La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mer giu 19, 2019 6:11 am

La protezione della sovranità sul mare nel nuovo Decreto Sicurezza
Analisi Difesa
Fabio Caffio
giugno 2019

https://www.analisidifesa.it/2019/06/la ... dXLUngBBAw

Con il Decreto Sicurezza Bis (D.L. 53-2019) la protezione della nostra sovranità sulle acque territoriali fa un significativo ed ulteriore passo avanti rispetto alle premesse già poste con il Decreto Napolitano (D.Lgs. 286-1998).

Il Ministero dell’Interno potrà ora emanare, di concerto con Trasporti e Difesa, provvedimenti per “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi [private] nel mare territoriale… per motivi di ordine e sicurezza pubblica ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all’articolo 19, comma 2, lettera g), limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti, della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (CNUDM”.

In sostanza, il Viminale dispone ora di un adeguato strumento giuridico per conseguire il risultato cui miravano precedenti Direttive come la n. N. 14100/141(8) del 15 maggio 2019, volte ad impedire l’accesso nelle acque territoriali italiane a navi mercantili responsabili di attività di soccorso (SAR) in zone di competenza di altri Stati. In questo modo si darà forza giuridica a quelle misure di interdizione sinora emanate a livello operativo dalla Guardia di Finanza (quale responsabile per conto dell’Interno dell’ordine e della sicurezza pubblica sul mare)

L’emanazione di concerto con Trasporti e Difesa dei singoli provvedimenti di divieto di accesso (come già avvenuto lo scorso 16 giugno nei confronti della “Sea Watch 3”) ne garantisce anche l’osservanza da parte del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera e della Marina militare quali componenti navali del dispositivo di controllo dell’immigrazione previsto dalla Legge FiniBossi (L. 189-2002) e dal discendente Decreto dell’Interno 19 giugno 2003.

Tutto bene dunque? Apparentemente si, se si ricordano tutte le discussioni che da tempo accompagnano la questione dei “porti chiusi” alle navi Ong che abbiano agito nella zona Sar (ricerca e Soccorso) libica in violazione delle competenze di Tripoli riconosciute nel giugno 2018 sia dal Consiglio europeo sia dall’Autorità Sar italiana.
RepubblicaIl problema è un altro. Il DL 53-2019 è stato emanato nell’intento di rafforzare i poteri dell’Interno relativamente alle violazioni dei principi del transito inoffensivo riconducibili ad una vasta gamma di materie appartenenti al genus dell’ordine e della sicurezza pubblica ed in particolare all’immigrazione irregolare.

Quando si va a leggere l’art. 19 della Cnudm ci si rende conto che tali materie sono specificatamente indicate e comprendono, oltre alle minacce alla sicurezza nazionale, anche operazioni navali pregiudizievoli per la Difesa nazionale, nonchè attività di pesca, ricerca scientifica o rilievi non autorizzati, interferenza con sistemi di comunicazione.

Si pensi al fatto che i nostri vicini Sloveni e Croati sono sempre pronti ad inviarci note di protesta per asserite violazioni al transito inoffensivo (per aver navigato in modo “non continuo e rapido”) commesse da nostre Unità navali. Per non parlare del reiterato uso della forza da parte libica nei confronti dei nostri pescatori.

Mentre accade che noi, pur disponendo di un efficiente sistema di sorveglianza costiera, non siamo altrettanto incisivi nel sanzionare, con idonei provvedimenti o con note diplomatiche di protesta, le violazioni al transito inoffensivo nelle nostre acque territoriali.

Se poi navi-spia – come avveniva un tempo – violassero la nostra sovranità per attività di intelligence, oppure navi di ricerca offshore operassero, per dire, nel Golfo di Taranto o in Adriatico, non avremmo probabilmente oggi strumenti per reagire con immediatezza.

In definitiva, può dirsi che si sia persa una buona occasione per rafforzare la nostra sovranità sulle acque territoriali: si poteva lasciare intatta la primazia dell’Interno per quanto riguarda l’adozione di provvedimenti coercitivi attinenti ordine e sicurezza pubblica, e tuttavia riconoscere sia la funzione di sorveglianza preventiva svolta dalle Forze di Marina, Guardia Costiera e Guardia di Finanza, sia la loro competenza a mettere in atto in flagranza, su input dei ministeri di riferimento, le necessarie immediate misure interdittive.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer giu 19, 2019 7:05 am

Quelle basi operative in Italia: ecco dove decollano i voli Ong
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 18/06/2019 - 18:04
4-5 minuti

I due aerei da ricognizione non fanno più base a Malta. Ogni volo costa 2.800 euro: ecco chi (e come) li finanziano

Nel mar Mediterraneo non ci sono solo navi umanitarie. Le Ong, oltre ad una discreta flotta, possono vantare anche due piccoli (ma attivissimi) aerei da ricognizione.

Sono loro la vedetta sul mare nostrum: decollano, avvistano il barcone e lo segnalano ai soccorritori.

Già in passato l'attenzione mediatica si era concentrata sui velivoli non governativi. Stavolta, però, la questione è un'altra: perché se in passato il Colibrì e il Moonbird decollavano da Malta, ora hanno spostato la loro base operativa altrove. Anche in Italia.

Facciamo un esempio. Lo scorso 15 maggio il gommone con 65 migranti in mare, poi recuperati dai tedeschi di Sea Watch, era stato avvistato proprio dal Colibrì, guidato dai Pilotes Volontaires francesi. Il decollo, come ha rivelato Fausto Biloslavo, era avvenuto dall'aeroporto dell'isola italiana. Come mai? Semplice: La Valletta ha negato le autorizzazioni al volo sui cieli nazionali agli aerei che individuano barconi nel Mediterraneo e così ora i due velivoli hanno diverse basi operative, tra cui almeno una nel Belpaese. "Malta non è più una base delle operazioni - spiega Ruben Neugebauer, portavoce di Sea Watch a Quarta Repubblica - Ma non ci ha detto la ragione". Oggi quindi partono da Lampedusa e vantano "più basi" che però, "per ragioni di sicurezza", non vogliono dire quali sono e dove si trovano.

Sia chiaro: far alzare in volo degli aerei, per quanto di piccole dimensioni, costa caro. Ma questo non sembra essere mai stato un problema per le Ong. Stando al bilancio di Sea Watch, nel 2018 i fondi a disposizione del Moonbird erano di ben 262mila euro. Vi sembrano tanti? Sono necessari: si tratta infatti di un Cirrus SR22 monomotore e consuma ben 2.800 euro di risorse ogni volta che si lancia sulla pista di decollo. Non proprio spiccoli. Una volta che si trova tra le nuvole, ha il compito di "assistere le navi di soccorso nella ricerca di imbarcazioni in pericolo", di "aiutare il corrdinamento delle missioni" e di "documentare le violazioni dei diritti umani da parte di attori libici o europei". Il tutto finanziato grazie al sostegno significativo della Chiesa evangelica tedesca.

