I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

I crimini de l'Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 6:51 am

I crimini de l’Ixlam (el nasixmo połedego-rełijoxo)
viewtopic.php?f=24&t=1325

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamego.jpg




Contro łe done

Contro łe megnoranse etneghe e xlameghe

Contro i diriti omani e rełijoxi

Contro i cristiani

Contro łi ebrei

Contro łe altre rełexon

Contro łe łebartà çiviłi

Contro i vałori omani oniversałi


...


L’ISLAM, UNA MICIDIALE MACCHINA DI OPPRESSIONE di GUGLIELMO PIOMBINI

http://www.miglioverde.eu/lislam-una-mi ... ppressione

Bill Warner, direttore Center for the Study of Political Islam, ha calcolato che la conquista e l’assoggettamento delle popolazioni cristiane in Medio Oriente, Anatolia e Nord Africa, che un tempo componevano circa la metà della Cristianità, ha comportato il massacro di almeno 60 milioni di persone;
la conquista islamica della Persia ha portato alla cancellazione quasi totale dello zoroastrismo;
nella sua avanzata verso est la jihad islamica ha provocato la morte di circa 10 milioni di buddisti, distruggendo ogni traccia di buddismo lungo la via della seta e in Afghanistan;
l’invasione dell’India ha determinato l’annichilimento di metà della civiltà indù, e l’uccisione di 80 milioni di persone;
le vittime della jihad nell’Africa subsahariana ammontano invece a più di 120 milioni tra cristiani e animisti.


Sommando tutte queste cifre si giunge alla conclusione che dal settimo secolo a oggi approssimativamente 270 milioni di “infedeli” sono morti per la gloria politica dell’islam: un numero di vittime che probabilmente supera quelle del comunismo, e che fa dell’islam la più grande macchina di oppressione e di sterminio della storia.

La jihad rappresenta quindi, per durata e per conseguenze, una delle istituzioni più rilevanti della storia umana, che ha sconvolto la vita di centinaia di milioni di persone per quasi 1400 anni. Eppure, a livello storico, è quasi completamente ignorata.
Esistono migliaia di libri sulle crociate, ma almeno fino a qualche tempo fa non esisteva praticamente nessuno studio storico approfondito sulla jihad.
Nell’Enciclopedia Britannica, ad esempio, viene dato alle crociate uno spazio ottanta volte superiore a quello della jihad: eppure le crociate furono solo una tardiva e limitata reazione a quattro secoli di ininterrotta guerra santa dei musulmani contro gli europei.
Le crociate durarono meno di 200 anni (dal 1096 al 1270), sono cessate da 700 anni e geograficamente si limitarono alla Terra Santa, mentre la jihad islamica ha avuto un carattere universale e permanente. ???

Gli unici due testi che di recente hanno tentato di colmare questa lacuna sono Jihad in the West di Paul Fregosi, uscito nel 1998, e The Legacy of Jihad curato da Andrew G. Bostom, un ricchissima raccolta commentata di documenti storici pubblicata nel 2005. Uno dei pochi libri pubblicati in Italia che racconta questa storia cruenta è il libro di Camille Eid, A morte in nome di Allah. I martiri cristiani dalle origini dell’islam a oggi (Piemme, 2004). Per quanto riguarda lo status delle minoranze religiose nei paesi islamici, i ‘dhimmi’, quasi tutto quello che sappiamo si deve ai fondamentali studi pionieristici di Bat Ye’or.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:04 am

Contro łe done


Orrore in Iraq, l'Isil ordina l'infibulazione per tutte le donne del 'califfato'

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... 144cO.html

Articolo pubblicato il: 22/07/2014

Mutilazioni genitali per tutte le donne del 'califfato'. E' l'ultimo ordine arrivato dal leader dei jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil), Abu Bakr al-Baghdadi.

Zona tra Iraq e Siria - In un comunicato di cui Aki-Adnkronos International ha preso visione, l'Isil - che controlla ampie zone dell'Iraq e della Siria - annuncia che Baghdadi ha chiesto l'infibulazione per tutte le ragazze dell'autoproclamato califfato, a cavallo tra l'Iraq e la Siria.

La citazione di Maometto - Nel breve comunicato, i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi 'hadith' (i 'detti'), che a loro dire contengono questo ordine.

Aleppo - Il comunicato risale ad alcuni giorni fa, è l'ennesimo che riguarda le donne dopo quello che impone il 'jihad del sesso' (vale a dire, concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai jihadisti) e quello che impone la segregazione dei sessi nelle università. Mentre negli altri comunicati si faceva riferimento a Mosul, città irachena controllata dall'Isil, in quello sulle mutilazioni genitali si fa un esplicito riferimento ad Aleppo, nel nord della Siria.

"Una notizia agghiacciante". Così Souad Sbai, giornalista e scrittrice italo-marocchina, commenta l'ordine di Abu Bakr al-Baghdadi di infibulare tutte le ragazze e le bambine presenti sul suolo iracheno al fine di allontanarle dalla prostituzione e dal peccato. Secondo la Sbai, che cita fonti di stampa arabe, "almeno 28 ragazzine hanno già patito questa sorte nei giorni scorsi".

Una notizia, dice la Sbai in un comunicato, "che rivela ancora una volta quanto pericoloso sia, nella sua follia, questo personaggio a cui l'Occidente continua colpevolmente a lasciare mano libera".

Crimine contro l'umanità - "Dopo le lapidazioni di due donne, ora la orrenda e disumana volontà di infibulare tutte le donne irachene. In Europa nessuno ha notizia di questo - conclude - ma i media arabi e le associazioni di donne arabe ne parlano in maniera preoccupata: la comunità internazionale non può rimanere a guardare, nell'attesa che si compia questo crimine orrendo contro l'umanità".

???
http://www.al-islam.org/it/articles/il- ... -ul-hassan
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:04 am

Contro łi altri xlameghi de difarente etnia

“Uccisi 500 Yazidi, donne e bambini sepolti vivi in fosse comuni”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... li/1087225

Lo ha detto all'agenzia Reuters Mohammed Shia al-Sudani, ministro iracheno per i diritti umani. Intanto sono fuggite 20.000 delle almeno 40.000 persone della minoranza intrappolate da giorni sui monti di Sinjar. I curdi riconquistano due città strategiche. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini: "Valutiamo iniziative non solo umanitarie con il ministero della Difesa"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 10 agosto 2014

Lo Stato Islamico avrebbe ucciso almeno 500 Yazidi durante l’offensiva condotta nel nord dell’Iraq. Lo ha detto all’agenzia Reuters Mohammed Shia al-Sudani, ministro iracheno per i diritti umani, secondo cui Isis avrebbe anche sepolto vive diversi membri della minoranza etnica, compresi donne e bambini. Trecento donne sarebbero state rapite e ridotte in schiavitù. “Abbiamo prove certe, ottenute dai membri della comunità yazidi in fuga da Sinjar, e fotografie che dimostrano inequivocabilmente che le bande dello Stato Islamico hanno ucciso almeno 500 yazidi dopo aver conquistato la città”, ha detto al-Sudani in una intervista telefonica. “Alcune delle vittime - continua al-Sudani – compresi donne e bambini, sono stati sepolti vivi in fosse comuni a Sinjar e nei dintorni”. Il racconto del ministro è raccapricciante: “In alcune delle immagini si vedono cadaveri allineati giustiziati con un colpo alla testa, mentre i miliziani esultano brandendo le armi sui corpi”.

Proseguono i raid dei caccia Usa
Intanto gli Stati Uniti proseguono con i raid contro le postazioni dell’Isis iniziati tre giorni fa, in particolare ”per difendere le forze curde vicino a Erbil, dove si trovano personale e cittadini americani”, ha affermato il Comando Centrale Usa. Jet da combattimento e droni hanno effettuato altri quattro raid contro i militanti. Gli attacchi vicino Sinjar sono stati estesi: si tratta del terzo round da quando è partito l’ordine dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il comando centrale ha riferito che i militanti dello Stato islamico stavano nuovamente attaccando civili yazidi che cercavano riparo nelle montagne di Sinjar. In un comunicato l’esercito ha aggiunto che i combattenti stavano colpendo i civili indiscriminatamente.

“Ventimila rifugiati yazidi sono salvi”
Sono riuscite a fuggire 20.000 delle almeno 40.000 persone della minoranza degli yazidi intrappolate da giorni sui monti di Sinjar. Lo riferisce l’Afp. Già ieri i combattenti curdi avevano annunciato di aver aperto un primo corridoio come via di fuga. Secondo la deputata Vian Dakhil, rappresentante della minoranza Yazidi, gli scampati sono almeno 20.000, mentre un responsabile curdo del valico di Fishkabur, nel nord dell’Iraq, ha indicato un numero fino a 30.000. I fuggitivi sarebbero riusciti a rifugiarsi in Siria, per poi tornare sotto scorta curda nel territorio del Kurdistan iracheno al riparo dai jihadisti. Le forze curde dei Peshmerga hanno riconquistato inoltre due città in posizione strategica.

Il ministro degli Esteri francese Fabius a Bagdad
Da subito Parigi aveva promesso di affiancare Washington e condividere la decisione di Barack Obama. E oggi il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius è in Iraq; a Bagdad incontrerà il suo omologo iracheno Hoshyar Zebari poi a Erbil, capitale del Kurdistan, dove troverà il presidente della regione Massud Barzani. Parigi fornirà “diverse tonnellate” di aiuti alle centinaia di migliaia di sfollati iracheni, ha detto Fabius. Il ministro ha chiesto agli iracheni “di formare un governo di ampia unità, in modo che tutti gli iracheni si sentano rappresentati e insieme conducano una battaglia contro il terrorismo”.

Mogherini: “Valutiamo iniziative con il ministero della Difesa”
Oltre allo sforzo per fare arrivare gli aiuti umanitari in Iraq, l’Italia sta “valutando una serie di altre iniziative in questi giorni che non riguarderanno probabilmente soltanto il ministero degli Esteri, ma potranno riguardare anche il ministero della Difesa”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini, intervenendo a RaiNews24, lasciando intendere che esiste la possibilità di un qualche tipo di intervento italiano nel paese. Devono essere “i ministri degli Esteri dell’Ue, non i livelli diplomatici, a prendersi le responsabilità politiche” per le numerose crisi in atto “attorno ai confini dell’Europa”, ha detto il capo della Farnesina. Sempre nella giornata di oggi, l’Ue aveva definito “crimini contro l’umanità” gli atti commessi dai jihadisti.

