França e migranti

França e migranti

Messaggioda Berto » lun ott 26, 2015 6:01 am

França e migranti
viewtopic.php?f=194&t=1930

Cogna movarse armà e se ocor sparar ben par defendarse!
https://www.facebook.com/Kartier2France-242239092620299
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 7:17 am

La guerra al terrorismo islamico e il fallimento dell'integrazione dei musulmani al centro dello scontro elettorale tra Macron e Le Pen
Magdi Cristiano Allam
Il Giornale, 24 aprile 2017

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3882554863

La Francia come l'Iraq, la Siria, l'Afghanistan. Si è votato con l'incubo del terrorismo islamico. I seggi elettorali blindati perché considerati “obiettivi sensibili”, cioè possibili bersagli di attentati dei fanatici che uccidono urlando “Allah è il più grande”. Apparentemente hanno fallito, considerando che la percentuale di chi è andato a votare è rimasta sostanzialmente immutata rispetto alle precedenti elezioni del 2012. I francesi non si sono fatti intimidire, hanno reagito superando la paura di ritrovarsi vittime della ferocia sanguinaria di chi disconosce la sacralità della vita propria e altrui, ha prevalso la volontà di salvaguardare la libertà di voto che è il fulcro della democrazia. Ma di fatto la paura del terrorismo islamico c'è, si è radicata nel vissuto dei francesi. Così come è per gli svedesi, i britannici, i belgi, i tedeschi, gli olandesi. La paura del terrorismo islamico, più in generale la paura dell'islamizzazione delle nostre società, è ormai parte integrante della quotidianità degli europei, è una presenza innegabile con cui siamo costretti a confrontarci e a scontrarci.

Al tempo stesso le elezioni francesi sono le prime in Europa in cui ci si è affrancati dalla paura di denunciare l'islam, non ancora come religione, ma come ideologia sì, declinandolo come “islam radicale”. Laddove ovunque in Europa, resta un tabù abbinare la parola “islam” al concetto di per sé criminalizzante di “terrorismo” o “totalitarismo”, finalmente in Francia è stata sdoganata la denuncia dell'islam, finalmente i candidati alle presidenziali francesi hanno smesso di raggirare i cittadini, permettendo loro di potersi identificare con un linguaggio della politica che rappresenta correttamente la realtà del loro principale incubo.

Ed è del tutto evidente che nel ballottaggio tra la Le Pen e Macron emergeranno come centrali sia il tema del terrorismo islamico, con circa 16 mila “islamici radicalizzati” francesi che minano costantemente la sicurezza dei cittadini, sia il tema del fallimento del modello di convivenza denominato “assimilazionismo”, perché sostanzialmente molti musulmani non si integrano, s'identificano nell'islam non nella laicità, si riconoscono nelle moschee più che nello Stato, in parte aspirano a imporre la sharia, la legge di Allah. Sul nastro di partenza del ballottaggio si delineano due prospettive radicalmente diverse: liberare con il pugno duro la Francia non solo dai potenziali terroristi islamici ma anche dall'ideologia islamica che li anima, o affidare ai “musulmani moderati” il compito di isolare i “fanatici” promuovendo comunque la diffusione dell'islam e delle moschee.

Ma non è da escludere che Macron, pur di bloccare la vittoria della Le Pen, assuma delle posizioni assai vicine alle sue, come hanno già fatto i candidati centristi in Austria e in Olanda per fermare il successo della destra. Comunque vada, la guerra al terrorismo islamico e il fallimento dell'integrazione dei musulmani sono ormai le priorità della Francia e dell'Europa.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 7:19 am

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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 7:19 am

Ventimiglia, condannato ballerino che accolse 10 migranti
Ivan Francese - Gio, 25/01/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 86846.html


Finisce dietro le sbarre un ballerino francese che dal 2014 ospitò 10 migranti nella propria scuola a Ventimiglia

Cinque anni e 150mila ero di multa: a tanto è stato condannato dal tribunale di Imperia un ballerino francese che dal 2014 aveva accolto dieci migranti nella propria scuola a Ventimiglia, ultimo paese prima della frontiera con la Francia.

Proprio nella cittadina ligure di confine da ormai quasi quattro anni si assiste a un ininterrotto via-vai di migranti, richiedenti asilo e clandestini che tentano con ogni mezzo di attraversare la frontiera ed entrare nell'Esagono, venendone il più delle volte inesorabilmente respinti.

Proprio a questi respinti si era rivolto Rodolphe Hell, ballerino francese con origini camerunensi, proprietario di due scuole di danza a Ventimiglia e a Beausoleil. Nei giorni più caldi della crisi migratoria in frontiera, Hell aveva aperto le porte della propria struttura a dieci africani, spinto da uno spirito di soldarietà.

Allora come oggi, infatti, i migranti respinti dalla gendarmeria francese trascorrevano la notte alla stazione della cittadina rivierasca oppure precariamente accampati lungo le rive del fiume Roja.

