La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mer mar 20, 2019 8:36 am

Mare Jonio nel porto di Lampedusa: la nave è stata sequestrata dalla Guardia di finanza
2019/03/19

https://www.huffingtonpost.it/2019/03/1 ... __mhqIpt1g

"La Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro della nave Mare Jonio, e per questo motivo la sta scortando nel porto di Lampedusa. Nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell'equipaggio". Così fonti del Viminale.

La Mare Jonio si sta dirigendo verso il molo commerciale del porto di Lampedusa per lo sbarco dei 48 migranti, su ordine della Guardia di finanza salita a bordo della nave di Mediterranea. "L'ordine dato alla polizia è di fare sbarcare i migranti dalla Mare Jonio". Lo spiega all'agenzia di stampa Ansa la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, che si trova nel molo commerciale di Lampedusa.

Intanto la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina sulla vicenda della nave Mare Jonio. Al momento, il fascicolo è a carico di ignoti.

Salvini attacca Casarini: "Cercate su Google chi è"

Uno dei migranti, con una sospetta polmonite, è stato fatto scendere dall'imbarcazione. Pietro Bartolo, medico dell'isola, afferma all'Agi: "È un caso grave e delicato che ha bisogno di cure immediate". Salvini, intanto, ribadisce la sua posizione. I porti devono "erano e rimangono chiusi". Il ministro dell'Interno ieri ha emanato una direttiva in cui si sostiene, tra l'altro, che l'azione della nave lede la sicurezza dello Stato. Ai microfoni di SkyTg 24 rincara la dose: "Questa è la nave dei centri sociali. Invito tutti a cercare su Google chi è Luca Casarini. Non hanno rispettato le regole". Dei migranti a bordo dice: "Possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede".

Il sindaco di Lampedusa: "Se vogliono sbarcare siamo qui, il nostro porto è aperto. La direttiva di Salvini? In mare non esistono circolari"

Totò Martello si chiede perché la nave non sia entrata ancora in porto: "Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati", dice il sindaco di Lampedusa, che ricorda che sull'isola gli sbarchi non si sono mai fermati. Non sa bene cosa sta accadendo e si pone degli interrogativi: "È stato autorizzato l'ancoraggio? Non lo capisco... perché non entrano? Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto".

Conte: "Non strumentalizziamo l'emergenza". Di Maio: "Non hanno rispettato le regole. Non ci sarà un altro caso Diciotti"

Sulla questione interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all'emergenza siamo tutti coinvolti", ha affermato alla Camera.

Luigi Di Maio, dal canto suo, assicura: "Non ci sarà un nuovo caso Diciotti". Intervenendo a Radio Anch'io il vicepremier ha affermato: "Le vite umane sono la nostra priorità, ma questa ong da quel che sembra non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana. In queste ore sono in contatto coi ministri competenti "per capire come fare rispettare le regole a questa ong. Non sarà un nuovo caso Diciotti, perché abbiamo il potere come Stato italiano di agire su questa nave battente bandiera italiana". Se a bordo ci sono persone che stanno male, saranno fatte sbarcare: "Sì, per carità. Ma bisogna far rispettare le regole, una ong italiana non deve permettersi di disobbedire alla guardia costiera libica".

La procura vaglia le comunicazioni tra il comandante della nave e la Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza è a bordo della nave. Secondo quanto riferiscono i volontari, l'ispezione è relativa alla documentazione di bordo. La procura di Agrigento sta vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave e la Guardia di finanza che ha intimato l'alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa (Ag). Al momento, secondo fonti vicine all'ufficio diretto da Luigi Patronaggio e dal suo vice Salvatore Vella, non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta ma la situazione è in evoluzione.

La direttiva di Salvini

Il ministro dell'Interno ha inviato il 18 marzo una direttiva ai capi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, Marina e Stato Maggiore. Nel documento si sostiene che alcune navi soccorritrici, nonostante avessero svolto l'intervento in acque non italiane e l'evento non fosse stato coordinato dalle autorità italiane, abbiano poi richiesto di approdare in Italia. E, prosegue Salvini, sebbene sulla base delle convenzioni internazionali vigenti non sussistessero i presupposti per l'assegnazione di un 'place of safety' in Italia, la nave si è poi diretta "autonomamente e deliberatamente " verso le coste italiane. Questo, sottolinea, benché le coste italiane non "risultino essere gli unici, possibili luoghi di approdo in caso di eventi di soccorso, considerato che sia i porti libici, tunisini e maltesi possono offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria". Nell'atto del ministro si legge ancora che in questi casi l'attività compiuta dalla nave: "Risulta essere finalizzata al trasferimento sul territorio italiano di migranti irregolari soccorsi nel mar Mediterraneo, facendo ricorso strumentale alle Convenzioni internazionali sul diritto del mare in materia di soccorso e violandone contestualmente le complessive disposizioni".

Secondo quanto ricostruisce la Ong, una unità della Guardia di finanza che ha scortato la nave, avevo disposto l'arresto dei motori, ma Mare Jonio ha proseguito per garantire la sicurezza dei migranti. Successivamente è sta autorizzato il punto di fonda. Per un migrante in particolare è stata chiesta l'evacuazione per sospetta polmonite. Tra i 49, ci sono 12 minori.



Nave Jonio attracca a Lampedusa: sbarcati i migranti: Salvini: "Sequestrata, chi sbaglia paga. Tutto organizzato da giorni"
19 Marzo 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ti/5047201

La nave italiana Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans che ospita i 49 migranti salvati nelle scorse ore in acque libiche è entrata nel porto di Lampedusa scortata da motovedette della Guardia di finanza. La procura di Agrigento ha disposto lo sbarco delle persone a bordo (intorno alle 13 un uomo era stato fatto scendere e portato in ospedale perché presentava i sintomi della polmonite) e, contestualmente, il sequestro probatorio dell’imbarcazione. “Liberté… liberté…”, hanno gridato i naufraghi al momento dell’ingresso nel porto. Nelle prossime ore l’equipaggio dovrebbe essere ascoltato dalla polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aperta dalla Procuratore Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, che cercheranno di capire se l’equipaggio ha agito o meno per “stato di necessità“.

Migranti, la "Mare Jonio" attracca a Lampedusa

Volume 90%

Salvini auspica arresti – “Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga”, ha twittato Matteo Salvini. Che, intervistato da Radio Radio, ha lanciato un’accusa precisa alla ong: “Questo presunto salvataggio da parte di una nave dei centri sociali era organizzato da giorni”, perché avvenisse “in prossimità del voto del Senato sul caso Diciotti“. “È certo che questa imbarcazione non abbia soccorso naufraghi ma sia inserita in un traffico di esseri umani concordato e programmato – ha proseguito il ministro dell’Interno – conto che nelle prossime ore arrivi dall’autorità giudiziaria ciò che consegue a chi viola la legge”. Ovvero gli arresti, come il capo del Viminale aveva auspicato già nel pomeriggio: “Ignorate le indicazioni della Guardia costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada“.

Questione migranti, scontro in parlamento sulla nave Jonio

Di Maio: “Non sarà un’altra Diciotti” – Una linea su cui concordano anche i vertici del M5s, alleato di governo della Lega: “Non sarà un altro caso Diciotti perché si deve risolvere presto – ha detto Luigi Di Maio a Melfi, in provincia di Potenza – ma siamo in contatto e perfettamente allineati nel governo”, ha aggiunto il vicepremier e capo politico del Movimento, che poco prima si era detto d’accordo con il sequestro: “Se le navi delle Ong non rispettano le regole, bisogna fermarle perché mettono anche a rischio la vita dei migranti”, aveva detto a Pomeriggio Cinque.

Lo scontro via radio con la Finanza – In mattinata la Guardia costiera aveva concesso all’imbarcazione di avvicinarsi all’isola a causa del maltempo. Lo scontro via radio è stato con la Finanza che, dando seguito alla direttiva emanata dal ministro dell’Interno ieri sera, aveva negato l’autorizzazione a farli scendere. Intorno alle 7.30 di questa mattina, la nave dell’organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans, si è posizionata a sud dell’isola di Lampedusa per mettersi a riparo dal maltempo. Una manovra che ha provocato momenti di tensione via radio tra il comandante e la Guardia di Finanza che ha vietato lo sbarco. La barca è stata poi circondata da tre motovedette ed è iniziata una ispezione delle Fiamme Gialle. Ieri sera l’ong aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro”, prima di fare rotta verso Lampedusa. La Finanza aveva vietato alla nave l’ingresso in acque territoriali intimando, via radio, di spegnere i motori. Ma la nave ha proseguito fino ad arrivare in Italia. Le Fiamme Gialle erano salite a bordo per un’ispezione. “Ci hanno fatto un verbale con scritto che è tutto in regola a parte il fatto che le persone sono provate”, aveva detto la Sciurba. “Per noi la direttiva non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il Diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali. Abbiamo chiesto un porto sicuro. Siamo italiani su una nave italiana che ha salvato delle persone che erano in pericolo di vita in mare. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto”.

Mare Ionio, Conte: "Non strumentalizziamo il singolo caso, di fronte a emergenza siamo tutti perdenti"

Conte: “Non strumentalizzare” – Il salvataggio ha riaperto lo scontro politico. Il dibattito si è aperto anche in Parlamento e il premier Giuseppe Conte, presente a Montecitorio per parlare del memorandum sulla Via della Seta, ha replicato agli attacchi arrivati dai banchi della sinistra dicendo: “Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all’emergenza siamo tutti coinvolti”. In ogni caso sul tema dei migranti il governo ha “una chiara linea politica che può piacere o essere opinabile – ha detto Conte nel promeriggio in Senato – Diversi indirizzi politici sono stati espressi in passato, noi non possiamo che giudicarli insoddisfacenti: il concetto di accoglienza è diverso da quello di sbarco. Consentire sbarchi indiscriminati senza limiti non equivale a offrire accoglienza”.

