Mussulmani dementi che uccidono gridando Allahu Akbar

Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!

Messaggioda Berto » mar mag 10, 2016 6:50 pm

L’Intifada dei coltelli arriva in Europa: quattro feriti a Monaco di Baviera
10 maggio 2016

http://www.linformale.eu/lintifada-dei- ... co-baviera

Alla stazione di Monaco di Baviera un uomo ha aggredito alcuni passeggeri, ferendone gravemente quattro. L’aggressore era armato di coltello e secondo le testimonianze avrebbe urlato Allah Akbar, ma la polizia non ha ancora confermato questa circostanza. La modalità dell’aggressione ricorda l’intifada dei coltelli in Israele.

Repubblica.it cita anche il precedente del primo gennaio di quest’anno in Germania, in cui era scattata l’allerta proprio per il rischio di un attentato terroristico a Monaco. Allora avevano fatto scattare l’allarme i sospetti che ci fossero “cinque o sette persone che volevano commettere attentati suicidi a Monaco” nel nome dell’Is nella Stazione Centrale e nella vicina localita di Pasing durante la notte di Capodanno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!

Messaggioda Berto » mer giu 01, 2016 5:19 pm

Roma, nordafricano massacra un passante al grido di "Allah Akbar"
A due passi dal Vaticano, un tunisino ha massacrato di botte un passante. Durante il pestaggio, l'aggressore invocava Allah ed esaltava l'Isis
Anna Rossi - Lun, 30/05/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 65278.html

Urla "Allah Akbar" e massacra di botte un passante: un tunisino, visibilmente ubriaco, ha aggredito un uomo nei pressi del Vaticano.

Sono le 19.30 di ieri, quando la polizia interviene in un pestaggio che potrebbe avere i contorni del terrorismo. Un tunisino di 31 anni, infatti, stava sfogando la sua ira contro un povero passante. Il massacro ha fatto preoccupare gli inquirenti perché era accompagnato da urla ineggianti l'Isis e Allah.

La vittima è stata riempita di calci e pugni fortissimi tanto che lo hanno immobilizzato a terra. Alcuni testimoni, preoccupati dalle urla e da un possibile degenero della situazione hanno immediatamente chiamato gli agenti che dopo qualche tempo sono riusciti a bloccare la furia del tunisino. Il nordafricano era ubriaco e sempre gridando frasi ineggianti lo Stato islamico ha cercato anche di scagliarsi contro la polizia.

I militari lo hanno portato al comando e ora stanno facendo diverse verifiche sull'aggressore. Vogliono capire se l'uomo possa avere alcuni legami con il terrorismo. Le sue urla e il luogo dell'aggressione così vicino al Vaticano hanno messo in allarrme gli inquirenti che hanno deciso di fare luce sul tunisino. Attualmente, la vittima è ricoverata in ospedale: se l'è cavata con qualche ferita più o meno grave e un grosso spavento
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!

Messaggioda Berto » gio giu 16, 2016 9:01 am

"Sono dell'Isis, Allahu Akbar". Poi un islamico fa due morti a Parigi
Il killer, ucciso dalle forze speciali, ha detto di appartenere all'Isis. Era già stato condannato per affiliazione a una rete jihadista
Sergio Rame - Mar, 14/06/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/son ... 71337.html
In Francia il jihad torna a far scorrere il sangue. Un uomo che ha rivendicato la sua appartenenza all'Isis ha ammazzato a coltellate un funzionario di polizia e la sua compagna prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia.

Fermate tre persone vicine al killer di Parigi

La tragedia si è consumata a Magnanville, piccolo comune alle porte di Parigi, dove il terrorista islamico ha prima ucciso il poliziotto e poi fatto irruzione nell'abitazione della coppia, barricandosi all'interno. Un bambino di 3 anni, figlio della coppia, è stato poi ritrovato illeso.

A pochi mesi dagli attentati di Parigi e di Bruxelles l'Europa torna ad aver paura dell'incubo jihadismo. Il copione è sempre lo stesso. L'assalitore, Larossi Abballa, un 25enne che abitava a Mantes-la-Jolie, ha urlato "Allahu Akbar" (Dio è grande), poi si è scagliato brandendo un coltellaccio contro Jean-Baptiste Salvint, 42enne vice comandante della polizia giudiziaria a Les Mureaux. Il funzionario di polizia, che non era in uniforme e si trovava fuori dalla sua abitazione, è stato ammazzato con nove coltellate. L'assalitore è poi entrato all'interno della casa prendendo in ostaggio la donna, 36enne segretaria d'amministrazione al commissariato di Mantes-la-Jolie, e il bambino. Le forze dell'ordine sono intervenute immediatamente: gli abitanti degli edifici adiacenti sono stati allontanati, l'erogazione di gas ed energia elettrica è stata interrotta, tutte le strade sono state chiuse. E, ovviamente, sono iniziate le trattative con la polizia per il rilascio degli ostaggi. È stato proprio in questo momenti che l'uomo avrebbe affermato la propria appartenenza ai tagliagole dello Stato islamico.

Gli uomini dell'unità speciale Raid hanno deciso di lanciare l'assalto intorno alla mezzanotte, uccidendo l'uomo. All'interno dell'abitazione, gli agenti hanno trovato il corpo senza vita della donna, che è stata sgozzata dal terrorista, mentre il bambino era in buone condizioni. L'agenzia di stampa dello Stato Islamico, Amaq, ha riferito che l'attacco è stato condotto da un combattente dell'Isis, ma al momento non ci sono rivendicazioni ufficiali: "Un combattente dello Stato islamico ha assassinato all'arma bianca un uomo del commissariato di polizia di Mureaux e sua moglie vicino a Parigi". Come riporta France Presse, Larossi Abballa era già stato condannato nel 2013 per l'affiliazione a una rete jihadista. Insieme ad altre sette persone aveva inviato terroristi in Pakistan per combattere il jihad. Non solo. Il suo telefono era stato addirittura intercettato, ma senza risultati.

Il duplice omicidio di Magnanville segue di due giorni il massacro di Orlando e getta nuove ombre sulla Francia dove, proprio in questi giorni, si giocano gli Europei di calcio. Ieri sera alle 20:52, poco prima dell'azione terroristica, Larossi Abballa ha postato un video di rivendicazione. Un lungo messaggio in cui invita a uccidere poliziotti, secondini, giornalisti e rapper. E in cui dichiara: "L'Euro 2016 sarà un cimitero". "Sarà fatta piena luce sulla natura di questo dramma abominevole", ha dichiarato il presidente francese François Hollande che ha convocato immediatemente una riunione all'Eliseo.
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!

Messaggioda Berto » dom lug 03, 2016 7:32 am

Straje de Dacca al sigo de Allah Akbar


Ora basta ripetere che i terroristi islamici non hanno nulla a che fare con l'islam
di Magdi Cristiano Allam 02/07/2016

http://www.magdicristianoallam.it/buong ... islam.html

Buongiorno Amici

Buongiorno amici. Sono stati probabilmente barbaramente uccisi, mutilati e sgozzati, i 7 italiani che si trovavano insieme a una ventina di ostaggi massacrati dai terroristi islamici dell'Isis a Dacca nel Bangladesh.

Rezaul Karim, padre di uno degli ostaggi, ha detto che "gli assalitori non si sono comportati male con i connazionali del Bangladesh. Controllavano la religione degli ostaggi. Chiedevano a ognuno di recitare versetti del Corano. Quelli che li conoscevano venivano risparmiati, gli altri torturati".

Cari amici, in queste ore tragiche per l'atroce uccisione dei nostri connazionali, esigiamo quantomeno da chi ci governa di smetterla di ripetere che i terroristi islamici non hanno a che fare con l'islam. Se hanno ucciso barbaramente, mutilandoli e sgozzandoli con il machete, solo i non musulmani che non sono stati in grado di recitare i versetti del Corano, e se invece hanno lasciato vivi e liberi solo i musulmani, come si fa a dire che non hanno nulla a che fare con l'islam?



I jihadisti ci vogliono tutti morti e noi pensiamo all'islamofobia
A Sarajevo un summit di tre giorni per chiedere alla Ue leggi che tutelino i musulmani. Così ci obbligano a parlare solo bene dell'islam
Sergio Rame - Sab, 02/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78469.html

Politici, professori universitari ed euroburocrati stanno tessendo un bavaglio per imporci di parlare bene dell'islam.

A Sarajevo si è appena concluso il primo Summit europeo sull'islamofobia, un convegno di tre giorni per mettere a punto le linea guida da far seguire ai Paesi dell'Unione europea quando devono confrontarsi con i musulmani. Nel documento conclusivo vengono, infatti chieste misure più stringenti per obbligarci a parlare dei musulmani "soltanto in termini positivi".

Alla tre giorni di Sarajevo, come racconta Libero, c'era un parterre delle grandi occasioni. Al summit hanno sfilato politici come l'ex premier spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, l'ex ministro inglese e fondatore di Medici senza frontiere Jack Straw e l'ex ministro francese Bernard Kouchner. Non solo. Sono accorsi anche alti esponenti dell'Unione europea, professori unifersitari della Georgetown University o di Berkley, intellettuali, sportivi, fumettisti, scrittori e rappresentanti delle più famose
associazioni umanitarie. Tutti schierati contro i "populisti", come Marine Le Pen o Donald Trump. Come riferisce Libero se la sono presa, infatti, con i "partiti identitari" che sono stati accusati di razzismo. E hanno chiesto ai leader politici che siedono a Bruxelles di far qualcosa per contrastare "l'ostilità diffusa nei riguardi degli islamici".

"Bisogna opporsi alle politiche che discriminano sulla base dell'identità religiosa - si legge nel documento conclusivo - la crescita dell'estrema destra in Europa aumenterà gli estremismi, la divisione e la paura". Da qui la richiesta del summit di creare un "reato specifico di islamofobia" in tutti i Paesi dell'Unione europea. Non solo. A Bruxelles viene addirittura chiesto di istituire leggi che tutelino gli islamici sul luogo di lavoro, "specialmente quelli che indossano il velo".


Il massacro jihadista degli italiani
A Dacca, in Bangladesh, i miliziani del Califfo uccidono dieci nostri connazionali. Si tratta della strage più grave per l'Italia da quando esiste l'Isis. Eppure, ancora una volta, nessuno parla di guerra o invoca l'uso delle armi per combattere il terrore..
.
di Gianluca Veneziani

http://www.lintraprendente.it/2016/07/i ... i-italiani

Da Raqqa a Dacca il Terrore si sposta dal suo centro e dilaga nelle periferie come un cancro con le sue metastasi. E stavolta colpisce drammaticamente anche noi, mietendo ben dieci vittime italiane nell’assalto al locale Holey Artisan Bakery nella capitale del Bangladesh (o BanglaDaesh, come da oggi saremo costretti a ribattezzarla) da parte di alcuni miliziani jihadisti affiliati all’Isis. Una carneficina orribile, tra torture e sgozzamenti, in cui sono morte altre dieci persone, in buona parte giapponesi, ed è stato risparmiato soltanto chi conosceva il Corano, e dunque non era considerato un crociato, un infedele, un maledetto occidentale.

Si tratta della strage simbolicamente e numericamente più dolorosa per il nostro Paese da quando esiste quel mostro chiamato Isis: finora avevamo perso la giovane ricercatrice Valeria Solesin nell’attentato al Bataclan e la funzionaria e mamma Patricia Rizzo nell’attacco alla metro di Bruxelles. Ora perdiamo insieme, in una sola tragica notte, dieci nostri connazionali, dieci colpi al cuore, o meglio dieci coltellate – per usare un’immagine truculenta cara ai tagliagole del Califfato – che ci toccano da vicino, vicinissimo, pur essendo i fatti geograficamente così lontani. Numeri che ci fanno volare con la mente a Nassiriya, ai 19 italiani uccisi nell’attentato del 2003; e che rendono evidente la globalizzazione del terrore, il suo poterci ferire in ogni momento e in ogni luogo, anche quando sembra essere distante e indebolito nel suo centro di potere.

A fronte di questi “nostri” morti, dovremmo allora sentirci più che mai coinvolti, dire all’unisono #Je SuisDacca e #JeSuisItalien (oggi, ahinoi, sono sinonimi), avere la percezione inevitabile di essere in guerra e rispondere all’attacco, con forza e immediatezza. Dovremmo promettere militari sul campo, stivali sul terreno, assicurando che non ci faremo intimidire, e che quegli innocenti saranno presto, molto presto vendicati. E invece restiamo imbelli, incapaci di mandare truppe per sradicare il Male laddove esso si genera (in Siria e Iraq) e dove ci minaccia più da vicino (in Libia), pur davanti all’evidenza (da oggi inconfutabile) che i terroristi islamici ci ammazzano comunque anche se noi non li attacchiamo. Ma insomma, pacifisti e anime candide nostrane, lo volete capire che l’Isis non ha bisogno di essere bombardato per colpirci? Volete mettervi in testa che i miliziani islamici ci odiano a prescindere, in quanto occidentali, in quanto “infedeli”, in quanto italiani, e non saranno di certo le nostre dichiarazioni di guerra a farli inasprire ancora di più?

Eppure, ancora una volta, siamo costretti ad assistere al solito teatrino di dichiarazioni di circostanza, col ministro Gentiloni che dice di “seguire momento per momento la situazione a Dacca” e di essere “in ansia per gli italiani coinvolti” (In ansia, capite? Un ministro degli Esteri in preda all’ansia, magari con le mani tremanti, quando dovrebbe sfoderare il pugno duro); e col sempre più pavido presidente del Consiglio Renzi che addirittura sostiene che «Continueremo la lotta tutti insieme e tutti uniti per affermare un’idea di civiltà diversa da quella che purtroppo abbiamo visto in azione stanotte in Bangladesh», frase in cui ci sono almeno due affermazioni completamente sballate: la prima, che noi stiamo facendo la lotta all’Isis (ma quale lotta, Renzi, se ci siamo rifiutati perfino di mandare un manipolo di corpi speciali in Libia?); la seconda che quella dell’Isis (quella degli sgozzatori, ricordiamolo) sia comunque “un’idea di civiltà”, sebbene diversa dalla nostra. E questo sempre con la solita cautela di evitare il riferimento ai termini “islam” e “islamico”, per non offendere qualcuno, anzi con l’ipocrisia di definire la strage di Dacca “la loro follia”, quasi si parlasse di gesta di pazzi e non di azioni ispirate da un lucidissimo odio di matrice religiosa.

Come se non bastasse, dobbiamo sorbirci pure le dichiarazioni di Mattarella che si dice “molto angosciato da questo ennesimo atto di barbarie”. Ci restano gli stati d’animo, l’ansia di Gentiloni, l’angoscia di Mattarella, il dolore, il compianto, l’autocommiserazione, e poi i gesti di rito, le lacrime e le preghiere, spie soltanto della rassegnazione che fa seguito alla sottomissione, manifesto della nostra arrendevolezza, che ci mostra ulteriormente inermi, ulteriormente fragili, ulteriormente attaccabili.

Siamo quasi stanchi di ripeterlo, ma l’unica risposta a questo attentato, l’unico modo per rendere giusto onore ai poveri morti italiani, e l’unica maniera per evitare che altri connazionali subiscano la stessa sorte sarebbe dichiarare guerra e colpire il nemico, stanandolo dovunque sia. Il resto sono solo inutili (e colpevoli) lacrime di coccodrillo.



L'Is colpisce a Dacca: 20 morti. Gentiloni: "Nove le vittime italiane accertate". Renzi: "Uniti contro chi vuole distruggerci". Maometto peggio di Hitler e di Stalin
Nell'intervento delle forze speciali bengalesi nel bar-ristorante dove un commando di jihadisti si era barricato con almeno 33 persone, solo 13 sono sopravvissuti. Farnesina: 11 gli italiani a cena, uno è sfuggito al sequestro. Morti sei terroristi, uno catturato
di PAOLO GALLORI e KATIA RICCARDI
02 luglio 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07 ... -143243979

DACCA - Sono nove i cittadini italiani morti nel blitz tra forze speciali dell'esercito bengalese e il commando di jihadisti che venerdì si era barricato all'Holey Artisan Bakery di Dacca con almeno 33 ostaggi.

Dopo quattro ore di scontro a fuoco nella notte solo 13 persone sono state tratte in salvo. Una volta dentro il bar ristorante nel quartiere diplomatico della capitale del Bangladesh, le teste di cuoio hanno trovato i corpi senza vita di 20 persone. Nove italiani, sette giapponesi, tre bengalesi e un indiano. Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato.

Strage di Dacca, dall'assalto jihadista al cordoglio - il fotoracconto

Nel locale c'erano 12 italiani - lo chef e 11 ospiti che erano a cena al momento dell'irruzione dei jihadisti. La Farnesina ha confermato i nomi delle nove vittime nel primo pomeriggio. Sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Riboli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.

Bangladesh, le vittime dell'attentato dei terroristi a Dacca

Lo chef è riuscito a sfuggire all'attacco terroristico arrampicandosi sul tetto del locale. "Jaco" Jacopo Bioni, veronese di 34 anni, è stato raggiunto da Repubblica. Questa la sua testimonianza. Tra gli ospiti a cena c'era anche Gian Galezzo Boschetti, grossista di abbigliamento, salvato già la sera dell'irruzione di venerdì, da una telefonata che lo aveva indotto a uscire dal locale. All'Ansa aveva già raccontato di "almeno una decina di italiani divisi in due tavoli. In uno ero seduto con mia moglie e un cliente, nell'altro c'erano sette o otto persone".

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato da Sky tg24, ha sottolineato poi che "potrebbe essersi salvato" un altro italiano tra gli ospiti a cena. "Si trovava all'interno del ristorante ieri sera, ma forse si è reso irreperibile", ha detto il titolare della Farnesina.

Dacca, il testimone: "Io scappato dal terrazzo, molti italiani non ce l'hanno fatta"

Il direttore delle operazioni militari dell'Esercito, generale Nayeem Ashfaq Chowdhury, ha specificato: "Abbiamo recuperato venti corpi. La maggior parte con brutali ferite da arma da taglio. Probabilmente machete". Poi la premier Sheikh Hasina ha spiegato: "Uno dei terroristi è stato catturato, ferito e portato in ospedale. Altri sei uccisi. Siamo stati in grado di salvare 13 persone e non abbiamo potuto salvarne altre".

Dopo aver seguito lo sviluppo della situazione da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi poco dopo mezzogiorno rilascia con tono di profondo dolore la sua dichiarazione. "L'Italia ora piange, ma forte dei suoi valori sarà unita contro la follia di chi vuole distruggere la nostra vita quotidiana".

Attentato a Dacca, Renzi: "Italia in lacrime, ma non arretra"

Durante la notte, l'assenza di notizie dall'Unità di crisi della Farnesina sulla sorte degli italiani ostaggio del commando dell'Is in un locale a cento metri dalla nostra sede diplomatica a Dacca e non lontano dal luogo dove fu ucciso il cooperante Cesare Tavella, aveva lasciato presagire il peggio. E il peggio si è manifestato con durezza attraverso il laconico comunicato di Shahab Uddin, portavoce dell'esercito bengalese: "Uccisi venti civili. Per la maggior parte italiani e giapponesi".

Bangladesh, feriti nel blitz per liberare il locale di Dacca assaltato dai terroristi

Durante il sequestro, le forze di sicurezza hanno stabilito un contatto con i terroristi e tentato una trattativa. Quando si è capito che non c'erano margini, è entrato in azione l'esercito, un centinaio di uomini del "battaglione di intervento rapido" con blindati. Quando le armi hanno taciuto, circa dieci ore dopo l'assalto dei jihadisti, è iniziato lo stillicidio di notizie sul numero delle vittime, sulla loro nazionalità, sull'inferno che hanno vissuto.

Attentato a Dacca, blitz dell'esercito: in barca sul canale per attaccare i terroristi

Agghiacciante la testimonianza resa al Bangladesh Daily Star da Rezaul Karim, padre di Hasnat Karim, uno degli ostaggi. "Gli assalitori non si sono comportati male con i connazionali del Bangladesh. Controllavano la religione degli ostaggi. Chiedevano a ognuno di recitare versi del Corano. Quelli che li conoscevano venivano risparmiati, gli altri torturati".

C'è poi il racconto di Sumon Reza, supervisore del bar ristorante, che a Repubblica riferisce di aver visto due degli assalitori: sotto i 30 anni, magri e con armi di piccolo calibro. "Hanno usato esplosivi per respingere la polizia. Due dipendenti del locale sono stranieri: Jaco, italiano, e Diego, argentino". "Jaco - continua Reza - è sfuggito alla cattura rifugiandosi sul tetto con altri dipendenti. Poi è riuscito a saltare fuori e a mettersi in salvo. Il locale è frequentato da molti stranieri e molti italiani. Da quel che sappiamo, in quel momento stavano cenando vostri connazionali".

Il governo di Tokyo ha dichiarato che un connazionale è stato salvato ma ha confermato la morte di sette cittadini giapponesi, due donne e cinque uomini. Tutti erano consulenti del governo per progetti di sviluppo a Dacca. All'emittente Times Now, il colonnello Tuhin Mohammad Masud, comandante delle forze speciali, ha aggiunto che tra gli ostaggi tratti in salvo figurano due cingalesi. I media parlano anche di un argentino e due bengalesi.

Attentato a Dacca, il cordoglio e l'indignazione sui social

Mentre in Turchia l'attentato all'aeroporto di Istanbul viene attribuito all'Is anche in assenza di una rivendicazione, questa volta lo Stato Islamico ha voluto porre il suo sigillo con grande tempestività, ben prima che le forze speciali mettessero fine all'azione terroristica. Il bilancio del triplice attentato è salito a 45 morti. Un ferito grave è deceduto oggi all'ospedale, secondo l'agenzia stampa dogan. Altre 52 persone sono ancora ricoverate nelle diverse cliniche della megalopoli turca sul bosforo, 20 delle quali in terapia intensiva.
Tanta rapidità si spiega probabilmente con la necessità di mettere in chiaro la paternità del terrore in un'area della galassia del radicalismo islamico che risente anche dell'influenza di al-Qaeda. Tanto è vero che Ansar al-Sharia Bangladesh, organizzazione qaedista locale, aveva a sua volta rivendicato l'attentato. Sul suo sito, Amaq pubblicava foto di cadaveri all'interno di un ristorante, tra tavoli e piatti. Immagini orribili, dall'attendibilità non verificabile, che hanno infestato le vie digitali del Jihad.

I precedenti. Dacca è già stata teatro di attentati terroristici. Il 23 aprile un professore universitario è stato ucciso a colpi di ascia da militanti islamici, prima di lui attacchi simili erano avvenuti in passato contro dei blogger e intellettuali laici.



Attentato Isis a Dacca, cita il Corano: salva nipote del console di Milano
La ragazza indossava l'abito tradizionale così come un'amica. Una terza ragazza conosceva i versetti di Maometto ma è stata uccisa perché era in jeans e maglietta
2 luglio 2016

http://www.ilgiorno.it/milano/attentato-dacca-1.2310430

Risparmiata perché conosceva il Corano, ma non sarebbe bastato senza un abito tradizionale. La nipote del console generale del Bangladesh di Milano ha scampato così la morte insieme a un'amica nell'attacco terroristico a Dacca. Jeans e maglietta sono stati fatali per una loro conoscente che conosceva i versetti di Maometto ma esibiva un look non ritenuto consono dai terroristi, che così non le hanno lasciato scampo. E' l'agghiacciante scenario vissuto dalle ragazze sequestrate nel ristorante Holey's Artisan Bakery, dove sono state uccise 20 persone, di cui 9 italiani.

Il console generale di Milano Ahmed Rezina, ha raccolto il racconto della nipote e lo ha riferito al console per il Veneto Gianalberto Scarpa Basteri. La ragazza - racconta Scarpa Basteri - era stata bloccata assieme agli altri e durante l'estenuante attesa dopo l'assalto terroristico è stata interrogata assieme ad una sua amica sulla propria fede religiosa. Era con l'abito tradizionale, il shari, così come la sua amica. Proprio la recita di alcuni brani, la dimostrazione della fede musulmana e l'abito hanno fatto sì che i terroristi le risparmiassero e permettessero loro di allontanarsi. Ad una terza ragazza, bengalese e musulmana, la professione di fede e la conoscenza del corano non sono bastate. Per lei sono stati fatali gli abiti occidentali, jeans e maglietta, che l'hanno condannata a morte. Nell'attacco sono morti 9 italiani, su 20 vittime totali.
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè grande!

Messaggioda Berto » dom lug 03, 2016 8:03 am

Bandire l'Islam, il culto dell'idolo Allah, culto politico-religioso dell'orrore e del terrore, fondato dall'invasato idolatra Maometto, in quanto ideologia e pratica politico religiosa peggiore del nazismo, che viola completamente i Diritti Umani Universali
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè el pì gran

Messaggioda Berto » mar lug 19, 2016 7:12 pm

Al grido di "Allah Akbar"! (Allah è il più grande)

Germania, l'afghano con l'ascia era stato accolto da famiglia
Il 17enne afghano che ha attaccato i passeggeri su un treno in Germania era un richiedente asilo accolto da una famiglia. Nella sua camera una bandiera dell'Isis
Chiara Sarra - Mar, 19/07/2016
http://www.ilgiornale.it/news/germania- ... 86213.html


È arrivato due anni fa in Germania come minore non accompagnato. Un anno fa ha richiesto asilo ed è stato prima ospitato in un di Ochsenfurt (piccola località a circa 30 chilometri a Wurzburg, nel sud del Paese) e poi accolto da una famiglia.

Ma il giovane 17enne afghano ha ripagato l'accoglienza tedesca salendo su un treno regionale e cercando di fare a pezzi i passeggeri.

È quello che è successo ieri sera quando, intorno alle 22,10, il ragazzo è salito sul convoglio armato di accetta e si è scagliato contro i passeggeri, al grido di "Allah Akbar". Poi ha cercato di scappare, ma nella zona si trovavano alcuni agenti delle forze speciali che hanno sparato e lo hanno ucciso. Nella sua camera è stata torvata una bandiera dell’Isis dipinta a mano. Finora, assicurano gli investigatori, non aveva mai avuto comportamenti tali da richiamare l'attenzione degli apparati di sicurezza. "Stiamo cercando di capire cosa è successo negli ultimi mesi o nelle ultime settimane", ha spiegato il ministro della Baviera.

Quattro i feriti, tutti cittadini di Hong Kong, ora in gravi condizioni: si tratta di un uomo di 62 anni, la moglie 58enne, la figlia di 27 e il fidanzato 31enne della giovane. Salvo invece il figlio 17enne. Altre 14 persone sono state trovate in stato di choc. "C'era sangue ovunque", raccontano i testimoni, "Sembrava un macello".
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè el pì gran

Messaggioda Berto » lun lug 25, 2016 7:02 am

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa

viewtopic.php?f=188&t=2374

Bandire l'Islam prima che distrugga l'Europa - L'Islam è il culto idolatra, politico religioso, dell'orrore e del terrore, il culto di morte dell'idolo Allah e del suo profeta e primo terrorista assassino islamico, modello per tutti i mussulmani, da sempre, per sempre e ovunque.
Chiediamo al Papa cattolico romano, quanti cristiani, europei, occidentali ed altri innocenti del mondo, dovranno ancora morire prima che il suo "D-o o idolo cristiano del perdono, della fraternità e dell'amore universale" sia sazio, del sangue delle vittime, del martirio dei cristiani, degli innocenti di tutto il mondo, di ogni colore e di ogni credo religioso, e si scagli contro questo credo idolatra di morte che è l'Islam.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8073159753


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lIslam.jpg


Mi a digo

Il solo modo che abbiamo, per aiutare i mussulmani vittime del credo islamico idolatra e del suo orrore/terrore è quello di dire la verità sull'Islam, su Allah, Maometto, il Corano e su tutta la loro storia.
Negare la violenza originaria e strutturale islamica, il suo orrore teologico e il suo terrore etico politico religioso, facendo passare questo credo agli occhi del mondo come credo di pace, amore, giustizia, fraternità e libertà, Maometto come un Santo e Allah come vero D-o è di fatto un crimine contro l'umanità a danno dei mussulmani stessi e del mondo intero.
La menzogna danna e la verità salva, sempre.

Sì, interroghiamoci, ma da dove arriva la violenza islamica?
Beh il Corano, la Sira e la storia dell'Islam parlano chiaro e ci raccontano che la violenza arriva direttamente dall'idolo Allah,
attraverso la bocca del Profeta invasato e le parole del Corano, incarnate nel comportamento di Maometto e raccontate nella Sira (vita del "Profeta"), dove Maometto appare come il primo fondamentalista, terrorista, assassino islamico, modello esemplare per tutti i veri mussulmani da sempre, per sempre e ovunque; ed è ben evidente nell'espansione imperiale dell'Islam attraverso l'orrore e il terrore, espansione che inizia con Maometto e continua da allora sino ai giorni nostri.
La violenza è in Allah, in Maometto, nel Corano, nella Sira, nella Sharia e in tutta la storia dell'Islam e nel nome stesso di Islam, sottomissione all'idolo Allah e al suo ordine assoluto di sottomettergli tutta l'umanità con le buone o con le cattive.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè el pì gran

Messaggioda Berto » lun lug 25, 2016 7:02 am

Monaco: musulmani urlano “Allahu Akbar” durante commemorazione, tedeschi insorgono
24 luglio 2016

http://www.linformale.eu/3722-2

Monaco di Baviera, il giorno dopo. Davanti al centro commerciale “Olympia” si commemorano le vittime dell’orrenda strage costata la vita a nove giovanissimi clienti del McDonald’s. Si depositano fiori, qualcuno prega, alcuni piangono.
Poi, un grido improvviso: “Allahu Akbar”, “Dio è grande”. C’è anche un gruppetto di musulmani davanti al centro commerciale e l’atteggiamento appare di scherno e provocazione. Non c’è alcun motivo, infatti, per gridare “Allahu Akbar” in quel frangente, anche perché l’urlo evoca scenari spiacevoli in tempi di strage di matrice islamista.
Qualcuno tra i presenti, proprio per questo, non la prende bene e reagisce.
Il gruppetto di musulmani viene insultato con parole anche pesanti come “maiali”. Si rischia lo scontro fisico, le forze dell’ordine, fino a quel momento in disparte (e sollecitate), sono costrette a formare un cordone per evitare il peggio.
Succede anche questo, a Monaco di Baviera, in un giorno che avrebbe dovuto essere di lutto. Il video è stato pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano. Lo riportiamo


https://www.youtube.com/watch?v=MD3Ku-VBWYk
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè el pì gran

Messaggioda Berto » mer lug 27, 2016 9:37 am

"Inginocchiati!". Poi l'orrore: così i jihadisti hanno sgozzato padre Jacques
L'esecuzione raccontata dalla suora sopravvissuta: "I due carnefici hanno recitato un sermone in arabo vicino all'altare". Poi hanno tagliato la gola a padre Jacques. L'esecuzione è stata filmata col cellulare
Sergio Rame - Mar, 26/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ing ... 89712.html

Hanno fatto inginocchiare padre Jacques Hamel, poi hanno recitato "un sermone in arabo vicino all'altare".

Quindi i due spietati jihadisti, "due soldati" dello Stato islamico, hanno messo mano al coltellaccio e lo hanno sgozzato come una bestia sacrificale. A raccontare la follia islamista è la suora che, dopo l'irruzione nella chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino Rouen in Normandia, è riuscita a scappare senza farsi vedere dai due terroristi e a dare l'allarme permettendo alle teste di cuoio francesi di intervenire tempestivamente.

Il terrore jihadista fa il suo ingresso per la prima volta in una chiesa europea. Due terroristi di nazionalità francese, probabilmente "immigrati" di seconda generazione, hanno preso cinque persone in ostaggio nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, una piccola località nel cuore della Normandia. Un sacerdote è stato sgozzato. Altre tre persone sono rimaste ferite e una di loro, una suora che ha rischiaro anche lei di essere decapitata e ora versa tra la vita e la morte. La polizia ha ucciso i due assalitori che hanno attaccato i fedeli urlando "Allahu Akbar" e "Daesh" (l'acronimo in arabo che indica il Califfato). Ora quell'incubo rivive nel racconto della suora che non vuole rivelare ai media la propria identità. Ancora sotto choc per l'accaduto, la religiosa è stata, infatti, affidata a una cellula di sostegno psicologico.

I due terroristi hanno fatto irruzione nel luogo di culto, intorno alle dieci, durante la Santa Messa del mattno. Sono entrati dalla porta posteriore, mentre in chiesa c'erano, oltre al sacerdote, due religiose e due fedeli. "Padre Jacques Hamel - ha raccontato la suora che è sopravvissuta all'esecuzione - è stato fatto inginocchiare e uno dei carnefici ha recitato un sermone in arabo vicino all'altare". L'altro, invece, riprendeva tutto col cellulare. Una scena che ricorda troppo da vicino i video delle decapitazioni diffusi dai tagliagole dello Stato islamico. "Sono scappata quando hanno cominciato ad aggredire padre Jacques - ha spiegato la suora - non so nemmeno se si sono resi conto che stavo scappando". Agli inquirenti la religiosa ha raccontato che tra di loro i due jihadisti, che hanno detto di agire "in nome dell'Isis", parlavano in arabo. Prima di lasciare la chiesa è riuscita a vedere il coltello con cui le due bestie hanno sgozzato padre Jacques.

Una volta chiamate dalla suora, le forze dell'ordine sono intervenute rapidamente e hanno circondato il quartiere. Intorno alle 11, il sequestro era terminato. Le teste di cuoio del Bri e gli uomini del Raid erano sul posto. Sono stati gli uomini della Bri di Rouen che hanno neutralizzato i due assalitori, quando i due, coltelli alla mano, sono apparsi sul sagrato all'urlo "Allahu akbar".
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Re: Musulmani ensemenii ke łi copa sigando Alà lè el pì gran

Messaggioda Berto » dom ago 07, 2016 5:11 am

Attentato in Belgio, poliziotte attaccate a colpi di machete: l'attentatore urlava Allah Akbar
Davide Casati
Milano, 6 agosto 2016 - 17:42
L’attacco vicino a un commissariato della città belga. L’attentatore è morto


http://www.corriere.it/esteri/16_agosto ... 1635.shtml

Due poliziotte sono state ferite a colpi di machete — una al volto in modo profondo, l’altra solo leggermente — intorno alle 16 di oggi nei pressi di un commissariato a Charleroi, in Belgio. Un terzo poliziotto ha poi sparato contro l’aggressore, ferendolo gravemente: l’uomo è morto poco dopo il ricovero in ospedale. Secondo quanto riferito dalla stessa polizia locale, l’attentatore, prima di attaccare le agenti, ha urlato «Allahu Akbar», «Allah è grande».

La dinamica

Secondo quanto riferito dalla polizia, l’attentatore si è presentato al check point del commissariato alle 15:58 di questo pomeriggio, e ha estratto il machete dal suo zaino, colpendo ripetutamente una poliziotta e ferendone un’altra, seppur in modo più leggero. Un poliziotto, osservata la scena, ha sparato colpi al torace e alla gamba dell’attentatore. Le due agenti ferite sono state immediatamente condotte all’ospedale Notre Dame di Charleroi, dove la poliziotta colpita più duramente è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Non è comunque in pericolo di vita. L’attentatore è stato invece portato all’ospedale Marie Curie, dove è morto mentre si trovava in sala operatoria.


Charleroi, due poliziotte ferite a colpi di machete. L'assalitore urlava «Allah Akbar»
La notizia sui canali Telegram legati a Isis

Il primo ministro belga Charles Michel ha condannato «con forza» l’attacco: «I miei pensieri — ha scritto su Twitter — vanno alle vittime, ai familiari e agli agenti di polizia. Stiamo seguendo da vicino la situazione». Michel ha anche comunicato l’immediata interruzione delle sue vacanze, per poter essere domenica a Charleroi. Sempre per domenica è stata programmata una riunione con i servizi di sicurezza nazionali. Di «atto ignobile» ha parlato anche il ministro dell’Interno belga Jan Jambon, che ha espresso la vicinanza alle poliziotte e alle loro famiglie. Jambon ha anche precisato che a monitorare la situazione è l’Ocam, il centro di crisi che monitora il rischio terroristico. La notizia dell’attacco si sta già diffondendo sui canali Telegram legati a Isis, dove però, per ora, non ci sono rivendicazioni.

La base degli attentatori di Parigi e Bruxelles

La città — poco più di 200 mila abitanti, a sud di Bruxelles, nella regione della Vallonia — era stata utilizzata come base logistica da alcuni degli attentatori jihadisti coinvolti negli attacchi di Parigi — nel novembre scorso — e Bruxelles — a marzo. Rispetto all’asse che si sviluppa a nord di Bruxelles — tra la capitale e Anversa — Charleroi era finora ritenuta un centro a radicalizzazione contenuta. Secondo quanto riportato in «Jihadist hotbeds — understanding local radicalization processes», un report edito dall’Ispi nel 2016, il numero di foreign fighters usciti da quest’area è di 18 — 31 ogni milione di abitanti: poco, se paragonato con i 355 foreign fighters usciti dall’asse del nord del Paese (355 — o 173,6 per milione di abitanti). Il Belgio — dopo gli attentati di marzo, in cui morirono 32 persone — è ora sottoposto a un livello di allerta 3 su una scala che arriva a un massimo di 4.


L’arresto di lunedì

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Derniere Heure, lunedì — in un episodio inquietante, pur se finora non collegato dalla Polizia a quanto avvenuto oggi — un 25enne iracheno, Mohammad Al Fahdawi, era stato arrestato con l’accusa di avere legami con Basman Assanad, anch’egli iracheno, arrestato lo scorso gennaio dopo la scoperta, all’interno del campo di Fedasil Jumet, di una bandiera dello Stato Islamico e di video sospetti. A metà luglio erano state condotte, sempre dalla polizia locale, altre indagini nei confronti di un gruppo di dieci rifugiati iracheni giunti da Bagdad e Mosul, sospettati di essere vicini all’Isis. Né i dieci, né la presunta «basista» del gruppo, residente proprio a Charleroi, erano stati però formalmente accusati.
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