Dopo un controllo di Polizia, durante il quale era stata rilevata la presenza di dieci irregolari che avevano rifiutato la fotosegnalazione, nei confronti di Hell è scattata una denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con apertura di un relativo processo nonostante il francese non abbia mai tentato di aiutare i migranti a passare il confine e non abbia mai accettato denaro da loro.

Ora, come riporta il quotidiano locale SanremoNews, il collegio giudicante di Imperia lo ha condannato a cinque anni di reclusione: uno in meno di quanto richiesto dal pubblico ministero. Fra ottanta giorni i giudici depositeranno le motivazioni della sentenza e allora i legali del ballerino francese decideranno se presentare o meno ricorso in appello.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 7:19 am

L'intransigenza di Macron sui migranti incrina per la prima volta anche En Marche!
2017/12/19

http://www.huffingtonpost.it/2017/12/19 ... a_23311563


"Non possiamo accoglierli tutti!". Dinnanzi alla pioggia di critiche caduta in queste ultime ore sul governo francese per le misure previste nei confronti dei migranti, il ministro dell'Interno, Gérard Collomb, si difende riprendendo un mantra recitato più volte dallo stesso presidente Macron.

La Francia si prepara a inasprire la sua politica migratoria, aprendo così un nuovo capitolo nella gestione dei rifugiati dell'era Macron.

Ieri mattina Collomb ha confermato ai microfoni di Rtl che a inizio dicembre il suo ministero ha inviato ai prefetti di tutto il paese una circolare in cui si raccomandava un maggiore zelo nelle operazioni di allontanamento dei migranti irregolari e dei "dubliners", termine solitamente utilizzato per indicare coloro che, secondo il regolamento di Dublino, dovrebbero fare domanda nel primo paese europeo in cui sono entrati.

A questo si aggiunge poi il nuovo progetto di legge "Immigrazione e asilo", che dovrebbe essere presentato all'Assemblea nazionale entro aprile del prossimo anno. Secondo le indiscrezioni trapelate in questi ultimi giorni sulla stampa francese, il testo contiene alcune misure destinate a gettare ulteriore benzina sul fuoco di un dibattito già particolarmente acceso.

Oltre a una riduzione dei tempi di attesa dei richiedenti asilo, che dovrebbero ricevere una risposta entro sei mesi contro i quattordici attuali, il disegno prevede un prolungamento del periodo di permanenza nei Centri di detenzione ammnistrativa (Dra), che aumenterebbe passando da quaranta a novanta giorni. Il governo vuole assicurare le procedure di espulsione proteggendo il dispositivo giuridico da eventuali ricorsi che rallenterebbero le pratiche.

Un progetto di legge giudicato da molti osservatori come "repressivo", che dà l'assoluta priorità alle espulsioni attraverso uno snellimento del sistema burocratico. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Interno, nel 2016 sono stati recensiti 91mila stranieri in situazione irregolare. Tra questi, 31mila hanno ricevuto un foglio di via e meno di 25mila hanno lasciato la Francia. L'obiettivo è quello di accelerare il meccanismo degli allontanamenti, che quest'anno ha già registrato un aumento dell'8%.

Fin dall'inizio del suo mandato, Macron è tornato più volte sulla differenza tra rifugiati e migranti economici. Una dicotomia diventata la pietra angolare su cui costruire la nuova riforma sul diritto d'asilo.

La stampa francese ha affermato all'unanimità che nessun presidente prima di Macron "era arrivato a tanto". Con un pizzico di protagonismo tipico di quella grandeur francese, Le Monde afferma che è in gioco "l'onore della Francia", mentre Libération sottolinea senza mezzi termini l'atteggiamento "sempre più duro" del governo.

Dura la reazione delle Ong e delle associazioni di volontari attive nell'accompagnamento dei migranti, che da mesi denunciano il comportamento violento e intimidatorio delle forze dell'ordine nelle zone più sensibili, come quella nei dintorni della città di Calais o sulla frontiera franco-italiana. Molti testimoni hanno descritto situazioni al limite della violazione dei diritti umani, con tende distrutte, cibo sequestrato e divieto di utilizzare bagni pubblici.

Riunite nella Federazione degli attori della solidarietà, alcune associazioni si sono rivolte direttamente al Difensore dei diritti, un'autorità statale indipendente incaricata di difendere i diritti dei cittadini, per protestare contro il censimento nei centri di accoglienza annunciato da Collomb. Una mossa, secondo gli attivisti, volta ad individuare gli irregolari con la scusa di offrire loro un riparo.

Critici anche i sindaci francesi, che in una tribuna pubblicata ieri su Le Monde hanno denunciato la mancanza dei mezzi necessari per far fronte al problema dell'accoglienza dei migranti. I rappresentanti locali hanno richiesto un incontro con le autorità statali per esporre loro i problemi più urgenti.

