Imam de Venesia, veneti e de altri posti - cativi maestri

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Messaggioda Berto » lun mar 07, 2016 2:58 pm

Imam Francia beve piscio cammello in diretta: “L’ha detto Maometto”
marzo 1, 2016
http://voxnews.info/2016/03/01/imam-fra ... etto-video
https://youtu.be/M2ztC7WYVdc

L’imam di Brest, in Francia, tal Rashid Abu Houdeyfa, lo fa perché Maometto disse, secondo chi ne ha riportato i ‘detti’, gli hadith, che fa bene.
Ora, vivesse nelle sue terre sarebbero cavoli suoi, il problema è che vive in Francia e dirige anche la scuola di Al Amana, che offre un corso di studio (5-15 anni) che si sviluppa su 4 livelli: scuola materna, principiante, intermedio, avanzato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer mar 09, 2016 11:59 am

???

La giovane islamica: «Bitonci non parli a sproposito di Islam»

Duro intervento di Hind Talibi, figlia dell'ex imam di via Anelli, sul rapporto tra mondo femminile e musulmani: "Il sindaco si informi prima di parlare" di Alice Ferretti
09 marzo 2016

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... oror-1.jpg

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.13095025

PADOVA. «Signor sindaco prima di parlare di inferiorità della donna nell’Islam, se lo studi ed eviti di parlare a sproposito di ciò che non conosce. Con queste sue dichiarazioni nella giornata internazionale della donna offende la sensibilità di una parte di donne, quelle musulmane». È il duro attacco che arriva da Hind Talibi, 25 anni, musulmana, figlia dell’ex imam di via Anelli.

Dopo aver sentito l’intervista rilasciata dal sindaco leghista Bitonci a una televisione locale, la giovane musulmana racconta di essersi molto risentita nei confronti del primo cittadino, tanto da rivolgersi direttamente a lui con una lettera, che comincia così: «Al mio sindaco che esordisce nella giornata dedicata alle donne con dichiarazioni fuorvianti e discriminatorie verso una fetta di mondo femminile, una fetta del mondo che lui stesso governa, rilasciando un’intervista del tutto stereotipata e priva di fondamenti sulla presunta inferiorità delle donne nell’Islam, dichiarazioni che normalmente ci si aspetta da chi ha poca conoscenza, da chi non ha accesso all’informazione, ma sicuramente non da chi governa una delle città più belle e più ricche,culturalmente parlando, del nostro bel paese». Hind Talibi si aspettava parole diverse da un sindaco: «Parole più serie che denunciassero la situazione attuale, le stragi di donne, la non parità a livello salariale, la situazione precaria di donne che devono rinunciare a sogni e desideri, come quello di essere madri, per “far carriera”. Mi aspettavo parlasse di questo e non che con poca professionalità e poco buon gusto additasse per l’ennesima volta come l’uomo nero un’altra cultura».

E ancora: «Al mio sindaco rispondo che l’Islam ha riconosciuto 1437 anni fa alla donna diritti che nelle nostre modernissime costituzioni sono giunti con l’arrivo del 1900, che la prima università al mondo la fondò una donna musulmana, Fatima Al Fihriya, a Fez tra l’840 e l’860, che il primo teologo dell’Islam nonché poeta ed esperta di medicina fu Aisha Bint Abou Bakr intorno al 600, che mentre noi combattiamo ora
per le quote rosa già sotto il governo di Omar Ibn al Khattab venne nominata una donna come ministro preposto all’economia, Chifaa bint AbdIllah, nel 634. E questi sono soltanto alcuni esempi di quella civiltà islamica che lei si ostina tanto a far apparire come inferiore».

Bitonci fa parte de l'eincoultura tałego-leghista ma l'Ixlam lè ncor pexo, lè l'eincoultura de l'oror e del teror.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Arabia.jpg
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Messaggioda Berto » mer mar 09, 2016 9:44 pm

Imam somalo richiedente asilo: "Ci faremo saltare in aria nella stazione Termini". Arrestato

http://www.secoloditalia.it/2016/03/fac ... had-a-roma

Preparava un attentato a Roma, ma per fortuna – ancora una volta – un accurato lavorato di monitoraggio e prevenzione lo ha battuto sul tempo e arrestato: un imam somalo di 22 anni, richiedente asilo, è finito in manette, e appena in tempo perchè non arrivasse a compiere quanto da lui fin qui progettato. Per gli inquirenti, infatti, l’uomo sarebbe fuggito dalla struttura che lo accoglieva nei pressi di Campobasso, probabilmente per andare a Roma.

Arrestato giovane imam somalo: preparava un attentato a Roma

«Abbiamo un riscontro tecnico preciso circa la possibilità che stesse organizzando un attentato a Roma», ha dichiarato senza timore di essere smentito il Procuratore capo di Campobasso, Armando D’Alterio, spiegando alcuni dettagli dell’operazione della Digos di Campobasso che in queste ore ha fermato in un centro di accoglienza a Campomarino (Campobasso), il giovane Imam somalo. Per questo, quando qualche ora fa gli inquirenti hanno avuto conferma che in giornata il ragazzo sarebbe fuggito dalla struttura che lo accoglieva, probabilmente per andare a Roma, gli agenti della Digos hanno provveduto tempestivamente al fermo.

L’imam somalo: un lupo solitario o un kamikaze in attesa di ordini?

E ora, istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo, è l’accusa mossa nei confronti del cittadino somalo fermato dagli agenti della Digos di Campobasso e sospettato di essere sul punto di compoiere un attentato terroristico nella capitale. Dunque, un immigrato di fede islamica, come ce ne sono tanti. Un profugo richiedente asilo, come ce ne sono tanti, e che ora le indagini accerteranno se sia un cane sciolto pronto ad agire in solitaria, o un miliziano militante mimetizzatosi tra gli immigrati in una struttura d’accoglienza della provincia molisana, e in attesa di ordini da eseguire.

Imam somalo, le frasi: «Cominciamo dalla stazione di Roma»

«Cominciamo dalla stessa Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione», è quanto avrebbe detto l’imam fermato. Una frase agghiacciante e drammaticamente inequivocabile che si legge in un documento illustrato in Questura, riconducibile ad alcune affermazioni pronunciate dal giovane. «La guerra ancora continua – ripete il sospettato – Charlie Ebdo era solo il precedente di quello che sta succedendo adesso». E poi, la conferma finale, affidata a un ultimo, inquietante virgolettato: «C’è una strada più semplice: quella di attrezzarsi e farsi saltare in aria»… Secondo l’accusa, il giovane imam somalo inneggiava all’Isis, ad Al Qaeda e ad Al Shabab, invitando gli altri ospiti del Centro di accoglienza ad azioni violente da realizzare nell’ambito della Jihad. Una azione «intensa e veemente di proselitismo», così l’ha definita il Procuratore capo di Campobasso, Armando D’Alterio, contro l’occidente. Tanto che alcuni si sono allontanati dalla preghiera allarmati dal suo comportamento.

Imam somalo, le indagini che hanno portato al fermo

Poco più di due mesi di indagini serrate, supportate anche da intercettazioni ambientali, hanno consentito agli agenti della Digos di Campobasso di capire la reale portata di quelle parole e delle sue intenzioni. Il giovane Imam fermato in Molise, esaltava anche gli attentati terroristici di Parigi e il martirio, invitando gli altri ospiti del centro di accoglienza ad unirsi alla Jihad e a seguirlo prima a Roma e poi in Siria. Nella sua stanza gli agenti hanno registrato con una telecamera nascosta l’uomo mentre visionava diversi video nei quali erano presentate immagini di attentati, sequestrando anche materiale ritenuto utile alle indagini. Non solo: è stata soprattutto una conversazione intercettata tra due soggetti residenti all’interno del Centro per rifugiati di Campomarino, in cui l’imam veniva definito un «esaltato» pronto a passare alla mobilitazione, a far scattare il fermo nei confronti del ventiduenne somalo. Secondo gli uomini dell’Antiterorrismo e della Digos della Polizia che hanno condotto le indagini, il somalo era un soggetto pericoloso, una figura che in poco tempo aveva avviato un’attività di proselitismo e si era imposta all’interno del centro che lo ospitava con posizioni dominanti e radicali. Agli altri ospiti della strutture l’uomo diceva di appartenere ad Al Shabaab, il movimento terrorista somalo. Nei suoi confronti, sottolineano fonti qualificate, c’erano elementi per ritenere che fosse nella fase della mobilitazione, ma alcun segnale che da qui potesse passare alla fase operativa. Il fermo, però, è scattato anche in considerazione di un altro elemento: al giovane somalo era stato negato lo status di rifugiato e, dunque, di qui a breve avrebbe lasciato la struttura di Campomarino. In considerazione della sua pericolosità, dunque, si è deciso di bloccarlo ed evitare che potesse far perdere le sue tracce. Per fortuna, allora, questa bomba è stata disinnescata prima ancora di essere sganciata.
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Messaggioda Berto » ven mar 25, 2016 8:36 pm

Salman Taseer era un uomo politico pakistano, governatore del Punjab e campione delle lotte per i diritti delle minoranze religiose (a partire da quella più discriminata e bistrattata, ossia i cristiani): nel 2011 una sua guardia del corpo lo aveva assassinato, e costui, dopo un processo, è stato condannato a morte e giustiziato.

L'Imam della Moschea Centrale di Glasgow lo ha apertamente elogiato, come 'vero musulmano', che 'ha fatto quello che andava fatto', paragonandolo addirittura ai 'resistenti antinazisti francesi'.

Non sarebbe il caso di accompagnarlo rapidamente fuori dal Regno Unito?

Abbiamo davvero bisogno che questi fanatici predicatori di odio avvelenino la società occidentale, mettendo di fatto in pericolo anche tanti poveracci di fede islamica che vorrebbero semplicemente sbarcare il lunario in un contesto più libero di quello loro di nascita?

Parliamo del 'parroco' islamico della più grande moschea scozzese, eh...

http://m.heraldscotland.com/news/143834 ... t_assassin
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Messaggioda Berto » ven mar 25, 2016 10:49 pm

Terrorismo, incitava alle stragi marocchino espulso dall’Abruzzo
L’indagine
Milano, 25 marzo 2016

http://www.corriere.it/cronache/16_marz ... 5a08.shtml

Si spacciava per imam ma il suo vero obiettivo era quello di reclutare aspiranti jihadisti. Sotto controllo da tre mesi: inneggiava alle stragi di Parigi e Bruxelles e al super terrorista Salah Abdeslam. Inchiesta partita dal permesso di soggiorno scaduto

Apparentemente era un uomo a modo. Mai problemi sul posti di lavoro. Si spacciava per imam ma il suo vero obiettivo era quello di reclutare aspiranti terroristi sul territorio italiano. A scoprire le vere intenzioni di un marocchino di 35 anni, è stata la polizia di Chieti che giovedì notte, dopo averlo fermato in mattinata, lo ha condotto a Fiumicino per il rimpatrio nel suo Paese. È stato direttamente il ministro dell’Interno Angelino Alfano ad emettere il decreto di espulsione applicando per la prima volta in Abruzzo la norma per la lotta al terrorismo. Come prevede la legge, è stato poi il questore di Chieti, Vincenzo Feltrinelli, a rendere esecutivo il provvedimento, convalidato dal giudice di pace, di accompagnamento coattivo all’aeroporto eseguito dagli uomini dalla Digos. Il marocchino, che la polizia teneva sotto controllo da circa 3 mesi, incitava alla Jihad, alle stragi di Parigi e Bruxelles e al super terrorista Salah Abdeslma.


Spostamenti e telefonate registrati

Lo faceva dal piccolo comune del Chietino di Fara Filiorun Petri, dopo essere stato licenziato da una cooperativa che gestisce il mattatoio comunale di Chieti. I suoi spostamenti, le sue telefonate, sono stati registrati. Ora fanno parte di un fascicolo al momento coperto da segreto di Stato poiché, probabilmente, contiene nomi di altre persone con cui il nordafricano era in contatto. L’inchiesta parte da una denuncia presentata all’ufficio immigrazioni della questura di Chieti sul permesso di soggiorno scaduto al 35enne. Tale permesso si basava su motivi di salute. Successivamente, nonostante fosse scaduto, l’uomo ha continuato a lavorare come clandestino fino a che una sua parente stretta lo ha denunciato alla polizia perché si sarebbe sentita minacciata. È così che gli investigatori scoprono che esiste un secondo permesso di soggiorno, intestato a un tunisino, con evidenti «anomalie», come viene descritto sul decreto di espulsione. Non è escluso che la donna, dopo la sua denuncia, abbia anche chiesto protezione.
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Messaggioda Berto » lun apr 04, 2016 9:47 pm

Predicatore antisemita invitato a parlare alla scuola per Imam in Italia
Emanuel Baroz
3 aprile 2016

http://www.focusonisrael.org/2016/04/03 ... a-per-imam

Invito al predicatore anti Israele. Fontana contro la scuola per Imam
Suwaidan «sgradito» in Belgio e Usa, in maggio sarà a San Giovanni Lupatoto

Verona – «Tutte le madri della nazione islamica, non solo le madri palestinesi, devono allattare i loro bambini con l’odio per i figlio di Sion. Noi li odiamo. Sono i nostri nemici». Di lui, nel novembre del 2014, il primo ministro e quello dell’Interno belga, dissero che «questo predicatore ha inaccettabili credenze antisemite e la sua presenza qui è una minaccia per l’0rdine pubblico» e gli negarono il permesso d’ingresso in Belgio. È stato dichiarato «persona sgradita» in America – dove è stato indagato come finanziatore dei Fratelli Musulmani- e in Gran Bretagna. Ma tra poco più di un mese Tareq Al Suwaidan, scrittore, storico, imprenditore e, soprattutto, predicatore musulmano sarà in Italia. Un «tour», dal 7 al 17 maggio, che lo porterà anche a San Giovanni Lupatoto dove ha la sua sede nazionale l’Associazione Islamica italiana degli Imam e delle Guide religiose.

Una «scuola», nata negli stessi giorni degli attentati di Parigi che «come scopo ha quello di preparare degli Imam che abbiano una formazione occidentale e conoscano le leggi e i fondamenti del Paese nel quale predicheranno, per evitare qualsiasi tipo di estremismo», dissero allora i promotori. Ma tra una lezione sulla Costituzione italiana e una sul Corano, evidentemente c’è spazio anche per un predicatore come Al Suwaidan che, stando alla rivista Forbes, è al secondo posto nel mondo per reddito annuale tra gli oratori islamici. «Divulgatore» con un utile netto da un milione di dollari, il predicatore kuwaitano. Che se odia Israele non è che ami l’Occidente. «Dobbiamo dirgli che stiamo stendendo una mano di pace ora, ma non sarà così a lungo», dichiarò nel Duemila. Ma a quanto pare non disdegna di venirci a far proseliti. E la sua annunciata calata a San Giovanni – oltre che a Como e a Reggio Emilia – non è sfuggita al vicesegretario della Lega Nord nonché eurodeputato Lorenzo Fontana.

«È preoccupante – ha dichiarato – che l’associazione islamica che si occupa della formazione degli Imam, quegli stessi Imam che poi predicheranno in Italia, inviti nel nostro Paese per un ciclo di incontri itinerante di dieci giorni un esponente dei Fratelli Musulmani, personaggio che incita espressamente all’odio e al martirio contro Israele, e per queste posizioni bandito in Belgio e non gradito in altri Paesi». «Preoccupazione» che Mohsen Khochtali, responsabile del dialogo interreligioso della comunità islamica di Verona, rimanda al mittente . Con gli interessi. «Noi non abbiamo invitato Suwaidan per propagandare le sue idee, ma per il suo lavoro di formatore. Non potrà esporre le sua ideologia politica ne se lo farà dal pulpito della nostra moschea saremo i primi a mandarlo via. Da noi viene come “tecnico”, per “formare” e non per esprimersi. Noi non siamo responsabili per quello che ha detto in passato. È gente come Fontana che invece fomenta l’odio razziale con le sue parole populiste, che confonde l’Islam con il terrorismo, quando è chiaro che i terroristi non hanno niente a che fare con la nostra religione e con i milioni di musulmani che vivono in pace e subiscono le loro azioni». Replica di Fontana: «La mia non è assolutamente una questione sull’Islam, ma su questa persona. C’è da chiedersi perché altri Paesi lo hanno dichiarato “sgradito” e in Italia può venire a predicare, soprattutto in un momento particolare come questo…».

Tant’è. Ognuno rimane sulla propria barricata. E il bailamme sulla venuta di Tareq Al Suwaidan è solo all’inizio.

(Fonte: Corriere del Veneto, 2 Aprile 2016)

Nella foto in alto: Tareq Al Suwaidan, il predicatore musulmano noto per le sue tesi antisemite


Via da l'Ouropa sta bruta xente!



Islam in Italia: comandano i Fratelli musulmani
Analisi di Valentina Colombo

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=61912

L’Italia si conferma il porto felice della Fratellanza musulmana in Europa? La risposta è senza dubbio affermativa e non riguarda solo le connessioni delle organizzazioni islamiche attive nel nostro paese, ma anche predicatori controversi che sono già stati banditi in altri paesi del Vecchio continente. Come il caso del recente annuncio, sul profilo Facebook dell’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose con sede a San Giovanni in Lupatoto, del tour italiano del predicatore islamico Tareq Suwaidan e di sua moglie Buthaina Ibrahim, che si svolgerà dal 7 al 17 maggio partendo da Como (Hotel Lomazzo) per proseguire con tre incontri con rispettive comunità (probabilmente una di queste sarà Reggio Emilia).

L’evento è stato condiviso sia da Alleanza Islamica in Italia, l’espressione ufficiale italiana della Fratellanza essendo membro della Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa (FIOE), sia dal Consiglio Islamico di Verona. D’altronde Suwaidan è già stato ospite in Italia di Islamic Relief, ONG legata a duplice mandata alla Fratellanza. Ebbene, non solo Suwaidan è uno dei pochi predicatori che dichiara pubblicamente di appartenere alla Fratellanza, ma ne è anche uno dei più facoltosi e più seguiti con quasi otto milioni di followers su Facebook e Twitter. Tareq Mohammed al-Saleh al-Suwaidan nasce nel 1953 in Kuwait. A diciassette anni si trasferisce negli Stati Uniti dove vive per circa vent’anni. Nel 1975 si laurea in Ingegneria petrolifera alla Pennsylvania State University per poi specializzarsi con un Master (1982) e un dottorato (1990) presso l’Università di Tulsa.

Nel frattempo, a diciannove anni entra nella leadership della Fratellanza di cui sostiene di aver “addestrato” la maggior parte dei leaders in Kuwait e altrove. Dal 1997 al 2001 è stato direttore generale dell’American Creativity Academy dal 1997 al 2001, dal 1992 al 2000 professore presso la facoltà di Tecnologia a Kuwait City. Attualmente al-Suwaidan è il direttore della Gulf Innovation Company for Management and Economical Consultations, direttore dell’International Creativity Company for Production, membro del consiglio di amministrazione dell’Abrar Investment Group in Malaysia e della Al-Salam Holding. Dirige la casa editrice Ebdaa al-Fikri che ha pubblicato non solo le opere di Suwaidan, ma come si vedrà anche quelle di altri controversi predicatori legati alla Fratellanza. Al-Suwaidan e Buthaina Ibrahim hanno tre figli - Muhammad, psichiatra che vive a Toronto, Mohannad e Muayyid che vivono a Boston – e tre figlie - Maysoon, poetessa che vive tra Il Cairo e Boston, Mafaz e Montaha anch’esse residenti a Boston.

Nel 2014 le autorità belghe hanno vietato l’ingresso a Suwaidan, per via delle sue posizioni antisemite, che quindi non ha partecipato come oratore alla Foire Musulmane organizzata dalla Fratellanza belga. Su stessa ammissione di Suwaidan, il predicatore è persona non grata anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Già nell’agosto 2013, era stato licenziato dal ruolo di direttore e membro del direttivo del canale islamico Al Risala di proprietà del principe saudita Walid Bin Talal per avere ammesso di appartenere al ‘movimento terrorista dei Fratelli musulmani’. Nell’ottobre 2013 non gli fu consentito entrare in Arabia Saudita per compiere il piccolo pellegrinaggio e Suwaidan commentò che il divieto era dovuto alla sua posizione critica nei confronti di El Sisi. Nel giugno 2014, l’Arabia Saudita ha messo al bando la vendita dei suoi libri. Quanto alle posizioni antisemite del predicatore kuwaitiano, esiste un’ampia letteratura.

Nel luglio 2014 durante un evento pubblico ha dichiarato: “Il sangue che sacrifichiamo è certamente prezioso, ma l’equazione è la seguente: ‘I nostri morti sono in paradiso mentre i loro sono all’inferno.’ Non abbiamo paura del martirio. Poco fa stavate cantando: ‘la morte per Allah è il nostro desiderio supremo’. Ebbene, la morte che voi desiderate è giunta a voi. Noi non abbiamo problemi con la morte, siamo diversi dagli israeliani. [...] Tutte le madri della umma – non solo quelle palestinesi – dovrebbero allattare i propri figli con l’odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra. [...] Ci sono diversi tipi di jihad. Spero che voi non lasciate questo luogo solo sentendovi meglio, perché avete gridato un po’ e avete cantato qualche slogan. […] No, no. Ciascuno di noi uscendo da questa sala dovrà pensare a un piano su come cancellare Israele”. Nell’ottobre dello stesso anno, nel corso di un evento di raccolta fondi per la Palestina tenutosi a Doha, ha precisato: “Non credo nello scontro di civiltà, anzi credo nell’integrazione delle culture, con una sola eccezione: la nostra battaglia con i figli di Sion. Sono loro che hanno voluto che la nostra lotta contro di loro diventasse uno scontro di civiltà, uno scontro per la sopravvivenza, uno scontro che riguarda la nostra esistenza. Se Allah vorrà, siamo pronti per questo scontro, sino a che lo Stato di Israele, quella anomalia geografica e storica, non sarà cancellato. […] la nostra battaglia con loro richiede il jihad e non semplici sforzi.”

Nel 2000, Suwaidan ad un evento organizzato dall’Islamic Association for Palestine (IAP) a Chicago ha dichiarato che la “Palestina sarà liberata solo con il jihad” perché “nulla può essere conseguito senza il sacrificio del sangue. Gli ebrei verranno finiti dalle nostre mani.” Nel marzo 2006, ovvero dopo la pubblicazione delle vignette su Maometto, Suwaidan interviene a un evento sul dialogo interreligioso a Copenhagen e afferma che "l’occidente ha commesso errori strategici e uno degli errori principali che ha commesso è sottovalutare la forza dell’islam.”

Nel 2011 durante un tour in Australia Suwaidan annuncia il prossimo ritorno del califfato così come inteso dalla Fratellanza: “Per la prima volta in seicento anni, la rinascita islamica è ovunque […] i musulmani stanno ritornando alla loro religione […] abbiamo toccato il fondo nel 1948 e nel 1967 quando abbiamo perso con i nemici di Allah, gli ebrei, che hanno conquistato il cuore dell’islam […] Dopo il 1967 ci siamo risvegliati e per la prima volta i musulmani hanno organizzazioni islamiche in politica, nell’economia, banche islamiche, mezzi di comunicazione islamici […] la marea sta ritornando e un khilafa sul modello del Profeta Maometto.” Interessante notare la traduzione inglese di khilafa fornita da Suwaidan: leadership che è il focus di tutte le sue attività e di quelle della moglie.

Il simbolo della Fratellanza Musulmana: Corano e scimitarre per indicare l'obiettivo e gli strumenti del jihad contro gli "infedeli"

D’altronde, già nel 2009 aveva affermato che “solo sotto il governo dell’islam il mondo ha avuto pace e libertà d’espressione.” Ed è proprio di libertà d’espressione che ha parlato durante una conferenza stampa sulle vignette del Jillands Posten e la reazione del governo danese. Suwaidan è quanto meno ambiguo: “Abbiamo un problema quando voi insultate gli altri. Se insultaste mia madre mi arrabbierei molto, ma voi avete insultato qualcuno che per me è più sacro di mia madre e di me stesso e la motivazione che questo sia avvenuto in nome della libertà di espressione è assolutamente inaccettabile per i musulmani perché abbiamo assistito alla limitazione di questa libertà nella vostra nazione, in Europa e nel mondo occidentale. Avete limitato la libertà d’espressione sull’Olocausto e avete limitato la libertà d’espressione quando si tratta di anti-semitismo.” L’anti-semitismo è uno dei temi ricorrenti nei discorsi del predicatore kuwaitiano, amico tra l’altro del leader di Hamas Khaleed Meshaal.

Suwaidan è anche autore ed editore di una “Enciclopedia illustrata sugli ebrei” di 429 pagine, pubblicata nel 2009 e reperibile facilmente in rete, in cui chiarisce che la battaglia non è solo contro Israele, ma contro tutti gli ebrei che ne giustificano l’esistenza. Nei ringraziamenti che aprono il volume si legge: “Rivolgo in primo luogo il mio ringraziamento ad Allah – Egli è l’Altissimo – che ci ha insegnato, guidato e rammentato la conoscenza del nostro nemico, ci ha avvertiti nei confronti degli ebrei e delle loro macchinazioni. Allah – Egli è il Potente – ha detto: ‘Voi vi accorgerete che i peggiori nemici sono gli ebrei e coloro che associano altri ad Allah’. Per questo motivo prego e mi affido all’Inviato di Allah che ha affrontato la malvagità e la perfidia degli ebrei e fu paziente, sopportò, ma infine fu costretto a combatterli e poi li espulse poiché non aveva altra possibilità.” Le principali ragioni che sottendono all’operazione editoriale sono le seguenti: 1. Studiare il più malvagio nemico della umma, Israele, perché come possiamo affrontare un nemico che non conosciamo? […] 6. Conoscere la grandezza della nostra religione attraverso la conoscenza delle idiozie e delle alterazioni che vi hanno apportato gli ebrei 7. Conoscere le caratteristiche e il modo di agire degli ebrei così come sono stati descritti nel Nobile Corano che ci ha messi sull’avviso 8. Una presa in esame della loro malvagità, della loro perfidia, della loro falsità, della doppiezza che praticano in tutte le nazioni.[…]”

In altre parole: “conosci il nemico per meglio combatterlo”. Se non bastasse la produzione di Suwaidan, viene in soccorso il catalogo della sua casa editrice che include l’ultimo libro di Ratib al-Nabulsi, predicatore siriano casualmente invitato da Islamic Relief Italia in concomitanza a Suwaidan, “Quando arriverà la vittoria dell’islam?”. A pagina 32 del testo, così come ha già ricordato l’ex Fratello musulmano: “Il musulmano è l’arma più forte. Alcuni si dimostrano vinti psicologicamente perché ritengono che nonostante la nostra forza, non potremo mai vincere il nemico. Nella loro mente, il nemico è più forte di noi e ha delle armi che noi non abbiamo. Ma costoro dimenticano che noi abbiamo un’arma che il nemico non ha: l’uomo musulmano, il soldato musulmano, che quando è in battaglia, sceglie solo tra due opzioni: la vittoria o la morte da martire per la causa di Allah. Il soldato musulmano non pensa mai alla sconfitta e non si arrende mai. Anche se il nostro nemico possedesse tutte le armi possibili, non potrà mai sconfiggerci, sinché noi resteremo con Allah e Allah sarà con noi. Se il nemico ha dei caccia, dei missili e altre armi, noi abbiamo l’arma più forte. Noi possediamo il credente che desidera la morte per avere la vita.”

Le idee sul jihad di Nabulsi sono note sin dal 2009. In un sermone del venerdì pubblicato sul suo sito personale, anche in francese e in inglese (http://www.nabulsi.com/fr/art.php?art=12063), si possono leggere le sue opinioni riguardo la cosiddetta “guerra giusta”: “Fratelli, il jihad nell’islam è stato legiferato per stabilire la verità, rifiutare l’ingiustizia, realizzare la giustizia, la pace e la sicurezza e per rafforzare la misericordia con la quale Maometto – su di Lui la pace e la benedizione di Allah – è stato inviato agli uomini del mondo per farli uscire dalle tenebre verso la luce. Questa idea distrugge tutti le tipologie di terrorismo perché il jihad è stata legiferata per difendere la patria e contro l’occupazione dei territori, il saccheggio dei tesori, contro l’occupazione coloniale che caccia le persone dalle proprie dimore, contro coloro che violano le promesse e per seminare discordia tra i musulmani […]”.

Interessante è inoltre la riflessione di al-Nabulsi sul termine terrorismo, in arabo irhab: “l’occidente pratica quella che si può definire l’appropriazione dei termini islamici. Conferisce a questi termini un altro significato e li traduce con nozioni occidentali e questo si traduce in una cattiva interpretazione e alla perdita dei significati che rappresentano il contenuto del pensiero. La parola terrorismo ha un’origine islamica, è una parola coranica il cui obiettivo è il rifiuto dell’aggressione, la guida delle persone sulla retta via e impedire la propagazione della corruzione sulla terra. Allah, Egli è l’Altissimo, ha detto: “Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono” (Cor. II, 190); “Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete raccogliere e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro” (Cor. VIII, 60). Voi dovete dissuaderli dall’attaccarvi e quindi può essere che non dobbiate mai ricorrere a questa arma, ma il fatto di disporre di quest’arma forte, impedisce ai nemici di attaccarvi. […] Quindi il terrorismo deve essere contro il nemico di Allah e dei credenti, contro gli ipocriti che non conoscono la verità. […]”

Il pensiero di Nabulsi non si distanzia molto da quello del suo editore anch’egli promotore della morte sulla via Allah che è condivisa da tutti gli attentatori suicidi. E’ quindi quanto meno strano, ma oserei dire preoccupante, che Suwaidan ritorni nel nostro paese invitato da un’Associazione legata all’Ucoii e che si presenta come istituzione preposta alla formazione degli imam. Dieci giorni sono lunghi e offrono tutto il tempo per organizzare incontri pubblici e privati volti a pianificare strategie future e a diffondere ideologie di conquista con i vari tipi di jihad – della parola, della politica, dell’informatica – e di quella conquista graduale, a partire dal singolo musulmano e dalla famiglia musulmana sino a giungere alla società e allo stato islamico, tanto cara a Hasan al-Banna. E chissà magari ci sarà tempo per fare una visita e scambiare due parole con il grande finanziatore della Fratellanza Youssef Nada che risiede a Campione d’Italia, ovvero a una trentina di chilometri dal primo appuntamento italiano di Suwaidan, a Como.


Pararlo via a pelà entel cul e a sciopetà!
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Messaggioda Berto » gio apr 07, 2016 12:10 pm

BANDITO DALL'ITALIA TAREQ SUWAIDAN, L'IMAM ANTIOCCIDENTALE INVITATO DALL'ASSOCIAZIONE DEGLI IMAM ITALIANI
di Micol Anticoli

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 2549391773

Dopo un'interrogazione parlamentare presentata dall'On. Nicola Molteni (Lega Nord), il Ministro dell'Interno Angelino Alfano ha annunciato che l'Imam Tareq Suwaidan - invitato a Como dall'Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose - non potrà entrare in Italia. Il soggetto, ha spiegato Alfano, è noto alle nostre forze dell'ordine come a tutte quelle dell'area Schengen per la sua vicinanza ai Fratelli Musulmani e per le sue predicazioni antioccidentali e antisemite. "Nel caso l'imam cercasse di varcare i nostri confini - ha spiegato - verrebbe immediatamente respinto" . Le questure e i posti di frontiera sono già stati allertati.

Questo caso quindi è risolto, ma resta l'immenso problema dei predicatori d'odio che si trovano già in Italia e che abitano nelle nostre città, lavorano e crescono i loro figli. Il fatto che abbiano o meno la cittadinanza poco importa, sono fra noi ma predicano contro di noi, dove "noi" sta per "Italiani", "occidentali". Abulkheir Breigheche, per esempio, che preside la suddetta associazione islamica, intervistato il 2 aprile scorso ha affermato che Tareq Suwaidan è “una persona illuminata, aperta, moderata che sa anche criticare il mondo occidentale in modo costruttivo”, aggiungendo che l'imam non ha mai predicato contro gli ebrei, ma si è limitato a criticare Israele. Suwaidan inoltre sarebbe stato invitato in Italia - sempre secondo Breigheche - non come teologo, ma come "media trainer" per insegnare agli imam italiani come si fa un sermone.

A dimostrazione della falsità di queste affermazioni, si è ben spesa Valentina Colombo, Docente di Geopolitica del mondo islamico, che il 31 marzo scorso ha scritto un articolo su La Nuova Bussola Quotidiana nel quale documenta alcuni degli interventi antisemiti e antioccidentali di Tareq Suwaidan, in alcuni passi piuttosto ambiguo anche riguardo al terrorismo islamico in Europa.
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Messaggioda Berto » sab apr 09, 2016 10:19 pm

Se questa è una musulmana moderata
Riccardo Ghezzi

http://www.linformale.eu/2701-2

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... haimaa.png

Non c’era bisogno di prove, ma perlomeno da oggi abbiamo la certezza che in Italia risiedono musulmane moderate che odiano Israele e protestano contro la decisione del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di impedire l’ingresso al predicatore musulmano Tareq Al Swaidan, dalle idee tutt’altro che moderate e decisamente antisemite.
Esistono in rete video, sottotitolati in inglese, di sermoni del predicatore dai contenuti imbarazzanti. Tareq Al Swaidan parla spesso degli ebrei e di Israele, evocandone la distruzione, come in questa occasione

Dopo aver definito “eroi” i terroristi di Hamas, ecco in questo video altre parole di pace
...
Nonostante questo, la sedicente musulmana moderata spesso invitata nei salotti televisivi italiani, Chaimaa Fatihi, si è scagliata contro la decisione di Alfano con parole pesanti e accuse durissime nei confronti di Israele e dei “sionisti”.
Il fatto è grave, perché la giovane modenese non solo è esponente di rilievo dei Giovani Musulmani Italiani, ma viene considerata come una musulmana tollerante e dialogante, quasi filo-occidentale, un perfetto esempio di integrazione ben riuscita. Nonostante non abbia mai condannato apertamente Hamas né preso le distanze dai Fratelli Musulmani. E non lo farà neppure in questa occasione, pur avendo ricevuto sollecitazioni da alcuni commentatori

...

Inutile specificare che lo status della “moderata” Chaimaa ha scatenato i peggiori deliri tra i suoi fans o persone che la seguono, tra cui altri musulmani sicuramente moderati

Laila, che si definisce “una palestinese”, ha risposto ad un utente, David Cohen, reo di avere una bandiera israeliana come immagine del profilo, facendogli sapere che “arabi israeliani” sia un’offesa e che la “bandiera israeliana è sporca e lurida di sangue”. “Non siamo antisemiti perché gli arabi sono semiti” prima dello sproloquio contro gli ebrei che si sentirebbero “eletti” e “di sangue blu”.

Chaimaa, dal canto suo, non sembra avere idee molto diverse
...

I Giovani Musulmani Moderati si trasformano in “resistenti” quando c’è di mezzo Israele. Considerando che l’attivista in questione è ormai una prezzemolina in tv, sarebbe opportuno che il ministro degli interni Angelino Alfano, oltre a vietare l’ingresso a predicatori jihadisti, sappia che certe musulmane italiane perfettamente integrate pubblicano contenuti su facebook che dovrebbero essere almeno segnalati
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Messaggioda Berto » lun mag 02, 2016 10:30 am

ROMA, IMAM: "UCCIDERE PRESIDENTI DI GERMANIA, FRANCIA E ISRAELE E' GIUSTO"
Ieri sera Le Iene hanno mandato in onda un interessante quanto agghiacciante servizio girato in alcune moschee di Roma. fingendosi un fedele musulmano, un giornalista che parla perfettamente arabo si è infiltrato in diversi centri islamici confessando agli imam che il suo coinquilino vuole arruolarsi con l'Isis e che progetterebbe addirittura un attentato a Roma. Guardate con i vostri occhi come hanno risposto alcuni imam...

http://www.iene.mediaset.it/puntate/201 ... 0352.shtml
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Messaggioda Berto » ven lug 08, 2016 9:25 pm

Il cattivo maestro dei terroristi predicava contro di noi
Zakir Naik, il cattivo maestro di due terroristi, nel 2008 e 2009 tenne a Milano e Brescia affollate prediche contro l'Occidente
Fausto Biloslavo - Gio, 07/07/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 80295.html

Uno dei tre cattivi maestri seguiti in rete da almeno due terroristi di Dacca ha tenuto affollati sermoni a Milano e Brescia nel 2008 e 2009. Il controverso predicatore, Zakir Naik, 51 anni, è stato pure invitato a parlare a Roma, nel Centro studi americano, ad un incontro dove ha ribadito che «l'Islam è la soluzione per tutta l'umanità».

Peccato che in un video sermone precedente avesse candidamente spiegato che se «Osama Bin Laden terrorizzava l'America io sto con lui. Ogni musulmano dovrebbe essere un terrorista». Ahmad Rafat, allora vicedirettore dell'agenzia di stampa AdnKronos, invitato per controbatterlo nella conferenza di Roma ricorda che Naik «con un linguaggio abbastanza accettabile per la cultura occidentale portava avanti idee molto integraliste. Ad un certo punto ha cominciato a dire che l'Islam è superiore a tutte le religioni».

Non solo: i video del cattivo maestro girano tutt'oggi fra un gruppo di pachistani fondamentalisti in un centro di accoglienza nel centro Italia, che fino a febbraio li usavano per convincere gli ospiti cristiani a convertirsi, dopo averli maltrattati.

Rohan Imtiaz, uno dei terroristi figli di papà che ha fatto a pezzi 9 italiani a Dacca, ha citato proprio Naik, in un post sulla sua pagina Facebook, sottolineando che «stimola tutti i musulmani ad essere terroristi». Il tagliagole di 22 anni, figlio di un politico di spicco al potere in Bangladesh, non è diventato un killer da un giorno all'altro. Assieme ad un altro membro del commando che ha fatto strage di italiani, Nibras Islam, ha subito il lavaggio di cervello in rete, via social o guardando Peace tv, nome subdolo, del canale di predicazioni di Naik molto seguito in Bangladesh.

«I pachistani mi facevano mangiare come un cane perché un infedele non può sedersi allo stesso tavolo dei devoti musulmani. Poi cercavano di convertirmi facendomi vedere i video sermoni di questo Naik, che sostenevano fosse un messaggero di Allah» spiega al Giornale un giovane ucraino scappato dalla Crimea annessa dai russi. Lui ha ottenuto l'asilo politico. Una trentina di pachistani sono nel centro di prima accoglienza da tempo, in attesa del ricorso sull'asilo che in prima istanza è stato rifiutato. «Minacciavano una donna pachistana cristiana e ferita in un attentato talebano perché non portava il velo. E non avevano alcuna intenzione di integrarsi. Mi dicevano che siamo noi europei a dover cambiare non loro musulmani» racconta la fonte. Nei video sermoni Naik auspica la sharia in tutto il mondo e la condanna a morte per i gay. «I pachistani fondamentalisti del centro sono pericolosi, ma la polizia non è mai venuta a controllali» spiega l'ucraino che adesso ha trovato lavoro.

http://www.ilgiornale.it/video/mondo/qu ... 80262.html

I volontari della guerra santa del Bangladesh, che hanno raggiunto il Califfato in Siria, prima di partire seguivano in rete i sermoni di Naik. I kamikaze dell'11 settembre indiano a Mumbai nel 2008 avevano cd con le prediche del cattivo maestro. Nel 2009, Najibullah Zazi, un immigrato afghano che voleva piazzare una bomba nel centro di New York «amava le video prediche di Naik» secondo gli amici.

Un anno prima il cattivo maestro veniva invitato a parlare ad una conferenza nel Centro studi americano di Roma allora presieduto da Giuliano Amato. Nel tour italiano ha tenuto affollati sermoni ai musulmani di Milano e Brescia parlando in urdu, la lingua pachistana, che sono su YouTube. (Guarda il video qui).

Un anno dopo le prediche in Italia, il Canada e l'Inghilterra gli hanno vietato l'ingresso per «i suoi discorsi che incitano l'odio». Anche la Malesia l'ha messo la bando ed il governo indiano, dopo la strage di Dacca, potrebbe chiudere la fondazione islamica di Naik con sede a Mumbai accusata di ispirare il terrorismo. Prima del viaggio in Italia, Naik sosteneva che «pure un pazzo capirebbe che l'attacco dell'11 settembre è stato progettato da George W. Bush in persona, terrorista numero uno». Sul capo di Al Qaida si è lasciato andare: «Se Osama bin Laden combatte i nemici dell'Islam io sono con lui. Se terrorizza l'America sto con lui. Ogni musulmano dovrebbe essere un terrorista». Grande oratore, intelligente ed ambiguo sostiene che la religione musulmana conquisterà il mondo perché «vuole dire pace». Non a caso lo scorso anno re Salman gli ha consegnato personalmente il premio dell'Arabia Saudita per «il servizio reso alla diffusione dell'Islam».
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