Patriarca caldeo: “Sconcertante intervento Usa solo su Erbil”
“La decisione del presidente americano Barack Obama di intervenire militarmente soltanto per difendere Erbil è sconcertante”. Così scrive il patriarca caldeo di Babilonia, Luis Raphael I Sako, in un appello inviato all’associazione Acs, “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. Il patriarca critica fortemente il mancato intervento Usa per liberare Mosul e la Piana di Ninive dal cosiddetto Isis e la scelta di Washington di non dare appoggio alle forze del governo di al Maliki, a meno che queste non si alleino con i peshmerga. “È deprimente pensare che questa drammatica situazione continuerà finché l’esercito iracheno non si schiererà al fianco di quello curdo per combattere Isis”, afferma Sako. Il prelato caldeo punta il dito anche contro Bagdad: “Mentre il Paese è sotto attacco, i politici continuano a lottare per la conquista del potere” e intanto “terribili e allarmanti sono le condizioni delle migliaia di rifugiati, tra cui moltissimi cristiani: si lascia presagire un ancor più terribile disastro”.

Papa: “Increduli e sgomenti per le violenze sui cristiani”
Papa Francesco, dopo l’appello di giovedì 7 agosto a “porre fine al dramma umanitario, è tornato a chiedere attenzione prima su Twitter (“Le persone private della casa in Iraq dipendono da noi. Invito tutti a pregare e, quanti possono, ad offrire un aiuto concreto”), quindi durante l’Angelus in piazza San Pietro: “Quanto succede in Iraq, con le violenze contro i cristiani costretti alla fuga dai fondamentalisti islamici, “offende gravemente Dio e l’umanità”, ha detto il pontefice al termine dell’Angelus in piazza San Pietro. “Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio!”, ricorda il Papa, che si è detto “incredulo e sgomento per le violenze contro i cristiani”.

Iraq, lo straziante appello della deputata yazidi: “Salvateci, ci stanno sterminando”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/08/ ... ndo/292167

“Fratelli salvateci, ci stanno sterminando. Un’intera religione viene cancellata dalla faccia della terra. Fratelli, vi imploro in nome dell’umanità: salvateci”. Questo l’accorato appello che Vian Dakhil, membro yazidi del Parlamento iracheno, lancia in lacrime al presidente dell’assemblea per salvare la sua popolazione. Si tratta di minoranza religiosa di 4.000 anni che unisce Islam e Zoroastrismo e perlopiù presente nel Nord dell’Iraq. “Siamo vittime – spiega – di uno sterminio da parte dei jihadisti che continueranno a giustizier gli yazidi se non si convertiranno all’Islam“. La parlamentare descrive la tragedia delle donne uccise o vendute come schiave sessuali, dei bambini morti di stenti e chiede che tutto questo venga fermato. “Sono stati giù uccisi 500 uomini yazidi, perchè – racconta – siamo considerati adoratori del diavolo dallo Stato Islamico. Fratelli – prosegue – lontano da ogni disputa politica, noi vogliamo solidarietà umana. Sto parlando in nome dell’umanità. Salvateci, salvateci! Ci stanno massacrando, ci stanno sterminando”

LINEAMENTI DI STORIA DELLA COMUNITÀ YEZIDEDALLE ORIGINI ALL’ETÀ CONTEMPORANEA
https://www.academia.edu/7932516/Lineam ... temporanea
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:04 am

Contro i cristiani


Cairo, i “Fratelli mussulmani” hanno assalito 22 chiese cristiane

Immagine

http://www.lindipendenza.com/cairo-i-fr ... -cristiane

L’ira dei Fratelli Musulmani contro lo sgombero forzato dei sit-in pro-Mohamed Morsi si scaglia contro i cristiani. In queste ore gli islamisti hanno attacco sette chiese cattoliche e ben 15 edifici religiosi della Chiesa copto-ortodossa e protestante. Gli assalti si sono verificati al Cairo e nel governatorato di Sohag (Alto Egitto). A dare la notizia è p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, che sottolinea come questo atto stia passando sotto il silenzio dei media occidentali. Al momento non è chiaro se vi siano vittime e feriti.

La rappresaglia è avvenuta subito dopo gli scontri di questa notte nei quartieri di Nadha e Rabaa al-Adawiya, nella capitale, ad Alessandria, el-Fayum e Suez, dove le forze dell’ordine hanno sgomberato con i bulldozer i campi organizzati nelle scorse settimane dai Fratelli Musulmani. Nell’assalto hanno perso la vita a 95 persone, secondo fonti dell’esercito.

Per evitare il caos il governo egiziano ha decretato lo stato di emergenza. (S.C. – Agenzia Fides)


Cristiani in fuga dall'Iraq, nel mirino di Isis
I miliziani jihadisti sfondano nelle città del nord bruciando croci e chiese. Migliaia in fuga verso il Kurdistan.
Papa Francesco: "Dramma umanitario"

posting.php?mode=post&f=144



Dopo le foto dei cristiani crocifissi in Siria il Papa risvegli le coscienze d'Occidente
Nel Paese persecuzioni organizzate contro i non musulmani. E il mondo sta a guardare
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/ne ... 16064.html

Dopo le lacrime di papa Francesco sulle foto dei crocifissi di Raqqa, ieri vibrava nell'aria la paura dell'uomo che ha consegnato al mondo le foto-testimonianza dell'orrore siriano.
Si chiama Abu Ibrahim Alraquaoui: ne scriviamo il nome coll'ammirazione dovuta agli eroi. I predicatori dell'Isi, l'organizzazione sconfessata per i suoi metodi da Al Qaeda stessa, ha raccontato Alraquaoui, promettono denaro contro informazioni per la sua cattura. Ma Abu Ibrahim promette di combattere i «nuovi Talebani» e ricorda i nomi dei crocifissi, Tamo al Nasser e Muhannad Makhb al Khlaf, studente, che hanno secondo l'Isi, ucciso tre jihadisti. Sette persone sono state uccise per rappresaglia, fra cui due ragazzini di 13 e 14 anni.
Sono cristiani i crocifissi? Le foto raccontano la storia che Alraquaoui testimonia con le sue parole? Non è facile dirlo. Quando i ribelli parlano della crudeltà di Assad, dei suoi hezbollah e degli iraniani, o invece la parte governativa descrive gli orrori perpetrati dalle organizzazioni sunnite, è molto difficile verificare i fatti. Ma comunque le lacrime versate da Papa Francesco corrispondono a un dato di fatto: è in atto una persecuzione di cristiani senza precendenti nel mondo moderno.
L'Osce denuncia 100milioni di cristiani perseguitati, la Commissione Epicospale dell'Ue, Comece, parla di una cifra doppia, 200 milioni. Ogni anno vengono assassinati per la loro fede 105mila cristiani, uno ogni cinque minuti. Secondo il «Pew report», 111 Paesi li perseguitano. I luoghi in testa alla tetra classifica, dopo la Corea del Nord, sono l'Arabia Saudita, l'Afghanistan, l'Iraq, la Somalia, le Maldive, il Mali, l'Iran, lo Yemen l'Eritrea. La Siria è passata dal trentaseiesimo all'undicesimo posto, la Libia dal 27 al 17, la Nigeria dal numero 50 al 24. I cristiani che in Siria erano due milioni ormai sono 400mila, e cercano di andarsene. Questi numeri grondano sangue di civili, e portano il segno dell'eroismo del rifiuto di convertirsi all'Islam. Speriamo che la grande occasione del viaggio di Francesco in medio Oriente trasformi le sue lacrime in una decisa presa di posizione. Forse toccherà a un Papa riscattare la vergogna di tutti i leader occidentali, che non hanno fatto nulla.




Straxi de cristiani en Nejeria fate da li xlameghi

viewtopic.php?f=110&t=1322

Coando xe ke i cristiani li scuminsia a defendarse?
Cosa ghe ensegnali i misionari cristiani-ouropei, a lasarse copare?



Stermegno de łi armeni anatołeghi - parké creistiani
viewtopic.php?f=110&t=371


La marcia o caminada "siłensioxa" de łi armeni


Immagine

http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno

Immagine
1915-1919. Dona armena enxenocià arente de na toxeta morta ente i campi, "en vista de l'aio e de la sicureza a Alepo" dixe la nota orexenal.

Immagine

Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:10 am

Contro i diriti omani e rełijoxi

L’Islam non perde il vizio, condannata a morte una cristiana

http://www.lindipendenza.com/lislam-non ... -cristiana

di GIANNI GIANGI

Meriam Yehya Ibrahim, la 27enne cristiana incinta di otto mesi condannata a morte per impiccagione da un tribunale sudanese con l’accusa di apostasia, avrà un nuovo processo e la nuova sentenza non prevederà la pena di morte. Lo ha annunciato l’ong ‘Sudan change now’ secondo quanto riferito dall’organizzazione Italians for Darfur. Il giudice aveva inflitto a Mariam anche la pena di 100 frustate per adulterio. A difesa della donna nei giorni scorsi erano scese in campo numerose ambasciate dei Paesi occidentali e organizzazioni in difesa dei diritti civili che ne avevano chiesto l’immediato rilascio.

Amnesty International ha ricordato che Mariam Yehya Ibrahim è stata cresciuta come cristiana ortodossa, religione della madre, in quanto il padre, musulmano, era assente fin dalla sua nascita. Successivamente la donna si era sposata con uno straniero cristiano, ma il tribunale di Khartoum l’ha condannata anche per adulterio perché il suo matrimonio con un uomo cristiano non è considerato valido dalla ‘Sharia’ e viene per l’appunto considerato un adulterio. Inoltre secondo la Sharia se il padre è musulmano, la figlia è automaticamente musulmana.
Nel corso dell’udienza al tribunale di Khartoum il giudice ha chiesto alla donna di rinunciare alla fede per evitare la pena di morte: “Ti abbiamo dato tre giorni di tempo per rinunciare, ma tu continui a non voler tornare all’Islam e dunque ti condanno a morte per impiccagione”, ha detto il giudice Abbas Mohammed Al-Khalifa rivolgendosi alla donna.