Non è un caso quindi se sia Sea Watch che Sea Eye ringraziano "le Chiese per la promozione del salvataggio in mare nel Mediterraneo" e in un sito loro dedicato rendono visibile "l'impegno della Chiesa" in favore dei migranti. Online mostrano anche i volti e le dichiarazioni dei fan della flotta buonista. Tra loro, come sottolineava Biloslavo sul Giornale, spiccano il cardinale cattolico Reinhard Marx e Heinrich Bedford-Strohm, Presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (quella che ha danato 100mila euro per l'acquisto dell'aereo e che copre i costi del progetto per due anni). "Non può essere che i profughi che vengono dai lager libici, quando vengono salvati poi le autorità non permettano loro di sbarcare - dice Bedford-Strohm a Quarta Repubblica - riportare queste persone in Libia è inaccetabile, è uno scandalo morale". Amen.
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Messaggioda Berto » ven giu 21, 2019 9:25 pm

Blitz anti-scafisti: il video del trasbordo sul barchino.

https://www.facebook.com/noipoliziottip ... 8288673990
Ecco le nuove tecniche degli scafisti per portare i migranti in Italia. La Procura di Agrigento ha però smascherato il loro piano.



Blitz in mare contro gli scafisti Spunta il video del "trasbordo"

Angelo Scarano - Ven, 21/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... xLvlkI-ocI

Il Viminale intanto ha fatto sapere che il peschereccio è stato sequestrato. Gli scafisti in stato di fermo saranno interrogati

I trafficanti di uomini usano nuove tecniche per portare i migranti in Italia.

Adesso gli scafisti usano dei pescherecci che rimorchiano i barchini fino a limite delle acque territoriali italiane per poi trasbordare su queste piccole imbarcazioni i migranti. Barchini che poi si diriggono verso Lampedusa. Una tecnica questa che ha permesso lo sbarco di circa 81 persone nelle ultime ore sull'isola siciliana. E così dopo una rapida indagine portata avanti dalla procura di Agrigento almeno nove trafficanti sono finiti in menette. Gli uomini delle squadra mobile di fatto fermato anche altre due persone, due tunisini responsabili dell'arrivo sul nostro territorio di altri 43 migranti. Come abbiamo ricordato la tempestività del Roan delle fiamme gialle ha permesso di intercettare la "nave madre" mentre cercava di fuggire verso la Libia e di assicurare i trafficanti di esseri umani alla giustizia.

Le operazioni sono state coordinate dal procuratore Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dal sostituto Cecilia Baravelli. La questura sta identificando e interrogando i migranti. Il Viminale intanto ha fatto sapere che il peschereccio è stato sequestrato. L'imbarcazione, dopo aver trainato un barchino in mare aperto, ha fatto trasbordare i passeggeri (che si erano poi diretti verso l'Italia), per poi fare rotta verso l'Africa. La situazione è stata monitorata dalla polizia di Stato anche grazie a un velivolo messo a disposizione da Frontex. Il passaggio è stato filmato: subito sono scattate le procedure per bloccare la barca principale. A bordo sono state trovate 7 persone, sei egiziani e un tunisino. Tutte, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, sono in stato di fermo per favoreggiamento dell'immigrazione. Nelle immagini del video è possibile vedere in che modo gli scafisti trasbordano i migranti. Ma questa volta per loro è finita male grazie all'intervento dei poliziotti.
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Re: La legge o convenzione internazionale del soccorso in ma

Messaggioda Berto » sab giu 22, 2019 11:31 am

Attivista portoghese a processo in Italia
Il 25enne, sospettato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, rischierebbe 20 anni. Confronto fra Conte e Costa a Bruxelles
sabato 22 giugno 2019

https://www.interris.it/italia/attivist ... 6UpgAjVkQw

Potrebbe trasformarsi in un caso la situazione di Miguel Duarte, un volontario portoghese di 25 anni arrestato perché sospettato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il giovane, imbarcato sulla nave Iuventa, appartenente alla ong Jugend Rettet, è sotto processo dal 2018 e, stando a quanto riportato dai media portoghesi, rischierebbe una pena fino a 20 anni di reclusione. Una vicenda che, a margine del Consiglio europeo a Bruxelles, è stata affrontata dal premier italiano, Giuseppe Conte, assieme al collega del Portogallo Antonio Costa, un confronto fra due leader per chiarire meglio la situazione e, allo stesso tempo, per capire cosa ne sarà di Miguel. Lui avrebbe sempre sostenuto il desiderio di salvare vite umane in mare, volontà che lo aveva spinto, alcuni anni fa, ad aderire alla causa di una ong nel Mediterraneo.

Il colloquio

Un confronto, durato peraltro solo pochi minuti a fronte di un colloquio ben più ampio, descritto come "cordialissimo" quello sul giovane, fermato assieme al resto dell'equipaggio della Iuventa dopo che, nel 2017, la nave era finita sotto sequestro. Dal governo italiano, infatti, è stato smentito che la situazione abbia provocato tensioni con Lisbona, ipotesi avanzata dal momento che, stando a quanto riferito, Giuseppe Conte avrebbe solo in parte rassicurato il premier Costa, affermando che la magistratura è indipendente e che di conseguenza il governo non può intervenire sulla vicenda. Una risposta che non ha soddisfatto i media portoghesi, dai quali sono arrivate le principali critiche, soprattutto in relazione alla lunghezza dell'eventuale pena detentiva (20 anni, appunto) alla quale il giovane potrebbe andare incontro, a fronte della semplice volontà, dicono, di salvare vite nel Mediterraneo.

In sostanza, il premier avrebbe precisato al suo omologo portoghese di non poter fare nulla per il caso, visto che la magistratura opera in modo indipendente. Il caso, però, sta avendo grande risonanza in Portogallo, dove è stata lanciata una campagna in favore di Duarte, con lo stesso Costa a dirsi stupito che una persona possa rischiare vent'anni per un caso simile e precisando che a lui non è pervenuto nessun preavviso sull'istituzione del processo.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar giu 25, 2019 8:08 pm

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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar giu 25, 2019 8:08 pm

È SENZA SOSTA LA CAMPAGNA PRO-INVASIONE DI PAPA FRANCESCO: -IL MEDITERRANEO E' PROPRIO IL MARE DEL METICCIATO
Redazione

http://cavalierenews.it/attualita/11026 ... ciato.html

Redazione- La bordata settimanale di Bergoglio sull’immigrazione è servita.Ieri mattina il Papa ha concluso la due giorni di lavori promossa a Napoli dalla Facoltà teologica dell’Italia meridionale, riaprendo il dibattito sulla “teologia dell’accoglienza” e sostenendo la necessità di praticarla (e farla praticare) ovunque, sempre, comunque.

