Palestinexi e ixraeliani

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Messaggioda Berto » mer lug 29, 2015 9:19 pm

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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » mer lug 29, 2015 9:26 pm

Il vero volto della palestinese che pianse davanti alla Merkel: "Spero che Israele sparisca"

Intervistata da un quotidiano tedesco, la profuga non appare così innocente: "Quella terra non dovrebbe più essere chiamata Israele, ma piuttosto Palestina"

Sergio Rame - Mer, 29/07/2015

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ver ... 56545.html

Le lacrime di Reem Sahwil hanno fatto il giro del mondo. E tutti si sono schierati al suo fianco e hanno deprecato Angela Merkel per aver parlato con chiarezza alla rifugiata palestinese di soli 14 anni che le aveva chiesto di poter restare più a lungo in Germania.

Ora i tedeschi, che tanto avevano criticato la cancelliera per averle risposto con sincerità ("Non possiamo accogliere tutti"), hanno scoperto che la ragazzina non è poi così innocente.

"La mia speranza è che prima o poi Israele non ci sia più - ha detto in una intervista - e che esista solo la Palestina".

Il giornale Die Welt Am Sonntag ha dedicato una lunga intervista a Reem Sahwil per cavalcare l'ondata emotiva che ha innalzato la 14enne a paladina dei diritti dei rifugiati e la Merkel a carceriera inospitale. Peccato che è bastato ascoltare cosa pensa la giovane palestinese su Israele e più in generale sull'Occidente ha aperto gli occhi a buonisti e progressisti che l'hanno a lungo difesa. Alla domanda su cosa fosse la Palestina, la giovane ha letteralmente spiazzato il giornalista che la stava intervistando: "La mia speranza è che prima o poi Israele non ci sia più, e che esista solo la Palestina.

Quella terra non dovrebbe più essere chiamata Israele, ma piuttosto Palestina". E quando il cronista le ha detto con chiarezza di trovarsi in difficoltà di fronte a quell'affermazione chiaramente antisemita e le ha fatto presente che "la Germania non ammette l'odio verso gli ebrei", Reem Sahwil ha replicato severamente: "Sì, ma qui c'è la libertà di espressione. Qui posso affermare cose del genere e sono pronta a confrontarmi su qualsiasi argomento". E, in conclusione, ha rincarato la dose: "La mia patria è la Palestina, prima o poi mi trasferirò lì".
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » gio lug 30, 2015 9:27 am

Antisemitismo islamico, esiste dai tempi di Maometto
di Valentina Colombo07-06-2014
La strage di Bruxelles

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ant ... o-9404.htm

L’arresto di Mehdi Nemmouche, il francese autore della strage del museo ebraico di Bruxelles, e i legami di costui con la galassia dei jihadisti che dall’Europa si sono recati in Siria conduce irrimediabilmente a una serie di riflessioni. La prima riflessione riguarda le reazioni e le dichiarazioni che hanno fatto seguito all’attentato e che ne hanno individuato l’origine negli ambiti della destra europea o persino nel complottismo ebraico, escludendo in entrambi i casi eventuali legami con l’estremismo islamico.

Non si è fatto attendere, ad esempio, il commento di Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani e voce accreditata come “moderata” e “affidabile” a tutti i livelli delle istituzioni europee. Il 27 maggio Ramadan scriveva su Twitter: “I due turisti colpiti a Bruxelles lavoravano per i servizi segreti israeliani secondo Le Soir. Antisemitismo o manovra diversiva?” L’ipotesi del complotto ebraico-sionista attraverso due ex agenti del Mossad ben si accompagna con altre idee dell’islamologo svizzero che hanno fatto sì che nel 2004 dichiarasse a Silvia Grilli, all’epoca giornalista a Panorama, che uccidere un bimbo israeliano di otto anni perché da grande farà il soldato è “in sé è un atto moralmente condannabile. Ma è contestualmente comprensibile, perché la comunità internazionale ha consegnato i palestinesi agli oppressori”.

Tuttavia la seconda riflessione riguarda, più in generale, l’antisemitismo che permea l’ideologia dell’estremismo islamico che affonda le proprie radici nel testo coranico e nella tradizione islamica. Nell’VIII secolo dopo Cristo il poligrafo arabo al-Jahiz nella celebre Epistola contro i cristiani attribuì gli attacchi coranici nei confronti degli ebrei con la teoria della contiguità: “Il popolo preferisce i Cristiani ai Mazdei e agli Ebrei; è più disposto ad accordare loro amicizia, ha nei loro confronti meno odio, li crede meno infedeli e pensa che il castigo che subiranno nella vita futura sarà meno doloroso […]” perché “[…] in primo luogo gli ebrei si trovavano a Yathrib [l’attuale Medina] e quindi erano vicini ai musulmani. Ebbene, l’odio tra vicini è simile a quello che divide di solito i parenti per la profondità delle radici e la tenacia. L’uomo di fatto può essere ostile solo a chi conosce. La sua ingiustizia si esercita solo nei confronti di chi vede ogni giorno, è rivale solo al proprio simile e conosce bene i difetti di chi frequenta. Si odia e si fugge qualcuno nella misura in cui lo si ama e si è vissuti troppo vicino a lui.”

La storia dell’islam e la Sira, la biografia ufficiale di Maometto, danno ragione a Jahiz. Quando nel 622 il Profeta dell’islam si trasferì a Medina nella città vivevano tre tribù ebraiche, giunte probabilmente prima della distruzione del tempio del 70 d.C.: i Banu Qaynuqa’, i Banu Nadir e i Banu Qurayza. Dapprincipio le tribù ebraiche intrattennero rapporti pacifici con Maometto.

Purtroppo l’idillio si sarebbe ben presto infranto. La Sira, la biografia ufficiale di Maometto, riporta notizia della cosiddetta “Costituzione di Medina” nella quale si legge: “All’ebreo che ci segue sono dovuti aiuto e uguaglianza. […] Nessuna pace separata sarà stipulata quando i credenti combattono sulla via di Dio. Le condizioni devono essere eque per tutti. […] I credenti devono vendicare il sangue degli altri credenti quando versato sulla strada di Dio. […]”

È evidente che il documento preveda rispetto e tutela degli ebrei a condizione di fedeltà e non intromissione. E’ proprio l’accusa di tradimento e di connivenza con i meccani nei confronti delle tribù ebraiche che scatenerà l’ira di Maometto. Nel marzo 624 la battaglia di Badr, grande oasi a 20 km nord ovest di Medina, vede la vittoria miracolosa di Maometto sui meccani. Gli ebrei vengono accusati di essersi alleati in segreto con i meccani avversari di Maometto e i Banu Qaynuqa’ sono costretti all’esilio verso le oasi ebraiche del nord, Khaybar e Fadak, e viene consentito loro di portare con sè solo un cammello per famiglia.

Nel marzo 625 con la battaglia di Uhud, un’altura a nord di Medina, l’esercito di Maometto subisce una sconfitta e i Banu Nadir vengono espulsi dopo essere stati privati dei beni che, non essendo bottino di guerra spettarono a Maometto che li distribuì agli emigrati. Nel Corano si legge: “Il bottino che Allah concesse al Suo Inviato, sugli abitanti delle città, appartiene ad Allah e al Suo Inviato, ai [suoi] familiari, agli orfani, ai poveri e al viandante diseredato, cosicché non sia diviso tra i ricchi fra di voi. Prendete quello che il Messaggero vi dà e astenetevi da quel che vi nega e temete Allah. In verità Allah è severo nel castigo”. ( LIX, 1- 8 )

Nell’aprile 627 con la cosiddetta battaglia del Fossato che può essere definita una “semivittoria” da parte di Maometto, i Banu Qurayza vengono accusati di essere scesi a patti con il nemico meccano. Assediati vennero infine obbligati alla resa incondizionata e alla conversione all’islam. Chiunque non avesse accettato tale condizione sarebbe stato sottoposto alla pena capitale. Ebbene, solo quattro ebrei si convertirono, e la tradizione islamica narra che tra 600 e 900 uomini vennero decapitati per ordine di Maometto mentre le donne e i bambini vennero ridotti in schiavitù. L’accaduto viene ricordato anche dal testo coranico: “Ha fatto uscire dalle loro fortezze coloro, fra la gente del Libro, che avevano spalleggiato i coalizzati ed ha messo il panico nei loro cuori. Ne uccideste una parte e un'altra parte la faceste prigioniera. Vi ha dato in eredità la loro terra, le loro dimore e i loro beni e anche una terra che mai avevate calpestato. Allah è Onnipotente” (XXXIII, 26).

Ebbene, Tariq Ramadan nella sua biografia di Maometto Sulle orme del Profeta descrive il massacro dei Banu Qurayza come una “duplice vittoria” e sottolinea che “il destino riservato agli uomini dei Banu Qurayza rappresentò un forte messaggio per tutte le tribù limitrofe rammentando che ogni tradimento e ogni aggressione sarebbe stata severamente punita” (Tariq Ramadan, On the Footsteps of the Prophet, Oxford University Press, New York 2007, p. 156).

Nel X secolo il celebre teologo andaluso Ibn Hazm nel suo trattato di eresiografia Kitab al-milal wa-al-nihal ricorda altresì l’accusa di alterazione dei testi religiosi che l’islam rivolge sia a ebrei che cristiani: “I musulmani hanno precisato che entrambe le umma hanno apportato modifiche e alterato le scritture (tahrif). Gesù era convinto di ciò che aveva rivelato Mosé ed entrambi avevano dato la buona novella della venuta del nostro Profeta Maometto, profeta della misericordia” (I, pag. 249). Non solo, ma lo stesso autore nella Risala fi radd ‘ala Ibn al-Naghrila al-Yahudi, una replica all’ebreo Ibn Naghrila, si rivolge a quest’ultimo definendolo “ignorante sfacciato al quale l’ignoranza ha accecato e distrutto il discernimento”, “folle”, “un avvinazzato” dalle “viscere liquefatte dall’odio che porta al Profeta.” Quello che potrebbe apparire come un attacco ad personam si conclude invece come un attacco agli ebrei in senso lato “spero fermamente e ho molte speranze che Dio sarà severo contro coloro che si avvicinano agli ebrei, che li circondano, che ne fanno amici intimi e familiari, e non esercitano rigore nei loro confronti.”

A partire dal 1948, con la nascita dello Stato di Israele, l’odio nei confronti degli ebrei di matrice coranica va gradualmente ad assommarsi e a giustificare l’anti-sionismo confondendo i livelli religioso e politico. Va comunque ricordato che inizialmente sia la polemica negazionista sia l’ideologia anti-semita vengono relegate ai margini del dibattito.

A dimostrazione di quanto affermato vanno le parole del politico iracheno Muhammad Fadhil Jamali (1903-1997) che alla Conferenza di Londra, pur essendo un acerrimo antisionista, ebbe modo di dichiarare quanto a segue: “Dobbiamo separare, totalmente e una volta per tutte, la questione ebraica mondiale da quella della Palestina. La questione ebraica deve essere trattata dall’Europa, poiché l’Europa ha bisogno di costruttori che possano riparare alla distruzione attuata dai nazisti. Non possiamo sostenere di avere vinto la guerra se il nazismo non verrà sradicato dall’Europa e continuerà a privare i cittadini europei di religione ebraica dal godimento dei pieni diritti civili e religiosi.” Non solo, ma al-Jamali espresse tutto il rispetto e l’affetto nei confronti della comunità ebraica irachena: “In Iraq vivono circa 120.000 ebrei. Per secoli gli ebrei hanno vissuto con i musulmani e i cristiani in perfetta pace e armonia in Iraq.”

Siffatto atteggiamento scompare con la nascita dell’islam politico e soprattutto con il movimento dei Fratelli musulmani nel 1928. In questo contesto motivazioni religiose e politiche si intersecano costituendo una miscela esplosiva. Ad esempio all’art. 7 dello Statuto di Hamas si legge: “Benché gli anelli siano distanti l’uno dall’altro, e molti ostacoli siano stati posti di fronte ai combattenti da coloro che si muovono agli ordini del sionismo così da rendere talora impossibile il perseguimento del jihad, il Movimento di Resistenza Islamico ha sempre cercato di corrispondere alle promesse di Allah, senza chiedersi quanto tempo ci sarebbe voluto. Il Profeta – le preghiere e la pace di Allah siano con Lui – dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei” (citato da al-Bukhari e da Muslim).

Nel 2005 l’allora Guida Suprema dei Fratelli musulmani Mahdi Akef denunciava il “mito dell’Olocausto” difendendo le posizioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Nel 2007 la politologa e attivista di origine yemenita Elham Manea denuncia il sito Awladuna (“I nostri figli”), legato al movimento dei Fratelli Musulmani. Nell’articolo “L’odio nei confronti degli ebrei” denuncia altresì il doppio linguaggio dei Fratelli musulmani, anche quando si tratta di ebrei: “All’inizio non ci credevo, allora ho deciso di verificare con i miei occhi. La notizia, che avevo letto in una e-mail, era che il sito Awladuna dedicato ai bambini del movimento dei Fratelli musulmani egiziani aveva riservato alcune pagine per instillare l’odio nei confronti degli ebrei nei cuori dei ragazzi. Non ci credevo perché i Fratelli musulmani continuano a ripetere che non odiano nessuno e che secondo la loro interpretazione la religione islamica è una religione di pace, che non hanno alcun problema né con gli ebrei né con la religione ebraica, bensì con lo Stato di Israele e le sue azioni repressive contro il popolo palestinese.” La Manea riporta quindi alcune frasi contenute nel sito alla voce “Lo sai?”: “Lo sai che gli ebrei hanno ucciso 25 profeti di Dio, che la loro nera storia è colma di omicidi e malvagità? Lo sai che gli ebrei assassini hanno ingiuriato e oltraggiato il nostro Signore, Eccelso e Potente? Lo sai che gli ebrei hanno tentato di uccidere il nostro amato Inviato? […] Lo sai che gli ebrei istigano tutto il mondo contro l’islam e i musulmani con la scusa di combattere il terrorismo? […]”.

La riflessione della Manea riconduce ai fatti di Bruxelles. Se è vero che l’autore della strage è da ricondurre al jihadismo europeo in Siria, è pur vero che la maggior parte delle moschee in Europa sono gestite dai Fratelli musulmani. Quindi gli apparati di sicurezza farebbero bene ad andare oltre la punta dell’iceberg del jihadismo conclamato per occuparsi del doppio linguaggio di chi apparentemente è “moderato”, ma che in nome della storia delle origini dell’islam e di una ideologia antisemita e antisionista individua in ogni ebreo un nemico da odiare e in ultima istanza da eliminare.
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » gio ago 13, 2015 7:43 pm

Perché gli ebrei sono cosi’ potenti e i musulmani cosi’ impotenti?

aprile 26, 2012 di Paolo

https://myamazighen.wordpress.com/2012/ ... -impotenti

Concordo con l’interessante e lucida l’analisi (non di parte essendo l’autore musulmano) proposta dal direttore pakistano del Centro per la Ricerca e gli Studi sulla Sicurezza, creato nel 2007. L’autore è il Dr Farrukh Saleem, giornalista indipendente a Islamabad.

Ci sono solamente 14 milioni di ebrei nel mondo, di cui sette milioni negli Stati Uniti d’America, cinque milioni in Asia, due milioni in Europa e 100.000 in Africa.
Per ogni ebreo nel mondo ci sono 100 musulmani. Ma gli ebrei sono cento volte più potenti che tutti i musulmani riuniti. Vi siete mai chiesti perchè?

Gesù è nato ebreo, Albert Einsten è lo scienziato più influente di tutti i tempi, e la rivista Time ha designato “persona del secolo” Sigmund Freud, padre della psicanalisi che era ebreo. Stesso discorso per Karl Marx, Samuelson Paul e Milton Fridman.

Ecco altri ebrei, la cui produzione intellettuale ha arricchito tutta l’umanità. Benjamin Rubin ha donato al mondo l’ago da siringa per le vaccinazioni, Jonas Salk ha messo a punto il primo vaccino antipoliomelitico mentre Sabin ha sviluppato e migliorato lo stesso vaccino, Gertrude Elion ha creato una medicina contro la leucemia, Baruch Blumberg il vaccino contro l’epatite B, Paul Ehrlich ha scoperto un trattamento contro la sifilide, Elie Metchnikoff ha vinto un premio Nobel per la sua ricerca contro le malattie infettive mentre Andrew Schally ha vinto un Nobel per l’endocrinologia.
E poi ancora Gregory Pincus, che ha sviluppato la prima pillola contraccetiva, Aaron Bech che ha fondato la terapia Cognitiva e Willem Kolff inventore della prima macchina per la dialisi renale. Nel corso degli ultimi 150 anni, gli ebrei hanno vinto 180 premi Nobel mentre soltanto 3 di questi premi sono stati vinti da musulmani. I più importanti magnati della finanza mondiale sono ebrei. Senza contare Ralph Lauren (Polo), Levi Strauss (Levi’s), Howard Schultz (Starbuck’s), Sergey Brin (Google), Michael Dell (Dell Computers), Larry Ellison (Oracle), Donna Karan (DKNY), Robbins Irv (Baskin & Roobings). Richard Levin, presidente dell’Università di Yale, era ebreo. Cosi’ come Henry Kissinger, al pari di Alan Greenspan (Presidente della Banca Federale sotto Regan, Bush, Clinton e Bush jr), Joseph Lieberman, senatore USA e Madeline Albright, anziana segretaria di Stato americana.
Quale è stato il filantropo più generoso nella storia del mondo?
George Soros, un ebreo, che ha donato oltre 4 miliardi di dollari per l’aiuto nella ricerca scientifica e delle università; il secondo dopo Soros è Walter Annenberg, un altro ebreo, che ha costruito un centinaio di biblioteche donando circa 2 miliardi di dollari. Ai Giochi Olimpici, Mark Spitz stabilì un record assoluto vincendo sette medaglie d’oro mentre Lenny Krayzelburd è medaglia d’oro olimpica a tre riprese. Spitz, Krayzelburg e Boris Beker sono ebrei. Sapete che Harrison Ford, George Burns, Tony Curtis, Charles Bronson, Sandra Bullok, Barbra Streisand, Billy Kristal, Woody Allen, Paul Newman, Peter Selles, Dustin Hoffman, Michael Douglas, Ben Kingsley, Kirk Douglas, William Shatner, Jerry Lewis e Peter Falk sono tutti ebrei?

Allora, perchè gli ebrei sono cosi’ potenti?
Risposta: L’educazione. Washington è la capitale che conta e a Washington la lobby che conta è l’American Israel Public Affairs Commintee (AIPAC). William James Sidis, con un QI di 250 su 300 è il più brillante uomo che esista; indovinate a quale religione appartiene?
Allora, perchè gli ebrei sono così potenti?
Risposta : L’educazione.

Perchè i musulmani sono così impotenti ? Si stima che vivano sul globo 1.476.233,470 di musulmani : un miliardo in Asia, 400 milioni in Africa, 44 milioni in Europa e sei milioni in America. Un quinto del genere umano è musulmano. Per ogni hindou ci sono due musulmani, per ogni buddista ci sono due musulmani, e per ogni ebreo ci sono cento musulmani.

Mai ci si è mai chiesto perchè i musulmani sono cosi’ impotenti? Ecco perchè: ci sono 57 paesi membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), e in tutti gli stati membri esistono 500 università: una università per tre milioni di musulmani. Gli Stati Uniti hanno 5.758 università (1 per 57.000 americani). Nel 2004, la Shanghai Jiao Tong University ha comparato le performances delle università nel mondo e curiosamente, neanche una università di un paese islamico si trova nella top 500. Secondo i dati raccolti dal PNUD, l’alfabetizzazione nel mondo cristiano è pari al 90% e i 15 Stati a maggioranza cristiana raggiungono il 100%. Uno stato a maggioranza musulmana ha una media di alfabetizzazione intorno al 40% e non esiste un solo stato musulmano con un tasso di alfabetizzazione pari al 100%. Qualcosa come il 98% degli alfabetizzati nel mondo cristiano finisce le scuole primarie, mentre meno del 50% degli alfabetizzati nel mondo musulmano fanno la stessa cosa. Perchè i musulmani sono impotenti? Perchè noi non sappiamo produrre e applicare un sapere musulmano. I paesi a maggioranza musulmana hanno 230 scienziati per un milione di musulmani. Negli Stati Uniti sono 4.000 scienziati per milione e in Giappone 5.000 per un milione d’abitanti. Nel mondo arabo, il numero totale dei ricercatori a tempo pieno è di 35.000 e ci sono solo 50 tecnici per un milione di arabi. Inoltre, il mondo arabo dispensa lo 0,2 per cento del suo PIL alla ricerca e allo sviluppo mentre in tutto il mondo cristiano si consacra all’incirca il 5% del PIL. Conclusione: il mondo musulmano non ha la capacità di produrre conoscenza. I quotidiani per 1.000 abitanti e il numero dei titoli di libri per milioni sono due indicatori per sapere se la conoscenza è diffusa in una società. In Pakistan, esistono 23 quotidiani per 1.000 pakistani mentre la stessa ratio è di 360 a Singapore. Nel Regno Unito, il numero di libri pubblicati per milioni di abitanti si eleva a 2.000 mentre si attesta a 20 in Egitto!. Conclusione: il mondo musulmano non si preoccupa di diffondere il sapere. Le esportazioni di prodotti di alta tecnologia del Pakistan si attesta all’1% del totale delle sue esportazioni. Dati tragici per l’Arabia Saudita, il Kuweit, il Marocco e l’Algeria (tutti a 0,3%) mentre Singapore è al 58%. Perchè dunque i musulmani sono impotenti? Perchè noi non siamo in grado di produrre conoscenza, diffondere il sapere e incapaci di trovare delle applicazioni alle nostre conoscenze. E l’avvenire appartiene alle società del sapere. Fatto interessante, il PIL annuale di tutti i paesi dell’OCI è meno di 2 mila miliardi di dollari. L’America, da sola, produce beni e servizi per un valore di 12 mila miliardi di dollari, la Cina 8 miliardi di dollari, il Giappone oltre 3,8 miliardi e la Germania 2,4 miliardi di dollari (a parità di potere d’acquisto). I paesi ricchi di petrolio come l’Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar collettivamente producono dei beni e servizi (con il petrolio in primis) per un valore di 500 miliardi di dollari, mentre la cattolica Spagna produce beni e servizi per un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari, la Pologna (cattolica anch’essa) di 489 miliardi di dollari e la buddista Thailandia 545 miliardi di $. La parte musulmana del PIL, in percentuale al PIL mondiale, si è abbassata rapidamente. Allora, perchè i musulmani sono cosi’ impotenti? Risposta: la mancanza di educazione. Tutto quello che noi facciamo è pregare Dio tutta la giornata e biasimare tutto il mondo per i nostri fallimenti multipli.
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » ven ago 21, 2015 8:49 pm

AL ROTOTOM DI VALENCIA, IL PIÙ GRANDE FESTIVAL REGGAE D’EUROPA, L’EBREO AMERICANO MATISYAHU NON POTRÀ SUONARE – È UNA PIPPA ALLE TASTIERE? NO, SI È RIFIUTATO DI REGISTRARE UN VIDEO IN CUI PROCLAMA CHE I PALESTINESI HANNO DIRITTO A UNO STATO INDIPENDENTE

A protestare contro la sua presenza alcune organizzazioni anti-sioniste della Spagna e il partito che esprime il sindaco di Valencia. L’organizzatore del festival, l’italiano Filippo Giunta, ha pensato di uscirne chiedendo a Matisyahu di fare una dichiarazione. Ma il musicista si è rifiutato…

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 107092.htm

19 ago 2015 15:03

Francesco Olivo per “la Stampa”

Per poter esibirsi al Rototom, il festival reggae più importante d' Europa, può non bastare esserne invitati. Al cantante americano Matisyahu è stato chiesto (preventivamente) qualcosa in più: una dichiarazione a favore della creazione di uno Stato di Palestina.

Matisyahu è un ebreo di New York, proviene da una famiglia molto religiosa e nel passato si è dichiarato a favore della politica di Israele. Fatti inaccettabili per alcune organizzazioni antisioniste della zona di Valencia, in testa la Bds (alla guida del boicottaggio contro lo Stato ebraico), che ha protestato con vigore contro la presenza del musicista, minacciando proteste clamorose nel giorno del concerto. La petizione partita dai social network ha trovato adesioni anche tra altri artisti, pronti a disertare la rassegna pur di non dover dividere la scena con il collega ebreo.

Appoggio politico anche da Compromís, il partito che esprime il sindaco di Valencia.

Per uscire dalla tenaglia, il Rototom invia una lettera al cantante chiedendo «una dichiarazione scritta o video nella quale si esprima in modo chiaro che i palestinesi hanno diritto a uno Stato e di essere a favore della pace tra il popolo israeliano e quello palestinese». Matisyahu rifiuta di sottoporsi al questionario e il concerto viene cancellato, sostituito dall' esibizione di una cantante giamaicana. Sulla sua pagina Facebook l' artista americano risponde agli organizzatori con la domanda: «Avete chiesto dichiarazioni politiche ad altri artisti invitati?»

Se gli antisionisti festeggiano («Lacrime di felicità», scrivono sui social), la polemica scoppia durissima e arriva fino agli Stati Uniti. Il Congresso ebraico mondiale parla di antisemitismo: «Un artista ha diritto alle proprie opinioni». Solidarietà a Matisyahu anche dalla Regione di Valencia.

«È una sconfitta di tutti - dice il fondatore del Rototom, l' italiano Filippo Giunta - ci siamo trovati tra due estremismi. Da una parte un'associazione, che con toni e ragionamenti violenti incitava al boicottaggio contro di noi. E dall' altra un artista che, davanti alla nostra legittima domanda di condanna della guerra, non ha risposto».

A quel punto - continua Giunta - la decisione di annullare «un concerto che avrebbe generato un conflitto certo. Non abbiamo detto no a Matisyahu in quanto ebreo o sionista».

Non c' è pace per il Rototom , da più di vent' anni il più grande evento del movimento reggae in Europa. La storia nasce in Friuli Venezia Giulia nel 1994, ma il successo è sempre stato accompagnato dall' ostilità più o meno esplicita di politici e autorità locali. Perquisizioni, controlli, divieti: Giunta fugge nel 2011 da «una persecuzione», come dice lui, e porta la sua creatura a Benicàssim, nella regione di Valencia, in Spagna, un luogo più tollerante verso il popolo reggae. Poi, però, la politica invade di nuovo i cancelli della musica.


Quelli del Rototom ci ripensano e invitano di nuovo il cantante ebreo Matisyahu
L'artista si era rifiutato di appoggiare pubblicamente la creazione di uno stato di Palestina. Dopo essere stato cacciato, ora gli organizzaztori del festival si scusano: "Messi sotto pressione del movimento per il boicottaggio di Israele"
di Redazione | 21 Agosto 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/08/2 ... e_c373.htm

"Scusate, ci siamo sbagliati". Così gli organizzatori del Rototom Sunsplash Reggae Festival di Valencia hanno fatto marcia indietro e invitato nuovamente il cantante ebreo americano Matisyahu. L'artista era stato chiamato a partecipare al festival in un primo momento, per poi essere boicottato perché si era rifiutato di rilasciare una dichiarazione ufficiale in favore della creazione di uno stato di Palestina. Il cantante nei suoi testi non fa mai riferimento a questioni politiche e aveva deciso di rimanere lontano da qualunque strumentalizzazione della sua immagine e della sua musica.

Nel tentativo di placare le accuse di antisemitismo emerse nei giorni scorsi, i responsabili di quella che rappresenta una delle kermesse musicali più famose d'Europa hanno detto di aver subito delle pressioni, anche delle "minacce", da parte del movimento di boicottaggio di Israele di Valencia. Pressioni che hanno indotto gli organizzatori a ritirare l'invito in un primo momento e, si sono giustificati, "a non ragionare chiaramente su come gestire la situazione".

In questi giorni, Matisyahu sta completando un tour europeo e la sua decisione se accettare o meno il nuovo invito non è ancora nota. Nel frattempo però molte istituzioni hanno protestato contro la decisione del Rototom, che sul suo sito internet si propone di promuovere il dialogo come strumento per la risoluzione dei conflitti. L'ambasciatore israeliano in Spagna ha sottolineato come gli organizzatori abbiano finalmente deciso di invitare nuovamente Matisyahu solo dopo che le accuse di antisemitismo avevano sollevato le proteste di buona parte dell'opinione pubblica spagnola. "Non se l'aspettavano", ha detto Hamutal Rogel. Anche un quotidiano di sinistra come El Pais ha definito "inaccettabile discriminazione" la decisione di allontanare Matisyahu. Stessa reazione indignata del ministero degli Esteri di Madrid, costretto a rilasciare una dichiarazione ufficiale di condanna e, dice il Jerusalem Post, a incassare anche le proteste dell'ambasciata statunitense in Spagna.
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 9:13 am

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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 9:13 am

Basta finansiar el terorixmo arabo ixlamego pałestinexe antiebreo
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 9:14 am

Iresponsabiłi defensori de l'Ixlam połedego rełijoxo
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5707131160

Criminałi e iresponsabiłi defensori de l'Ixlam come fede o dotrina e ideołoja połedego rełijoxa
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 9:15 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Palestinexi e ixraeliani

Messaggioda Berto » dom ago 14, 2016 9:16 am

Rasixmo e rasisti contro łi ebrei e Ixrael e i crimini de l'ONU
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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