L’accusa del Viminale – Il Viminale, illustrando gli elementi emersi nella riunione del Tavolo di forze di polizia ed esperti convocato dal ministro per valutare la situazione sbarchi, ha spiegato che il comportamento tenuto dai responsabili della nave Mare Jonio “dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini. Nelle ultime ore, a conferma che la presenza di navi Ong è un incentivo alle partenze, si sarebbe verificato un naufragio davanti alla costa di Sabrata“. Salvini ha anche attaccato direttamente il capo missione della Mediterranea Luca Casarini, segretario regionale di Sinistra italiana in Sicilia e già leader delle tute bianche durante il G8 di Genova del 2001. “Ecco Luca Casarini”, ha scritto il leader del Carroccio su Twitter postando una sua foto, “noto tra l’altro per aver aperto l’osteria ‘Allo sbirro morto’, pluripregiudicato, coccolato da Pd e sinistra, oggi alla guida del centro sociale galleggiante arrivato davanti a Lampedusa. E noi dovremmo cedere a questi personaggi? #portichiusi”. E, poco dopo a SkyTg24, ha detto: “Questa è la nave dei centri sociali”.

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La ricostruzione del salvataggio – Secondo le prime ricostruzioni, i migranti salvati si trovavano a bordo di un gommone in avaria in acque libiche che imbarcava acqua ed erano in pericolo in vita. Si trovavano in mare da quasi due giorni e quando una motovedetta libica è arrivata sul posto, la ong ha comunicato che le operazioni di salvataggio erano già terminate. I migranti, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. “Ci stiamo dirigendo verso nord, verso il nostro Paese, perché noi battiamo bandiera italiana – aveva detto Casarini perché stavolta la nave soccorritrice non ha il vessillo di un altro Paese -. Andiamo verso Nord per dare un porto sicuro a questi naufraghi, come dice la nostra legge, e come dice anche l’umanità”.

Dalla nave è arrivata la richiesta di far scendere i 49 migranti: “Siamo attrezzati ancora per potere sfamare per qualche tempo le persone a bordo”, ha detto all’agenzia Adnkronos Alessandra Sciurba, “ma non è normale che una nave che ha compiuto il suo dovere non venga fatta attraccare in un porto sicuro. E’ chiaro che in queste situazioni non c’è garanzia sulla sicurezza a bordo. Sono situazioni che restano fuori dal diritto, siamo in fiduciosa attesa di un’assegnazione di un porto”. Per lo sbarco si è schierato anche il primo cittadino di Lampedusa Martello: “Sono i benvenuti, i porti non sono chiusi. Riesco a vedere la nave Jonio da qui, sono alla fonda a poco più di un miglio dalla costa. Noi siamo qui che li aspettiamo. Se arrivano sono i benvenuti. Se c’è bisogno del nostro intervento noi interveniamo”. E ha ricordato che “non c’è un’ordinanza di chiusura dei porti, che mi risulti”.

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Dati Viminale: “A Lampedusa sono sbarcati in 162 nel 2019” – Sono 162 i migranti sbarcati a Lampedusa dall’inizio dell’anno ad oggi, mentre nel 2018 le persone arrivate sull’isola sono state complessivamente 3.468. Lo affermano fonti del Viminale replicando al sindaco Totò Martello e sottolineando che si tratta di “numeri che sono compresi nella statistica quotidianamente pubblicata sul sito del ministero dell’Interno e comprendono tutti gli arrivi, anche con imbarcazioni di fortuna, i cosiddetti ‘microsbarchi'”. Si tratta, aggiunge il Viminale, di “numeri ufficiali, verificati e che si basano sull’attività svolta quotidianamente dalla polizia”. Dunque “è peraltro singolare immaginare che su un’isola si possano verificare arrivi senza che gli stessi vengano verificati e subito contabilizzati”. Nel dettaglio, sono stati 8 gli sbarchi: 5 a gennaio, uno a febbraio e 2 a marzo. In tre casi i gommoni erano partiti dalla Libia, negli altri dalla Tunisia. In quattro degli 8 casi – per un totale di 43 persone – i migranti sono arrivati direttamente sull’isola senza essere intercettati.

Zingaretti: “Ennesima tragica sceneggiata” – Attacchi al governo da sinistra. Per il segretario Pd Nicola Zingaretti, siamo di fronte “all’ennesima sceneggiata”: “In totale assenza di politica estera e sull’immigrazione, stiamo assistendo all’ennesimo tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare #MareJonio”, ha scritto su Twitter. Mentre in Aula alla Camera, rivolgendosi al premier Conte, è intervenuto anche il segretario nazionale di Sinistra italiana-Leu Nicola Fratoianni: “Quei migranti sono stati salvati da chi oggi compie il suo dovere cercando di restituire onore e dignità a un Paese che la sta perdendo ogni giorno grazie alla protervia, all’arroganza e alla violenza del ministro dell’Interno e all’ignavia di un governo che nel suo complesso non è in grado di assumersi le sue responsabilità. Nella giornata di ieri quando sono stato informato del salvataggio in corso ho cercato innanzitutto il ministro competente, il ministro Toninelli. Mi ha risposto la sua segreteria dicendomi che si trovava in volo e che mi avrebbe richiamato. Ad oggi non ho ricevuto nessuna chiamata da Toninelli”.



Migranti. Michele Santoro attacca Salvini: “Arrestate lui
19/20 marzo 2019

https://www.lecodelsud.it/migranti-mich ... AgWIsxzhJg

La Mare Jonio della ong Mediterranea, con a bordo 49 migranti, è entrata nel porto di Lampedusa dopo 12 ore di attesa al largo dell’isola. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al momento contro ignoti. Le Fiamme gialle hanno sequestrato la nave e nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell’equipaggio. Dunque, ordine di sbarco dalla nave.

Sul sequestro, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dice: ” Ottimo, ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga”.

Durissimo l’attacco del giornalista Michele Santoro a Salvini: “Di fronte al mondo civile mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di avere un ministro dell’Interno che si chiama Matteo Salvini. Uno che ha trasformato il Viminale, che dovrebbe essere la casa sicura di tutti, in un’agenzia di pubblicità al servizio di un partito, uno che dovrebbe garantire il rispetto della legge e invece non fa altro che violarla. Non è il ministro della sicurezza, è il ministro della guerra civile: trattiene impunemente gente inerme in ostaggio, si sostituisce ai magistrati nell’indicare reati, celebra processi sommari pronunciando a mezzo stampa sentenze che prevedono il carcere per chi non condivide la sua disumanità. Salvini è un pericolo per la nostra democrazia e continuare a sottovalutarne la natura eversiva è una responsabilità che non voglio condividere. Ogni giorno che passa – aggiunge Santoro – il suo disprezzo per le minoranze si fa più grande e minaccioso e la civile convivenza tra diversi nel nostro Paese diventa più improbabile. Dialoga con i fascisti, si presenta ai convegni dei tradizionalisti che insorgono contro i diritti civili e la libertà della donna, viola i principi su cui si basa la nostra Costituzione che ha giurato solennemente di rispettare. Se c’è uno che va processato è lui. Se c’è uno che ha invaso la nostra vita è lui. Se c’è uno che va arrestato è lui”.

Michele Santoro lo scrive in un editoriale dal titolo “Arrestate lui“, pubblicato anche sulla pagina Facebook “Michele Santoro presenta” .


Alberto Pento
Un'altro fascista-rosso nazi-comunista filo nazi-maomettano, una mostruosità umana. Un duo orrendo e demenziale Casarini e Santoro peggio di Stalin e Lenin.



Ecco come si è sbloccato il caso della Mare Jonio
Nico Di Giuseppe - Mar, 19/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... fn0P17l300

Alla fine va come voleva Matteo Salvini senza che davvero lui ci mettesse mano. Ecco come è andata

Al Viminale sono state ore concitate: la nave Mare Jonio spinge verso l'approdo in Italia, il ministero dell'Interno risponde con una direttiva per uno "stop definitivo alle azioni illegali della Ong". Poi l'epilogo: nave sequestrata, migranti scesi e interrogatori in vista. Fonti vicino al capo della Lega garantiscono che questa volta nulla è comparabile al caso Diciotti. La Guardia di Finanza sale a bordo della Mare Jonio dopo che quest'ultima non si ferma all'alt e prosegue verso Lampedusa e al Viminale viene convocato un tavolo permanente con esperti e vertici delle forze di polizia e della Marina. La procura di Agrigento apre un fascicolo con l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Poi la decisione del sequestro come atto probatorio: un'iniziativa della Guardia di finanza che dovrà essere confermata entro 48 dalla Procura.

Salvini è comunque soddisfatto, al futuro dei migranti ci penseranno i magistrati mentre nella compagine di governo si respira un'aria di calma apparente. I grillini sulla questione usano toni morbidi: mercoledì in Senato c'è il voto sulla Diciotti e bisogna stare tutti compatti. Luigi Di Maio torna a garantire il voto del Movimento cancellando con un tratto di penna i dissidenti. Salvini, indagato per sequestro di persona, ha agito nell'interesse del Paese all'interno di una decisione collegiale. Per rimarcare il concetto in aula ci sarà anche il premier Giuseppe Conte che con Di Maio e Toninelli fanno quadrato intorno al capo del Viminale. Il leader della Lega interverrà con una relazione, "senza alcun timore" dopo che Gasparri ripercorrerà la vicenda e illustrerà la proposta votata dall'organo di Palazzo Madama su cui si dovranno esprimere i senatori. Il voto sarà palese e Salvini potrà contare sull'aiuto fraterno di Forza Italia e Fratelli d'Italia che garantiranno l'appoggio esterno condividendo la scelta della linea dura sui porti. Pallottoliere alla mano c'è da stare tranquilli, poi all'interno del Movimento i conti si faranno un altro giorno.