Il mare del meticciato

La traccia del discorso era già stata anticipata, ma Bergoglio non ha mancato di calcare la mano su molti altri aspetti correlati all’argomento: “Il Mediterraneo è proprio il mare del meticciato, un mare geograficamente chiuso rispetto agli oceani, ma culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione“. Così il pontefice che viene dal Sud America decide di dettare legge su come le popolazioni europee debbano subire le influenze delle culture allogene. “Non è possibile leggere realisticamente tale spazio (Il Mediterraneo) se non in dialogo e come un ponte – storico, geografico, umano – tra l’Europa, l’Africa e l’Asia”. Questo incontro tra civiltà deve per forza avvenire in questo “spazio” che si affaccia su casa nostra, ma per Bergoglio non sembra costituire un problema: l’unica esigenza, l’unica necessità è quella di una “società inclusiva” e aperta.

Corsi di lingua per teologi

Ma non è finita qui: il Santo Padre ha invocato anche l’incremento dei corsi di lingua araba e di lingua ebraica per i teologi: “Gli studenti di teologia – riporta AdnKronos -dovrebbero essere educati al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam per comprendere le radici comuni e le differenze delle nostre identità religiose, e contribuire così più efficacemente all’edificazione di una società che apprezza la diversità e favorisce il rispetto,
la fratellanza e la convivenza pacifica”.




CASO SEA WATCH, EMMA BONINO: -È UNA VERGOGNA PER L'ITALIA E L'EUROPA. I MIGRANTI DEVONO SBARCARE-

http://cavalierenews.it/attualita/11029 ... rcare.html

“Non riesco a pensare che un continente di 500 milioni di abitanti assista senza colpo ferire a 42 profughi che da 10 giorni ciondolano di fronte a Lampedusa. Non riesco ad assuefarmi. Perché questa è una vergogna dell’Europa oltre che dell’Italia”. Con queste parole la leader di +Europa, Emma Bonino, è intervenuta sul caso della Sea Watch 3.La nave è ferma ormai da giorni a largo di Lampedusa. L’Italia è stata chiara: non accoglierà i migranti a bordo. E il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha richiamato alle proprie responsabilità il governo dei Paesi Bassi, la cui bandiera sventola sull’imbarcazione della Ong.

“Mentre questo avviene – ha continuato la Bonino intervenendo all’assemblea del partito -, esattamente come i narcotrafficanti con il proibizionismo, è stato già trovato un altro modo per farli sbarcare quatti quatti, senza scomodare né Salvini né Toninelli, che hanno altro da fare: la barca madre con i barchini figli“. La leader di +Europa ha così fatto riferimento al sequestro di un peschereccio, definito come “nave madre”, usato dai trafficanti per trainarepiccoli barchini di migranti.

“Mi diceva il Capitano De Falco: quello che non si vuole capire è che le persone in mare si chiamano naufraghi. Che diventano poi rifugiati o migranti una volta che sono a terra. Ma quando sono in mare si chiamano naufraghi. Chiunque va per mare – ha concluso Bonino –
sa che prima salvano le persone, poi si discute“.


Alberto Pento
Chi abusa delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare e che organizza falsi naufragi è un criminale, un invasore clandestino criminale.


Catania: si ferma per soccorrere due giovani, loro la rapinano e tentano di violentarla
di Vittorio Romano
26/10/2017

https://www.lasicilia.it/news/catania/1 ... tarla.html

Vile aggressione al Pigno da parte di due delinquenti che hanno fanno finita di essere feriti dopo un incidente. La donna era con la figlioletta di sei anni, picchiata per rubarle la catenina d'oro

Chissà che ripercussioni avrà sulla psiche di una bambina di soli 6 anni il trauma subito l’altro pomeriggio in una stradina buia poco lontana dal centro commerciale “Porte di Catania”, dove era stata con la madre 37enne per fare acquisti: aver assistito a una scena di violenza perpetrata da due delinquenti nei confronti della mamma è qualcosa che non potrà essere smaltito in fretta dalla piccola, che speriamo possa godere di un adeguato sostegno psicologico.

I fatti, così come raccontati da un ex vigile urbano. Erano le 18,30 circa quando la donna e le bimba a bordo della loro auto stavano tornando a casa. Sull’asfalto c’era uno scooter, un Liberty 150, e accanto due ragazzi che chiedevano aiuto fingendo di essere feriti. La donna s’è fermata per prestare soccorso. Ma, appena scesa dall’auto, i due l’hanno aggredita, picchiata e le hanno strappato la camicia e il reggiseno, lasciandola mezza nuda. La donna urlava e tentava di liberarsi dalla presa dei due, mentre la bambina, terrorizzata, ha cominciato a gridare disperata.

I due giovani, forse intimoriti per il sopraggiungere di altre auto, hanno desistito dai loro propositi ma prima di fuggire hanno mollato un ceffone alla povera bambina, le hanno strappato dal collo una collanina d’oro con una medaglietta della Madonnina ricevute come regalo di battesimo e hanno sottratto 70 euro alla madre. Questa è rientrata velocemente in auto e, disperata, ha chiamato il marito al cellulare. Pochi istanti dopo, attirato dalle urla della bambina ancora sotto choc, s’è fermato l’ex ispettore della polizia municipale di Catania, che ha coperto la signora col giubbotto catarifrangente dell’auto e ha cercato di tranquillizzare lei e soprattutto la bambina. Poco dopo sono arrivati il marito e la figlia più grande, che sono scoppiati a piangere.

La famiglia, secondo quanto riferito dal vigile urbano in pensione, non ha voluto sporgere denuncia per paura di possibili ritorsioni (pare che viva nella zona dov’è avvenuta la vile aggressione), quella maledetta paura che troppo spesso dalle nostre parti chiude la bocca ai più deboli a vantaggio di criminali di ogni risma.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mar giu 25, 2019 8:09 pm

La Sea Watch chiede l’intervento della Corte di Strasburgo per sbarcare i migranti
Roma deve rispondere ai giudici oggi. Sul caso è intervenuta anche la Commissione Ue: «Imperativo umanitario»
24 Giugno 2019

https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo ... 1.35428490

La Corte di Strasburgo ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di «misure provvisorie» da parte della Sea Watch 3 per chiedere all’Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La Corte ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. Questi ultimi dovranno rispondere entro oggi pomeriggio. La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all’Italia di adottare quelle che vengono definite «misure urgenti» e che «servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani».

La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, ha poi precisato in un video che il ricorso è stato presentato «non dall’organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i proprio diritti umani alla Corte europea». «In particolare - ha spiegato - il ricorso è stato fatto in riferimento all’articolo 3 che descrive quello a bordo come “trattamento inumano e degradante”. Si chiede quindi alla Corte di indicare all’UItalia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette nell’interesse di tutela della loro dignità».

Per cercare di sbloccare la situazione si è mossa anche la Commissione Ue: «Chiediamo agli Stati membri di tenere a mente l’imperativo umanitario» per i migranti ancora a bordo della Sea Watch 3. Lo ha detto la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud. L’esecutivo comunitario «accoglie positivamente» la decisione delle autorità italiane di permettere «l’evacauzione» di alcuni migranti a bordo per ragioni mediche. Ma per la Commissione «è necessario trovare una soluzione per le persone a bordo», ha detto la portavoce.

