Slovenia,spray pepe contro migranti - Stavano cercando di entrare da Croazia19 settembre 2015
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/sl ... 502a.shtml01:13 - La polizia slovena ha spruzzato spray al pepe contro circa 500 migranti su un ponte lungo il confine con la Croazia. I profughi si trovavano al punto di confine di Harmica per cercare di entrare in Slovenia, ma sono stati bloccati da circa 50 poliziotti in assetto antisommossa. Quando i migranti hanno cominciato a spingere per rompere il cordone la polizia ha usato lo spray urticante.
La ga fato benon la Xloenia.La Slovenia respinge i primi migrantiIn vigore le nuove regole, profughi rispediti in Croazia. Lunedì incontro a Bruxelles sulla situazione lungo la rotta balcanica
di Giovanni Vale
23 gennaio 2016
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cro ... 1.12826130ZAGABRIA. La rotta balcanica va restringendosi fra controlli più serrati annunciati da vari Paesi e sospensione di Schengen. Ieri la Slovenia ha respinto al confine con la Croazia le prime 15 persone sulla base delle nuove regole in materia di gestione del flusso migratorio. Sono migranti o rifugiati che hanno dichiarato di voler far richiesta di asilo in un paese Ue diverso da Austria e Germania e per i quali è ormai precluso l’ingresso in territorio sloveno.
«Le autorità croate hanno accettato di riprendere queste persone», ha fatto sapere Bostjan Šefic, il segretario di Stato agli Interni di Lubiana. Al contempo la Slovenia ha accettato di ricevere dall’Austria 22 persone, temporaneamente sistemate nel Centro per stranieri in attesa che ripartano comunque verso Nord. «I migranti hanno diritto a cambiare idea sul paese di destinazione inizialmente dichiarato», ha precisato Šefic, lasciando intendere che chi è respinto al confine austriaco perché annuncia di volersi recare ad esempio in Svezia o in Finlandia può comunque passare al secondo controllo dando una risposta diversa.
Un escamotage che serve soprattutto a evitare “tappi” lungo la rotta balcanica, pur mantenendo l’obiettivo finale di una riduzione nel numero dei passaggi. Lubiana ha peraltro annunciato un rafforzamento dei controlli alla sua frontiera meridionale, con un aumento dei poliziotti impiegati per sorvegliare il “confine naturale” con la Croazia ed evitare eventuali attraversamenti illegali, per ora non registrati. Lubiana si sta anche impegnando per aiutare la Macedonia a controllare meglio il confine con la Grecia. Agenti sloveni, croati, serbi e cechi si uniranno alle forze macedoni per «aiutare chi ha diritto all’asilo a proseguire il proprio percorso», ha dichiarato David Brozina, del ministero degli Esteri sloveno, aggiungendo che «è facile capire chi è un migrante economico e chi viene da una zona di guerra».
Il tema della rotta balcanica sarà anche al centro di un incontro ristretto ai Paesi interessati previsto a Bruxelles lunedì e richiesto dal premier sloveno Miro Cerar, che propone di introdurre «assistenza diretta aggiuntiva» al governo della Macedonia, con l'invio di polizia, mezzi ed equipaggiamento, «per rafforzare i controlli alle sue frontiere con la Grecia in modo da evitare gli attraversamenti di irregolari» e «alleviare in modo significativo il peso sui Balcani occidentali in pochi giorni».
Intanto ieri Radis Djurovic, capo del Centro serbo per i richiedenti asilo, ha detto ieri che impedendo l'ingresso nel Paese ai profughi che non intendono chiedere asilo a Austria o Germania, la Serbia viola i diritti umani, una decisione - così come quelle di Slovenia,Croazia, Austria e Macedonia - contraria alla Convenzione di Ginevra e al diritto internazionale.
La Slovenia chiude le frontiere ai migranti: “Potrà passare solo chi è in regola con l’Ue”Effetto domino dopo l’annuncio di Lubiana, anche la Serbia annuncia il blocco
Migranti al confine di Sentilj tra Slovenia e Austria (Foto Archivio)
08/03/2016
https://www.lastampa.it/2016/03/08/este ... agina.html«La rotta migratoria balcanica non esiste più» e la Slovenia permetterà l’ingresso solo di «coloro che saranno in possesso di documenti in regola per accedere all’area Schengen». Ad annunciarlo è il primo ministro sloveno, Miro Cerar, commentando le conseguenze per il suo Paese dell’esito del Consiglio europeo di ieri. «Il vertice ha lanciato un chiaro messaggio a tutti i trafficanti di profughi e ai migranti illegali, e ora sanno che non c’è più la rotta balcanica», ha detto il premier sloveno.