"Guardate chi è Luca Casarini". Salvini, verità brutale sull'Ong: un centro sociale galleggiante
19 Marzo 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... sx1GfmbnyU

Un "centro sociale galleggiante". Così, al Viminale, definiscono la Ong Mediterranea e la sua nave Mare Ionio, che in queste ore è ferma a una miglia e mezza da Lampedusa con 50 migranti a bordo, salvati al largo della Libia. E lo stesso ministro degli Interni Matteo Salvini punta il dito contro la Ong: "L'Italia non deve cedere ai ricatti della nave dei centri sociali e di chi si rende complice dei trafficanti di esseri umani", scrive su Twitter, facendo poi un nome pesante: "Cercate in rete chi è il signor Luca Casarini".

Chi ha buona memoria non faticherà a ricordarlo in prima fila a Genova 2001 contro il G8 e in tante piazze d'Italia contro il governo di Silvio Berlusconi. Era uno dei leader degli antagonisti, capo dei centri sociali del Nord Est, i più temuti dalle autorità per la radicalizzazione della loro "lotta al potere". Chiuso quel capitolo, il mestrino Casarini, 52 anni a maggio, si è riciclato nel modo più semplice possibile, vale a dire nell'ampio fronte dell'internazionale pro-migranti. Da "disobbediente" (noto alle forze dell'ordine) a obbediente al verbo di George Soros e sodale delle Ong tedesche, olandesi e spagnole. Nel suo curriculum di tutto rispetto spiccano incarichi politici nell'ex Sel, detenzione domiciliare per occupazione abusiva di immobili, affidamento in prova ai Servizi sociali e, dall'1 novembre 2018, la svolta marinara quando ha deciso di imbarcarsi sulla Mare Ionio. Fin che la barca va...




Andrea Indini il Giornale

https://www.facebook.com/domenico.baldu ... 2155553819

Nonostante Matteo Salvini abbia chiuso tutti i porti del Paese, ci sono ancora alcune organizzazioni non governative che provano a infrangere le leggi del mare andando a recuperare gli immigrati al largo della Libia per poi provare a scaricarli sulle nostre coste. Il salto di qualità è stato mettere in mare una nave battente bandiera italiana: la Mar Jonio della ong Mediterranea. A favorire quest’ultimo blitz sono state anche le continue ingerenze della magistratura nelle decisioni del Viminale.

I soliti giudici buonisti si sono intromessi a più riprese cercando, anche forzando il diritto, di evitare la chiusura dei porti alle navi delle ong straniere. E hanno favorito, in questo modo, l’approdo di immigrati (clandestini) recuperati nel Mar Mediterraneo direttamente dai barconi guidati dai trafficanti di uomini. Non da ultimo, l’inchiesta sulla nave Diciotti, che quasi sicuramente finirà con un nulla di fatto, è il vero vulnus sul quale i buonisti fanno leva per cercare di bucare la legge e fare entrare nel nostro Paese quanti più disperati possibile. D’altra parte, come svelato nelle scorse ore dal Viminale (qui l’informativa integrale), il modus operandi è sempre lo stesso: il “soccorso, a opera di navi, di migranti irregolari in acque di responsabilità non italiane” e il “successivo trasferimento dei medesimi migranti, nonostante il Comando delle Capitanerie di Porto italiano non avesse coordinato l’evento e, quindi, in violazione delle leggi in materia di immigrazione”. A dare la forza (e la sfrontatezza) di violare queste leggi sono, purtroppo, alcuni giudici che dovrebbero far rispettare certe norme. Era successo in passato con navi come la Sea Watch e la Aquarius, si ripete oggi con la Mar Jonio che è arrivata addirittura a ignorare l’ordine della Guardia di Finanza, che le vietava l’ingresso nelle nostre acque territoriali, e a puntare dritta verso il porto di Lampedusa.

Il blitz della ong Mediterranea punta a mettere il Viminale sotto scacco ricreando lo stesso stallo che l’anno scorso, per dieci lunghi giorni, aveva tenuto in rada la nave Diciotti senza farla sbarcare. Da quel braccio di ferro è partita, poi, una crociata giudiziaria, portata avanti da giudici convinti che Salvini non possa vietare lo sbarco alle persone, anche se queste non hanno alcun diritto di sbarcare. Molto probabilmente, non è un caso fortuito che la Mar Jonio abbia deciso di sfidare il governo alla vigilia del voto in Aula sul caso Diciotti. Finché ci saranno magistrati accondiscendenti, le ong continueranno a proliferare nel Mar Mediterraneo. D’altra parte le organizzazioni non governative operano in un contesto – quello delle leggi del mare – molto ambiguo. Se il governo decide (legittimamente) di chiudere i porti ai clandestini, ma poi la magistratura (indagando i ministri) tenta di impedirlo, le ong si sentiranno sempre “autorizzate” a provarci e riprovarci, facendo leva su interpretazioni buoniste delle leggi nazionali e internazionali.

Il caso della Mar Jonio rischia di essere ancora più complicato dei precedenti. Se con la Sea Watch e con la Aquarius, Salvini ha fatto pressioni sull’Unione europea e su quei Paesi, la cui bandiera sventolava sulle imbarcazioni cariche di clandestini, per sbloccare la situazione, ora con la nave della Mediterranea, che batte bandiera italiana, c’è il rischio (drammatico) di imbattersi nel solito azzeccagarbugli capace di appigliarsi a un qualche cavillo per aggirare la chiusura dei porti. Per spazzarli via, il governo dovrà tirar dritto sulla propria strada, infischiandosene di chi vuole piegarlo a politiche buoniste. Anche a costo di imbattersi in altri odiosi processi.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven mar 22, 2019 8:38 pm

Anche un migrante rispedito 5 volte in Libia a bordo della Mare Jonio sequestrata
2019/03/20

https://sicilia.gazzettadelsud.it/artic ... b4vmRjXJGY

Sono sbarcati ieri sera tra gli applausi i 48 migranti dalla nave Mare Jonio approdata nel molo del porto di Lampedusa, scortata dalla guardia di finanza. I primi a scendere sono stati i minori, in tutto dodici.

Mentre scendono dalla nave applaudono anche i migranti che gridano di gioia «Libertà, libertà». L’ultimo saluto prima di scendere dall’imbarcazione lo ricevono da Luca Casarini, capo della missione. I migranti, soccorsi nel Mediterraneo, sono stati accompagnati nell’hotspot di contrada Imbriacola.

Qualche ora dopo, in piena notte, è stato notificato il sequestro probatorio della nave Mare Jonio al comandante Pietro Marrone, convocato d’urgenza dalla guardia di finanza a Lampedusa. Il sequestro è stato disposto dalla procura di Agrigento, che ha aperto una inchiesta per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Al momento non ci sarebbero indagati.

Tra i migranti arrivati con la Ong Mediterranea c'è anche chi ha tentato di fuggire da guerre e povertà attraversando il Canale di Sicilia a bordo dei barconi ma per cinque volte è stato rispedito in Libia: è il racconto di uno dei naufraghi sbarcati a Lampedusa, raccolto dai soccorritori.

Il migrante africano ora si trova nel centro di accoglienza dell’isola, assieme agli altri naufraghi. «Addosso porta i segni dei maltrattamenti subiti nei campi libici», raccontano i soccorritori.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven mar 22, 2019 8:39 pm

La furia del senegalese sul bus: "I migranti muoiono per colpa di Salvini"
Claudio Cartaldo - Mer, 20/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/fu ... WtAukSVQ0A

Ousseynou Sy dirotta e incendia un bus delle scuole medie: "Le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini"

Il suo intento era quello di vendicare i morti nel Mediterraneo.

Il senegalese che ha dirottato e dato alle fiamme un bus sulla Paullese a Milano voleva raggiungere l'aeroporto di Linate e, chissà, fare una strage. Ha sequestrato 51 ragazzini delle medie Vailati di Crema sull'autobus che avrebbe dovuto riportarli dalla palestra a scuola, lo ha dirottato (era lui l'autista) e infine gli ha dato fuoco.

Secondo quanto emerso dalle prime testimonianze, quelle dei ragazzi e degli accompagnatori a bordo, l'autista avrebbe iniziato ad urlare e a mostrare le taniche di benzina (con cui aveva cosparso il bus) e un accendino. L'intento era chiaro. "Ci ha ammanettati e ci minacciava. Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco - racconta una testimone - Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini. Poi i carabinieri ci hanno salvati". E ancora: "Ci ha preso i telefoni ma un compagno è riuscito a tenerlo. Ha avvertito il padre, che ha avvisato i carabinieri. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista. Ci diceva che non succederà niente e ogni volta minacciava di versare la benzina".

A salvare i ragazzini sono stati i carabinieri. Avvertiti da uno degli alunni a bordo, hanno prima tentato di bloccare il bus (che li ha speronati). Poi a mani nude hanno spaccato il vetro del mezzo per liberare gli studenti.

L'uomo, Ousseynou Sy, è un senegalese con cittadinanza italiana ed ha diversi procedimenti penali per guida in stato di ebrezza e violenza sessuale. "Nostro collaboratore almeno dal 2002, dal 2004 era in servizio a tempo pieno - ha dichiarato Autoguidovie, la società che gestisce il bus - Negli anni non ha mai dato segnali di squilibrio, né avevamo mai ricevuto reclami sulla sua condotta come autista. A livello di compartimento aziendale (Crema e zone limitrofe) non eravamo a conoscenza dei suoi precedenti penali".