Amnesty International (Ai) ha definito “ripugnante” la sentenza con cui oggi un tribunale sudanese ha condannato a morte per “apostasia” e alla fustigazione per “adulterio” una donna cristiana all’ottavo mese di gravidanza. ”Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa è agghiacciante e orrendo”, ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International. “L’adulterio e l’apostasia – ha proseguito – non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani”. Amnesty International che considera Meriam Yehya Ibrahim una “prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identità religiosa”, ne ha chiesto il suo rilascio “immediato e incondizionato”.


Apostaxia o ridda o … ente l'Ixlam
posting.php?mode=post&f=24
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:13 am

Contro łe łebartà çiviłi

Sti kive li xe fioli del demogno e no de Allah!

Parigi, assalto a Charlie Hebdo: morti e feriti. Uccisi giornalisti e agenti
http://www.repubblica.it/esteri/2015/01 ... -104447972

Tre uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione nella sede del settimanale satirico e hanno aperto il fuoco. Almeno 12 vittime. Hollande: "È terrorismo". Sale l'allerta in Italia, potenziata la sorveglianza per le redazioni
di PIERA MATTEUCCI e ANAIS GINORI

PARIGI - Cinque minuti di terrore, 12 vittime e 8 feriti, di cui 5 gravissimi. Sono queste le cifre dell'attacco messo a segno oggi da tre uomini contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Killer incappucciati e armati hanno fatto irruzione nella sede del giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov. Tra le vittime, oltre a due agenti, il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, detto Charb, e i tre più importanti vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia. Nell'attentato è rimasto ucciso anche l'economista Bernard Maris, azionista della testata parigina e collaboratore di France Inter. Si tratta di un gravissimo "attacco alla libertà di stampa", il più grave della storia del periodico, più volte finito sotto tiro per i contenuti pubblicati. Sulla copertina di Charlie Hebdo oggi campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi "Sottomissione", che racconta l'arrivo al potere in Francia di un presidente islamico e nel numero odierno è pubblicata una recensione molto positiva dell'editorialista Maris. Lo scrittore Michel Houellebecq, dopo l'attacco, è stato posto sotto protezione della polizia e i locali della casa editrice Flammarion, che hanno pubblicato il suo ultimo romanzo, sono stati evacuati per motivi di sicurezza.

Il bilancio dell'attentato è stato confermato dalla Prefettura di Parigi. Quindici minuti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is). Gli assalitori, stando al raccontodi alcuni testimoni, hanno aperto il fuoco gridando: "Vendicheremo il Profeta" e "Allah u Akbar" (Allah è grande).



Dixen ke sti sasini no łi xe fiołi de Allah ma del demogno. Allah ke lè ono dei tanti nomi de Dio o Pare Çełeste nol ghe ga mai da ordene a kikesipia de ndar en volta a copar. Sti ki łi xe mati patoki, osesi e posesi de Saitan.
Dio o Allah, ke łi xe do nomi del Pare Çełeste e creador de l’ogneverso el ghe ła farà pagar cara.
Cognaria ke co łi se ciapa, cavarghe tuta ła pełe e cuxirli drento on saco fato da na pele de mas-cio e lasarli lì finaké no łi more (ke li sipia xlameghi o finti xlameghi).


https://www.facebook.com/elena.cavallin ... tif_t=like

Rabah Djennadi

Un message à toutes personnes musulmanes!Un messaggio a tutti i popoli musulmani!

Je n'ai pas besoin de réponses, j'ai juste besoin que chacun de nous se questionnera en toute intimité sur ses potentielles culpabilités. Pour certaines personnes musulmanes c'est l'occasion ou jamais pour sortir aujourd'hui dans le bute de se défendre de l'amalgame. C'est le moment ou jamais de défendre ses droits dans une France multiculturelle? Malheureusement par égoïsme ... oui! par contre, il y a une réaction plus noble, défendre les droits des autres tous les jours ... Quand la majorité des musulmans se mettront à défendre les femmes, en commençant de leurs propres maisons ... Quand la majorité des musulmans arrêteront d’éduquer des fanatiques frustrés et de leur dire qu'AIMER un garçon ou une fille n'est jamais un péché .... quand la majorité des musulmans apprendront à dire que l'Islam n'est pas seulement le coran et la vie de prophète mais aussi des siècles de réflexions intellectuelles ... Quand la majorité des musulmans arrêteront de marquer les territoires, comme les chiens le font en pissant aux angles, en parlant des terres musulmanes dans un monde où la religion est une question qui habite le cœur et non pas un lieu ou un temps .... quand la majorité des musulmans contribueront au bien-être des êtres vivants, d'une simple fleure à un homme catholique, juif ou athée qu'il soit ... ce jour là, je dirai que les terroristes qui tuent au nom de Dieu ne trouveront pas une raison pour y exister .... et nous serons tous loin des soupçons et d'amalgames!
Je n'impose à personne ma vision d'islam ... mais je me battrai contre "L'islam" qui opprime les visions!
DJENNADI Rabah


Attacco Parigi, Imam:"Sono dei diavoli"

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 678e7.html

07 gennaio 201514.04 "Sono l'impersonificazione del diavolo" Lo ha detto l'Imam di Drancy, Hassen Chalghoumi, davanti alla sede del settimanale Charlie Hebdo. "Tante volte ho lanciato l'allarme sui rischi di radicalizzazione", ha affermato ancora l' Imam, noto per le sue posizioni moderate e favorevoli al dialogo interreligioso. "Non è solo un orribile oltraggio alla libertà di stampa ma è un attacco a tutto il Paese". Ma "non dobbiamo fare alcuna amalgama tra l'Islam e questi barbari", ha concluso Chalghoumi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:16 am

Contro i vałori omani oniversałi
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:17 am

Iraq, terroristi Isis distruggono la moschea di Giona

ImmagineImmagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:19 am

Ła straje de Londra

http://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_ ... 5_a_Londra

Gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra furono una serie di esplosioni causate da attentatori suicidi che colpirono il sistema di trasporti pubblici della capitale britannica durante l'ora di punta, mentre molte persone si recavano al lavoro. Tre treni della metropolitana furono colpiti quasi contemporaneamente e dopo poco meno di un'ora esplose un autobus. Gli attacchi causarono 55 morti, inclusi gli attentatori, e circa 700 feriti di cui un centinaio venne ricoverato in ospedale.
Gli attentati portarono alla chiusura completa della metropolitana londinese per alcuni giorni, al blocco di molte strade circostanti le stazioni colpite, e alla sospensione delle corse degli autobus nella zona centrale per gran parte del giorno.
Gli investigatori in seguito identificarono in quattro uomini, deceduti, i responsabili degli attacchi. Secondo un articolo del The Guardian si ipotizza che gli attentatori abbiano agito da soli, con un budget ristretto, nonostante Al Qaida ne abbia rivendicato la responsabilità.
L'attentato avvenne proprio mentre nel Regno Unito, nei pressi di Edimburgo, si stava tenendo il 31º vertice del G8; inoltre, il giorno precedente era stata festeggiata la scelta della capitale inglese come sede delle Olimpiadi del 2012.
Il 21 luglio 2005 si verificò una seconda serie di quattro esplosioni su convogli della metropolitana di Londra e su un autobus. Esplosero solo i detonatori e non le cariche e non ci furono vittime; gli attentatori, dopo i malfunzionamenti degli ordigni fuggirono ma furono in seguito tutti arrestati.



Il nemico che trattiamo da amico

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... ezzo.shtml

Dopo Londra
L'Europa in guerra il nemico ce l'ha in casa. E Churchill disse: verseremo lacrime e sangue

Ora mi chiedono: «Che cosa dice, che cosa ha da dire, su quello che è successo a Londra?». Me lo chiedono a voce, per fax, per email, spesso rimproverandomi perché finoggi sono rimasta zitta. Quasi che il mio silenzio fosse stato un tradimento. E ogni volta scuoto la testa, mormoro a me stessa: cos' altro devo dire?!?
Sono quattr' anni che dico. Che mi scaglio contro il Mostro deciso ad eliminarci fisicamente e insieme ai nostri corpi distruggere i nostri principii e i nostri valori. La nostra civiltà.
Sono quattr' anni che parlo di nazismo islamico, di guerra all' Occidente, di culto della morte, di suicidio dell' Europa.
Un' Europa che non è più Europa ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba.
Sono quattr' anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia» e mi dispero sui Danai che come nell' Eneide di Virgilio dilagano per la città sepolta nel torpore.
Che attraverso le porte spalancate accolgono le nuove truppe e si uniscono ai complici drappelli. Quattr' anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell' Apocalisse dell' evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna.

Incominciai con «La Rabbia e l' Orgoglio».
Continuai con «La Forza della Ragione».
Proseguii con «Oriana Fallaci intervista sé stessa»
e con «L' Apocalisse».

E tra l' uno e l' altro la predica «Sveglia, Occidente, sveglia».

I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l' accusa di razzismo-religioso e xenofobia.
Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette.
Per cui in Italia verrò processata con l' accusa di vilipendio all' Islam cioè reato di opinione.
(Reato che prevede tre anni di galera, quanti non ne riceve l' islamico sorpreso con l' esplosivo in cantina).

Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me.
Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra».

Sì, è vero: sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole.

Guerra-all' Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell' Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.

Sì, è vero: sia pur senza ammettere che non avevo torto l' ex segretario della Quercia ora concede interviste nelle quali dichiara che questi-terroristi-vogliono-distruggere-i-nostri-valori, che questo- stragismo-è-di-tipo-fascista-ed-esprime-odio-per-la-nostra-civiltà».