La nuova linea del governo sulla gestione dei migranti sembra non aver convinto neanche la maggioranza parlamentare della République en marche, il partito di Macron, visti i tanti dubbi sollevati di suoi deputati. Per calmare le acque, il ministro Collomb ha ricevuto gruppi di parlamentari spiegando i punti più importanti della nuova legge. Sebbene sia ancora presto per parlare di una fronda interna, questo argomento potrebbe provocare le prime fratture all'interno di una maggioranza che fino ad oggi non aveva dato segni di cedimento.

A differenza dei precedenti dossier, quello sui migranti rischia di essere il più delicato per il presidente francese, che si ritrova a dover effettuare un complicato esercizio di equilibrismo strategico per evitare di cadere in una pericolosa contraddizione. Mentre le precedenti riforme sono state attuate in tempi relativamente brevi senza trovare una vera opposizione, questa volta il governo si dovrà scontrare contro un'ampia fetta della società civile. Utilizzando il pugno duro attraverso l'aumento dei rimpatri, l'immagine di Macron subirà un inevitabile sbilanciamento verso destra, confermando così l'etichetta che gli è stata più volte affibbiata da una buona parte dell'opposizione. Sempre attento a non scivolare nei classici schemi politici, questa volta Macron rischia di far cadere la maschera e mostrare il suo vero volto, inciampando in un ostacolo costato già caro ai suoi predecessori.


Migranti, stretta di Macron: "Massimo 6 mesi per ottenere l'asilo, detenzione più lunga e rimpatri più veloci"
22 febbraio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... ci/4180611

La Francia di Emmanuel Macron annuncia una stretta sulla gestione dei migranti. Il ministero dell’Interno francese Gerard Collomb ha presentato in Consiglio dei ministri il progetto di legge sull’asilo e l’immigrazione che prevede una serie di misure per incrementare i giorni di detenzione e l’effettiva espulsione di chi non ottiene l’asilo. Il progetto, che nei mesi scorsi era stato contestato da avvocati, militanti per i diritti civili e ong, verrà dibattuto in Parlamento ad aprile.

Il testo promette di migliorare l’accoglienza di chi fugge da guerra e carestie e incrementare al tempo stesso le espulsioni contro i cosiddetti “migranti economici“. Tra le misure principali del progetto di legge risulta la stretta sulla durata di detenzione nei centri di custodia temporanea, che passerà da 45 giorni a 90 e saranno rinnovabili. Per il governo questa è una misura indispensabile per rendere efficaci le espulsioni o il riaccompagnamento verso i Paesi Ue di primo arrivo, spesso l’Italia, come previsto dai Trattati di Dublino. Verranno introdotte anche sanzioni penali, probabilmente fino a un anno di carcere, per chiunque passerà in modo illegale il confine.

Parigi si impegnerebbe anche a diminuire i tempi per riuscire ad ottenere l’asilo a meno di 6 mesi, contro gli 11 attuali. Una proposta che viene ritenuta non realizzabile da molti degli addetti ai lavori. Chi beneficia di una protezione sussidiaria, potrà inoltre ottenere una carta di soggiorno di 4 anni, anziché gli attuali 12 mesi che, in prospettiva, potrà diventare un titolo di residente. Il testo conta di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di chi l’asilo l’ha ottenuto e “l’immigrazione selettiva“, in particolare, per gli studenti che vogliono restare in Francia. Favoriti sarebbero anche i ricongiungimenti familiari, ai quali si oppone la destra.

Collomb però, intervistato da Le Parisien, avverte: “Non bisogna soltanto accogliere, bisogna accogliere bene. Il progetto di legge – aggiunge – farà convergere le nostre procedure con quelle dei nostri vicini europei. Altrimenti i migranti sceglieranno il Paese in cui è più facile essere accolti“. In merito al disegno di legge francese, nel suo rapporto annuale, Amnesty International ha affermato che la Francia non è “ancora all’altezza delle sue responsabilità” sull’accoglienza di esiliati e stranieri.



Subito espulso chi non ottiene l’asilo. La stretta di Macron sugli immigrati
raphaël zanotti
2018/02/21

http://www.lastampa.it/2018/02/21/ester ... agina.html

Sempre disposto alla trattativa e al compromesso, sull’immigrazione Emmanuel Macron non sente storie e segue il vento dell’opinione pubblica, favorevole a una stretta: il progetto di legge presentato oggi dal ministro degli Interni Gérard Collomb, molto vicino al Presidente, corrisponde a un vero giro di vite nel settore. Sta già provocando polemiche, nella società civile e perfino tra i deputati macronisti, che hanno la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale e che in genere approvano senza fiatare qualsiasi legge venga loro propinata dal Governo. Ma stavolta potrebbero riservare qualche sorpresa.