Alberto Pento
Cosa c'entriamo noi con i clandestini che annegano mentre stanno compiendo il crimine della traversata clandestina.
La responsabilità dell'insano gesto terroristico è di dementi come Saviano, Toscani, Santoro, Lucano, Boldrini, Casarini, Bonino, Orlando e altri che attribuiscono arbitrariamente a noi e al mimistro Salvini la responsabilità per non accettare il presunto obbligo/dovere di farci loro schiavi andando a prenderli, accogliendoli, ospitandoli, mantenendoli, servendoli, lavorando per loro, facendoci stuprare, derubare, rapinare, maltrattare, uccidere, maomettizzare.

A costui andrebbe revocata d'ufficio la cittadinanza italiana
.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven mar 22, 2019 8:39 pm

Mare Jonio, Luca Casarini indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Antonio Massari
22 Marzo 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... aSsuXvjjas


È entrato come persona informata sui fatti ed è uscito da indagato. Dopo un interrogatorio di quasi otto ore Luca Casarini esce dalla caserma della Guardia di finanza di Lampedusa con l’accusa di concorso favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In qualità di capo missione della Ong Mediterranea Casarini ha condiviso operativamente le decisioni prese dal comandante della nave Mare Jonio, Pietro Marrone, quindi è anch’egli sotto indagine per le medesime accuse. È accusato in concorso di aver violato anche l’articolo 1099 del codice della navigazione, ovvero di aver disobbedito all alt impartito dal pattugliatore della gdf prima di entrare nelle acque territoriali italiane. La prossima settimana, nella nuova veste di indagato, quindi con la presenza del suo avvocato, Casarini sarà nuovamente interrogato ad Agrigento dai titolari del fascicolo Salvatore Vella e Cecilia Baravelli.

I magistrati della procura di Agrigento, che è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, sono da giorni ormai sull’isola per coordinare personalmente le indagini sul caso della nave della Ong Mediterranea, avvicinatasi alla costa di Lampedusa nonostante un iniziale divieto della Guardia di finanza. La nave aveva salvato 49 migranti naufragati sulle acque di fronte alla Libia.

La notizia dell’indagine su Casarini era attesa da quando nel registro degli indagati era finito il comandante della nave. “Sono tranquillo, ho fatto il mio dovere. Avrei dovuto lasciarli morire? Rifarei tutto per salvare le persone”, il commento di Marrone. Due giorni fa i pm hanno convalidato il sequestro probatorio della nave disposto ieri dalla Guardia di Finanza. “Ovviamente nei prossimi giorni faremo ricorso. Noi non godiamo di nessuna immunità, ma siamo certi di avere operato nel rispetto del diritto e felici di avere portato in salvo 50 persone”, ha annunciato la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » mer mar 27, 2019 11:18 pm

Migranti, Matteo Salvini: “Mercantile dirottato dopo aver salvato naufraghi. Sono pirati”
27 marzo 2019 16:33
Annalisa Cangemi

https://www.fanpage.it/migranti-salvini ... ono-pirati

"C'è in corso un'ipotesi di dirottamento di un mercantile che stava arrivando in Libia dopo aver soccorso migranti e che invece ora sta dirigendosi a nord, verso Malta o Lampedusa. Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare, con migranti che hanno dirottato il mercantile che era arrivato a 6 miglia dalla costa libica. Sappiano che l'Italia la vedranno col cannocchiale", ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini.

Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, il mercantile Elhiblu I con un gruppo di migranti a bordo, salvati da un naufragio di fronte alle coste libiche, sta facendo rotta verso Nord. Un cambio di rotta repentino, dopo che la motonave era arrivata fino a 6 miglia dall'ingresso del porto di Tripoli. "Non sono naufraghi ma pirati", è l'accusa di Matteo Salvini. A bordo dell'imbarcazione ci sarebbero 108 persone. In mattinata una motovedetta libica aveva intercettato e salvato 120 migranti naufragati in acque SAR libiche e ora sta rientrando a Tripoli.

Salvini ha aggiunto in diretta su Facebook: "In Italia no". Lo scrive su una mappa ai ‘pirati' che hanno dirottato il mercantile. "Dico ai pirati… l'Italia scordatevela. Questa è la dimostrazione che non si tratta di un'operazione di soccorso ma di un traffico di esseri umani gestito in maniera criminale", ha ribadito il vicepremier durante il collegamento.

"Mediterranea Saving Humans sta monitorando, minuto per minuto, il caso della nave mercantile ‘El Hiblu 1', petroliera di proprietà turca e battente bandiera di Palau, che ha fatto rotta verso nord dopo aver salvato in mare 108 persone fuggite dai campi di concentramento libici, in cerca di rifugio sulle coste europee", hanno scritto i volontari che con nave Mare Jonio si alternano con Sea Watch e Open Arms per operare nel Mediterraneo. "L'articolo 33 della Convenzione di Ginevra parla chiaro – prosegue Mediterranea – ‘nessuno Stato contraente espellerà o respingerà in qualsiasi modo un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate'. I governi che si oppongono a questo salvataggio e pretendono che la nave consegni i naufraghi in un porto libico compiono un reato oltre che un atto disumano. Facciamo appello alle istituzioni europee perché non voltino la testa da un'altra parte ed aiutino le persone in fuga dai campi di concentramento libici".

"Alla ‘El Hiblu 1' deve essere immediatamente assegnato un porto sicuro in un Paese europeo – conclude la rete delle associazioni – dove alle persone salvate siano garantiti i diritti umani fondamentali. Queste persone non possono ne' devono essere trattate come ‘pirati' o criminali, ma come richiedenti asilo in fuga dall'inferno dei campi di detenzione libici".




Luca Casarini: “Sul mercantile non ci sono pirati, ma persone in fuga”
27 marzo 2019

di Guido Ruotolo

https://www.michelesantoro.it/2019/03/l ... diterranea

Luca Casarini ha inviato un video a Servizio Pubblico sull’odissea della El Hiblu 1, la nave turca battente bandiera di Palau con a bordo 108 persone fuggite dai lager libici, che secondo il ministro dell’Interno è stata dirottata “non da naufraghi ma da pirati”.

Salvini dice che è un caso di pirateria nel Mediterraneo, mentre secondo Luca Casarini si tratta di migranti in fuga da lager libici, che il diritto internazionale tutela imponendo la loro accoglienza nel primo paese di approdo. “Non si tratta di pirateria ma sono persone che secondo tutte le convenzioni hanno il diritto di essere soccorse e portate in un luogo sicuro in Europa, perché stanno scappando da stupri e torture. Quindi noi come Mediterranea abbiamo chiesto il soccorso da parte dell’Unione Europea e il divieto di respingere queste persone da dove sono scappate”, dice nel video.

Luca Casarini ha mandato questo commento dalla nave Mare Jonio della ONG Mediterranea, che il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il sostituto Cecilia Baravelli hanno appena dissequestrato per “cessate esigenze probatorie, dopo gli accertamenti della Guardia di finanza”. La nave era stata bloccata dopo aver salvato, a 46 miglia dalla costa libica, 50 migranti e dopo essere approdata al molo di Lampedusa.

La conferma del provvedimento è arrivata anche dalla stessa ong. “Felici di annunciare che Mare Jonio è libera. Ci è stato notificato dalla Procura di Agrigento il dissequestro della nave. Andiamo avanti. A testa alta”, scrive Mediterranea in un tweet.



Nave mercantile dirottata dai migranti. Il Viminale: "È un atto di pirateria"
27 Marzo 2019

https://www.iltempo.it/cronache/2019/03 ... v7zIaaCmKw

La questione migranti torna prepotentemente in cima all’agenda italiana ed europea.
Il mercantile Elhiblu I, con a bordo 108 persone salvate da un naufragio nello specchio d’acqua della Libia, a sei miglia da Tripoli ha deviato inaspettatamente verso il Nord. Il dirottamento sarebbe stato ’impostò dai migranti, che non volevano far ritorno nel Paese nordafricano.
Non sono naufraghi, ma «pirati», sostiene lapidario il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il vicepremier brandisce in diretta Facebook dal suo ufficio del Viminale una cartina. La usa per indicare il punto in cui si trova la nave, quando è ancora a metà strada tra Lampedusa e Malta. «L’Italia scordatevela», avverte.
Per lui, le operazioni di soccorso non c’entrano più: «Questa è la dimostrazione evidente che si tratta di traffico di esseri umani. Un atto di delinquenza, di criminalità organizzata. E le acque italiane sono precluse ai criminali», dice, scrivendo un enorme ’Nò sulla mappa con una Bic blu.
Intanto, per lui, i guai giudiziari potrebbero non essere finiti. Perché la vicenda della Sea Watch rischia di trasformarsi in un nuovo caso Diciotti. A gennaio scorso la nave dell’ong tedesca, dopo aver soccorso in acque italiane 47 migranti, ha dovuto attendere per giorni prima di poter attraccare nel porto di Catania. Nel fascicolo della procura di Roma, le contestazioni si sono aggravate e nell’inchiesta contro ignoti - inizialmente aperta per omissione di atti di ufficio - si ipotizza, di nuovo, il reato di sequestro di persona. Saranno le procure siciliane a dover valutare se esistono gli estremi perché il dossier passi nelle mani del tribunale dei ministri. Sul fronte europeo, l’Unione decide di prolungare di sei mesi la missione Sophia, fino a settembre 2019, sospendendo però temporaneamente il dispiegamento dei mezzi di salvataggio al largo della Libia. E lascia irrisolto il nodo degli sbarchi. «L’operazione è navale. È chiaro che senza mezzi marittimi non potrà più eseguire efficacemente il suo mandato», osserva un funzionario europeo. Ma il Mediterraneo, senza navi di soccorso, rischia di diventare un cimitero ancora più affollato.
A gennaio, la capitaneria di porto di Barcellona aveva negato a tre navi dell’Ong Proactiva Open Arms il permesso di lasciare il porto catalano per raggiungere il Mediterraneo Centrale e proseguire nell’attività di ricerca e soccorso delle vite dei naufraghi, in arrivo dalla Libia.
Intervistato dalla tv spagnola laSexta, Papa Francesco è durissimo. Tenere ferme le navi è un’ingiustizia, afferma: «Perché lo fanno? Per farli annegare?».



Alberto Pento
Bergoglio si noleggi delle navi vada a prelevarli in Libia e se li porti in Vaticano e se li mantenga a sue spese in Vaticano però, non in Italia e se gli riesce di avere il permesso di attraversare il territorio italiano per arrivare in Vaticano con i suoi salvati africani e nazi-maomettani. Se scappano in Italia però ne deve rispondere.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven mar 29, 2019 4:02 am

24 ore di ordinaria follia nel Mediterraneo
di Luca Gambardella
2019/03/28

https://www.ilfoglio.it/cronache/2019/0 ... 6MnTnVe7Eg

La vicenda dei 108 migranti che ieri hanno preso il comando di una nave mercantile al largo della Libia si è conclusa stamattina grazie all’intervento della Marina militare maltese. Le autorità hanno detto che, delle persone a bordo, 5 sono state arrestate una volta a terra, mentre le altre – tra cui 12 minori e 19 donne – saranno trattate come richiedenti asilo. “Non ci sottraiamo alle responsabilità nonostante le nostre dimensioni. Ora seguiremo tutte le norme internazionali”, ha scritto su Twitter il premier maltese Joseph Muscat. Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, ha elogiato l’intervento della Valletta ed è tornato ad attaccare i migranti: “E’ la dimostrazione che l’immigrazione è gestita da criminali e va bloccata con ogni mezzo lecito”, ha detto il vicepremier. Già ieri il ministro dell’Interno aveva definito “atto di pirateria” quello avvenuto a poche miglia dalla Libia e aveva aggiunto che i migranti “vedranno l’Italia dal cannocchiale”. Poco dopo la notizia del dirottamento del mercantile era chiaro che la rotta seguita dalla nave conduceva verso Malta. Eppure, ieri in serata si era diffusa la notizia che la Guardia costiera e la Marina italiana a Lampedusa fossero in stato di allerta. Un'indiscrezione smentita stamattina dal sindaco dell’isola, Salvatore Martello.

La Guardia costiera libica “fuori servizio”

Nella notte tra martedì e mercoledì, la nave ong Alan Kurdi (l’unica attualmente in attività nel Mediterraneo dopo la stretta voluta dal governo italiano) ha rilevato un’intensa attività di voli sar (search and rescue) e di comunicazioni radio VHF al largo della Libia. Tra queste, ha detto l’equipaggio dell'Alan Kurdi, sono state intercettate anche delle conversazioni tra le navi cargo e un aereo della Marina militare di un paese europeo in volo sulla zona. Diverse navi commerciali erano state contattate dalla Guardia costiera libica, che evidentemente era in difficoltà a causa delle tante partenze di barconi avvenute nelle stesse ore. L’Unhcr ha detto che quella notte altre 117 persone erano state intercettate dalla Guardia costiera libica. Negli ultimi giorni, complici il mare calmo e un Mediterraneo privo di controllo (a parte quello dei libici), gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane sono aumentati sensibilmente e i barconi sono riusciti ad arrivare in modo autonomo direttamente nei porti italiani a Lampedusa, Teulada e Leuca.

Tra le navi contattate dai libici c’era anche il mercantile Elhibru 1, con 6 uomini di equipaggio di nazionalità turca, indiana e libica e battente bandiera di Palau. La nave era partita dalla Turchia e faceva rotta verso Tripoli. Ieri mattina la nave ha effettuato il salvataggio dei 108 migranti in difficoltà “in pericolo di vita” su richiesta della Guardia costiera libica che, come ha dichiarato il capitano una volta arrivato a Malta, ha riferito di essere “fuori servizio”.

Fuga dalla Libia

Completato il salvataggio, la nave ha ripreso la sua rotta verso Tripoli nella mattinata di ieri. È in quel momento, ad appena sei mille dalla costa, che i 108 naufraghi si sono resi conto che sarebbero tornati nelle carceri libiche e allora hanno deciso di prendere il controllo della nave. Molti di loro ormai tentano la traversata anche 5 volte prima di riuscire ad arrivare in Italia e sono disposti a tutto pur di non tornare nei campi di prigionia libica. A testimoniare la gravissima situazione dei migranti in Libia, pochi giorni fa, era stato David Gilmour, vice segretario generale dell’Unhcr. Il 90 per cento degli intervistati mostra segni di tortura e di stupro, ha detto Gilmour: “Raccomandiamo all’Ue e ai suoi stati membri di riconsiderare con urgenza il loro sostegno operativo alla Guardia costiera libica, che continua a mettere in pericolo la vita dei migranti in mare e che riporta i migranti intercettati in mare a condizioni di detenzione arbitraria e torture”.

È questo, con ogni probabilità, che ha spinto le 108 persone raccolte a bordo della nave a rischiare il carcere in Europa, piuttosto che in Libia. Il capitano della nave ha raccontato che le persone salvate erano molto spaventate e che non volevano essere riportate in Libia.

L’arrivo a Malta

Intorno all’ora di pranzo di ieri era stato Matteo Salvini a dare pubblicamente la notizia, durante una conferenza stampa al Viminale: “C’è in corso una ipotesi di dirottamento di un mercantile che stava arrivando in Libia e che invece si sta dirigendo verso Malta o Lampedusa. Non siamo più ai soccorsi, è il primo atto di pirateria, di delinquenza in alto mare". E ancora: “Ci sono dei migranti che sarebbero stati soccorsi e che invece a 6 miglia da Tripoli dirottano la nave. Sappiano che le acque territoriali italiane le vedono con il cannocchiale, non sono naufraghi ma pirati”.

La notizia del dirottamento è confermata poco dopo dalle autorità maltesi. Seguono ore di tensione, con notizie confuse, finché arriva il comunicato delle forze armate maltesi. Poco prima delle 8 del mattino la nave Elhibru 1 è stata abbordata da un’unità delle forze speciali che ne hanno preso il controllo conducendola al porto della Valletta, al molo Boiler Wharf. L’operazione di abbordaggio ha coinvolto diverse unità navali e aeree maltesi, che hanno impedito alla nave di entrare in acque territoriali e l’hanno scortata nelle fasi successive.


Gino Quarelo
Tortura in Libia tutta da dimostrare?
In ogni caso che stiano a casa loro e non vadano in Libia da clandestini e quindi da criminali che giustamente la Libia imprigiona. Non siamo noi responsabile e non abbiamo alcun dovere e alcun obbligo.
In Africa, in ogni luogo tra i più sperduti di questo grande continente, gli africani sanno cosa succede in Libia, nel Mediterraneo e in Europa e vanno in Libia in piena consapevolezza da promotori della loro clandestinità criminale e complici del traffico altrettanto criminale di clandestini.
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Messaggioda Berto » ven mar 29, 2019 9:41 am

Lampedusa, lettere di minacce e insulti al sindaco: "I migranti? Portali a casa tua"
Salvatore Martello, del Pd, racconta di avere ricevuto decine di messaggi con invettive da quando ha dichiarato che "i porti dell'isola sono aperti"
28 marzo 2019

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2 ... -222690785

"Criminale, socio della mafia, portali a casa tua, comunista di merda". E' solo una delle ultime lettere piene di insulti, e altre ancora con minacce, ricevute dal sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, del Partito democratico. "Mi scrivono sia privatamente su Messenger oppure mi inviano lettere. Ne ricevo a decine", confida Martello all'agenzia Adnkronos. L'ultima cartolina arriva dall'isola di Burano, dove campeggiano casette colorate e, ovviamente, non è firmata.

Martello viene accusato di avere aperto le porte ai migranti, soprattutto dopo avere detto di recente che i porti "di Lampedusa sono aperti" riferendosi alla nave "Mare Jonio", con a bordo 49 migranti, tra cui 15 minori. "Ma è la verità - dice sconsolato Martello - non mi risulta che ci sia un'ordinanza che prevede la chiusura dei porti in Italia e neppure a Lampedusa. E lo dimostra il fatto che negli ultimi giorni ci sono stati due sbarchi, con decine di persone, tra cui bambini e donne, arrivati al porto direttamente sui barchini. Anche se nessuno ne parla e non si fanno tweet...".

La frase che echeggia su molte delle lettere arrivate recita: "Portali a casa tua". "Queste missive arrivano da tutta Italia - spiega Martello - oppure mi scrivono direttamente. Uno mi ha scritto che non tornerà più a Lampedusa". "Io li vorrei incontrare di persona - dice ancora il sindaco di Lampedusa - mi piacerebbe vedere da vicino questi vigliacchi che si nascondono dietro l'anonimato. Abbiano il coraggio di farsi vedere. Ma non lo fanno".

"Brutto asino - scrive un altro anonimo a Martello - invece di pensare agli immigrati, dove hai degli interessi economici, cerca di pensare alla tua isola". E un altro: "Lampedusa è ormai provincia di Addis Abeba?". Finora Martello non ha presentato alcuna querela. "Che senso ha...?", dice. Poi aggiunge: "Queste cose vengono alimentate da una cattiva informazione che viene fatta anche da qualche esponente del governo...".
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » dom mar 31, 2019 12:06 am

Migranti, Salvini “Libia porto sicuro”/ Ora d’accordo anche l’Ue “Tripoli affidabile”
https://www.ilsussidiario.net/autori/niccolo-magnani
2019/3/29

https://www.ilsussidiario.net/news/poli ... 2onnNrkP5E

Il caso del mercantile El Hiblu 1 potrebbe aver segnato un “cambiamento” nella sempre delicatissima vicenda dei migranti nel Mediterraneo: dopo il dirottamento e lo sbarco a Malta, ora dall’Ue arrivano direttive che provano a ribadire la sicurezza e affidabilità dei porti della Libia, specie a Tripoli. Un battaglia di Salvini non da ieri viene, pare, fatta propria dall’Unione Europea come annuncia il Viminale questa mattina: «La Libia può e deve soccorrere gli immigrati in mare, e quindi è da considerare un Paese affidabile» precisa il Ministero degli Interni chiarendo che i migranti riportati a terra dalla Guardia Costiera libica sono tutelati dalla presenza del personale Oim – l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – sul territori libico. Ad assicurare il tutto la Commissione Europea che proprio in questi giorni ha ricordato come la Libia ha «ratificato la Convenzione di Amburgo del 1979 e quindi rientri a pieno titolo nel piano globale SAR gestito dall’IMO (Organizzazione marittima internazionale)».


LE NUOVE DIRETTIVE UE

Salvini nelle ultime ore, per rispondere alle tante critiche sulla sua persistita linea dei “porti chiusi” ha ricordato come la Libia «da considerare un Paese affidabile. Dove gli immigrati che vengono riportati a terra dalla Guardia Costiera vengono tutelati dalla presenza del personale Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni». Il Ministro fa riferimento appunto alle ultime direttive Ue, con la Commissione che ha in effetti richiamato i successi della Guardia Costiera libica, che nel 2018 (dati OIM) ha salvato 15.358 persone, riportandole in Libia presso i porti di Tripoli, Homs e al-Zawiya, tutti punti di sbarco dove opera l’Oim. Per questo motivo, il Governo italiano con Salvini fa pieno riferimento alla garanzia che l’ente comunitario riserva per i diritti degli immigrati (che non vengano portati ne centri di detenzione-lager che comunque e purtroppo esistono ancora in Libia). A non essere per nulla d’accordo con l’intera linea è la portavoce dell’UNHCR (l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati), Carlotta Sami: raggiunta da Repubblica commenta «Non consideriamo la Libia un porto sicuro e i rifugiati soccorsi e i migranti non dovrebbero essere riportati in quel Paese. Per quanto riguarda la Libia invece, rimane una priorità per noi portare le persone fuori dalla detenzione, luoghi spaventosi dove non vengono garantiti i diritti mani e assicurare che abbiano accesso alla protezione internazionale. Questo è un imperativo umanitario».


Alberto Pento
Giustamente in Libia i clandestini vengono imprigionati in quanto criminali.



C'è un patto Italia-Malta arrestati i migranti-pirati. Ma il Vaticano li difende
Fausto Biloslavo - Ven, 29/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... wiqmLJqcH4

La nave con 108 stranieri ferma alla Valletta - L'«Osservatore»: «Dirottatori per necessità»

I cinque dirottatori della nave turca, presa d'assalto ieri mattina, da una squadra speciale della Marina di Malta erano pronti a tutto pur di arrivare in Europa, fin dalla partenza della Libia.

«Martedì, quando il mercantile ha caricato oltre cento migranti, sei facinorosi hanno rifiutato di salire a bordo e sono rimasti sul gommone per continuare a dirigersi verso nord», rivela una fonte del Giornale da Tripoli. I migranti trasformati in «pirati» sono partiti da Khoms, ex base della Marina di Gheddafi a metà strada fra Tripoli e Misurata.

La piccola nave petroliera El Hiblu 1 con comandante ed equipaggio turchi, ma battente bandiera dello Stato oceanico di Palau, è stata abbordata ieri mattina presto dalle forze speciali maltesi con l'appoggio di un elicottero e tre motovedette. A bordo c'erano 108 migranti comprese 19 donne e 12 bambini. La nave è stata scortata nel porto della capitale maltese. Cinque «pirati», fatti scendere a la Valletta e arrestati. «Adesso passerà un messaggio molto pericoloso: se una nave mercantile ti riporta verso la Libia puoi ribellarti con quello che trovi a bordo e dirottarla verso l'Europa», spiega una fonte del Giornale in prima linea sul fronte immigrazione. Ancora più grave che le Ong giustifichino: «É auto difesa contro le conseguenze mortali della politica delle frontiere europea» ha dichiarato Johannes Bayer di Sea Watch. Così come l'Osservatore romano che titola in prima pagina «Dirotattori per necessità». Quindi vittime non criminali.

Tutto ha avuto inizio quando due gommoni sono partiti il 26 marzo da Khoms. Uno con 120 persone a bordo è stato intercettato da una motovedetta libica giunta da Tripoli. Verso l'altro era salpata l'unità navale Ghamines, proprio da Khoms, ma un'avaria l'ha costretta a tornare indietro. Le autorità libiche hanno dirottato la nave dei turchi in zona, che ha recuperato un centinaio di migranti. Il comandante della motovedetta libica ha fatto il madornale errore di non scortare la petroliera verso Tripoli. A sei miglia dal porto i migranti hanno capito che sarebbero stati sbarcati in Libia e hanno preso il controllo minacciando comandante ed equipaggio. Il capitano turco, costretto a fare rotta verso nord, ha spiegato che i migranti «erano molto scossi e non volevano essere ricondotti in Libia». Un velivolo della missione Sophia ha rilanciato la comunicazione del comandante che diceva: «Sto invertendo la rotta verso La Valletta».

Matteo Salvini, ha ricevuto ieri l'ambasciatrice maltese al Viminale per gettare le basi di un asse anti clandestini con nuove «forme di collaborazione». E ha dichiarato: «Bene l'intervento militare di Malta. È la dimostrazione che l'immigrazione è gestita da criminali e va bloccata con ogni mezzo lecito necessario». Il gommone era partito da Khoms dove si concentrano migranti da Sudan, Niger, Nigeria e Burkina Faso. Il traffico degli esseri umani viene gestito in gran parte dai fratelli Abdallah e Miftah Nehdi che sono talmente ricchi da spendere, lo scorso autunno, mezzo milione di dollari fra organizzazione e regali per un matrimonio.


Gino Quarelo
I cosidetti migranti in Libia sono in realtà criminali clandestini e giustamente i libici li mettono in prigione come dovrebbero fare tutti i paesi civili e come fanno anche quelli meno civili.
La clandestinità e l'invasione clandestina o irregolare di un paese è un crimine grave come la violazione del domicilio e della proprietà altrui; crimini che non possono essere fatti passare per diritti umani inalienabili o come violazioni giustificabili dagli stessi presunti diritti.




Ecco perché la Libia è in realtà un porto sicuro
Mauro Indelicato
30 marzo 2019

http://www.occhidellaguerra.it/libia-po ... tCK11xGEaU

Smentite, conferme e poi ancora smentite: sono ore più tumultuose del solito quelle lungo l’asse tra Bruxelles e Roma, ancora una volta è il fronte dell’immigrazione a destare importanti polemiche tra commissione europea ed esecutivo gialloverde. Prima una nota, come scritto su Gli Occhi della Guerra, con la quale il Viminale fa sapere di come anche l’Ue consideri “sicuri” i porti libici. Poi una secca smentita che arriva in merito da Bruxelles, una smentita che però sa più di passo indietro verso le posizioni comunitarie espresse in precedenza. Ma la Libia, viene quindi adesso da chiedersi, può essere considerata affidabile come posto in cui far sbarcare i migranti?

L’incongruenza delle posizioni europee

Nella nota con la quale la commissione europea fa un passo indietro circa il riconoscimento della Libia come porto sicuro, si fa riferimento alla convenzione dell’Onu sul diritto del mare: “Un porto sicuro è un porto dove possono effettuarsi le operazioni di salvataggio e dove la vita delle persone salvate non è minacciata”, è la definizione che viene data sotto questo profilo. Ed è per questo che da Bruxelles arriva un deciso dietrofront su questa questione: “I porti libici non rispettano questi elementi”. Eppure poco prima, secondo il Viminale, proprio la commissione tiene una posizione diversa. In particolare, l’Europa considera la Libia porto sicuro grazie alla presenza nel Paese africano del personale Oim, ossia l’agenzia Onu che si occupa del fenomeno migratorio internazionale.

Due distinte posizioni, diametralmente opposte, che mettono in evidenza la confusione che impera in ambito comunitario sulla questione. L’Ue va in conflitto con la sua stessa posizione non soltanto per la distanza tra due affermazioni attribuite alla commissione a poche ore di distanza, ma anche perché nei fatti quanto dichiarato per smentire il Viminale cozza e non poco con i fatti. Da Bruxelles, come specificato nel citato articolo de Gli Occhi della Guerra, le istituzioni comunitarie collaborano attivamente con la marina libica. Alcuni suoi Paesi ne addestrano anche il personale, a partire dall’Italia. Ma anche Parigi è impegnata su questo fronte, di recente la Francia ha preso impegni con Tripoli per la fornitura di sei motovedette. Evidentemente si punta molto sulla guardia costiera del paese africano, che negli ultimi mesi ha migliorato il proprio equipaggiamento ed appare in grado di compiere operazioni di salvataggio.

A Malta nello scorso mese di gennaio si tiene anche una riunione tra i ministri degli esteri del Mediterraneo centrale, è presente anche la Libia con la quale si affronta il tema del contrasto all’immigrazione assieme a rappresentanti europei. Segno che da Bruxelles si collabora e si fa affidamento sui passi in avanti complessivi, peraltro evidenziati dalla stessa commissione, della marina libica. Dunque la guardia costiera libica è in grado di intervenire, lo dimostrano anche i recenti salvataggi effettuati. In questo modo cade una delle argomentazioni a favore di chi descrive la Libia come un porto non sicuro. Del resto le contraddizioni dell’Ue danno il segno di come, in realtà, il paese africano venga definito porto non sicuro più per convenzione che per altro.


La realtà dei fatti

In Libia certamente non si vivono anni positivi. Al contrario, il Paese è in preda al ben noto caos del periodo post Gheddafi. Ma questo non vuol dire che all’interno dei suoi porti sussistano condizioni tali da impedire lo sbarco di persone salvate nel Mediterraneo. Affermando il contrario, si rischia il paradosso e cioè che la Libia sia un porto sicuro solo per le partenze dei migranti. Piuttosto che andare a scovare quei porti e quei covi da cui gli scafisti fanno partire i barconi lucrando sulla pelle di migliaia di persone, ci si preoccupa di dichiarare non sicuri quei porti in cui invece avvengono i soccorsi.

La realtà dei fatti parla chiaro: la marina libica negli ultimi mesi ha effettuato decine di salvataggi. Pur se in condizioni ancora non ottimali, tutto sommato la guardia costiera di Tripoli riesce ad adempiere ai suoi compiti basilari. E poi, a questo, occorre aggiungere che, come del resto affermato dalla stessa Ue, la presenza dell’Oim in Libia è garanzia di assistenza per quei migranti che tornano indietro. L’agenzia da mesi lavora in Tripolitania, la sua funzione è vitale anche per mettere in contatto i migranti con i rappresentanti dei rispettivi paesi di origine ed organizzare, in non pochi casi, anche dei sicuri rimpatri.

La Libia, in definitiva, è un Paese in guerra in cui non si dovrebbe dall’estero nemmeno transitare se si vogliono evitare problemi relativi alla sicurezza. Ma per chi dal Mediterraneo viene riportato indietro, soccorso ed assistenza sono garantiti. E questo la rende, nei fatti, un porto sicuro.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven apr 05, 2019 8:02 pm

Migranti, la Marina libica avverte le Ong: "Non entrate più nelle nostre acque"
Sergio Rame - Mer, 03/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mig ... 2yXKo1f198

Libici sul piede di guerra dopo il dirottamento del mercantile: "I Paesi chiudano i confini ai migranti irregolari e contribuiscano ad accelerare i rimpatri"

"Non entrate nelle acque territoriali della Libia e non intervenite vicino alle coste libiche".

L'avvertimento è stato lanciato dalla Marina e dalla Guardia Costiera libiche ed è diretto a tutte le ong che operano illegalmente nel Mar Mediterraneo facendo da scafisti a tutti gli immigrati clandestini che si imbarcano per raggiungere le coste del Vecchio Continente.

Ieri sera, secondo quanto riportato dal portale di notizie Libya Observer, la Marina libica ha diffuso un comunicato rivolto alle organizzazioni non governative dopo il recente dirottamento della nave cisterna El Hiblu1, appartenente ad una compagnia turca, ma battente bandiera di Palau. Arrivati a sei miglia dalle banchine di Tripoli, dove il mercantile avrebbe dovuto sbarcare un centinaio di migranti raccolti da un'imbarcazione in difficoltà, alcuni clandestini hanno preso possesso dell'imbarcazione e l'hanno dirottata verso Malta. La navigazione non è andata avanti per molto e la Marina libica ha bloccato e arrestato i pirati. Ora Tripoli è corsa ai ripari affinché non si ripetano episodi del genere.

Nel comunicato diffuso ieri sera i libici criticano "il silenzio della comunità internazionale e dell'Unione Europea sulla cattiva condotta di alcuni migranti" che potrebbe portare "in futuro gruppi armati a fingersi migranti e poi fare lo stesso atto di pirateria una volta soccorsi". Il tutto a ridosso "della stagione delle migrazioni illegali verso l'Europa". Le ong, si legge sul Libya Observer, "non dovrebbero intervenire in mare per indurre i migranti, in coordinamento con i trafficanti di esseri umani", a fare i viaggi della speranza. A Tripoli c'è, infatti, "grande preoccupazione" per "i ripetuti comportamenti criminali di migranti irregolari contro gli equipaggi delle navi di soccorso che dimostrano come il sistema search and rescue sia collassato nel Mediterraneo fornendo alle navi civili il pretesto per rifiutarsi di riportare i migranti in Libia". Da qui le richieste della Marina e dalla Guardia Costiera libiche all'Onu e all'Unione europea di "fare pressing sui Paesi confinanti con la Libia affinché chiudano i confini ai migranti irregolari e contribuiscano ad accelerare i rimpatri".


"Accoglienza", "Meno sbarchi". Ed è scontro tra la Cei e Salvini
Angelo Scarano - Gio, 04/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... FuMi6bOxH8

Bassetti adesso riapre il fronte col Viminale. Il presidente della Cei chiede ancora accoglienza per i migranti. Pugno di ferro di Salvini

Al centro c'è sempre l'emergenza migranti e soprattutto le operazioni di salvataggio delle Ong al centro del Mediterraneo. Bassetti manda un messaggio al governo e chiede accoglienza per i migranti che arrivano in Europa: "I migranti - e questo è un principio fondamentale della dottrina sociale della Chiesa - vanno soccorsi e salvati, non respinti o bloccati in Paesi terzi non sicuri, perchè noi ci prendiamo delle grandi responsabilità bloccandoli in Paesi terzi, perchè mettiamo a repentaglio la loro vita. Alla fine chi si assumerà la responsabilità di tutto questo?". Poi arriva l'affondo che di fatto suona come una critica alla politica portata avanai da Salvini: "Sono diminuiti gli sbarchi in Italia, ma aumentano in maniera esponenziale i morti in mare. Chi si assume la responsabilità di questi morti? Ogni morto in mare, nel deserto o perchè vittima di torture, di violenze, è una offesa che colpisce l’intero genere umano".
E proprio a queste parole ha risposto il ministro degli Interni, Matteo Salvini: "Sono diminuiti gli sbarchi, sono diminuiti i morti. Spero che nessuno abbia nostalgia dei 600.000 sbarchi degli ultimi anni, dei miliardi sprecati, dei troppi reati, delle migliaia di morti del passato. Oggi in Italia si arriva col permesso, i porti sono chiusi per scafisti e delinquenti". Si apre nuovamente lo scontro tra la Cei e il Viminale. Un braccio di ferro che ormai dura da mesi e che di fatto mette in opposizione la linea dell'accoglienza della Chiesa e quella dei porti chiusi voluta dal governo.



Gino Quarelo
Forza Salvini non badare a questi irrisponsabili che vorrebbero portarci la morte in casa. Noi cittadini cristiani cattolici e non cristiani e felicemente non più cristiani come me, ti abbiamo votato per fermare l'invasione demenziale dei clandestini e per arginare la diffusione del nazismo maomettano.
Sarebbe cosa grande se si eliminasse l'obbligatorietà dell'8xmille alle chiese e del 5xmille alle associazioni.
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La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare

Messaggioda Berto » ven apr 05, 2019 8:03 pm

L'ong tedesca Sea Eye soccorre 64 migranti: "Ora porto sicuro in Italia". Salvini: "Vada ad Amburgo"
2019/04/03

https://gds.it/articoli/mondo/2019/04/0 ... 6f5PLf2NbA

La nave della Ong tedesca Sea Eye ha soccorso al largo della Libia 64 migranti che si trovavano a bordo di un gommone. «Sono tutti al sicuro sulla nostra nave» ha twittato poco fa l’organizzazione umanitaria. L’allerta era scattato questa mattina alle 10 su segnalazione di Alarm Phone, il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà e che aveva ricevuto una telefonata dall’imbarcazione, che si trovava al largo di Zuwarah e sulla quale ci sarebbero anche 10 donne e 6 bambini. «Ora Italia e Malta assegnino loro un porto sicuro di sbarco», chiede Mediterranea Saving Human. «Nave battente bandiera tedesca, Ong tedesca, armatore tedesco e capitano di Amburgo. È intervenuta in acque libiche e chiede un porto sicuro. Bene, vada ad Amburgo», risponde il ministro dell’Interno Matteo Salvini

L’operazione di soccorso si è conclusa poco fa e la Ong ha postato su Facebook anche un breve video in cui si vedono i migranti prima su un gommone e poi a bordo della Alan Kurdi: alcuni si inginocchiano per ringraziare verso il cielo, altri sono avvolti nelle coperte. Ci sono anche diversi bambini, tra cui uno molto piccolo.

«Alan Kurdi ha svolto con successo l’operazione di soccorso, salvando 64 persone - ha scritto su Twitter Alarm Phone - Questo caso dimostra l’importanza dell’intervento della flotta civile" al largo della Libia. Dopo la prima chiamata delle 10, il servizio telefonico ha ricevuto una seconda telefonata dall’imbarcazione, nella quale i migranti dicevano di aver bisogno di cure mediche. «Abbiamo ricevuto la loro posizione Gps» ma «le autorità che abbiamo chiamato sono irraggiungibili" dice ancora la Ong. Le indicazioni sulla posizione del gommone - sostiene sempre Alarm Phone - sono state inviate via mail sia alla Guardia Costiera libica sia alla Alan Kurdi, che si trovava in zona alla ricerca del barcone con una cinquantina di persone che sarebbe scomparso due giorni fa e di cui non c'è ancora traccia. E proprio la nave di Sea Watch ha intercettato il barcone con i 64 a bordo e ha iniziato portato a termine l'operazione di soccorso.



L'Ong forza il blocco di Salvini: Sea Eye fa rotta su Lampedusa
Giuseppe De Lorenzo - Gio, 04/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... R3idztJhmg

La Alan Kurdi, con a bordo 64 migranti, è in viaggio verso l'Italia. Disatteso l'invito di Salvini: "Vadano ad Amburgo"

In viaggio verso Lampedusa. La Alan Kurdi si trova già a 36 miglia dall'isola italiana. A bordo, dopo averli caricati non lontano dalle coste della Libia, ci sono 64 immigrati.