Sì, è vero: parlando di Londonistan, il quartiere dove vivono i ben settecentomila musulmani di Londra, i giornali che prima sostenevano i terroristi fino all' apologia di reato ora dicono ciò che dicevo io quando scrivevo che in ciascuna delle nostre città esiste un' altra città. Una città sotterranea, uguale alla Beirut invasa da Arafat negli anni Settanta.
Una città straniera che parla la propria lingua e osserva i propri costumi, una città musulmana dove i terroristi circolano indisturbati e indisturbati organizzano la nostra morte. Del resto ora si parla apertamente anche di terrorismo-islamico, cosa che prima veniva evitata con cura onde non offendere i cosiddetti musulmani moderati. Sì, è vero: ora anche i collaborazionisti e gli imam esprimono le loro ipocrite condanne, le loro mendaci esecrazioni, la loro falsa solidarietà coi parenti delle vittime. Si, è vero: ora si fanno severe perquisizioni nelle case dei musulmani indagati, si arrestano i sospettati, magari ci si decide ad espellerli.
Ma in sostanza non è cambiato nulla. Nulla.

Dall' antiamericanismo all' antioccidentalismo al filoislamismo, tutto continua come prima. - Persino in Inghilterra.

Sabato 9 luglio cioè due giorni dopo la strage la BBC ha deciso di non usare più il termine «terroristi», termine-che-esaspera-i-toni-della-Crociata, ed ha scelto il vocabolo «bombers». Bombardieri, bombaroli. Lunedì 11 luglio cioé quattro giorni dopo la strage il Times ha pubblicato nella pagina dei commenti la vignetta più disonesta ed ingiusta ch' io abbia mai visto. Quella dove accanto a un kamikaze con la bomba si vede un generale anglo-americano con un' identica bomba. Identica nella forma e nella misura. Sulla bomba, la scritta: «Killer indiscriminato e diretto ai centri urbani». Sulla vignetta, il titolo: «Spot the difference, cerca la differenza».

Quasi contemporaneamente, alla televisione americana ho visto una giornalista del Guardian, il quotidiano dell' estrema sinistra inglese, che assolveva l' apologia di reato manifestata anche stavolta dai giornali musulmani di Londra. E che in pratica attribuiva la colpa di tutto a Bush.

Il-criminale, il- più-grande-criminale-della-Storia, George W. Bush. «Bisogna capirli». Cinguettava «la politica americana li ha esasperati.

Se non ci fosse stata la guerra in Iraq...». (Giovanotta, l' 11 settembre la guerra in Iraq non c' era. L' 11 settembre la guerra ce l' hanno dichiarata loro. Se n' è dimenticata?).

E contemporaneamente ho letto su Repubblica un articolo dove si sosteneva che l' attacco alla subway di Londra non è stato un attacco all' Occidente. E' stato un attacco che i figli di Allah hanno fatto contro i propri fantasmi. Contro l' Islam «lussurioso» (suppongo che voglia dire «occidentalizzato») e il cristianesimo «secolarizzato».

Contro i pacifisti indù e la-magnifica-varietà-che-Allah-ha-creato.

Infatti, spiegava, in Inghilterra i musulmani sono due milioni e nella metropolitana di Londra non-trovi-un-inglese-nemmeno-a-pagarlo-oro. Tutti in turbante, tutti in kefiah. Tutti con la barba lunga e il djellabah. Se-ci-trovi-una-bionda-con-gli-occhi-azzurri-è-una-circassa». (Davvero?!? Chi l' avrebbe mai detto!!! Nelle fotografie dei feriti non scorgo né turbanti né kefiah, né barbe lunghe né djellabah. E nemmeno burka e chador.
Vedo soltanto inglesi come gli inglesi che nella Seconda Guerra Mondiale morivano sotto i bombardamenti nazisti.

E leggendo i nomi dei dispersi vedo tutti Phil Russell, Adrian Johnson, Miriam Hyman, più qualche tedesco o italiano o giapponese.
Di nomi arabi, finoggi, ho visto soltanto quello di una giovane donna che si chiamava Shahara Akter Islam).

Continua anche la fandonia dell' Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell' integrazione, la farsa del pluriculturalismo. Vale a dire delle moschee che esigono e che noi gli costruiamo. Nel corso d' un dibattito sul terrorismo, al consiglio comunale di Firenze lunedì 11 luglio il capogruppo diessino ha dichiarato: «E' ora che anche a Firenze ci sia una moschea». Poi ha detto che la comunità islamica ha esternato da tempo la volontà di costruire una moschea e un centro culturale islamico simili alla moschea e al centro culturale islamico che sorgeranno nella diessina Colle val d' Elsa. Provincia della diessina Siena e del suo filo-diessino Monte dei Paschi, già la banca del Pci e ora dei Ds.
Bé, quasi nessuno si è opposto. Il capogruppo della Margherita si è detto addirittura favorevole.
Quasi tutti hanno applaudito la proposta di contribuire all' impresa coi soldi del municipio cioé dei cittadini, e l' assessore all' urbanistica ha aggiunto che da un punto di vista urbanistico non ci sono problemi.
«Niente di più facile». Episodio dal quale deduci che la città di Dante e Michelangelo e Leonardo, la culla dell' arte e della cultura rinascimentale, sarà presto deturpata e ridicolizzata dalla sua Mecca.

Peggio ancora: continua la Political Correctness dei magistrati sempre pronti a mandare in galera me e intanto ad assolvere i figli di Allah.

A vietarne l' espulsione, ad annullarne le (rare) condanne pesanti, nonché a tormentare i carabinieri o i poliziotti che con loro gran dispiacere li arrestano.
Milano, pomeriggio dell' 8 luglio cioé il giorno dopo la strage di Londra. Il quarantaduenne Mohammed Siliman Sabri Saadi, egiziano e clandestino, viene colto senza biglietto sull' autobus della linea 54. Per effettuare la multa i due controllori lo fanno scendere e scendono con lui. Gli chiedono un documento, lui reagisce ingaggiando una colluttazione. Ne ferisce uno che finirà all' ospedale, scappa perdendo il passaporto, ma la Volante lo ritrova e lo blocca. Nonostante le sue resistenze, dinanzi a una piccola folla lo ammanetta e nello stesso momento ecco passare una signora che tutta stizzita vuole essere ascoltata come testimone se il poverino verrà processato ed accusato di resistenza. I poliziotti le rispondono signora-ci-lasci-lavorare, e allora lei allunga una carta di identità dalla quale risulta che è un magistrato. Sicché un po' imbarazzati ne prendono atto poi portano Mohammed in questura e qui... Bé, invece di portarlo al centro di permanenza temporanea dove (anziché in galera) si mettono i clandestini, lo lasciano andare invitandolo a presentarsi la prossima settimana al processo cui dovrà sottoporsi per resistenza all' arresto e lesioni a pubblico ufficiale.
Lui se ne va, scompare (lo vedremo mai più?) e indovina chi è la signora tutta stizzita perché lo avevano ammanettato come vuole la prassi.

La magistrata che sette mesi fa ebbe il suo piccolo momento di celebrità per aver assolto con formula piena tre musulmani accusati di terrorismo internazionale e per aver aggiunto che in Iraq non c' è il terrorismo, c' è la guerriglia, che insomma i tagliateste sono Resistenti.
Sì, proprio quella che il vivace leghista Borghezio definì «una vergogna per Milano e per la magistratura».

E indovina chi anche oggi la loda, la difende, dichiara ha-fatto-benissimo. I diessini, i comunisti, e i soliti verdi.

Continua anche la panzana che l' Islam è una religione di pace, che il Corano predica la misericordia e l' amore e la pietà.
Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d' ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù.
Come se non fosse stato anche lui un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato san Matteo e san Marco e san Luca e san Giovanni intenti a scrivere gli Evangeli.
Continua anche la frottola dell' Islam vittima-dell' Occidente. C
ome se per quattordici secoli i musulmani non avessero mai torto un capello a nessuno e la Spagna e la Sicilia e il Nord Africa e la Grecia e i Balcani e l' Europa orientale su su fino all' Ucraina e alla Russia le avesse occupate la mia bisnonna valdese. Come se ad arrivare fino a Vienna e a metterla sotto assedio fossero state le suore di sant' Ambrogio e le monache Benedettine. Continua anche la frode o l' illusione dell' Islam Moderato.
Con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un' esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in paesi lontani.


Bé, il nemico non è affatto un' esigua minoranza. E ce l' abbiamo in casa.

Ce l' avevamo in casa l' 11 settembre del 2001 cioé a New York.
Ce l' avevamo in casa l' 11 marzo del 2004 cioé a Madrid.
Ce l' avevamo in casa l' 1, il 2, il 3 settembre del medesimo anno a Beslan dove si divertirono anche a fare il tiro a segno sui bambini che dalla scuola fuggivano terrorizzati, e di bambini ne uccisero centocinquanta.
Ce l' avevamo in casa il 7 luglio scorso cioé a Londra dove i kamikaze identificati erano nati e cresciuti.


Dove avevano studiato finalmente qualcosa, erano vissuti finalmente in un mondo civile, e dove fino alla sera precedente s' eran divertiti con le partite di calcio o di cricket. Ce l' abbiamo in casa da oltre trent' anni, perdio. Ed è un nemico che a colpo d' occhio non sembra un nemico.
Senza la barba, vestito all' occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale.
Cioé col permesso di soggiorno. Con l' automobile. Con la famiglia.

E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco.

E' un nemico che trattiamo da amico.
Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità.
Tale intensità che verrebbe spontaneo gridargli: se siamo così brutti, così cattivi, così peccaminosi, perché non te ne torni a casa tua? Perché stai qui? Per tagliarci la gola o farci saltare in aria? Un nemico, inoltre, che in nome dell' umanitarismo e dell' asilo politico (ma quale asilo politico, quali motivi politici?) accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di Accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo.

Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l' Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi».
Un nemico che per partorire non ha bisogno della procreazione assistita, delle cellule staminali. Il suo tasso di natalità è così alto che secondo il National Intelligence Council alla fine di quest' anno la popolazione musulmana in Eurabia risulterà raddoppiata. Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all' imam (però guai se arresti l' imam. Peggio ancora, se qualche agente della Cia te lo toglie dai piedi col tacito consenso dei nostri servizi segreti).

Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l' Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l' esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.

(Ma quando in seguito alla strage di Londra la Francia denuncia il trattato di Schengen e perfino la Spagna zapatera pensa di imitarla, l' Italia e gli altri paesi europei rispondono scandalizzati no no). Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l' alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà.

