Non si confondano i migranti regolari con i clandestini

Non si confondano i migranti regolari con i clandestini

Messaggioda Berto » dom ago 30, 2015 3:17 pm

Non si confondano i migranti regolari con i clandestini
viewtopic.php?f=194&t=1801


Non si confondano gli stranieri (per lo più europei e cristiani) regolari e legali residenti che lavorano, che rispettano la terra e la gente che li ospita, con i "migranti invasori" clandestini, irregolari, illegali e i profughi o i finti profughi nazi-maomettani afro-asiatici che continuano ad arrivare e ad invaderci che non lavorano e non possono lavorare perché il lavoro non c'è, che vivono alle nostre spalle e che delinquono, che stuprano, rubano, rapinano, spacciano, ci minacciano e progettano attentati terroristici.

Nella penisola italica a giugno 2015, secondo i dati ISTAT il 12,7% della popolazione era disoccupata.
Cosa significa?
Significa che tutti questi "migranti irregolari" che arrivano dal mare, sono persone disoccupate che vanno ad aggiungersi ai disoccupati già esistenti e a gravare sulle casse dello stato che è pieno di debiti da far paura e che strozza di tasse le genti italiche che lavorano.

https://www.facebook.com/groups/altridi ... 4596633885

Nemmeno gli stranieri regolari e residenti che lavorano che pagano le tasse e che versano i contributi INPS ci pagano le pensioni a noi veneti, perché se il saldo attivo italiano degli stranieri che lavorano è di 3,9 miliardi mentre quello dei veneti è di 20 miliardi. Perciò quello che scrivono questi signori è falso. Inoltre non si confondano gli stranieri residenti che lavorano con i migranti disoccupati che arrivano e che non lavorano e che non potranno lavorare perché il lavoro non c'è e che dovranno vivere di assistenza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom ago 30, 2015 3:22 pm

Eco le buxie ke li scrive:

Ringraziamo gli immigrati (che ci pagano le pensioni) - Gli stranieri danno all'Italia più di quanto ricevono
http://www.oggitreviso.it/ringraziamo-g ... oni-112322

TREVISO - C'è chi si dice "stufo" di mantenere gli immigrati. Non sapendo che sono gli immigrati a mantenere noi. O, quantomeno, a pagarci le pensioni. Gli stranieri in Italia sono una ricchezza. E non lo dice solo il Papa. Lo confermano i numeri.

Nel 2012 in Italia gli stranieri hanno versato 4,9 miliardi di euro di gettito Irpef, 8.9 miliardi di contributi Inps, e 2,7 miliardi tra tasse, permessi, imposte. Anche noi, per loro, abbiamo speso un bel po' di soldi: tra sanità, scuola, centri di accoglienza, salvataggi in mare, e impiego di forze dell'ordine abbiamo sborsato ben 12, 6 miliardi di euro. Ma, sottraendo alla somma dei contributi versati dagli immigrati (16,5 miliardi) la spesa che lo Stato Italiano ha sostenuto per loro (12, 6) si ha un risultato positivo: 3.9 miliardi. E è questa la somma netta che l'immigrazione ci ha regalato in un anno.

A fornire i dati è la Fondazione Leone Moressa. I curatori del rapporto specificano inoltre come i contributi Inps, che servirebbero a pagare le pensioni degli immigrati, vengano in realtà utilizzati per pagare le pensioni di oggi, come d'altronde succede con i contributi degli italiani. Ma le persone straniere sopra i 65 anni sono una percentuale bassissima, che si aggira intorno al 2% del totale, mentre la percentuale di contribuenti stranieri è l'8,5% del totale. Tradotto: sono molti di più quelli che versano di coloro che ne traggono i benefici. E noi, come paese, riceviamo da loro molto di più di ciò che diamo.

Gli stranieri sono solo stanno aiutando i pensionati italiani, ma contribuiscono alla crescita dell'intero Nordest, dove il 6,6% della ricchezza è prodotto da imprese immigrate. Anche questa percentuale è stata rilevata dalla Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato i dati del 2014.

In Veneto oltre il 9% delle imprese sono straniere e producono 9 miliardi di euro. Treviso è, dopo Verona, la provincia più fortunata in questo senso: il 9,7% delle imprese sono avviate da persone immigrate.

Gli stranieri ci arricchiscono, e questo è un dato di fatto. Purtroppo c'è chi, come Salvini, preferisce nascondere la verità e puntare il dito contro gli immigrati, che "rubano il lavoro", "che si fanno mantenere", "che ci mandano in rovina", "che ci fanno sprecare un sacco di soldi per andare a ripescarli in mare", per nascondere - ad esempio - l' 1, 7 miliardi di euro che i politici tengono in questo momento sotto il materasso. O le decine di miliardi che hanno in conti all'estero. O le somme che il Carroccio si è intascato con le truffe dei rimborsi elettorali.

Un bambino non crederebbe mai a Salvini. Com'è possibile - si chiederebbe guardano gli immigrati - che chi ci ruba miliardi soffra la fame o stenti a mantenere una famiglia? Com'è possibile - si interrogherebbe volgendo lo sguardo alla classe politica - che chi ha stipendi a 7 cifre stia invece facendo di tutto per assicure agli italiani (almeno) il pane quotidiano, senza riuscirci?

Impariamo a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. La verità ce l'abbiamo davanti al naso. Palese, manifesta, semplice. Chiara e inconfutabile.

Come la matematica.
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Messaggioda Berto » dom ago 30, 2015 3:22 pm

Anche Stella il fanfarone racconta questa balla:

La differenza tra tasse contributi in rapporto alla spesa pubblica
di Gian Antonio Stella 23 novembre 2014
http://www.corriere.it/cronache/14_nove ... f835.shtml

I 3,9 miliardi che i migranti danno all’economia italiana

Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»?
Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani.

Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la patria è là dove si prospera», dice Aristofane) proprio come ricorda Francesco: «I Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale».
Creano anche un mucchio di problemi? Sì. Portano a volte malattie che da noi erano ormai sconfitte? Sì. Affollano le nostre carceri soprattutto per alcuni tipi di reati? Sì. Vanno ad arroccarsi in fortini etnici facendo esplodere vere e proprie guerre di quartiere? Sì. E questi problemi vanno presi di petto. Con fermezza. C’è dell’altro, però . E non possiamo ignorarlo.

Due rapporti della Fondazione Leone Moressa e Andrea Stuppini, collaboratore de «lavoce.info», spiegano che non solo le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi) per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro, ma che nei calcoli dare-avere chi ci guadagna siamo anche noi. Nel 2012 i contribuenti nati all’estero sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». L’imposta netta versata «ammonta in media a 2.099 euro, per un totale complessivo pari a 4,9 miliardi». Con disparità enorme: 4.918 euro pro capite di Irpef pagata nel 2013 in provincia di Milano, 1.499 in quella di Ragusa.
A questa voce, però, ne vanno aggiunte altre. Ad esempio l’Iva: «Una recente indagine della Banca d’Italia ha evidenziato come la propensione al consumo delle famiglie straniere (ovvero il rapporto tra consumo e reddito) sia pari al 105,8%: vale a dire che le famiglie straniere tendono a non risparmiare nulla, anzi ad indebitarsi o ad attingere a vecchi risparmi. Ipotizzando che il reddito delle famiglie straniere sia speso in consumi soggetti ad Iva per il 90% (escludendo rimesse, affitti, mutui e altre voci non soggette a Iva), il valore complessivo dell’imposta indiretta sui consumi arriva a 1,4 miliardi di euro». Più il gettito dalle imposte sui carburanti (840 milioni circa), i soldi per lotto e lotterie (210 milioni) e rinnovi dei permessi di soggiorno (1.741.501 nel 2012 per 340 milioni) e così via: «Sommando le diverse voci, si ottiene un gettito fiscale di 7,6 miliardi».

Poi c’è il contributo previdenziale: «Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi».
Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa».
E i costi per la giustizia? «Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui». E le altre spese? Contate tutte, rispondono Stuppini e la Fondazione. Anche quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione: «Per il 2012 il costo complessivo si può calcolare in 170 milioni».

In ogni caso, prosegue il dossier, «si è considerata la spesa pubblica utilizzando il metodo dei costi standard, stimando la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione in 12,6 miliardi di euro, pari all’1,57% della spesa pubblica nazionale. Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro». Risultato: confrontando entrate e uscite, «emerge come il saldo finale sia in attivo di 3,9 miliardi». Per capirci: quasi quanto il peso dell’Imu sulla prima casa. Poi, per carità, restano tutti i problemi, i disagi e le emergenze che abbiamo detto. Che vanno affrontati, quando serve, anche con estrema durezza. Ma si può sostenere, davanti a questi dati, che mantenere l’estensione della social card ai cittadini nati all’estero ma col permesso di soggiorno è «un’istigazione al razzismo»?

Per non dire dell’apporto dei «nuovi italiani» su altri fronti. Dice uno studio dell’Istituto Ricerca Sociale che ci sono in Italia 830 mila badanti, quasi tutte straniere, che accudiscono circa un milione di non autosufficienti. Il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche. Se dovesse occuparsene lo Stato, ciao: un posto letto, dall’acquisto del terreno alla costruzione della struttura, dai mobili alle lenzuola, costa 150 mila euro. Per un milione di degenti dovremmo scucire 150 miliardi. E poi assumere (otto persone ogni dieci posti letto) 800 mila addetti per una spesa complessiva annuale (26mila euro l’uno) di quasi 21 miliardi l’anno. Più spese varie. Con un investimento complessivo nei primi cinque anni di oltre 250 miliardi.
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Messaggioda Berto » dom ago 30, 2015 3:24 pm

Assurdità?

Abbiamo chiesto a un esperto cosa succederebbe se l'Europa aprisse a chiunque le sue frontiere
aprile 29, 2015 di Matern Boeselager
http://www.vice.com/it/read/cosa-succed ... lemens-634


Nell'articolo è scritto:
...
Un rapporto dell'OCSE del 2013 ha rilevato che una famiglia media di migranti contribuiva in media con più di 3000 euro di tasse, più di quanto non avesse ricevuto in benefici. Ciò significa che il lavoro complessivo dei migranti sta sovvenzionando gli stati europei, aiutando gli europei a provvedere alle spese per l'istruzione dei loro figli, e la cura dei loro nonni.
...

Altre voci ensementi cofà coeła de Steła łe dixe:
http://www.corriere.it/cronache/14_nove ... f835.shtml
che il saldo tra quello che danno i migranti occupati allo stato italiano in tasse e tributi e contributi e quello che ricevono in servizi, assistenza e pensioni dallo stato italiano è di 3,9 miliardi a favore dello stato italiano che quindi sarebbe in debito e che con tale differenza potrebbe aiutare altri migranti.

Me despiaxe tanto ma lè na ensemensa granda
perché con la stessa logica noi veneti potremmo dire che il nostro saldo è di 20 miliardi a nostro sfavore e che quindi lo stato italiano ci deve 20 miliardi ogni anno che potrebbero restare qui e miliorare le nostre condizioni di vita.
Sono anni che lo stato italiano ci spoglia di quello che è nostro per sostenere i privilegi delle caste e dei parassiti.
Se questo argomento ha un senso per i migranti lo dovrebbe a maggior ragione avere anche per noi veneti.

Su RAI 3 ho appena ascoltato il fanfarone Dalema dire che il 12% del PIL italiano è prodotto dai migranti e che se non ci fossero i loro contributi lo stato italiano non potrebbe pagare le pensioni. Che filibustiere!


Altri bugiardi che confondono gli stranieri che lavorano con i migranti rifugianti che arrivano, che non hanno lavoro e che non potranno lavorare perché il lavoro non c'è.


Migranti necessari allo sviluppo dell'Italia (altrimenti destinata a spegnersi)
Presentato all'Expo il Rapporto "Immigrati, attori di sviluppo"
Stefania De Bastiani

http://www.oggitreviso.it/migranti-nece ... rsi-112724

TREVISO - Il cibo come causa di migrazioni e come occasione di sviluppo. Si è soffermato su questi due argomenti il XXIV Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes presentato ieri all'Expo di Milano. E' la fame che spinge i popoli a migrare, a spostarsi in cerca di cibo, di dignità. E l'Italia, negli ultimi 40 anni, è stata meta di milioni di arrivi. Migranti che non sono - come spesso erroneamente si sente dire - gente "a cui dare" perché "in stato di bisogno", ma persone che danno. Che contribuiscono alla crescita dell'ìItalia. Di più: sono indispensabili "al futuro di un Paese altrimenti destinato a spegnersi inesorabilmente".

Questo, si legge nel Rapporto Immigrazione titolato "Migranti, attori di sviluppo" che descrive la situazione della mobilità nazionale e internazionale. Mostrando dati, numeri, statistiche Istat, origine e destinazione dei migranti che sono, non c'è dubbio, "attori di sviluppo". Persone necessarie alla nostra crescita, alla nostra ricchezza, al nostro sostentamento.

