso ministro dell'Interno in una diretta Facebook, durante la quale ha aperto la busta ricevuta dalla Procura.

I pm etnei hanno motivato la richiesta di archiviazione argomentando che il ritardo nello sbarco dei 192 migranti a bordo fu "giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti in un caso in cui, secondo la convenzione Sar internazionale sarebbe spettato a Malta indicare il porto sicuro".

L'inchiesta sulla Diciotti era composta da due filoni, uno in capo alla Procura di Palermo e uno a quella di Catania. Il Tribunale di Palermo aveva già archiviato la parte di sua competenza, rimettendo a quella etnea una decisione sui fatti avvenuti nel porto. Oggi la richiesta di archiviazione della Procura di Catania: il Tribunale dei ministri ha 90 giorni per decidere se accoglierla.

Nella prima fase della vicenda Diciotti, quando la nave con 192 migranti a bordo non aveva ancora fatto rotta sul porto di Catania e il no allo sbarco non era stato pronunciato da Salvini, "nessun reato fu commesso". Anzi, venne "tutelato l'interesse nazionale". E' quanto aveva deciso il Tribunale dei ministri di Palermo, soffermandosi solo su quanto accadde dal 15 al 20 agosto, da quando la "Diciotti" prese a bordo i migranti al largo della Libia a quando ne fece sbarcare 13 - ammalati - a Lampedusa.

Il Tribunale aveva poi trasmesso la pratica alla Procura del capoluogo etneo, che doveva stabilire se fosse fondata l'ipotesi di sequestro di persona a carico del ministro visto che la "Diciotti" rimase sei giorni nel porto di Catania senza che il Viminale autorizzasse lo sbarco.

Salvini: "Sono innocente". E taglia i fondi per i migranti
"Quanto si è pagato per quest'inchiesta? Quanti uomini sono stati impiegati?". Matteo Salvini attacca nella diretta Facebook: "Sono innocente - ha aggiunto - potevo e dovevo bloccare gli immigrati". E ne approfitta per annunciare un taglio ai fondi procapite destinati all'assistenza dei migranti: "I 35 euro al giorno per i migranti diventeranno molti di meno, abbiamo messo a punto un documento d'intesa con l'Autorità anticorruzione e il presidente Cantone".

Lo scorso 7 settembre, quando ricevette l'avviso di garanzia, Salvini aveva aggredito, sempre in diretta Facebook, i giudici: "Io sono stato eletto e loro no", disse. Isolato dai Cinque Stelle, il giorno dopo aveva fatto retromarcia: "Non c'è nessun golpe giudiziario".

La seconda vicenda "Diciotti" (un primo sbarco di 77 migranti, a Trapani, è del 12 luglio scorso) era nata il 16 agosto, quando, al largo di Lampedusa, il pattugliatore "Diciotti" della Guardia costiera italiana aveva tratto in salvo migranti in difficoltà. Malta si era rifiutata di accogliere i naufraghi, la nave così puntò il porto di Catania raggiungendolo il 20 agosto: il ministero dell'Interno, tuttavia, "in mancanza di un accordo dell’Unione europea sulla ripartizione dei profughi", non diede il permesso a nessuno di scendere.

La situazione restò in stallo per sei giorni: il governo italiano permise lo sbarco di 29 minori, ma a bordo diversi maggiorenni si ammalorono. In quei giorni l'Italia consumò il suo strappò con l'Unione europea. Il 22 agosto il pm di Agrigento Luigi Patronaggio - una terza procura, quindi, rispetto a Palermo e Catania - salì a bordo per un'ispezione, e il ministro dell'Interno twittò: "Non sono un ignoto, mi chiamo Matteo Salvini. Se qualche procuratore mi vuole interrogare, sono pronto a spiegare le mie ragioni". La Procura di Agrigento indagherà Salvini e un capo di gabinetto del Viminale per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale. Fascicoli sulla vicenda sono stati aperti anche dalla Dda di Palermo (traffico di migranti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) e dai pm di Catania.

In quelle ore dall'Italia e da organizzazioni internazionali partirono appelli umanitari. Il 25 agosto diciassette migranti, in cattive condizioni di salute, furono autorizzati a sbarcare, ma solo tredici lasciarono la nave (non volendo, gli altri, separarsi dai familiari). Il giorno dopo sono sbarcati anche i restanti migranti, grazie all'intervento della Conferenza episcopale italiana. Alcuni sono stati avviati verso l'Albania, altri venti in Italia, i restanti sono stati mandati in un centro d'accoglienza di Rocca di Papa, ai Castelli Romani, dove sono sorte forti proteste.
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Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:17 pm

Migranti, Don Biancalani querela Salvini e 22 hater per i post sulla chiusura del centro accoglienza di Vicofaro di Marco Procopio
8 novembre 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... ro/4752202

Il parroco ipotizza nei confronti del ministro dell'Interno i reati di diffamazione aggravata a mezzo stampa, calunnia e omissione di atti d’ufficio. Salvini aveva twittato che il prete "ama circondarsi di clandestini africani". Per 22 odiatori i cui commenti non sono stati cancellati da Salvini la magistratura ha dato mandato alla polizia giudiziaria di individuarne le identità

Diffamazione aggravata a mezzo stampa, calunnia e omissione di atti d’ufficio. È sull’ipotesi di questi reati che Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro (Pistoia) impegnato nell’accoglienza dei migranti, ha querelato Matteo Salvini. Lo aveva promesso a fine agosto, dopo che il vicepremier aveva commentato con due post sui social la notizia della chiusura del suo centro di accoglienza per motivi di sicurezza . E così ha fatto. Nella querela sono coinvolte anche 22 persone che si accodarono ai messaggi del leader leghista scrivendo frasi ritenute offensive (e mai cancellate dallo stesso Salvini). Sul caso, come riporta Il Tirreno, indaga la procura di Pistoia. Immediata la reazione del ministro dell’Interno: “Ecco, mi mancava questa… #hastatoSalvini”, si legge in un tweet pubblicato il 7 novembre, alimentando un botta e risposta con don Biancalani iniziato nell’estate 2017. E anche qui non sono mancati gli attacchi di alcuni utenti nei confronti del parroco. Per questo, secondo quanto appreso da Ilfattoquotidiano.it, Biancalani e il suo avvocato Elena Baldi pensano di procedere con una nuova iniziativa legale.
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Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:18 pm

Meno sbarchi e più espulsioni. Le cifre del piano del Viminale
Luca Romano - Gio, 08/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 99153.html

Il Viminale prosegue l'opera nel suo nuovo corso sulla gestione dell'emergenza immigrazione: ecco cosa cambia

Il Viminale prosegue la sua opera nel suo nuovo corso sulla gestione dell'emergenza immigrazione.

Dopo lo stop agli sbarchi e alla stretta sulla presenza delle navi Ong nel Mediterraneo sono crollati i numeri degli arrivi. E a seguire è anche aumentato il rapporto tra immigrati sbarcati ed espulsioni. Dal Viminale fanno sapere che "con l'arrivo di un minor numero di migranti sulle nostre coste, cresce la percentuale nel rapporto tra sbarchi ed espulsioni: nel 2017 pari al 16,72% (con 119.369 stranieri giunti in Italia e 19.958 effettivamente espulsi), quest'anno pari al 56,25%, tenendo conto che dall'inizio dell'anno fino al 30 settembre sono arrivati 21.024 migranti e quelli effettivamente espulsi sono stati 11.825".

Solo qualche giorno fa il ministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva riportato le nuove cifre sugli sbarchi nel nostro Paese: "Gli sbarchi di migranti in Italia sono calati dell’80,62% rispetto a un anno fa. Sono gli ultimi dati sugli sbarchi, ormai siamo a -92.000. Mentre gli altri parlano, noi facciamo!". Insomma il lavoro del Ministero degli Interni su questo fronte prosegue. E Salvini rivendica i risultati raggiunti.
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Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:18 pm

Migranti, Salvini: "Se l'Ue ci prende in giro, blocchiamo i bilanci"
Giorgia Baroncini - Dom, 11/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 00422.html

Il ministro dell'Interno sulle polemiche con Malta sui migranti: "Possiamo bloccare bilanci e attività fino a che l'Europa continuerà a prendere in giro gli italiani"

"Abbiamo dimostrato che sappiamo difendere i confini e dimostreremo che eventualmente possiamo anche bloccare bilanci e attività europee fino a che l'Europa continuerà a prendere in giro gli italiani".

Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a margine di Eicma, rispondendo a una domanda sulle polemiche di questi giorni con Malta sui migranti.

"Malta fa sapere che bisogna prendere nota del fatto che i migranti non possono essere fermati se vogliono venire in Italia - ha continuato Salvini -. Possiamo bloccare bilanci e attività europee fino a che l'Europa e qualche Paese continuerà a prendere in giro gli italiani".

L'attacco di Malta

"Basta con questo gioco Salvini. Smetti di criticare Malta perché compie il suo dovere e inizia a prendere nota di ciò che l'Italia dovrebbe far meglio per dar priorità e occuparsi della sicurezza della vita in mare e per rispettare gli obblighi internazionali. È l'Italia che ripetutamente non rispetta le convenzioni Sar e gli obblighi internazionali relativi", aveva attaccato su Twitter il ministro dell'Interno maltese, Michael Farrugia.
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Messaggioda Berto » mar nov 13, 2018 8:20 pm

Quella Ong pro accoglienza che non paga più gli stipendi ai dipendenti
Franco Grilli - Mar, 13/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... oFmP1BhhAM

Il Gus di Macerata, forte di 470 lavoratori, non versa i salari da due mesi
C’è una Ong che da due mesi non paga più gli stipendi ai suoi (470) dipendenti.

È il Gus-Gruppo Umano Solidarietà di Macerata. Il motivo? Con meno sbarchi sulle coste italiane, ci sono anche meno soldi pubblici da cui attingere. Per cui le casse piangono e piangono pure i suoi lavoratori (anche quelli di Fermo, Teramo e Ascoli), che rimangono a stecchetto.

Il lauto fatturato della Ong (31 milioni di euro) e i suoi utili si basano sui progetti di assistenza e accoglienza e ora i sindacati se la prendono sia sia con l’organizzazione non governativa presieduta da Paolo Bernabucci, sia - per non dire soprattutto - con il governo e specialmente il ministro Matteo Salvini per il suo decreto Sicurezza.

Tant'è che come scrive Carlo Cambi per La Verità, il responsabile Cgil Andrea Coppari dice:"Siamo preoccupati della logica che ispira il decreto sicurezza e contestiamo la logica immigrato uguale criminale. Il sistema Sprar pur con delle difficoltà ha garantito nel tempo un'accoglienza virtuosa. Depotenziarlo e raddoppiare la permanenza nei Cas risponde alla stessa logica criminale che colpisce l'accoglienza e l'integrazione e finisce per alimentare le tensioni, con il mero obbiettivo del consenso elettorale".

Insomma, il Gus ha sempre ricevuto soldi grazie ai progetti d'integrazione e dai fondi per l'immigrazione del Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, il cosiddetto Sprar.

Ma qualcosa non quadra, visto che la guardia di finanzia ha trovato qualcosa di strano. Infatti, come si legge "a gennaio Paolo Bernabucci e il Gus finiranno, insieme ad altre due Onlus maceratesi, Acsim e Perigeo, davanti al giudice con l'accusa di aver sottratto al fisco 10,4 milioni di euro e di non avere dichiarato proventi per oltre 40 milioni". E proprio al Gus di Macerata era stato ospitato, Innocent Osghale, il nigeriano che uccise e fece a pezzi la 18enne Pamela Mastropietro.

Fatto sta che di soldi non ce ne sarebbero, anche se Bernabucci ha fatto sapere che la sua organizzazione deve ricevere 11 milioni di euro dai progetti Sprar e 2,4 milioni dalle prefetture per i progetti Cas. Ciò detto, però, le buste paga, ai lavoratori, non arrivano più.
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Messaggioda Berto » mer nov 14, 2018 10:11 pm

Ong istruisce migranti: “Dobbiamo recitare la commedia, sono stupidi”
Federico Garau - Mer, 14/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 01949.html

I volontari insegnano ai migranti come recitare la parte delle vittime, come inventare storie strappalacrime e come recitare preghiere, un vero e proprio vademecum per ingannare gli agenti di frontiera

Nell’occhio del ciclone la “Advocates Abroad”, importante Ong che agisce nella Grecia settentrionale per dare assistenza a rifugiati o presunti tali.

Ciò che in tanti sospettavano ha trovato esplicita conferma grazie ad un video che riprende in modo inconsapevole il direttore esecutivo dell’associazione, Ariel Ricker. La donna, con grande nonchalance, spiega dettagliatamente al suo interlocutore come ingannare ed impietosire la polizia di frontiera, tramite il racconto di traumi mai accaduti e persecuzioni inventate di sana pianta.

Le immagini sono state divulgate dalla documentarista giornalista canadese Lauren Southern, e gettano nuova luce su quanto sta accadendo in questo momento in Europa.

“Dico loro che dobbiamo recitare la commedia, che tutto questo è teatro.”, spiega il direttore esecutivo, che regala una vera e propria lezione da seguire per esser accolti in Europa da rifugiati. “Il loro ruolo dev’essere quello di rifugiato traumatizzato, perché questi Easo (il personale che si occupa di interrogare i sedicenti profughi) sono fottutamente stupidi. Tutto ciò che sanno è solo quello che c’è scritto sul loro manuale, che spiega cos’è un rifugiato traumatizzato e le sue caratteristiche. Quindi noi addestriamo le persone a fingere quelle caratteristiche.”

Una vera e propria scuola di arte drammaturgica, a cui in tanti dicono di credere o fanno finta di credere per convenienza. “Loro (cioè gli agenti di frontiera), devono tener conto dell’atteggiamento delle persone, capire se sono emotive o no. Quindi bisogna piangere, vomitare e chiedere una pausa”. Il tutorial della Ricker prosegue con dovizia di dettagli, viene spiegato proprio tutto. “…come entrare nella stanza, come presentarti, come sederti, come alzarti e come pregare”. Si, perché l’Ong insegna anche le preghiere ai migranti, per dare una stretta in più al cuore di chi deve soppesare la bontà delle loro versioni dei fatti alla frontiera. “A volte (gli agenti) chiedono ‘Quali sono le tue vacanze preferite?’ E alcuni (profughi) rispondono semplicemente ‘Natale’. Noi spieghiamo che questa non è una risposta sufficiente. Devono dire anche che è il 25 dicembre, e che è la data di nascita di nostro Signore”.

La “Advocates Abroad” si vanta sul suo sito di aver fatto entrare oltre 15mila migranti nei confini della Grecia, oltre ad ulteriori 2500 nel resto del Continente europeo. Dunque ci potrebbero essere circa 17mila nuovi attori in ascesa grazie al loro prezioso contributo. L'organizzazione si è affrettata a replicare con un ridicolo tweet per attaccare la giornalista canadese Southern e gettarle fango addosso. Ma la miccia è accesa e brucia troppo rapidamente. Ecco perché si è letteralmente scatenata una corsa al massacro sui social, che ha costretto l’associazione a cancellare i suoi account.
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Messaggioda Berto » mar nov 20, 2018 10:54 pm

Aquarius, due metri cubi di rifiuti infettivi: pure garze intrise di sangue
Claudio Cartaldo - Mar, 20/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... VcGXmElfDw

L'inchiesta sull'Ong Medici Senza Frontiere e la Aquarius: dopo lo sbarco dei migranti sequestrati 80 kg di rifiuti pericolosi a rischio infettivo

Continuano ad emergere particolari sull'inchiesta che sta coinvolgendo l'Ong Medici Senza Frontiere e alcuni suoi operatori.

L'accusa avanzata dalla procura di Catania è il presunto smaltimento illegale di rifiuti speciali. A finire nell'occhio del ciclone sono sia la Aquarius che la Vos Prudence: è dai loro scafi che, secondo i pm, sarebbero stati scaricati scarti "speciali" nei porti italiani poi trattati come rifiuti urbani.

L'inchiesta, definitita "Borderless", ha portato all'ordine di sequestro della Aquarius e di 460mila euro a Medici Senza Frontiere. Inoltre ci sono 24 persone indagate, alcune delle quali per "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti" commesso a loro vantaggio.

Negli atti dell'inchiesta ci sono anche le risultanze dei controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza. In particolare quelli che riguardano uno sbarco del 27 novembre del 2017, quando la Aquarius con a bordo 416 migranti arriva al porto di Catania. Secondo gli investigatori nel buono di servizio giornaliero dei rifiuti conferiti non ci sarebbe "nessuna traccia di quelli solidi composti dagli scarti alimentari e di quelli costituiti dagli indumenti dei migranti a rischio contaminazione, nonché di quelli sanitari veri e propri derivanti dall'attività medico-sanitaria prestata a bordo".

Nel periodo compreso tra gennaio 2017 e maggio 2018 dalle navi 'Vos Prudencè e 'Aquarius', scrivono i pm, "non è stata mai dichiarata la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo" anche in presenza di "numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell'arrivo dei migranti nei porti italiani" duranti i quali sono stati "rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati"

A Trapani, il 15 e il 30 aprile del 2017, altri sospetti. In questo caso la Procura contesta "dichiarazioni mendaci di Medici senza Frontiere Olanda attestanti la non presenza tra i rifiuti scaricati di sostanze infettive o contagiose, nonostante i sette casi sospetti di tubercolosi, infezioni urinarie ed ematurie, varicella e scabbia, segnalati dall'ufficio di sanità marittima di Pozzallo (Ragusa)".

Il 10 maggio del 2018, compione simile. Questa volta a Catania, dopo lo sbarco di 105 migranti dall'Aquarius. Qui le Fiamme gialle sequestrano il carico di rifiuti appena conferito a un autocarro autocompattatore diretto al deposito della società cooperativa 'La Portuale II'. Si parla di 15 metri cubi di rifiuti dichiarati che il comandante della nave (anche lui tra gli indagati) avrebbe dichiarato come rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica). Peccato che all'interno, secondo quanto emerge dagli atti, sarebbero stati presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo. Di cosa si tratta? Indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, ma anche rifiuti sanitari a rischio infettivo e frutto dall'attività di assistenza medico-sanitaria prestata. Ovvero garze intrise di sangue, guanti e mascherine con tracce ematiche.



Sui rifiuti smaltiti dall'Aquarius infezioni di meningite, Hiv e tbc
Andrea Indini - Mar, 20/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 04477.html

Indagati i membri di Medici senza frontiere. Scaricavano in Italia i vestiti e i rifiuti sanitari dei migranti malati senza segnalarne mai la pericolosità. Le carte dell'inchiesta

Scabbia, Hiv, meningite, sifilide e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi. A bordo delle navi "Aquarius" e "Vos Prudence" l'allerta era massima. Tanto che i S.A.R. Report Rescues sulle condizioni sanitarie degli immigrati assistiti dai volontari della Ong avevano messo nero su bianco i rischi di "trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio".

Eppure, ben sapendo della pericolosità degli indumenti indossati dagli stranieri e dei rifiuti sanitari, gli indagati (ben ventiquattro) se ne infischiavano e li riversavano in Italia, buttandoli dove capitava nei porti di primo approdo (guarda il video).

"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti". A distanza di mesi dall'estate di fuoco, durante la quale ha imposto la chiusara di tutti i porti italiani alle navi delle Ong che, dopo aver recuperato i clandestini davanti alle coste libiche, li portavano fin sulle coste italiane, Matteo Salvini incassa l'evidenza (a questo punto anche giuridica) della politica attuata per fermare gli sbarchi. Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, sono infatti emersi particolari a dir poco inquietanti. Pur essendo a conoscenza della pericolosità dei vestiti indossati dagli immigrati durante la traversata del Mediterraneo per arrivare nel Vecchio Continente, i volontari della Ong li scaricavano in Italia senza curarsi delle benché minime misure igieniche di sicurezza per evitare il contagio. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati smaltivano, "in modo indifferenziato", gli "indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati" a bordo e "i rifiuti sanitari infettivi utilizzati per l'assistenza medica", eludendo le rigide regole che imponeva loro di classificarli come "pericolosi" e "ad alto rischio infettivo".

"Sono stati rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo su 21.326 migranti sbarcati", scrive nel provvedimento la procura di Catania. Le accuse sono state acquisite dagli inquirenti in una maxi operazione, denominata "Borderless", fatta di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video costanti. Non solo. Sono passate al setaccio anche tutte le documentazione marittima, sanitaria e commerciale ralasciate dopo gli sbarchi e gli scali tecnici delle navi delle Ong. La pericolosità dei vestiti indossati dai clandestini veniva addirittura indicata anche nei rapporti sui salvataggi dove si parla delle condizioni sanitarie drammatiche delle persone assistite in mare della nave Aquarius. Durante gli innumerevoli salvataggi i volontari della Ong hanno, infatti, segnalato frequenti casi di scabbia, Hiv, tubercolosi e meningite. Per l'illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ben trentasette sbarchi operati dall'Aquarius, nave gestita dal Medici senza frontiere e da Sos Méditerranée, e altre sette effettuati dell'altra imbarcazione di Msf, la Vos Prudence. In totale, secondo la procura di Catania, ci avrebbero esposti a circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi. Il tutto per far risparmiare alla Ong circa 460mila euro.

Ventiquattr'ore prima dell'approdo a un porto, per effettuare uno sbarco o uno scalo tecnico, il comandante della nave trasmetteva alle autorità marittime e all'agenzia marittima raccomandataria il modulo di notifica che indicava la categoria e i quantitativi di rifiuti da smaltire. In ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell'impianto portuale organizzava il servizio di raccolta e, al termine delle operazioni, l'operatore ecologico consegnava al comandante il "buono di servizio giornaliero" che è valido come ricevuta di effettiva consegna dei rifiuti dichiarati. Mai, durante tutta questa trafila pensata proprio per mettere in sicurezza i cittadini, Medici senza frontiere e la nave Aquarius hanno segnalato che stavano scaricando in Italia indumenti, scarti di alimenti e rifiuti sanitari infettivi che, come ipotizza la procura di Catania, avrebbero potuto trasmettere "scabbia, Hiv, meningite e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi" a chiunque ne fosse venuto in contatto.




Sequestrata Nave Aquarius di Msf: "Smaltivano scarti e vestiti infetti dei migranti come rifiuti normali". Dodici indagati
ALESSANDRA ZINITI

https://www.repubblica.it/cronaca/2018/ ... -212106685

ROMA - Dopo due anni di indagini sulle presunte complicità tra le Ong e i trafficanti di uomini che non hanno portato ad alcun risutato, l'inchiesta della Procura di Catania ripiega sullo smaltimento illecito dei rifiuti da parte delle navi umanitarie nei porti siciliani. E con questa accusa che il gip di Catania Carlo Cannella, su richiesta del procuratore Carmelo Zuccaro, ha disposto il sequestro della nave Aquarius di Msf e Sos Mediterranee ferma da settimane nel porto di Marsiglia dopo il ritiro della bandiera da parte delle autorità panamensi. Sequestrati anche alcuni conti bancari di Msf.