Un nemico che protetto dalla Sinistra al Caviale e dalla Destra al Fois Gras e dal Centro al Prosciutto ciancia, appunto, di integrazione e pluriculturalismo ma intanto ci impone le proprie regole e i propri costumi.
Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni.
Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioé «col liquore».
E-attenta-a-non-ripeter-l' oltraggio.
Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale.
Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani».
(Parlo, s' intende, dell' arabo con la cittadinanza italiana che mi ha denunciato per vilipendio all' Islam. Che contro di me ha scritto un lercio e sgrammaticato libello dove elencando quattro sure del Corano chiede ai suoi correligionari di eliminarmi, che per le sue malefatte non è mai stato o non ancora processato).
Un nemico che in Inghilterra s' imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. (Parlo, s' intende, dell' arabo con la cittadinanza inglese che per puro miracolo beccarono sulla American Airlines).

Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica.
(Parlo, s' intende, dell' arabo con cittadinanza olandese che probabilmente anzi spero verrà condannato all' ergastolo e che al processo ha sibilato alla mamma di Theo: «Io non provo alcuna pietà per lei. Perché lei è un' infedele»).

Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioé pronto a scarcerarlo.
E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d' un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino.

Continua anche il discorso sul Dialogo delle due Civiltà.
Ed apriti cielo se chiedi qual è l' altra civiltà, cosa c' è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà.
Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù».
Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell' Ottocento per poter firmare un trattato commerciale.
Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate.
Che dei Diritti dell' Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare.
Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall' Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba.
Apriti cielo anche se chiedi che cosa c' è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta.

L' Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. E' incompatibile col concetto di civiltà.
E visto che ho toccato questo argomento mi ascolti bene, signor giudice di Bergamo che ha voluto incriminarmi per vilipendio all' Islam ma che non ha mai incriminato il mio persecutore per vilipendio al Cristianesimo.
Nonché per istigazione all' omicidio. (Il mio).
Mi ascolti e mi condanni pure.
Mi infligga pure quei tre anni di reclusione che i magistrati italiani non infliggono nemmeno ai terroristi islamici beccati con l' esplosivo in cantina.
Il suo processo è inutile.
Finché avrò un filo di fiato io ripeterò ciò che ho scritto nei miei libri e che riscrivo qui. Non mi sono mai fatta intimidire, non mi faccio mai intimidire dalle minacce di morte e dalle persecuzioni, dalle denigrazioni, dagli insulti contro i quali Lei si è guardato bene dal proteggermi anche come semplice cittadino.
Quindi si figuri se mi faccio intimidire da Lei che mi nega il costituzionale diritto di pensare ed esprimere la mia opinione.
Però, prima del processo, una curiosità me la deve togliere. Nella cella mi ci terrà tutta sola o coi carabinieri che lo Stato Italiano mi ha cortesemente imposto affinché non venga ammazzata come Biagi o come Theo van Gogh? Glielo chiedo perché il ministro degli Interni dice che nelle nostre carceri oltre il cinquanta per cento dei detenuti sono musulmani, e suppongo che di quei carabinieri avrei più bisogno in galera che a casa mia.
(Quanto a voi, signori del Parlamento, congratulazioni per aver respinto la proposta del ministro della Giustizia: abolire il reato di opinione. E particolari congratulazioni all' onorevole di Alleanza Nazionale che oltre ad aver gestito quel rifiuto ha chiesto di abolire il reato d' apologia del fascismo).
Continua anche l' indulgenza che la Chiesa Cattolica (del resto la maggiore sostenitrice del Dialogo) professa nei riguardi dell' Islam.
Continua cioé la sua irremovibile irriducibile volontà di sottolineare il «comune patrimonio spirituale fornitoci dalle tre grandi religioni monoteistiche».
Quella cristiana, quella ebraica, quella islamica.
Tutte e tre basate sul concetto del Dio Unico, tutte e tre ispirate da Abramo.
Il buon Abramo che per ubbidire a Dio stava per sgozzare il suo bambino come un agnello. Ma quale patrimonio in comune?!?

Allah non ha nulla in comune col Dio del Cristianesimo.
Col Dio padre, il Dio buono, il Dio affettuoso che predica l' amore e il perdono.
Il Dio che negli uomini vede i suoi figli. Allah è un Dio padrone, un Dio tiranno.
Un Dio che negli uomini vede i suoi sudditi anzi i suoi schiavi.
Un Dio che invece dell' amore insegna l' odio, che attraverso il Corano chiama cani-infedeli coloro che credono in un altro Dio e ordina di punirli.
Di soggiogarli, di ammazzarli. Quindi come si fa a mettere sullo stesso piano il cristianesimo e l' islamismo, come si fa a onorare in egual modo Gesù e Maometto?!?
Basta davvero la faccenda del Dio Unico per stabilire una concordia di concetti, di principii, di valori?!? E questo è il punto che nell' immutata realtà del dopo-strage di Londra mi turba forse di più.
Mi turba anche perché sposa quindi rinforza quello che considero l' errore commesso da papa Wojtyla: non battersi quanto avrebbe a mio avviso dovuto contro l' essenza illiberale e antidemocratica anzi crudele dell' Islam. Io in questi quattr' anni non ho fatto che domandarmi perché un guerriero come Wojtyla, un leader che come lui aveva contribuito più di chiunque al crollo dell' impero sovietico e quindi del comunismo, si mostrasse così debole verso un malanno peggiore dell' impero sovietico e del comunismo. Un malanno che anzitutto mira alla distruzione del cristianesimo. (E dell' ebraismo).
Non ho fatto che domandarmi perché egli non tuonasse in maniera aperta contro ciò che avveniva (avviene) ad esempio in Sudan dove il regime fondamentalista esercitava (esercita) la schiavitù. Dove i cristiani venivano eliminati (vengono eliminati) a milioni. Perché tacesse sull' Arabia Saudita dove la gente con una Bibbia in mano o una crocetta al collo era (è) trattata come feccia da giustiziare. Ancora oggi quel silenzio io non l' ho capito e...

Naturalmente capisco che la filosofia della Chiesa Cattolica si basa sull' ecumenismo e sul comandamento Ama-il-nemico-tuo-come-te-stesso.
Che uno dei suoi principii fondamentali è almeno teoricamente il perdono, il sacrificio di porgere l' altra guancia.
(Sacrificio che rifiuto non solo per orgoglio cioè per il mio modo di intendere la dignità, ma perché lo ritengo un incentivo al Male di chi fa del male).

Però esiste anche il principio dell' autodifesa anzi della legittima difesa, e se non sbaglio la Chiesa Cattolica vi ha fatto ricorso più volte.
Carlo Martello respinse gli invasori musulmani alzando il crocifisso.
Isabella di Castiglia li cacciò dalla Spagna facendo lo stesso.
E a Lepanto c' erano anche le truppe pontificie.
A difendere Vienna, ultimo baluardo della Cristianità, a romper l' assedio di Kara Mustafa, c' era anche e soprattutto il polacco Giovanni Sobienski con l' immagine della Vergine di Chestochowa.
E se quei cattolici non avessero applicato il principio dell' autodifesa, della legittima difesa, oggi anche noi porteremmo il burka o il jalabah.
Anche noi chiameremmo i pochi superstiti cani-infedeli.
Anche noi gli segheremmo la testa col coltello halal.
E la basilica di San Pietro sarebbe una moschea come la chiesa di Santa Sofia a Istanbul.
Peggio: in Vaticano ci starebbero Bin Laden e Zarkawi.
Così, quando tre giorni dopo la nuova strage Papa Ratzinger ha rilanciato il tema del Dialogo, sono rimasta di sasso. Santità, Le parla una persona che La ammira molto. Che Le vuole bene, che Le dà ragione su un mucchio di cose. Che a causa di questo viene dileggiata coi nomignoli atea-devota, laica-baciapile, liberal-clericale. Una persona, inoltre, che capisce la politica e le sue necessità. Che comprende i drammi della leadership e i suoi compromessi. Che ammira l' intransigenza della fede e rispetta le rinunce o le prodigalità a cui essa costringe.
Però il seguente interrogativo devo porlo lo stesso: crede davvero che i musulmani accettino un dialogo coi cristiani, anzi con le altre religioni o con gli atei come me? Crede davvero che possano cambiare, ravvedersi, smettere di seminar bombe? Lei è un uomo tanto erudito, Santità.
Tanto colto. E li conosce bene. Assai meglio di me.
Mi spieghi dunque: quando mai nel corso della loro storia, una storia che dura da millequattrocento anni, sono cambiati e si sono ravveduti?
Oh, neanche noi siamo stati e siamo stinchi di santo: d' accordo.
Inquisizioni, defenestrazioni, esecuzioni, guerre, infamie di ogni tipo. Nonché guelfi e ghibellini a non finire. E per giudicarci severamente basta pensare a quel che abbiamo combinato sessanta anni fa con l' Olocausto.
Ma poi abbiamo messo un po' di giudizio, perbacco.
Ci abbiamo dato una pensata e se non altro in nome della decenza siamo un po' migliorati. Loro, no.

La Chiesa Cattolica ha avuto svolte storiche, Santità. Anche questo lei lo sa meglio di me. A un certo punto si è ricordata che Cristo predicava la Ragione, quindi la scelta, quindi il Bene, quindi la Libertà, e ha smesso di tiranneggiare.
D' ammazzare la gente. O costringerla a dipinger soltanto Cristi e Madonne. Ha compreso il laicismo.
Grazie a uomini di prim' ordine, un lungo elenco di cui Lei fa parte, ha dato una mano alla democrazia.
Ed oggi parla coi tipi come me. Li accetta e lungi dal bruciarli vivi (io non dimentico mai che fino a quattro secoli fa il Sant' Uffizio mi avrebbe mandato al rogo) ne rispetta le idee.
Loro, no. Ergo con loro non si può dialogare. E ciò non significa ch' io voglia promuovere una guerra di religione, una Crociata, una caccia alle streghe, come sostengono i mentecatti e i cialtroni. (Guerre di religione, Crociate, io ?!? Non essendo religiosa, figuriamoci se voglio incitare alle guerre di religione e alle Crociate. Cacce alle streghe io?!? Essendo considerata una strega, un' eretica, dagli stessi laici e dagli stessi liberals, figuriamoci se voglio accendere una caccia alle streghe. Ciò significa, semplicemente, che illudersi su di loro è contro ragione. Contro la Vita, contro la stessa sopravvivenza, e guai a concedergli certe familiarità.