La Sea Watch 3 è giunta al dodicesimo giorno senza porto. A bordo la situazione si fa critica. Il medico segnala che i naufraghi «hanno bisogno di cure mediche. Non sto parlando da medico ma da essere umano, serve un porto sicuro ora. Abbiamo pazienti con dolori per le torture subite ed altri che necessitano di un supporto psicologico». Sono ora 42 i migranti a bordo. Sul proprio account Twitter, la ong tedesca ha mostrato il percorso della nave ai confini delle acque territoriali italiani a sud e ad est di Lampedusa.

Solidarietà ai migranti è stata espressa dall’arcivescovo di Torino, concludendo la messa di San Giovanni, patrono della città: «Desidero esprimere la mia solidarietà a quanti in Italia e anche nella nostra città stanno dimostrando pacificamente per richiamare l’attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave Sea Watch al largo di Lampedusa” ha detto Cesare Nosiglia. «Un gruppo di nostri concittadini - ha aggiunto - questa notte ha iniziato a dormire davanti alla chiesa di San Dalmazzo per questo motivo. Io aggiungo che, come ha sempre fatto anche in altre circostanze analoghe, la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema».

Ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto alla collega olandese Ankie Broekers-Knol chiedendole di intervenire. La Sea Watch batte bandiera olandese e dunque «qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà non ricadere nell’esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante, ha ribadito il vicepremier.

Ognuno è rimasto però fermo sulle proprie posizioni. Salvini mantiene fermo il divieto di ingresso in Italia, «neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo del natante verso altri Stati». L’Olanda, a cui anche la comandante della nave, Carola Rackete, ha chiesto indicazioni, per ora non si è fatta viva. E la giovane capitana è alle prese con un pesante «dilemma»: sbarcare a Lampedusa nonostante il divieto, con la conseguente «punizione» del decreto sicurezza bis (multe fino a 50milaeuro e sequestro), oppure restare al largo in attesa di una soluzione con il rischio però del precipitare della situazione a bordo?

Nella sua lettera alla ministra olandese, Salvini ha ricordato che, rifiutando di portare in Libia i migranti soccorsi, la comandante ha «autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica». E, «pur avendo richiesto, sin dall’inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera - a Voi - non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta».

Così da molti giorni la Sea Watch staziona ai limiti delle acque italiane utilizzando in modo «strumentale» «l’evoluzione delle condizioni delle persone a bordo per “forzare” le Autorità italiane ad autorizzare lo sbarco». Ma a fronte di questa condotta, secondo il titolare del Viminale, «l’Italia non può, all’evidenza, consentire - sottostando ad un `ricatto morale´ - che le proprie leggi vengano, di fatto, calpestate e rese parole vuote». La lettera si chiude con un richiamo all’ «esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante e dell’equipaggio nel caso di peggioramento della situazione a bordo e con l’invito alla collega ad assumere «le necessarie, urgenti iniziative».

La portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami parla di «braccio di ferro scandaloso e senza senso», ricordando come «le persone sono in mare fra Libia e Italia anche senza ong. Malta ha appena concesso sbarco a un’imbarcazione» con 37 persone, che era stata segnalata da Alarm Phone. Dura anche Emma Bonino (+Europa): «io - lamenta - non riesco ad assuefarmi al fatto che un continente di 500 milioni di abitanti assista senza colpo ferire a 42 profughi, disgraziati e naufraghi che da dieci giorni ciondolano di fronte a Lampedusa. Questa è una vergogna dell’Europa oltre che dell’Italia».


Sea Watch, la capitana insiste: "Pronta a forzare il blocco"
Chiara Sarra - Mar, 25/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 11p66jRt2c

La sfida di Carola Rackete all'Italia: "A costo di perdere la nave, faccio sbarcare questi migranti a Lampedusa"

"Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa". Carola Rackete, 31enne "capitana" della Sea Watch 3, non si fa fermare dal divieto di attracco sul territorio italiano ed è pronta a forzare il blocco.

"Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell'uomo. Poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì", ha detto a Repubblica, sostenendo di essere pienamente consapevole del fatto che sarà accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Ma io sono responsabile delle 42 persone che ho recuperato in mare e che non ce la fanno più", insiste, "Quanti altri soprusi devono sopportare? La loro vita viene prima di qualsiasi gioco politico o incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto".

Da 13 giorni la nave olandese della Ong tedesca è ferma davanti alle coste italiane. "I migranti sono disperati", dice la Rackete, "Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle. Non ce la fanno più, si sentono in prigione. L'Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa". A bordo ci sono anche tre ragazzini di 11, 16 e 17 anni.

"Siamo stanchi, siamo esausti. Fateci scendere", chiede uno dei naufraghi in un video pubblicato da Forum Lampedusa Solidale, "Immaginate come deve sentirsi una persona che è scappata dalle carceri libiche e che ora si trova sui, costretta in uno spazio angusto, seduta o sdraiata senza potersi muovere. Inevitabilmente rischia di sentirsi male Non ce la facciamo più, la barca è piccola e non possiamo muoverci. Non c'è spazio. L'Italia non ci autorizza a sbarcare, chiediamo il vostro aiuto, chiediamo l'aiuto delle persone a terra. Pensateci perché qui non è facile".

Oltre all'Italia, anche Malta ha negato l'autorizzazione a sbarcare. E, nonostante la lettera di Matteo Salvini, nemmeno l'Olanda sembra voler in qualche modo collaborare alla soluzione della vicenda. Resta l'ipotesi Tunisia, ma la Rackete non vuol cedere: "Non ha una normativa che tuteli i rifugiati", spiega. La "capitana", del resto, aveva rifiutato anche di portare i naufraghi salvati a Tripoli, nonostante fosse stato indicato proprio quel porto come approdo.

"Per quanto mi riguarda la Sea Watch in Italia non ci arriva, può stare li fino a Natale e Capodanno", ribatte però Matteo Salvini, "Sono passati 13 giorni, se avessero voluto sarebbero già arrivati in Olanda. È una presa di posizione politica, è una provocazione. La Sea watch è una nave olandese di proprietà di una ong tedesca, il problema quindi non è nostro, ma decidano tra Amsterdam e Berlino. Aspetto con serenità la sentenza della corte di Strasburgo. Qualunque cosa ci dirà Strasburgo noi andremo avanti. Può anche arrivare la regina di Svezia, a me non interessa: questa è una nave illegale, una nave pirata, nave abusiva. L'atteggiamento dell'Olanda è curioso, perchè da un lato ci danno ragione dall'altro dicono che non è un problema loro".






