Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 9:56 pm

Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran
viewtopic.php?f=188&t=1460

???
http://it.wikipedia.org/wiki/Shari%27a
Shariʿah (in arabo: شريعة, sharīʿa) è un termine arabo dal senso generale di "legge" (letteralmente "strada battuta"), che può essere interpretata sotto due sfere, una più metafisica e una più pragmatica. Nel significato metafisico, la sharīʿah è la Legge di Dio e, in quanto tale, rimane sconosciuta agli uomini. In chiave pragmatica, il fiqh, la scienza giurisprudenziale islamica interpretata secondo la legge sacra, rappresenta lo sforzo concreto esercitato per identificare la Legge di Dio; in tal senso, la letteratura legale prodotta dai giuristi (faqīh, plurale: fuqahāʾ) costituisce opera di fiqh, non di sharīʿa. Va sottolineato il tentativo, praticato in alcuni paesi a maggioranza islamica (Iran e Arabia Saudita), di intendere la shari'a come codice di leggi non comportamentali o consuetudinarie, ma come norme di diritto positivo. La stessa shari'a distingue peraltro le norme riguardanti il culto e gli obblighi rituali da quelle di natura più giuridica.
???

http://fr.wikipedia.org/wiki/Charia
http://en.wikipedia.org/wiki/Sharia
http://de.wikipedia.org/wiki/Scharia

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... a_rule.png
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Re: Sharia o lej xlamega par Maometo e el Coran

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 9:57 pm

La Cour européenne des droits de l'homme, dans un arrêt du 31 juillet 2001 Refah Partisi c. Turquie, fait observer l’incompatibilité du régime démocratique avec les règles de la charia.

http://fr.wikipedia.org/wiki/Charia

La Cour européenne des droits de l'homme, dans un arrêt du 31 juillet 2001 Refah Partisi c. Turquie, fait observer l’incompatibilité du régime démocratique avec les règles de la charia.
« À l’instar de la Cour constitutionnelle, la Cour reconnaît que la charia, reflétant fidèlement les dogmes et les règles divines édictées par la religion, présente un caractère stable et invariable. Lui sont étrangers des principes tels que le pluralisme dans la participation politique ou l’évolution incessante des libertés publiques. La Cour relève que, lues conjointement, les déclarations en question qui contiennent des références explicites à l’instauration de la charia sont difficilement compatibles avec les principes fondamentaux de la démocratie, tels qu’ils résultent de la Convention, comprise comme un tout. Il est difficile à la fois de se déclarer respectueux de la démocratie et des droits de l’Homme, et de soutenir un régime fondé sur la charia, qui se démarque nettement des valeurs de la Convention, notamment eu égard à ses règles de droit pénal et de procédure pénale, à la place qu’il réserve aux femmes dans l’ordre juridique, et à son intervention dans tous les domaines de la vie privée et publique conformément aux normes religieuses. »
Le Docteur Suliman ibn Abdal Rahman Al-Hukail soutient dans un de ses ouvrages, malgré l'arrêt de la Cour européenne des droits de l'Homme, que l'islam est compatible avec les droits de l'Homme. Il y traite de la Déclaration des droits de l'homme en islam, laquelle se réfère en définitive à la charia dans son article 22 al.b, ratifié par 57 États musulmans, compare cette déclaration avec la Déclaration universelle des droits de l'homme et explique les principes fondateurs du droit musulman. Al-Hukail précise au chapitre 5 qu'il existe huit pénalités considérées comme étant fixes en droit musulman en dehors desquelles les juristes ont le moyen incontestable d'innover. Cependant Al-Hukail reste inflexible sur la possibilité d'un moratoire sur les sept peines considérées fixes (hudûd) et, dans un style fort apologétique, affirme qu'elles seraient compatibles avec les droits de l'Homme.
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Re: Sharia o lej xlamega par Maometo e el Coran

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 9:57 pm

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Allam.jpg


La sharia islamica è ANTICOSTITUZIONALE, non si può insegnare a scuola che islam sia uguale a bontà.
Cristiano Magdi Allam

I 99 nomi di Allah

Chiariamo innanzitutto che Allah non è il nome arabo che corrisponde al Dio unico dell’ebraismo e al Dio Uno e Trino del cristianesimo.
Allah era uno dei 360 idoli pagani preesistenti all’islam che Maometto ha monopolizzato, scegliendolo come unico dio da adorare ed escludendo gli altri 359 idoli, e ha personalizzato sostenendo che Allah rivelava solo a lui ciò che gli altri comuni mortali dovevano fare o non fare.

Chiariamo che Maometto non è stato un sant’uomo ma un predone del deserto, che negli ultimi dieci anni della sua vita, tra il 622 e il 632, fece un centinaio di razzie e guerre, a cui lui personalmente partecipò e in cui combatté, uccise, sgozzò e decapitò i suoi nemici, e fu particolarmente feroce con gli ebrei.
Chiariamo che i 99 nomi di Allah fanno emergere l’immagine di un dio violento e arbitrario.
Allah è “colui che costringe al suo volere”, “colui che umilia”, “colui che da la morte”, “colui che fa retrocedere”, “il vendicatore”, “colui che impedisce”, “il creatore del danno”.

Chiariamo che non c’è assolutamente nulla in comune tra il “Dio Padre” del cristianesimo, amorevole con i suoi figli, e l’Allah islamico, che è “Clemente è Misericordioso” solo con i “credenti”, che nel Corano sono solo i musulmani, mentre è vendicativo e violento con i “miscredenti”, che sono tutti i non musulmani, a partire dagli ebrei e i cristiani.

Chiariamo che non c’è assolutamente nulla in comune tra Allah e Gesù, che è il Figlio di Dio per i cristiani, mentre per l’islam è un semplice profeta che condanna il cristianesimo di miscredenza per la fede nella Trinità, che viene considerato inferiore a Maometto, che preannuncia l’avvento di Maometto quale Sigillo della Profezia.
Chiariamo infine che l’islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano perché non ottempera alle due condizioni richieste dall’articolo 8 della nostra Costituzione, non avendo stipulato una Intesa con lo Stato e, soprattutto, essendo la “sharia”, la legge islamica, del tutto incompatibile con le nostre leggi laiche sui temi cruciali del rispetto della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta individuale compresa la libertà religiosa.




http://www.corano.it/corano_testo/8.htm

Sura VIII
Al-'Anfâl
(Il Bottino)
Post-Eg. n°88 a parte i versetti 30-36 che sono pre-Eg.
Di 75 versettl il nome della sura deriva dal versetto 1
Questa sura fu rivelata dopo la battaglia di Badr, XVII giorno del mese di Ramadan, secondo anno dall'Egira.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
13. E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero”. Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero...!
14. Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!
15. O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle.
16. Chi in quel giorno volgerà loro le spalle - eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo - incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l'Inferno. Qual triste rifugio!
17. Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava*, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce.
...
39. Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono... ebbene, Allah ben osserva quello che fanno.
40. E se volgono le spalle, sappiate che Allah è il vostro Patrono. Quale miglior patrono, quale miglior soccorritore.
41. Sappiate che del bottino che conquisterete, un quinto appartiene ad Allah e al Suo Messaggero, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti, se credete in Allah e in quello che abbiamo fatto scendere sul Nostro schiavo, nel giorno del Discrimine*, il giorno in cui le due schiere si incontrarono. Allah è onnipotente.
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Re: Sharia o lej xlamega par Maometo e el Coran

Messaggioda Berto » dom mar 15, 2015 10:18 pm

Nuova strage di cristiani. Ancora attentati terroristici suicidi islamici contro due chiese a Lahore in Pakistan: almeno 15 morti e una sessantina di feriti gravi. C'erano circa 2 mila fedeli raccolti in preghiera per la messa domenicale nelle due chiese, una cattolica e l'altra protestante.

https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam?fref=ts

Nuova strage di cristiani. Ancora attentati terroristici suicidi islamici contro due chiese a Lahore in Pakistan: almeno 15 morti e una sessantina di feriti gravi. C'erano circa 2 mila fedeli raccolti in preghiera per la messa domenicale nelle due chiese, una cattolica e l'altra protestante.

Il Papa ha condanna la strage ma ha omesso di dire che i terroristi suicidi che hanno perpetrato la strage sono islamici. Queste le parole di Papa Francesco: "Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie, chiedo dal Signore, imploro dal Signore, il dono della pace e la concordia per quel Paese, e che questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nasconderla finisca, e ci sia la pace. Con dolore, con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici contro due chiese cristiane a Lahore in Pakistan, che hanno provocato morti e feriti, sono chiese cristiane, i cristiani sono perseguitati, i nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani".

Dai canto loro, senza giri di parole e senza alcuna omissione, I terroristi islamici di Jamaat ul Ahrar (JuA), filo-Al Qaeda, hanno rivendicato i due attentati. Un loro portavoce di Jua, Ihsanullah Ihsan, via email ha detto che tali attacchi continueranno "fino a quando la sharia non sarà imposta nel Paese".

I terroristi islamici si sentono pienamente legittimati nel perpetrare le stragi di cristiani ed ebrei perché è Allah stesso che glielo ordina bel Corano:

''Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati. (9,29)

Dicono i giudei: "Esdra e’ figlio di Allah"; e i cristiani dicono: "Il Messia e’ figlio di Allah". Questo e’ ciò che esce dalle loro bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!''
(Sura 9:29-30).

"La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso" (Sura 5;33).

“Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa e’ la ricompensa dei miscredenti”
(Sura 2:191)

Fino a quando continueremo a far finta di non sapere che la radice del male è l'‪#‎islam‬ stesso ed è ‪#‎Allah‬ che legittima l'odio, la violenza e la morte nel ‪#‎Corano‬?



Ixlam (creistianfobia)
viewtopic.php?f=181&t=1356


In Pakistan e non solo lì - 150 milioni di cristiani perseguitati nel mondo. I “nazareni” bruciati vivi

Il gran rabbino di Francia: “Sono i nuovi ebrei”. Le ong denunciano: “Muoiono cinque cristiani al minuto”

di Giulio Meotti | 06 Novembre 2014

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/12260 ... i-vivi.htm

Roma. “Il numero dei cristiani perseguitati nel mondo è di 150 milioni”. Ci sono molte altre cifre, terrificanti, nelle pagine del “Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo”, una straordinaria iniziativa di studiosi francesi, coordinata dal giornalista Samuel Lieven e adesso portata in Italia da Mondadori. Istantanee di una guerra globale e amorfa, in cui ci sono le vittime “sbagliate”, i paria di cui non vuole sentire parlare l’occidente.

In particolare, un dato sconcerta: “L’ottanta per cento degli atti di persecuzione religiosa nel mondo è orientato contro i cristiani”. Quante le vittime? Il Center for the Study of Global Christianity riporta la stima media di centomila cristiani uccisi ogni anno per la loro fede lungo l’ultimo decennio. Una media di cinque cristiani al minuto.

Ieri in Pakistan due cristiani, fra cui una donna incinta, sono stati arsi vivi nella fornace per mattoni in cui lavoravano. E’ stato un pogrom con la partecipazione di quattrocento musulmani. Hanno lavorato al libro anche esponenti della sinistra come Lucie Peytermann, corrispondente del giornale Libération da Islamabad, che definisce il Pakistan “il peggiore al mondo quanto a violenze commesse in nome della religione”.

Lo Stato islamico polverizza le croci, il Real la toglie dal calcio per compiacere l’Islam Punjab anticristiano Haïm Korsia, gran rabbino di Francia, invoca una reazione fraterna di fronte al dilagare dell’odio nei confronti dei cristiani, e stabilisce un paragone con la distruzione dell’ebraismo orientale: “Dove sono le comunità ebraiche un tempo così vive di Aleppo, di Beirut, di Alessandria, del Cairo o di Tripoli? Dove sono le scuole di Nehardea e di Pumbedita in Iraq? E dov’è il florido ebraismo di Esfahan e di Teheran? Nella nostra memoria. Scacciati, uccisi, decimati, perseguitati ed esiliati, i cristiani d’oriente vivono in prima persona la stessa condizione degli ebrei con cui hanno così a lungo convissuto e che hanno visto partire da quei luoghi”.

Come i “nazareni” di Mosul.

La ong Open Doors ieri ha diffuso il suo rapporto annuale sui cristiani. Scrive che la loro persecuzione in Iraq ha raggiunto “proporzioni bibliche”. Martedì, a Roma, è stata presentata anche l’annuale relazione di Aiuto alla chiesa che soffre. Dei venti paesi in cui la libertà religiosa è praticamente assente, quattordici sono musulmani, e gli altri satrapie militari o comuniste, come la Corea del nord.

Siamo di fronte a quella che Habib Malik dell’Università di Stanford chiama “la fase terminale del declino regionale dei cristiani”. Oggi Mosul sembra essere stata inghiottita, come Giona nel ventre della balena. “Fra il 2003 e il 2009, quasi 800 cristiani sono stati giustiziati a sangue freddo, senza contare i cinquanta martiri della cattedrale siro-cattolica di Baghdad, tra i quali due preti, uccisi il 31 ottobre 2010 nel corso dell’attacco di un gruppo islamista. A oggi, è stato superato il migliaio di cristiani uccisi, tra i quali un vescovo e cinque preti. Più di sessanta chiese sono state distrutte”.

“Non si convertono. Che ne facciamo?”

Nel libro, un jihadista dello Stato islamico parla invece al telefono con il suo capo terrorista: “Ho qui una famiglia di cristiani che non vuole convertirsi, cosa ne facciamo?”. Una frase che ricorda quella di sette pastori avventisti che, durante il genocidio in Rwanda, si appellavano al loro pastore con una lettera: “Desideriamo informarla che domani verremo uccisi con le nostre famiglie”.

Ci sono i cristiani di Maaloula, in Siria, come Antoun Taalab e i suoi due cugini, che avevano ricevuto l’“aman”, ovvero la garanzia islamica di essere salvati. Disarmati e fiduciosi nella parola dei ribelli, sono stati uccisi e poi decapitati. Cinquecentomila cristiani hanno già lasciato la Siria. Secondo Frédéric Pichon, ricercatore dell’équipe di arabistica dell’Università François Rabelais di Tours, i cristiani di Siria sono “il simbolo con cui si misura la capacità di tutti gli altri cristiani di non soccombere”.

E prima di loro c’era Jean-Pierre Schumacher, l’ultimo monaco di Tibhirine, in Algeria, dove sgozzarono i meravigliosi trappisti che condividevano i pasti con i musulmani. Lui si salvò perché i jihadisti sbagliarono a contare. Ai funerali dei monaci, frère Jean-Pierre chiese di poter aprire le bare per dare l’ultimo saluto ai compagni. Scoprì che le casse di legno non contenevano corpi, ma soltanto sette teste. Quella strage fu la luce verde per i massacri futuri. Adesso Jean-Pierre teme che la prossima a rotolare sarà la sua testa.


Pakistan: talebani contro due chiese a Lahore, 15 i morti (15/03/2015)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... istani.jpg

Donne e bambini fra le vittime. Una folla inferocita ha picchiato a morte due persone sospettate e le ha bruciate

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/a ... 24aaf.html

Strage di cristiani in Pakistan. Due attentatori suicidi talebani hanno causato oggi la morte di almeno 15 fedeli ed il ferimento di altri 78 che pregavano in due chiese di Lahore, capitale culturale pachistana, riportando ancora una volta sotto i riflettori la dura condizione di vita della minoranza religiosa perseguitata nel Paese.

I kamikaze, appartenenti al Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) Jamat-ul-Ahrar, che ha rivendicato l'attacco a sostegno dell'introduzione in Pakistan della Sharia (legge islamica), si sono fatti esplodere in mattinata all'ingresso delle due chiese, vicine fra loro, del quartiere di Youhanabad (la cattolica St John's Church e la cristiana Christ Church), dopo essere stati bloccati da due agenti che hanno perso la vita nel gesto. Gli attentati hanno investito in pieno i fedeli che entravano e uscivano dai luoghi di culto, causando la morte anche di numerose donne e bambini, mentre fra i feriti almeno 30 sono gravi e ricoverati in rianimazione negli ospedali di Lahore. All'Angelus papa Francesco ha evocato la tragedia appena avvenuta: "Con dolore, con molto dolore ho appreso degli attentati terroristici contro due chiese cristiane a Lahore che hanno provocato morti e feriti. I cristiani sono perseguitati e versano il sangue solo perché cristiani". Dopo le scene di panico ed il fuggi fuggi seguiti alla duplice esplosione, una folla di manifestanti furiosi per l'accaduto si è impossessata delle strade della città, sottraendo fra l'altro a forza alla polizia due sospettati di aver collaborato agli attentati, che sono stati torturati in strada e bruciati vivi. Alcune migliaia di persone esasperate e armate anche di mazze si sono dirette verso Ferozpur Road dove, in un gesto insolito per la pacifica comunità cristiana locale, hanno danneggiato vetrine di negozi ed auto in sosta, assaltando anche una stazione del nuovo servizio urbano di Metro-Bus. Molte centinaia di dimostranti sono scesi in piazza per molte ore anche in varie altre città (Peshawar, Faridabad, Multan e Quetta) ed a Karachi, nel sud del Pakistan, dove sono stati incendiati pneumatici per bloccare una via di grande scorrimento. Le autorità cristiane pachistane hanno decretato tre giorni di lutto per le vittime provocate dai talebani, mentre domani resteranno chiuse tutte le scuole cristiane del Punjab. Condannando gli attentati di Lahore, sua città natale, il premier pachistano Nawaz Sharif li ha definiti "non un attacco alla comunità cristiana ma allo stesso Stato pachistano". Da parte sua il ministro della Difesa, Khawaja Muhammad Asif, ha parlato di "un'aggressione contro l'umanità". Dura anche la condanna da parte di Nazir S. Bhatti, presidente del Congresso cristiano pachistano (Pcc) il quale ha sostenuto che il governo del Punjab "non ha adottato sufficienti misure di protezione per le chiese". "La violenza contro i cristiani - ha assicurato - sta aumentando in Punjab dove bambini, donne e uomini cristiani vengono bruciati vivi con il pretesto della legge sulla blasfemia e dove le case di molti cristiani vengono incendiate ogni settimana ed i responsabili restano in piena libertà". Nel 2011, fra l'altro, almeno due personalità politiche pachistane - l'ex ministro per le minoranze, Shahbaz Bhatti, e l'ex governatore del Punjab, Salman Taseer - sono state uccise per aver preso posizione a favore di Asia Bibi, la madre cristiana di cinque figli condannata a morte per un gesto blasfemo da lei negato. L'attacco odierno contro le due chiese è il più grave dal 2013, quando una duplice esplosione in una storica chiesa di Peshawar causò la morte di 82 persone.




Attacchi contro chiese in Pakistan. Papa: mondo nasconde persecuzioni anticristiane

http://it.radiovaticana.va/news/2015/03 ... pa/1129578

Papa Francesco ha rivolto il suo grido di dolore all’Angelus per gli attacchi compiuti oggi a Lahore in Pakistan contro due chiese cristiane, una cattolica e l’altra protestante. Numerose le vittime, almeno 14 finora, tra cui anche bambini. Tanti i feriti che versano in gravi condizioni. Hanno rivendicato l’attacco i miliziani di Jamaat-ul-Ahrar, un gruppo scissionista dei talebani. Ma ascoltiamo le parole del Papa:

“Con dolore, con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici di oggi contro due chiese nella città di Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo dal Signore, imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e la concordia per quel Paese, e che questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”.

Sulle notizie che giungono dal Pakistan ascoltiamo padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Le notizie sono terribili: sembra che siano due talebani che volevano entrare in chiesa. Hanno cercato di sparare per entrare in chiesa, ma delle guardie di sicurezza alla chiesa fortunatamente li hanno fermati, perché le due chiese erano stracolme di gente che pregava: almeno mille persone. Per cui, se fossero entrati in chiesa sarebbe stato un massacro enorme. E' stata una cosa terribile, perché la gente era in chiesa a pregare, perché è domenica! L’altra notizia che abbiamo è che cattolici e protestanti hanno fatto delle manifestazioni e continuano a farle perché criticano la mancanza di sicurezza da parte del governo – del governo del Punjab – che si trova sempre a dover combattere contro attacchi contro le chiese, contro moschee, violenze continue da parte – appunto – di talebani. Sembra poi – così dicono alcune testimonianze – che alcuni dei poliziotti che avrebbero dovuto essere a guardia di queste chiese, invece fossero in un bar a guardare una partita di cricket.

D. – Perché questi attentati, proprio adesso?

R. – Il governo pakistano è stato sempre ambiguo nei confronti dei talebani: da una parte li ha sempre protetti e ha dato loro ospitalità e rifugio, soprattutto nel Nord del Pakistan; nello stesso tempo, è alleato della comunità internazionale per combattere il terrorismo. E questo gioco continuo adesso è nel periodo in cui sta cercando di combattere il terrorismo. Purtroppo, i talebani sono diffusi ovunque nel Paese perché in tutti questi anni sono riusciti a fondare qualcosa come 20-25 mila scuole coraniche nelle quali si insegna l’islam fondamentalista e quindi ci sono fondamentalisti ovunque che combattono sia i cristiani, sia gli sciiti. Non dimentichiamo che – appunto – ci sono tantissimi attacchi anche a moschee sciite: praticamente, ogni settimana. E poi c’è anche un gruppo, dei cosiddetti “ahmadi” che sono un gruppo che si ispira un po’ a Maometto, un po’ all’islam, ma che è considerato eretico. Quindi, mi sembra che questi talebani pakistani, ormai – stiano emulando le azioni del sedicente Stato islamico.

D. – Quindi c’è un rischio di estensione di questo Stato islamico?

R. – Un rischio di estensione ma soprattutto di alleanze: infatti, lo Stato islamico è molto finanziato da alcuni Paesi del Golfo e quindi ha soldi a non finire, e questo porta tanti gruppi terroristi, tanti gruppi di fondamentalisti islamici a proclamare l’alleanza con loro per avere anche fondi, armi e così via.

D. – La situazione dei cristiani in Pakistan appare sempre più difficile: pensiamo anche i tanti che sono nelle carceri, accusati ingiustamente di blasfemia.

R. – Sì, perché questa ventata di fondamentalismo non permette mai una situazione tranquilla, per cui molti cristiani per una sciocchezza o con falsa testimonianza, vengono accusati di blasfemia contro il Corano, contro il Profeta, e subiscono il carcere. Non solo: spesso subiscono anche una esecuzione sommaria all’interno delle carceri, perché molte volte le stesse guardie carcerarie sono pagate per farli fuori.

D. – Il caso più noto è Asia Bibi: come sta?

R. – Di Asia Bibi si sa che per proteggerla da una possibile esecuzione extragiudiziaria è controllata giorno e notte. Sta in carcere: questa poverina prega, ogni tanto è visitata da parenti o da ong cristiane che la sostengono … Però non si trova un modo per risolvere il suo caso. Probabilmente, se si potesse fare questo processo di appello, la sua condanna a morte sarebbe cancellata. Il punto è che quando i giudici fissano l’appello, si formano subito manifestazioni di gruppi fondamentalisti che chiedono la sua morte. E spesso i giudici hanno paura e quindi aggiornano, rimandano continuamente questo processo d’appello.




Stragi in Pakistan, i vescovi: la polizia guardava il cricket in tv - 15/03/2015

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-m ... colo/39766

I presuli: una grave negligenza. Aumentano i casi in cui gli agenti diventano complici degli omicidi o braccio armato dei radicali - Paolo Affatato roma
A morire sono stati i giovani volontari cattolici che hanno cercato di fermare i terroristi. Sì, perché i poliziotti che avrebbero dovuto essere davanti alla chiese – disposizione del ministero degli interni – sono sani e salvi: erano impegnati a vedere in tv la partita di cricket, lo sport nazionale in Pakistan.
La nota della Commissione «Giustizia e pace» dei vescovi cattolici pakistani lancia accuse pesanti. «La chiesa di Youhanabad aveva supplicato il governo e la polizia di aumentare la sicurezza, date minacce ricevute di recente. Ma gli agenti presenti erano pochissimi. E, invece di fare il loro dovere di vigilanza, erano occupati a guardare la partita di cricket. In conseguenza di questa negligenza, molti cristiani hanno perso la vita». Di fronte a gravi e ripetuti episodi di violenza sui cristiani, i vescovi reclamano la «volontà politica» di fermare i terroristi.
Da qui l’esasperazione e la protesta della folla che, dopo gli attentati, ha linciato altri due uomini sospettati di essere coinvolti nella strage.
Va detto che la polizia in Pakistan ha un problema sistemico. Quando va bene, le questioni sono negligenza o corruzione. Nel peggiore dei casi, il corpo per la sicurezza dei cittadini si trasforma in braccio armato dei fondamentalisti islamici o si fa complice delle violenze sulle minoranze religiose. E mentre la divisa diventa uno scudo che giustifica l’abuso e l’arbitrio, i cristiani sono vittime privilegiate.
Gli ultimi casi hanno destato l'indignazione di organizzazioni della società civile, cristiane e non. Prima della strage di oggi, i cristiani hanno chiesto a gran voce giustizia per «l’omicidio di stato» consumatosi sempre a Lahore nei giorni scorsi. La polizia ha torturato e ucciso un giovane cristiano innocente. L’unica colpa imputata al 25enne Zubair Masih era quella di essere il figlio di Aysha Bibi, una vedova cristiana accusata di furto da suo datore di lavoro, Abdul Jabar, musulmano di Lahore.
Percosse e insulti non sono bastati a estorcere una confessione alla donna. Tutta la sua famiglia è stata fermata e condotta alla stazione di polizia, che ha continuato il pestaggio (Aysha ne è uscita con le braccia fratturate). Poi tutti rilasciati, tranne Zubair. L'indomani la polizia lo ha scaricato, già cadavere, davanti alla casa di sua madre. Condotto in ospedale, i medici hanno potuto solo constatare il decesso del giovane.
Solo dopo due giorni di pacifica ma ferma protesta, una denuncia è stata ufficialmente registrata a carico del vicecommissario Sarajul Haque, di altri tre poliziotti e di Abdul Jabar. «Ma è molto difficile che in questi casi si arrivi a condanne. Spesso alla famiglia della vittima si offre un risarcimento in denaro, in cambio del ritiro della denuncia», ha spiegato Joseph Francis direttore dell'Ong «Centre for Legal Aid Assistance & Settlement», che ha offerto assistenza legale alla famiglia.
L’abuso di potere è ricorrente quando gli agenti - quasi tutti musulmani - hanno per le mani cittadini pakistani cristiani o indù. Lo testimonia un altro caso che ha scosso la nazione che a novembre del 2014 destò indignazione per l’atteggiamento indifferente della polizia. Allora alcuni agenti lasciarono che i due coniugi cristiani Shahzad Masih and Shama Bibi, accusati di blasfemia, fossero linciati e arsi vivi a Kot Radha Kishan, nella provincia del Punjab.
Di recente la Corte Suprema, nel chiedere al governo del Punjab di costituire una apposita commissione indipendente, dubitando che la polizia stessa potesse garantire un’inchiesta imparziale, ha censurato il comportamento dei poliziotti «che non hanno agito per fermare il linciaggio».
Solo raramente i cristiani presi di mira dalla polizia riescono ad avere giustizia, sempre dopo un calvario. Pochi giorni fa il cristiano pakistano Imtiaz Masih è stato assolto, dopo una battaglia legale durata quattro anni, durante i quali è stato torturato per costringerlo a confessare un omicidio mai commesso. In tal caso i giudici hanno smascherato i falsi testimoni dell’accusa.
«La prassi di usare false accuse è fin troppo comune in Pakistan. Spesso si usano per distogliere l'attenzione dal vero colpevole», ha spiegato l’European Center of Law and Justice (ECLJ), che ha seguito il caso di Imtiaz Masih.
«I cristiani pakistani, generalmente tra i meno abbienti della società, non hanno i mezzi per affrontare lunghe battaglie legali e diventano un comodo bersaglio. La corruzione dilagante nel dipartimento di polizia facilita la prassi delle false accuse», nota l’ECLJ.
I cristiani pakistani hanno spesso affrontato casi di blasfemia basati su false accuse: quello di Asia Bibi, donna e madre cristiana condannata a morte, ne è l’esempio più eclatante.



Il Vaticano dice sì all'uso della forza: "Fermare il genocidio dei cristiani" 15/3/2015
Parole durissime del rappresentate della Santa Sede all'Onu, Silvano tomasi: "Usare la forza per fermare le mani dell'aggressore". Il Papa: "Il mondo cerca di nascondere la persecuzione in atto"
http://www.today.it/mondo/papa-contro-g ... tiani.html

Il Vaticano dice sì all'uso della forza: "Fermare il genocidio dei cristiani"
Contro il sedicente Stato islamico e "il genocidio" che commette a danno dei cristiani in Medio Oriente serve "una protezione più coordinata, che preveda l'uso della forza per fermare le mani dell'aggressore". A parlare così è l'arcivescovo Silvano Tomasi, rappresentante del Vaticano all'Onu a Ginevra, in un'intervista rilasciata alla rivista cattolica Crux. "Dobbiamo fermare questo tipo di genocidio - ammonisce Tomasi - Altrimenti in futuro ci lamenteremo, chiedendoci perché non abbiamo fatto nulla, perché abbiamo permesso che accadesse una simile tragedia".
Sì ALLA FORZA - L'arcivescovo - le cui parole riecheggiano quelle pronunciate nelle settimane scorse da Papa Francesco, secondo cui l'uso della forza è legittimo per fermare un aggressore ingiusto - sottolinea quindi che "sta alle Nazioni Unite ed ai suoi Paesi membri, specialmente quelli del Consiglio di sicurezza, determinare la forma esatta dell'intervento, ma la responsabilità (di agire) è chiara". Ancora, il nunzio spiega che qualsiasi coalizione contro l'Is deve comprendere i Paesi musulmani del Medio Oriente, perché non può avere "un approccio occidentale", e operare sotto l'egida dell'Onu.
IL PAPA - "Il mondo cerca di nascondere" la persecuzione contro i cristiani, che "versano il sangue soltanto perchè credono in Gesù". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus di oggi in piazza S. Pietro a Roma. "Con molto dolore - ha detto Bergoglio - ho appreso degli attentati di oggi contro due chiese a Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane: i cristiani sono perseguitati, i nostri fratelli versano il sangue soltanto perchè sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie, chiedo e imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e della concordia per quel paese e che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace", ha concluso il Papa.

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http://www.corano.it/corano_testo/8.htm

Sura VIII
Al-'Anfâl
(Il Bottino)
Post-Eg. n°88 a parte i versetti 30-36 che sono pre-Eg.
Di 75 versettl il nome della sura deriva dal versetto 1
Questa sura fu rivelata dopo la battaglia di Badr, XVII giorno del mese di Ramadan, secondo anno dall'Egira.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
13. E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero”. Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero...!
14. Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!
15. O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle.
16. Chi in quel giorno volgerà loro le spalle - eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo - incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l'Inferno. Qual triste rifugio!
17. Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava*, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce.
...
39. Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono... ebbene, Allah ben osserva quello che fanno.
40. E se volgono le spalle, sappiate che Allah è il vostro Patrono. Quale miglior patrono, quale miglior soccorritore.
41. Sappiate che del bottino che conquisterete, un quinto appartiene ad Allah e al Suo Messaggero, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti, se credete in Allah e in quello che abbiamo fatto scendere sul Nostro schiavo, nel giorno del Discrimine*, il giorno in cui le due schiere si incontrarono. Allah è onnipotente.
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » sab apr 11, 2015 10:40 pm

Australia: scontri tra dimostranti anti-Islam radicale e anti-razzismo

http://www.repubblica.it/esteri/2015/04 ... -111182461

A Melbourne la polizia ha arrestato tre persone e separato a stento circa 3mila manifestanti. Per le strade striscioni con su scritto: "No alla Sharia". A Sydney in centinaia davanti al caffè dove a dicembre un uomo ispirato dallo Stato islamico prese in ostaggio i clienti e provocò la morte di due di loro.

MELBOURNE - Scontri si registrano oggi in Australia tra dimostranti anti-Islam e sostenitori delle politiche contro il razzismo: i conflitti più violenti sono avvenuti a Melbourne, la seconda città più grande del Paese, dove la polizia ha separato a stento circa 3.000 dimostranti di entrambe le fazioni. Il servizio di autoambulanza dello Stato di Vittoria ha riferito di tre persone con ferite lievi e di una quarta persona colta da un dolore al petto. Nessuno è stato ricoverato in ospedale. La polizia ha arrestato due uomini e una donna nella centrale Federation Square di Melbourne.

Gli anti-Islam radicale hanno sventolato la bandiera australiana e mostrato striscioni con su scritto "Sì all'Australia, no alla Sharia".

"Noi siamo per i valori australiani e contro l'Islam radicale, ma non siamo anti-islamici", ha tenuto a sottolineare Catherine Brennan, portavoce del movimento "reclaim australia", a fronte delle accuse mosse da altri gruppi che hanno organizzato contromanifestazioni. "Eventi come questo incitano al razzismo e alla violenza contro i musulmani", ha dichiarato Clare Fester, promotrice delle contromanifestazioni.

Anche a Sydney diverse centinaia di persone si sono radunate davanti al caffè dove lo scorso dicembre un uomo, ispirato dall'Is, prese in ostaggio i clienti, causando poi la morte di due persone.
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » sab apr 11, 2015 10:44 pm

Ayaan Hirsi Ali: "I morti nelle scuole sono un orrore. Il mondo ha bisogno di un nuovo Islam"

L'attivista è entrata nel mirino del fanatismo dieci anni fa, quando partecipò al documentario "Submission". Dopo la strage dell'università in Kenya, invita i musulmani a riformare il proprio credo: "Devono trovare il loro Illuminismo, in nome della libertà"

http://www.repubblica.it/esteri/2015/04 ... -111343345

LONDRA. "SONO inorridita dall'attacco degli estremisti islamici somali contro gli studenti universitari in Kenya. Ed è per me la conferma che il problema del riformare l'Islam riguarda non un paese o una regione, ma ormai tutto il mondo". Ayaan Hirsi Ali, la 46enne attivista politica e scrittrice somala naturalizzata americana, è nel mirino del fanatismo islamico da un decennio, quando partecipò al documentario "Submission" del regista e suo amico olandese Theo Van Gogh. Nel 2005 un estremista musulmano olandese assassinò lui; da quel momento fu emessa una fatwa anche contro di lei, che da allora vive sotto scorta 24 ore al giorno. Ma le minacce non l'hanno fatta retrocedere. In una serie di libri diventati best-seller internazionali ha denunciato l'Islamismo e poi l'Islam nel suo complesso come una religione che fomenta l'odio e la violenza. Nel saggio pubblicato ora, "Eretica, cambiare l'Islam si può" (in Italia esce per Rizzoli), sostiene che la religione di Maometto necessita una grande riforma per ritrovare una vocazione moderata, tollerante e pacifica. Sposata con lo storico britannico Niall Ferguson, adesso Ali vive negli Stati Uniti con il marito e il loro figlio. "L'America e l'Europa rappresentano la libertà a cui tutti aspirano, nessun bambino nasce fanatico", dice al telefono dagli Usa.

Che effetto le ha fatto l'attacco degli estremisti islamici somali di Al Shabab contro l'università in Kenya, la strage di studenti che ne è risultata?
"Mi ha scioccato e inorridito. Il capo del gruppo somalo che ha condotto l'attacco è un classico esempio di quelli che nel mio libro definisco i "musulmani di Medina": un giovane educato in Arabia Saudita, di buona famiglia, seguace di un'ideologia che riconosce una sola via di giustizia e purezza, quella di Maometto".

Perché si ripetono sempre più spesso attacchi dell'Islam estremista contro musei, scuole, università?
"Perché è un tipo di Islam che riconosce una sola storia: la propria. Perciò vuole distruggere tutte le altre e, se potesse farlo, distruggerebbe ogni museo, ogni forma artistica, ogni università e centro di sapere sulla faccia della Terra".

Nel suo libro afferma che l'Islam si può, anzi si deve riformare: come?
"Propongo cinque emendamenti al credo islamico, in sostanza una separazione tra fede e politica, tra moschea e Stato e una rinuncia alla Sharia, poiché la peggiore legge laica è comunque migliore della legge islamica. Propongo di rispondere alla guerra santa con una guerra per la pace".

Questa è la teoria, ma chi dovrebbe combattere in pratica per una simile riforma?
"I dissidenti, che non mancano nel mondo islamico, come il ragazzo punito con 1.000 frustate in Arabia Saudita, o gli egiziani che marciavano contro i Fratelli Musulmani".

Ma il nuovo presidente egiziano Al Sisi è accusato di essere un dittatore.
"È un despota, ma va appoggiato in questa fase perché riconosce che bisogna cambiare l'Islam, e che questa è la priorità per vincere contro il fanatismo, altrimenti non ci sarà mai fine alla guerra".

Qualcuno obietta che anche l'Antico Testamento è un libro sacro che esorta alla violenza e alla guerra in nome di Dio.
"Sì, ma dopo l'Antico Testamento è venuto il Nuovo Testamento, che ha cambiato quel messaggio di violenza in un messaggio di pa- ce e amore. Ebbene io dico che il mio libro propone un Nuovo Testamento per l'Islam".

L'Islam è nato 700 anni dopo il cristianesimo e 700 anni fa anche i cristiani bruciavano gli eretici, le donne, gli scienziati, poi l'Europa ha avuto l'Illuminismo.
"Ma è proprio dell'Illuminismo che ha bisogno anche l'Islam, solo che io non penso servano 700 anni per colmare il ritardo, credo che basterebbero una o due generazioni. La Primavera Araba mi ha dato speranza. E poi chi pensava nel 1989 che l'Unione Sovietica sarebbe crollata? Chi credeva nel 1939 che il nazifascismo sarebbe stato sconfitto e sarebbe praticamente scomparso dal cuore dell'Europa? Quando un cambiamento si mette in moto può essere rapido e profondo".

Crede che la democrazia liberale sia la forma più evoluta del pensiero umano e potrà un giorno trionfare ovunque, dalla Cina alla Somalia?
"Credo che non ci sia niente di meglio della democrazia liberale. Credo che un bambino appena nato non sia già un fanatico musulmano, ma che tutto dipenda dalle idee e dall'istruzione che riceve. Non sono una utopista, so che l'uomo può scegliere il bene o il male e che entrambi vivono dentro di lui. Tuttavia non credo che i diritti umani e la libertà vadano bene solo per gli occidentali. Li chiamiamo diritti umani perché riguardano tutti gli esseri umani, di ogni colore, nazione, religione".

Cosa ha provato dopo l'attacco a Charlie Hebdo?
"Orrore e anche rabbia, perché quel giornale e i suoi redattori erano già stati minacciati altre volte. Se fossero stati protetti meglio, forse non sarebbero morti".

Cosa risponde a coloro che accusano Charlie Hebdo di avere esagerato con le vignette, di avere sbagliato a insultare una religione?
"Non apro una discussione con chi ha tesi simili. Sarebbe fiato sprecato. Basta leggere i proclami degli islamisti per comprendere che il loro odio non è una riposta a quello che fa l'Occidente, ma un programma che nasce dalla visione di un Islam che vuole riportare indietro il mondo, verso oscurantismo e barbarie ".

E lei non ha paura?
"Io ho paura da più di dieci anni, ma non per questo chiudo la bocca. Il mio amico Theo Van Gogh è morto e io sono viva solo perché lui non aveva protezione e io ce l'ho 24 ore su 24. Tutto qui. Ma spero che un giorno non sarà più necessario proteggere qualcuno minacciato solo per le sue idee di libertà, pace e tolleranza".
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » sab mag 16, 2015 5:30 pm

Armando Manocchia: BANDIRE L’ISLAM IN EUROPA!

venerdì, 15, maggio, 2015

http://www.imolaoggi.it/2015/05/15/band ... -in-europa

Come riporta Le Figaro, il primo cittadino, il sindaco di Venelles, in Costa Azzurra, Robert Chardonha lanciato su Twitter l’idea di “vietare il culto musulmano in tutta la Francia”. Noi siamo con lui. Sono almeno 15 anni che lo diciamo nei convegni come nelle piazze, lo scriviamo sui giornali o sui social network, L’islam è INCOMPATIBILE CON LA DEMOCRAZIA, è INCOMPATIBILE CON L’OCCIDENTE.

Bandire l’Islam: il sogno di tutti gli Europei spaventati dal pericolo della islamizzazione dell’Europa. Vediamo sorgere moschee in tutta l’Europa, nelle metropoli e nei piccoli comuni, Noi, non saremmo qui se non avessimo paura dei fatti incredibili che avvengono nel nostro Paese, fatti che sono frutto del relativismo, del falso buonismo e del becero multiculturalismo.
Ciò nonostante vediamo la mancata volontà dei nostri pseudo-governanti di fronteggiare l’invasione Islamica. Osserviamo impotenti che i nostri valori sono minati da una ideologia barbarica, ideologia che oggi si chiama islamismo fondamentalista, islamismo radicale, islamismo integralista.

Sappiamo tutti che in Europa, in accordo con la Carta dei musulmani d’Europa, nei suoi principi, regole e valori, l’islam è costruito intorno alle seguenti tre aree:
1) il credere secondo i sei pilastri, la fede-Credere in Dio, gli Angeli, il libro della rivelazione, i profeti, il Giudizio Divino;
2) la Sharia come espressione dell’agire umano;
3) il Codice Etico che pone le fondamenta per vivere una buona vita.
Queste tre aree sono complementari e interdipendenti.”

La Carta firmata a Bruxelles il10 Gennaio 2008, da più di 400 organizzazioni musulmane provenienti da 28 Paesi Europei, è stata presentata come uno strumento per una migliore integrazione dei musulmani nella società Europea.
In quella occasione, si dissero un sacco di balle, come: “l’Islam rispetta gli esseri umani” e “l’islam, chiede la parità tra uomini e donne” oltre a tutta la propaganda subliminale sull’Islam “come religione di pace, amore e tolleranza”.
Tutte queste organizzazioni musulmane hanno firmato la Carta, ma che, enfaticamente dichiara che la Shari’a una delle facce dell’islam e che queste associazioni si sono proposte di difenderla e divulgarla in Europa.

Che cosa è la shari’a? Tutti sappiamo che è un corpo di leggi, derivate dal Corano e dagli editti. Tutti sappiamo che è applicata in molti Paesi islamici come Arabia Saudita, Iran, Pakistan e Somalia Marocco solo per citarne alcuni..
Tutti conosciamo quali barbarie consente, ed è soprattutto questa la spiegazione per cui cominciamo a vedere nell’islam il pericolo, quel pericolo non considerato dai media che legano il somaro dove vuole il padrone per contratto. Pericolo rappresentato da una pseudo-legge, che consente , maltrattamenti, violenze, crimini, lapidazioni, amputazioni, acidificazioni e flagellazioni e impiccagioni, tutte atrocità che in questi Paesi vengono applicate in virtù della shar’ia e il terrorismo in virtù della jihad.

Cultura immigrazionista, cultura nichilista

La Corte Europea dei Diritti Umani in una sentenza del 31 Luglio 2001, con molta enfasi stabilì che la shari’a, è un sistema di leggi “chiaramente in contrasto con i dettami della Convenzione Europea dei Diritti Umani”
Prendendo questi esempi come base, abbiamo in Europa diversi gruppi di persone che apertamente dichiarano di lavorare all’approvazione di queste leggi antidemocratiche come la Lega Musulmana Mondiale, una ONG fondata dai Sauditi, che nel 2005 che ha provato ad aprire un Tribunale Islamico in Canada.

Ci sono leggi che proibiscono “i discorsi d’odio” o “ l’incitamento alla discriminazione” e non possiamo far nulla contro un tale attacco alla democrazia?
Secondo la legge,”qualsiasi associazione fondata per motivi illeciti o illegali, contro-legge, contro il consolidato modo di comportamento , che attentino all’integrità del territorio nazionale e alla forma di Governo della repubblica, sono assolutamente vietate e nulle”.
Così, una associazione musulmana che si prefigge di divulgare l’islam, e comprende la shari’a, si pone in una posizione illegale, perché proponendo di installare la shari’a, significa attaccare la forma repubblicana di Governo.

Per questo motivo, ogni associazione musulmana dovrebbe essere dichiarata illegale e sciolta,come accadde per il Partito Islamico in Turchia,il quale fu messo al bando per attività anti governative.
I benpensanti diranno: “ E la libertà di religione, la libertà di culto? E la libertà di parola? E la libertà di associazione?
E’ proprio questa, la più classica delle armi, che emerge ad ogni tentativo di fare una critica all’Islam e alle associazioni musulmane.
I diritti in questione, la libertà di parola, religione ed associazione , sono riconosciute e protette rispettivamente dagli articoli 9, 10 e 11 della Convenzione.
Ma il sistema di leggi europee, è cieco solo quando non vuol vedere e quindi non provvede ad una protezione indiscriminata a chiunque lo invochi, è infatti chiaro che ognuno di questi diritti deve rispettare una serie di regole, condizioni, formalità, restrizioni e punizioni secondo prescrizioni di legge e necessità di una società democratica, nell’interesse della sicurezza nazionale, della sua integrità territoriale e sicurezza pubblica, per prevenire disordini e crimini, per la protezione della salute e della morale, per la protezione della reputazione e dei diritti degli altri, per prevenire la diffusione di informazioni confidenziali, o per mantenere l’autorità e l’imparzialità di giudici.
Per questo la Convenzione restringe l’area di protezione alle manifestazioni di libertà di credo, parola ed associazione, che non siano in linea con i principi per cui la Convenzione fu adottata.

Il Tribunale sentenzia che un partito politico può chiedere di cambiare le leggi o la struttura legale e costituzionale dello Stato soltanto se; a) i mezzi usati sono legali e democratici. b) i cambiamenti proposti sono compatibili con i principi democratici basilari. Per cui, un partito politico che decide di incitare alla violenza o che si propone un progetto politico che non rispetti una o più regole della democrazia, o punti alla sua distruzione e al non rispetto dei diritti e delle libertà conosciute, non può invocare la Convenzione per appellarsi a sanzioni motivate da dette violazioni.

Secondo il Tribunale, “un partito politico le cui azioni sono volte ad affermare la Sharia in uno degli Stati firmatari della Convenzione non può essere considerato una associazione rispettosa degli ideali democratici su cui si fondano i principi della Convenzione.”
Direte: “Ok, non puoi pensare che associazioni culturali e partiti politici siano la stessa cosa!”. Posso obiettare? ”Chi ci dice che sei soltanto una associazione culturale? ”. Lo affermano loro ! Diamo uno sguardo alla sostanza del loro obiettivo: Se c’e un gruppo di persone che si prefigge di instaurare una particolare legge in uno Stato sovrano, come chiamate questo gruppo di persone? Partito politico! Ci sono altre “associazioni culturali” oltre a quelle musulmane che si propongono un cambiamento delle leggi governative? Avete mai visto “associazioni culturali” che chiedono di poter avere un loro Tribunale? Se un gruppo di persone progetta di far approvare una legge speciale solo a suo uso e consumo e per i propri vantaggi, cercando di scardinare la legge comune, essi operano in campo politico e, nello specifico, la Carta dei musulmani d’Europa dice esattamente questo: “E’ necessario che i musulmani d’Europa si integrino positivamente nelle realtà in cui vivono, cercando un accordo per preservare la loro identità musulmana e i doveri derivanti dalla loro essere cittadini di una Nazione. Qualsiasi forma di integrazione che viene meno al riconoscimento del diritto dei musulmani a preservare la loro identità e il diritto a seguire i loro dettami religiosi non è nell’interesse dei musulmani o delle realtà europee in cui essi vivono.”

Questo significa in parole semplici: “Il musulmano non è obbligato ad integrarsi nelle loro realtà, ma deve pretendere il diritto di praticare i suoi obblighi religiosi, come la Sharia, che potrebbe portare ad un contrasto tra la legge islamica e le leggi democratiche seguite dagli altri cittadini.”

Tornando al punto fondamentale, tutte le associazioni musulmane il cui scopo è promuovere la legge Islamica sono partiti politici, che non prendono parte alle elezioni (solo perché è contro la sharia). Quindi, possiamo concludere, che sono associazioni illegali, perché il loro fine politico è anti-democratico, e non soltanto! La sharia viola tutte le restrizioni fatte a quei tre diritti fondamentali che i musulmani invocano a loro difesa:

la sharia è pericolosa per la sicurezza nazionale, perché sostiene e giustifica i gruppi che sostengono l’ostilità ai paesi considerati ostili; è pericolosa per la sicurezza perché sostiene la violenza contro i non-musulmani; è chiaramente un incitamento al disordine e al crimine, perché permette agli uomini di essere violenti con le loro mogli, figlie, sorelle, madri; è un pericolo per la reputazione e i diritti altrui, perché incita alla violenza contro i non musulmani, e insegna a biasimare, ebrei, cristiani e non credenti; è pericolosa per l’autorità e l’imparzialità dei tribunali, perché chiede l’istituzione di tribunali speciali in accordo con il loro credo religioso; e, in conclusione, perché tutte queste cose messe insieme attentano all’integrità territoriale!

Non ci sono scorciatoie nel nostro sistema di leggi attraverso le quali i musulmani possano passare. Se noi smantelliamo l’islam dalle sue fondamenta, se lo mettiamo in piena luce nelle aule di giustizia, non c’è alcuna possibilità per loro di continuare ad avanzare. Tutte le associazioni firmatarie della Carta che chiedono la Sharia, possono essere dichiarate associazioni politiche illegali, e smantellate.

Le moschee appaiono per quello che realmente sono: Tribunali musulmani; non c’è nessuna ragione precisa per avere delle moschee, se non per l’obbligo religioso di rafforzare il dominio politico dell’Islam, perché, come tutti sappiamo, i musulmani non necessitano di intermediari per praticare il loro culto e le preghiere giornaliere, ne hanno sacramenti da rispettare come è ad esempio per i Cristiani. La libertà di religione non è sacra, il che significa che non è esente da vincoli di restrizioni o considerazioni di natura politica.
In Italia la disposizione transitoria legata all’art.12 della Costituzione Italiana, mette al bando, sotto ogni forma, la riorganizzazione del Partito Fascista. La legge Islamica non è certamente più democratica di quanto non lo sia stata la legge fascista, per cui, non dovrebbe essere difficile mettere al bando le organizzazioni che hanno come fine quello di imporla, il che significa in ultima analisi, che non dovrebbe essere difficile bandire l’islam almeno dal punto di vista legale. C’è un modo alternativo di combattere efficacemente l’islam? Se non siamo in grado di sconfiggere l’Islam con il nostro sistema legale dei Diritti Umani, si ritorcerà contro, infatti, l’islam sta imparando ad usarlo contro di noi, per ottenere sempre più potere fino a distruggere la nostra società.

Non dobbiamo provare vergogna nell’usare il valore della tolleranza, per fare il più intollerante dei discorsi. “Ciò che per noi è orgoglio, forza e onore, i musulmani lo considerano debolezza e stupidità”! Noi abbiamo tutti gli strumenti per mettere al bando l’Islam: senza la sharia, l’islam non ha nessun senso, la Sharia è “immutabile” in accordo con quanto scritto nella Carta dei musulmani d’Europa. Gli studiosi musulmani dalle Università Islamiche chiedono da più di 20 anni in aperta sfida alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sia sostituita con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nell’Islam. E’ sotto gli occhi di tutti della legge Islamica, applicata in Indonesia, Arabia Saudita, Pakistan, Somalia e Iran Marocco etc. Tutti, dobbiamo trovare il coraggio civico di citare le organizzazioni Europee che sostengono questa ideologia totalitaria in giudizio, prima che i giudici stessi si convertano e diventino musulmani.
Concludendo, trattiamo i musulmani con tutto il rispetto dovuto, ma il rispetto è tale, solo quando è reciproco e applichiamo le nostre leggi anche a loro, considerandoli come noi, cittadini EUROPEI.

Armando Manocchia
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » dom mag 17, 2015 2:30 pm

Sto kì lè on falbo

L’appello dell’imam: «Non togliete il crocefisso dagli spazi pubblici»
La guida spirituale milanese Yahya Pallavicini è intervenuto al Festival delle Religioni a Firenze. «Quelli dell’Isis non sono veri musulmani»
di Redazione Milano online
http://milano.corriere.it/notizie/crona ... F020103COR

«No alla rimozione del crocifisso dagli spazi pubblici». È questa l’appello e l’opinione dell’imam di Milano, Yahya Pallavicini, e del presidente dell’Associazione islamica “Imam Mahdi” Abbas Damiano Di Palma, che hanno partecipato sabato a un incontro al Festival delle Religioni a Firenze. Rispondendo a domande del pubblico, entrambi si sono detti contrari alla rimozione del simbolo definito portatore di «irrinunciabile valore culturale» da Pallavicini e «richiamo della sacralità di ogni essere umano» da Di Palma. Un intervento che farà discutere e che metterà a confronto le varie anime del mondo musulmano. «Quelli dell’Isis non sono veri musulmani», ha poi aggiunto Yahya Pallavicini. «Quello che succede nei territori in cui sunniti e sciiti sono in conflitto non è una guerra di fede - ha affermato - somiglia invece a quanto successe in Europa con la Guerra dei Trent’anni». Secondo Pallavicini infatti «poteva sembrare una guerra tra confessioni cristiane, in realtà era semplicemente lotta per il potere politico e per la brama di conquista. Quelli non erano veri cristiani, come quelli dell’Isis non sono veri musulmani». Per l’imam di Milano «oggi noi assistiamo alla strumentalizzazione della religione in politica: ma questo fenomeno va separato dalle nostre divisioni. Non dobbiamo dire che i sunniti sono buoni e gli sciiti cattivi, o viceversa. Questa semplificazione è un atto di fondamentalismo, al pari della volgarizzazione della religione per scopi terreni e di potere».
16 maggio 2015

I veri musulmani łi xe purpio coełi de l'ISIS, ke da veri fedełi e credenti łi se atien al Coran, ke lè ła dotrina połedego-rełijoxa e al contenpo el codexe çivil-penal-mi łitar de tuti i musulmani o xlameghi. Xe coełi ke no respeta el Coran ke no łi xe veri musulmani, come sto barbeta kive. El Coran el parla ciàro e nol va enterpretà, el Coran el dixe ke cogna descremenar, persegoitar, copar, stermegnar i no credenti, łi altro credenti e łi apostati. Sto barbeta lè on falbo na bronsa cuerta.
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » dom mag 17, 2015 10:17 pm

Al Baghdadi: L’islam è una religione della guerra. P. Samir: Un messaggio molto astuto
di Samir Khalil Samir

http://www.asianews.it/notizie-it/Al-Ba ... 34253.html

15/05/2015

Il “califfo” esorta tutti i musulmani a fare la loro “hijrah”, emigrazione, per passare da un islam di pace a uno di guerra, imitando Maometto e la sua Egira (nel 622). Il messaggio risveglia qualcosa di dormiente nel mondo islamico tradizionalista e salafita. L’islam è pace e guerra ed è tempo per i musulmani di riformare la loro visione della storia. Impossibile paragonare la guerra santa alle crociate.

Roma (AsiaNews) – Lo Stato islamico (SI) ha diffuso ieri un messaggio audio del suo capo, Abu Bakr al-Baghdadi, in cui egli chiede a tutti i musulmani di “emigrare” verso il califfato e di attuare il jihad, la guerra santa, perché “l’islam non è mai stata una religione della pace. L’islam è una religione della lotta”.

Il messaggio audio, della durata di circa 33 minuti, chiede a “ogni musulmano di ogni luogo di attuare la hijrah (emigrazione) verso lo Stato islamico o di combattere nel proprio Paese, ovunque esso sia”.

E più oltre: “Non è forse giunto per voi il momento di sapere che non c’è potere o onore, o sicurezza o diritto per voi se non all’ombra del califfato?”

“L’islam – si aggiunge – non è mai stata una religione di pace. L’islam è una religione della lotta. Nessuno dovrebbe credere che la guerra che stiamo combattendo sia [solo] la guerra dello Stato islamico. E’ la guerra di tutti i musulmani, che lo Stato islamico sta guidando. E’ la guerra dei musulmani contro gli infedeli”.

Gli analisti affermano che la voce sembra essere quella del capo supremo dello SI, chiara, sicura, perfino poetica, ma non vi sono prove schiaccianti che sia la sua.

Negli ultimi tempi si sono rincorse le voci su un probabile suo ferimento nel marzo scorso, causato da un bombardamento della coalizione anti-Isis. Quello di ieri è il primo messaggio dopo almeno sei mesi ed è stato diffuso con trascrizioni in diverse lingue: inglese, francese, russo, tedesco e turco.

Abu Bakr al-Baghdadi era apparso finora solo in un video, in cui egli proclamava il sermone nella grande moschea di Mosul, all’inaugurazione del califfato lo scorso giugno.

Riportiamo qui sotto il commento di p. Samir Khalil Samir, gesuita islamologo, già professore all’università St. Joseph di Beirut e attuale rettore pro tempore del Pontificio istituto orientale a Roma.

Questo di Abu Bakr al-Baghdadi è un messaggio molto astuto perché corrisponde alle aspettative di una parte del mondo islamico. Senz’altro i gruppi salafiti, che cercano di riportare la società allo stile e alla pratica del tempo di Maometto, saranno contenti e diranno: Finalmente ritroviamo il vero islam!

Va notato che quando parla di emigrare (hijrah), lui indica l’emigrazione di Maometto dalla Mecca a Medina, quella che noi chiamiamo “l’Egira”, che segna l’inizio della cronologia del mondo musulmano (dal 622 d.C), l’inizio dell’era islamica.

Questa emigrazione è il passaggio dall’islam pacifico a quello combattivo.
Alla Mecca, Maometto non ha mai fatto guerra; ma vedendo che il suo messaggio non passava e che poca gente lo ascoltava, e che anzi vi era rischio per la sua vita, ha inviato un gruppetto di suoi seguaci a emigrare in Etiopia, un Paese cristiano che l’avrebbe ben ricevuto. Poi è emigrato lui a Medina.
Lì ha cominciato a predicare e un anno dopo inizia la lotta militare prima contro i meccani, poi contro le tribù per convertirle.
Maometto ha vinto tutte queste guerre: la maggioranza delle tribù dell’Arabia l’hanno seguito. Ma bisogna precisare: esse lo hanno seguito più come capo militare che come capo religioso. La prova è questa: quando Maometto è morto, nel 634 (?) molte tribù si sono ritirate non sostenendo più la guerra e non pagando le tasse. E allora, il nuovo califfo Abu Bakr ha dichiarato guerra contro di loro per costringerli a ritornare nell’islam.

E loro si rifiutavano: Noi abbiamo fatto il patto con Maometto, non con l’islam. Ma Abu Bakr li vinti e li ha costretti a ritornare nell’ambito dell’islam. Ed è interessante che questo nuovo “califfo” abbia scelto come nome Abu Bakr e voglia lanciare la guerra santa in tutto il mondo, per sottomettere tutti all’islam.

Il suo appello significa risvegliare qualcosa che dorme nel pensiero profondo dell’islam per dire: facciamo tutti la nostra hijrah, lasciamo tutti coloro che vogliono un islam di pace, e passiamo all’islam autentico che ha conquistato prima l’Arabia, poi il Medio oriente, e poi il Mediterraneo. Questa sarebbe l’ultima fase della lotta del profeta attraverso il suo nuovo rappresentante.

Il tutto è molto simbolico.

E’ vero che vi sono notizie secondo cui l’Isis sta perdendo adepti, che diversi giovani, dopo essere arrivati in Siria e Iraq a combattere, ora si stanno distaccando e vengono imprigionati degli stessi miliziani dell’Isis. Il messaggio cerca allora di risvegliare ancora più musulmani per recuperare altri giovani più decisi.

Quasi senz’altro, il richiamo di al-Baghdadi scuoterà i musulmani salafiti, che hanno come modello l’islam primitivo. Essi prendono come modello la prima generazione dell’islam, e ciò spingerà molti musulmani tradizionalisti a diventare salafiti e a combattere.

Davanti a questa chiamata alle armi, cosa fare?

La lotta militare può essere necessaria, ma non risolutiva. Azioni militari potranno ridurre le violenze, spargere meno sangue, far regredire lo SI, ma il movimento continuerà perché fa parte dell’islam. L’unica soluzione radicale è una riforma interna della lettura della storia islamica.

Quando al-Baghdadi dice che “l’islam non è mai stato una religione di pace”, esagera: l’islam ha avuto anche periodi di pace; dire che l’islam è solo guerra, è un errore anche questo ???. L’islam è pace e guerra ed è tempo che i musulmani rivedano la loro storia. Inoltre, va precisato che la guerra islamica non è paragonabile alle crociate: Le crociate sono state al massimo una guerra limitata per salvare Gerusalemme e i luoghi santi, ma non una guerra totale, santa, ispirata dal vangelo. Invece la guerra dell’islam è sempre santa se viene fatta per allargare i confini dell’islam e recuperare la terra dell’islam.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sharia o leje xlamega par Maometo e el Coran, on cremene

Messaggioda Berto » mer mag 27, 2015 10:32 am

LA VERITÀ CHE NON DICONO SULL'ISLAM - Dr. Bill Warner
https://www.youtube.com/watch?t=88&v=LcUazmYYUcI
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