La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l' ho mai avuto. Anche questo lo dico da quattro anni. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all' Africa cioè ai paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Lo stesso Bin Laden ce lo ha promesso. In modo esplicito, chiaro, preciso. Più volte. I suoi luogotenenti (o rivali), idem. Lo stesso Corriere lo dimostra con l' intervista a Saad Al-Faqih, l' esiliato saudita diventato amico di Bin Laden durante il conflitto coi russi in Afghanistan, e secondo i servizi segreti americani finanziatore di Al Qaeda. «E' solo questione di tempo. Al Qaeda vi colpirà presto» ha detto Al-Faqih aggiungendo che l' attacco all' Italia è la cosa più logica del mondo. Non è l' Italia l' anello più debole della catena composta dagli alleati in Iraq? Un anello che viene subito dopo la Spagna e che è stato preceduto da Londra per pura convenienza. E poi: «Bin Laden ricorda bene le parole del Profeta. Voi-costringerete-i-romani-alla-resa. E vuole costringer l' Italia ad abbandonare l' alleanza con l' America». Infine, sottolineando che operazioni simili non si fanno appena sbarcati a Lampedusa o alla Malpensa bensì dopo aver maturato dimestichezza con il paese, esser penetrati nel suo tessuto sociale: «Per reclutare gli autori materiali, c' è solo l' imbarazzo della scelta».
Molti italiani non ci credono ancora. Nonostante le dichiarazioni del ministro degli Interni, a rischio Roma e Milano, all' erta anche Torino e Napoli e Trieste e Treviso nonché le città d' arte come Firenze e Venezia, gli italiani si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi. Ha ragione Vittorio Feltri quando su Libero scrive che la decadenza degli occidentali si identifica con la loro illusione di poter trattare amichevolmente il nemico, nonché con la loro paura. Una paura che li induce ad ospitare docilmente il nemico, a tentar di conquistarne la simpatia, a sperare che si lasci assorbire mentre è lui che vuole assorbire. Questo senza contare la nostra abitudine ad essere invasi, umiliati, traditi. Come dico nell' «Apocalisse», l' abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera apatia. L' apatia genera inerzia. L' inerzia genera indifferenza, ed oltre a impedire il giudizio morale l' indifferenza soffoca l' istinto di autodifesa cioè l' istinto che induce a battersi. Oh, per qualche settimana o qualche mese lo capiranno sì d' essere odiati e disprezzati dal nemico che trattano da amico e che è del tutto refrattario alle virtù chiamate Gratitudine, Lealtà, Pietà. Usciranno sì dall' apatia, dall' inerzia, dall' indifferenza. Ci crederanno sì agli annunci di Saad al-Faqih e agli espliciti, chiari, precisi avvertimenti pronunciati da Bin Laden and Company. Eviteranno di prendere i treni della sotterranea. Si sposteranno in automobile o in bicicletta. (Ma Theo van Gogh fu ammazzato mentre si spostava in bicicletta). Attenueranno il buonismo o il servilismo. Si fideranno un po' meno del clandestino che gli vende la droga o gli pulisce la casa. Saranno meno cordiali col manovale che sventolando il permesso di soggiorno afferma di voler diventare come loro ma intanto fracassa di botte la moglie, le mogli, e uccide la figlia in blue jeans. Rinunceranno anche alle litanie sui Viaggi della Speranza, e forse realizzeranno che per non perdere la Libertà a volte bisogna sacrificare un po' di libertà. Che l' autodifesa è legittima difesa e la legittima difesa non è una barbarie. Forse grideranno addirittura che la Fallaci aveva ragione, che non meritava d' essere trattata come una delinquente. Ma poi riprenderanno a trattarmi come una delinquente. A darmi di retrograda xenofoba razzista eccetera. E quando l' attacco verrà, udiremo le consuete scemenze. Colpa-degli-americani, colpa-di-Bush.
Quando verrà, come avverrà quell'attacco? Oddio, detesto fare la Cassandra. La profetessa. Non sono una Cassandra, non sono una profetessa. Sono soltanto un cittadino che ragiona e ragionando prevede cose che secondo logica accadranno. Ma che ogni volta spera di sbagliarsi e, quando accadono, si maledice per non aver sbagliato. Tuttavia riguardo all' attacco contro l' Italia temo due cose: il Natale e le elezioni. Forse supereremo il Natale. I loro attentati non sono colpacci rozzi, grossolani. Sono delitti raffinati, ben calcolati e ben preparati. Prepararsi richiede tempo e a Natale credo che non saranno pronti. Però saranno pronti per le elezioni del 2006. Le elezioni che vogliono vedere vinte dal pacifismo a senso unico. E da noi, temo, non si accontenteranno di massacrare la gente. Perché quello è un Mostro intelligente, informato, cari miei. Un Mostro che (a nostre spese) ha studiato nelle università, nei collegi rinomati, nelle scuole di lusso. (Coi soldi del genitore sceicco od onesto operaio). Un Mostro che non s' intende soltanto di dinamica, chimica, fisica, di aerei e treni e metropolitane: s' intende anche di Arte. L' arte che il loro presunto Faro-di-Civiltà non ha mai saputo produrre. E penso che insieme alla gente da noi vogliano massacrare anche qualche opera d' arte. Che ci vuole a far saltare in aria il Duomo di Milano o la Basilica di San Pietro? Che ci vuole a far saltare in aria il David di Michelangelo, gli Uffizi e Palazzo Vecchio a Firenze, o il Palazzo dei Dogi a Venezia? Che ci vuole a far saltare in aria la Torre di Pisa, monumento conosciuto in ogni angolo del mondo e perciò assai più famoso delle due Torri Gemelle? Ma non possiamo scappare o alzare bandiera bianca. Possiamo soltanto affrontare il mostro con onore, coraggio, e ricordare quel che Churchill disse agli inglesi quando scese in guerra contro il nazismo di Hitler. Disse: «Verseremo lacrime e sangue». Oh, sì: pure noi verseremo lacrime e sangue. Siamo in guerra: vogliamo mettercelo in testa, sì o no?!? E in guerra si piange, si muore. Punto e basta. Conclusi così anche quattro anni fa, su questo giornale.

Oriana Fallaci - 15 settembre 2006


Gràsie Oriana!
Il nemico che trattiamo da amico
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... ezzo.shtml

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... goglio.jpg

http://www.molfettadiscute.com/otto-ann ... ncora-vivo
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: I crimini de l'Ixlam

Messaggioda Berto » mer gen 14, 2015 7:28 am

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Coran.jpg

L’ISLAM, UNA MICIDIALE MACCHINA DI OPPRESSIONE di GUGLIELMO PIOMBINI

http://www.miglioverde.eu/lislam-una-mi ... ppressione

Per il mondo occidentale e per il mondo islamico gli anni Settanta del XX secolo hanno rappresentato una profonda cesura storica con il proprio passato, ma di segno opposto.
A partire dal Sessantotto l’Occidente è stato investito da una grave crisi culturale, che ha messo in discussione tutte le istituzioni (il capitalismo, il liberalismo, il cristianesimo, la famiglia tradizionale) che in passato avevano reso possibile la sua straordinaria espansione economica, scientifica e demografica. (No xe mia purpio cusì, parké ste 4 istitusion lè jera e le xe piene de peke!)

Dopo quasi mille anni di continua ascesa a livello globale, la civiltà d’origine europea, che al suo apogeo vittoriano costituiva oltre un terzo della popolazione mondiale e dominava su quasi tutto l’orbe terracqueo, cominciò una precipitosa ritirata spaziale (dovuta alla decolonizzazione) e demografica (per effetto del crollo delle nascite). (Ma coala asexa e ke domegno enperial e militar ???)

La dominante ideologia progressista rappresentò, attraverso il rinnegamento del proprio passato storico e culturale, la razionalizzazione verbale del processo di ripiegamento dell’Occidente. Come scrisse l’analista americano James Burnham, “il progressismo liberal motiva e giustifica questa contrazione, e ci riconcilia con essa. È l’ideologia del suicidio occidentale” (No, no no, no la xe purpio cusi, a mi me basta coel ke xe capità da 200 ani a sta parte ente la me tera veneta !!!).

Per colmo della sorte, nello stesso periodo il mondo islamico si risvegliò dal suo plurisecolare torpore, entrando in una fase di forte radicalizzazione politico-religiosa, di rinnovata volontà conquistatrice e di boom demografico.
Gli attentati violenti di matrice islamica divennero sempre più frequenti, con un’escalation a partire dall’11 settembre 2001 (anca prima de l'ondaxe).
Dall’attacco alle Torri Gemelle al 4 luglio 2009 ne sono stati contati in tutto il mondo 13.521, con decine di migliaia di morti e di feriti. Sul piano demografico nel 1970 la popolazione dei paesi industrializzati era il doppio di quella del mondo islamico, ma nel 2000 risultavano pari: in soli trent’anni, mentre la popolazione del mondo industrializzato scendeva a livello globale dal 30 al 20%, le nazioni musulmane passavano dal 15 al 20%, e non è difficile immaginare come sarà la situazione nel 2020.

I rapporti con l’Occidente hanno cominciato così a rovesciarsi, e una numerosa, giovane e assertiva popolazione musulmana ha cominciato a insediarsi, con le buone o con le cattive (???), in un’Europa sempre più stanca e invecchiata. La presenza dei musulmani in Europa è passata in un paio di decenni da 500mila a più di venti milioni di persone, i quali hanno fondato in molti paesi (Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna) delle “no-go areas” in cui si applica la sharia e i non musulmani non possono entrare (???).

Gli imam proclamano apertamente le loro intenzioni di conquista dell’Europa e di riduzione dei nativi a ‘dhimmi’, cittadini di seconda classe costretti ad una precaria posizione subalterna. (Cogna ensegnarghe la creansa, tendarli e s eocor pararli via).

