Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Berto » gio mar 13, 2014 8:56 am

No Sixara, lè purpio el Pare ke lè pì a rente del Padre e Dio lè el pare pì a rente de tuti parké lè el creador de tuto e dei Pari e dei Fioli.
Co se ga a ke far co el ben spirtual e mestego no ghè distansa fexega, a ghè fuxion de tuto, l'ognedà mestega.

L'avarìa vu Dio par Padre ( mejo Pare) e mai el sarìa restà da lu-solo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » gio mar 13, 2014 9:06 am

The Chimney Sweeper from Songs of Experience

A little black thing among the snow,
Na roba picola e nera butà ( xbandonà) so la neve

Crying " 'weep! 'weep!" in notes of woe!
Ke la pianxe ( debolmente) : scoa, scoa...

"Where are thy father and mother? say?"—
Dìme : ndo xeli mama e papà?

"They are both gone up to the church to pray.
I xe ndai n Cèxa a pregar.

"Because I was happy upon the heath,
Sicome ca ndavo contento pa i canpi

And smiled among the winter's snow,
Co n sorìxo n mexo a la neve de l inverno

They clothed me in the clothes of death,
I me ga vestìo co i vestiti de la Morte

E i me ga insegnà a cantar la canson de l Dolore
And taught me to sing the notes of woe.

"And because I am happy and dance and sing,
E sicome ca son contento isteso e canto e rido

They think they have done me no injury,
I pensa de no' verme fato del male

And are gone to praise God and his Priest and King,
E i xe ndai a pregar Dio e i so Preti e l so Rè

Who make up a heaven of our misery."
Ke de la nostra mixeria i ghe n à fato on Paradiso.

Terribile. :(
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » gio mar 13, 2014 9:11 am

Berto ha scritto:lè purpio el Pare ke lè pì a rente del Padre e Dio lè el pare pì a rente de tuti parké lè el creador de tuto e dei Pari e dei Fioli.


Lexela bèn la seconda poexia : mama-papà e l Pare ( i Preti, el Re).. tuti i lo gà xbandonà. Kel pòro-putìn butà so la neve cofà na stràsa.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Berto » gio mar 13, 2014 8:36 pm

Si Sixara el Pare Terestre en mexeria el ło ga xbandonà, cusì no ghè restà kel Pare Çełeste ke anca se distante el se ga fato pi viçin del Pare nadural kel lo gheva xbandonà.

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Lavoro minorile e la rivoluzione industriale inglese

http://www.lindipendenza.com/lavoro-min ... le-inglese

«[...] Molti ritengono che siano sottopagati perché, quando si tratta dei loro stipendi, viene applicata la teoria del valore-lavoro. Molti hanno letto Upton Sinclair e ritengono che siano stati i sindacati a forzare gli standard qualitativi nella produzione. Leggono Charles Dickens e ritengono che i sindacati abbiano salvato i lavoratori occidentali da indicibili orrori, anche se il lavoro minorile non è stato abolito legalmente negli Stati Uniti fino a quasi 100 anni dopo la pubblicazione di Oliver Twist. Se i Bob Cratchit dell’Era Vittoriana inglese avesse avuto accesso al Sindacato dei Lavoratori, non solo avrebbero potuto opporsi alle pratiche di gestione di Scroogie ma i Piccoli Tim nel mondo avrebbero dormito sonni più tranquilli. Come Mises ha opinato più volte, se la teoria è assente, non si può dare nulla per scontato. [...] La teoria è semplice. Quando si aumenta il prezzo di uno degli input in un processo produttivo ci sono due conseguenze importanti. Il primo è che, a parità di altre condizioni, il prezzo minimo richiesto dal produttore per vendere il suo prodotto finito sul mercato cresce. [...] Il secondo effetto è che un più alto prezzo ricevuto dalle unioni sindacali attrae inevitabilmente dei rimpiazzi. [...] Alla luce di questi due effetti c’è poco da meravigliarsi che gli Stati in cui hanno avuto successo i sindacati nel XX secolo sono quelli che oggi sono economicamente stagnanti, come effetto di decenni in cui capitali e lavoro sono migrati verso altri Stati dove erano meno costosi. Tutta l’organizzazione sindacale è diventata un beneficio a lungo termine per gli Stati dove i sindacati hanno meno potere. Se questo fatto da solo non rende le unioni sindacali tristemente note, allora il fatto che i sindacati siano l’unica istituzione nella società al di fuori del governo con il diritto garantito dalla legge di infliggere violenza sugli altri certamente le rende tali. Il vezzeggiativo “sindacati teppisti” è pienamente meritato.» da I sindacati e “gli altri” Piccolo Tim, Christopher Westley, Mises Italia, 14 Aprile 2012.
di LAWRENCE W REED*

http://vonmises.it/2012/04/14/i-sindaca ... iccolo-tim

Immagine


Nel secolo dopo il 1750 ebbero luogo profondi cambiamenti economici in Gran Bretagna. Questa fu l’epoca della Rivoluzione Industriale, con tanto di cascate di innovazioni tecniche, notevoli aumenti nella produzione, una rinascita del commercio mondiale, e la rapida crescita della popolazione urbana. Gli storici e gli altri osservatori si scontrano nell’interpretazione di questi grandi cambiamenti. Rappresentavano un miglioramento per i cittadini o questi eventi li fecero arretrare? Forse nessun altro problema in questo ambito ha generato un maggiore calore intellettuale di quello riguardante il lavoro dei bambini. I critici del capitalismo hanno lanciato con successo tale questione come un atto d’accusa inconfutabile al sistema capitalista mentre stava emergendo nel XIX secolo in Gran Bretagna.

Le molte segnalazioni di cattive condizioni di lavoro e lunghe ore di fatica la rendono una lettura straziante. William Cooke Taylor scrisse all’epoca di riformatori contemporanei che, osservando i bambini al lavoro nelle fabbriche, pensavano tra sé: “Quanto più piacevole sarebbe stato saltellare sulla collina; alla vista del verde idromele con i suoi lustrini di ranuncoli e le margherite; col canto degli uccelli ed il ronzio delle api.” Di quegli storici che interpretarono il lavoro minorile nella Gran Bretagna industriale come un crimine del capitalismo, nessuno fu più importante di J.L. e Barbara Hammond. Le loro opere furono ampiamente promosse come “autorevoli” sulla questione.

Gli Hammond divisero i bambini delle fabbriche in due classi: “apprendisti parrocchiali” e “volontari.”
E’ una distinzione di enorme importanza, anche se uno degli autori stessi non è riuscito ad apprezzarla del tutto. Dopo aver fatto la distinzione, gli Hammond procedettero a trattare le due classi come se non ci fosse stata alcuna distinzione tra di esse. Come conseguenza si riversò per anni un diluvio di false e fuorvianti conclusioni sul capitalismo e sul lavoro minorile. I bambini “volontari” erano quelli che vivevano a casa ma lavoravano durante il giorno nelle fabbriche su insistenza dei genitori o dei tutori.
Lo storico Inglese E.P. Thompson, anche se generalmente critico sul sistema delle fabbriche, tuttavia ammise giustamente che “è assolutamente vero che i genitori non solo avevano bisogno dei guadagni dei loro figli, ma si aspettavano che lavorassero.”

Ludwig von Mises, il grande economista Austriaco, disse bene quando osservò che le condizioni generalmente deplorevoli esistenti per secoli prima della Rivoluzione Industriale, ed i bassi livelli di produttività che le crearono, fecero in modo che le famiglie cogliessero le nuove opportunità rappresentate dalle fabbriche: “E’ una distorsione dei fatti dire che la fabbriche portarono via le casalinghe dalle cucine ed i bambini dai loro giochi. Queste donne non avevano nulla da cucinare per nutrire i loro figli. Questi bambini erano poveri ed affamati. Il loro unico rifugio era la fabbrica. Li salvò, nel senso stretto del termine, dalla morte per fame.” I proprietari delle fabbriche private non potevano soggiogare con la forza i bambini “volontari”; non potevano costringerli a lavorare in condizioni che i genitori consideravano inaccettabili. L’esodo di massa dal continente verso la Gran Bretagna sempre più capitalista ed industriale nella prima metà del XIX secolo, suggerisce fortemente che la gente effettivamente considerava l’ordine industriale un’alternativa attraente. E non c’è alcuna prova credibile che suggerisca che i genitori in questi primi giorni del capitalismo fossero meno attenti ai figli rispetto ai tempi pre-capitalistici.