Si tratta di una legge «per un’immigrazione gestita e un diritto all’asilo politico effettivo», così recita il titolo. «È un progetto equilibrato – ha sottolineato Collomb nei giorni scorsi -. La Francia deve accogliere tutti i rifugiati politici, ma non tutti quelli economici. Ecco, in quest’ottica dobbiamo cambiare la nostra legislazione, che adesso è molto più favorevole rispetto agli altri Paesi europei». Già da ieri si conoscevano le principali novità del provvedimento. Si riducono i termini per ottenere l’asilo a un massimo di sei mesi dalla presentazione della domanda, contro gli undici in media attuali. E il ricorso contro una decisione negativa dell’amministrazione competente (Ofpra) non sarà più sospensivo per tutti coloro che provengono da Paesi giudicati «sicuri» (la stragrande maggioranza): insomma, saranno espulsi prima di sapere cosa si stabilirà in appello. Intanto si allungano i tempi di permanenza nei centri di detenzione amministrativa per i migranti (equivalenti ai Cie, i Centri di identificazione ed espulsione italiani), dove finiscono i clandestini trovati senza regolare permesso di soggiorno: si passa dai 45 giorni attuali a 90, che in certi casi diventano addirittura 135.

Si introduce anche un vero e proprio reato di «superamento illegale della frontiera»: un anno di carcere e 3750 euro di multa per chi, ad esempio, attraversa illegalmente le Alpi tra Italia e Francia e non in corrispondenza di un posto di frontiera.

La legge prevede pure qualche misura «positiva», come la possibilità per i minorenni ai quali è riconosciuto lo status di rifugiato di far venire in Francia gli stretti familiari. Si riconoscono anche più diritti agli studenti stranieri presenti nel Paese, sia per lavorare che per creare un’impresa. E il premier Edouard Philippe ha promesso di incrementare i corsi di francese per coloro che hanno richiesto l’asilo e di sostenerli nella ricerca di un posto di lavoro. Ma tutto questo basterà a convincere i deputati più reticenti sulla legge?

D’altra parte Macron nell’ultimo sondaggio Ifop sulla sua popolarità ha perso sei punti percentuali. E in un’altra inchiesta (dell’istituto Elabe), condotta in parallelo, il 66% degli intervistati lo ha giudicato «troppo lassista» per la sua politica d’immigrazione. La loro scelta i francesi sembrano averla già fatta.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 7:23 am

Francia: Crisi migratoria fuori controllo
Soeren Kern
28/02/2018

https://it.gatestoneinstitute.org/11959 ... migratoria


Centinaia di africani e asiatici armati di coltelli e spranghe di ferro si sono affrontati per strada a Calais, il I° febbraio scorso, meno di due settimane dopo che il presidente francese Emmanuel Macron si era recato in visita nella città portuale situata nel nord del paese, impegnandosi a dare un giro di vite all'immigrazione illegale.

Gli scontri hanno trasformato Calais – simbolo del mancato controllo della migrazione di massa da parte dell'Europa – in una zona di guerra e rafforzato la percezione che le autorità francesi abbiano perso il controllo della sicurezza del paese.

Le risse di massa, consumate in almeno tre differenti zone di Calais, sono scoppiate dopo che un migrante afgano di 37 anni che gestiva un traffico di esseri umani aveva sparato dei colpi di pistola contro un gruppo di africani che non avevano il denaro per pagare i suoi servizi. Cinque africani hanno riportato ferite mortali.

Nel giro di un'ora, centinaia di eritrei, etiopi e sudanesi si sono riversati nelle strade di Calais aggredendo ogni afgano che riuscivano a trovare. Più di un migliaio di poliziotti con manganelli e gas lacrimogeni sono intervenuti per ristabilire l'ordine. Una ventina di migranti sono stati ricoverati in ospedale.

Il ministro dell'Interno Gérard Collomb ha dichiarato che a Calais è stato raggiunto "un livello di violenza senza precedenti" e ha attribuito i tumulti a una escalation della guerra tra bande afgane e curde per il controllo del traffico di esseri umani fra Calais e la Gran Bretagna, che molti migranti considerano come un "El Dorado" a causa della ingente economia sommersa. Ogni giorno partono da Calais circa 40 traghetti per la Gran Bretagna.

Vincent de Coninck, responsabile dipartimentale dell'associazione Secours Catholique, ha affermato che le bande rivali cercano di assumere il controllo sull'accesso al porto di Calais per incassare 2.500 euro da ogni migrante che tenta di nascondersi sui camion che attraversano il Canale della Manica.

De Coninck ha aggiunto che la situazione a Calais si è deteriorata dal 18 gennaio, quando Macron e la premier britannica Theresa May hanno siglato il cosiddetto Trattato di Sandhurst, in cui la May si è impegnata ad accelerare le procedure per i migranti che sperano di raggiungere il Regno Unito da Calais.

Secondo de Coninck, Macron e la May non sono riusciti a spiegare il contenuto del nuovo trattato. Questo fallimento, sostiene il direttore regionale di Secours Catholique, ha creato delle false speranze tra i migranti provenienti dall'Africa e da qualsiasi altra parte che il trattato migliorerebbe le loro possibilità di raggiungere la Gran Bretagna. De Coninck ha inoltre detto che centinaia di nuovi migranti sono arrivati a Calais nelle due settimane successive alla firma del trattato. L'ondata di nuovi arrivi, egli ha sottolineato, ha creato uno "squilibrio" tra africani e asiatici, aumentando così le tensioni inter-etniche.

Anche secondo François Guennoc, vicepresidente dall'associazione di Calais L'Auberge des Migrants, il nuovo trattato ha creato delle false aspettative. "Ha dato alla gente la speranza di raggiungere l'Inghilterra", ha spiegato Guennoc.

"Sono arrivati all'improvviso, circa in 200, soprattutto minori e donne, giunti a Calais perché pensavano che il Ministero dell'Interno avesse detto che potevano andare direttamente in Inghilterra. Poi hanno capito che il ministero stava mentendo. Erano sconvolti. È stato pazzesco".

La crisi migratoria in Europa è diventata il primo test importante per il presidente Macron, che sembra essere alla ricerca di una posizione di compromesso sulla questione: ha infatti assicurato di esercitare "l'umanitarismo", accelerando la procedura per la richiesta di asilo, e si è anche impegnato a usare "fermezza", espellendo coloro che non sono idonei.

Durante la campagna presidenziale, Macron, da centrista, aveva rigettato le posizioni anti-immigrazione della sua avversaria Marine Le Pen. Aveva incentrato il suo programma politico sulle frontiere aperte e promesso di fare della Francia "il centro di un nuovo progetto umanista". Ma da quando ha assunto la carica di presidente, il 14 maggio 2017, Macron sembra aver accolto molte delle idee della Le Pen.

In un saggio pubblicato da Le Monde il 12 gennaio 2017, Macron ha scritto che la decisione della cancelliera tedesca Angela Merkel di consentire l'ingresso a più di un milione di migranti provenienti dall'Africa, dall'Asia e dal Medio Oriente aveva "salvato la dignità collettiva" del popolo europeo. E ha aggiunto che non avrebbe tollerato la "ricostruzione dei muri in Europa" e criticato le "abiette semplificazioni" fatte da coloro che affermano che "aprendo le frontiere ai migranti, la cancelliera ha esposto l'Europa a gravi pericoli".

Tuttavia, il 27 luglio 2017, dopo meno di tre mesi di mandato, Macron ha avvertito che 800 mila migranti erano pronti a partire dalla Libia per raggiungere l'Europa. Così ha annunciato un piano finalizzato a istituire in Libia centri per immigrati per controllare i richiedenti asilo; ha asserito che tale piano avrebbe bloccato il flusso di migranti verso l'Europa scoraggiando i migranti economici dall'intraprendere traversate verso l'Europa. "L'idea è quella di creare hotspot per evitare che le persone corrano rischi inutili se non sono idonee a richiedere l'asilo", ha dichiarato Macron. "Andremo noi da loro."

In quello stesso discorso, però, il presidente francese sembrava incoraggiare i migranti ad andare in Francia. Ha promesso un alloggio a tutti i nuovi arrivati "ovunque in Francia" e "da subito". E ha aggiunto: "Entro la fine dell'anno, non voglio avere donne e uomini che vivono per strada, nei boschi. Voglio alloggi di emergenza ovunque".

L'8 agosto 2017, il Ministero francese dell'Interno ha segnalato che nei primi sette mesi del 2017 più di 17 mila migranti avevano tentato di imbarcarsi su camion e treni nel porto e nell'Eurotunnel a Calais. Le cifre hanno mostrato che la chiusura della "Giungla" nell'ottobre 2016 era riuscita a impedire ai migranti di raggiungere la Gran Bretagna da Calais.

Nella foto: Migranti nel campo profughi di Calais, in Francia, conosciuto come la "Giungla", il 28 ottobre 2016, poco prima che il campo venisse chiuso dalle autorità francesi. (Foto di Christopher Furlong/Getty Images)

Nel settembre 2017, il governo francese ha chiesto all'Unione Europea il permesso di mantenere per quattro anni i controlli alle frontiere interne dell'area Schengen a causa della continua minaccia del terrorismo islamico, secondo un documento confidenziale trapelato al Guardian. Il 3 ottobre, la Francia ha prolungato i controlli alle frontiere per altri sei mesi, fino al 30 aprile 2018.

Il 15 ottobre, due settimane dopo che un migrante tunisino aveva accoltellato a morte due donne a Marsiglia, Macron ha promesso di espellere qualsiasi migrante che commette un crimine. "Prenderemo misure drastiche, faremo ciò che deve essere fatto", ha detto Macron. "Non stiamo prendendo tutti i provvedimenti che dovrebbero essere adottati. Beh, questo cambierà." Gli analisti dicono che le sfumature della legge francese renderanno impossibile mantenere la promessa.

Il 20 novembre, in una circolare trapelata alla stampa, il ministro dell'Interno Gerard Collomb ha incaricato i prefetti, rappresentanti dello Stato in ognuno dei 96 dipartimenti della Francia continentale, di espellere tutti i richiedenti asilo respinti. Collomb li ha inoltre incaricati di presentare entro la fine di febbraio 2018 un rapporto dettagliato

"sulla lotta contro l'immigrazione irregolare del vostro dipartimento nel 2017 e nel corso dei prossimi mesi un piano per l'applicazione di dette disposizioni. (...) La lotta contro l'immigrazione irregolare è di competenza di ogni prefetto di ogni dipartimento. È necessario agire in fretta".

La divulgazione della cosiddetta circolare Collomb ha segnato l'inizio di un movimento di resistenza organizzato tra le élite politiche e dei media francesi alle politiche migratorie di Macron. In una lettera aperta pubblicata da Le Monde, ad esempio, un gruppo di intellettuali e sindacalisti, molti dei quali avevano appoggiato Macron durante la campagna presidenziale, hanno criticato la sua politica migratoria: "Monsieur Macron, la tua politica contraddice l'umanitarismo che difendi!"

Il 4 dicembre, in un'intervista a RTL, il ministro Collomb ha detto che il governo stava lavorando a una riforma della politica in materia di migrazione. "Ci sono 95 mila domande di asilo l'anno, ossia, una grande città ogni anno. Se accogliessimo tutti, non potremmo farlo in buone condizioni. Abbiamo deciso di accogliere quelli che sono profughi provenienti da zone di guerra, i prigionieri politici e allo stesso tempo di cercare di perseguire una politica che consenta che le migrazioni economiche siano condotte in altro modo".

Il 12 dicembre, il ministro Collomb ha incaricato le autorità regionali di istituire delle "squadre mobili" per costringere i migranti privi di documenti d'identità ad abbandonare i rifugi di emergenza. La misura ha provocato una forte reazione negativi da parte delle associazioni caritative, secondo le quali i centri di accoglienza sono sacrosanti.

Il 9 gennaio 2018, l'Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi ha riferito che nel 2017 più di centomila persone hanno chiesto asilo in Francia, un numero "storico" e un aumento del 17 per cento rispetto al 2016.

Il 14 gennaio, il ministro Collomb ha annunciato un piano per istituire 400 centri di detenzione per espellere i migranti economici presenti illegalmente nel paese. "I profughi sono i benvenuti, i migranti economici no", egli ha detto.

Il 16 gennaio, durante la sua visita a Calais, Macron ha illustrato la sua nuova politica in materia di immigrazione: vitto e alloggio per coloro che hanno diritto a rimanere in Francia ed espulsione per chi è nel paese illegalmente.

Il 18 gennaio, Macron si è recato in Gran Bretagna dove ha firmato il Trattato di Sandhurst, che riduce i tempi di espletamento delle pratiche burocratiche per i migranti che sperano di raggiungere il Regno Unito da Calais a un mese per gli adulti e 25 giorni per i minori. Il nuovo trattato lungi dal risolvere la crisi migratoria sembra esacerbarla.

In un'analisi pubblicata da Paris Match, le sondaggiste Chloé Morin e Marie Gariazzo hanno affermato che le reazioni contrastanti degli elettori al "metodo Macron" di compromesso sulla politica migratoria "rispecchiano le contraddizioni del suo elettorato":

"Gli studi quantitativi indicano, a priori, che una netta maggioranza di elettori francesi appoggia una politica migratoria più restrittiva. (...) Il cuore della politica del governo (...) garantisce l'inviolabilità del diritto di asilo, mentre mette in discussione la capacità del paese di accogliere tutta la miseria del mondo...

"Non è certo che la scommessa macroniana – trovare un equilibrio tra fermezza e umanitarismo – avrà successo a lungo termine. Emmanuel Macron, appare, in effetti, in questo stadio, sostenuto dalla sua base. Ma troviamo tra loro un'aspettativa di fermezza ('non dobbiamo lasciarci sopraffare', 'il lassismo avrebbe conseguenze negative per il nostro paese') e di umanità ('dobbiamo aiutare coloro che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni', 'è moralmente indiscutibile accogliere gli stranieri in situazione di emergenza, angoscia')...

"Questo discorso si colloca sistematicamente tra coloro che, da un lato – spesso a destra, ma talvolta anche nel cuore della base macroniana – giudicano la sua politica troppo 'lassista' e, dall'altro, si indignano per la sua fermezza...

"È molto probabile che gran parte di coloro che sono al centro dello spettro politico, in particolare nel centro-sinistra, accetterà la narrativa del governo e aderirà poco alla volta alla logica della 'immigrazione selettiva'. Pertanto, il discorso ufficiale potrebbe contribuire a lungo termine a un cambiamento di posizione della popolazione 'moderata' sul tema della migrazione verso un discorso di fermezza".

Gli indici di popolarità di Macron hanno registrato una ripresa "senza precedenti" da quando ha adottato una linea più dura sull'immigrazione, secondo le sondaggiste dell'Ifop. Da ottobre, il suo indice di gradimento è salito di 10 punti percentuali, raggiungendo il 52 per cento. In precedenza, l'indice di popolarità di Macron era stato il più basso rispetto a quello di ogni altro presidente neoeletto dal 1995.

"Emmanuel Macron lo ha fatto", scrive Paris Match. "Mai prima d'ora un presidente della Repubblica era diventato impopolare così presto per poi tornare ad essere popolare".
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » dom apr 22, 2018 8:19 pm

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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » dom apr 22, 2018 8:19 pm

Notte di guerriglia a Tolosa dopo il fermo di una donna velata
Scontri iniziati domenica
Nella città francese gruppi organizzati si sono opposti alla polizia, arrestate 18 persone e bruciate 24 auto, le violenze proseguono da due giorni
17 aprile 2018

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 19e72.html

Diciotto persone sono state arrestate a seguito degli scontri scoppiati questa notte nel distretto di Mirail a Tolosa, dopo le violenze che si erano già registrate domenica: lo ha annunciato la prefettura dell'Occitania, precisando che 24 auto sono state date alle fiamme. Le proteste violente fanno seguito alla tensione che è montata domenica pomeriggio, dopo il fermo di una donna con il velo che si era rifiutata di sottoporsi ai controlli di polizia. La donna, secondo una fonte giudiziaria, è detenuta per ribellione e oltraggio ad autorità pubblica.

"La polizia è stata impegnata tutta stanotte ed ha compiuto 18 arresti per atti di violenza, distruzione di proprietà con il fuoco e oltraggio", ha riferito questa mattina il prefetto Pascal Mailhos. I distretti di Reynerie e Bellefontaine, entrambi classificati come zona di sicurezza prioritaria (Zsp) e situati nel Grand Mirail, sono stati il teatro degli scontri tra gruppi di giovani e forze dell'ordine.

I tafferugli sono iniziati alle 20:40 di ieri alla Reynerie. La polizia sarebbe stata fatta oggetto di colpi di mortaio da parte di gruppi organizzati, composti da 30-40 persone ciascuno. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni. Un elicottero della gendarmeria nazionale è arrivato sul posto per assistere gli uomini sul terreno.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » dom apr 22, 2018 8:19 pm

“Un terzo dei giovani musulmani di Francia a favore delle stragi islamiste”
di Giulio Meotti
2018/04/22

https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/04/ ... ste-190594

E se la sociologia non avesse capito niente? E se, privilegiando l’ipotesi di discriminazione, disagio economico e abbandono sociale di cui sarebbero state vittime gli immigrati francesi, la sociologia avesse trascurato i veri grandi fattori, culturali o religiosi, ben più importanti per spiegare la tendenza di tanti giovani francesi alla violenza e al radicalismo islamico?
È l’ipotesi da cui parte La tentation radical dei ricercatori Anne Muxel e Olivier Galland. Il libro è il risultato di un sondaggio condotto su settemila studenti delle scuole superiori. E i risultati sono scioccanti.

Un terzo dei giovani intervistati ritiene che sia normale “partecipare a un’azione violenta per difendere le proprie idee”. Quasi un terzo non si è sentito coinvolto dal minuto di silenzio in omaggio alle vittime di Charlie Hebdo. Condotto nell’arco di tre anni in ventitré scuole superiori di Lille, Créteil, Aix-Marseille e Digione, questo studio ambizioso sui giovani tra i 15 e i 17 anni non ci parla del passaggio all’azione di una piccola minoranza che cade nel terrorismo, ma piuttosto di uno stato mentale più generale che governa un pezzo di Francia.

Dopo gli attacchi del novembre 2015 (130 morti), il presidente del Cnrs, Alain Fuchs, aveva lanciato un invito a presentare progetti per i ricercatori al fine di esplorare “tutti gli argomenti che possono essere rilevanti per le questioni poste alle nostre società dagli attacchi e dalle loro conseguenze”. Molti furono riluttanti. Olivier Galland e Anne Muxel proposero un protocollo di indagine basato su un’ipotesi affermata dalle prime pagine, ma fino ad allora poco discussa: “Il radicalismo religioso è presente in tutte le religioni, ma oggi le sue manifestazioni più evidenti sono associate ad un certa concezione dell’islam”.

I due ricercatori intendono violare un tabù. Si recano nelle scuole popolari delle “aree urbane sensibili” (Zus) dove i musulmani sono già oggi la maggioranza. “Il radicalismo religioso non sembra essere principalmente figlio dell’esclusione socio-economica e le sue radici specificamente religiose sembrano forti” concludono gli autori. Il “movimento di secolarizzazione” che ha conquistato le società europee, in particolare la Francia, ha fallito fra i giovani musulmani. E sono subito piovute accuse, pesanti. “I risultati di Olivier Galland tornano a dire che qualcosa di intrinseco all’islam porterebbe al radicalismo, persino alla violenza”, ha commentato il demografo dell’Ined, Patrick Simon.

Il 32 per cento dei musulmani è “assolutista” nella religione, rispetto al sei per cento dei cristiani. Il 20 per cento dei musulmani dichiara “accettabile in alcuni casi nella società di oggi combattere con le armi in pugno per la propria religione”. Un quarto degli studenti interpellati non condanna gli attacchi contro Charlie Hebdo e il Bataclan, mentre l’80 per cento ritiene che non si deve fare satira sulle religioni. Il campione scelto non è deliberatamente rappresentativo: i questionari sono stati inviati a chi vive dove ci sono state rivolte, scontri con la polizia, caos sociale, ovvero i quartieri settentrionali di Marsiglia, la regione di Lille, la città di Créteil nei sobborghi parigini ... Il cocktail più esplosivo è formato da studenti delle scuole superiori tolleranti nei confronti della violenza e radicali nella propria visione religiosa: tra questi, il 70 per cento non condanna gli attacchi a Charlie Hebdo e all’Hyper Cacher. Estratti del sondaggio pubblicato dal Monde riportano testimonianze di chi crede che i giornalisti di Charlie “se la sono cercata”.

Il mese scorso, un sondaggio della St. Mary University di Londra aveva mostrato come i giovani europei stessero marciando spediti verso una “società post-cristiana”. I cattolici praticanti sono il due per cento in Belgio, il tre in Ungheria e Austria, il cinque in Lituania e il sei in Germania. Molti giovani “dopo il battesimo non hanno più varcato la porta di un edificio di culto”. I musulmani francesi hanno preso la strada opposta. Osserva Olivier Galland: “I musulmani tornano con forza alla pratica religiosa, in contrasto con il movimento di forte secolarizzazione di altri giovani”. È quello che i nostri sociologi finora non hanno voluto vedere.
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Re: França e migranti

Messaggioda Berto » dom apr 22, 2018 8:20 pm

Il fallimento di Macron sull'immigrazione: Parigi è la nuova Calais
Emergenza immgrazione nella capitale francese dove a pochi km dal centro si sono accampati migliaia di migranti
Eugenia Fiore - Dom, 22/04/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18257.html

A Nord di Parigi, ogni giorno, spunta una nuova tenda. In un solo mese sono ben 1400 i migranti che si sono stabiliti a Porte de la Villette, a pochi chilometri dal centro della capitale francese.

Come riporta BfmTv, molti di loro arrivano dall'Italia, altri sono stati espulsi da Calais.

Alcuni migranti si sono lamentati parlando con France2: "È molto difficile dormire qui, mangiare, fare la doccia, tutto è molto complicato", ha affermato uno di loro. Un altro invece si è surriscaldato e ha chiesto che le cose cambino in fretta: "È vergognoso essere abbandonati in delle condizioni simili. Parigi dovrebbe vergognarsi". Per gli abitanti della zona, però, l'emergenza è un'altra: "Nel 2018 i migranti si stabiliscono sotto i notri ponti. È davvero brutto", racconta un passante mentre cammina in mezzo alle tende.

Poco più avanti, sul canale, un altro accampamento cresce di giorno in giorno. Da questa parte del quartiere i migranti vengono tutti dall'Afghanistan. Una quindicina di giorni fa è stata chiusa uno dei più grandi centri di accoglienza della regione a Porte de la Chapelle. Le associazioni denunciano la mancanza di strutture e il governo non sembra in grado di gestire una nuova emergenza immigrazione. Questa volta, però, non siamo a Calais. Ma a Parigi, che rischia ora di diventare un grande campo profughi.

Proprio in queste ore i parlamentari francesi sono pronti a votare sulla controversa legge sull'immigrazione che ha esposto divisioni senza precedenti nel giovane partito centrista del presidente Emmanuel Macron. L'assemblea nazionale della camera bassa avrebbe dovuto votare il disegno di legge venerdì, ma il dibattito si è protratto nel weekend a causa di oltre 1.000 emendamenti proposti dai parlamentari. Il governo difende il disegno di legge in modo equilibrato, ma ha attirato critiche sia da parte dei cittadini di destra, che dicono che è troppo morbido, sia da quelli di sinistra, che lo definiscono troppo repressivo.
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