Il rapido processo di colonizzazione islamica del vecchio continente (??? no me parla ke se semo devegnesti cologne xlameghe), tuttavia, è stato favorito in larga misura da un’elite politica e intellettuale miope e ideologizzata, che sta cercando di fare dell’Europa un laboratorio di ingegneria sociale per l’applicazione delle proprie utopie multiculturaliste.
La pericolosità dell’islam, infatti, non nasce tanto dalla sua forza intrinseca, quanto dalla debolezza spirituale dell’Europa “post-sessantottina”, che si manifesta, nella denatalità, nel relativismo, nell’odio di sé e nel rifiuto delle proprie radici spirituali. ???
L’islam è solo un’infezione “opportunista” proveniente dall’esterno, ma il vero problema è il virus interno che sta corrodendo le autodifese culturali della società europea. ( Coala coultura ???)

A conclusione dei lavori di un’importante conferenza internazionale che si è svolta a Roma il 13 marzo 2008 sul tema “Crisi di identità: la civiltà europea può sopravvivere?”, il professor Roberto de Mattei ha parlato di “Sindrome di Stoccolma” per spiegare l’atteggiamento psicologico che molti europei hanno nei confronti dell’islam, «avversario da cui si è intimoriti, talvolta terrorizzati, ma allo stesso tempo attratti, talvolta affascinati. (Mi no, no go gnaona atrasion o fasinasion par l'ixlam.)

Altrimenti non si spiegherebbe, la nascita e la diffusione di miti come quelli elaborati da Louis Massignon (1883-1962), Edward Said (1935-2003) e in Italia Franco Cardini, che vorrebbero rimuovere dalla memoria un millennio di conflitti tra l’Europa e l’Islam, in nome di esperienze assunte a modelli ideali quali l’Oriente felix, la società arabo-andalusa prima della Riconquista, o quella siciliana all’epoca di Federico II. ???
Lo studio obiettivo della dottrina e della storia dell’islam, cioè della teoria e dei suoi effetti concreti, conducono però a conclusioni ben diverse.


La natura dualistica dell’islam

In Occidente il dibattito sulla natura dell’islam verte prevalentemente su queste domande:
l’islam è una religione pacifica o violenta?
Tollerante o intollerante?
Il vero islam è quello integralista o quello moderato?
Esiste veramente un islam moderato?

Questi interrogativi ricordano il vecchio dibattito scientifico sulla natura della luce, quando gli scienziati si dividevano tra la teoria corpuscolare e la teoria ondulatoria. Lo sviluppo della meccanica quantistica ha risolto in maniera dualistica e probabilistica la questione: la luce è sia una particella sia un’onda, a seconda delle circostanze e delle qualità che manifesta.


L’islamismo ha una simile natura dualistica.

Il primo dualismo dell’islam ha origine dal Corano, che è composto in realtà da due parti tra loro molto diverse:
la prima è stata composta alla Mecca quando Maometto era ancora politicamente debole, e presenta un contenuto generalmente pacifico;
la seconda, che si riferisce al successivo periodo di Medina, quando Maometto aveva acquisito una maggior forza militare, ha un contenuto molto più violento.
Poiché i capitoli del Corano (le sure) non sono sistemati in ordine cronologico ma per ordine di lunghezza, il risultato è un illeggibile guazzabuglio senza capo né coda, pieno di contraddizioni. (???)

Superficialmente l’islam risolve il problema delle incoerenze presenti nel Corano con la teoria dell’abrogazione, secondo cui i versetti comunicati successivamente abrogano quelli precedenti con cui contrastano. Questo però non significa che i primi versetti non siano più validi, perché tutto il Corano rappresenta la perfetta parola di Allah, e tutti i versi sono veri e sacri.
Quindi due versetti che dicono cose opposte sono entrambi giusti. L’islam rifiuta il principio di non contraddizione che sta alla base della logica occidentale, secondo cui se due affermazioni sono contrastanti, almeno una delle due è falsa. La logica islamica è dualistica: due affermazioni possono contraddirsi tra loro ed essere entrambe vere. (???)

Quindi, se vogliamo sapere se per la dottrina islamica la jihad ha il significato di guerra santa violenta, o invece di sforzo interiore (come sostiene l’opinione “politicamente corretta”) dobbiamo intraprendere la lettura delle fonti principali dell’islam, e cioè il Corano, la sira (la vita di Maometto) e la tradizione (gli hadith, cioè i detti di Maometto).
In questi ultimi la parola jihad si riferisce nel 97% dei casi al primo significato, e nel 3% dei casi al secondo.


Ci si può anche chiedere se l’islam sia una dottrina religiosa o politica.

L’analisi delle tre principali fonti dottrinali ci dà questa risposta statistica: circa il 67% del Corano scritto alla Mecca, il 51% del Corano scritto a Medina, il 75% della sira e il 20% degli hadith riguardano questioni politiche come la guerra santa o il trattamento dei non musulmani.
Maometto predicò la sua religione per 13 anni, e convinse solo 150 seguaci.
Poi passò alla politica e alla guerra, e in una decina d’anni, impegnandosi in atti di razzia e in battaglie mediamente ogni sette giorni nell’arco di nove anni, divenne il signore assoluto dell’Arabia.


Maometto quindi non ebbe successo come leader religioso, ma come leader politico e militare.

Fin dalle sue origini, quindi, la dimensione politica dell’islam ha prevalso nettamente su quella religiosa e spirituale. Anche l’inferno islamico è un immenso carcere per i prigionieri politici. Nel Corano, infatti, ci sono 146 riferimenti all’inferno, e solo nel 6% dei casi la dannazione riguarda una violazione morale come il furto o l’assassinio. Nel rimanente 94% dei casi la punizione eterna viene comminata a coloro che sono in disaccordo con Maometto, cioè per “reati d’opinione”.


Il secondo aspetto dualistico dell’islam riguarda il concetto di umanità.

L’idea giusnaturalista, tipicamente occidentale, secondo cui gli uomini nascono con gli stessi diritti alla vita, alla libertà e alla proprietà non esiste nel mondo musulmano, perché l’islam divide l’umanità in due parti: credenti e non credenti (kafir). I secondi, odiati da Allah, non sono esseri umani al pari dei primi. Nel Corano ci sono ben 14 versetti che affermano che un buon musulmano non può mai essere amico di un kafir.


L’islam rifiuta quindi qualsiasi sistema etico universale. (???)

Negli hadith si legge ad esempio che un musulmano non dovrebbe mentire, imbrogliare, derubare o uccidere un altro musulmano, ma gli è permesso commettere queste azioni nei confronti di un infedele per la causa dell’islam. L’islam quindi non conosce la Regola Aurea presente nella tradizione giudaico-cristiana e in altri sistemi morali e religiosi, secondo cui non dobbiamo fare agli altri ciò che non vogliamo sia fatto a noi. La sua morale dualistica giustifica l’uso della violenza jihadista, perché i non credenti non hanno la stessa dignità umana dei credenti dell’islam. (???)

È chiaro che l’islam, con la sua logica e la sua etica dualistica, è un sistema totalmente alieno alla nostra civiltà, e la difficoltà che hanno gli occidentali di comprenderlo deriva proprio da questa sua irriducibile estraneità. Il problema è che non può esistere un compromesso tra un sistema morale universalistico e uno dualistico. È impossibile entrare in una relazione di fiducia con qualcuno che, secondo il suo sistema di valori, è autorizzato a mentirti e a schiacciarti. Per questa ragione la politica, l’etica e la logica islamica non possono entrare a far parte della nostra civiltà. L’islam non può essere assimilato, perché per sua natura tende solo a dominare. Le sue pretese possono cessare solo con la completa sottomissione della controparte.


La Jihad, questa sconosciuta

Una gigantesca operazione di rimozione storica, che ha censurato dai testi di storia gli avvenimenti connessi a secoli di jihad (la guerra santa islamica) e di dhimmitudine (l’umiliante e insostenibile condizione dei non musulmani nelle terre governate dall’islam), spiega in buona misura l’attuale ignavia degli europei. Negli ultimi venti anni è molto cresciuta la letteratura sul mondo islamico, ma non è cresciuta altrettanto la percezione della minaccia che il fondamentalismo islamico costituisce per la civiltà in cui viviamo poiché numerosi sono stati gli studiosi che, dominati dalla preoccupazione di non essere accusati di coltivare pregiudizi eurocentrici, si sono prodigati per fornire una immagine rassicurante della religione fondata da Maometto.

Nelle opere sull’islam di Franco Cardini, Alfonso Di Nola, Paolo Branca, Massimo Campanini, o di autori anglosassoni come John Esposito, Stephen Schwartz e Karen Armstrong, non si trovano che fugaci cenni alla guerra santa. Anche gli studi specialistici di Bernard Lewis, per tanti versi pregevoli, sono piuttosto carenti sui temi della jihad e della dhimmitudine.

In genere i manuali scolastici e le monografie sull’islam passano sotto silenzio le modalità con cui si svilupparono le conquiste islamiche, limitandosi a riportare frasi asettiche di questo tenore: “L’islam si espanse nell’ottavo e nel nono secolo…”, oppure questo o quel paese “passò sotto il dominio musulmano”.
Gli autori usano ogni cautela per evitare di dire come l’islam si espanse, e come quei paesi passarono sotto il dominio islamico. Sembrerebbe che questi avvenimenti siano capitati da soli, quasi miracolosamente, o in maniera pacifica. La realtà è ben diversa. (Anca el cresteanexemo el se ga espanso o spandesto co le armi del poder statal: Costantin, Carlo Magno, ... enperi portoghexe, spagnolo, angrexe, ...)

Bill Warner, direttore Center for the Study of Political Islam, ha calcolato che la conquista e l’assoggettamento delle popolazioni cristiane in Medio Oriente, Anatolia e Nord Africa, che un tempo componevano circa la metà della Cristianità, ha comportato il massacro di almeno 60 milioni di persone;
la conquista islamica della Persia ha portato alla cancellazione quasi totale dello zoroastrismo;
nella sua avanzata verso est la jihad islamica ha provocato la morte di circa 10 milioni di buddisti, distruggendo ogni traccia di buddismo lungo la via della seta e in Afghanistan;
l’invasione dell’India ha determinato l’annichilimento di metà della civiltà indù, e l’uccisione di 80 milioni di persone;
le vittime della jihad nell’Africa subsahariana ammontano invece a più di 120 milioni tra cristiani e animisti.