Sea Watch non sbarcherà, Strasburgo respinge il ricorso. Salvini: «Avevamo ragione»
Sea Watch, Viminale: il respinto il ricorso delle Corte di Strasburgo
Martedì 25 Giugno 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/sea_ ... 79787.html

Novità sul caso Sea Watch. È stato respinto, fa sapere il Viminale, il ricorso presentato dai migranti soccorsi sulla Sea Watch alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco. «Anche la Corte europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell'Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini, commentando la decisione della Cedu di respingere il ricorso presentato da alcuni dei migranti che si trovano a bordo della Sea Watch.

«Dare assistenza». La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, pur avendo respinto la richiesta delle persone a bordo della Sea Watch 3, ha comunque «indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell'età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave». L'ha reso noto in un comunicato stampa la stessa Corte.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mer giu 26, 2019 8:44 pm

La capitana della Sea Watch viola il divieto e fa rotta verso Lampedusa. Salvini: 'Pagherà fino in fondo'

https://notizie.tiscali.it/cronaca/arti ... e-italiane

La Ong annuncia che la nave è entrata in acque italiane con i 42 naufraghi a bordo. Rackete: "So a cosa vado incontro ma penso a queste persone stremate. L'Europa ci ha abbandonato". Il ministro manda le motovedette incontro alla nave

Lo aveva annunciato in un'intervista a Repubblica, la capitana della Sea Watch 3, la nave con a bordo 43 migranti ferma in acque internazionali a 16 miglia dalle coste di Lampedusa. Dopo il no della Corte europea dei diritti dell'uomo, la comandante Carola Rackete sfida il decreto sicurezza bis e fa rotta verso Lampedusa. "Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo", dice la comandante della Sea Watch. In 14 giorni, lamenta la Ong, "nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l'Europa ci ha abbandonati. La nostra Comandante non ha scelta". Motovedette della Guardia di finanza hanno lasciato il porto di Lampedusa per dirigersi verso la Sea Watch, che sta navigando in direzione dell'isola con 42 migranti a bordo.


Salvini: qui non entra nessuno

Immediata la reazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini che risponde dalla sua pagina Facebook. "Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi". Per Salvini, "se qualcuno pensa che le leggi siano barzellette pagherà fino in fondo", ha aggiunto.

"L'immigrazione - dice ancora - non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L'Europa? Assente, come sempre". "Io non do autorizzazione allo sbarco a nessuno, non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi sfruttando decine di disgraziati e fregandosene delle leggi di uno Stato. I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo". Inoltre, durante una conferenza stampa al Viminale, il ministro dell'Interno ha aggiunto: "Se qualcuno stasera non si ferma alla paletta dei carabinieri viene arrestato, mi domando perché non ci sia identico intervento da parte di chi di dovere nei confronti di chi è reiteratamente al di fuori della legge. E' come uno che non si ferma al blocco stradale".

L'intenzione del Comandante

L'intenzione del Comandante di sbarcare a Lampedusa era stata chiara fin dalla mattina con la pubblicazione di un 'post appello' sui profili social della Ong: "Sono responsabile per le 42 persone salvate in mare e che non ce la fanno più. Le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico" ha scritto Rackete, seguita dal commento della Ong, che ha contestualmente lanciato una raccolta fondi. "Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia. Aiuta a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale".

I deputati Pd stasera a Lampedusa

I deputati del Pd Graziano Delrio (capogruppo alla Camera), Matteo Orfini e Fausto Raciti saranno stasera a Lampedusa "per testimoniare la solidarietà dem ai migranti della Seawatch3".



Sea Watch, da multa a sequestro: cosa prevede dl Sicurezza
Aurora Vigne - Mer, 26/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 17201.html

Il decreto sicurezza bis, approvato in Cdm l'11 giugno, contiene misure che potrebbero essere applicate per la prima volta proprio al caso Sea Watch. Ecco quali sono

Multe salate, sequestro della nave e poteri al prefetto di erogare le sanzioni. Il decreto sicurezza bis, approvato in Cdm l'11 giugno, contiene misure che potrebbero essere applicate, per la prima volta, proprio al caso Sea Watch, la nave Ong battente bandiera olandese che senza autorizzazione si è recata a Lampedusa, dopo giorni di attesa al confine delle acque territoriali italiane con 42 migranti a bordo.

"Buonasera, la informo che devo entrare nelle acque territoriali italiane", ha detto Carola Rackete, la "capitana" al comando della nave che ha annunciato che avrebbe forzato il blocco dopo 14 giorni al largo delle coste italiane.


Cosa prevede l'articolo 1

L'articolo 1, infatti, prevede che il ministro dell'Interno possa "limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica" ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all'articolo 19 della Convenzione di Montego Bay (sul cosiddetto "passaggio inoffensivo").

Il provvedimento viene adottato "di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del Consiglio dei ministri". In caso di violazione del divieto notificato al comandante (come accaduto nel caso della Sea Watch) e, se possibile, all'armatore e al proprietario della nave (articolo 2) "si applica a ciascuno di essi la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000".

In caso di reiterazione, scatta "la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare". A irrogare le sanzioni è il prefetto territorialmente competente.




"Ehi, mi metti la prua addosso?". Tensione in mare tra Gdf e Ong
Angelo Scarano - Dom, 30/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 19000.html

Open Arms ha segnalato la presenza in mare di un barcone in avaria. Intervengono Guardia Costiera e Fiamme Gialle

Tensione in mare. Dopo la manovra spericolata della capitana della Sea Watch, Carola Rackete, che ha quasi "schiacciato" una motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa, continuano le "scintille" tra la Gdf e le ong.

Come detto proprio oggi la Open Arms (che si trova tra l'Italia e la Libia) ha segnalato la presenza di un barcone in avaria con a bordo circa 55 migranti. Tra questi anche 4 bambini e 3 donne incinte. Dopo aver rilevato la posizione del barcone, l'equipaggio della nave ha raggiunto i migranti offrendo loro assistenza. Dopo l'ingresso nella Sar di competenza italiana, la Opena Arms ha avvisato anche le autorità del nostro Paese. La risposta è arrivata da Guardia di Finanza e Guardia Costiera. Due motovedette si sono recate immediatamente sul posto per prestare soccorso e trasbordare i migranti. Ed è proprio qui che ci sarebbe stato uno scambio di battute verbali tra la motovedetta della Guardia di Finanza e l'equipaggio della Open Arms. A raccontare del battibecco in mare è stata proprio la Open Arms. La motovedetta della Guardia di Finanza, secondo quanto riportato dalla ong a Repubblica, "avrebbe puntato la nave come per bloccarla. Si è avvicinata molto e ha urlato: 'Mi metti la prua addosso?".

Uno scambio di battute dunque in pieno mare che è quasi certamente riferito a quanto accaduto nelle concitate fasi dell'attracco di Sea Watch sul molo di Lampedusa. Evidentemente le fiamme gialle non hanno dimenticato la manovra fuorilegge della capitana della Sea Watch che di fatto ha messo a rischio la vita dei militari. Dopo lo scambio di battute la motovedetta della Guardia di Finanza si è avvicinata al barcone in avaria per prestare soccorso ai migranti e trasbordarli. Dopo l'intervento delle Fiamme Gialle e della Gurdia Costiera, 11 migranti sono arrivati a Lampedusa. Gli altri invece sbracheranno a Pozzallo e Licata.






Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.
viewtopic.php?f=196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » lun lug 08, 2019 9:05 pm

La "Alex" attracca a Lampedusa: nave sequestrata e equipaggio indagato
La Alex ha dichiarato lo stato di necessità: "Acqua a bordo terminata". E adesso fa rotta su Lampedusa
La nave Alex dell'ong "Mediterranea Saving Humans" adesso imita la Sea Watch.
Angelo Scarano - Sab, 06/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 22184.html

La barca con a bordo 42 migranti ha deciso di far rotta su Lampedusa e di entrare in porto. Il veliero messa in mare da Luca Casarini e compagni ha dichiarato "lo stato di necessità". Dopo qualche giorno di stallo a largo dell'isola di Lampedusa, l'equipaggio ha deciso di riprendere la navigazione. L'obiettivo è stato chiaro sin da subito: forzare il blocco imposto dal Viminale e proseguire fino al porto di Lampedusa per procedere allo sbarco.

E così l'ong Mediterranea Saving Humans ha fatto sapere che l'acqua a bordo è finita e che l'imbarcazione ha "forzato il divieto". Un gesto che apre nuovamente in modo duro lo scontro tra il Viminale e l'ong. Mediterranea è entrata nel porto dell'isola siciliana come ha fatto già la Rackete con Sea watch. La barca è stata scortata dalle motovedette della Guardia di Finanza. L'ong ha rifiutato più volte un porto di attracco a Malta affermando che il veliero non può sostenere una traversata fino a La Valletta. Ad annunciare la ripresa della navigazione è stato Luca Casarini: "Sono partiti. Nave Alex si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa ed entro un'ora saranno lì", ha affermato all'agenzia Adnkronos. A bordo di nave Alex ci sono 41 migranti più l'equipaggio. "La situazione a bordo era impossibile da sostenere - ha proseguito Casarini - Mancava l'acqua. Uno stato di necessità. Bisogna entrare. Basta".

Si va verso un nuovo scontro. E il pensiero va alla notte in cui la Rackete ha forzato il blocco nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta della Guardia di Finanza. Salvini ha già risposto alla mossa dell'ong vietando lo sbarco. "Non autorizzo nessuno sbarco di chi se ne frega delle leggi italiane e aiuta gli scafisti", ha messo in chiaro smetendo le voci di chi ipotizzava una nuova deuncia per sequestro di persona. Poi ha annunciato una nuova stretta per contrastare l'immigrazione clandestina e chi la favorisce: "Rifiutano acqua per poter dichiarare lo stato di necessità a bordo e forzare il blocco: così sperano nell’impunità. Chiedono soldi per pagare le multe previste dal decreto Sicurezza bis: così aumentano le donazioni e il business. Sono tornate davanti alla Libia: così incentivano le partenze e il rischio di naufragi e fanno felici gli scafisti. Queste sono le Ong". Il leader leghista promette, tuttavia, di non lascirsi intimidire: "Non ci piegheremo ai ricatti, difenderemo l’Italia". Nelle prossime ore la Lega presenterà emendamenti al decreto Sicurezza bis per aumentare le multe fino al milione di euro e rendere più semplici sequestri dei mezzi.

In serata la nave Alex è stata ormeggiata al Molo Favarolo dove è stata spostata per consentire l'attracco della nave traghetto al porto commerciale di Lampedusa. Subito dopo il ministero dell’Interno ha disposto che venissero fatti scendere gli immigrati che si trovavano a bordo. Questo per effetto del sequestro penale disposto d’iniziativa dalla Guardia di Finanza. Intanto tutto l’equipaggio è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.



Migranti, Salvini blinda i porti. Ora la Marina fermerà gli sbarchi
Giovanna Stella - Lun, 08/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... nEwbgzp7YQ

Il nuovo piano di Salvini per controllare gli sbarchi: navi della Marina e GdF a difesa dei porti, accordi con la Tunisia

I casi di Sea Watch 3 e della Alex hanno fatto ripiombare l'Italia nel caos immigrazione clandestina (e selvaggia).

Perché nonostante il ministro dell'Interno abbia sempre vietato lo sbarco alle ong, le imbarcazioni hanno sempre fatto di testa loro addirittura violando le leggi. Così Carola Rackete ha fatto sbarcare i migranti recuperati al largo della Libia e lo stesso ha fatto l'imbarcazione Alex della ong italiana Mediterranea.

E proprio questi due casi, in queste ore, stanno facendo litigare Matteo Salvini ed Elisabetta Trenta. Il primo si sente lasciato solo, la seconda dice che questo arrivo smisurato di ong in Italia si sarebbe potuto evitare con l'operazione (fallimentare) Sophia. Così, il vicepremier leghista oggi ha convocato e presieduto il Comitato ordine e sicurezza proprio sul tema migranti.

Dopo più di un'ora di colloquio, dal Viminale arrivano nuove misure d'intesa con i vertici delle Forze dell'ordine, Marina militare e Guardia Costiera. Per prima cosa, schierare le navi della Marina e della Guardia di Finanza per difendere i porti italiani. E dopo il controllo sul nostro confine, è necessario anche intervenire nei Paesi di partenza. Per questo si parla di un incremento dei controlli per ridurre le partenze (con utilizzo di radar, mezzi aerei e navali). Radar e pattugliamenti con aerei e navi italianii serviranno ad individuare le imbarcazioni al momento della partenza e ad avvertire in tempo reale le Guardie Costiere dei Paesi di partenza che dovranno intervenire per fermare le imbarcazioni.

Alla riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica si è deciso anche di intensificare i contatti con la Tunisia per migliorare e aumentare i rimpatri e per ridurre le partenze e di inviare dieci motovedette italiane da consegnare alla Guardia Costiera Libica entro l'estate. Durante il colloquio, si è anche parlato degli emendamenti al decreto Sicurezza Bis per rendere più efficace il contrasto al traffico di esseri umani e per aumentare le pene per scafisti e trafficanti.

Durante il Comitato nazionale ordine e sicurezza, inoltre, è stato espresso apprezzamento anche per la decisione della Slovenia, che confermando le intenzioni anticipate al governo italiano, ha annunciato il via ai pattugliamenti congiunti con la polizia croata. La base di partenza della discussione è stata la soddisfazione per la riduzione degli sbarchi alla data di oggi (comprese tutte le tipologie) passati dai circa 17mila dell'anno scorso ai 3mila di quest'anno.