Si preannuncia così un nuovo, ennesimo scontro tra governo italiano e Ong.

"La Alan Kurdi è alla ricerca di un rifugio sicuro per 64 salvato persone - scrive l'Ong tedesca su Twitter -. Piove. Il vento sta diventando più forte. Il capitano ha deciso di portare tutte le persone sotto coperta".

Secondo quanto apprende l'Adnkronos, però, la nave umanitaria ha già puntato verso l'Italia. Ieri Mediterranea Saving Humans aveva chiesto che "Malta o l'Italia" indicassero "loro un porto sicuro di sbarco". Dal ministro dell'Interno era errivata una secca risposta negativa ("vada ad Amburgo"), ma a quanto pare la Sea Eye ha comunque deciso di sfidare il blocco imposto da Matteo Salvini.

La posizione del Viminale è chiara. E ancora una volta non intende aprire i porti alle imbarcazioni solidali. "Altre vite messe a rischio da una Ong straniera, partita da acque libiche in direzione Italia", attacca il ministro Salvini. "Il nostro governo ha scritto al governo tedesco perché si faccia carico del problema e dal Viminale abbiamo diffidato la nave dall’entrare nelle acque italiane".

La Sea Eye è "in contatto" con "il ministero degli Esteri tedesco" e spera "in una soluzione rapida" della vicenda. Ma si prospetta un lungo braccio di ferro. Salvini è a Parigi per il G7 dove, tra le altre cose, si è parlato anche di immigrazione. Anche il ministro francese Castaner avrebbe confermato che "le Ong aiutano i trafficanti". "Non si può lasciare a organizzazioni private la gestione dell'immigrazione", ribadisce dalla Francia Salvini. E questo perché "i proventi dei traffici vengono convertiti in armi e droga". Senza contare "il collegamento tra terrorismo e immigrazione clandestina", un combinato disposto "provato" da indagini e fatti di cronaca.

Nonostante le evidenze, le Ong continuano però a pattugliare il mare. Certo: alcune sono bloccate nei porti da nuove norme (olandesi o spagnole) e in acqua è rimasta solo Sea Eye. Che proprio ieri ha recuperato i migranti e ora punta verso l'Italia.



Migranti, le mamme e i bambini si rifiutano di scendere dalla Alan Kurdi
Vogliono restare a bordo per non lasciare il resto della famiglia. Salvini: "Allora buon viaggio verso la Germania". Si attende una soluzione politica. La Sea Eye: "Non li separeremo". La procura di Agrigento valuta se aprire un'inchiesta
di ALESSANDRA ZINITI
05 aprile 2019

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/ ... -223328998

Il Viminale aveva dato via libera allo sbarco dalla Alan Kurdi di due bambini di 1 e 6 anni, delle rispettive madri e di una donna incinta, ma le migranti rifiutano di scendere per non dividere la famiglia. A dare la notizia è stato lo stesso ministro Salvini con un tweet: "Donne e bambini si rifiutano di scendere dalla nave. Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino", ha scritto il titolare del Viminale a proposito della nave della Ong tedesca, che da ieri naviga a zig zag al limite delle acque territoriali italiane davanti a Lampedusa.

Sea Eye su Twitter dice che non separerà le famiglia: "L'Italia ha offerto di evacuare due bambini e le loro madri. L'accordo con il governo tedesco era tuttavia che le famiglie sarebbero state evacuate. Non faremo alcuna separazione familiare attiva!". "Questa - aggiunge la ong tedesca - è una tortura emotiva e mette in pericolo il benessere del bambino".

Il permesso per lo sbarco di donne e bambini era stato concesso dal ministero dell'Interno in attesa della soluzione politica auspicata dalla Germania, che ha chiesto alla Commissisone europea di farsi carico della ripartizione dei 64 migranti soccorsi dalla Alan Kurdi mercoledì al largo della città libica di Zaura.

La Germania, che questa mattina ha fatto sapere di essere pronta a fare la sua parte per l'accoglienza di migranti, aveva appunto chiesto intanto di fare sbarcare subito le persone a bordo della nave alla quale il governo italiano, in applicazione della nuova direttiva Salvini, ha vietato l'ingresso in acque territoriali italiane per motivi di sicurezza.
Migranti, le 64 persone salvate nel Mediterraneo dalla nave Alan Kurdi della ong Sea Eye

Ma il Viminale, che non intende farsi carico dell'accoglienza di nessuno dei migranti, non ha dato alcuna autorizzazione. Sì soltanto allo sbarco dei due bambini a bordo, una neonata di 11 mesi e un bambino di 6 anni, con le rispettive mamme trasbordati su una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa, che ha raggiunto la Alan Kurdi in acque internazionali.

Ieri la Farnesina aveva chiesto al governo tedesco di farsi carico della situazione visto che la nave è della Ong tedesca Sea eye e batte bandiera tedesca, ma il governo di Berlino ha chiesto alla Commissione europea di trovare una soluzione condivisa, una spartizione dei migranti tra diversi paesi europei come avvenuto in precedenti occasioni. La Germania torna a chiedere un meccanismo automatico di ripartizione dei migranti, ma una svolta per la Alan Kurdi non sembra poter arrivare nel giro delle prossime ore.

Il governo tedesco è tuttavia al lavoro: "Abbiamo pregato la Commissione Ue di assumere il coordinamento del caso Alan Kurdi e di considerare la necessità che la nave entri al più presto in un porto sicuro", ha detto un portavoce del ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer, nel rispondere a domande in conferenza stampa sulla vicenda. "Abbiamo chiesto una cabina di regia di coordinamento fra gli stati membri", ha aggiunto.

La Commissione europea sta iniziando a prendere contatti per sostenere e coordinare gli Stati membri che sono pronti a dare prova di solidarietà per le persone a bordo della nave. Così dichiara una portavoce della Commissione Ue. "Questo evento mostra quanto sia urgente avere soluzioni prevedibili sullo sbarco dei migranti", aggiunge.

A bordo ci sono 64 migranti, 50 uomini, 12 donne e due bambini, tra cui appunto una neonata di 11 mesi. Sono quasi tutti nigeriani o dell'Africa subsahariana. La Procura di Agrigento, che coordina l'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per la nave 'Mare Jonio' della Ong Mediterranea, che lo scorso 18 marzo soccorse in acque internazionali 49 migranti e li portò a Lampedusa nonostante il divieto del governo, sta valutando l'apertura di un fascicolo sul caso della nave.



Migranti, Salvini "incastra" Merkel: Berlino si fa carico di Sea Eye
Bartolo Dall'Orto - Ven, 05/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... VHbDbFXfTo

Salvini: "Difese le acque nazionali". Seehofer cerca una "soluzione Ue"

Non è detto che la Germania risolverà il caso Alan Kurdi. Ma almeno sembra aver deciso - alla fine - di farsi carico del suo destino.

La nave di Sea Eye è ancoradi fronte alle coste di Lampedusa, naviga avanti e indietro in attesa che si sblocchi la "situazione politica". Il "pendolamento" tra le onde alte è dovuto al divieto, imposto ieri dal Viminale, di attracco nei porti italiani. La Ong non può mettere piede, o prua in questo caso, nelle acque territoriali nostrane. "Ho fatto presente al collega tedesco che è un problema loro e visto che le bandiere non si danno a caso", dice Salvini che già ieri aveva invitato il capitano della nave a cercare "un porto sicuro ad Amburgo".

La Merkel, grande sostenitrice del patto Onu per le migrazioni, ultimamente sembra aver cambiato linea sulle porte aperte, anche a causa delle difficoltà nel gradimento elettorale. Ma ora si trova di fronte ad una nuova sfida: la Alan Kurdi batte bandiera tedesca e anche i 17 membri dell'equipaggio sono in maggioranza di quella nazionalità, non può lavarsene le mani. "Sono contento di aver coinvolto per la prima volta due ore fa un governo, quello tedesco, che si è fatto carico dell'ennesima nave, dell'ennesimo sbarco - esulta Salvini - Quindi le acque territoriali sono difese".

In realtà la soluzione potrebbe rivelarsi il solito rimpallo tra capitali europee. Il governo federale tedesco si dice pronto sì ad accogliere alcuni dei migranti del natante, ma non tutti. Merkel non si sente l'unica responsabile del destino degli immigrati soccorsi a 20 miglia dalla Libia. Per il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, il caso si risolverà solo con una "azione comunitaria" dell'Europa. Tradotto: spetta all'Ue intervenire, magari redistribuendo i migranti. "Siamo ancora a miglia di distanza da una soluzione europea - lamenta Seehofer - La Commissione dovrebbe essere molto, molto più attiva".

In questi mesi, infatti, a Bruxelles si è cercato di trovare un accordo che evitasse situazioni di stallo come questa. Dopo le diverse occasioni in cui è già successo (basti pensare al caso Diciotti in Italia o a quello di Sea Watch/Sea Eye a Malta), i grandi del Vecchio Continente non sono riusciti a trovare una linea comune e a lungo termine. Quando era l'Italia a doversi far carico dei migranti, Macron&Co stigmatizzarono la politica delle porte chiuse di Salvini. Ora, però, la palla è in mano alla Germania. Otterrà lo stesso trattamento?

L'Italia intanto ha autorizzato lo sbarco di due bambini con le loro mamme. Una volta toccata terra a Lampedusa, in base a un accordo tra Roma e Berlino, dovrebbero prendere la via della Germania. Il ministro dell'Interno italiano non sembra infatti disposto a fare passi indietro. "La nave 'Alan Kurdi' si trovava a poco più di 20 miglia dalla costa libica - attacca il leghista - ma ha ha percorso ben 172 miglia per avvicinarsi all'Italia, ha fatto 7 volte la distanza dalla Libia per un motivo politico ed economico". In Italia non entrerà. Spetta alla Merkel farsene carico.
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