Sommando tutte queste cifre si giunge alla conclusione che dal settimo secolo a oggi approssimativamente 270 milioni di “infedeli” sono morti per la gloria politica dell’islam: un numero di vittime che probabilmente supera quelle del comunismo, e che fa dell’islam la più grande macchina di oppressione e di sterminio della storia.

La jihad rappresenta quindi, per durata e per conseguenze, una delle istituzioni più rilevanti della storia umana, che ha sconvolto la vita di centinaia di milioni di persone per quasi 1400 anni. Eppure, a livello storico, è quasi completamente ignorata.
Esistono migliaia di libri sulle crociate, ma almeno fino a qualche tempo fa non esisteva praticamente nessuno studio storico approfondito sulla jihad.
Nell’Enciclopedia Britannica, ad esempio, viene dato alle crociate uno spazio ottanta volte superiore a quello della jihad: eppure le crociate furono solo una tardiva e limitata reazione a quattro secoli di ininterrotta guerra santa dei musulmani contro gli europei.
Le crociate durarono meno di 200 anni (dal 1096 al 1270), sono cessate da 700 anni e geograficamente si limitarono alla Terra Santa, mentre la jihad islamica ha avuto un carattere universale e permanente. ???

Gli unici due testi che di recente hanno tentato di colmare questa lacuna sono Jihad in the West di Paul Fregosi, uscito nel 1998, e The Legacy of Jihad curato da Andrew G. Bostom, un ricchissima raccolta commentata di documenti storici pubblicata nel 2005. Uno dei pochi libri pubblicati in Italia che racconta questa storia cruenta è il libro di Camille Eid, A morte in nome di Allah. I martiri cristiani dalle origini dell’islam a oggi (Piemme, 2004). Per quanto riguarda lo status delle minoranze religiose nei paesi islamici, i ‘dhimmi’, quasi tutto quello che sappiamo si deve ai fondamentali studi pionieristici di Bat Ye’or.


La corruzione delle università occidentali

L’atteggiamento degli europei nei confronti dell’islam ricorda quello che fu, nel XX secolo, l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti del comunismo. Questo paragone è calzante anche sul piano della conoscenza storica, perché l’Occidente ha acquisito consapevolezza della realtà del sistema terroristico e concentrazionario sovietico solo alla fine degli anni Settanta, grazie all’uscita di due libri duramente boicottati dai comunisti occidentali: Il grande terrore di Robert Conquest e Arcipelago Gulag di Aleksandr Solženicyn.

Oggi, nei confronti della storia e della dottrina islamica, il pubblico occidentale versa nello stesso tipo di ignoranza. Per esempio, quanti cristiani sanno come la Turchia o l’Egitto sono diventate islamiche? Quanti sanno cosa è successo alle Sette Chiese dell’Asia Minore menzionate nelle lettere di San Paolo?
Questa situazione si deve in larga misura al tragico fallimento delle facoltà di islamistica delle università europee e americane, i cui insegnamenti sono spesso corrotti da distorsioni ideologiche o dal denaro proveniente dai paesi islamici. Negli ultimi decenni, infatti, alcuni Stati musulmani hanno cominciato a finanziare nelle più prestigiose università occidentali, a scopo propagandistico, delle cattedre di islamistica che hanno il compito di presentare la religione maomettana nella luce migliore. Questo sistema pare difficilmente conciliabile con i principi di obiettività scientifica e di ricerca della verità che, fin dai loro albori medioevali, dovrebbero caratterizzare le università occidentali.

La cattedra di islamistica presso l’università olandese di Leida dell’intellettuale islamista Tariq Ramadan, ad esempio, era finanziata dal Sultanato dell’Oman; nel 2005 le università americane di Harvard e di Georgetown (dove insegna l’apologeta dell’islam John Esposito, diventato improvvisamente una delle massime “autorità” mondiali in materia) hanno accettato 20 milioni di dollari dal principe saudita Alwaleed bin Talal per programmi di studi islamistici; in precedenza le università dell’Arkansas, della California-Berkeley e di Harvard avevano accettato da fonti saudite rispettivamente 20, 5 e 2 milioni di dollari.

In queste università l’esame critico delle fonti coraniche viene fortemente scoraggiato, e alcuni studiosi, come Daniel Easterman, hanno perso il posto per non aver insegnato l’islam nella maniera desiderata dai sauditi.
Il risultato è che i laureati in studi islamici che escono dalle facoltà occidentali sanno tutto sulle presunte glorie della civiltà islamica (l’arte, l’architettura, la poesia o il sufismo), ma ignorano totalmente le immani sofferenze prodotte dall’islamizzazione delle culture “infedeli” preesistenti. (???)

È difficile capire per quale motivo si permette ai sauditi, noti sostenitori del fondamentalismo islamico in tutto il mondo, di stabilire ciò che deve essere insegnato sull’islam alle future classi dirigenti dei paesi occidentali. Tuttavia, sebbene la corruzione dei petrodollari sauditi rappresenti un serio ostacolo allo studio critico dell’islam, i problemi maggiori sono di natura ideologica. Molti accademici europei e americani sono così immersi nell’ideologia anti-occidentale che, anche gratuitamente, sono ben felici di denigrare la propria civiltà e di esaltare quella islamica.

Il dibattito sull’islam all’interno nelle istituzioni culturali occidentali è stato infatti corrotto ideologicamente fin dall’uscita, nel 1979, del libro Orientalismo di Edward Said.
Lo studioso apostata Ibn Warraq, che ha demolito le tesi di Said in un approfondito studio uscito nel 2007, Defending the West. A Critique of Edward Said’s «Orientalism», ha osservato che il libro di Said, indicando nell’Occidente la causa di tutti i mali del Medio Oriente, ha contribuito a inculcare negli arabi l’arte dell’autocommiserazione, a favorire il risorgere del fondamentalismo islamico negli anni Ottanta e a ridurre al silenzio ogni critica intellettuale dell’islam: «Ho chiamato terrorismo intellettuale l’aggressivo tono di Orientalismo, perché non cerca di convincere mediante argomenti o analisi storiche, ma accusando di razzismo, imperialismo o eurocentrismo chi la pensa diversamente.
Una delle sue mosse preferite è quella di dipingere l’Oriente come una vittima perpetua dell’imperialismo, del dominio e dell’aggressione occidentale».

In verità, osserva Ibn Warraq, se contiamo gli anni di protettorato britannico e francese in Medio Oriente, l’Egitto è rimasto sotto il controllo Occidentale per 67 anni, la Siria per 31 anni, l’Iraq per soli 15 anni, l’Arabia Saudita mai. Questi periodi coloniali non reggono il confronto con la Spagna meridionale, rimasta sotto il giogo musulmano per 781 anni; con la Grecia, che ha subito per 381 anni il dominio ottomano; o con Bisanzio, ancora oggi in mani musulmane.

Due tipi di «dhimmi»
Molti di questi intellettuali occidentali filo-islamici seguaci di Edward Said sono stati comunisti, terzomondisti, filocinesi o filocubani. Avevano trascorso la loro vita in attesa del grande evento rivoluzionario che avrebbe messo fine, una volta per tutte, allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ma la caduta del muro, il crollo dell’Urss e la conversione della Cina al capitalismo li ha improvvisamente privati del loro sogno. Il risultato di questa perdita è una sorta di rancore permanente per il loro paese. La fiduciosa attesa del futuro si è trasformata in odio del passato. Dopo aver sognato di costruire un “mondo migliore”, oggi questi rivoluzionari invecchiati e inaciditi passano gran parte del loro tempo a distruggere la civiltà che li ha allevati e nutriti.
Oltre ai «dhimmi» oppressi e perseguitati che vivono nelle terre a maggioranza islamica, che meritano il nostro aiuto e la nostra compassione, esistono dunque dei «dhimmi» di un genere molto diverso, che vivono in Occidente. Questi «dhimmi» si sono sottomessi volontariamente all’islam, per opportunismo o per ideologia, diventandone apologeti. È fondamentale che questo secondo tipo di «dhimmi» venga sconfitto sul piano intellettuale. Per raggiungere questo obiettivo occorre confutare la loro versione falsificata della storia islamica, rendendo noto il destino tragico cui sono andati incontro tutti i popoli che nel corso della storia non sono stati in grado di opporsi alla «jihad». Queste civiltà sono state completamente annientate, e in molti casi della loro cultura, lingua, arte, tradizione, legge, storia, si è quasi perso il ricordo. Quel che è peggio, l’islam non solo ha sradicato dalla faccia della terra le ricche e fiorenti culture che ha conquistato, ma sta cercando, con l’aiuto dei «dhimmi» apologeti, di cancellare anche la storia di questa distruzione.

Le brutalità della «dhimmitudine» e i 270 milioni di vittime della «jihad» sono troppe perché si possano dimenticare.
Raccontandole pagheremo il nostro debito morale nei confronti di queste vittime semi-sconosciute, perché non siano morte invano. Occorre far capire che la cultura islamica non ha niente in comune con la nostra, e non ci potrà essere un compromesso, perché in ogni campo l’islam si contrappone radicalmente alle nostre più profonde concezioni religiose, filosofiche, morali, politiche, artistiche.

L’islamizzazione significherebbe dunque la totale distruzione della nostra civiltà, esattamente come è accaduto ai cristiani del Medio Oriente e del Nord Africa, ai copti egiziani, ai cristiani nestoriani, ai zoroastriani o ai buddisti dell’Asia centrale.

Queste vicende storiche ci illuminano su quanto sta avvenendo oggi nei paesi presi di mira dalla «jihad» islamica. L’ignoranza è stata finora un comodo alibi per l’inerzia, ma la conoscenza costringerà gli europei a reagire. Quello dell’Europa è un sonno profondo, un letargo, forse un’anestesia provocata, ma il sonno non è la morte. Il sonno ha un termine, il sonno precede il risveglio. Per questo alla domanda se la civiltà europea sopravviverà, rispondo con convinzione di sì.

*Postfazione al libro “IL GRANDE TRADIMENTO” di Marco Casetta, Leonardo Facco Editore
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Prossimo

Torna a Islam

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron