Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani, atei

Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 9:40 am

Ancora botte per Sherif, l'egiziano cristiano

http://www.ilgiornale.it/news/interni/a ... 38572.html

Redazione - Gio, 25/07/2013 - 07:23

Sherif Azer, cittadino italiano, cristiano copto nato in Egitto, rappresentante della Comunità Cristiana Copta di Torino e vice-presidente dell'Associazione «Salviamo i cristiani», è stato nuovamente aggredito ieri da un gruppo di islamici verso le 13,45 nel quartiere di Porta Palazzo nel centro storico di Torino.

Mentre usciva dalla Banca San Paolo in Piazza della Repubblica è stato avvicinato da un islamico egiziano. Azer l'ha riconosciuto perché faceva parte del gruppo degli islamici che l'aveva aggredito giovedì scorso 18 luglio sotto la sua abitazione in Corso Giulio Cesare 24.
Coraggiosamente Azer ha cercato di bloccarlo per consegnarlo alla polizia. L'islamico si è ribellato e Azer gli ha mollato uno schiaffo con lo scopo di intimidirlo e indurlo a fermarsi. In quel momento lui ha urlato che Azer avrebbe oltraggiato il profeta Maometto. Sono spuntati prima un gruppo di islamici egiziani e poi è arrivato un secondo gruppo di islamici marocchini. Hanno iniziato l'aggressione a Azer che si è difeso grazie ad un ombrello che aveva con sé. Azer è corso in direzione di un taxi, l'ha fermato e ha supplicato il conducente di chiamare la polizia perché - ha detto testualmente - «gli islamici mi vogliono uccidere».
Per fortuna la polizia è arrivata all'istante, Azer è stato tratto in salvo e alcuni degli islamici sono stati arrestati. Azer ha sporto denuncia. Polizia e Digos sono ora sulle tracce degli altri islamici che hanno partecipato alla duplice aggressione di stamane e di giovedì scorso. Azer era stato barbaramente aggredito lo scorso 18 luglio sotto la sua abitazione in Corso Giulio Cesare da una decina di islamici con catene, calci e pugni al grido "Noi ti ammazziamo cristiano di merda", strappandogli il crocifisso dal collo, dopo aver ammesso di non osservare il Ramadan, il digiuno islamico ed essersi rifiutato di ripetere una formula rituale attestante l'appartenenza all'islam "Salli ala al Nabi" (Glorifica il profeta Maometto).
In serata si è svolta una Manifestazione di solidarietà a Sherif Azer, contro la violenza islamica e per la legalità a Porta Palazzo.
Magdi Cristiano Allam, parlamentare europeo e presidente di Io amo l'Italia, ha chiesto allo Stato di assicurare una protezione a Sherif Azer dopo la duplice aggressione da parte degli estremisti islamici perché diventato un simbolo della libertà religiosa e della difesa della civiltà cristiana dell'Italia.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 10:30 am

Papa Francesco: 'Se uno mi offende la madre gli do un pugno' Francesco sui fatti di Parigi: "Non si offendono le fedi"
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 29767.html

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"Non si offende la religione degli altri", parola di Francesco.
Il Papa si esprime nel giorno in cui il fronte unico "Je suis Charlie" mostra le prime crepe, e lo fa senza mezzi termini: sì alla libertà d'espressione ma senza "provocare, insultare, ridicolizzare la fede degli altri".
Diametralmente opposta a Papa Francesco, la Francia si inorgoglisce per essere il Paese "di Voltaire e dell'irriverenza" - come rivendica il ministro della Giustizia, Christiane Taubira - e non accetta confini alla libertà d'espressione: "possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta".
Francois Hollande, dopo le giornate terribili in cui ha reso onore alle salme di poliziotti, ha abbracciato i familiari di giornalisti trucidati in redazione, ha abbracciato i musulmani in un incontro all'Istituto del mondo arabo, diretto ora dall'ex ministro della Cultura, Jack Lang.
Voi, ha detto ai musulmani, "siete le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell'intolleranza".

Per Papa Bergoglio, "la libertà di religione e la libertà di espressione sono tutti e due diritti umani fondamentali".
Durante il viaggio verso Manila, il pontefice ha risposto alle domande dei giornalisti, e con un inviato francese si è lungamente soffermato sui dolorosi fatti di questi giorni, sempre premettendo che "non si uccide in nome di Dio" e che "i kamikaze danno la propria vita ma non la danno bene". "Ognuno - ha detto - ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente". "Non si può offendere o fare la guerra - ha proseguito - uccidere in nome della religione, cioè in nome di Dio".
E qui il mea culpa, il ricordo "della nostra storia", delle "grandi guerre di religione" fino alla "notte di San Bartolomeo".

Poi il tema del sangue di questi giorni, dell'irruzione terroristica in una redazione di vignettisti: "ognuno ha non solo la libertà o il diritto ma anche l'obbligo di dire quello che pensa se ritiene che aiuti il bene comune".
Infine, il "pugno": quello che il suo "caro amico" "dottor Gasbarri", l'organizzatore dei viaggi papali che era al suo fianco, può "aspettarsi" da lui se "dice una parolaccia contro la mia mamma": "perché non si può provocare, insultare, ridicolizzare la fede degli altri".

Il discorso del Papa è destinato a lasciare una traccia e a suscitare polemiche in Francia, dove di limiti alla libertà d'espressione, semmai, ci sono soltanto quelli in cui è caduto l'umorista Dieudonné: antisemitismo, apologia di terrorismo o negazionismo.
La guardasigilli Taubira ha scandito bene le parole, era emozionata ma determinata nel suo intervento per l'estremo saluto a uno dei vignettisti uccisi dai fratelli Kouachi il 7 gennaio: "nel paese di Voltaire e dell'irriverenza abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni.
Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta.
Fra l'omaggio commosso a Tignous da parte della "superstite" Coco e un "Bella ciao" da brividi cantato dall'umorista Christophe Aleveque, la Taubira ha ricordato i principi del paese dei Lumi: "non ci sono tabù", i disegnatori uccisi "vegliavano sulla democrazia, per evitare che sonnecchiasse". Hollande ha teso la mano ai musulmani, contro i quali dal 7 gennaio si sono intensificate le azioni violente: "il fondamentalismo islamico - ha detto il presidente - si nutre di tutte le contraddizioni, delle povertà, dei conflitti non risolti da troppo tempo, e sono i musulmani ad esserne le prime vittime".
Ribadendo l'imperativo di "evitare le confusioni" fra estremisti violenti e musulmani moderati, il presidente ha sottolineato il "dovere di solidarietà nei confronti del mondo arabo", a partire dal caso della Siria, dove "è la forza che ha avuto la meglio a furia di non affrontare quella questione". "Il mondo arabo è in piena mutazione, anche se non tutte le sue 'primavere' hanno prosperato - ha detto ancora il presidente - questi cambiamenti richiedono tempo".

No se ga da ofendar łe fedi ma no se ga da ofendar e copar ki ke no ga fede e ke no crede ente ła to fede e ke no vol saverghene de ła to fede. E se ti a te te parmeti de enpurpiarte de Dio o Allah, el Pare Çełeste de tuti łi omani e Creador de l’Ogneverso, xe pì ke justo ke te vegni cojonà e tolto pal cul par ła to stoltesa, prexounsion e rogansa.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 11:11 am

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A mi łe vignete no łe me toca e de seguro no łe toca gnanca Dio o Allah.
Ente ogni caxo ki ke copa par na vigneta lè on mato patoco-criminal e el va copà o meso en gałera.
Se penso a tuti coełi ke tira raxie, sarake, ostie, bastieme, porki, sacramenti, ... dovarisełi esar copà tuti?

Dio e Allah no łi xe purpietà de coalkeomo ke pol canpar diriti so de lori e ofendarse.
Dio o Allah no łi s-ciavi dei omani e ła vita de n'omo l'è on dono de Dio e ki ke ła tol lè el pì grando de łi sensa Dio, dei raxianti, dei bastiemadori.
La vita de n'omo ła xe sacra e no se pol darghe el valor de na vigneta o de na bastiema.
Ki ke el se ła ciàpa el ga lomè ke da vargognarse.
Caxo mai xe Dio o Alah ke el pol tor łi provedimenti del caxo e no łi ga çerto cogno/bexogno ke coalke omo el ciàpe łe so defexe.
Dio o Allah łi xe ognipotenti e no łi ga certo cogno de l'aio de n'omo contro n'altro omo.

Se po' se pensa a ki ke xe ateo o apostata o no credente e ke par sto fato el vien persegoità e kopà da łi memi òmani ke łi copa par defendar Dio da na vigneta o da na saràka, mi credo ke Dio o Allah łi prefarisa perdar l'aio de sta xente sensa creansa, sensa omanedà, ke copa par gnente.
Dio el parmete de copar lomè ke par defendarse e no par na paroła o par on dexegno.
Ki kel xe sensa pecà el bute ła prima pria!
Mi no a go gnente da spartir co sti credenti sensa Dio o Allah!



Sovegnemose ke Papa Françesco, so l’aereo, el ga dito e redito, forte e ciàro, ke no se pol copar en nome de Dio e el ga alsà el pugno se se toca ła mama, ma cogna sovegnerse ke Dio nol xe ła mama e ke on pugno nol xe on mitra kel fa straxe de omani e anca, se ‘l caxo, ke a ghè łe łej çeviłi par defendarse da łe ofexe.
Sovegnemose pur ke i venesiani łi se dixe de gusto e sensa copar “łi cani dei to morti e va en figa a to mare”.

Sovegnemose anca ke Cristo e Moamed łi xe sta bandii e persegoità come raxianti e bastiemadori da łi ortodosi entegrałisti de łi so ani e ke Cristo lè stà anca copà.

E da oltemo, se xonte, ke i no credenti łi ga el dirito de manefestar el so pensiero e de negar ła devenetà de Cristo e del Coran a ki ke crede ke ła so fede ła sia coeła vera e asoluda e ke ga ła rogansa de enporla co ła forsa e ła viołensa.
Ki ke enpon ła so fede co ła forsa e ła viołensa e ke considera i no credenti o coełi de n’altra fede come omani sotani (enferiori) o ke łi descremena e ke ga ła prexunsion de ver Dio ente ła so scarseła łi xe de łi gran bastiemadori e vioładori dei diriti omani ogneversałi e se łi fa bruti ati łi xe criminałi.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 11:11 am

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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 2:21 pm

La deriva violenta della umma coranica nel mondo

di Matteo Matzuzzi | 09 Gennaio 2015 ore 17:32

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/12445 ... -samir.htm

Roma. “Gli imam dicono che non bisogna confondere i terroristi con l’islam, che invece è una religione che predica la pace e la non violenza.
Troppo facile così, troppo poco”, dice al Foglio padre Samir Khalil Samir, gesuita nato in Egitto, vissuto in Libano, professore all’Université Saint Joseph di Beirut e al Pontificio Istituto Orientale di Roma.
“Non ci si può discolpare in questo modo e finché si sentirà ripetere da parte dei dotti musulmani il solito refrain, nulla cambierà”. Gli imam, per prima cosa, spiega il nostro interlocutore, “dovrebbero prendere le distanze da chi entra in una redazione di giornale con i fucili spianati, dicendo che quelli sono terroristi che vogliono riconquistare il mondo all’islam. Invece non lo fanno, non prendono atto che almeno l’ottanta per cento delle azioni terroristiche sul pianeta avviene in nome del profeta”.
La questione fondamentale è che “nel Corano c’è la violenza, a differenza del Vangelo.

Quando i musulmani conquistano la Terra Santa, passano a fil di spada gli infedeli”, e questo è un dato di fatto. E’ qui che deve iniziare il lavoro degli imam e dei dotti, chiamati a “a spiegare che una cosa è il testo scritto che nessuno vuole toccare, ma altra cosa è la necessaria interpretazione di quelle frasi. Prendiamo l’Antico Testamento, che contiene passi d’una violenza inaudita”, aggiunge padre Samir:
“La chiesa però in duemila anni ha saputo insegnare come interpretare le Scritture, altrimenti saremmo ancora a prendere alla lettera i versetti sul Dio degli eserciti e i bambini gettati sulle rocce.
Tutte le civiltà hanno conosciuto questa fase, ma l’hanno superata. L’islam no”.

Sono pochissimi, e per lo più professori universitari intellettualmente cresciuti in occidente, coloro che hanno provato a contestualizzare ai tempi correnti il dettato coranico. Gli altri, la maggioranza, “non osano farlo”.

Quel che servirebbe da parte delle comunità musulmane, spiega padre Samir, è “una sana autocritica, ma non la fanno, tacciono quando nel nome dell’islam viene commesso qualcosa contro gli altri.
E allora è inutile dire che si sentono oppressi e inferiori. In parte è vero, ma che fanno per cambiare questa condizione? Nulla. Non è l’occidente che li ha messi in quella situazione, ma sono loro che ci si sono infilati, andando a rovinare la reputazione di tutti i musulmani che desiderano solo vivere in pace con tutti”.
Insomma, dice l’islamologo al Foglio, “non si può accettare che quanti vengano in occidente vogliano imporre il proprio sistema di regole. L’integrazione presuppone l’accettazione della cultura delle popolazioni ospitanti, l’adozione delle abitudini di quel popolo, anche diverse dalle proprie.
Perché solo così quella gente sarà pronta ad accogliere e ad aiutare.
Il confronto faccia a faccia non serve a nulla, il dialogo vero presuppone la disponibilità sì ad ascoltare, ma anche ad adeguarsi all’altro”. Oggi, invece, “il dialogo consiste nei musulmani che per prima cosa ricordano di essere più di un miliardo e mezzo sul pianeta e che se si verifica qualche attentato è perché si trovano in condizioni sociali difficili. Ebbene, non è che i cinesi siano in condizioni molto migliori, eppure non tirano granate”. Invece, gli islamici non lo fanno, si chiudono in comunità ristrette e alimentano la paura. Cosa a quel punto ovvia, osserva Samir: “Troppi hanno commesso atti terroristici nel nome del dio islamico – per loro c’è solo ‘Allah’, non lo chiamano Dio neppure quando parlano in francese inglese o italiano – e l’immagine che l’islam da di sé è del tutto negativa. Si presenta come una religione bellicosa, aggressiva, arretrata. L’unica soluzione è ammettere, da parte loro, che qualcosa non va nel proprio agire. Ma lo devono fare loro”.

Invece, reagiscono nel modo che s’è visto contro le vignette satiriche d’un settimanale: “La bomba nel turbante di Maometto? Che male c’è?”, dice padre Samir, che aggiunge: “All’epoca i miei interlocutori musulmani definivano ciò inaccettabile. Eppure loro rappresentano Allah con la spada. Hezbollah lo scrive addirittura come fosse un kalashnikov, così che chi lo guarda e non sa leggere l’arabo pensa che quel nome stia a indicare proprio l’arma”.
Non si tratta di insultare il Profeta, chiarisce l’islamologo: “Sto solo dicendo che se uno non è d’accordo con una caricatura va da un giudice e si serve della legge di quel paese. Se la legge non sta bene, si è liberi di andarsene da quel paese. Non si può arrivare al punto da sentirsi definire ‘empi’ in casa propria”.



Ecco che fine fanno i veri musulmani moderati che criticano la “legge nera”
di Giulio Meotti | 20 Settembre 2014 ore 06:30

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/121142/rubriche/islam

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Il professor Muhammad Shakil Auj era segnato.
Gli imam delle madrasse lo avevano condannato a morte. Una fatwa con l’accusa di “blasfemia”. Aveva ricevuto minacce di morte dagli stessi colleghi di università, che lo avevano chiamato “apostata”.
Giovedì sera il professor Auj è stato ucciso mentre andava a una conferenza. Era il preside della Facoltà di studi islamici dell’Università di Karachi, la più importante del Pakistan.
Auj era orgogliosamente un “musulmano liberale”, teneva lezioni sull’islam negli Stati Uniti, partecipava a dibattiti televisivi e aveva scritto quindici libri sul Corano e l’islam, contro il letteralismo takfir dei fondamentalisti, a favore del matrimonio fra musulmani e persone di diversa confessione, contro il velo delle donne durante le preghiere e contro la “legge nera” sulla blasfemia che condanna a morte i cristiani.
Un eroe, dunque.
Una settimana fa un altro studioso di religione islamica, Masood Baig, è stato anche lui ucciso.
Auj era come il riformatore islamico Muhammad Taha, giustiziato in Sudan per aver protestato contro l’imposizione della sharia e per aver scritto che le sure medinesi corrispondono a una società del VII secolo e che per questo sono modificabili in funzione delle dinamiche storiche. E’ così che finiscono i veri “musulmani moderati”, ma non vengono mai celebrati dagli stessi apologeti che in occidente gongolano per il veleno di Socrate, il rogo di Giordano Bruno, la mannaia di Thomas More.

Come il governatore del Punjab, Salman Taseer, musulmano, laico, modernizzatore, uno che beveva alcolici e ballava, per questo assassinato dai talebani pachistani. Difendeva Asia Bibi, la ragazza cristiana in carcere con una condanna a morte per blasfemia.
Dal 1986 al 2005, 695 persone sono state processate con questa accusa in Pakistan.
Oggi, sedici di loro si trovano nel braccio della morte e altre venti scontano l’ergastolo. Dal 1990 52 pachistani sono stati uccisi prima di arrivare in aula.
Come l’avvocato pachistano Rashid Rehman Khan, noto per il suo attivismo a favore dei diritti umani, assassinato dai terroristi in quanto difensore di alcuni cristiani imputati per blasfemia.
Khan era coordinatore della Human Rights Commission of Pakistan.
Altri avvocati gli avevano detto: “Non arriverai alla Corte la prossima volta”.
“Non aveva paura di nulla – hanno detto i colleghi del legale assassinato – diceva che non bisogna aver paura della morte, perché si può morire anche per una puntura di zanzara”.
Così parlava un musulmano moderato. Il prossimo pachistano sulla lista nera è un Junaid Hafeez, poeta, docente di Letteratura e Fulbright scholar, in carcere con l’accusa di blasfemia. Il suo avvocato era proprio Rehman Khan. Prima di morire aveva dato un’intervista alla Bbc: “Chi viene accusato di blasfemia è già vicino alla morte.
La società è intollerante e fanatica e nessuno bada se le accuse sono vere o false. La gente uccide per cinquanta rupie, perché qualcuno dovrebbe farsi problemi a uccidere in un caso di blasfemia?”.
Rehman aveva accettato di difendere Hafeez dopo che per quattro mesi questi non era riuscito a trovare nessuno disposto ad assisterlo in tribunale. A rischio è anche l’avvocato di Asia Bibi, Sardar Mushtaq Gill. E Sherry Rehman, donna, musulmana, laica, colpita da una fatwa degli integralisti islamici per aver chiesto di abrogare la legge sulla blasfemia. Sherry è “wajib-ul-qatl”, degna di essere uccisa.


Si ripete il copione dell’Algeria degli anni Novanta, quando decine di intellettuali vennero assassinati dai terroristi.

-Lâadi Flici. Romanziere. Ucciso nel suo studio con la penna in mano.
-Djilali Liabès. Sociologo. Aveva squarciato il velo del chador per raccontare come amano le algerine.
-Abderrahmane Chergou. Saggista. Lasciato lì a morire dissanguato come un agnello.
-Abdelkader Alloula. Commediografo. Tre pallottole nel cranio.
-Mahfoud Boucebci. Scrittore. Ucciso a coltellate.
-Tahar Djaout. Giornalista e autore dei versi “Se taci, muori; se parli, muori; allora di’ e muori”.
-Youcef Sebti. Scrittore e poeta francofono e poeta, sacrificato sull’ara della “purezza islamica”. Sgozzato in casa sotto una riproduzione delle esecuzioni del “3 maggio” di Goya. Sul comodino aveva le bozze dell’ultimo romanzo, “Les illusions fertiles”.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 3:38 pm

A ridere del Profeta, fin dalle origini dell’islam si rischiava la pelle

di Maurizio Stefanini | 12 Gennaio 2015 ore 11:33

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/12449 ... -pelle.htm

Non si sa se Maometto ridesse.
“Non ho mai visto il Messaggero di Allah ridere pienamente fino al punto da potergli vedere l’ugola.
Si limitava a sorridere”, ricordava, secondo un hadith (racconto), la sua moglie diletta Aisha.
Ma un altro hadith riporta il ricordo di Abu Dharr al-Ghifari, “quarto o quinto convertito dell’islam”, che una volta lo aveva invece visto ridere fino a mostrare i denti. E se ne riporta un terzo che riferisce la testimonianza di Jabir ibn Samurah, secondo il quale anche se Maometto personalmente si limitava a sorridere, non si scandalizzava se i suoi compagni invece si abbandonavano a risate più sostanziose.

Quel che è certo, è che il Profeta dell’islam gradiva poco che si ridesse di lui, e il Corano riporta addirittura quali erano le sfottiture che lo riguardavano.
Per esempio, che parlava come quello che oggi si definirebbe un registratore.
Sura del Pentimento: “Tra loro ci sono quelli che dileggiano il Profeta e dicono: ‘E’ tutto orecchi’”.
Oppure lo accusavano di scopiazzare senza ritegno le scritture ebraiche e cristiane. Sura del Discrimine: “I miscredenti dicono: ‘Tutto questo non è altro che menzogna che costui ha inventato con l’aiuto di un altro popolo’.
E dicono: ‘Favole degli antichi che si è fatto scrivere’”.
O si prendevano gioco dei costumi, dei riti e delle leggi che aveva introdotto. Sura dei Frodatori: “Invero i malvagi schernivano i credenti / quando passavano nei loro pressi si davano occhiate / ritornando dalla loro gente, si burlavano di loro”. La stessa Sura dei Frodatori nel registrare che “oggi invece sono i credenti a ridere dei miscredenti” potrebbe forse suggerire che il Corano la pensa come il povero Charb: alla satira si risponde con altra satira.
Altrove, lo stesso Corano assicura invece che è compito del solo Allah fare giustizia dei motteggiatori.
Sura del Discrimine: “Per coloro che tacciano di menzogna l’Ora, abbiamo preparato la Fiamma”. Sura del Pentimento: “Schernite pure! Allah paleserà quello che temete”.

Il problema dei jihadisti di oggi è però che, più ancora che al Corano, si ispirano all’esempio di Maometto come machiavellico “profeta armato”.
E se nell’Arabia dell’epoca del Profeta non c’era una satira disegnata, c’era però una fiorentissima tradizione di satira poetica contro le cui star il fondatore dell’islam infierì in stile fratelli Kouachi, in particolare nei mesi che precedettero e seguirono la battaglia di Badr del marzo 624, tappa decisiva della sua affermazione.

-Lì furono catturati e poi decapitati Nadr ibn al Harith e Uqba ibn Abu Muayt. L’uno, avendo viaggiato in Persia ed avendone imparato le leggende, aveva sfidato Maometto a chi raccontava storie migliori.
L’altro aveva scritto contro di lui versi satirici.
-Un po’ prima o un po’ dopo la battaglia fu uccisa Asma bint Marwan: una poetessa ebrea madre di cinque figli, che in versi aveva rimproverato i suoi concittadini medinesi per non essersi liberati dello straniero Maometto fin quando erano in tempo. Un jihadista entrò di notte nella casa di lei, tolse con delicatezza un poppante dal seno della madre addormentata, e la infilzò nel sonno. La mattina dopo se ne vantò e sfidò chiunque volesse prendersi vendetta, secondo l’uso tribale.
Ma neanche il vedovo ebbe il coraggio di fiatare.

-A febbraio o a settembre fu il turno di Abu Afak: un ultracentenario forse ebreo, che in un poema aveva esortato gli avi dei medinesi a scuotere le montagne addosso allo straniero Maometto. Non solo fu ucciso, ma un musulmano scrisse un contro-poema satirico irridendo la sua morte.
-Poi toccò all’ebreo Kab bin al Ashraf, autore sia di un famoso lamento sulla sorte della Mecca, sia di versi salaci sulle donne musulmane.
Nel settembre del 624 fu contattato da un gruppo di cinque uomini che si presentarono a lui come ex musulmani stanchi del Profeta.
Malgrado gli avvertimenti della moglie, che non si fidava, accettò di incontrarli, e quello che si rivelò un commando omicida gli tagliò la testa e la portò a Maometto.
-Quell’anno si concluse a dicembre con l’uccisione di Abu Rafi’ ibn Abi Al Huqaiq; anche lui autore di versi anti Maometto.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » lun gen 19, 2015 10:19 pm

Proteste contro le vignette su Maometto di Charlie Hebdo, in Niger bruciate 45 chiese

http://www.lastampa.it/2015/01/19/ester ... agina.html

Presi di mira soprattutto i cristiani e i loro luoghi di culto: 10 morti, 170 feriti, 180 arresti

La collera contro le vignette su Maometto che si è scatenata negli ultimi giorni in Niger ha preso di mira soprattutto i cristiani, con brutale violenza contro i loro luoghi di culto: almeno 45 chiese sono state bruciate nel corso delle proteste seguite alla nuova pubblicazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, che hanno provocato almeno 10 morti, 170 feriti e 180 arresti.

Le violenze sono divampate venerdì in diverse zone del Paese del Sahel a stragrande maggioranza musulmana. Polizia e esercito sono intervenuti in forze per contrastare centinaia di persone inferocite, soprattutto giovani che, dopo l’inizio pacifico di manifestazioni anti-Charlie al grido di `Allah u Akbar´, si sono poi scagliati contro Parigi, invocando la cacciata degli ex colonizzatori francesi e bruciando le bandiere tricolori.



Dieci persone sono rimaste uccise durante gli scontri a Zinder, seconda città del Paese, e nella capitale Niamey, dove dopo essere state saccheggiate sono state alle fiamme decine di chiese, bar, alberghi, attività commerciali e anche una scuola cristiana ed un orfanotrofio. A Zinder, più di 300 cristiani sono scappati rifugiandosi in campi militari.

La tensione è rimasta elevata anche domenica. Trecento persone hanno sfidato le autorità, che avevano vietato i cortei, scendendo in piazza contro il governo guidato dal presidente Mahamadou Issoufou, uno dei capi di Stato africani che avevano partecipato alla marcia repubblicana dell’11 gennaio a Parigi, dopo la strage di Charlie Hebdo. A Issoufou non è stato perdonato il suo «Siamo tutti Charlie» pronunciato da Parigi, che ha scatenato la rabbia della popolazione. Ed è riesplosa la guerriglia, con lanci di pietre per rispondere ai lacrimogeni usati dalla polizia per disperdere la folla.



Al termine di questo week-end da incubo, che ha fatto proclamare al governo tre giorni di lutto nazionale, sono stati registrati complessivamente, oltre ai 10 morti, almeno 173 feriti. In tutto sono state arrestate 189 persone.

Il Niger, stretto alleato della Francia anche dopo la sua indipendenza nel 1960, e partner chiave per le sue ingenti risorse minerarie (uranio), è considerato dagli analisti un anello debole nell’Africa subsahariana: tra i Paesi più poveri del mondo, con tassi di analfabetismo record e stretto tra la minaccia jihadista proveniente dai confinanti Mali, Libia, Ciad e Nigeria, dove imperversano i fanatici di Boko Haram. Un focolaio di instabilità in cui le minoranze, come quelle cristiane, sono sempre più a rischio.

Le violenze anti-Charlie in Niger sono state la punta dell’iceberg di una protesta che si è diffusa in tanti altri Paesi musulmani. La più imponente oggi è andata in scena in Cecenia, con un milione di fedeli in marcia nella capitale della repubblica caucasica Grozny per «Amore del profeta Maometto». Centinaia di persone sono scese in piazza anche in Iran, davanti all’ambasciata francese a Teheran. Slogan ostili alla Francia sono stati scanditi anche a Gaza, mentre in Turchia si sono verificati scontri tra studenti laici e decine di musulmani all’università di Ankara.



Grozny, un milione in piazza contro la satira su Maometto

Una marea umana a Grozny in difesa del profeta Maometto: il Cremlino vieta le manifestazioni contro le vignette satiriche del settimanale francese Charlie Hebdo a Mosca, per evitare provocazioni e disordini nella capitale più musulmana d’Europa (2 milioni di fedeli), dove in una platea tradizionalmente moderata non mancano ormai wahabiti e seguaci di altre sette radicali. Ma, per dare sfogo al malumore della comunità islamica del Paese, asseconda quelle nei territori russi del turbolento Caucaso del nord, a maggioranza musulmano.

Come è accaduto sabato scorso a Magas, nella piccola Inguscezia (oltre 20 mila persone), e soprattutto oggi a Grozny, capitale della Cecenia, dove diverse centinaia di migliaia di fedeli musulmani hanno marciato nel centro della città. Secondo il ministero dell’interno federale russo, alla manifestazione, intitolata «Amore per il profeta Maometto», c’erano oltre 800 mila persone; stando a quello ceceno oltre un milione. In ogni caso si tratta della più imponente manifestazione islamica in Occidente dopo gli attacchi terroristici a Parigi. Inizialmente erano attese 500 mila persone, ma il controverso leader ceceno Ramzan Kadyrov, luogotenente di Putin a Grozny, è riuscito a mobilitare la comunità musulmana di tutto il Caucaso del nord, trascinando il suo popolo con una giornata di festa e chiudendo le scuole. Oggi l’enorme piazza Minutka e le zone adiacenti erano invase da una folla che invocava Allah ed esponeva cartelli con slogan, in russo e in inglese, come «Io amo il mio profeta», «Giù le mani da Maometto», «l’Europa ci ha solo uniti», «L’Islam è una religione di pace». Prima della preghiera nella moschea intitolata al padre, la più grande d’Europa con i suoi 10 mila posti, Kadyrov ha lanciato i suoi anatemi insieme a leader religiosi dell’Islam e della Chiesa ortodossa russa, allineata a quella musulmana nel condannare le vignette satiriche religiose. Era presente anche Al-Jifri, indicato come un discendente diretto di Maometto.

«Noi vediamo che i giornalisti e i politici europei proclamano la libertà di offendere e insultare i sentimenti religiosi di milioni di credenti sotto il falso slogan di libertà di parola e democrazia. La Russia si oppone a queste tendenze negative che hanno influenzato l’Europa e altre religioni del pianeta», ha tuonato, ammonendo che «noi non tollereremo simili azioni» e definendo suoi «nemici personali» le persone «che sostengono i diritti di Charlie Hebdo e di altre pubblicazioni di offendere milioni di fedeli». Mosca sta seguendo una politica molto attenta ed equilibrata nella vicenda di Charlie Hebdo. Dopo gli attacchi terroristici a Parigi, il Cremlino ha espresso le sue condoglianze e ha inviato il ministro degli esteri Serghiei Lavrov alla marcia di Parigi, anche se più in nome nella lotta comune al terrorismo che della difesa della libertà di espressione. Ma poi ha dovuto puntualizzare che «la Russia non è Charlie».

Roskomnadzor, l’organo governativo russo che si occupa del controllo dei media, ha ammonito i media contro la pubblicazione delle vignette, sostenendo che potrebbe essere classificata come reato (incitamento all’odio religioso). E se da un lato Mosca, con il beneplacito delle autorità islamiche locali, ha negato la richiesta per il 25 gennaio di una manifestazione nella capitale con 100 mila persone contro le vignette di Charlie Hebdo, dall’altro ha dato libero sfogo al malcontento dei musulmani nel Caucaso, in particolare in Cecenia, dove sa di poter contare sul ferreo controllo delle masse da parte di Kadyrov. Del resto la Russia è da secoli un Paese multietnico e multiconfessionale, con la più grande comunità islamica d’Europa, concentrata, oltre che a Mosca e nel Caucaso del nord, anche in regioni come il Tatarstan o la Baschiria. Il Cremlino sa che non comprendere la reazione islamica sarebbe un grave errore politico e potrebbe innescare una miccia pericolosa nella società, minando la stabilità del Paese.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » mer gen 21, 2015 9:12 am

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???
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No credo ke ente i paexi xlameghi d'Axia e Afrega e creistiani d'Ouropa i cristiani łi gapie da far cordon par protexar i muxlim co łi prega! Ben vegna el bon muxlim ma ke nol sipia el cavalo de Troia.

Spero ke mostrar sto "ben" nol serva a lavarse ła cosiensa e łe man pal fato ke no se fa gnente par defendar e protexar i creistiani ke łi xe persegoità e masacrà ente i paexi xlameghi e mexi xlameghi de l'Axia e de l'Afrega. Kisà parké łe toxate come Greta e Vanesa no łe va a aiar i crestiani persegoità e masacrà ma łe va lomè dai muxlim ... pensale forse ke i creistiani łi sipia el mal e i muxlim el ben maltratà da i creistiani? Cristo on demogno e Moamed on santo?

El pugno alsà del Papa, sensa volerlo, el val anca par i creistiani ke łi xe ofexi, persegoità e masacrà da i xlameghi ... e no lomè ke vignete, no ghè confronti tra coel ke subise e patise i creistiani co coel ke patise i muxlim par via de łe vignete.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » mer gen 21, 2015 4:05 pm

Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti…
http://www.sanpiox.it/public/index.php? ... &Itemid=83

Marcher contre la Terreur , “Marcia contro il Terrore”, è stato il titolo con cui “Le Monde”, il “Corriere della Sera” e i principali giornali occidentali hanno presentato la grande sfilata laicista dell’11 gennaio. Mai nessuno slogan è stato più ipocrita di questo, imposto dai mass media come reazione alla strage di Parigi del 7 gennaio. Che senso ha infatti parlare di Terrore senza aggiungere al sostantivo l’aggettivo “islamico”?

L’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo” è stato perpetrato al grido di «Allah akbar ! » per vendicare Maometto offeso dalle caricature e dietro i kalashnikov dei terroristi c’è una visione del mondo precisa: quella musulmana.
Solo ora i servizi segreti occidentali cominciano a prendere sul serio le minacce di Abu Muhamad al Adnani, contenute in un comunicato multilingue diffuso il 21 settembre 2014 dal quotidiano on line “The Long War Journal”.

«Conquisteremo Roma, spezzeremo le sue croci, faremo schiave le sue donne col permesso di Allah, l’Eccelso», ha dichiarato ai suoi seguaci il portavoce dello “Stato islamico”, che non ha semplicemente ripetuto di sterminare gli “infedeli” ovunque si trovino, ma ha indicato loro anche le modalità: «Piazzate l’esplosivo sulle loro strade. Attaccate le loro basi, fate irruzione nelle loro case. Troncate loro la testa. Che non si sentano sicuri da nessuna parte! Se non potete trovare l’esplosivo o le munizioni, isolate gli Americani infedeli, i Francesi infedeli o non importa quale altro loro alleato: spaccate loro il cranio a colpi di pietra, uccideteli con un coltello, travolgeteli con le vostre auto, gettateli nel vuoto, soffocateli oppure avvelenateli».

Ci si illude che la guerra in corso non sia quella dichiarata dall’Islam all’Occidente, ma una guerra che si combatte all’interno del mondo musulmano e che l’unico modo per salvarsi sia di aiutare l’Islam moderato a sconfiggere l’Islam fondamentalista, come ha scritto sul “Corriere della Sera” dell’11 gennaio Sergio Romano, un osservatore che pure passa per intelligente. In Francia, lo slogan più ripetuto è quello di evitare l’“amalgama”, ossia l’identificazione tra l’Islam moderato e quello radicale.
Ma il fine comune a tutto l’Islam è la conquista dell’Occidente e del mondo.
Chi non condivide questo obiettivo non è un moderato, semplicemente non è un buon musulmano.


Le divergenze, semmai, non riguardano il fine, ma i mezzi: i musulmani di Al Qaeda e dell’Isis hanno abbracciato la via leninista della azione violenta, mentre i Fratelli Musulmani utilizzano l’arma gramsciana dell’egemonia intellettuale. Le moschee sono il centro di propulsione di quella guerra culturale che Bat Ye’or definisce il soft-jihad, mentre con il terminehard-jihad definisce la guerra militare per terrorizzare e annientare il nemico. Si può discutere, e certamente si discute all’interno dell’Islam, sulla scelta dei mezzi, ma c’è concordia sull’obiettivo finale, l’estensione al mondo della sharia’a, la legge coranica.

Islam è in ogni caso un sostantivo verbale traducibile con “sottomissione”.

La sottomissione per evitare il Terrore, lo scenario del futuro europeo immaginato dal romanziereMichel Houellebecq nel suo ultimo libro, precipitosamente ritirato dalle librerie francesi. No al Terrore significa per i nostri uomini politici no alla sottomissione violenta degli jihadisti, sì ad una sottomissione pacifica, che porti dolcemente l’Occidente in una condizione di dhimmitudine.

L’Occidente si dice disposto ad accettare un Islam “dal volto umano”, ma in realtà, ciò che dell’Islam rifiuta non è solo la violenza, ma anche il suo assolutismo religioso. Kel fa oror! N'oror sensa fine pexo del nasixmo!

Per l’Occidente c’è licenza di uccidere in nome del relativismo morale, ma non in nome di valori assoluti. Eppure l’aborto è sistematicamente praticato in tutti i Paesi occidentali e nessuno dei capi di Stato che hanno sfilato a Parigi contro il Terrore lo ha mai condannato.
Ma cos’è l’aborto se non la legalizzazione del Terrore, il Terrore di Stato promosso, incoraggiato, giustificato?
Che diritto hanno i leader occidentali di manifestare contro il Terrore?
???

Su “La Repubblica” del 13 gennaio 2015, mentre l’ex capo di Lotta Continua Adriano Sofri celebra L’Europa che rinasce sotto la Bastiglia, la filosofa postmoderna Julia Kristeva, cara al cardinale Ravasi, afferma che «la piazza illuminista ha salvato l’Europa», e che «di fronte al rischio che stavano correndo, libertà, uguaglianza e fratellanza hanno smesso di essere concetti astratti, incarnandosi in milioni di persone».

Ma chi ha inventato il Terrore se non la Francia repubblicana, che lo ha usato per annientare tutti gli oppositori alla Rivoluzione francese?
L’ideologia e la prassi del terrorismo si affacciano per la prima volta nella storia con la Rivoluzione francese, soprattutto a partire dal 5 settembre 1793, quando il “Terrore” fu messo dalla Convenzione all’ordine del giorno e divenne una parte essenziale del sistema rivoluzionario.
Il primo genocidio della storia, quello vandeano, venne perpetrato in nome degli ideali repubblicani di libertà, uguaglianza e fratellanza.
(A ghe né de xenoçidi vanti de coeło vandean, se pense a tuti łi strermegni fati dai romani, a scuminsiar da coeło de i veneti de ła Bretagna o Armorega).

Il comunismo che pretese di portare a compimento il processo di secolarizzazione inaugurato dalla Rivoluzione francese, attuò la massificazione del terrore su scala planetaria, provocando, in meno di settant’anni, oltre 200 milioni di morti. E che cos’è il terrorismo islamico se non una contaminazione della “filosofia del Corano” con la prassi marx-illuminista importata dall’Occidente?

“Charlie Hebdo” è un giornale in cui, fin dalla sua fondazione, la satira è stata posta al servizio di una filosofia di vita libertaria, che affonda le sue radici nell’illuminismo anticristiano. Il giornale satirico francese è stato reso noto dalle sue caricature di Maometto, ma non vanno dimenticate le disgustose vignette blasfeme pubblicate nel 2012 per rivendicare l’unione omosessuale. I redattori di “Charlie Hebdo” possono essere considerati un’espressione estrema ma coerente della cultura relativista ormai diffusa in tutto l’Occidente, così come i terroristi che gli hanno sterminati possono essere considerati espressione estrema ma coerente dell’odio contro l’Occidente di tutto il vasto mondo islamico.

Coloro che rivendicano l’esistenza di una Verità assoluta e oggettiva vengono equiparati dai neoilluministi ai fondamentalisti islamici. Mai noi equipariamo il relativismo all’islamismo, perché entrambi sono accomunati dal fanatismo.
Il fanatismo non è l’affermazione della verità, ma lo squilibrio intellettuale ed emotivo che nasce dall’allontanamento della verità.
E c’è una sola verità in cui il mondo può trovare la pace, che è la tranquillità dell’ordine: Gesù Cristo, Figlio di Dio, a cui tutte le cose devono essere ordinate in Cielo in terra, perché si realizzi la pace di Cristo nel Regno di Cristo additata come l’ideale di ogni cristiano da Papa Pio XI nella enciclica Quas Primas dell’11 dicembre 1925.

Non si può combattere l’Islam in nome dell’illuminismo e tanto meno del relativismo.
Ciò che sola vi si può opporre è la legge naturale e divina, negata in radice sia dal relativismo che dall’Islam. Per questo leviamo in alto quel Crocifisso che il laicismo e l’islamismo rigettano e ne facciamo una bandiera di vita e di azione. «Noi ‒ affermava san Paolo ‒ predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani» (I Cor 1, 23). Potremmo ripetere: «Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti».

Fonte: Corrispondenza Romana

Nò, nò se pol, anca sensa alsar l’encroxeficà en nome de i vałori omani ogniversałi e considerà l’enperfesion omàna co ła regoła ke dapò del ben e vanti del mal a vien el manco mal, el mal pì ceo. Mejo el relateivixmo de Cristo col dixe “ki ke xe sensa pecà el bute ła prima pria, ke l’entegrałeixmo fondamentalista e sasin dei muxlim” e de çerti entegrałistri creistiani ke coaxi coaxi łi vede ente l’asołuotixmo ixlamego na speçe de castigo divin e de justisia divina contro el rełateivixmo de łi atei e de łi creistiani a l’acoa de roxa.

No xe beło, bon e san abortir, ma xe pexo copar, torturar e stermegnar łi omani, i povołi a miłara a miłioni: omani, done, putini, veci, małà, mame col mamo en pansa, parsone ke pol xbajar ma anca despiaxerse e çercar de far mejo.
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Re: Persecusion de: cristiani, pagani, ebrei, musulmani,

Messaggioda Berto » sab gen 24, 2015 10:46 am

LE MANIPOLAZIONI DEI VERSETTI DEL CORANO SUL “MATTINO DELLA DOMENICA”

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https://bufaledelmattino.wordpress.com/ ... a-domenica

Postato il 9 febbraio 2014 Aggiornato il 9 febbraio 2014
LE MANIPOLAZIONI DEI VERSETTI DEL CORANO SUL “MATTINO DELLA DOMENICA” PER DISTORCENE IL SIGNIFICATO E CREARE ALLARMISMO

Il 6 ottobre 2013 il giornale “il Mattino della domenica” della Lega dei ticinesi pubblica in grande risalto la seconda parte di un articolo di Antonio Scanziani Champ, il quale si concentra nel dimostrare quanti versetti nel Corano “inneggiano alla violenza e alla guerra” (in più c’è anche una parte finale dedicata alle donne, ma che mi concentrerò la prossima volta).

Io non farò questo articolo per difendere e spiegare in fondo tutti quei versetti, invece prenderò quei versetti corti (anche se lo stesso lavoro si può fare con i versetti più lunghi, ma allora l’articolo diventerebbe lunghissimo) per rendere evidenti quali tipi di manipolazioni e omissioni sono state fatte al testo originale: basta citare il versetto completamente, oppure aggiungere il versetto precedente e quello successivo, per intuire che il contesto non è quello suggerito dall’autore dell’articolo. La costante di queste manipolazioni è di omettere il contesto della battaglia di difesa dall’aggressione subita e dell’ordine di smetter di combattere una volta che il nemico offre la tregua.

Prenderò come riferimento la traduzione del Corano in italiano più usata e accettata da tutte le comunità islamiche in Italia, ovvero la traduzione fatta da Hamza Piccardo, un italiano convertito all’Islam negli anni ’70.

Per il lettore, la parola “Sura” vuol dire “Capitolo”, seguita con il numero del capitolo e il numero del versetto. (Per esempio, “Sura 4:56” vuol dire “Capitolo numero 4, versetto 56”)
Tornando all’articolo di Antonio Champ, indicherò con “Champ: ” e dopo quello che lui ha scritto, poi indichero con “Piccardo: ” con quello che è scritto nel Corano sulla traduzione di Piccardo (aggiungendo il link al capitolo, o meglio “Sura” del Corano); infine aggiungerò un NDR con alcune mie note.
Mattino della domenica del 06.10.2013Mattino della domenica del 06.10.2013

Si comincia con questo versetto del Corano riportato da Antonio Champ …

Antonio Champ:
« In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio »
(Sura 4:56).

Versetti precedenti e successi nel Corano di Piccardo:
55. Qualcuno di loro ha creduto e qualcun altro si è allontanato. L’Inferno sarà [per loro] una fornace sufficiente!
56. Presto getteremo nel Fuoco coloro che smentiscono i Nostri segni. Ogni volta che la loro pelle sarà consumata, ne daremo loro un’altra, sì che gustino il tormento. In verità Allah è eccelso e saggio.
57. Coloro che invece hanno creduto e operato il bene, presto li faremo entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli e in cui rimarranno immortali in perpetuo, avranno spose purissime e li introdurremo nell’ombra che rinfresca.

(Sura 4:55-57)

NDR: Secondo Champ, nel Corano si ordinerebbe ai musulmani di bruciare chi ha rifiutato la fede, mentre invece si riferisce alla pena del fuoco nell’Inferno.
Ecco la fonte qui: http://www.corano.it/corano_testo/4.htm

———————

Il prossimo versetto dall’articolo di Champ:
Antonio Champ:
"Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti".
(Sura 2:191)

Piccardo:
190. Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono.
191. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.
192. Se però cessano, allora Allah è perdonatore, misericordioso.

(Sura 2:190-192)

NDR: secondo Champ, nel Corano si ordina di uccidere gli infedeli ovunque li si incontri, mentre l’obbligo è di combatterli senza eccessi fintanto che combattono i musulmani.
http://www.corano.it/corano_testo/2.htm

————————————-

Continuiamo con l’articolo di Champ:
Antonio Champ:
«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita… I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! … Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi»
(Sura 8:12-17).

NDR: Potete notare come Antonio Champ abbia tagliato e incollato quello che voleva dal versetto 12 al versetto 17 che sono ben 5 lunghi versetti.

Piccardo completo:
12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
13. E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero”. Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero…!
14. Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!
15. O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle.
16. Chi in quel giorno volgerà loro le spalle – eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo – incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l’Inferno. Qual triste rifugio!
17. Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce.
18. Ecco [quello che avvenne]: Allah vanificò l’astuzia dei miscredenti.
19. Se è la vittoria che volevate, ebbene la vittoria vi è giunta! Se desisterete, sarà meglio per voi. Se invece ritornerete, Noi ritorneremo. Le vostre truppe, quand’anche fossero numerose, non potranno proteggervi. In verità Allah è con i credenti.
(Sura 8:12-19).


NDR: Secondo Champ il Corano direbbe di torturare gli infedeli, mentre invece si tratta della narrazione della battaglia di Badr dei musulmani contro i meccani (pagani) dove parteciparono anche gli angeli in quella battaglia. Infine c’è il monito che se i meccani ritorneranno ad attaccare i musulmani, Allah ritornerà in sostegno dei musulmani.
http://www.corano.it/corano_testo/8.htm

—————————————-

Continuiamo con l’articolo di Antonio Champ, che cita i seguenti versetti:
Antonio Champ:
«Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri»
(Sura 47:4).

Piccardo:
3. perché i miscredenti seguono il falso, mentre i credenti seguono la verità [proveniente] dal loro Signore. Così Allah propone il loro esempio agli uomini.
4. Quando [in combattimento] incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati, poi legateli strettamente. In seguito liberateli graziosamente o in cambio di un riscatto, finché la guerra non abbia fine. Questo è [l’ordine di Allah]. Se Allah avesse voluto, li avrebbe sconfitti, ma ha voluto mettervi alla prova, gli uni contro gli altri. E farà sì che non vadano perdute le opere di coloro che saranno stati uccisi sulla via di Allah:
5. li guiderà, migliorerà la loro condizione,
(Sura 47:3-5).


NDR: Antonio Champ omette sempre il contesto della battaglia e di cosa farne dei prigionieri.
http://www.corano.it/corano_testo/47.htm

—————————

Continuiamo con l’articolo di Antonio Champ, che cita i seguenti versetti:
Antonio Champ:
« Gli ipocriti e i miscredenti: Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte.»
(Sura 33:61).

Piccardo:
60. Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze.
61. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte.
62. Questa è stata la consuetudine di Allah nei confronti di coloro che vissero precedentemente. Non troverai alcun cambiamento nella consuetudine di Allah.
(Sura 33:59-62).


NDR In questo versetto Antonio Champ omette che era un ammonimento molto durò alla gente ipocrita che viveva a Medinae che combinavano spesso gravi problemi nella comunità (ma per questo tema bisogna leggere la storia dell’Islam a Medina)
http://www.corano.it/corano_testo/33.htm

———————

Prossimo versetto citato da Antonio Champ:

‘O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi … Sappiate che Allah è con i timorati.’

(Sura 9-123)

Piccardo:
122. I credenti non vadano in missione tutti insieme. Perché mai un gruppo per ogni tribù, non va ad istruirsi nella religione, per informarne il loro popolo quando saranno rientrati, affinché stiano in guardia?
123. O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con i timorati.
124. Quando viene fatta scendere una sura, alcuni di loro dicono: “A chi di voi [questa sura] ha fatto accrescere la fede?”. Quanto a coloro che credono, essa accresce la loro fede ed essi se ne rallegrano.
(Sura 9:122-124)


NDR: questo versetto ha fatto partire la spedizione di Tabûk: essi si riferiscono alla campagna che l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) iniziò per fronteggiare un supposto attacco da parte dei Bizantini. La preparazione della spedizione si scontrò con molte difficoltà sia di ordine personale che finanziario ed è nota come,“la leva difficoltosa”. Molti chiesero di essere esentati dal partecipare e il Profeta (pace e benedizioni su di lui) diede loro il permesso di restare. Quando infine la spedizione partì, calura e tribolazioni accompagnarono i credenti fino alla fonte di Tabûk, dove l’armata si attestò per poi ripiegare quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) si convinse che l’esercito imperiale non aveva nessuna intenzione di attaccare l’Arabia e Medina
http://www.corano.it/corano_testo/9.htm

———————————-

Una volta finito di citare i versetti “taglia e incolla”, Antonio Champ sostiene che esistono solo fanatici integralisti islamici, e non anche cattolici, buddisti od induisti. Purtroppo la affermazione non è vera, ecco tre esempi di fanatismo cattolico, buddista ed induista:

Fondamentalismo cattolico
“Utoya e il fondamentalismo cattolico”
http://europafutura.wordpress.com/2011/ ... ntro-di-o/

Fondamentalismo buddista
“Sri Lanka: fondamentalisti buddisti attaccano i musulmani e i cristiani”
http://www.asianews.it/notizie-it/Sri-L ... ano-(anche)-i-cristiani-27590.html
Anche la Birmania soffre del fondamentalismo buddista

Fondamentalismo induista:
“Fondamentalisti indù bruciano una chiesa in Nepal”
http://www.zenit.org/it/articles/fondam ... a-in-nepal

Alla fine Antonio Sanziani Champ prende a confronto la Bibbia e il Vangelo e poi passa a dei versetti sulla donna, ma non essendo questo lo scopo del mio articolo, finirò qui.

Conclusione:
È chiaro ormai che l’Articolo di Antonio Champ è stato scritto o da un ignorante (che non ha mai letto il Corano, ma solo copiato da pagine anti islamiche) oppure da qualcuno in totale malafede (che ha volutamente omesso e manipolato i versetti, dunque ha falsificato il significato). Ovvio che il “Mattino della domenica” gli doveva dedicare tutto questo spazio e in grande evidenza.
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