La Marina chiuderà i porti e intanto "sperona" la Trenta
Chiara Giannini - Mar, 09/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... wg1ccUL4Mk

Salvini vuole le navi militari in azione, gli ufficiali attaccano il loro ministro. Conte: basta sovrapposizioni

L e navi della Marina militare e quelle della Guardia di finanza saranno schierate davanti ai porti italiani, in modo da bloccare l'eventuale ingresso delle imbarcazioni delle Ong.

È quando è stato deciso ieri nel corso del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica riunito ieri dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Già il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, aveva annunciato di voler intensificare la presenza della Marina nel Mediterraneo, con nuove misure, andando allo scontro con il collega del Viminale, accusato di aver voluto sospendere l'operazione Sophia. Oltre a questo si procederà con i controlli aerei e radar volti a capire quando i barconi partono in modo da intervenire in tempo con un vero e proprio blocco navale militare. Inoltre, saranno fornite altre dieci motovedette alla Guardia costiera libica e si punterà a una trattativa diplomatica con la Tunisia per assicurare controlli anche da parte di quel Paese.

Se la nuova soluzione proposta da Salvini da una parte piace, i militari sono però preoccupati per un altro aspetto.

«Prima di tutto - chiarisce un ufficiale della Marina di servizio a Roma - dobbiamo ricordarci che già con Mare Nostrum, all'epoca in cui capo di stato maggiore della Forza armata era l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi - si ipotizzò di bloccare i flussi. Il risultato fu che avemmo un'invasione. È ovvio che se ci si trovasse come allora di fronte a un gommone carico di migranti e gli stessi fossero in difficoltà o si gettassero in mare, come è probabile che facciano, le nostre navi dovrebbero recuperarli e portarli in Italia. Ok al blocco navale, ma no a eventuali recuperi dei barconi, perché se il piano non fosse supportato da accordi bilaterali tra il nostro Paese e altre nazioni sarebbe un fallimento e rischieremmo una nuova invasione». Come ammesso dalla stessa Trenta la situazione libica è instabile, quindi è ovvio che a Tripoli non potrebbero essere riportati. «Ed è improbabile - fanno sapere ancora alcuni dipendenti della Marina militare - che anche Stati come la Tunisia possano decidere di accoglierli. Gioco forza si dovrebbe portarli nei Paesi a sud dell'Europa, in primis il nostro».

Vero è, peraltro, che con Mare Sicuro finora si è garantita la sicurezza delle acque territoriali, ma in tutti questi mesi gli interventi che hanno riguardato il recupero dei migranti da parte della Marina si contano sulle dita di una mano.

A questo si aggiunge che i numeri dell'operazione Sophia danno ragione a Salvini.

Nel 2017 si fecero 126 interventi per 15.218 persone soccorse, nel 2018 29 interventi per 3.172 immigrati soccorsi, con un totale di 18.390 soggetti recuperati, tutti arrivati in Italia.

Peraltro, la Trenta più volte ha fatto capire che vorrebbe i porti aperti, a differenza del collega vicepremier leghista.

«Lei - proseguono alcuni ufficiali - pensa che la soluzione sia accogliere chi arriva dalla Libia perché quel Paese è instabile. In realtà, ha ragione Salvini, in Italia non devono arrivare».

Nella diatriba tra Salvini e Trenta entra a gamba tesa il premier Giuseppe Conte: «Da alcune settimane stiamo assistendo a un progressivo incremento del numero di imbarcazioni che trasportano migranti che si approssimano alle nostre coste e sollecitano un attracco nei nostri porti. Diventa pertanto ancora più urgente coordinare le iniziative dei ministeri competenti, anche al fine di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi che finirebbero per nuocere alla nostra azione». Il vertice si terrà domani.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven lug 12, 2019 11:36 am

Salvini: ‘Telefonate da scafisti in Libia a Ong, magistratura ha in mano elementi precisi’
8 luglio 2019

https://it.blastingpop.com/politica/201 ... YCRkOy0vlI

La bomba mediatica, e forse anche giudiziaria, contro le ong, Matteo Salvini la lancia poco dopo le 21:30 di un afoso lunedì 8 luglio: “I magistrati hanno elementi concreti su telefonate fatte dagli scafisti in Libia”. Ospite di Nicola Porro negli studi Mediaset di Quarta Repubblica, il Ministro dell’Interno si esibisce in un’intervista che farà sicuramente discutere nei prossimi giorni.

L’intervista di Matteo Salvini a Quarta Repubblica

Sollecitato ovviamente dal conduttore sulla questione migranti e sbarchi delle navi Ong, il Ministro la prende alla larga, riferendo delle indagini in corso sul veliero Alex di Mediterranea e snocciolando, aiutato da un cartello della trasmissione, i dati sul crollo degli sbarchi nei primi sei mesi del 2019 rispetto agli anni precedenti.

Matteo Salvini punta anche il dito contro la capitana di Sea Watch, Carola Rackete, giudicata niente di meno come una che “ha rischiato di uccidere cinque agenti della GdF”. Buone notizie, invece, sul fronte della lotta agli sbarchi delle cosiddette navi fantasma, grazie alla ritrovata collaborazione con il Ministero della Difesa guidato dalla grillina Elisabetta Trenta. Ma è a questo punto che Salvini non si controlla e anticipa, forse inavvertitamente, i particolari segreti un’indagine in corso sulle Ong.

Salvini: ‘Qualcuno dalla Libia telefonava dicendo: ragazzi siamo qua’

“Devo dire che oggi lo Stato Maggiore della Difesa ha dato idee assolutamente utili su come utilizzare vari mezzi, aerei e navali contro i cosiddetti barchini”. Matteo Salvini sta spiegando a Quarta Repubblica le nuove mosse del governo contro l’immigrazione clandestina, dopo aver toccato i temi Mediterranea, Sea Watch e calo degli sbarchi. Ma è a questo punto che il Ministro svela che “nel decreto sicurezza si possono anche intercettare gli scafisti perché, le posso dire - dice con un certo imbarazzo rivolto a Porro - senza svelare segreti istruttori e rispettando le azioni della Magistratura, che la stessa magistratura ha in mano alcuni elementi precisi, alcuni riscontri precisi.

Qui qualcuno dalla Libia telefonava dicendo ‘ragazzi siamo qua’”. Il conduttore a quel punto fa finta di cadere dalle nuvole. “A chi scusi sta dicendo? Mi sono perso un pezzo”, lo incalza. “A qualcuno, non a me e non a lei”, risponde restando sul vago Salvini. “Alle Ong”, completa la frase Porro, non smentito.
Porro: ‘Il fatto che uno scafista chiami una Ong è molto grave’

“Diciamo che la magistratura ha in mano elementi concreti - riprende allora Salvini con aria sorniona - non mi permetto di dare dei giudizi su delle telefonate in cui si diceva ‘ragazzi stiamo in Libia, stiamo per partire, dove ci vediamo?’”.

