Sotansa o sotomision a Dio o Alah o Paremare Çełesteviewtopic.php?f=24&t=1348Magdi Cristiano Allamhttps://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 5326791391"L'islam è un credo violento per natura". La mia intervista al Corriere del Ticino realizzata da Carlo Silini
Chiamiamo Magdi Cristiano Allam a casa sua, mentre sentiamo suo figlio che in sottofondo gli chiede se può preparare il caffè ai carabinieri che compongono la sua scorta da quando, già anni fa, era stato minacciato di morte da non meglio precisati fondamentalisti islamici per le sue posizioni critiche nei confronti del mondo musulmano.
Conosce bene il Corriere del Ticino perché, ci rivela, negli anni Ottanta collaborava con la nostra testata.
Fece scalpore la sua conversione al cattolicesimo: il 22 marzo 2008, durante la veglia pasquale, fu battezzato, cresimato e ricevette l’eucaristia in soluzione unica direttamene dalle mani di Papa Benedetto XVI.
Oggi però critica i comportamenti della Chiesa “a partire dalla sostanziale legittimazione dell'Islam come religione di pari valore del cristianesimo”. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande.
1. Il mondo islamico si è mobilitato un po’ a tutte le latitudini per affermare che chi ha commesso gli attentati di Parigi non rappresenta il vero Islam. È quindi sbagliato attribuire all’Islam la strage contro Charlie Hebdo?
”Bisogna fare diverse precisazioni. La posizione dei musulmani può essere riassunta in questi termini: siamo contro la strage, ma pure contro Charlie Hebdo.
Il clima d’odio nei confronti di Charlie Hebdolo iniziarono i musulmani moderati che nel 2006 portarono in tribunale la rivista con l’accusa di blasfemia, un’accusa che nella legge coranica è sanzionata con la condanna a morte. Nel 2007 il tribunale assolse Charlie Hebdo, ma da quel momento venne additato come nemico dell’Islam.
La strage si è consumata in un clima d’odio di cui sono stati partecipi tutti i musulmani per i quali la rappresentazione di Maometto è vietato, pena la morte, e riderne è blasfemia, stando al versetto 33 della sura quinta del Corano. Un versetto vincolante per tutti i musulmani. Non è affatto vero che i terroristi farneticano.
Tutto il loro operare si ispira in modo assolutamente corretto rispetto a ciò che prescrive il Corano e a ciò che ha detto e fatto Maometto”.
2. Movimenti come Pegida hanno ragione di temere l’islamizzazione dell’Occidente?
“Ci sono modalità diverse attraverso cui avviene l’islamizzazione. Una è il terrorismo che intende inculcare la paura negli animi europei. Quando nel maggio 2013 due terroristi britannici di origine nigeriana decapitarono a Londra un giovane soldato britannico, dopo averlo decapitato andarono a chiamare i passanti chiedendo loro di fotografare e filmare la testa mozzata. Il loro obiettivo era di far sì che la visione di quella testa inculcasse la paura nel maggior numero possibile di persone, perché nel momento in cui avremo radicata in noi la paura ci sottometteremo senza combattere.
Poi c’è la modalità dei cosiddetti militanti musulmani moderati che vogliono legittimare l’Islam come religione di pari valore rispetto all’ebraismo e al cristianesimo. Un’affermazione che di fatto si traduce nella delegittimazione del cristianesimo.
Perché l’islam si concepisce come il compimento della rivelazione, Maometto viene considerato come il sugello della profezia e in automatico tutto ciò che viene prima è delegittimato. La terza via, evidenziata dall’allora presidente algerino Boumédiène nel 1974 e ripetuta da Gheddafi, è la bomba demografica. Su circa 500 milioni di abitanti dei 28 Paesi membri dell’UE solo 80 milioni hanno meno di 30 anni: il 16%. Sull’altra sponda del Mediterraneo il 70% ha meno di trent’anni. Se confronti queste di carte demografiche il risultato è che noi siamo destinati a scomparire. Queste sono le tre strade principali attraverso sui si attua l’islamizzazione dell’Europa”.
3. Ma l’Islam ufficiale vuole l’islamizzazione dell’Europa?
“Certamente. Ci sono rivalità interne, ma tutti condividono lo stesso obiettivo. Quando quelli dell’ISIS dicono conquisteremo Roma, si riferiscono a un detto considerato autentico di Maometto in cui dice che dopo Costantinopoli, Roma sarà islamizzata. Questo detto non vale solo per i terroristi, ma per tutti i musulmani. Il predicatore dei Fratelli musulmani Qaradawi, noto per le apparizioni su Al Jazeera, si è espresso al riguardo dicendo che Roma verrà sicuramente sottomessa all’Islam, non necessariamente con la forza, ma anche con la predicazione. Insomma, quando si ha a che fare con la prescrizione coranica e i detti di Maometto nessun musulmano può prenderne le distanze. Possono solo divergere le modalità con cui si ritiene che debba essere attuato il precetto. Ma sul precetto e sull’obiettivo sono tutti d’accordo”.
4. È possibile un illuminismo nel mondo musulmano? Sarà possibile interpretare il Corano?
“La differenza fondamentale tra la Torah, i Vangeli il Corano risiede nel fatto che mentre la Torah e i Vangeli sono considerati testi sacri scritti da uomini seppur ispirati da Dio, il Corano viene considerato come Dio stesso, opera increata della stessa sostanza di Dio. È come se fosse il Dio incartato.Così si esclude la possibilità di abbinare la ragione alla fede. Perché l’uso della ragione e il riferimento a parametri valutativi e critici si tradurrebbero nel mettere in discussione Dio stesso. Ci fu una scuola filosofica e teologica sorta nell’VIII secolo il cui piùinsigne esponente fu Averroè che affermava che il Corano è opera creata. I loro rappresentati fecero tutti una brutta fine, compreso Averroè che dovette fuggire per non morire. L’Islam ortodosso non concepisce che si possa usare la ragione per interpretare e contestualizzare storicamente ciò che è scritto nel Corano, anche laddove si dice di uccidere ebrei e cristiani”.
5. Arriverà mai il giorno in cui una rivista ferocemente caustica e antireligiosa come Charlie Hebdo potrà essere tranquillamene pubblicata in Arabia saudita o in Egitto?
“Nel mondo musulmano esiste la satira. Se c’è un regime laico ostile agli islamici, la satira prende di mira gli islamici rappresentando le persone e denunciando la strumentalizzazione della religione da parte di queste persone. In Egitto c’è un settimanale satirico, nato storicamente come giornale di vignette. Gli egiziani vengono definiti il popolo della barzelletta. C’è una tradizione nel saper ridere di se stessi degli altri. Il tema religioso è presente, ma non c’è mai una denigrazione di Dio”.
6. C’è chi sostiene che il vero scontro in corso oggi non è fra Islam e Occidente, ma fra la maggioranza sunnita e la minoranza sciita all’interno del mondo islamico. È vero?
”Sono vere entrambe le cose. La conflittualità tra sunniti sciiti è ancestrale. Tre dei primi quattro califfi cosiddetti ‘ben guidati’ che sono stati i primi successori di Maometto furono assassinati. Questa conflittualità è storica, così come c’è una violenza che è fisiologica. Maometto stesso è stato un guerriero che ha combattuto, ucciso, massacrato.
Come è successo nel 627 alle porte di Medina quando lui stesso decapitò 800 ebrei, un fatto storico descritto nella sua biografia ufficiale. Fino a duecento anni fa gli sciiti erano considerati eretici da parte della maggioranza sunnita. Poi c’è stata una revoca di questa accusa, ma è rimasta nei gruppi islamici radicali, a partire da Al Qaeda che legittima la strage degli sciiti e la distruzione delle loro moschee. Questa conflittualità interna non toglie che l’Occidente, inteso come civiltà cristiana, è concepito come un nemico da parte dei musulmani militanti, siano essi terroristi, o quelli che operano in giacca e cravatta cercando di introdurre in Occidente il reato di islamofobia che consiste nel divieto assoluto di criticare la religione islamica”.
7. Cosa consiglia ai molti musulmani pacifici che vivono in Occidente?
“Semplice: noi siamo uno stato di diritto e ciò che fonda uno stato di diritto è la responsabilità soggettiva. Ognuno risponde per i propri atti. Noi non vogliamo discriminare nessuno ma non vogliamo essere costretti ad autodiscriminarci. Chiediamo a tutti i musulmani di essere né più e né meno come gli altri cittadini. Ci sono leggi, regole e valori che vanno rispettati e condivisi. Questo è quello che fonda la sostanza e l’essenza della cittadinanza. Questo noi chiediamo a tutti i musulmani affinché si possa convivere pacificamente, costruttivamente, amorevolmente in un contesto che garantisca a tutti di salvaguardare gli inalienabili diritti alla vita, alla dignità e alla libertà”.