PROCEDURE SCHENGEN
Cerar era tra i leader europei favorevoli ad adottare nella dichiarazione finale del summit la frase «la rotta balcanica è ora chiusa» e non quella un po’ meno drastica, poi approvata. «È vero che la frase è stata leggermente riformulata, ma il senso è lo stesso», ha osservato Cerar. «Da oggi o da domani la Slovenia riprenderà ad applicare in pieno tutte le procedure di Schengen», ha concluso. In pratica passeranno solo le persone in regola per accedere all’area Schengen.
DIARIO DA BELGRADO - I sorrisi dei bambini contro i confini chiusi (Anna Sambo*)
L’EFFETTO DOMINO: LA SERBIA CHIUDE
Dopo l’annuncio della Slovenia si è subito creato un effetto domino. Anche la Serbia ha fatto sapere che si comporterà di conseguenza, adeguando alle decisioni Ue ogni suo passo in materia di migranti, con misure reciproche alle frontiere con Macedonia e Bulgaria. «Considerando le decisioni adottate da un Paese membro dell’Unione europea, la Serbia non può consentire che il suo territorio diventi un campo profughi», ha detto il ministero dell’interno a Belgrado in un comunicato.
REPORTAGE - Lungo la rotta balcanica con mamme e bambini che sognano l’Europa (di Davide Lessi)
L’ONU: “L’INTESA CON LA TURCHIA VIOLA IL DIRITTO”
Dubbi e preoccupazioni si addensano intorno all’accordo di principio raggiunto nella notte a Bruxelles tra Turchia e Unione europea sulla crisi dei migranti. Il blocco dei Paesi dell’est (più l’Austria) resta fermo nel non voler accettare le quote di ricollocamento, mentre l’Onu, per bocca dell’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi, si è detto «profondamente preoccupato per tutte le disposizioni che implicheranno il rientro indiscriminato di persone da un Paese all’altro». La bozza dell’accordo, ha aggiunto il capo dell’UNHCR, «non fornisce garanzie di protezione ai rifugiati in virtù del diritto internazionale». L’Unicef a sua volta ha chiesto il rispetto unanime del principio del “non nuocere”, specie quando si ha che fare con bambini.
IL CASO - Il nuovo accordo serve solo a prendere tempo (di Marco Zatterin)
COSA SIGNIFICA “UNO A UNO”
La Turchia si sarebbe impegnata ad accettare il ritorno degli immigrati irregolari che dalle sue coste partono per le isole greche, se l’Ue si farà carico dei costi di rimpatrio. Di questo stanno parlando oggi a Smirne il premier turco Ahmet Davutoglu e l’omologo greco Alexis Tsipras. Ankara propone di riprendere tutti i migranti che hanno raggiunto il territorio comunitario, senza distinzioni tra irregolari e richiedenti asilo, ma propone poi un meccanismo “uno a uno”: per ogni profugo siriano riammesso, i Ventotto dovranno accoglierne uno in modo legale. «Gli altri 3 miliardi che abbiamo chiesto», ha spiegato Davutoglu, «non sono soldi per noi, sono necessari per gestire la crisi». Ankara chiede anche una accelerazione al suo percorso di adesione all’Unione, ma allo stesso tempo continua a sostenere che la chiusura del più importante quotidiano del Paese, l’oppositore “Zaman”, sia stata una questione giuridica e non politica, respingendo, anzi, palesemente ignorando le accuse di mancato rispetto della libertà di stampa.
REPORTAGE - Tra i trafficanti del Mar Egeo: “Con 500 euro ti porto in Grecia” (di Niccolò Zancan)
GIU’ GLI ARRIVI IN GERMANIA
Intanto si apprende dal governo tedesco che a febbraio sono arrivati in Germania 61.428 richiedenti asilo, circa un terzo rispetto al mese precedente, quando furono 91.671 (segnando un -33% rispetto a gennaio). Tra questi nuovi arrivi, la nazionalità più rappresentata è quella siriana (24.612 persone), seguita dagli iracheni (12.355) e dagli afghani (12.121).