“Ma Ministro è una cosa gravissima questa”, insiste uno sbigottito Porro. “Non svelo il mistero di Fatima. La magistratura ha in mano degli elementi, non mi faccia dire altro”, conferma allora il leader leghista. “Però, insomma, il fatto che uno scafista chiami una Ong è comunque molto grave”, chiosa furbescamente Porro. “Ma secondo lei è normale - riprende un ormai incontenibile ospite - che ogni volta arriva lì una Ong spagnola, tedesca, olandese o italiana, comandata addirittura da un parlamentare che dovrebbe stare in parlamento e non a fare lo skipper nel Mediterraneo?

Le pare normale o è qualcosa di organizzato?”. Chisura degna dello svolgimento. Porro: “Guardi che la querelano un’altra volta”. Salvini: “Ma chi se ne frega”.



Gli effetti del dl Sicurezza bis: confiscato il veliero Alex
Valentina Raffa - Mar, 09/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... Y51A8meFOc

Nuova sanzione alla nave sequestrata, sconfinò due volte in acque territoriali. L'armatore: querelo Salvini

I l veliero Alex con cui Mediterranea Saving Humans ha condotto a Lampedusa 41 immigrati è stato confiscato e la Ong rischia di perderlo per sempre.

Dopo l'apertura dell'inchiesta da parte della procura di Agrigento, che sta esaminando la documentazione e i video acquisiti dalla Guardia di finanza, e dopo l'iscrizione sul registro degli indagati del comandante Tommaso Stella e del capo missione Erasmo Palazzotto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, rifiuto di obbedienza e resistenza a nave da guerra, è spuntata fuori una seconda violazione del Dl Sicurezza bis da parte della Ong con questo natante. Si tratta di un ingresso accidentale di Alex in acque territoriali avvenuto venerdì mattina. «È un pretesto del tutto illegittimo», dice Mediterranea, che sostiene di avere sconfinato entro le 12 miglia a causa di difficoltà nelle comunicazioni e per via delle correnti marine.

Ma quell'ingresso configura la reiterazione del reato, il che fa scattare la confisca del mezzo e una seconda sanzione di 65mila euro. Nel tentativo di scongiurarla, la Ong dovrà presentarsi dinanzi al prefetto di Agrigento per spiegare i motivi della reiterazione. Se la misura verrà confermata, il veliero sarà acquisito come patrimonio dello Stato.

«Se pensano di fermare così Mediterranea si illudono di grosso. Stiamo già preparando i ricorsi e con il sostegno di tutti voi torneremo presto in mare». E l'armatore di Mediterranea, Alessandro Metz, intervistato da Radio Capital, annuncia querela al ministro Salvini: «Voglio arrivare ad un processo in cui si verifichi se io sono veramente uno scafista, un trafficante, così come mi ha appellato».

Non è l'unica sfida al Viminale, perché anche Sea Eye con la Alan Kurdi rilancia: «Stiamo tornando nella zona di ricerca e soccorso». Salvini confida nella magistratura, malgrado il verdetto favorevole a Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, che ha commesso diversi reati, ma è stata perdonata dal gip di Agrigento perché lo ha fatto compiendo il dovere di salvare vite umane. «Spero che stavolta ci sia un giudice che condanna questo comandante», ha detto.

Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio è a Lampedusa ma ancora non sarebbe stata fissata la data degli interrogatori, piuttosto sembra che dovrà prendere visione del materiale acquisito dalle Fiamme gialle.

Intanto sull'isola proseguono gli sbarchi autonomi. Gli ultimi arrivati sono 19 tunisini su una piccola imbarcazione. E l'Hotspot è al collasso. Poche ore prima 10 immigrati avevano raggiunto Cala Galera con un barchino. Un altro gommone, con 60 immigrati, è stato intercettato dalla guardia costiera libica, che ha riportato tutti a terra. «Stavolta ai trafficanti è andata male!», commenta Salvini su Facebook, pubblicando la foto che ritrae il gommone e si vede lo scafista.




Arresto, confisca e sanzioni: come cambia il dl Sicurezza bis
Angelo Scarano - Mar, 09/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... rKfCIPecJs

Trovata l'intesa tra M5s e Lega sulle modifiche al testo: manette per il capitano che ignora l'alt. Braccio di ferro sulle multe

Trovato un accordo sul pacchetto di emendamenti da presentare sul dl Sicurezza Bis tra M5s e Lega.

Dopo una mattinata agitata e soprattutto dopo il blitz della Lega che ha chiesto più poteri per il Viminale sul fronte della gestione degli sbarchi, arriva un punto di intesa tra le due anime dell'esecutivo. Di fatto la Lega ha rinunciato proprio all'emendamento che assegnava al Ministero degli Interni poteri maggiori su gli sbarchi dei migranti e soprattutto sul trasbordo di stranieri irregolari. L'emendamento è saltato dopo le proteste da parte dei Cinque Stelle che hanno messo nel mirino la decisione del Carroccio di dare un'ulteriore stretta sulla gestione dei flussi dando così più potere decisionale al ministro Salvini. I leghisti, dopo le proteste dei 5 Stelle, hanno deciso di non presentare ufficialmente l'emendamento.

Tra le proproste di modifica che andranno ad integrare il testo base c'è il sequesto e la confisca della nave. Questa procedura scatta subito e con la reiterazione del reato scatta anche l'arresto immediato del comandante che non ripsetta l'alt imposto dalla Guardia di Finanza. Il pacchetto ufficiale degli emendamenti ammonta a 21 testi per correggere il testo base. Quelli del Carroccio puntano a dare una stretta ulteriore proprio sul fronte delle ong. Le multe molto probabilmente saliuranno da 150mila euro a un milione di euro.

Il piano della Lega è quello di creare una serie di norme che possano fare da deterrente per gli equipaggi delle ong che si posizionano tra l'Italia e la Libia per intervenire con i salvataggi dei barconi in avaria ignorando le direttive della Guardia Costiera libica o italiana. E in questa direzione va anche un emendamento che prevede la confisca della nave che viola le leggi italiane per poi destinare il natante alla polizia o alla protezione civile: "I natanti confiscati nel corso delle operazioni di cui all’articolo 12, comma 6-bis, sono affidati dall’autorità giudiziaria procedente in custodia giudiziale, salvo che vi ostino esigenze processuali, agli organi di polizia, nonchè Capitanerie di porto, che ne facciano richiesta rispettivamente per l’impiego in attività di polizia ovvero per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale. I mezzi di trasporto non possono essere in alcun caso alienati", si legge nell'emendamento presentato dal Movimento Cinque Stelle. Infine va sottolienato che i grillini sono fortemente contrari ad un aumento delle sanzioni e delle multe per le ong. I 5 Stelle ribadiscono la forchetta sanzionatoria tra i 10mila euro e i 50mila euro. Cifre ben lontane da quelle proposte dalla Lega. Il braccio di ferro dunque sulle norme del dl Sicurezza Bis potrebbe durare a lungo e riservere nuovi colpi di scena tra i gialloverdi.
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