La situazione, tuttavia, era molto diversa per gli “apprendisti parrocchiali.” Un attento esame rivela che i critici si concentravano su questi bambini quando parlavano dei “mali” della Rivoluzione Industriale del capitalismo. Questi giovani, a quanto pare, non erano sotto la diretta autorità e la supervisione dei genitori in un libero mercato del lavoro, ma di funzionari governativi. La maggior parte erano orfani; pochi erano vittime di genitori negligenti o genitori la cui salute o la mancanza di competenze li impediva di guadagnare un reddito sufficiente per occuparsi di una famiglia. Tutti erano sotto la custodia di “autorità parrocchiali.” Come gli stessi Hammond scrissero, “[I] primi mulini furono collocati sui fiumi, e il lavoro necessario venne fornito con l’importazione di carri di bambini poveri dalle case di lavoro delle grandi città . . . . Per le autorità parrocchiali, ingombrate da grandi masse di bambini non desiderati, i mulini di cotone di Lancashire, Derby, e Notts erano una manna dal cielo.”

Anche se consegnati al controllo di un organismo governativo, questi bambini sono abitualmente presentati come le vittime dell’avidità capitalista. Ma, come scrive lo storico Robert Hessen, quegli stessi bambini “erano gettati in schiavitù da un ente governativo; erano stati abbandonati o erano degli orfani poveri che erano legalmente sotto la custodia dei funzionari della parrocchia, e che erano legati da questi funzionari a lunghi periodi di apprendistato non retribuito in cambio della semplice sussistenza.” In effetti, la prima legge in Gran Bretagna che venne applicata ai bambini in fabbrica fu approvata per proteggere questi stessi apprendisti parrocchiali, non i bambini “volontari.” Anche se è inesatto giudicare colpevole il capitalismo per i peccati dell’apprendistato parrocchiale, sarebbe anche inesatto supporre che i bambini volontari lavorassero in condizioni ideali nei primi giorni della Rivoluzione Industriale. Per gli standard di oggi la loro situazione era chiaramente disastrata. Però i risultati capitalisti, come l’aria condizionata e gli alti livelli di produttività, col tempo avrebbero migliorato sostanzialmente le condizioni di lavoro. Le prove a favore del capitalismo sono quindi irresistibilmente suggestive: Dal 1750 al 1850, quando la popolazione della Gran Bretagna quasi triplicò, la scelta quasi esclusiva di coloro che affollavano il paese per ottenere lavori era quella di lavorare per i capitalisti privati.

Le condizioni di lavoro ed i servizi igienico-sanitari erano migliori, come documentò la Factory Commission del 1833 nelle fabbriche più grandi e più recenti. I proprietari di queste grandi imprese, che erano più facilmente e frequentemente soggette a visite e controlli da parte degli ispettori, scelsero di respingere i bambini dal lavoro piuttosto che essere sottoposti a regole elaborate, arbitrarie, e sempre mutevoli su come impiegare i giovani in fabbrica. Il risultato dell’intervento legislativo fu che questi bambini licenziati, la maggior parte dei quali necessitava di lavorare per sopravvivere, furono costretti a cercare posti di lavoro in luoghi più piccoli, più vecchi, e più trasandati in cui i servizi igienici, l’illuminazione e la sicurezza erano nettamente inferiori. Coloro che non riuscivano a trovare nuovi posti di lavoro furono ridotti al rango delle loro controparti di un centinaio di anni prima — cioè, a lavori agricoli irregolari e faticosi o, usando le parole di Mises, “ad infestare il paese come vagabondi, mendicanti, senzatetto, ladri e prostitute.”

Il lavoro minorile non è stato liberato dai suoi peggiori attributi dalle disposizioni legislative, ma dalla marcia progressiva di un sistema produttivo sempre più capitalista. Il lavoro minorile è stato praticamente eliminato quando, per la prima volta nella storia, la produttività dei genitori nel mercato del lavoro salì al punto in cui non era più economicamente necessario che i bambini lavorassero per sopravvivere. Gli emancipatori ed i benefattori dei bambini non furono i legislatori o gli ispettori delle fabbriche, ma i proprietari delle fabbriche ed i finanzieri. I loro sforzi ed investimenti nei macchinari portò ad un aumento dei salari reali, ad una crescente abbondanza di beni a prezzi inferiori, e ad un miglioramento incomparabile nel tenore generale di vita.

*Traduzione di Francesco Simoncelli - Johnny Cloaca’s Freedonia
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » ven mar 14, 2014 8:32 am

Berto ha scritto:Il lavoro minorile è stato praticamente eliminato quando, per la prima volta nella storia, la produttività dei genitori nel mercato del lavoro salì al punto in cui non era più economicamente necessario che i bambini lavorassero per sopravvivere.


Si, se pòe metarla anca cusì raxonando so n piano puramente economico. D altra parte i putìni i è senpre sta 'visti' n senso economico da la fameja par prima e da la 'soçetà' intornovia. El storico Ariés el ga ascrito libri fondamentali so la 'concezione dell'infanzia' da l Medioevo fin tuto el '600 pa capire ke 'l Infanzia' lè on conçeto bastanza recente, de i oltimi 150 ani dixemo. Prima i jèra considerà cofà 'adulti' : dei 'grandi' de picola statura:
http://www.istitutoipol.it/testi/psicoletaevol-RM.pdf

Si: l è la società ca lo definise el putìn finke nol deventa grando anca lu. E a ghè difarenti modi de intendarlo tel tenpo ( storico) e te l spazio (jeografico); de le volte - lexendo i fati de cronaca locale - a te te domandi se te sì tel sec.XXI e te on Paexe moderno.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » ven mar 14, 2014 8:46 am

Ma tornemo al nostro Chimney-sweeper, el nostro picolo Scoacamìn :
Cuà se vede i dixegni ke l Blake - grande vixionario - el ga fato tuto tornovia de l testo scrito de le 2 Songs del Scoacamin :
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Chimney_Sweeper

e cuà se parla de le condision de vita e laoro de i scoacamin n Europa e America :
http://en.wikipedia.org/wiki/Chimney_sweeper

e, vàra ke bela roba :D a pararìa ke i scoacamìn i portése fortuna! :

In Great Britain it is considered lucky for a bride to see a chimney sweep on her wedding day. Many modern British sweeps hire themselves out to attend weddings in pursuance of this tradition.[41][42]
( dato ke n GB i dixe ke na spoxa ca vede on scoacamìn el dì del so matrimonio ghe porta fortuna, elora a te pò anca fitarlo )
In Poland and Croatia chimney sweeps still wear the traditional all-black uniform with a black hat. It is considered good luck to rub or grasp one of your buttons if you pass one in the street.
( Polonia e Croazia i scoacamìn i porta ncora la so divixa tradizionale e se dixe ca porta fortuna sa te ghe ne incontri uno pa la strada, de tocarse on boton de na roba ca te ghè indoso. )
As a Lucky symbol, depictions of chimney sweeps are a popular New Year's gift in Germany; either as small ornaments attached to flower bouquets or candy, e.g. marzipan chimney sweeps. Their traditional uniform is an all black suit with golden jacket buttons and a black tophat.
( n Jermania i se regala de i scoacamìn pal Primo de Ano : ciondoli da tacare a màzi de fiori, scatole de ciocolatini e l clasico marzipan scoacamìn : imperdibile) :D

Immagine
Sti cuà i xe trè scoacamìn americani : i se li toeva zà mori de soo, cusì no se vedea el nero de la calùzene

A pararìa ke - unico caxo n Europa - in Jermania no ghe fuse scoacamìn-putìni :
In the German States, master sweeps belonged to trade guilds and did not use climbing boys. In Italy, Belgium, and France climbing boys were used.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » ven mar 14, 2014 9:50 am

El verso :
"Because I was happy upon the heath,
Sicome ca ndavo contento pa i canpi

heath a vòe dire : an area of open land where grass, bushes and other small plants grow.
No i xe i canpi coltivà, l è 'l'aperta campagna' indoe ca crése l erba e tute le piante naturali.
heath-en adj old-fashioned a vòe dire : not connected with or belonging to the Christian religion or any of the large established religions.
L ajetivo heathen el ga ke fare co l 'paganeximo', co na relijon ca vien prima de l Cristianeximo o le altre relijon istituìe.
E difati ke l scoacamìn el dixe ke sicome l andava contento pa la canpagna i lo gà brincà e vestìo col vestito de ...
de la Relijon de Stato? Cèxa e Rè el dixe, e Dio-Padre.
Ke nol xe, nol pòe èsare el Dio de i canpi.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Berto » ven mar 14, 2014 10:46 am

Me par a mi:

Si Sixara el DIO-PADRE lè el Padre foresto el Padre/Patre edeolojego coeło de ła Rełijon e dei Previ del Stado, coeło sensa cor, coeło sensa sangoe ... ma el Pare Çełeste coeło ke lè on fià anca Mare, lè el vero Pare Spiritual e pagan de tuti łi omani e dei canpi, coeło ke se gà drento el cor e drento łe çełułe e łi atomi ... ke mi ciàmo Pare e no Padre e kel ga sangoe oman come ti, mi el poro toxatel scoacamin, sangoe roso.
Xe el mexero Pare terestre ke ło ga xbandonà e vendesto, ma xe l’anxoło del Pare Çełeste col ghe parise en sogno kel descoverxe łe bare negre de caixine e kel ghe parla co bone parołe e ło raserena e rasegura e ke ło fa ndar al laor co manco tribołasion.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » ven mar 14, 2014 6:43 pm

Berto ha scritto:sangoe roso.


Nol ghè el color de l sangoe te la poexia. A ghè el verde de i prà, (axuro) de le nuvole, (xalo) de l sole, nero de la caìxene, bianco de la neve.. ma l roso del sangoe nol ghe xe.
Nol score l sangoe : se l putìn l è morto, butà so la neve, lè morto de fadiga, de sfinimento. De dexolazhion.

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Re: Ła łejenda de l'anxoło nero e antre fołe sol scoacamin

Messaggioda Sixara » ven mar 14, 2014 6:58 pm

A Dio tanto ghe fa de creare na Tigre o n Agnèlo :

The Tyger W.Blake

Tyger! Tyger! Burning bright
In the forests of the night:
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?
In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare seize the fire?
And what shoulder, and what art,
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? And what dread feet?
What the hammer? What the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? What dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?
When the stars threw down their spears,
And water'd heaven with their tears:
Did He smile His work to see?
Did He who made the Lamb make thee?
Tyger! Tyger! Burning bright
In the forests of the night:
What immortal hand or eye
Dare frame thy fearful symmetry?

Traduzione (di Giuseppe Ungaretti)

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l’occhio
Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?
In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?
Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?
Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l’Agnello creò, creò anche te?
Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?
http://it.wikipedia.org/wiki/The_Tyger


The Lamb

Little Lamb, who made thee?
Dost thou know who made thee?
Gave thee life, and bid thee feed
By the stream and o'er the mead;
Gave thee clothing of delight,
Softest clothing, woolly, bright;
Gave thee such a tender voice,
Making all the vales rejoice!
Little Lamb, who made thee?
Dost thou know who made thee?

Little Lamb, I'll tell thee,
Little Lamb, I'll tell thee:
He is called by thy name,
For He calls Himself a Lamb.
He is meek, and He is mild;
He became a little child.
I a child, and thou a lamb,
We are called by His name.
Little Lamb, God bless thee!
Little Lamb, God bless thee!

Traduzione
Agnellino, chi ti fece?
Sai chi ti fece?
Ti diede la vita, e ti disse di nutrirti
Dal ruscello e sopra il prato;
Ti diede un vestito di delizia,
Il più morbido vestito, di lana, chiaro;
(Chi) Ti diede una così tenera voce,
da fare gioire tutte le valli!
Agnellino, chi ti fece?
Sai chi ti fece?

Agnellino, te lo dirò,
Agnellino, te lo dirò:
Egli è chiamato col tuo nome,
Poiché Egli Si chiama Agnello.
Egli è mite, ed Egli è buono;
Divenne un piccolo bambino.
Io un bambino, e tu un agnello,
Siamo chiamati col Suo nome.
Agnellino, Dio ti benedica!
Agnellino, Dio ti benedica!
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