Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 4:07 am

Hitler, Stalin e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2659



Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... lIslam.jpg



Islam o nazismo maomettano è l'ideologia politica e il culto religioso idolatra dell'odio, del terrore e dell'orrore.

Maometto è stato il primo terrorista islamico, modello per tutti i mussulmani, da 1400 anni ad oggi.
L'Islam è terrorismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 4:08 am

Hilter e il nazismo hitleriano, in pochi decenni, hanno assassinato e provocato decine di milioni di morti;
Maometto e il nazismo maomettano, in molti secoli, hanno assassinato e provocato centinaia di milioni di morti.

Hitler odiava e perseguitava soltanto gli ebrei mentre Maometto odiava e perseguitava gli ebrei, i cristiani, gli zoroastriani, i politeisti ed ogni altro diversamente religioso e pensante che non fosse mussulmano e così è stato per i suoi seguaci da 1400 anni ad oggi e così è ancora.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 4:10 am

Anche Hitler ed il suo nazismo avevano una loro religiosità come Maometto ed il suo nazismo dell'Umma


Ero un ufficiale Tedesco
https://www.facebook.com/15910898712022 ... 2585624688

Ho perso una mano ed un occhio in guerra, sono dunque un patriota ma Hitler e' pazzo e va fermato.

Ho messo una bomba sotto al tavolo delle riunioni con lo stato maggiore dell'esercito ma Hitler non e' morto ed ha detto che questa e׳ la prova che D-o ha mandato per far conoscere al mondo l'origine divina del Nazismo.

I miei camerati sono stati torturati ed impiccati col filo spinato.

Io sono stato fucilato..

Mi chiamavo Claus von Stauffemberg. Tedesco, Nazista.

« Dobbiamo dimostrare al mondo che non eravamo tutti come lui. »
(Claus Schenk von Stauffenberg).




Pensiero religioso di Adolf Hitler

https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_ ... olf_Hitler

Cristianesimo positivo
https://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_positivo

Movimento per la fede tedesca
https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento ... de_tedesca

Religioni della Germania nazista
https://it.wikipedia.org/wiki/Religioni ... ia_nazista


Adolf Hitler, il "cristiano" che si credette Messia
Lawrence Sudbury

https://www.centrostudilaruna.it/adolf- ... essia.html

In numerosissimi testi storici relativi al periodo nazista troviamo Adolf Hitler dipinto come una sorta di anticristo dedito a culti misterico-paganeggianti e completamente ostile alle chiese cristiane di ogni denominazione[1].

Lasciando da parte affermazioni teologicamente piuttosto azzardate sulla natura del Führer, dettate più da un giustificabilissimo odio nei suoi confronti che da argomentazioni oggettive (anche perché se, come molti storici sostengono[2], Hitler fu un prodotto della società germanica coeva, dovremmo estendere tale natura, assurdamente, a tutto il popolo tedesco) e le sue tendenze alla mitizzazione occultistica di certe costruzioni ossianico-romantiche sul “Volk” (tendenza, per altro, molto più forte in alcuni gerarchi), è sulla seconda parte dell’assunto che dobbiamo fermarci a riflettere.

La domanda di fondo, dunque, riguarda la presunta ostilità di Hitler contro la religione cristiana, in qualunque sua forma: siamo certi che tale ostilità realmente sussistesse?

Certo, le ragioni per ritenere che Hitler fosse un anti-cristiano sono numerose: anche non volendo analizzare il contenuto anti-cristiano di un regime il cui scopo era di plasmare il pensiero dei tedeschi verso una sorta di divinizzazione dello stato e del suo capo, basterebbe leggere il passo del Mein Kampf in cui il futuro Führer afferma di voler eliminare (seppur cautamente e con un certo attendismo politico) la Chiesa, da cui dipendono la sete di sangue, la bassezza e la menzogna di secoli e secoli di storia e che definisce: “…il regno della menzogna” che “deve crollare“[3], o un estratto dal discorso tenuto ai giovani nazisti al congresso di Freusburg, nel 1934, in cui spiegava che: “Il Nazionalsocialismo è una Religione… Ad ogni persona intelligente è chiaro che il Nazionalsocialismo e il Cristianesimo sono nemici mortali… In realtà il Cristianesimo e il Nazionalsocialismo si escludono a priori“, per convincersene.

Come se ciò non bastasse, è assolutamente chiaro che Hitler si circondò continuamente di personaggi che non solo negavano il cristianesimo, ma, spesso e volentieri, se ne dichiaravano nemici convinti. Così, Rosenberg descrisse la religione cristiana come “il credo di una massa di ebrei degenerati“[4], Baldur von Schirach, nel 1933 specificò che alla “Hitler Jugend”, la gioventù di Hitler, non si poteva appartenere qualora si militasse al contempo nelle organizzazioni cattoliche, Heydrich, vice di Himmler e capo dell’Ufficio per l’emigrazione ebraica, definiva i preti cattolici “stregoni del cielo“[5], Bormann ricordava che “il nazionalsocialismo e il cristianesimo sono incompatibili“[6], Himmler in una conversazione con Von Weizsaecher, ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, ebbe a dire “non avremo pace finché non avremo distrutto il cristianesimo“[7], Goering, che pure era uno dei più moderati, non volle assolutamente che nella Luftwaffe venissero nominati dei cappellani[8] e Frick, ministro degli interni nazista, nel 1937 evidenziò come il nazionalsocialismo si proponesse “l’obiettivo di sconfessionalizzare la vita pubblica“[9].

Gli esempi potrebbero essere ancora molti, ma già questi bastano per farci l’idea di un regime (e, conseguentemente di un capo assoluto di tale regime) sostanzialmente lontano da ogni tratto religioso anche lontanamente prossimo al cristianesimo.

Eppure, il giovane Adolf, durante la giovinezza, non poteva non essere influenzato dal clima culturale della cattolicissima Austria: infatti viene battezzato, frequenta una scuola monasteriale, serve messa come chierichetto e viene cresimato, come tutti i ragazzi della natia Oberösterreich e, sempre nel Mein Kampf, apparentemente un po’ contraddittoriamente, confessa: “Ebbi eccellenti opportunità di assorbire il solenne splendore delle gioiose feste ecclesiastiche. Fu, dunque, assolutamente naturale che diventare abate mi sembrasse, così come era accaduto per mio padre per il prete del villaggio, il più alto e desiderabile degli ideali“[10].

Di per sé, tutto questo potrebbe non voler dire niente: solo il naturale percorso di un preadolescente facilmente influenzabile che, crescendo, incontra nuove idee, ne viene, come da sua natura, influenzato e cambia radicalmente il proprio modo di pensare.

Ma il problema è se questo modo di pensare sia cambiato poi così radicalmente, al di là di alcune prese di posizione pubbliche del Führer contro l’interpretazione coeva del messaggio cristiano.

Il dubbio nasce dall’osservazione di alcuni semplici elementi, noti a tutti gli storici:

1) in nessun discorso Hitler parlò mai direttamente di una volontà o necessità di eliminazione del cristianesimo (cosa ben diversa dal parlare di una eliminazione della Chiesa cristiana) e, formalmente, egli stesso non abiurò mai e morì cristiano;

2) più di una volta Hitler si espresse apertamente sulla necessità di agire per unire il Protestantesimo ed il Cattolicesimo in un’unica grande religione cristiana[11];

3) in occasione del Concordato con il Vaticano, Hitler affermò: “il fatto che il Vaticano stia concludendo un trattato con la nuova Germania significa chiaramente il riconoscimento dello stato nazionalsocialista da parte della Chiesa cattolica. Questo trattato mostra al mondo intero chiaramente ed inequivocabilmente come l’asserzione che il Nazionalsocialismo sia ostile alla religione sia una menzogna“[12]. Certo, potremmo essere di fronte unicamente ad un’abile manovra politica (il nazismo, ai suoi esordi, aveva bisogno di riconoscimenti ad alto livello), ma questo non spiegherebbe la ragione per cui, negli anni a venire, neppure quando i rapporti con il papato divennero ben più tesi, Hitler non ruppe mai il Concordato (pur violandolo sotto molti aspetti);

4) il senso religioso del Führer, espresso fin dal Mein Kampf in affermazioni riguardanti la necessità di avere una fede (quali: “Aiutando a sollevare l’uomo al di sopra del livello vegetativo animale, la fede contribuisce in realtà ad assicurare e salvaguardare la sua esistenza. Togliete dal genere umano odierno i suoi principi educativi religioso-dogmatici, praticamente i suoi principi etico-morali, abolendo l’educazione religiosa, senza sostituirli con qualcosa di equivalente, e il risultato sarà un colpo mortale alle basi della sua stessa esistenza“[13]) non è stato mai messo in dubbio da nessuno, se non per quanto riguarda la sua genericità. In realtà, una specificazione del senso di numerose generiche statuizioni di principio sulla necessità di una educazione religiosa può essere espunta dal fatto che Hitler insistette costantemente sulla necessità dell’insegnamento della religione cristiana a scuola[14];

5) lungo tutto l’arco della sua esistenza storica, il regime nazista obbligò ripetutamente i soldati del Reich a sottoporsi ad un rito di benedizione con l’acqua santa, seguito da lunghi sermoni cristiani, prima di recarsi ad ogni genere di operazioni militari;

6) fin dall’inizio del regime Hitler si schierò apertamente contro ogni forma di ateismo. In un discorso a Berlino, nell’ottobre 1933, arrivò addirittura ad affermare: “Siamo convinti che il popolo abbia bisogno di questa fede e la desideri. Per questo, ci siamo decisi a combattere contro il movimento ateistico e non solo con qualche dichiarazione di principio, ma annullandolo“[15];

7) quando, intorno al 1937, Hitler sentì che, dietro istigazione del partito e delle SS, un grande numero di suoi sostenitori aveva abbandonato la Chiesa, ritenuta colpevole di opporsi ostinatamente alla nazistificazione della Germania, egli ordinò ai gerarchi, primi fra tutti Goering e Gobbels, di rimanere membri della Chiesa.

Analizzando questi dati, non si può non avere qualche dubbio sulle asserzioni relative all’anti-cristianesimo di Hitler…

Dove sta, allora, la verità?

Forse, nel Führer para-privato delle conversazioni con i suoi gerarchi (in realtà, anche le sue conversazioni private non lo erano mai completamente, registrate stenograficamente com’erano dai suoi segretari), sperando in affermazioni un po’ meno contraddittorie.

Anche in questo caso, però, ci troviamo di fronte ad un alternarsi tale di posizioni da lasciare frastornati.

Prendiamo, ad esempio, uno dei “classici” riguardanti l’Hitler privato, quell’Hitler’s Table Talk[16] in cui Norman Cameron ha raccolto i resoconti stenografici dei discorsi del Führer tenuti durante le sue cene con le più alte cariche naziste. Qui troviamo, attribuite al Führer, affermazioni quali: “Il cristianesimo è un’invenzione di menti malate…” e “La cosa miglior e lasciare che il cristianesimo muoia di morte naturale“.

Prese di posizione di questo tipo, però, contrastano apertamente con idee emerse in altre “conversazioni private”, quali la gioia per la firma del Concordato, espressa nel corso di un dialogo con Richard Breiting del 1931[17] e, soprattutto, i pensieri riguardanti un cristianesimo liberato dall’interpretazione ecclesiastica e riportato al suo reale significato (“riporteremo alla luce i tesori del Cristo vivente …. [e dovremo] educare la gioventù in particolare nello spirito di quelle parole di Cristo che dobbiamo reinterpretare: amatevi gli uni gli altri, tenete in considerazione il vostro prossimo, ricordate che ciascuno di voi non è solo una creatura di Dio, ma che siete tutti fratelli!“) riportati nelle memorie dell’amico di Hitler Wagener[18].

Anche Speer, d’altra parte, dipinge Hitler come un cristiano quasi fanatico, ricordando come egli amasse osservare che “La chiesa è certamente necessaria al popolo. Essa costituisce un fortissimo elemento di mantenimento delle tradizioni”[19], il che è solo apparentemente in contraddizione con quanto visto in precedenza riguardo all’odio del Führer per l’istituzione ecclesiastica, dal momento che, nel testo dell'”architetto del Reich” viene chiaramente specificato che egli intendeva per “chiesa” una nuova istituzione capace di riunire cattolici e protestanti sotto una nuova ottica della morale cristiana.

Tenendo conto che i documenti raccolti da Cameron hanno, in definitiva, una valenza storica molto limitata, dal momento che tutti i resoconti stenografici trascritti da Heinrich Heim (luglio 1941 – marzo 1942) e Henry Piker (marzo 1942 – luglio 1942) sono stati via via rieditati da Martin Borman (notoriamente attestato su posizioni fortemente anti-cristiane[20]) con pesanti modifiche, tali da renderli, come testimoniato da Piker stesso, in alcuni punti quasi irriconoscibili[21], possiamo ritenere che quanto emerge dagli altri testi sia più rispondente al vero.

Ma, in definitiva, allora, che cosa risulta veramente?

Sostanzialmente, come per molti tratti hitleriani, mettendo insieme discorsi pubblici e privati si delinea una figura enigmatica, pluri-sfaccettata, a tratti ampiamente contraddittoria: una specie di cristiano tradizionalista, ma allo stesso tempo critico, amante del formalismo religioso ma denigratore della linea di pensiero ecclesiastico, sostenitore della morale religiosa ma critico verso alcune sue forme.

Forse non è lontano da vero Friedrick Parkheim, quando scrive: “Hitler soffriva di una forma quasi maniacale di auto-sopravvalutazione… In qualsiasi campo egli si riteneva il migliore, mille anni più avanti di tutti gli altri e, nell’estrema volubilità ed influenzabilità dei suoi interessi, i campi verso cui indirizzava le proprie attenzioni furono sempre numerosissimi. Nella sua gioventù questo senso di superiorità gli aveva fatto pensare che sarebbe rimasto per sempre un incompreso, ma una volta ottenuto il potere, infuse in lui un senso quasi messianico della propria esistenza: secondo Hitler, Hitler era nato per cambiare il mondo e questa era la volontà di Dio“[22].

In questo quadro, anche il suo coinvolgimento religioso non poteva essere estraneo alla sua maniacalità messianica. E’, dunque, molto probabile che il Führer vedesse in se stesso uno dei pochi corretti interpreti del messaggio salvifico di Gesù, se non, addirittura, una sorta di continuatore del suo compito di ammaestramento del mondo.

Non sembra un caso, allora, che l’intera visione reinterpretativa del cristianesimo da parte di Hitler sia indirizzata proprio a sottolineare come il proprio messaggio nazista fosse perfettamente in linea con la vera natura del cristianesimo di Gesù. Secondo la sua ottica, così come sottolineato anche da Trevor-Roper[23], la chiesa sarebbe nata come una incarnazione del bolscevismo, dovuta alla falsificazione di San Paolo della dottrina di Cristo. Quest’ultimo, quasi certamente, era un ariano, figlio di qualche soldato delle legioni galliche di stanza in Galilea e di una prostituta palestinese (e per questo disprezzato dai Giudei), il cui vero obiettivo sarebbe stato quello di liberare il suo paese dall’oppressione farisaica, rivoltandosi al capitalismo giudaico e venendo condannato a morte per questo. San Paolo, però, per fini personali, avrebbe manipolato tale messaggio per schiavizzare criminalmente le masse proletarie, organizzate in forme di proto-comunismo.

Chiaramente, si tratta di una visione a dir poco assurda della vicenda cristiana, ma che permette ad Hitler di trovare una continuità tra la messianicità salvifica nazionalista, popolare, anti-capitalistica e anti-giudaica di Gesù e la propria missione nazionalsocialista, anti-ebraica e anti-bolscevica.

Forse il cuore dell’intera interpretazione hitleriana del più “puro” cristianesimo è rinvenibile in un discorso tenuto da un ancor giovane Hitler il 12 aprile 1922: “I miei sentimenti come cristiano mi indirizzano a vedere nel mio Signore e Salvatore un guerriero. Mi indirizzano verso un uomo che in solitudine, attorniato da pochi seguaci, riconobbe i Giudei per quello che erano e spinse gli uomini a lottare contro di essi e che, per volontà di Dio, fu più grande nella lotta che nella sofferenza. In uno sconfinato amore come cristiano e come uomo leggo il passaggio che ci racconta come il Signore infine sorse in tutto il suo potere e che portò la devastazione verso il nido di vipere e mercanti che infestavano il Tempio. Quanto terribile fu la sua lotta per le sorti del mondo contro il veleno giudaico. Oggi, dopo duemila anni, con la più profonda emozione, io riconosco più profondamente che mai che fu per questo che egli dovette spargere il Suo Sangue sulla Croce. E, come cristiano, non ho il dovere di permettere a me stesso di farmi ingannare ma ho il dovere di essere un guerriero per la verità e la giustizia… E se vi è qualcosa per cui posso dimostrare che stiamo agendo per il meglio, questo è la sofferenza che cresce quotidianamente. Perchè, come cristiano io ho anche doveri verso il mio stesso popolo“[24].

Ecco, dunque, l’Hitler “nuovo messia” di un cristianesimo quasi para-zelota e bellicoso, l’Hitler che, pur formalmente cattolico, si dice ammiratore di Lutero (“Lutero ebbe il merito di sollevarsi contro il Papa e l’organizzazione della chiesa. Fu la prima delle grandi rivoluzioni. E grazie alla sua traduzione della Bibbia, Lutero rimpiazzò i nostri dialetti con la grande lingua tedesca!“[25]), al punto di tenerne il ritratto (con quelli di Federico II e di Bismarck) nella sua stanza e da portare sempre con sé la traduzione della Bibbia del monaco di Wittemberg, non tanto per sottili questioni teologiche (di cui Hitler si disinteressava completamente) ma per sottolineare la propria comunanza con questa figura di riformatore della fede.

E’ lo stesso Hitler “riformatore e messia della Nuova Germania” che, ad una suora che gli chiedeva da dove prendesse la forza per portare avanti la sua opera di riforma del Reich, disse, estraendo il Vangelo da una tasca del cappotto: “Dalla Parola di Dio“[26], sottintendendo che di tale Parola egli era lo strumento attutivo.

E’ in questa chiave “messianica” che, probabilmente, va interpretata persino tutta la parabola ideologica del nazismo. A Wegener, Hitler confessò di vedere il cristianesimo come una forma di socialismo compreso da molto pochi e di stampo nazionalistico, pienamente espresso nell’ideologia fondamentale dell’NSDAP. Ecco come egli stesso descrive il nocciolo ideologico del partito: “Il socialismo è un approccio verso l’intero senso della vita, una visione etica della vita di tutto l’insieme di persone che vive in uno spazio etnico o nazionale comune. Il Socialismo è una Weltanschauung! Ma in realtà, non vi è nulla di nuovo in tale Weltanschauung. Ogni volta che leggo il Nuovo Testamento e le rivelazioni di molti dei profeti e mi immagino trasportato nell’epoca romana e tardo-ellenistica o nel mondo orientale, rimango stupito di tutto ciò che è stato fatto degli insegnamenti di questi uomini ispirati da Dio, in particolare Gesù Cristo, che sono così chiari e unici, innalzati come sono dalla loro carica di religiosità. Essi furono coloro che crearono questa nuova visione del mondo che oggi chiamiamo socialismo, che la fondarono, la pensarono e la vissero! Ma le comunità che si auto-definirono Chiese cristiane non la compresero! O, se lo fecero, negarono Cristo e lo tradirono! Perché trasformarono la sacra idea del socialismo cristiano nel suo opposto! Lo uccisero, così come, a quel tempo, gli ebrei inchiodarono Gesù alla croce; lo seppellirono, proprio come il corpo di Cristo fu sepolto. Ma poi fecero risorgere Cristo, istigando la credenza che anche i suoi insegnamenti fossero rinati!

Sta proprio in questo il mostruoso crimine dei nemici del socialismo cristiano! Che radicale ipocrisia che essi ostentino la croce, lo strumento di quell’omicidio che, nei loro pensieri, essi commettono ancora e ancora, come un nuovo segno divino di conoscenza del cristianesimo e che permettano al genere umano di inginocchiarsi davanti ad essa. Fanno persino finta di predicare gli insegnamenti di Cristo. Ma le loro vite e i loro atti sono un costante attacco a questi insegnamenti e al loro Creatore e una diffamazione contro Dio!

Noi siamo i primi a riprendere questi insegnamenti! Solo attraverso di noi e mai prima d’ora questi insegnamenti celebrano la loro resurrezione! Maria e Maddalena stettero di fronte alla tomba vuota. Perché esse cercavano un morto! Ma noi vogliamo ritrovare i tesori del Cristo vivente! E’ qui che riposa l’elemento essenziale della nostra missione: noi dobbiamo riportare il Popolo tedesco al riconoscimento di quegli insegnamenti! Perché a che cosa a portato la falsificazione del concetto originale di amore cristiano, di comunità di fede e di socialismo? Dalle loro opere li riconoscerete! La soppressione della libertà d’opinione, la persecuzione dei veri cristiani, i vili omicidi di massa dell’Inquisizione e i roghi delle streghe, le campagne armate contro gente di libera e vera fede cristiana, la distruzione di città e villaggi, la dispersione dei loro armenti e dei loro beni, la distruzione di economie fiorenti, e la condanna dei loro capi da parte di tribunali che, nella loro incredibile ipocrisia, possono solo essere descritti come blasfemi. Questo è il vero volto di quelle chiese bigotte che si sono frapposte tra Dio e gli uomini, motivate da egoismo, avidità personale di fama e guadagno e dall’ambizione di mantenere il loro ruolo di predominio contro il profondo riconoscimento di Cristo di una comunità socialista di uomini e nazioni.”[27]

E’ in queste parole che risiede il nucleo della fede cristiana di Hitler, una fede distorta da una mente contorta, ma soprattutto da una pretesa di messianicità non solo politica ma anche religiosa, che rende il cristianesimo del Führer quanto di più lontano dal messaggio evangelico, ma solo uno strumento per trovare in una religione apertamente stravolta (e da qui la sua ostilità verso il Cristianesimo ufficiale, apparentemente così contraddittoria rispetto ad affermazioni di elogio per quello che da Hitler viene definito il “vero cristianesimo” ma che, in realtà, è solo una personalissima rielaborazione) e prosciugata dei suoi più profondi contenuti, una giustificazione per idee, concezioni e aberrazioni personali nate in un contesto socio-politico completamente alieno dalla religione stessa e un ulteriore mezzo di auto-esaltazione di un uomo che si riteneva investito da un compito divino e in cui, purtroppo, milioni di uomini videro un nuovo Cristo.

[1] R.Rosenmaum, Explaining Hitler: The Search for the Origins of His Evil, Harper Perennial 1999, passim

[2] J.Toland, Adolf Hitler: The Definitive Biography, Anchor 1991, pp.84ss

[3] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo III

[4] A.Rosenberg, The Myth of the Twentieth Century: An Evaluation of the Spiritual-Intellectual Confrontations of Our Age, Legion for the Survival of Freedom, 1982, p.46

[5] J.McGovern, Martin Borman, Mass Market Paperback 1969, p.111

[6] R.Steigmann-Gall, The Holy Reich: Nazi Conceptions of Christianity, 1919-1945, Cambridge University Press 2003, p.137

[7] Ivi, p. 142

[8] Ivi, p. 144

[9] Ivi, p. 145

[10] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo V

[11] K.C. Barnes, Nazism, Liberalism, and Christianity: Protestant Social Thought in Germany and Great Britain, 1925-1937, University Press of Kentucky 1991, p.21 ss.

[12] A. Hitler, Circolare ai Membri del Partito Nazista, 22 luglio 1933

[13] A.Hitler, Mein Kampf, capitolo V

[14] R.Steigmann-Gall, Citato, p.51

[15] A.Hitler, Discorso a Berlino del 24 ottobre 1933

[16] N.Cameron (a cura di), Hitler’s Table Talk 1941-1944, Enigma Books 2000, passim

[17] E.Calic (a cura di), Secret Conversations With Hitler, The John Day Company 1971, passim

[18] H. A. Turner, Hitler. Memoirs of a Confidant, Yale University Press, 1978, pp.81ss

[19] A.Speer, Inside the Third Reich: Memoirs by Albert Speer, Galahad Books 1970, pp.95ss

[20] J.VonLang, The Secretary Martin Bormann: The Man Who Manipulated Hitler, Random House 1979, passim

[21] H.R. Trevor-Roper, Introduzione a N.Cameron (a cura di), Hitler’s Table Talk 1941-1944, citato, p.VII

[22] F. Parkheim, Adolf Hitler: the Man and the Mystery, Plymouth Publishing 1998, p.63

[23] H.R. Trevor-Roper, Citato, passim

[24] N.H. Baynes, ed. The Speeches of Adolf Hitler, April 1922-August 1939, Vol. 1,Oxford University Press 1942, pp. 19-20,

[25] N.Cameron, Citato, p.9

[26] E.C.Helmreich,The German Churches Under Hitler, Wayne State University Press 1979, p.98

[27] H. A. Turner, Citato, p. 139-140
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 4:22 am

Maometto e il nazismo maomettano



Maometto santo o criminale terrorista ?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2030

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... etto_1.jpg

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2526


Religione e religiosità come ossessione, come grave malattia, grave disturbo della mente e dell'anima o psico-emotivo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2527


Cosa ci sarà mai di spirituale in questa gente, in questo culto politico-religioso dell'orrore e del terrore, nel loro pregare idolatra e ossessivo?

Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... lamica.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 4:22 am

Perché i cattocumunisti nascondono e negano che Maometto sia stato come se non peggio di Hitler e che l'Islam sia il nazismo maomettano e in quanto tale sia peggio del nazismo hitleriano?


Perchè sia i cristiani cattolici (ma anche altre sette cristiane) che i comunisti odiano gli ebrei e sono entrambe ideologie politico-religiose imperialiste, totalitarie e di massa, in ciò molto simili al nazismo maomettano;
perché i cristiani sono idolatri tanto quanto i maomettani, odiano gli ebrei e la loro fede ragionevole di cui il cristianismo è un'eresia irragionevole e perché hanno grandi nemici in comune che sono il laicismo-secolarismo, gli atei, gli agnostici e gli aidoli e la libertà dell'uomo; il dialogo interreligioso rientra in questa casistica;
perché la statolatria comunista assomiglia alla teocrazia religiosa idolatra islamica;

...


Criminali e irresponsabili difensori dell'Islam o nazismo maomettano
viewtopic.php?f=188&t=2263

Il Papa bugiardo e l'infernale alleanza con l'Islam
viewtopic.php?f=188&t=2378

Dialogo interreligioso - la Nostra Aetate e l'Islam
viewtopic.php?f=24&t=2561


Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del mondo e dell'umanità
viewtopic.php?f=141&t=2593

Utopie che hanno fatto e fanno più male che bene e molto più male del male che pretenderebbero presuntuosamente e arrogantemente di curare.
Totalitarismi e imperialismi maomettano (mussulmano o islamista), comunista (internazicomunista), nazista (fascista e nazista), globalista, idolatria cattolico-ecumenista, ...


Idolatria e spiritualità naturale e universale
viewtopic.php?f=24&t=2036

La grande presunzione degli idolatri cristiani
viewtopic.php?f=199&t=2625


A un anno dalla strage di Nizza l’occidente crede ancora agli «angeli della pace»
Paola P. Goldberger

http://www.rightsreporter.org/un-anno-d ... della-pace

Un anno fa, come ieri, avveniva la tremenda strage di Nizza, uno degli attentati in stile palestinese più cruenti e sanguinari della storia moderna, un metodo che poi ritroveremo in tanti altri attentati in Europa e nel mondo.

La strage di Nizza non è però servita all’occidente per capire con chi si ha a che fare, né è servita per capire chi è il nemico vero delle libertà occidentali. Non sono servite nemmeno le stragi successive condotte sia con lo stesso metodo che con metodi mutuati sempre dal terrorismo arabo di matrice palestinese. Nel giro di pochi giorni, passata l’indignazione del momento, si è tornati alla solita routine, al solito “questo non è l’islam” o “l’islam è una religione di pace”. Come no, l’islam è una religione di pace esattamente come gli arabi di fazione palestinese sono “angeli della pace”. Lo abbiamo visto ieri cosa fanno gli angeli della pace arabo-palestinesi, abbiamo visto come non serva nemmeno che nascano, crescano e vivano in un Paese democratico come Israele per abbandonare la violenza e il totalitarismo islamico a favore della libertà. E si perché gli attentatori di Gerusalemme non erano “poveri arabi” cresciuti a pane ed attentati in qualche campo profughi del Medio Oriente, erano arabo-israeliani che hanno potuto godere di quei Diritti che i loro fratelli arabi sognano ogni giorno ma che non avranno mai nei Paesi arabi.

L’occidente è convinto che islam e libertà, che Sharia e democrazia possano tranquillamente convivere. L’attentato di ieri a Gerusalemme dimostra invece (ancora una volta) che per loro non esiste democrazia e libertà che tengano di fronte al richiamo della violenza e della prevaricazione islamica. Anche la strage di Nizza, come le stragi precedenti e successive, sono state compiute da persone che hanno potuto godere della democrazia e della libertà che l’occidente ha saputo garantirgli, eppure non è bastato.

Al contrario, mentre l’unica democrazia vera in Medio Oriente, Israele, è tempestato di attentati l’occidente continua a chiudere gli occhi di fronte all’evidenza che l’attacco allo Stato Ebraico è un attacco al concetto di democrazia che proprio l’occidente sostiene di rappresentare. Si continua a condannare Israele, a sottovalutare (quando non a ignorare) i continui attacchi a cui è sottoposto lo Stato Ebraico.

Ieri Israele non ha esitato a fermare e interrogare il Grand Mufti Mohammed Hussein, cioè la più importante carica islamica di Gerusalemme, perché sospettato di connivenza con il terrorismo islamico. Lo ha fatto consapevole che il mondo islamico si sarebbe sollevato. Non ha esitato a chiudere la Spianata delle Moschee proprio nel giorno della preghiera musulmana ben sapendo che avrebbe attirato su di se le ire del mondo islamico. Eppure lo ha fatto perché sa chi è il nemico, perché sa che non basta eliminare i terroristi ma occorre sradicare il male alla radice, quella radice che spinge un musulmano nato e cresciuto in democrazia a rinnegare quella stessa democrazia che lo ha nutrito e cresciuto in pace e prosperità.

Questo invece l’occidente non lo ha capito. Nemmeno la terribile strage di Nizza è servita a fargli capire che ha a che fare con un nemico subdolo che usa la democrazia occidentale per infiltrarla e combatterla, per distruggerla e imporre la Sharia. Possono cambiare le sigle, che sia ISIS, Al Qaeda, Fratellanza Musulmana o Hezbollah cambia poco, l’ideologia stragista, oppressiva e violenta non cambia.

Tra i morti di ieri nell’attentato di Gerusalemme c’era il sergente Hayil Satawi, un druso 30enne al quale la moglie Arin aveva dato un figlio appena quattro settimane fa. L’altro era il sergente Kamil Shanaan, 22 anni, anche lui proveniente da una città drusa (Hurfeish), due simboli di quello che vuol dire convivenza e democrazia, loro si angeli della pace, morti per garantire a tutti il Diritto al culto, anche a quei musulmani che li hanno trucidati. Eppure nessuno sembra far caso alla tragica ironia che queste due morti rappresentano, nessuno vuol capire che ai musulmani non interessa la convivenza pacifica in un sistema democratico.

Dodici mesi sono passati dalla strage di Nizza che ha inaugurato in Europa lo stile palestinese, dodici mesi durante i quali in altre occasioni i terroristi islamici hanno colpito con gli stessi metodi usati dagli arabo-palestinesi in Israele. In più occasioni noi di RR abbiamo avvisato che quel tipo di terrorismo si sarebbe trasferito in Europa, in più occasioni abbiamo detto che Israele era solo il primo obiettivo e che poi i terroristi islamici sarebbero passati al prossimo, l’Europa. Nonostante questo l’Europa continua a considerare cattivi gli israeliani e “angeli della pace” i terroristi arabo-palestinesi. Se non è un suicidio questo, ditemi allora cos’è.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 7:46 am

Libertà di pensiero, di critica e di espressione contro i dogmi e l'idolatria
viewtopic.php?f=201&t=2138

Libertà di parola, di pensiero, di critica, di spiritualità e di religione
viewtopic.php?f=141&t=2503

Libertà, spiritualità e religione, scienza, caso e fede
viewtopic.php?f=141&t=2657

Carta universale dei diritti religiosi e spirituali universali
viewtopic.php?f=24&t=1788
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 12:29 pm

I cristiani che sostengono il nazismo maomettano o Islam dovrebbero vergognarsi più di quelli che sostengono o hanno sostenuto il nazismo hitleriano, il fascismo e il totalitarismo comunista e socialista;
tra questi il papa cattolico romano è quello che dovrebbe vergognarsi più di tutti.


Di fatto sono complici di questa mostruosità criminale.


La demenza irresponsabile di Bergoglio, dei suoi vescovi e dei falsi buoni che fanno del male e che non rispettano i nostri diritti umani
viewtopic.php?f=132&t=2591
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » sab lug 15, 2017 9:39 pm

Maometto era proprio così, come questi!


Il piano islamista in Europa per rapire (e uccidere) i nostri figli
Franco Iacch - Sab, 15/07/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lis ... 20636.html

Il ramo mediatico dell’Isis, Alhayat Media Center, ha pubblicato l’undicesimo numero di Rumiyah. Rumiyah, "Roma" in arabo, deriva da "Rum", termine con cui si indicavano i bizantini e, col passare del tempo, gli occidentali.

È uno dei tanti strumenti utilizzati dall’Isis per la radicalizzazione a distanza di simpatizzanti e fondamentalisti sparsi per il mondo. È uno dei numeri più consistenti tra le produzioni dell’Alhayat Media Center con 60 pagine tradotte in inglese, francese, russo, tedesco, cinese e urdu. L’undicesimo numero è stato rilasciato poche ore dopo una precedente falsa copia di Rumiyah immessa sulla rete. Il ramo mediatico dell’Isis ha subito avvertito i propri utenti, intimando loro di “non scaricare quella falsa copia diffusa dai servizi segreti occidentali contenente malware e distorte immagini dello Stato Islamico”. La cosa più scioccante contenuta nella rivista riguarda il rapimento dei bambini occidentali.


"Stermineremo gli infedeli o moriremo provandoci"

“I miscredenti sono entrati a Mosul. I loro veicoli blindati ed i carri armati hanno formato dei lunghi convogli a perdita d’occhio. I comandanti dei crociati hanno promesso che la battaglia si sarebbe conclusa in pochi giorni. Ma a Mosul hanno incontrato la morte in otto mesi di feroci battaglie. E cosi i loro convogli sono stati annientati. Nonostante le perdite, continuano a promettersi che la battaglia di Mosul si concluderà presto: sarà invece una delle più grandi battaglia che la storia ricorderà, un esempio di fermezza. Quella loro religione vergognosa non li salverà. Ogni loro conquista, ogni pezzo di terra sarà macchiato del loro sangue affinché possano non rallegrarsi dei loro progressi. E mentre periranno, le storie del nostro eroismo faranno il giro del mondo. Sirte, Fallujah, Baba e tutte le altre roccaforti passeranno alla storia come esempio di fermezza e fede. Combattono con paura, poiché sanno che questa non sarà una semplice battaglia. L’esercito crociato non potrà sconfiggere una forza in grado di continuare ad infliggere perdite in ogni parte del mondo. La nostra forza è la persistenza nel tempo. L’esercito americano è già stato sconfitto in Iraq quando le perdite sul campo iniziarono a logorare il sostegno popolare interno. Inizieranno a rendersi conto degli enormi costi contro un nemico invisibile. Soltanto pochi soldati crociati sono addestrati, quelli inviati nelle strade ricevono una scarsa formazione. Non ci sarà fine a questa guerra. O Dio li annienterà o saremo sterminati nel tentativo di farlo.


Raggiungere l’aldilà ed i nostri compagni caduti”.

I testi di propaganda, spesso ritenuti fuorvianti ed irrilevanti, vanno intesi come veri e propri manuali di formazione per la radicalizzazione a distanza. L’editoriale andrebbe letto in chiave tattica, per chiari riferimenti ad una rivisitazione degli effetti Tipo 4 delle mine come moltiplicatori di forze. E’ chiaramente un testo di ispirazione per la guerriglia urbana, con dispersione delle forze, violenti attacchi e logoramento psicologico. L’obiettivo è quello di indebolire la credibilità ed il prestigio dei piani di sicurezza dei governi. Si ribadisce ancora una volta la lunga durata del conflitto e la profonda dissimetria tra le forze jihadiste attive ed il danno arrecato.


“Il viaggio nel sentiero spinoso”

Nell’articolo, “Il viaggio nel sentiero spinoso”, si ribadisce che la scelta della jihad è un percorso di fede senza compromessi, nell’osservanza degli obblighi rituali di natura giuridica e politica e delle prescrizioni che regolano la conduzione della guerra santa. E’ dedicato alle sorelle che hanno avuto la fortuna di vivere nello Stato islamico.

“È giunto il momento di distinguere e separare le verità dalle bugie, i giusti dai malvagi, i credenti dagli ipocriti. Separare coloro che sono fermi nella loro fede da quanti perdono la speranza e si disperano. Quanti rimarranno giusti nella via testimonieranno la vittoria finale. Invito le nostre sorelle che hanno ricevuto la grazia di vivere nello Stato islamico di essere paziente e continuare a credere. Lungo il nostro viaggio dovremo affrontare e superare prove e difficoltà. Il sentiero di spine che stiamo solcando non è la fine, ma solo l’inizio che ci porterà alla vittoria finale. Siamo pronti a soffrire? Le nostre anime sono pronte al sacrificio supremo per il bene supremo? Saremo saldi in questo percorso di fede? Non esiste sentiero di spine che non può essere percorso, nè tragitto migliore per dimostrare la nostra fedeltà. Mie amate sorelle, i vostri ruoli e le vostre responsabilità non sono finite, ma aumentate. E’ giunto il momento di risvegliarci dal sonno di inosservanza e dirigerci i nostri reali obiettivi”.


Le donne dell'Isis

Negli ultimi numeri, gli autori di Rumiyah dedicano ampio spazio alle donne. Nell’approfondimento “Siate un sopporto non un ramo secco” del decimo numero di Rumiyah, si analizzano le paure ed i timori di coloro che tradiscono la causa e offendono Dio.

È un monito al nucleo familiare e di riflesso all’intero collegio musulmano. Nessuno può abbandonare la strada rivelata ed imposta da Dio.

“In guerra le tribolazioni e le difficoltà abbondano. Le preoccupazioni aumentano ed attanagliano i cuori. Alcuni non perdono la Strada grazie ad Allah attraverso i loro iman, mentre altri periscono smarrendo la via. Tornano indietro, rinnegano la propria religione e tradiscono i fratelli. Invece di portare la sconfitta nei cuori dei nemici, la diffondono nel collegio musulmano. Essi spaventano i musulmani e li invitano a non combattere. E’ una pratica diffusa tra i deboli: iman, uomini e donne. La fine per questi uomini è già stata discussa, mentre le donne saranno colpite da calamità perché infettano con la loro lingua le loro case, il proprio marito ed i bambini. Le notizie false provocano confusioni e disorientano. Quanti diffondono le voci che indeboliscono i cuori, dovranno chiedere perdono ad Allah, ammettendo la propria colpa. Se cercate aiuto, lo troverete. Se sarete puniti è allora questo ciò Allah ha disposto. La donna musulmana non deve vacillare, ma essere sentinella e baluardo contro le falsità. Niente dovrà far vacillare il sostegno ad Allah, non importa quanto possano essere i suoi nemici”.

I toni utilizzati si discostano nettamente dall’articolo pubblicato nel nono numero di Rumiyah dal titolo “La donna, pastore nella casa dell’uomo e responsabile del suo gregge”. Quel titolo tradiva il reale contenuto.


“La donna, pastore nella casa dell’uomo"

“Ogni donna a cui Allah ha concesso la benedizione di nascere nello Stato islamico, dovrebbe trarre vantaggio da questa grazia eccezionale, non concessa a molte altre. Le donne dovranno impegnarsi nel crescere i propri figli nel modo a cui piace al loro Signore ed a beneficio della Nazione islamica. La prima cosa che la donna musulmana dovrà insegnare ai propri figli è la frase della testimonianza suprema: Non c'è dio al di fuori di Allah, Muhammad è il Messaggero di Allah. Subito dopo dovrà insegnare al bimbo i tre principi: Chi è il tuo Signore? Qual è la tua religione? Chi è il tuo Profeta? Sono domande che dovranno stabilire la creazione dei suoni puri (non blasfemi) per il bambino, schiavo di Allah. Il Creatore dovrà essere temuto, mentre il bimbo dovrà capire che sarà sempre osservato. Prima di dormire, dovrà dire:Allah mi è testimone, Allah mi vede, Allah è con me. La grazia più grande che una donna possa ricevere, è quella di avere figli da crescere con un marito mujahide. Cresceranno abituati a vedere armi ed attrezzature. Fucili d’assalto e di precisione. Indumenti tattici, proiettili, granate e cinture esplosive. Sono disponibili diversi video che spiegano con sequenze semplici il loro letale utilizzo. Il cucciolo di Leone, per l’amore della Jihad e con l’affetto del mujahidin, coltiverà l’odio verso i nemici. A chi critica le donne di aver distrutto l’infanzia e l’innocenza dei propri figli, rispondiamo che è l’onore più grande è quello di lottare davanti ad Allah”.

L'undicesimo numero prosegue con una lunga dissertazione teologia a supporto dell’omicidio contro gli infedeli, per linee guida che ricalcano il documento “Fight the scholars of infidelity”.

“Gli attacchi contro le loro chiese sono stati benedetti da Allah. Perire in queste imprese è impresa solenne poiché è Allah che li ha guidati in questo percorso di fede. Uccidete i Mushrikin (coloro che attribuiscono pari ad Allah), ovunque essi si trovino. Uccideteli, assediateli, catturateli. Attendete il momento opportuno per colpirli, ma se dovessero pentirsi, lasciateli andare poiché Allah è misericordioso. Uccidere a difesa di Allah è consentito, ma i Mushrikin dovranno essere risparmiati qualora dicessero ilaha illallah (la frase del monoteismo puro, non c'è Dio all'infuori di Allah) ed abbracciassero la vera fede. Il sangue dei mushrikin non è inviolabile, tranne che per un contratto di protezione. Una misura eccezionale e momentanea. Alla scadenza del patto, il loro sangue dovrà bagnare il terreno”.

Il contratto di protezione elenca le condizioni concesse da Abu Bakr al-Baghdadi, supportate da citazioni coraniche, ai non musulmani. 13 condizioni da rispettare per godere della protezione. Nel testo di apertura, si rileva a più riprese la natura belligerante dei crociati: una dissertazione teologica e filosofica sul concetto dogmatico della giustizia divina che giustifica le azioni in vita. E’ l’interpretazione che motiva l’omicidio, inteso come obbligo sacro. Le azioni fisiche sono soltanto il mezzo per raggiungere l’obiettivo spirituale.


Rivendicati i recenti attentati

Due le pagine dedicate alle operazioni compiute dai martiri nel mondo e l’ennesima dissertazione teologica sulla nobiltà del credente che abbraccia la via del martirio. Rivendicati gli attentati in Australia, Belgio, Palestina, Somalia. Un grafico è interamente dedicato all’attentato di Teheran. Ampio spazio dedicato alle gesta dell’eroe del mese: solitamente la storia romanzata di un martire che ha trascorso la vita ad uccidere, sfruttando la stupidità dei crociati.

L’undicesimo numero, opera della narrativa apocalittica ed interamente dedicata alla resistenza, si conclude con l’editoriale “Conosci il tuo valore”.


“Conosci il tuo valore”

“O paziente mujahid, queste parole sono state scritte in modo da riconoscere il Tuo Valore, già noto tra i tuoi nemici. Si sono riuniti contro di Voi, O Valorosi, con arabi e non. Quindi chi sei Tu, O Montagna Alta, chi sei Tu? E’ grazie al Tuo valore che i crociati sono costretti ad aumentare le loro corazze, pattugliare i mare e sorvolare i cieli. Chi sei Tu, O Valoroso? La religione dovrebbe unirsi per una terra governata dalla shari'ah. Adesso tocca a Te difendere i posti sacri”.

La ripetizione costante dei pronomi è determinante per tracciare una linea diretta tra il campo dei musulmani e quelli di crociati, ebrei e delle religioni di Kufr.


"La religione è la cosa più importante"

“Il possedere o meno armi di distruzioni di massa non conta nulla: la religione è prevalente. I loro eserciti sono più grandi di qualsiasi arma in nostro possesso. Sarai bersaglio, indipendentemente dal tuo stato. E’ la tua religione che fa di te un nemico dei crociati. Ed i figli dei tuoi figli saranno sempre loro nemici poiché non esiste compromesso. Siamo impegnati in una lunga guerra con i Kuffar, ma la vittoria è garantita. Pertanto, O Valoroso, ricorda che sei stato creato per agire senza mai voltarti, poiché il tuo momento terreno è solo transitorio. O Valoroso, sei stato creato per un fugace momento terreno prima di raggiungere i giardini eterni. Dichiara con orgoglio l’appartenenza all’unica religione esistente, la cui supremazia su ogni altro credo è assoluta”.


Rapire i bambini

Le azioni fisiche sono soltanto il mezzo per raggiungere l’obiettivo spirituale. Come, ad esempio, il piccolo passaggio dedicato al rapimento dei bambini. Il rapimento è stato teorizzato per la prima volta nel nono numero di Rumiyah. Nel nuovo numero, il rapimento dei bambini dei crociati è teologicamente supportato.

“L'obiettivo di un sequestro non è quello di chiedere un riscatto, ma di creare un massacro ed instillare terrore. Sequestrateli per macellarli, non per iniziare un negoziato. Proseguite nella vostra missione fino a quando Allah non vi chiamerà al suo cospetto. Le vittime, dovranno essere macellate prima dell’arrivo della polizia. Gli ostaggi serviranno da scudi umani. Non pregiudicate un’operazione dal possesso di un’arma da fuoco, poiché è immensa la ricompensa nel macellare i crociati con i coltelli. Serve solo un po’ di fantasia ed una minima pianificazione di base. L’obiettivo è la pubblicità. In alcuni casi sarebbe opportuno mantenere in vita gli ostaggi, informando le autorità e spiegando loro la missione che il soldato dello Stato islamico sta per compiere. L’obiettivo è creare il terrore dopo aver compiuto un massacro di kuffar”.


L’undicesimo numero di Rumiyah

L’undicesimo numero è interamente dedicato alla resistenza ed al concetto di “Califfato nel cuore”. Per il terrorismo jihadista, il territorio fisico in senso stretto è un’idea, mentre le sconfitte sono semplicemente prove per determinare la fede di un vero credente. La perdita fisica di un territorio limiterà sia la capacità economica che quella di reclutamento massiccio, ma la natura fortemente decentralizzata del gruppo assicurerà una presenza costante nel tempo. Il testo, dedicato alla speranza, sembrerebbe essere rivolto a coloro che vivono nello Stato islamico. Assente la sezione Just Terror Tactics, le linee guida sugli attentati sono comunque presenti come concetto. Buona parte delle 60 pagine sono dedicate ai diritti e doveri del mujahidin e del nucleo familiare musulmano impegnato nella jihad. Ritornano le forme di saluto classico abbandonate nell’ultimo numero (probabilmente il più duro per contenuti tra quelli pubblicati) e l’ossessivo riferimento religioso a supporto dell’azione terrena. Il linguaggio utilizzato è semplice ed immediato (a differenza dell’ottavo numero) per una dissertazione teologica e filosofica sul concetto dogmatico della giustizia divina che giustifica le azioni in vita. L’undicesimo numero reinterpreta la teologia islamica e si colloca nella narrativa apocalittica.


Il valore tattico dell’undicesimo numero di Rumiyah

La realizzazione delle aspirazioni ideologiche sono molto più importanti della gestione permanente di qualsiasi pezzo di terra. L'Isis non mirava all’instaurazione di un governo jihadista, ma alla sperimentazione di un nuovo modello insurrezionale applicabile, polarizzando l'ideologia jihadista. Tali linee guida, con riferimento a Mosul, sono presenti nell’undicesimo numero di Rumiyah. Il ricordo di Mosul continuerà ad infervorare negli anni i cuori dei veri credenti, esempio dell'utopia jihadista. Storia insegna che la vittoria non si basa sulla conquista fisica del territorio, ma sulla volontà di piegare la forza di volontà ed il desiderio di combattere del nemico. La narrativa Isis ha già ben delineato il ruolo dell’attuale generazione, destinata a non poter assistere al compimento delle profezie. L’Isis non ricostituirà le forze per riconquistare i territori perduti in Siria e Iraq (non è questo l’obiettivo di una forza irregolare), mentre annuncia azioni ispirate al Dominio Rapido. Il vero ruolo dell’attuale generazione jihadista fedele all’Isis sarà quello di colpire sistematicamente l’Occidente con l’evoluzione dei lupi solitari in forza insurrezionale. L’obiettivo della propaganda (tattica di rivendicazione strutturata per dare l’illusione di una portata globale) nel breve e medio termine, sarà quello di continuare ad incentivare l’espansione del gruppo nelle regioni dove la penetrazione jihadista è stata relativamente debole. All’attuale generazione Isis è stata già affidata la responsabilità di una guerriglia urbana a lungo termine così da minare la volontà politica dei paesi occidentali allineati contro l’Isis. La leadership dell’organizzazione terroristica è ben consapevole che l’elemento più vulnerabile delle democrazie occidentali è la volontà del popolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » dom lug 16, 2017 7:29 am

I mussulmani o islamici o maomettani possono essere definiti "nazisti maomettani"?
Sì allo stesso modo che i seguaci di Hitler sono detti nazisti hitleriani o semplicemente nazisti.



Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526


"L'Islam è come il nazismo"
Francesco Curridori - Gio, 11/08/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lis ... 95895.html

Denuncia i pericoli dell'Islam e viene censurato. Hamed Abdel-Samad a Giza entra giovanissimo a far parte dei Fratelli Musulmani che gli spiegano come mettere in pratica gli insegnamenti del Corano ma lui li ripudia quando si accorge che vogliono farlo diventare un terrorista.

Oggi ha 46 anni e vive a Monaco di Baviera dove è sposato con una ragazza danese e lavora per l’Istituto di Storia e cultura ebraica dell’Università. Il suo primo libro è stato bruciato da alcuni residenti del suo villaggio natale, mentre il suo ultimo libro era stato acquistato da una casa editrice francese che, però, per il momento, ha rinunciato a pubblicarlo perché potrebbe portare “acqua al mulino dell’estrema destra”. Abdel-Sadam vive sotto scorta da quando alcuni imam egiziani li hanno lanciato una fatwa.


La censura del libro in Francia

“La casa editrice Piranha aveva acquistato i diritti, aveva tradotto il libro, era già su Amazon quando hanno deciso di fermare la pubblicazione”, spiega al Foglio lo scrittore egiziano. “Due anni fa - spiega Abdel-Sadam - avevano deciso di acquistare il libro, dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Dopo Nizza erano pronti a lanciarlo a settembre. Il direttore della casa editrice ha scritto una mail alla mia agente tedesca, spiegando che aveva avuto un incontro con i capi della casa editrice e che c’era un rischio troppo alto per i dipendenti nel pubblicare un simile titolo, che c’era stato Charlie Hebdo e che potevano fare la stessa fine”. In una seconda mail però la casa editrice adduceva come motivazione il rischio di far crescere i consensi per Marine Le Pen. “È la tipica reazione di ricatto morale di chi non vuole che si critichi l’Islam. È più onesta - prosegue lo studioso - la reazione dei terroristi islamici che mi dicono ‘Ti uccidiamo se critichi l’Islam. Ma c’è un’altra tattica da parte dei musulmani che ricatta in maniera emotiva dicendo: “il tuo libro ferisce i nostri sentimenti”. E questa è la tattica oggi adottata dalla sinistra in Europa. Se critichi l’islam ti trovi accerchiato da questi gruppi. È l’ipocrisia della cultura, perché hanno trasformato la paura in vanto”.


L'Islam come il nazi-fascismo

Nel suo libro lo studioso egiziano paragona l’islam al fascismo in quanto egli ritiene che l’islam non sia solo una religione, “ma anche un’ideologia politica, così come il fascismo è stato una religione politica”. “Il nazismo ha la razza ariana, l’islam la umma, la comunità dei credenti. Il popolo eletto dell’Islam è rafforzato una missione divina: unire le nazioni e governare il mondo". "Per entrambi, islam e fascismo, l’idea di fare la guerra agli infedeli è simile: non combatti per vivere ma vivi per combattere. E questo è il jihad, la guerra santa che non guarda confini o politica, ma è la guerra che non finisce mai. È una guerra eterna per avvicinarti a Dio. Nel Corano gli infedeli sono peggio degli animali, gli ebrei come maiali e scimmie, impuri, sporchi. È la stessa semantica dei nazisti sugli ebrei".


"In futuro avremo un milione di terroristi islamici"

Attualmente ci sono 300 milioni di musulmani minorenni e, secondo Abdel-Sadam, anche se non tutti loro diventeranno terroristi, ne basta un milione per scatenare una guerra di civiltà senza precedenti. “Non rifiutano i beni di consumo, ma l’idea che c’è dietro la modernità. Non abbandonano i kalashnikov perché sono infedeli. Ma lo spirito della modernità, la libertà, l’uguaglianza, queste le rifiutano", spiega Abdel-Sadam. "Lo stato sociale deve essere riformato, non puoi ottenere benefici sociali soltanto per il fatto di avere dei figli e non far niente. Questa gente non ha idea da dove viene il denaro per vivere. Questo deve finire. Non hanno alcuna gratitudine per lo Stato che li ha accolti, provano sempre più frustrazione. Là fuori trovano tre scelte: i salafiti, i drogati e i magnaccia. La tensione aumenterà con l’arrivo di un milione di migranti soltanto in Germania. “Ci sarà più segregazione e più violenza, aumenteranno i crimini regolari e il terrorismo religioso”, conclude Abdel-Sadam che attacca la Merkel di non aver fatto nulla dopo Colonia, Ansbach e Monaco. “È andata in tivù e ha detto: ‘Andrà tutto bene’”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?

Messaggioda Berto » dom lug 16, 2017 7:29 am

Bandire il nazismo maomettano come è stato bandito il nazismo hitleriano e il fascismo italiano!


Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa e il Mondo

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2374

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa - L'Islam è il culto idolatra, politico religioso, dell'orrore e del terrore, il culto di morte dell'idolo Allah e del suo profeta e primo terrorista assassino islamico, modello per tutti i mussulmani, da sempre, per sempre e ovunque.
Chiediamo al Papa cattolico romano, quanti cristiani, europei, occidentali ed altri innocenti del mondo, dovranno ancora morire prima che il suo "D-o o idolo cristiano del perdono, della fraternità e dell'amore universale" sia sazio, del sangue delle vittime, del martirio dei cristiani, degli innocenti di tutto il mondo, di ogni colore e di ogni credo religioso, e si scagli contro questo credo idolatra di morte che è l'Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8073159753


Immagine
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... lIslam.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Prossimo

Torna a Islam

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti