Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » gio gen 15, 2015 6:25 pm

L’articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo recita: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.»

Sto dirito parké el posa esarghe el ga come oblego de no violarlo!
Łe to prateghe rełijoxe, łe to łej, i to ati, łe to parołe łe ga da esar tute conformi a sto dover-dirito, col se vioła se perde en otomatego ogni dirito.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » dom gen 18, 2015 9:06 pm

A proposito di comicità, libertà e rispetto - Ma si può sempre fare un’altra battuta

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/ ... ttuta.aspx

Il padre costituente della comicità italiana, nonché padre di Peppone e don Camillo, Giovannino Guareschi, trascorse in prigione 405 giorni della sua vita perché – oltre a prendere per vere alcune lettere (false) in cui De Gasperi avrebbe invitato gli anglo-americani a bombardare Roma – fece pubblicare sulla rivista Il Candido una vignetta in cui raffigurava l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, tra due file di bottiglie di Nebbiolo, il Nebbiolo del Senatore Einaudi, e la intitolò "Corazzieri".

Nel lontano 1993, come trio "Aldo, Giovanni e Giacomo", subimmo l’unica censura della nostra carriera di comici: partecipavamo alla trasmissione Celito Lindo di Rai3 e nel ruolo dei vecchietti avremmo voluto commentare l’indiscrezione che Sandra Milo avrebbe concepito, come ci si esprimeva allora, un bimbo in provetta all’età di 60 anni; la battuta era questa: «Sai cosa ha detto il bambino quando ha visto per la prima volta Sandra Milo?». «No». «Ciao nonna!». Il responsabile degli autori, Sergio Staino (ovvero Bobo), disse che dovevamo togliere la battuta, altrimenti non saremmo andati in onda. Potevamo forse mettere a repentaglio la nostra carriera perché ad un rigido burocrate della comicità si era ristretto il concetto di ironia?

Quattro anni fa, per il nostro film La banda dei Babbi Natale un’organizzazione di animalisti organizzò una vibrata protesta perché in una scena Giovanni (sempre lui !) prendeva a calci un gatto di peluche. La stessa organizzazione non vide , o non volle vedere, che qualche scena dopo l’attrice Mara Maionchi, nel ruolo di una odiosa suocera, veniva sedata a forza e buttata in un cassonetto. Nessuna organizzazione a difesa delle suocere si è fatta viva. Perché? Conta più un peluche di una suocera? La conosco la risposta dei più, ma è irriferibile, e soprattutto la mia era una domanda retorica rivolta a quelli che hanno il cervello più ottuso di un gatto di peluche.

Qualche anno fa, un organismo deputato alla sorveglianza dei contenuti pubblicitari, dopo aver visionato un nostro spot, decise di impedire la messa in onda dello stesso perché nel finale un cagnolino finiva in lavatrice; lo abbiamo modificato e Giovanni (ancora lui!) si limitava ad accennare il gesto, ma il cane era salvo dalla centrifuga. È curioso sapere che due settimane più tardi, in un altro spot, un attore, uomo, anzi un omino, di nome Il Sottoscritto finiva nella stessa lavatrice, e questo con il nulla osta degli organi competenti.

Aiutatemi a risolvere questo dilemma: vale più un cane di un attore? O forse l’attore è più cane del cane attore? Si offende di più il cane o l’uomo? È più importante salvaguardare dal ridicolo il cane o l’uomo? E, ancora, chi possiede di più ironia, il cane o il funzionario dell’organismo di controllo? Chi è più ipocrita: l’uomo o il miglior amico dell’uomo? Insomma, ve ne sarete accorti: a chi si occupa di comicità prima o poi capitano dei guai.

Perché quando fai questo mestiere c’è il rischio molto alto che qualcuno si arrabbi e si offenda. Noi tre, nella nostra carriera quasi venticinquennale, siamo riusciti a fare arrabbiare diverse categorie nosografiche: da quelli con i disturbi dell’apprendimento e del linguaggio, i dislessici, a quelli con disturbi comportamentali quali l’isteria e l’oligofrenia, fino a quelli con disturbi degenerativi quali l’Alzheimer; siamo riusciti a fare insorgere i meridionali, i grassi, i piccoli, quelli che si curano con l’Ayurveda, quelli che se hanno la bronchite prendono i fiori di Bach, quei ladri degli juventini, e le signore che a 60 anni vogliono fare un figlio.

In genere, sono i parenti, i segretari o gli avvocati delle associazioni dei disturbi di cui sopra che si arrabbiano di più. Fare il comico è molto divertente ma anche molto complicato.

La libertà di satira, la libertà di comicità, la libertà di espressione non è mai gratis e non è mai libera totalmente, semplicemente perché non esiste un solo pronome, ma ne esistono almeno due: io e tu. Ma non basterebbe applicare quella definizione di M.L. King – «la mia libertà finisce dove comincia la vostra» – traslandola in questo modo: «La mia comicità finisce sulla soglia delle vostre cose più care»? Non è sempre facile capire quali sono le cose più care per un dislessico, per un malato di Alzheimer, per un cane, per un meridionale, per un omosessuale, per un nero, per uno che adora la Madonna o Maometto.

Lo sa perfino Papa Camillo, pardon Francesco, che giovedì ha fatto "outing" a nome di tutte le persone di buon senso, che se tocchi la mamma, la Madonna e la tua squadra di calcio ti monta talmente la rabbia che ti arrotoli le maniche della tonaca e cominci a menare cazzotti come don Camillo con Peppone.

Lo sanno persino i benpensanti e i tifosi del politicamente corretto che dove ci son le scarpe grosse spesso il cervello è fino e che farsi prendere per i fondelli non piace proprio a nessuno, nemmeno a loro.

A proposito della battuta censurata su Sandra Milo, non è morto nessuno, anche perché di comicità non dove morire nessuno, se non dal gran ridere; dicevo di quella battuta: ci siamo offesi a morte e abbiamo giurato sulla barba di Staino che saremmo diventati famosi alla faccia sua, poi abbiamo cambiato soggetto e battuta. Perché c’è sempre la possibilità di fare un’altra battuta.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 7:13 pm

Se Francesco legittima l'islam

Le dichiarazioni rese dal pontefice in Turchia raffigurano una Chiesa cattolica irrimediabilmente persa nel relativismo religioso

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 71664.html


Magdi Cristiano Allam - Dom, 30/11/2014 - 10:06

Le dichiarazioni rese da Papa Francesco in Turchia raffigurano una Chiesa cattolica irrimediabilmente persa nel relativismo religioso che la porta a concepire che l'amore per il prossimo, il comandamento nuovo portatoci da Gesù, debba obbligatoriamente tradursi nella legittimazione della religione del prossimo, a prescindere dalla valutazione razionale e critica dei suoi contenuti, incorrendo nell'errore di accomunare e sovrapporre persone e religioni, peccatori e peccato.

Quando il Papa ha giustamente detto «la violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l'Onnipotente è Dio della vita e della pace», dimentica però che il Dio Padre che concepisce gli uomini come figli, che per amore degli uomini si è incarnato in Gesù, il quale ha scelto la croce per redimere l'umanità, non ha nulla a che fare con Allah che considera gli uomini come servi a lui sottomessi, legittimando l'uccisione degli ebrei, dei cristiani, degli apostati, degli infedeli, degli adulteri e degli omosessuali («Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17).
Quando il Papa all'interno della Moschea Blu si è messo a pregare in direzione della Mecca congiuntamente con il Gran Mufti, la massima autorità religiosa islamica turca che gli ha descritto la bontà di alcuni versetti coranici, una preghiera che il Papa ha definito una «adorazione silenziosa», affermando due volte «dobbiamo adorare Dio», ha legittimato la moschea come luogo di culto dove si condividerebbe lo stesso Dio e ha legittimato l'islam come religione di pari valenza del cristianesimo.

Perché il Papa non si fida dei propri vescovi che patiscono sulla loro pelle le atrocità dell'islam, come l'arcivescovo di Mosul, Emil Nona, che in un'intervista all' Avvenire del 12 agosto ha detto «l'islam è una religione diversa da tutte le altre religioni», chiarendo che l'ideologia dei terroristi islamici «è la religione islamica stessa: nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli», e sostenendo senza mezzi termini che i terroristi islamici «rappresentano la vera visione dell'islam»?

Quando il Papa intervenendo al «Dipartimento islamico per gli Affari religiosi» ha detto «noi, musulmani e cristiani, siamo depositari di inestimabili tesori spirituali, tra i quali riconosciamo elementi di comunanza, pur vissuti secondo le proprie tradizioni: l'adorazione di Dio misericordioso, il riferimento al patriarca Abramo, la preghiera, l'elemosina, il digiuno...», ha reiterato la tesi del tutto ideologica e infondata delle tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche e del Libro, che di fatto legittima l'islam come religione di pari valore dell'ebraismo e del cristianesimo e, di conseguenza, finisce per delegittimare il cristianesimo dato che l'islam si concepisce come l'unica vera religione, il sigillo della profezia e il compimento della rivelazione.

Così come quando il Papa ha aggiunto che «riconoscere e sviluppare questa comunanza spirituale – attraverso il dialogo interreligioso – ci aiuta anche a promuovere e difendere nella società i valori morali, la pace e la libertà», ha riproposto sia una concezione errata del dialogo, perché concepisce un dialogo tra le religioni mentre il dialogo avviene solo tra le persone e va pertanto contestualizzato nel tempo e nello spazio, sia una visione suicida del dialogo dal momento che il nostro interlocutore, i militanti islamici dediti all'islamizzazione dell'insieme dell'umanità, non riconosce né i valori fondanti della nostra comune umanità né il traguardo della pacifica convivenza tra persone di fedi diverse dall'islam.

Anche quando il Papa ha detto «è fondamentale che i cittadini musulmani, ebrei e cristiani - tanto nelle disposizioni di legge, quanto nella loro effettiva attuazione -, godano dei medesimi diritti e rispettino i medesimi doveri», ci trova assolutamente d'accordo.

A condizione che l'assoluta parità di diritti e doveri concerne le persone, ma non le religioni.
Perché se questa assoluta parità dovesse tradursi nella legittimazione aprioristica e acritica dell'islam, di Allah, del Corano, di Maometto, della sharia, delle moschee, delle scuole coraniche e dei tribunali sharaitici, significherebbe che la Chiesa ha legittimato il proprio carnefice che, sia che vesta il doppiopetto di Erdogan sia che si celi dietro il cappuccio del boia, non vede l'ora di sottometterci all'islam.

magdicristianoallam.it

Caro magdi el Papa nol pol far come łi iman, ke li predega l'odio, la violensa, el teror, sel fese come luri ła goera ca coa soto ła s-cioparia come n’atomega e on Papa come Françesco nol pol torse sta responsabełetà ke ła saria anca contro el vanxeło de Cristo. Lù nol pol ke parlar de amor e caretà, altro nol pol far gnanca se łi ło copase, parké coesto vol ła so fede e 'l so ministero. Semo naltri ca ghemo da far, no lù e ło digo anca se mi no so' crestian!

E po’ se wardemo ben kel pugno alsà del papa, mostrà par atenuar ła tension co łi xlameghi ofexi da łe vignete, forse sensa kel Papa el lo volese el val anca par i cristiani de tuto el mondo, xali, mori e bianki, ofexi, persegoità e masacrà dai muxlin nasisti e fanateghi sostegnesti da ke łe tante e màsa paxene del Coran ke łe ordena e prescrive ła viołensa e el teror contro bona parte de l’omanedà.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » gio gen 22, 2015 7:34 pm

Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełeste
viewtopic.php?f=24&t=1348

Magdi Cristiano Allam

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 5326791391

"L'islam è un credo violento per natura". La mia intervista al Corriere del Ticino realizzata da Carlo Silini

Chiamiamo Magdi Cristiano Allam a casa sua, mentre sentiamo suo figlio che in sottofondo gli chiede se può preparare il caffè ai carabinieri che compongono la sua scorta da quando, già anni fa, era stato minacciato di morte da non meglio precisati fondamentalisti islamici per le sue posizioni critiche nei confronti del mondo musulmano.
Conosce bene il Corriere del Ticino perché, ci rivela, negli anni Ottanta collaborava con la nostra testata.

Fece scalpore la sua conversione al cattolicesimo: il 22 marzo 2008, durante la veglia pasquale, fu battezzato, cresimato e ricevette l’eucaristia in soluzione unica direttamene dalle mani di Papa Benedetto XVI.
Oggi però critica i comportamenti della Chiesa “a partire dalla sostanziale legittimazione dell'Islam come religione di pari valore del cristianesimo”. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande.

1. Il mondo islamico si è mobilitato un po’ a tutte le latitudini per affermare che chi ha commesso gli attentati di Parigi non rappresenta il vero Islam. È quindi sbagliato attribuire all’Islam la strage contro Charlie Hebdo?

”Bisogna fare diverse precisazioni. La posizione dei musulmani può essere riassunta in questi termini: siamo contro la strage, ma pure contro Charlie Hebdo.

Il clima d’odio nei confronti di Charlie Hebdolo iniziarono i musulmani moderati che nel 2006 portarono in tribunale la rivista con l’accusa di blasfemia, un’accusa che nella legge coranica è sanzionata con la condanna a morte. Nel 2007 il tribunale assolse Charlie Hebdo, ma da quel momento venne additato come nemico dell’Islam.

La strage si è consumata in un clima d’odio di cui sono stati partecipi tutti i musulmani per i quali la rappresentazione di Maometto è vietato, pena la morte, e riderne è blasfemia, stando al versetto 33 della sura quinta del Corano. Un versetto vincolante per tutti i musulmani. Non è affatto vero che i terroristi farneticano.
Tutto il loro operare si ispira in modo assolutamente corretto rispetto a ciò che prescrive il Corano e a ciò che ha detto e fatto Maometto”.


2. Movimenti come Pegida hanno ragione di temere l’islamizzazione dell’Occidente?

“Ci sono modalità diverse attraverso cui avviene l’islamizzazione. Una è il terrorismo che intende inculcare la paura negli animi europei. Quando nel maggio 2013 due terroristi britannici di origine nigeriana decapitarono a Londra un giovane soldato britannico, dopo averlo decapitato andarono a chiamare i passanti chiedendo loro di fotografare e filmare la testa mozzata. Il loro obiettivo era di far sì che la visione di quella testa inculcasse la paura nel maggior numero possibile di persone, perché nel momento in cui avremo radicata in noi la paura ci sottometteremo senza combattere.

Poi c’è la modalità dei cosiddetti militanti musulmani moderati che vogliono legittimare l’Islam come religione di pari valore rispetto all’ebraismo e al cristianesimo. Un’affermazione che di fatto si traduce nella delegittimazione del cristianesimo.
Perché l’islam si concepisce come il compimento della rivelazione, Maometto viene considerato come il sugello della profezia e in automatico tutto ciò che viene prima è delegittimato.
La terza via, evidenziata dall’allora presidente algerino Boumédiène nel 1974 e ripetuta da Gheddafi, è la bomba demografica. Su circa 500 milioni di abitanti dei 28 Paesi membri dell’UE solo 80 milioni hanno meno di 30 anni: il 16%. Sull’altra sponda del Mediterraneo il 70% ha meno di trent’anni. Se confronti queste di carte demografiche il risultato è che noi siamo destinati a scomparire. Queste sono le tre strade principali attraverso sui si attua l’islamizzazione dell’Europa”.


3. Ma l’Islam ufficiale vuole l’islamizzazione dell’Europa?

“Certamente. Ci sono rivalità interne, ma tutti condividono lo stesso obiettivo. Quando quelli dell’ISIS dicono conquisteremo Roma, si riferiscono a un detto considerato autentico di Maometto in cui dice che dopo Costantinopoli, Roma sarà islamizzata. Questo detto non vale solo per i terroristi, ma per tutti i musulmani. Il predicatore dei Fratelli musulmani Qaradawi, noto per le apparizioni su Al Jazeera, si è espresso al riguardo dicendo che Roma verrà sicuramente sottomessa all’Islam, non necessariamente con la forza, ma anche con la predicazione. Insomma, quando si ha a che fare con la prescrizione coranica e i detti di Maometto nessun musulmano può prenderne le distanze. Possono solo divergere le modalità con cui si ritiene che debba essere attuato il precetto. Ma sul precetto e sull’obiettivo sono tutti d’accordo”.

4. È possibile un illuminismo nel mondo musulmano? Sarà possibile interpretare il Corano?

“La differenza fondamentale tra la Torah, i Vangeli il Corano risiede nel fatto che mentre la Torah e i Vangeli sono considerati testi sacri scritti da uomini seppur ispirati da Dio, il Corano viene considerato come Dio stesso, opera increata della stessa sostanza di Dio. È come se fosse il Dio incartato.

Così si esclude la possibilità di abbinare la ragione alla fede. Perché l’uso della ragione e il riferimento a parametri valutativi e critici si tradurrebbero nel mettere in discussione Dio stesso. Ci fu una scuola filosofica e teologica sorta nell’VIII secolo il cui piùinsigne esponente fu Averroè che affermava che il Corano è opera creata. I loro rappresentati fecero tutti una brutta fine, compreso Averroè che dovette fuggire per non morire. L’Islam ortodosso non concepisce che si possa usare la ragione per interpretare e contestualizzare storicamente ciò che è scritto nel Corano, anche laddove si dice di uccidere ebrei e cristiani”.

5. Arriverà mai il giorno in cui una rivista ferocemente caustica e antireligiosa come Charlie Hebdo potrà essere tranquillamene pubblicata in Arabia saudita o in Egitto?

“Nel mondo musulmano esiste la satira. Se c’è un regime laico ostile agli islamici, la satira prende di mira gli islamici rappresentando le persone e denunciando la strumentalizzazione della religione da parte di queste persone. In Egitto c’è un settimanale satirico, nato storicamente come giornale di vignette. Gli egiziani vengono definiti il popolo della barzelletta. C’è una tradizione nel saper ridere di se stessi degli altri. Il tema religioso è presente, ma non c’è mai una denigrazione di Dio”.

6. C’è chi sostiene che il vero scontro in corso oggi non è fra Islam e Occidente, ma fra la maggioranza sunnita e la minoranza sciita all’interno del mondo islamico. È vero?

”Sono vere entrambe le cose. La conflittualità tra sunniti sciiti è ancestrale. Tre dei primi quattro califfi cosiddetti ‘ben guidati’ che sono stati i primi successori di Maometto furono assassinati. Questa conflittualità è storica, così come c’è una violenza che è fisiologica. Maometto stesso è stato un guerriero che ha combattuto, ucciso, massacrato. Come è successo nel 627 alle porte di Medina quando lui stesso decapitò 800 ebrei, un fatto storico descritto nella sua biografia ufficiale. Fino a duecento anni fa gli sciiti erano considerati eretici da parte della maggioranza sunnita. Poi c’è stata una revoca di questa accusa, ma è rimasta nei gruppi islamici radicali, a partire da Al Qaeda che legittima la strage degli sciiti e la distruzione delle loro moschee. Questa conflittualità interna non toglie che l’Occidente, inteso come civiltà cristiana, è concepito come un nemico da parte dei musulmani militanti, siano essi terroristi, o quelli che operano in giacca e cravatta cercando di introdurre in Occidente il reato di islamofobia che consiste nel divieto assoluto di criticare la religione islamica”.


7. Cosa consiglia ai molti musulmani pacifici che vivono in Occidente?

“Semplice: noi siamo uno stato di diritto e ciò che fonda uno stato di diritto è la responsabilità soggettiva. Ognuno risponde per i propri atti. Noi non vogliamo discriminare nessuno ma non vogliamo essere costretti ad autodiscriminarci. Chiediamo a tutti i musulmani di essere né più e né meno come gli altri cittadini. Ci sono leggi, regole e valori che vanno rispettati e condivisi. Questo è quello che fonda la sostanza e l’essenza della cittadinanza. Questo noi chiediamo a tutti i musulmani affinché si possa convivere pacificamente, costruttivamente, amorevolmente in un contesto che garantisca a tutti di salvaguardare gli inalienabili diritti alla vita, alla dignità e alla libertà”.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » sab gen 24, 2015 10:42 am

???

LE MANIPOLAZIONI DEI VERSETTI DEL CORANO SUL “MATTINO DELLA DOMENICA”

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -champ.jpg


https://bufaledelmattino.wordpress.com/ ... a-domenica

Postato il 9 febbraio 2014 Aggiornato il 9 febbraio 2014
LE MANIPOLAZIONI DEI VERSETTI DEL CORANO SUL “MATTINO DELLA DOMENICA” PER DISTORCENE IL SIGNIFICATO E CREARE ALLARMISMO

Il 6 ottobre 2013 il giornale “il Mattino della domenica” della Lega dei ticinesi pubblica in grande risalto la seconda parte di un articolo di Antonio Scanziani Champ, il quale si concentra nel dimostrare quanti versetti nel Corano “inneggiano alla violenza e alla guerra” (in più c’è anche una parte finale dedicata alle donne, ma che mi concentrerò la prossima volta).

Io non farò questo articolo per difendere e spiegare in fondo tutti quei versetti, invece prenderò quei versetti corti (anche se lo stesso lavoro si può fare con i versetti più lunghi, ma allora l’articolo diventerebbe lunghissimo) per rendere evidenti quali tipi di manipolazioni e omissioni sono state fatte al testo originale: basta citare il versetto completamente, oppure aggiungere il versetto precedente e quello successivo, per intuire che il contesto non è quello suggerito dall’autore dell’articolo. La costante di queste manipolazioni è di omettere il contesto della battaglia di difesa dall’aggressione subita e dell’ordine di smetter di combattere una volta che il nemico offre la tregua.

Prenderò come riferimento la traduzione del Corano in italiano più usata e accettata da tutte le comunità islamiche in Italia, ovvero la traduzione fatta da Hamza Piccardo, un italiano convertito all’Islam negli anni ’70.

Per il lettore, la parola “Sura” vuol dire “Capitolo”, seguita con il numero del capitolo e il numero del versetto. (Per esempio, “Sura 4:56” vuol dire “Capitolo numero 4, versetto 56”)
Tornando all’articolo di Antonio Champ, indicherò con “Champ: ” e dopo quello che lui ha scritto, poi indichero con “Piccardo: ” con quello che è scritto nel Corano sulla traduzione di Piccardo (aggiungendo il link al capitolo, o meglio “Sura” del Corano); infine aggiungerò un NDR con alcune mie note.
Mattino della domenica del 06.10.2013Mattino della domenica del 06.10.2013

Si comincia con questo versetto del Corano riportato da Antonio Champ …

Antonio Champ:
« In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio »
(Sura 4:56).

Versetti precedenti e successi nel Corano di Piccardo:
55. Qualcuno di loro ha creduto e qualcun altro si è allontanato. L’Inferno sarà [per loro] una fornace sufficiente!
56. Presto getteremo nel Fuoco coloro che smentiscono i Nostri segni. Ogni volta che la loro pelle sarà consumata, ne daremo loro un’altra, sì che gustino il tormento. In verità Allah è eccelso e saggio.
57. Coloro che invece hanno creduto e operato il bene, presto li faremo entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli e in cui rimarranno immortali in perpetuo, avranno spose purissime e li introdurremo nell’ombra che rinfresca.

(Sura 4:55-57)

NDR: Secondo Champ, nel Corano si ordinerebbe ai musulmani di bruciare chi ha rifiutato la fede, mentre invece si riferisce alla pena del fuoco nell’Inferno.
Ecco la fonte qui: http://www.corano.it/corano_testo/4.htm

———————

Il prossimo versetto dall’articolo di Champ:
Antonio Champ:
"Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti".
(Sura 2:191)

Piccardo:
190. Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono.
191. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.
192. Se però cessano, allora Allah è perdonatore, misericordioso.

(Sura 2:190-192)

NDR: secondo Champ, nel Corano si ordina di uccidere gli infedeli ovunque li si incontri, mentre l’obbligo è di combatterli senza eccessi fintanto che combattono i musulmani.
http://www.corano.it/corano_testo/2.htm

————————————-

Continuiamo con l’articolo di Champ:
Antonio Champ:
«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita… I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! … Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi»
(Sura 8:12-17).

NDR: Potete notare come Antonio Champ abbia tagliato e incollato quello che voleva dal versetto 12 al versetto 17 che sono ben 5 lunghi versetti.

Piccardo completo:
12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!
13. E ciò avvenne perché si erano separati da Allah e dal Suo Messaggero”. Allah è severo nel castigo con chi si separa da Lui e dal Suo Messaggero…!
14. Assaggiate questo! I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!
15. O voi che credete, quando incontrerete i miscredenti in ordine di battaglia non volgete loro le spalle.
16. Chi in quel giorno volgerà loro le spalle – eccetto il caso di stratagemma per [meglio] combattere o per raggiungere un altro gruppo – incorrerà nella collera di Allah e il suo rifugio sarà l’Inferno. Qual triste rifugio!
17. Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce.
18. Ecco [quello che avvenne]: Allah vanificò l’astuzia dei miscredenti.
19. Se è la vittoria che volevate, ebbene la vittoria vi è giunta! Se desisterete, sarà meglio per voi. Se invece ritornerete, Noi ritorneremo. Le vostre truppe, quand’anche fossero numerose, non potranno proteggervi. In verità Allah è con i credenti.
(Sura 8:12-19).


NDR: Secondo Champ il Corano direbbe di torturare gli infedeli, mentre invece si tratta della narrazione della battaglia di Badr dei musulmani contro i meccani (pagani) dove parteciparono anche gli angeli in quella battaglia. Infine c’è il monito che se i meccani ritorneranno ad attaccare i musulmani, Allah ritornerà in sostegno dei musulmani.
http://www.corano.it/corano_testo/8.htm

—————————————-

Continuiamo con l’articolo di Antonio Champ, che cita i seguenti versetti:
Antonio Champ:
«Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri»
(Sura 47:4).

Piccardo:
3. perché i miscredenti seguono il falso, mentre i credenti seguono la verità [proveniente] dal loro Signore. Così Allah propone il loro esempio agli uomini.
4. Quando [in combattimento] incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati, poi legateli strettamente. In seguito liberateli graziosamente o in cambio di un riscatto, finché la guerra non abbia fine. Questo è [l’ordine di Allah]. Se Allah avesse voluto, li avrebbe sconfitti, ma ha voluto mettervi alla prova, gli uni contro gli altri. E farà sì che non vadano perdute le opere di coloro che saranno stati uccisi sulla via di Allah:
5. li guiderà, migliorerà la loro condizione,
(Sura 47:3-5).


NDR: Antonio Champ omette sempre il contesto della battaglia e di cosa farne dei prigionieri.
http://www.corano.it/corano_testo/47.htm

—————————

Continuiamo con l’articolo di Antonio Champ, che cita i seguenti versetti:
Antonio Champ:
« Gli ipocriti e i miscredenti: Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte.»
(Sura 33:61).

Piccardo:
60. Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze.
61. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte.
62. Questa è stata la consuetudine di Allah nei confronti di coloro che vissero precedentemente. Non troverai alcun cambiamento nella consuetudine di Allah.
(Sura 33:59-62).


NDR In questo versetto Antonio Champ omette che era un ammonimento molto durò alla gente ipocrita che viveva a Medinae che combinavano spesso gravi problemi nella comunità (ma per questo tema bisogna leggere la storia dell’Islam a Medina)
http://www.corano.it/corano_testo/33.htm

———————

Prossimo versetto citato da Antonio Champ:

‘O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi … Sappiate che Allah è con i timorati.’

(Sura 9-123)

Piccardo:
122. I credenti non vadano in missione tutti insieme. Perché mai un gruppo per ogni tribù, non va ad istruirsi nella religione, per informarne il loro popolo quando saranno rientrati, affinché stiano in guardia?
123. O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con i timorati.
124. Quando viene fatta scendere una sura, alcuni di loro dicono: “A chi di voi [questa sura] ha fatto accrescere la fede?”. Quanto a coloro che credono, essa accresce la loro fede ed essi se ne rallegrano.
(Sura 9:122-124)


NDR: questo versetto ha fatto partire la spedizione di Tabûk: essi si riferiscono alla campagna che l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) iniziò per fronteggiare un supposto attacco da parte dei Bizantini. La preparazione della spedizione si scontrò con molte difficoltà sia di ordine personale che finanziario ed è nota come,“la leva difficoltosa”. Molti chiesero di essere esentati dal partecipare e il Profeta (pace e benedizioni su di lui) diede loro il permesso di restare. Quando infine la spedizione partì, calura e tribolazioni accompagnarono i credenti fino alla fonte di Tabûk, dove l’armata si attestò per poi ripiegare quando il Profeta (pace e benedizioni su di lui) si convinse che l’esercito imperiale non aveva nessuna intenzione di attaccare l’Arabia e Medina
http://www.corano.it/corano_testo/9.htm

———————————-

Una volta finito di citare i versetti “taglia e incolla”, Antonio Champ sostiene che esistono solo fanatici integralisti islamici, e non anche cattolici, buddisti od induisti. Purtroppo la affermazione non è vera, ecco tre esempi di fanatismo cattolico, buddista ed induista:

Fondamentalismo cattolico
“Utoya e il fondamentalismo cattolico”
http://europafutura.wordpress.com/2011/ ... ntro-di-o/

Fondamentalismo buddista
“Sri Lanka: fondamentalisti buddisti attaccano i musulmani e i cristiani”
http://www.asianews.it/notizie-it/Sri-L ... ano-(anche)-i-cristiani-27590.html
Anche la Birmania soffre del fondamentalismo buddista

Fondamentalismo induista:
“Fondamentalisti indù bruciano una chiesa in Nepal”
http://www.zenit.org/it/articles/fondam ... a-in-nepal

Alla fine Antonio Sanziani Champ prende a confronto la Bibbia e il Vangelo e poi passa a dei versetti sulla donna, ma non essendo questo lo scopo del mio articolo, finirò qui.

Conclusione:
È chiaro ormai che l’Articolo di Antonio Champ è stato scritto o da un ignorante (che non ha mai letto il Corano, ma solo copiato da pagine anti islamiche) oppure da qualcuno in totale malafede (che ha volutamente omesso e manipolato i versetti, dunque ha falsificato il significato). Ovvio che il “Mattino della domenica” gli doveva dedicare tutto questo spazio e in grande evidenza.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » sab feb 07, 2015 9:35 pm

Jihad o goera "santa" xlamega on cremene contro l'omanedà
viewtopic.php?f=141&t=1381


Guerra santa - Enciclopedia dei ragazzi (2005) - di Silvia Moretti

http://www.treccani.it/enciclopedia/gue ... ragazzi%29

Jihad: una parola con più significati

Tra la fine del 20° secolo e i primi anni del 21° l'espressione guerra santa ha conquistato spesso le prime pagine dei giornali: terroristi fanatici di matrice islamica, responsabili di terribili attentati, si presentano come i promotori di una guerra santa contro l'Occidente, una battaglia senza esclusione di colpi che colpisce indiscriminatamente i civili. Ma guerra santa è un'espressione con una storia molto antica, che affonda le sue radici nel messaggio originario dell'Islam, e che ha ben poco a che vedere con le tesi di queste organizzazioni terroristiche

Il grande e il piccolo jihad

In Occidente abbiamo a lungo tradotto la parola araba jihad con "guerra santa". Si tratta di una traduzione fuorviante, che ci ha spinto spesso a equivocare l'esatto significato del termine. Letteralmente jihad significa "sforzo", individua lo slancio per raggiungere un dato obiettivo e può fare riferimento allo sforzo spirituale del singolo individuo per migliorare sé stesso. Ma jihad è anche un'azione armata che ha come obbiettivo l'espansione dell'Islam o la sua difesa: è in questo caso che si parla di guerra santa. Molti interpreti dei testi sacri dell'Islam considerano questa come il "piccolo jihad", mentre giudicano lo sforzo spirituale di trasformazione di sé stessi il "grande jihad". Anche in questo caso, infatti, si tratta di una guerra, ma è una guerra che il musulmano combatte dentro di sé, contro i suoi istinti più materiali e le tentazioni di una vita pagana, senza fede. Prevalentemente, però, il termine jihad è stato interpretato come la guerra santa contro gli infedeli, lo strumento armato per la diffusione dell'Islam.

La guerra santa: regole e comportamenti

Il Corano e i trattati di diritto islamico prevedono che la guerra santa venga condotta solo contro gli infedeli (pagani e politeisti) e che l'azione armata debba essere preceduta da un esplicito invito a convertirsi all'Islam: solo di fronte a un rifiuto si deve procedere alla guerra. In caso di guerra santa ebrei e cristiani non sono obbligati alla conversione, ma devono sottostare al pagamento di un tributo e accettare la protezione dell'Islam. L'obbligo di partecipare al jihad non è esteso a ogni singolo musulmano: basta che ad assolvere questo compito sia un numero adeguato di membri della comunità. In guerra è vietato uccidere donne, bambini, vecchi e ammalati; è anche vietato impadronirsi personalmente di beni di un certo valore a meno che non sia cibo per il proprio sostentamento.

Il jihad non ha nulla a che vedere con le azioni violente di terroristi di matrice fondamentalista (fondamentalismo) che minacciano chiunque, in Europa, negli Stati Uniti e negli stessi paesi arabi, sostenendo di aver lanciato la guerra santa contro l'Occidente e i suoi alleati. Come è avvenuto in Algeria negli anni Novanta, quando vennero trucidati interi villaggi di civili innocenti, o nei terribili attentati suicidi in Israele, a New York (2001), Istanbul (2003), Madrid (2004), Londra (2005).

Un dovere religioso

Il jihad non è un pilastro dell'Islam (come la professione di fede, la preghiera, l'elemosina, il pellegrinaggio e il digiuno durante il Ramadan), ma è un dovere, prescritto da Dio attraverso il suo profeta Maometto. Nel Corano e in altri testi il termine jihad è spesso seguito dall'espressione fi sabil Allah "nel sentiero di Dio". Un musulmano dedica tutto sé stesso al jihad, allo stesso modo di un monaco che dedica la sua esistenza al servizio di Dio. Per il Corano, inoltre, il jihad è uno dei cancelli del Paradiso: a chi combatte per l'Islam il Corano spalanca le porte della beatitudine celeste, e chi muore nel compimento della guerra santa è un martire della fede. Questo accostamento tra vita monastica e vita del mujiahid ("colui che compie il jihad") potrà sembrare un po' forzato, irriverente, ma serve a spiegare l'enfasi religiosa, la devozione assoluta, l'atto di sottomissione a Dio di un musulmano impegnato nel jihad.

Ai nostri giorni in molti paesi musulmani si è fatto sempre più forte il richiamo a un'interpretazione rigida delle scritture. In questo clima di diffusa ostilità verso il mondo occidentale i terroristi cercano di strumentalizzare il linguaggio religioso e politico dell'Islam, cavalcando tesi estremiste che stravolgono il significato del jihad così come enunciato dal Corano. Uno degli obbiettivi dei terroristi è accentuare le contrapposizioni tra Occidente e Islam, negando la possibilità di una pacifica convivenza che è quanto invece la nostra storia comune ci ha insegnato.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » sab feb 07, 2015 9:37 pm

Immagine

http://www.ibs.it/code/9788871806129/el ... o-una.html

Islam e cristianesimo - pubblicato per la prima volta nel 2004, a dieci anni dalla morte dell'autore - riunisce due testi inediti. Il primo, intitolato I tre pilastri del conformismo, si compone di tre capitoli:

"Siamo tutti figli di Abramo",
"Il monoteismo "
e "Le religioni del Libro",

nei quali l'autore analizza e smonta i tre concetti.

Secondo Ellul, la comune discendenza abramitica sulla quale si fonderebbe la parentela tra ebrei, cristiani e musulmani è priva di fondamento.

Inoltre l'Islam nega al cristianesimo lo statuto di religione monoteista: a Gesù Cristo, incarnazione di un Dio d'amore, i musulmani contrappongono Allah, sovrano unico e inaccessibile nonché giudice implacabile delle azioni umane.

L'autore, infine, nell'analizzare i testi sacri alla base delle due religioni, evidenzia alcune differenze inconciliabili: se il Corano è il libro della costrizione, della sottomissione e non offre all'uomo alcuna speranza di salvezza, la Bibbia, al contrario, contiene una promessa di libertà, e la rivelazione di un Dio che parla al credente e soffre con lui.

Il secondo testo è una prefazione scritta da Ellul per il libro di Bat Ye'or The Dhimmi. Jews and Christians under Islam, in cui è affrontato il problema della dhimmitudine, cioè la condizione degli "infedeli" nelle società islamiche.

L'Islam vi è presentato come una religione che non si evolve né dal punto di vista giuridico né da quello politico, che ha stabilito uno status di inferiorità per i popoli sottomessi.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » dom feb 22, 2015 4:53 pm

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /ISIS1.jpg

Quel discorso all’università è stato fondamentale”.
Sisi sa che “il problema è tutto nel Corano. Il novanta per cento di ciò che è scritto lì sono frasi d’odio, di istigazione a conquistare il mondo. Lo sa ed è per questo che ha invocato una rivoluzione, andando pure contro i princìpi della stessa religione islamica”.



“Sisi può rivoluzionare l’islam, ma c’è già una fatwa per farlo ammazzare”
“Sfida gli imam sui princìpi della religione, parla di controllo delle nascite, è visto come protettore dei cristiani”

di Matteo Matzuzzi | 21 Febbraio 2015 ore 06:18

http://www.ilfoglio.it/articoli/v/12586 ... azzare.htm

Roma. “Con la corruzione che c’è in Egitto, i Fratelli musulmani ben lontani dall’essere vinti e un presidente americano come Barack Obama che se ne sta alla larga dai problemi del vicino oriente, non so quanto Abdel Fattah al Sisi potrà durare”. Ashraf Ramelah, fondatore e presidente di Voice of the Copts, organizzazione no profit attiva nella difesa dei copti egiziani, si dice pessimista, in una conversazione con il Foglio, sul tentativo di mettere in moto quella “rivoluzione nell’islam” di cui il capo dello stato egiziano aveva parlato nel suo discorso tenuto a fine dicembre alla Grande università di al Azhar, al Cairo: “Certo, la scopa nuova scopa sempre meglio, ma credo che lui abbia davvero voglia di cambiare questo paese.
Le resistenze, però, sono immani.
C’è già una fatwa contro di lui, perché venga ammazzato dopo quello che ha detto ad al Azhar e per la sua partecipazione alla messa del Natale ortodosso nella cattedrale di San Marco”.
Un fatto epocale, una cosa “mai vista prima nella storia”, dice Ramelah, che aggiunge: “Guardatelo mentre parlava ad al Azhar, era quasi aggressivo davanti ai dotti della umma. Una bella differenza rispetto alla pacatezza con cui ha salutato i partecipanti all’eucaristia di Natale.

Quel discorso all’università è stato fondamentale”.
Sisi sa che “il problema è tutto nel Corano. Il novanta per cento di ciò che è scritto lì sono frasi d’odio, di istigazione a conquistare il mondo. Lo sa ed è per questo che ha invocato una rivoluzione, andando pure contro i princìpi della stessa religione islamica”.


Si pensi, ad esempio, a quanto ha detto pochi giorni fa – alla presenza del grande imam – sulla necessità di avviare un programma per il controllo delle nascite: “In occidente non ci si è accorti di questo fatto, ma parole così hanno la valenza di un terremoto. Sisi ha detto qualcosa che chiaramente contrasta con l’islam. E questo determina reazioni molto negative, sia nei suoi confronti sia nei confronti dei cristiani”, aggiunge il presidente di Voice of the Copts.

Il motivo è presto detto: “I musulmani sono convinti che faccia tutto quello che vogliono i cristiani, che sia il loro grande protettore da ben prima di diventare presidente, in particolare da quando i copti lo sostennero nelle manifestazioni di piazza del 30 giugno 2013 che portarono pochi giorni dopo alla rimozione di Mohammed Morsi. Dimenticando, però, che Sisi era stato nominato capo del Consiglio supremo delle Forze armate e ministro della Difesa proprio da Morsi, in quanto ritenuto un musulmano devoto”.
Qualcuno, per la verità, ha pure detto che Sisi è ebreo da parte di madre: “E’ nato nel quartiere ebraico. Suo padre era un commerciante arabo che faceva affari con i suoi vicini ebrei e mai s’è saputo nulla di sua madre”, scriveva lo scorso aprile il giornalista Saber Mashhour, ricordando come il generale non avesse mai smentito la voce sussurrata tra le case dove nacque, tra gli altri, pure Gamal Abdel Nasser, limitandosi solo a sottolineare la particolare devozione ad Allah di entrambi i genitori”.
Sisi non è l’unico a invocare il cambiamento, la rivoluzione religiosa che conduca a una reinterpretazione del testo sacro: “Lo fa anche qualche imam”, osserva Ramelah. Il punto è che non si può dire loro di eliminare le sure dove si ordina di ammazzare l’infedele, altrimenti sparisce l’islam.
Come si fa a chiedere a un imam di evitare certi passaggi violenti se loro continuano a dire che quel testo è stato dettato così com’è da Dio in persona e che quindi non è aggiornabile?
E’ come un cane che si morde la coda. Per questo penso sia molto difficile mettere in pratica quanto auspicato ad al Azhar, anche perché la differenza fondamentale tra noi e loro è che loro, i musulmani, quando emigrano in un altro paese, non hanno alcuna intenzione di integrarsi, di amalgamarsi con la società in cui vanno a inserirsi. Io l’ho fatto, in Italia e negli Stati Uniti. Mi sentivo un ospite e sono convinto che ci debba essere una mutua cooperazione: io aiuto te a patto che tu rispetti la nostra civiltà.
Oggi si vede solo tanta falsa bontà; si cerca di comprendere chi in Europa non vuole vedere le donne completamente coperte dalla testa ai piedi, che ha fastidio nel sentire il suono delle campane, che non vuole mangiare carne di maiale”. Difficile, così, parlare non solo di integrazione, ma anche di dialogo fattivo.

Quanto all’Egitto, di certo non è cambiato oggi, e “l’errore che l’occidente continua a commettere è di paragonare Abdel Fattah al Sisi con il suo predecessore, Mohammed Morsi.
E’ sbagliato e i copti lo sanno bene. I problemi sono iniziati ben prima, nel 1952, con la rivoluzione di Nasser, dei Fratelli musulmani. Da quel giorno hanno messo le mani sulla scuola, sui posti di lavoro e hanno occupato tutti i posti chiave del paese”. Poco importa che Nasser abbia sbattuto in galera migliaia di musulmani: “L’ha fatto solo perché erano suoi oppositori, era nient’altro che una banale lotta di potere”. Con Sadat le cose sono peggiorate: “Lui ha riaperto le celle delle prigioni e ha aizzato membri della Fratellanza contro i cristiani”, ricorda Ramelah: “Pochi mesi prima dell’assassinio del presidente, nel 1981, ottantatré copti furono trucidati con modalità che recentemente sono rimbalzate sui media grazie alle gesta dei miliziani jihadisti dello stato islamico: persone gettate dal tetto dei palazzi o bruciate vive. Nessuno ne parlò, non c’erano i social network e neanche i cellulari. Ma io lo ricordo bene”.
Quanto a Hosni Mubarak, il vecchio rais cacciato a furor di popolo quattro anni fa, “era partito bene ma poi è caduto anche lui nella spirale della corruzione”. L’anno decisivo, per il nostro interlocutore, è stato il 1967: “La Guerra dei sei giorni ha inciso in maniera determinante sulla società egiziana. Le donne hanno iniziato a mettersi il velo con una frequenza prima sconosciuta, le infiltrazioni islamiste sono cresciute in maniera evidente. L’odio contro i cristiani c’era già, ma covava sotto la cenere, senza quella violenza esplosa successivamente e divenuta eclatante sotto il governo di Morsi”.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » gio feb 26, 2015 10:26 am

Islam, l'Arabia Saudita darà presto alle stampe una versione del Corano in giapponese ed ebraico

http://www.adnkronos.com/aki-it/religio ... refresh_ce

Articolo pubblicato il: 25/02/2015

Il 'King Fahd Glorious Quran Printing Complex', con sede a Medina, darà presto alle stampe una traduzione dei "significati" del Corano in lingua giapponese ed ebraica. E' quanto ha dichiarato il Segretario generale dell'istituto, Muhammad Salem Ben Shadid al-Awfi, precisando che la traduzione in giapponese è terminata ed è in corso di revisione. L'inimitabilità del Corano, e quindi la sua intraducibilità e irriproducibilità, è l'unico dogma dell'Islam. Per questa ragione si parla di traduzione del significato, o del senso, del testo sacro, e non di traduzione vera e propria, anche se in pratica è ciò che viene fatto.

La versione giapponese sarà pronta per la stampa il prossimo mese di Ramadan, che quest'anno inizierà il 18 giugno, mentre quella in ebraico è stata consegnata a un gruppo di revisori che dovrebbero consegnarla entro pochi giorni per poi essere data alle stampe, ha precisato Awfi, annunciando che vi sono anche altre versioni del Corano in cantiere, come quella in lingua danese e quella in berbero tamazight con caratteri latini, laddove la copia in caratteri arabi è già stata pubblicata.

Altre versioni in corso di preparazione sono quelle in tagalog, ossia la lingua ufficiale delle Filippine, in tagiko, in curdo kurmanji, nepalese, tamil, fulani e altre ancora. Fino ad oggi, il 'King Fahd Glorious Quran Printing Complex' ha dato alle stampe versioni del Corano in 63 lingue.
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Re: Moamed del Coran e Cristo dei Vanxełi

Messaggioda Berto » dom mar 01, 2015 8:38 pm

Coranolatria xlamega

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... er-big.jpg


http://www.islam-guide.com/it/frm-ch1-1-c.htm

Capitolo 1
Capitolo 1, Alcune testimonianze della verità dell'Islam

Dio ha sostenuto il Suo ultimo profeta Mohammed con molti miracoli e molte prove che ne confermano la veste di Profeta inviato da Dio. Inoltre, Dio ha sostenuto il Suo ultimo libro rivelato, il Sacro Corano, con molti miracoli che testimoniano che esso è parola di Dio, rivelato da Dio e che nessun essere umano ne è l'autore. In questo capitolo sono illustrate alcune di queste prove.


(1) I miracoli scientifici
nel Sacro Corano

Il Corano è il verbo di Dio, che Egli ha rivelato al Suo profeta Mohammed attraverso l'Angelo Gabriele. Il Sacro CoranoMohammed lo imparò a memoria e quindi lo dettò ai suoi Compagni. Questi, a loro volta, lo impararono a memoria, lo scrissero e lo rividero con il profeta Mohammed . Inoltre, il profeta Mohammed rivide il Corano con l'Angelo Gabriele una volta ogni anno e due volte nel suo ultimo anno di vita. Dal tempo in cui il Corano fu rivelato a tutt'oggi, un numero enorme di musulmani ha continuato a memorizzarlo tutto, lettera per lettera. Alcuni di loro sono stati persino in grado di memorizzare tutto il Corano all'età di dieci anni. Nel corso dei secoli, non una lettera del Corano è mai stata cambiata.

Il Corano, che fu rivelato quattordici secoli fa, menziona fatti che solo recentemente sono stati scoperti o provati dagli scienziati. Questo prova senz'ombra di dubbio che il Corano deve essere il Verbo di Dio, rivelato da Dio al profeta Mohammed e che il Corano non è frutto di Mohammed o di altro essere umano. Ciò prova anche che Mohammed è veramente un profeta inviato da Dio. È fuori discussione che qualcuno quattordici secoli fa conoscesse questi fatti scoperti o provati solo recentemente con attrezzature avanzate e metodi sofisticati scientifici. Seguono alcuni esempi.
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