Gli stranieri in Italia nel corso del 2014 hanno infatti prodotto l'8,8 per cento della ricchezza nazionale, per una cifra complessiva di oltre 123 miliardi di euro. La redistribuizone netta media mensile dichiarata dai cittadini comunitari è però più bassa di quella degli occupati italiani, nel primo caso è di 942 euro contro i 1.326 euro. Gli stranieri, insomma, danno più di ciò che ricevono.

La fame

Il cibo, tema dell'Expo. Un diritto di cui, oggi, 840 milioni di persone non godono. "Ogni anno 51 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni - è stato riferito ieri durante la presentazione - deperiscono a causa della malnutrizione e, di questi, quasi 7 milioni muoiono. La più alta concentrazione vive nell’Africa Subsahariana, dove 1 bambino su 3 è sottoalimentato. È l’Africa delle migrazioni. Sono anche i volti dei migranti che, dopo un primo viaggio alla ricerca di una vita migliore nel Nord Africa, oggi attraversano il Mediterraneo sui barconi, nei cosiddetti “viaggi della speranza”.

La situazione mondiale

Nel 2013 sono circa 232 milioni le persone nel mondo che vivono in un paese diverso da quello di origine: le donne sono il 48%. Tra questi, il 10-15% sono migranti irregolari. Secondo la fonte Onu, nel 2013 l’Europa e l’Asia ospitano il 62% del totale internazionale dei migranti. A seguire c’è il Nord America col 23%, l’Africa (8%), l’America latina e i Caraibi (3,7%) e l’Oceania (3,4%). Stati Uniti e Federazione Russa ospitano complessivamente un quarto del totale dei migranti internazionali. Oltre ai paesi d’oltre oceano, come il Canada e l’Australia, e quelli arabi (Arabia Saudita ed Emirati Arabi), nei primi 11 paesi sono presenti anche paesi europei, come la Germania, il Regno Unito e la Francia e, agli ultimi posti, la Spagna e l’Italia.

L'Europa ospita il 31,3% dei migranti internazionali. Il numero totale di stranieri residenti nell’Unione Europea, al 1 gennaio 2013 è di 34,9 milioni di persone, pari all’8,4% del totale della popolazione.

La situazione italiana

In Italia ci sono circa 5 milioni di stranieri. L'immigrazione nel nostro paese è giovane: il 23,9% dei permessi riguarda minori, di cui alcuni non accompagnati. Per il 53% è donna. Le fasce d’età maggiormente numerose risultano quelle che vanno dai 35 ai 39 anni (11,7%) e dai 30 ai 34 (11,6%).

Da dove vengono, questi migranti? A inizio 2014, sono soprattutto romeni (22%), albanesi (10%), marocchini (9,2%). Entrando nel dettaglio delle presenze territoriali, in tre regioni del Nord ed una del Centro è concentrato il 57% dell’intera popolazione straniera presente in Italia. In particolare, si tratta della Lombardia (22,9%), il Lazio (12,5%), l’Emilia Romagna (10,9%) e il Veneto (10,5%).

Veneto e Treviso

Anche in Veneto l'immigrazione è "giovane e donna". Nella nostra regione ci sono 514.592 stranieri residenti. La provincia che ne accoglie di più è Verona, seguita da Treviso, dove ne risiedono 201.545. Il 52% sono donne e la maggior pare viene dalla Romania. Tra i paesi di provenienza degli stranieri residenti nella Marca, spicca inoltre il Marocco, l'Albania, la Moldavia e la Cina.
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Messaggioda Berto » dom ago 30, 2015 3:24 pm

Altri bugiardi che confondono gli stranieri che lavorano con i migranti rifugianti che arrivano, che non hanno lavoro e che non potranno lavorare perché il lavoro non c'è.

Profughi: l'Italia accoglie. Il Veneto chiude le porte e rifiuta "una risorsa vitale"
Zaia alza le barriere e dà i numeri (sbagliati)
http://www.oggitreviso.it/italia-pronta ... uta-111021
TREVISO - "Per paesi vecchi e complessivamente ricchi e che hanno poca voglia di cambiare come l'Italia, l'immigrazione è una risorsa vitale e strategica per il futuro". Parole chiare quelle del Presidente della Conferenza della Regioni e governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, intervenuto al dibattito su 'Scuola di cittadinanza e integrazione'. "Immigrazione e integrazione - ha rimarcato Chiamparino - sono due cose diverse nella loro concretezza ma sono anche strettamente legate perché le persone che fuggono da fame, guerra e mancanza di diritti sono spesso persone che hanno voglia di investire sul loro futuro, e questo futuro potrebbe essere nel nostro paese, nelle nostre città".

Gli immigrati sono una risorsa. E anche per questo gli uomini, le donne e i bambini che stanno in questi mesi raggiungendo la nostra penisola lottando per la vita vanno accolti. Con tutti i mezzi e le forze che abbiamo. Su questo, sono concordi tutte le Regioni d'Italia che ieri, a Roma, hanno preso parte al vertice sull'immigrazione tenutosi al Viminale tra il ministero degli Interni, Anci e Conferenza delle Regioni. Tutte, tranne il Veneto che, controcorrente, ha ribadito il suo no e in parte la Lombardia. Mentre il Governatore leghista lombardo Roberto Maroni non si è nemmeno fatto vedere, "Non vado mi stanno prendendo in giro", Luca Zaia è volato a Roma per dichiarare che, in Veneto, le porte sono chiuse.

"Ho espresso un no assoluto sull'arrivo di nuovi emigranti - fa sapere Zaia - La mia regione ha già dato e infatti a livello nazionale è una delle prime tre per livello di accoglienza".

Le parole di Zaia, però, sono state smentite dai numeri, dai fatti, dalle statistiche. Dalla realtà, insomma.

Un terzo dei migranti accolti in Italia, minori esclusi, è distribuito infatti in due regioni: Sicilia e Lazio, che ospitano rispettivamente il 22% e il 12% dei 73.883 totali. Il Veneto, invece, è tra le grandi regioni del Nord quella che ospita meno persone, con il 4%. La percentuale è stata calcolata in base al rapporto tra migranti e numero di abitanti. Il dato è aggiornato al 6 maggio ed è contenuto in una tabella del Viminale dove c'è la ripartizione regione per regione dei migranti nei Cara, i centri per richiedenti asilo, nello Sprar, il sistema di accoglienza per i rifugiati, e nelle strutture temporanee.

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, al termine della Conferenza Unificata, ha proposto di impiegare gli immigrati in lavori socialmente utili. "Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti", ha suggerito Alfano. Ma Zaia proprio non ci sta, a lasciare che i ragazzi ci puliscano le strade, ci taglino l'erba, sistemino i sentieri o aiutino gli anziani a titolo gratuito. "Credo che non sia una soluzione e che l'unica percorribile sia quella di trovare loro un posto di lavoro dai Paesi di provenienza", ha dichiarato Zaia, dimenticandosi probabilmente della situazione in cui questi paesi si trovano. Situazione che è causa della migrazione verso l'Europa di queste persone.

Pure Matteo Salvini, pare non ne sappia nulla: "Dobbiamo investire qualche soldo in Africa per risparmiare quelli che invece spendiamo facendo arrivare in Italia non profughi, che sono un'esigua minoranza, ma clandestini", ha sentenziato il segretario della Lega Nord, lanciando una proposta alternativa (e alquanto shoccante): "Bisogna fermare gli sbarchi, affondare i barconi che arricchiscono gli scafisti e creare punti di identificazione in Nord Africa".

Qualche barcone, senza la mano di Salvini, è già affondato. E solo ieri è stato individuato a 375 metri di profondità quello naufragato il 18 aprile con a bordo 750 persone. Solo alcune delle immagini del relitto sono state diffuse dalla Marina Militare. La maggior parte, probabilmente, non la si vedrà. Foto troppo scabrose: corpi di uomini, donne, cadaveri di bambini. Ammassati, bloccati nella stiva. Morti soffocati mentre lottavano per la loro, unica, vita.
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Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 7:16 am

I dixocupai no produxe PIL e non łi paga łe pension
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I disoccupati non aumentano il PIL e non pagano le pensioni ai pensionati
È chiaramente una menzogna quello che raccontano certi fanfaroni che questi "migranti irregolari e nuovi disoccupati" possano contribuire con la loro disoccupazione ad aumentare il PIL e a pagare le pensioni dei pensionati.

https://www.facebook.com/groups/altridi ... 4596633885
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Messaggioda Berto » sab apr 22, 2017 6:31 am

Le bugie dei radicali, del Papa e di altri sui migranti regolari e sugli immigrati clandestini
viewtopic.php?f=194&t=2460

I falsi buoni che fanno del male
viewtopic.php?f=141&t=2574

Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
viewtopic.php?f=141&t=2542

Diritti Umani Universali che non esistono
viewtopic.php?f=25&t=2584

Il falso lavoro è un furto legalizzato di stato, nuovo parassitismo
viewtopic.php?f=94&t=2525

Povertà, poartà/povartà e mexeria venete
viewtopic.php?f=161&t=2444
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Messaggioda Berto » gio mag 25, 2017 7:22 am

???

Bonino: «Non solo badanti, abbiamo bisogno di immigrati idraulici»
La leader dei Radicali presente alla marcia milanese: «Rispettosi della cultura di ciascuno, ma legge si applica a tutti». Il Presidente del Senato, Pietro Grasso: «Non cederemo al ricatto della paura. Un muro ci porta a diventare i carcerieri di noi stessi».
Redazione 20/05/2017

http://politica.diariodelweb.it/politic ... 520_417267

MILANO - «Dobbiamo dircelo: abbiamo bisogno di queste persone», gli immigrati «lavorano nelle nostra case, fanno da badanti nelle nostre famiglie, in agricoltura se non ci fossero loro neanche un cocomero si raccoglierebbe, nelle costruzioni se non ci fossero loro non si trova neanche un idraulico». Lo ha detto Emma Bonino, parlando dal palco della manifestazione "Insieme senza muri".
Occorre, ha proseguito, «rimanere umani. Questo ci ha insegnato l'Europa. L'umanità fa bene. Siamo stati per tanti anni, decenni, emigranti noi stessi. Quindi lo sappiamo quello che vuol dire: in ogni famiglia c'è stato qualcuno che è emigrato. Ma non eravamo abituati ad avere immigrati». Ora, ha concluso, bisogna essere «rispettosi nella cultura di ciascuno, nel rispetto della legge. Ma la legge si applica a tutti, anche agli italiani».

Grasso: «Non cederemo al ricatto della paura»
«Con serenità e con fermezza diciamo ad alta voce che non torneremo indietro, non costruiremo con i mattoni dell'intolleranza, del razzismo e della paura nuovi muri e nuove divisioni. Un muro, impedisce ai nostri occhi di guardare oltre, rende ciechi e inconsapevoli, un muro porta a rinchiudersi in casa, nell'illusione di potere tenere fuori i problemi, un muro ci porta a diventare i carcerieri di noi stessi. Noi non cederemo mai al ricatto della paura». Questo uno dei passaggi del discorso di Pietro Grasso, presidente del Senato, al termine della marcia per i migranti a Milano.

Manconi al corteo di Milano con i giovani musulmani
«Sto partecipando al grande corteo di Milano, un'iniziativa importante se saprà trasformarsi in politiche intelligenti e razionali a livello nazionale e locale. E se saprà superare alcune misure improprie e inique presenti nelle più recenti normative (decreto Minniti e decreto Orlando). Mi trovo nel corteo insieme alle giovani e ai giovani musulmani, che rappresentano quelle centinaia di migliaia di fedeli dell'Islam presenti nel nostro paese. E accanto a Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale a Milano, che tanto si è spesa in queste settimane per la buona riuscita della manifestazione. E che ha aggregato, nel nome dell'accoglienza e del rispetto dei principi democratici e dei valori del nostro Stato, giovani donne e uomini determinati a contrastare gli allarmi irresponsabili e gli stereotipi dominanti con l'intelligenza e la volontà di integrazione. Sono convinto che anche attraverso manifestazioni di questo tipo sia possibile creare quei legami che sono indispensabili al rafforzamento della coesione sociale nel nostro Paese». E' quanto ha affermato Luigi Manconi (Pd), presidente della commissione Diritti umani del Senato.
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No se confonda i foresti rexidenti ke laora co i clandestini

Messaggioda Berto » gio mag 25, 2017 7:24 am

Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
viewtopic.php?f=196&t=2605


Ecco quando le migrazioni non sono invasioni e portano il bene e non il male
viewtopic.php?f=194&t=2603
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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No se confonda i foresti rexidenti ke laora co i clandestini

Messaggioda Berto » lun set 18, 2017 3:10 am

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624


Pensa prima alla tua gente e al tuo paese, invece che agli africani e all'Africa
viewtopic.php?f=205&t=2681
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