La stufa le esplose in faccia Condannati i costruttoriLa 44enne di Strambino fu investita dalle schegge di vetro del finestrino frontale Ha subito danni permanenti al viso e non si è mai ripresa del tutto dallo choc di Vincenzo Iorio
01 ottobre 2014
http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cr ... 1.10048833 La sua stufa a pellet che si era accidentalmente spenta. Si è piegata sulle gambe e ha avvicinato il viso al piccolo quadrato in vetro. Un attimo e all’interno della stufa c’è stata un’esplosione che ha investito in pieno la donna, causandole un danno estetico permanente.
Nei giorni scorsi il giudice di pace Rosa Sollo ha condannato a 500 euro i costruttori di quella stufa. Si tratta di Bruno Rossi, presidente del consiglio di amministrazione, e Fabio Rossi, con delega al settore tecnico e produttivo, della Metrate srl (già Thermorossi spa), con sede a Thiene, in provincia di Vicenza, specializzata nella costruzione e vendita di caldaie. L’accusa nei loro confronti, sostenuta dal pubblico ministero Roberta Bianco, era di lesioni personali colpose. Il giudice non ha concesso una provvisionale (somma di denaro a favore della parte danneggiata come anticipo di quanto gli spetterà definitivamente), ma ha rinviato tutto in sede civile.
Rosalba Chiochetto, 44 anni, di Strambino, era rappresentata in aula dall’avvocato Maria Luisa Rossetti. Un lungo processo con tanto di consulenza tecnica del giudice che ha accertato la sottovalutazione dei rischi da parte dei costruttori della stufa a pellet.
«La stufa si era spenta e la mia cliente l’ha riavviata - spiega l’avvocato Rossetti -. Quando si è abbassata per controllare che all’interno ci fosse combustione, c’è stata l’esplosione. Le schegge di vetro l’hanno investita in pieno, procurandole danni estetici al volto. La mia assistita dovrebbe ancora sottoporsi a interventi chirurgici per estrarre le ultime schegge e da quel giorno la sua vita non è stata più la stessa. Quando la sentenza sarà passata in giudicato avvieremo la causa civile per il risarcimento danni».
Per il pm la stufa in questione sarebbe stata costruita priva dei requisiti essenziali di sicurezza. In particolare, l’apparecchio non era dotato di sistemi di controllo (valvole o sportelli di sfogo) che consentissero di eliminare o ridurre le conseguenze di possibili esplosioni all’interno della camera di combustione. Non solo la stufa sarebbe stata realizzata con materiali non idonei a ridurre i danni derivanti da scoppi.
Non c’erano infatti nè vetri anti scoppio nè griglie di protezione.
L’esplosione che quel giorno ha investito Rosalba Ciochetto sarebbe da attribuirsi alla combustione di gas sprigionatosi all’interno della stufa, la cui forte pressione avrebbe determinato lo scoppio del vetro frontale.
Strambino - 16 giu 2015 http://12alle12.it/strambino-la-stufa-a ... ori-151013Travolta dalle schegge dello sportello della sua stufa a pellet. Rosalba Ciocchetto, 45enne di Strambino, fu travolta dall’esplosione, avvenuta nella sua abitazione, riportando danni permanenti al volto ed un grave choc. Per quei fatti, risalenti al 10 ottobre del 2007, il Giudice di Pace Rosa Sollo di Strambino aveva condannato i costruttori, per il reato di lesioni personali colpose, al pagamento di 500 euro, con sentenza pronunciata nell’autunno 2014. Aveva però rinviato la definizione del risarcimento danni in sede civile. Era seguito il ricorso in Appello, da parte dei due responsabili, Bruno Rossi, presidente del consiglio di amministrazione, e Fabio Rossi, con delega al settore tecnico e produttivo, della Metrate srl (già Thermorossi spa), con sede a Thiene, in provincia di Vicenza, specializzata nella costruzione e vendita di caldaie. Il giudice Ombretta Vanini del Tribunale di Ivrea ha dichiarato il reato prescritto ma ha confermato la condanna al risarcimento da liquidarsi in separata sede.
Secondo l’accusa, i costruttori aveva sottovalutato i rischi della stufa a pellet, sprovvista dei requisiti di sicurezza richiesti dalla normativa europea. L’apparecchio, infatti, non era dotato di valvole o sportelli di sfogo che consentissero lo scarico dei gas, al fine di evitare possibili esplosioni all’interno della camera di combustione. Il Pm Roberta Bianco ha anche sostenuto che la stufa fosse realizzata con materiali idonei ed era priva di vetri anti scoppio nè griglie di protezione. Diversa è stata la versione della difesa. L’avvocato dei vertici della Thermo Rossi ha asserito, nella sua arringa, che la stufa fosse stata costruita secondo i crismi. “L’esplosione – ha cercato di convincere il giudice – fu un evento unico e anomalo nella storia di questa azienda, non determinata da difetti di fabbricazione ma da gravi mancanze nella sua manutenzione: il braciere doveva essere pulito quotidianamente”. Asserzioni che hanno provocato grande fastidio alla Ciocchetto, seduta in aula, costituitasi parte civile con l’avvocato Maria Luisa Rossett.