Le accuse alle Ong

"Scabbia, tubercolosi, meningite, Hiv, questo il variegato elenco di malattie infettive portate dai migranti soccorsi dalla Aquarius che non avrebbe smaltito come rifiuti pericolosi gli indumenti dismessi e i materiali utilizzati a bordo per il primo soccorso delle persone", queste le accuse secondo l'inchiesta della procura di Catania. In 44 sbarchi, negli ultimi due anni e mezzo, secondo il procuratore Zuccaro, sarebbero state smaltite illecitamente 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con un risparmio di costi di 460.000 euro, cifra per la quale è stata sequestrata la Aquarius. Ventiquattro le persone indagate che "avrebbero avuto la consapevolezza della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio". E tra questi tutti i capimissione di Msf che si sono avvicendati alla guida degli equipaggi.

Salvini twitta, Msf replica

"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #Portichiusi", il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Msf risponde gridando alla criminalizzazione dell'azione medico-umanitaria in mare. "Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti diuomini - è la dura replica - ora veniamo accusati di far parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l'estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare", dice Karline Klejer, responsabile delle emergenze per Msf.


Le accuse: capitani non comunicavano categoria rifiuti

Il compendio indiziario a carico dei 24 indagati è stato acquisito dalla guardia di finanza, dallo Sco della polizia e dalla mobile di Catania attraverso l'effettuazione di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video, nonché l'analisi di documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa ai citati sbarchi e gli scali tecnici delle navi Ong produttrici di rifiuti da cui sarebbe emerso che, in occasione degli sbarchi, il comandante della Aquarius e quello della Vos Prudence, altra nave utilizzata e poi dismessa da Msf, non avrebbero trasmesso all'autorità marittima l'indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti speciali da smaltire.

Gli indagati

Ecco chi sono i 12 indagati dalla procura di Catania con l'accusa di aver scaricato dalle navi di Msf rifiuti pericolosi: Francesco Gianino, agente marittimo intermediario tra l'altro, dei rapporti commerciali tra Msf e le imprese incaricate del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di bordo operanti in vari porti d'Italia. Giovanni Ivan Romeo, rappresentante sub-agente della società di Gianino. L'Ong Msf, quale produttrice dei rifiuti oggetto del traffico illecito. In particolare, per il delitto di "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti" commesso a loro vantaggio, sono indagati Michele Trainiti, vice capo missione Italia di Msf Belgio; Cristina Lomi, vice coordinatrice nazionale addetta all'approvvigionamento della Missione Italia.; Marco Ottaviano, Logbase e Liaison Officer Msf; Evgenii Talanin, russo, comandante della nave Aquarius; Oleksandr Yurchenko, ucraino, primo Ufficiale di coperta dell'Aquarius; Aloys Vimard, francese, e Marcella Kraaij, olandese, entrambi coordinatori del progetto Sar Aquarius di Msf Olanda; Joachim Tih, tedesco, coordinatore logistico del progetto Sar dell'Aquarius; Martinus Taminiau, olandese, delegato alla logistica a bordo dell'Aquarius; Nicholas Romaniuk, britannico, coordinatore di progetto Sar a bordo della nave Aquarius.
Le intercettazioni dell'inchiesta

Da alcune mail e da intercettazioni telefoniche tra esponenti di Msf e due degli agenti marittimi indagati scrivono e pronunciano frasi da cui si evincerebbe come non sia mai stata predisposta alcuna procedura speciale. "Ogni altro rifiuto della clinica è stato presentato insieme a tutti i rifiuti normali al momento dello sbarco, si legge in una email interna di Medici senza frontiere mentre, al telefono, parlando dello smaltimento dei vestiti dei migranti sbarcati, un agente marittimo intermediario indagato sottolinea: "Noi li classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchina". Lo smaltimento dei rifiuti era realizzato dalla M.S.A. di Francesco Gianino che, secondo gli inquirenti, offriva un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale avrebbe triplicato il suo giro d'affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016. Altrettanto determinante sarebbe stato il contributo di Giovanni Ivan Romeo il quale, attraverso la sua società (Romeo Shipping s.r.l.), si è occupato a Catania della intermediazione al ritiro dei rifiuti di bordo tra i comandanti delle navi Vos Pudence e Aquarius, e la società cooperativa "La Portuale II" - amministrata dal padre Mario Romeo - aggiudicataria del servizio di raccolta rifiuti all'interno del porto di Catania. In uno degli ultimi sbarchi della Aquarius a Catania, il 10 maggio scorso, la Guardia di finanza sequestrò il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore al deposito della società cooperativa "La Portuale II". Lì, tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal comandante dell'Aquarius quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo tra cui indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall'attività di ssistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti.
Msf impugna il provvedimento di sequestro

Gli avvocati di Msf hanno già avuto mandato di impugnare il provvedimento di sequestro davanti al tribunale del Riesame. "Abbiamo sempre seguito le procedure standard previste nei porti e le autorità competenti non hanno contestato queste procedure nè individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015. Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L'unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso", dice Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia.
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Messaggioda Berto » gio nov 22, 2018 5:24 am

La sinistra difende l'Aquarius: "C'è accanimento giudiziario"
Luca Romano - Mar, 20/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 1g-owVexK8

L'inchiesta avviata dalla procura di Catania sui presunti rifiuti speciali sanitari a rischio infettivo non smaltiti in modo irregolare dall'Aquarius riaccende i riflettori sulle ong.

Da qualche tempo le operazioni delle imbarcazioni umanitarie sono state messe nel mirino dal Viminale che ha sostanzialemente chiuso i porti italiani alle navi che salvano i migranti nelle coste di fronte la Libia. La nuova indagine avviata dalla procura etnea ha nuovamente polarizzato il dibattito sui salvataggi da parte delle navi umanitarie. Se da una parte Salvini ha sottolineato l'efficacia dei suoi provvedimenti che hanno bloccato gli attracchi delle tante "Aquarius" che solcavano il Mediterraneo, dall'altra la sinistra si schiera già a difesa dell'equipaggio di Aquarius e del mondo delle ong. Il primo a confermare il suo appoggio è stato il presidente dem, Matteo Orfini: "Qualcuno alla procura di Catania sembra aver deciso che le ong sono un pericolo per la sicurezza del paese. E quindi le si accusa di qualunque cosa. Poi tutto viene archiviato, ma il danno è fatto. Resto dell’idea che chi lotta per salvare vite umane vada ringraziato #Aquarius". Sulla stessa linea anche Erasamo Palazzotto di Liberi e Uguali: "Quella della Procura di Catania è un’azione persecutoria e ideologica volta a colpire sistematicamente le Ong. È l’ennesima inchiesta priva di fondamento utile soltanto alla diffamazione ed alla criminalizzazione di chi opera nell’umanitario".

Ma non finisce qui. Anche Possibile sale a bordo dell'Aquarius: "Ogni inchiesta merita rispetto per capire se ci sono state eventuali irregolarità. Ma fatta la premessa, qualche dubbio può essere sollevato sulla tempistica e sulle accuse mosse a Medici senza frontiere, che sta cercando le autorizzazioni per tornare in mare. Il procuratore Zuccaro è stato già protagonista di altre indagini finite nel nulla, ma che hanno messo in cattiva luce le Ong, avvelenando il clima. Per questo la prudenza sarebbe doverosa, invece il ministro Salvini non ha perso tempo per manifestare la sua gioia, a colpi di attacchi verso chi aiuta le persone", ha affermato Andrea Maestri. Insomma la sinistra non abbandona il ponte della Aquarius e si schiera ancora una volta dalla parte delle Ong. E anche l'Arci difende l'Aquarius: "Medici senza Frontiere, la nave Aquarius e di conseguenza il salvataggio di vite umane in mare, sono di nuovo sotto attacco: la procura di Catania, che senza successo accusò Medici senza Frontiere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ora apre una nuova indagine. L'odore della strumentalità e della propaganda è forte".


Zuccaro, il procuratore catanese che fa la guerra alle Ong
Nino Amadore
2018-11-21

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie ... XeGTgzIHNk

Qualcuno lo chiama “lo sceriffo”, altri invece si soffermano a parlarne come di un enfant prodige del diritto e della giustizia. Sta di fatto che Carmelo Zuccaro, il capo della procura di Catania che conduce l’inchiesta che ha portato, tra le altre cose, al sequestro della nave Aquarius di Msf, è ormai considerato la bestia nera delle Organizzazioni non governative impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.

Un uomo che, dice Enrico Mentana, «rischia di incriminare se stesso».  E passi che questo possa essere il punto di vista del direttorissimo ma resta certamente il dato di fatto di inchieste, quelle sulle Ong, che finora non hanno avuto molta fortuna. Si veda, per esempio, la vicenda Open Arms fermata dopo uno sbarco a Pozzallo: il sequestro della nave è stato annullato dal Tribunale del riesame e restituita alla Ong spagnola Proactiva.

Una carriera che inizia dalla Gdf
Zuccaro, a capo della procura Etnea da giugno 2016, appartenente alla corrente di Unicost, è stato braccio destro di Giovanni Salvi (Magistratura democratica), e ha avuto la meglio al Csm su Carmelo Petralia (16 voti contro i sette dell’altro candidato). Entrato giovanissimo come ufficiale di complemento nella Guardia di finanza, a 25 anni vince il concorso ed entra in magistratura. Comincia la carriera a Caltanissetta, poi pretore a Paternò fino al 1989, anno in cui si trasferisce alla procura di Catania e qui nel 1991 gli viene affidato il coordinamento del gruppo della Direzione Distrettuale Antimafia. Nel 1996 (negli anni dei processi sulla strage di Capaci e su via D'Amelio Ter) torna a Caltanissetta dove presiede la Corte D'Assise. Dal 2001 guida la Procura di Nicosia, e nel 2009 diventa procuratore aggiunto a Catania: è lui insieme al suo capo di allora Patanè ad avocare l’inchiesta sull’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo: l’altro aggiunto Giuseppe Gennaro e altri tre magistrati ne avevano chiesto l’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, Zuccaro e Patané arrivano a chiedere l’archiviazione che il gip respinge. Lombardo viene poi processato: condannato in primo grado, assolto in appello ma Zuccaro (questa volta da procuratore) presenta ricorso.

Procuratore stakanovista
Il capo della procura catanese ha fama di essere uno stakanovista (lo si può trovare in ufficio anche alle dieci di sera) e dal 2016 si dedica alacremente alle inchieste sui migranti tanto da essersi guadagnato la stima del ministro dell’Interno Matteo Salvini . È stato Zuccaro a denunciare pubblicamente i presunti contatti tra Ong e trafficanti di uomini tranne poi ammettere che prove no “Non ne abbiamo. Non ne abbiamo ancora: abbiamo delle conoscenze”. Ma quelle accuse, che hanno provocato un grandissimo polverone, sono poi finite nel nulla.

L’archiviazione dell’indagine su Salvini
Proprio all’inizio di questo mese il procuratore etneo mette la firma sulla richiesta di archiviazione dell’indagine a carico del ministro Salvini per la vicenda del cosiddetto sequestro della nave Diciotti, tenuta ferma per cinque giorni nel porto di Catania secondo qualche malalingua ritenuto un porto più che sicuro: un’indagine partita da Agrigento, approdata a Palermo e infine a Catania dove è stata chiusa.  Redatta la richiesta di archiviazione Zuccaro ha scritto il 29 ottobre una lettera al vicepremier che l’ha poi letta in diretta Facebook (ovviamente): «Ho formulato richiesta motivata di archiviazione» si legge nella missiva ricevuta dal vicepremier.

Per la Procura di Catania, il ritardo dello sbarco dalla nave Diciotti è «giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti (e il 24 agosto si è riunita la Commissione europea) in un caso in cui secondo la convenzione Sar sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro». Caso chiuso, polemica ovviamente aperta. Perché il magistrato che rivendica di volersi muovere con passo felpato, che fa un punto d’onore quello di parlare poco con i giornalisti, ha dalla sua il risultato di aver sollevato e continuare a sollevare tanto clamore. Lo stesso clamore provocato dal sequestro del patrimonio dell’editore catanese Mario Ciancio: un totale di 31 società compreso il quotidiano La Sicilia per un valore di 150 milioni.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » gio nov 22, 2018 10:37 pm

Libia, clandestini si ammutinano e pretendono: portateci subito in Europa
Domenico Bruni
17 novembre 2018

http://www.secoloditalia.it/2018/11/lib ... -o6xQTo3bM

Sinistra, Amnesty e tutti gli amici degli invasori illegali tifano affinché gli ammutinati della nave panamense Nivin in rada a Misurata vengano in Italia. Siamo al punto che i clandestini impongono il loro volere alle nazioni europee e utilizzano le navi come traghetti passeggeri. “Un pericoloso ammutinamento”, dice Ayoub Qasim, portavoce della marina libica, all’agenzia Dpa, definendo così il comportamento dei clandestini – circa 80 – che rifiutano di abbandonare un cargo ormeggiato nelle acque di Misurata. “L’ammutinamento dei migranti può spingere le navi commerciali a evitare interventi di salvataggio (sic) che a volte vengono richiesti a chi si trova vicino alle imbarcazioni dei migranti”, dice Qasim. “Questo ammutinamento è molto pericoloso, può verificarsi contro altre navi, il personale della marina o la guardia costiera”, aggiunge. Mercoledì, 14 dei 94 clandestini “soccorsi” dal cargo hanno accettato di sbarcare a Misurata. Gli altri 80, ancora a bordo, non rinunciano all’idea di raggiungere l’Europa. Il colonnello Tawfik Amohammed, comandante regionale della guardia costiera, ha reso noto che sono in corso trattative. Dalle autorità, riferisce l’agenzia Dpa, filtra ottimismo su una soluzione della vicenda in tempi relativamente brevi. Ovviamente Amnesty International ha chiesto alle autorità libiche, europee e panamensi di assicurare che gli almeno 79 clandestini e rifugiati a bordo di un mercantile fermo nel porto di Misurata non siano costretti a sbarcare per essere portati in un centro di detenzione libico dove rischierebbero – a loro dire – di subire torture e ulteriori violenze. L’8 novembre il mercantile Nivin, battente bandiera panamense, ha “soccorso” nel Mediterraneo centrale un gruppo di clandestini che cercava di raggiungere le coste europee. Secondo quanto afferma Amnesty International, in questa operazione sarebbero state coinvolte le autorità marittime di Italia e Malta.
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