Religione e religiosità come ossessione

Re: Religione e religiosità come ossessione

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:40 am

Il jihadista di Lione dice che Allah gli ha ordinato di uccidere, ma le autorità escludono il terrorismo e dicono che è psicotico
2 settembre 2019

https://www.islamnograzie.com/il-jihadi ... R8kG0b2nm4

“Attacco a Villeurbanne: ‘il sospetto dice di aver sentito voci che insultavano Dio e gli ordinava di uccidere‘”, tradotto da “Attaque à Villeurbanne:” Il sospetto è avvenuto in mezzo al tuo insulto Dieu et lui donnant theordre de tuer, “” Le Progrès, 1 settembre 2019:

Nicolas Jacquet, un pubblico ministero, ha tenuto una conferenza stampa presso il tribunale distrettuale di Lione domenica alle 15:00 per riesaminare le indagini sull’omicidio e il tentativo di assassinio …

“Non c’è nulla che mostri alcuna radicalizzazione della persona interessata.” Il suo telefono è in fase di analisi.

Il sospettato non ha precedenti criminali o psichiatrici.

Vive in diversi paesi europei dal 2014. È tornato in Francia nel giugno 2016.

Possiede un permesso di soggiorno temporaneo con una domanda di rinnovo valida fino al 31 gennaio 2020.

Stato psicotico invadente con delusioni paranoiche

“Dice che è musulmano e ha sentito voci che insultano Dio e gli ordinano di uccidere“.

Ha un alto consumo di stupefacenti, confermato da un’analisi tossicologica.

È stato oggetto di una prima valutazione psichiatrica questa domenica mattina al momento della custodia. L’esperto ha affermato che è in uno stato psicotico paranoico con delusioni paranoiche con molteplici temi tra cui quello del misticismo e della religione …

Gli investigatori stanno cercando di far luce sui motivi che hanno spinto un afgano di 33 anni a diffondere il terrore sabato alla stazione della metropolitana di Laurent-Bonnevay, uccidendo una persona e ferendone altre otto.

L’ipotesi terroristica non è favorita in questa fase, l’Ufficio nazionale antiterrorismo (PNAT) non ha preso il controllo del caso, ma sta seguendo da vicino la situazione, afferma il procuratore di Lione….
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Re: Religione e religiosità come ossessione

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:42 am

Omicidio a Morges, 'la mia vendetta contro la Svizzera'
16.09.2020
Il sospettato, un 26enne svizzero-turco, era già noto al Sic dal 2017 per consumo e divulgazione di propaganda terroristica

https://www.laregione.ch/svizzera/svizz ... a-svizzera


In relazione all'omicidio di un 29enne portoghese sabato sera a Morges (VD), il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) rende noto oggi che sospettato dell'accoltellamento è un 26enne con doppia cittadinanza svizzero-turca noto al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) dal 2017, tra l'altro per consumo e divulgazione di propaganda jihadista. Secondo il sito internet della radiotelevisione romanda RTS, che cita una fonte vicina all'inchiesta, il sospettato avrebbe confessato l'omicidio e giustificato il suo gesto con la "vendetta contro lo Stato svizzero" prendendosela con una persona qualsiasi che lo rappresenta. Il giovane - che soffrirebbe di disturbi mentali - avrebbe inoltre detto che si trattava di "vendicare il profeta".

Nell'aprile 2019 il ministero pubblico del Canton Vaud ha aperto un procedimento penale nei confronti dell'interessato per sospetto di incendio intenzionale in una stazione di servizio a Prilly (VD). Nel corso delle indagini la procura vodese ha scoperto indizi di possibili legami jihadisti del giovane, che collimavano con le informazioni del SIC.

Per questo motivo - si legge in un comunicato diramato oggi - nell'ottobre dello scorso anno il MPC ha assunto il procedimento penale quale autorità competente e lo ha esteso all'articolo 2 della Legge federale che vieta i gruppi "Al-Qaida" e "Stato islamico" nonché le organizzazioni associate, al sostegno rispettivamente alla partecipazione a un'organizzazione criminale e alla rappresentazione di atti di cruda violenza.

Dal presunto incendio intenzionale alla stazione di servizio dell'aprile 2019 l'uomo si trovava in detenzione preventiva. La carcerazione era stata più volte prolungata dal giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC), prima su richiesta del ministero pubblico del Canton Vaud e, dopo l'assunzione del procedimento da parte del MPC, su richiesta di quest'ultimo.

Nel luglio 2020 il GPC competente ha ordinato la scarcerazione dell'interessato in seguito a un'istanza del MPC, che si basava in particolare su una perizia psichiatrica. La scarcerazione era condizionata a diverse misure sostitutive tra cui il divieto di uscita notturna, l'obbligo di annunciarsi e il divieto di porto d'armi.

Il 26enne è stato provvisoriamente arrestato domenica

Fino a sabato scorso, data dell'omicidio per strada a Morges, il MPC non è venuto a conoscenza di alcuna violazione delle misure sostitutive imposte, che avrebbe giustificato una nuova incarcerazione. In seguito ai fatti dello scorso fine settimana, la procura federale ha esteso il procedimento penale aperto nell'aprile 2019 alle fattispecie di omicidio intenzionale e assassinio. Il 26enne è stato provvisoriamente arrestato domenica; il MPC ha presentato una domanda di carcerazione preventiva al GPC competente.

Come già comunicato, non si può escludere un movente terroristico per il crimine di Morges. Pertanto sulla vicenda indaga ora il MPC in collaborazione con le autorità competenti del Canton Vaud, dell'Ufficio federale di polizia (fedpol) e del SIC, indica la procura federale, precisando che per ora non fornirà ulteriori informazioni e che tornerà ad esprimersi sul procedimento penale nel momento opportuno.
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Re: Religione e religiosità come ossessione

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:43 am

Chi va contro natura e fa del male alla sua gente, credendo demenzialmente di fare del bene all'umanità intera, prima o dopo la paga e cara.


Prete anti-Salvini ucciso da clandestino: portava tè e biscotti ai clandestini
15 settembre 2020

https://voxnews.info/2020/09/15/prete-a ... andestini/

Tragedia dell’accoglionenza.

L’aggressione, come riporta La Provincia, è avvenuta poco dopo le 7 di mattina sotto la casa dove il sacerdote abitava, davanti alla parrocchia. Don Roberto è stato trovato steso a terra con una profonda ferita da arma da taglio, ma è stato inutile il soccorso dell’ambulanza. La polizia scientifica ha ritrovato non lontano dal corpo un coltello insanguinato, probabilmente l’arma del delitto.

È stato ammazzato da uno dei tanti clandestini a cui, la mattina, portava tè e biscotti e che, proprio grazie a questo, rimanevano in città.

Don Roberto era diventato noto non solo in città alla fine dell’anno scorso quando il sindaco Mario Landriscina, Lega, aveva vietato di sollazzare i circa 150 clandestini che si rifugiano nel centro cittadino. La Caritas aveva protestato per questo divieto e don Roberto e gli altri volontari avevano continuato, nonostante il divieto, ogni mattina a preparare té, biscotti e panini da distribuire ai clandestini. Come stamattina.

E uno di loro lo ha ucciso. Così muore un accoglione.



Clandestino e mai rimpatriato. Ecco chi ha ucciso il parroco
Bartolo Dall'Orto - Mar, 15/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 90190.html

Don Roberto trovato senza vita a Como. Coltellata letale al collo. L'assassino si è costituito: doveva essere rimpatriato

Don Roberto lo hanno trovato coperto di sangue, col corpo martoriato dalle coltellate.

La più crudele, quella fatale, lo ha colpito al collo. Una vita passata ad aiutare gli ultimi (e i migranti) spezzata a 51 anni da un tunisino senza permesso di soggiorno, precedenti alle spalle e - soprattutto - diversi ordini di espulsione mai eseguiti.

Lo hanno ritrovato alle 7 del mattino in piazza San Rocco, a Como. Alcuni passanti hanno notato il corpo in uno spiazzo dove di solito si ritrovano gli immigrati. I soccorsi sono stati chiamati all’istante, ma non c’è stato nulla da fare. Valtellinese, conosciuto in città proprio per la sua attività verso i più poveri, don Roberto Malgesini era nato a Morbegno nel 1969. Ordinato sacerdote nel 1998, era stato vicario prima a Gravedona e poi a Lipomo, dal 2008 era collaboratore della comunità pastorale Beato Scalabrini. La sua attenzione era rivolta proprio alle situazioni di “marginalità”, tra cui la cura degli stranieri. Stasera nella cattedrale della città si terrà un rosario per il parroco senza vita “e per chi l’ha colpito a morte”. Il vescovo Oscar Cantoni, che si è fiondato sul posto appena appresa la notizia, ha espresso “profondo dolore e disorientamento”. Il sindaco di Como, con cui c’erano state in passato tensioni per via dell’attività del parroco, ha proclamato il lutto cittadino.

Non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto il tunisino irregolare ad aggredirlo ed ammazzarlo, per poi lasciarlo esanime e sanguinante. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile della polizia. L’uomo si sarebbe costituito e avrebbe dichiarato ai carabinieri di aver ucciso il parroco. Si tratta di un tunisino, irregolare in Italia con precedenti per furto e rapina. Sul di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e 'sospeso', spiegano fonti della questura all'Agi, a causa del blocco dei voli causa coronavirus. Ricostruzione che però confligge con quanti dichiarato da Roberto Bernasconi, direttore della caritas di Como, secondo cui "aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015". Le fonti della questura di Como, però, smentiscono l'ipotesi che avesse problemi mentali. "Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche con i servizi sociali", dicono. Il sospettato intanto è stato portato in ospedale (si sarebbe lesionato un tendine durante l'accoltellamento) ed è in corso l'interrogatorio. Arrivata arrivato in Italia nel 1993, si era sposato tre anni dopo con un'italiana. Secondo le prime ricostruzioni, don Roberto avrebbe iniziato la mattina presto il suo classico giro dei senzatetto per distribuire le colazioni. Il parroco avrebbe incontrato il tunisino e per motivi ancora non chiari sarebbe scattata l’aggressione. Vicino alla canonica di San Rocco, scrive ilGiorno, è stata trovata l’auto di don Roberto con l’occorrente per l’elemosina. Nei dintorni è stato rinvenuto anche un coltello sporco di sangue, forse l’arma del delitto.

“A Como questa mattina mentre stava entrando nella sua parrocchia è stato ucciso a coltellate un prete di 51 anni da uno dei troppi immigrati clandestini che sono irregolarmente in questo Paese - attacca Matteo Salvini - dovrebbero essere rispediti a casa, sul primo barchino o sul primo barcone. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno" il parroco "è stato ringraziato a coltellate". Per il leader del Carroccio “il problema non è il colore della pelle, uno può essere nato qui o dall'altra parte del mondo, il problema è rispettare le regole e portare rispetto. Perché se vieni a casa mia e inizi a fare casino, io ti rispedisco a casa tua. Ho già i problemi del mio Paese, dopo il virus ne ho anche di più e non posso permettermi di perdere soldi, tempo, energie per stare dietro a spacciatori, bivaccanti, scippatori o perditempo di professione".



Como, sacerdote di 51 anni ucciso a coltellate in piazza: l’omicida si è costituito
Anna Campaniello
15 settembre 2020

https://milano.corriere.it/notizie/cron ... a1d8.shtml

Un sacerdote di 51 anni, don Roberto Malgesini, molto conosciuto a Como per il suo impegno al fianco degli emarginati, è stato ucciso a coltellate martedì mattina poco dopo le 7 in piazza San Rocco, a poca distanza dalla parrocchia. Il presunto responsabile, un 53enne tunisino, attorno alle 8 si è presentato in caserma dai carabinieri e si è costituito. Era una persona che don Roberto conosceva, un senzatetto al quale forniva assistenza e con il quale pare fosse anche in buoni rapporti. «Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015», ha riferito il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi. La Questura non conferma i problemi psichici: «Non risulta né dalla documentazione medica che lo riguarda né dalle verifiche coi servizi sociali». Su di lui pende un provvedimento di espulsione datato 8 aprile e «sospeso» a causa della situazione Covid. Il 53enne è arrivato in Italia nel 1993 e si è sposato tre anni dopo con un’italiana. È stato interrogato dopo essere stato medicato in ospedale per una ferita che si è procurata durante l’aggressione.

Don Roberto, originario di Morbegno, in provincia di Sondrio, è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall’auto, dove c’è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Alcuni passanti che hanno notato il corpo a terra hanno chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Gli agenti della polizia, intervenuti in piazza San Rocco, hanno trovato un coltello, in tutta probabilità l’arma del delitto. Sul posto il sostituito procuratore Massimo Astori.

Como, ucciso don Roberto Malgesini

Don Roberto Malgesini era da tempo in prima linea nell’assistenza ai senzatetto, agli stranieri e agli emarginati. Molto noto nell’ambiente del volontariato sociale, collaborava attivamente con le associazioni che si occupano di accoglienza. Era il coordinatore di un gruppo di volontari di Como che ogni giorno portano la colazione ai senzatetto e ai migranti, e assisteva tutte le situazioni di marginalità. Non era titolare di una parrocchia, in quanto la sua pastorale era quella dell’assistenza ai bisognosi. Viveva nella parrocchia di San Rocco, a pochi passi dal punto dove è stato accoltellato. «Era una persona mite, ha votato tutta la sua vita agli ultimi, era cosciente dei rischi della sua missione», dice il responsabile Caritas.

Il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, poco dopo aver saputo della morte del sacerdote è arrivato in piazza San Rocco e ha benedetto la salma prima che fosse portata via dagli addetti ai servizi funebri. Monsignor Cantoni ha espresso «profondo dolore e disorientamento per quanto accaduto», ma anche «orgoglio verso questo nostro prete, che ha da sempre lavorato su campo fino a dare la sua vita per gli ultimi». «Don Roberto è stato un santo della porta accanto, per la semplicità e l’amorevolezza con cui è andato incontro a tutti, incontrando la stima di tanta gente anche non credente», ha ricordato più tardi il vescovo in un video su Facebook.

Sul luogo del delitto, a pochi metri dall’ingresso della chiesa di san Rocco, si è presto formata una folla di fedeli, parrocchiani e immigrati, molti in lacrime. «Dov’è il don? No, non può essere lui». «Questa sera alle ore 20.30 in cattedrale il vescovo guiderà il Santo rosario – si legge in una nota della Diocesi di Como -. Di fronte alla tragedia la chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi lo ha colpito a morte».

Il sindaco di Como Mario Landriscina ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino. Alla fine dell’anno scorso la giunta di centrodestra guidata appunto da Landriscina aveva vietato la distribuzione di alimenti ai poveri, tra le proteste della Caritas, ma don Roberto e altri volontari avevano continuato a sfamarli: in quell’occasione la polizia locale gli aveva inflitto una multa, poi archiviata . «Non aveva reagito - ricorda chi gli stava vicino - niente commenti, né interviste».

«È stato lasciato completamente solo, aiutato solo da noi, dai parrocchiani, dai volontari, ma le amministrazioni a Como lo hanno solo contrastato, fecero addirittura togliere i bagni chimici che aveva sistemato qui dietro, le panchine, perfino una fontanella», racconta il segretario regionale lombardo di Rifondazione Comunista, Fabrizio Baggi. «Io non sono credente, ma credo che i preti come don Roberto siano gli unici che applicano quello che c’è scritto sul Vangelo».

«Per me era come un padre - racconta Gabriel Nastase, 36 anni - quando sono arrivato dalla Romania, solo, senza casa e lavoro, è stato lui il primo ad aiutarmi, poi ho trovato un’occupazione ma con lui sono sempre rimasto in contatto, se avevo bisogno di medicine, di essere accompagnato per una visita, chiamavo lui. Non meritava di morire così, spero ci sia giustizia». «Io venivo qui tutte le mattine per prendere qualcosa da mangiare - dice un giovane ghanese seduto sui gradini della chiesa -, anche stamattina sono arrivato alle sette e mezza e ho visto un corpo per terra ma non mi hanno fatto avvicinare. Solo dopo ho saputo che era don Roberto: per me oggi è una giornata molto triste, non me la sento neppure di mangiare». Tanti parrocchiani sono arrivati per portare fiori. «Doveva fare tutto da solo - ha raccontato Ivana, che abita poco distante -. Proprio poche mattine fa sono passata e ho l’ho visto con una scopa ripulire la piazza appena finito di distribuire la colazione da carte e contenitori».

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si unisce «alla comunità di Como che piange la morte di don Roberto Malgesini, aggredito questa mattina da un senzatetto a cui il sacerdote aveva portato conforto». In un post su Facebook, Fontana sottolinea: «Da anni Don Roberto all’alba portava i pasti caldi ai poveri della città. Una vita dedicata agli ultimi, un esempio per tutti noi». «Don Roberto amava e curava gli ultimi e ha smesso di vivere per qualcuno che non aveva il diritto di vivere in Italia. Invece di ringraziare Dio e gli italiani per le possibilità che gli danno, li ringrazia a coltellate», queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini durante un comizio a Bondeno.

Il presidente della Casa della carità don Virginio Colmegna conosceva bene don Roberto: «Aveva condiviso anche l’esperienza di Casa della carità, quando la nostra Fondazione era agli inizi». «Davanti a questa tragedia non possiamo non pensare a quanto sia necessario continuare a prendersi cura delle persone più fragili, segnate anche dalla sofferenza psichica, che non possono essere abbandonate da sole sulla strada», afferma don Virginio Colmegna.



Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"
Don Roberto Malgesini, 51 anni, è stato ucciso stamattina in piazza San Rocco. Il presunto omicida, un senzatetto tunisino di 53 anni, con problemi psichici, si è costituito
15 settembre 2020

https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... /?ref=fbpr

Don Roberto Malgesini, 51 anni, "un vero prete di strada" come lo descrivono tanti, sempre schierato dalla parte degli ultimi, è stato accoltellato e ucciso stamattina alle 7 a Como in piazza San Rocco. L'aggressione è avvenuta sotto la casa dove abitava il sacerdote, che era originario della Valtellina. Inutili i soccorsi: quando don Roberto è stato ritrovato, era disteso per terra con con diverse ferite da arma da taglio e i sanitari ne hanno solo potuto constatare il decesso.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Chi era don Roberto Malgesini: il prete che sfidava i divieti per aiutare gli ultimi
di PAOLA COPPOLA

Sul posto è arrivato anche il vescovo Oscar Cantoni ed è forte, appena si è sparsa la notizia della morte del don, la commozione e il dolore tra chi lo conosceva. Il vescovo ha benedetto la salma di don Roberto prima che fosse portata via, e a pochi metri dalla chiesa di San Rocco si è formata una folla di fedeli, tra loro tanti migranti. Molti piangono e si abbracciano. "Dov'è il don? No, non può essere lui", dice uno di loro ad alta voce. Ci sono stati anche dei momenti di tensione tra i parrocchiani e le persone assistite da don Roberto con accuse reciproche di averlo lasciato solo. Una donna italiana e un giovane africano sono anche venuti alle mani fino all'arrivo della polizia.

Il direttore della Caritas, don Roberto Bernasconi, racconta che era consapevole dei rischi che correva e usa anche parole dure per spiegare come si muoveva nel mondo don Roberto: "Era una persona mite, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione". Paragona l'omicidio a un martirio: "Voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. È una tragedia che nasce dall'odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società". E la Diocesi del sacerdote ricorda la bontà: "Era un pezzo di pane". Il sindaco Mario Landriscina ha deciso di proclamare il lutto cittadino.

Como, prete ucciso con una coltellata: il luogo del delitto e le lacrime dei presenti

Da una prima ricostruzione sembra che il sacerdote stesse per iniziare il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, nella canonica, è rimasta la sua Panda grigia con tutto il necessario. Probabilmente ha trovato l'omicida ad aspettarlo: si tratta di un senza tetto, di origini tunisine, di 53 anni. Ospitato da un dormitorio cittadini, l'uomo ha alle spalle diversi decreti di espulsione dal 2015, l'ultimo sospeso a causa del Covid. Non aveva disturbi psichici certificati, ma gli abitanti del quartiere e la Curia lo descrivono come una persona instabile. Spesso era stato visto davanti a un supermercato della zona che urlava o era in stato confusionale. Era una persona che il don conosceva e assisteva e con il quale pare fosse in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell'aggressione. Don Roberto è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall'auto, dove c'è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Dopo avere ferito mortalmente il prete, l'omicida è andato a piedi a costituirsi alla caserma dei carabinieri, a poche centinaia di metri da San Rocco. Lì vicino è stata anche ritrovata l'arma usata per il delitto.

Como, il prete degli ultimi accoltellato a morte in strada. Le lacrime dei fedeli, un migrante: "Non può essere lui"

Da anni don Roberto si era schierato dalla parte degli ultimi, apparteneva alla parrocchia di San Bartolomeo. Era il coordinatore del gruppo di volontari che portano ogni mattina un thè caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. Serviva alla mensa come al dormitorio, aveva confidenza con molte delle persone che incontrava ogni giorno. E le aiutava come poteva. Alla sua vocazione religiosa affiancava una profonda umanità: se qualcuno aveva bisogno di un medico e si rivolgeva a don Roberto, non solo glielo trovava ma spesso lo accompagnava con la sua auto.

Stasera, fa sapere la Diocesi, "di fronte alla tragedia la Chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi l'ha colpito a morte" con un rosario guidato dal vescovo.

La città di Como nel gennaio del 1999 aveva vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza


Gino Quarelo
Se l'è cercata ed è stato pagato con il martirio che lo eleverà alla santità e per questo ringrazieranno l'assassino nazi maomettano (vittima innocente delle cattiverie dei bianchi europei e cristiani), anche lui santo come Maometto che Bergoglio ha santificato demonizzando i cristiani (più malvagi di tutti) e incentivando così i seguaci dell'ultimo Profeta a uccidere i cristiani ad uno ad uno e non solo loro ma anche tutti i non mussulmani specialmente se ebrei e israeliani.

Grazie Bergoglio per tutti i cristiani e non che sono morti e che ancora moriranno per mano dei seguaci di Maometto il Grande che tu hai più volte santificato e messo sullo stesso piano "religioso e spirituale" di Gesù Cristo!




Prete ucciso dall'immigrato, Gad Lerner accusa gli italiani "che odiano". E forse Meloni e Salvini...
Luisa Perri
martedì 15 settembre 13:11

https://www.secoloditalia.it/2020/09/pr ... m=facebook

Un orrendo fatto di cronaca. Uno squilibrato tunisino che ha ucciso un prete a Como, diventa occasione di strumentalizzazione politica.

L’ultima delirante provocazione, firmata su Twitter da Gad Lerner, estrapola una frase del direttore della Caritas di Como, per instillare una suggestione. Non detta, ma che traspare in filigrana. Se un immigrato africano ha ucciso un prete è colpa dei sovranisti. Di chi chiede un freno all’immigrazione. Il solito metodo della lista di proscrizione, che l’ex giornalista di Lotta Continua evidentemente non ha dimenticato. Manca solo la foto di Salvini e Meloni, come mandanti dell’omicidio e il resto è fatto.

Ecco che cosa ha scritto Gad Lerner

Gad Lerner scrive un Tweet che rende plastica la differenza tra giornalismo e propaganda. Cita una frase di un’intervista al Giorno di Roberto Bernasconi, direttore della Diocesi di Como. Il quale, dice, sulla morte di Don Malgesini: «È una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno». Il giornalista del Giorno gli chiede se il riferimento sia per esempio relativo alla giunta di centrodestra. Bernasconi precisa, invece di non riferirsi, però al gesto dell’assessora che, nei giorni scorsi, ha tolto una coperta a un senzatetto (“Non c’entra nulla”). «Mi riferisco a chi usa queste persone per portare avanti dei discorsi che sono personali per cui non è che fanno il bene di queste persone. Va messa al centro la persone per quello che è».

La strumentalizzazione sul prete ucciso

Insomma, se Gad Lerner non lo avesse capito, la Caritas di Como ha tirato in ballo propri i portabandiera dell’accoglienza “ideologica”. Quelli come lui. Quelli che strumentalizzano i migranti e gli sbandati come l’assassino di Don Malgesini.

La vera posizione del direttore della Caritas di Como

Se non ci credete, leggete il suo editoriale del maggio di due anni fa, sui senza tetto. «Queste persone – aveva scritto Bernasconi relativamente ai senza tetto di Como – rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni), senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione».

Ecco, se noi ragionassimo come Gad Lerner, diremmo che la Caritas di Como ce l’ha con Gad Lerner. Ma noi non ragioniamo come lui. Grazie a Dio.



Killer tunisino non è pentito: “Il prete è morto come un cane, era giusto così”
16 settembre

https://stopcensura.org/killer-tunisino ... usto-cosi/

Ridha Mahmoudi, il tunisino di 53 anni arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, non si è mostrato minimamente pentito di ciò che ha fatto ieri mattina. Un’aggressione e una morte da lui decisa perché “era giusto così”, secondo quanto dichiarato alla polizia della Squadra Mobile e davanti al suo avvocato, Davide Giudici, dicendo che il sacerdote era “morto come un cane”. È quanto ha riportato oggi Il Giorno.

Affermazioni che l’uomo ha reso in uno stato confusionale, che ora dovrà essere meglio compreso per capire se dettato da ciò che aveva commesso, o se da un qualunque genere di disturbo. Dalle verifiche svolte ieri, non sono emersi problemi psichici certificati, ma solo un oggettivo timore di essere perseguitato e cacciato. Dal 2015 aveva accumulato sei denunce per violazione della legge sull’immigrazione, ma prima di questi anni difficili, Mahmoudi aveva avuto una vita regolare in Italia.

La reazione di un utente: “Io non capisco una cosa, ma come si fa ad essere così ingrati verso una persona generosa e che ti dà ospitalità, per giunta di altra fede religiosa? Cioè doveva baciargli i piedi ogni giorno per quello che faceva per lui, e invece lo ha ucciso con una ferocia inaudita. Perché secondo lui era giusto “ucciderlo come un cane”? Signori, qui la pazzia c’entra ben poco, questo elemento è malvagio e non merita alcuna attenuante per ciò che ha fatto. Gli va data l’aggravante della crudeltà e condannato all’ergastolo, punto. Commento postato su Vox.



Don Roberto Malgesini, il ricordo del Papa: "Testimone della carità per i più poveri. Ucciso da una persona bisognosa e malata"
16 settembre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... a/5933311/

Il pontefice ha ricordato il sacerdote assassinato durante l'udienza generale: "Rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio". Vicinanza ai familiari anche dalla Caritas di Pavia e dai Musulmani d'Italia. Ieri la veglia nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino. Intanto il presunto assassino è in carcere: domani sarà interrogato dal gip

“Desidero ricordare in questo momento Don Roberto Malgesini” . È arrivato anche il ricordo di Papa Francesco per il sacerdote di Como ucciso nella giornata di martedì. Conosciuto come “il prete degli ultimi” per il suo forte impegno nel dare assistenza a migranti ed emarginati, secondo le prime ricostruzioni Malgesini è stato accoltellato da un senzatetto di origini tunisine con problemi psichici. Nel corso dell’udienza generale Bergoglio ha definito il presunto assassino come “una persona bisognosa e malata di testa, che lui stesso aiutava”. Il pontefice nel suo ricordo ha voluto unirsi “al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca , e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri”.

Un dolore che si unisce a quello già espresso dalla Caritas diocesana di Pavia: “Ci uniamo con la preghiera ai suoi familiari, alla Diocesi e in particolare alla Caritas di Como con la quale abbiamo condiviso tanti momenti del nostro cammino nella Delegazione Caritas Lombardia. Certi che questi fatti ci devono far riflettere sulla grave situazione in cui molte persone versano e come una miseria sempre più cattiva e aggressiva stia segnando la vita di molti fratelli e sorelle, chiediamo a tutti di non rendere vana la Croce di Cristo, vincendo il male con il bene, e impegnandoci a discernere questo tempo così difficile e complesso”.

Anche i musulmani d’Italia esprimono dolore per la morte del sacerdonte: “Ci giunge la triste notizia dell’uccisione di Don Roberto Malgesini, parroco di Como, conosciuto come il prete degli ultimi, ucciso per mano di un senzatetto affetto da gravi problemi psichici che lo stesso Don assisteva”, dice una nota il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), Yassine Lafram.

E mentre la comunità di Como è “attonita” e “orfana”, come l’ha definita il sindaco Mario Landriscina, nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino, da dove proveniva il sacerdote, molti cittadini hanno portato fiori e preghiere. Una vera e propria veglia quella organizzata ieri sera con i componenti della giunta comunale si sono raccolti per pochi minuti per ricordare la figura del sacerdote, insieme alle persone del luogo. “Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre”, sono le parole scelte dal parroco di Regoledo, Vito Morcelli.

Il presunto assassino, intanto, è in isolamento nel carcere del Bassone: si chiama Ridha Mahmoudi, 53 anni, ed è di origine tunisina. Sarà interrogato domani dal gip. Sentito in questura ha ammesso di avere ucciso il prete – peraltro si era costituito lui stesso ai carabinieri – rivendicando l’omicidio sulla base di motivazioni confuse e deliranti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Religione e religiosità come ossessione

Messaggioda Berto » gio set 17, 2020 6:50 am

Mussulmani dementi che uccidono gridando Allahu Akbar, Allah è il più grande
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2043
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