Il Papa bugiardo e l'infernale alleanza con l'Islam

Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » mar ago 16, 2016 12:44 pm

Il procuratore Nordio: «Jihad, siamo in guerra con buona pace del Papa»
Lunedì 15 Agosto 2016

http://www.ilgazzettino.it/nordest/vene ... 12704.html

VENEZIA - Il terrorismo islamico si combatte con «la consapevolezza che siamo già in guerra. I jihadisti ci hanno dichiarato una guerra santa: l'intero occidente è sotto assedio, con buona pace del Papa che insiste nel negarlo. E ci sono tutti i presupposti per possibili attentati anche in Italia».
Così, in un'intervista alla Stampa, il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, negli anni Ottanta impegnato contro le Brigate rosse, secondo cui non servono leggi speciali, «bastano quelle esistenti. Il guaio è che spesso non vengono applicate». «Basta con la cultura dello struzzo: occorre una presa di coscienza collettiva sul fatto che siamo in guerra e che cellule silenti della jihad possono compiere attacchi anche sul nostro territorio», dice Nordio.
«A complicare il quadro, poi, ci sono i cosiddetti lupi solitari», che «possono agire nel modo non solo più sinistro ma anche più imprevedibile». Per il procuratore «i magistrati devono lasciare il campo esclusivamente alla politica, e alla polizia di prevenzione. È a questi ultimi, e ai Servizi segreti che rispondono al governo, che compete il delicato tema della sicurezza nazionale. L'unica concessione possibile - dichiara - è a mio avviso il ricorso alle intercettazioni preventive. Quelle cioè che, in casi straordinari, si svolgono a titolo cautelativo su unica indicazione del pm senza autorizzazione del gip. E restano quindi segrete».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » gio ago 18, 2016 4:27 am

Monsignor Negri: "Ora basta musulmani a messa"
Francesco Curridori - Mer, 17/08/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 97293.html


Dialogo sì, ma basta con i musulmani in chiesa. È questo il pensiero dell'arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, che, al termine della celebrazione eucaristica del 15 agosto in Cattedrale, si toglie qualche sassolino dalle scarpe prima di dare la solenne benedizione ai suoi fedeli.

Se, da un lato “è certamente importante che in un tempo così delicato come quello che stiamo vivendo, si attivino tutte le possibilità di dialogo e di incontro per favorire la reciproca conoscenza tra gli appartenenti alle diverse religioni”, dall’altro è “fondamentale una chiarificazione”.

Come ricorda, infatti, Libero, dopo la partecipazione di alcuni esponenti della comunità islamica alle messe anche nei paesi della diocesi di Negri, dal Viminale è arrivato un decreto di espulsione nei confronti dell’albanese Hidri Sajmir, residente a Vigarano Mainarda, che ha messo in luce il lato violento delle moschee. Non serve, dunque, invitare in chiesa fedeli di altre confessioni religiose o persone non battezzate che creano sconcerto fra i cattolici, soprattutto dopo l’uccisione di un prete avvenuta un mese fa a Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, per mano dei fondamentalisti islamici. Monsignor Negri è, perciò, convinto “che le iniziative intraprese nelle celebrazioni eucaristiche delle scorse domeniche dopo aver raggiunto il loro obiettivo abbiano anche esaurito la loro funzione".

“È infatti un bene che – prosegue il vescovo - i cattolici possano ora vivere autonomamente la santa messa come è nella natura della celebrazione liturgica di questo sacramento, che non è stato istituito allo scopo di far dialogare le diverse religioni, ma per far partecipare i battezzati al mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio". Negri, infine, ribadisce la diversa concezione che i cattolici hanno della figura di Maria, che viene citata in una sura del Corano. “Noi non possiamo accettare che neanche per scherzo si possa parlare di Maria con un’accentuazione soltanto storica o storicistica. Non possiamo accettare di ridurre il mistero della Madre del Signore a realtà secondaria, che non toccherebbe la sostanza del dogma di Cristo. Chi riduce – conclude Negri - l’importanza del mistero della divina maternità della Vergine Maria attacca decisamente la sostanza della fede”.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven ago 19, 2016 10:32 pm

Vicario Nord Arabia: da islam moderato "no" più forte a violenza
19/08/2016

http://it.radiovaticana.va/news/2016/08 ... le/1252366


Sull’invito al dialogo e all’accoglienza dell’altro rivolto dal Papa nel suo Messaggio al Meeting promosso da Comunione e Liberazione, il nostro inviato al meeting Luca Collodi ha raccolto il commento di mons. Camillo Ballin, vicario apostolico dell'Arabia settentrionale, che partecipa all’incontro di Rimini:

R. – Certamente è un tema molto attuale, soprattutto in Italia che è il Paese più esposto a ricevere queste persone che scappano da guerre e da situazioni umanamente estremamente difficili e quindi è importante che conserviamo in noi questo senso di fraternità, di comprensione dell’altro. Io vivo nei Paesi arabi da 47 anni, ho vissuto anche 10 anni in Sudan con situazioni umanamente disperate: gente che soffriva terribilmente la fame, la discriminazione sociale e religiosa … Quindi, mi rendo conto come queste persone, che vengono dal Sudan e adesso anche da altri Paesi, vogliano scappare da situazioni che sono veramente difficili. Tante volte mi sono chiesto: ma, io sono italiano, io ho una base sicura, ho la mia famiglia religiosa, la mia famiglia naturale … ma se io fossi uno di loro, cosa farei? Farei come loro, cioè cercherei di scappare da questa situazione per assicurare alla mia famiglia e ai miei figli un avvenire più umano, più sereno, più felice. Quindi, bisogna stare molto attenti a non lasciarci ideologizzare, politicizzare da queste situazioni umane veramente straordinarie e pesanti.

D. – Che cosa sta succedendo, invece, all’inizio del Terzo millennio nel mondo arabo? C’è un mondo arabo in movimento …

R. – C’è molto movimento, molta voglia di rivoluzione …

D. – Rivoluzione, di che tipo?

R. – Rivoluzione dal punto di vista sociale: le famose primavere arabe. Ma poi i fondamentalisti se ne sono impossessati e da rivoluzioni sociali sono diventate rivoluzioni fondamentaliste. Come sarà il futuro, è difficile dirlo anche perché i “moderati” non si sono mai espressi. Cioè: cosa hanno fatto, cosa hanno detto i moderati? Li abbiamo visti improvvisamente in chiesa, alcune settimane fa, dopo l’uccisione di quel sacerdote, ma per me è stato più un evento emotivo che non una vera presa di posizione contro qualche cosa. Avrei preferito un evento più laico. Non hanno mai fatto una dimostrazione civica, pubblica, per dire che l’islam non è quello là. Possiamo noi convincere il mondo che l’islam non è violento, se questi “moderati” non hanno mai fatto una dimostrazione per dimostrare al mondo che quello non è il vero islam? Occorre una presa di posizione molto più seria, molto più radicale, con interviste ai giornali e con prese di posizione anche politiche, con espressioni chiare, forti, per dire che quello non è il vero islam. Ma questo non è successo e mi sembra che non stia succedendo.



Par forsa ke no capita parké el vero Ixlam lè coeło dei teroristi ke ł paregni de Maometo.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 10:17 am

È l'imperialismo romano che cova a Roma, capitale d'Italia e nella retorica unitaria delle caste sia di destra che di sinistra, nonché nel cattolicesimo romano-vaticano, a promuovere l'invasione dei clandestini, dell'Islam, degli africani a spese nostre che siamo i cittadini Nativi; è una vera e propria manipolazione criminale dei Diritti Umani Universali dei Nativi o Indigeni italici ed europei.
E l'idolatra Papa cattolico romano è complice.
Roma ha sempre vissuto a spese degli altri, dei popoli italici, mediterranei ed europei, attraverso le spogliazioni/depredazioni, gli schiavi, i tributi; Roma ha sempre deportato popoli nel suo esclusivo interesse a danno delle comunità umane.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 7:37 pm

MA IL "DIO" DI "AVVENIRE" E DEI CIELLINI OGGI E' ALLAH ? - Lo Straniero
20/08/2016

http://www.antoniosocci.com/dio-avvenir ... #more-4667

Ieri “Avvenire” ha pubblicato un editoriale (un editoriale esprime la linea ufficiale del giornale) e il cuore di tale editoriale è un’enormità decisamente fuori dalla fede cattolica.
Purtroppo tale editoriale è firmato da un mio amico di CL, ma bisogna essere anzitutto amici della verità, per cui – con dolore – devo rilevare che se il giornale della Cei propone una simile idea come suo editoriale, siamo a un passo dall’abisso (e anche dal ridicolo).
Ecco la frase su cui l’editoriale di “Avvenire” costruisce tutto il suo teorema bergogliano:
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“Infatti, per chiunque creda – cristiano o islamico o ebreo – Dio è uno, grande, onnipotente, misericordioso. Le differenze semmai sono a riguardo dell’io”.


Come si vede ormai “l’effetto Bergoglio” sta dilagando. Siamo alle parole in libertà. A leggere questo editoriale del giornale della Cei infatti la fede dei cristiani e dei musulmani sarebbe la stessa e identica sarebbe la loro concezione di Dio.

Ma il direttore di “Avvenire”, Tarquinio, che un tempo fu ratzingeriano, non ha mai sentito parlare della Santissima Trinità che è il cuore della fede cristiana e che i musulmani ritengono la peggiore delle bestemmie?

Nella cupola della Moschea della Roccia, costruita dai musulmani sul luogo santo degli ebrei, al posto dell’antico Tempio di Gerusalemme, campeggia una scritta che appunto nega la Trinità. L’islam in quella scritta proclama: “Dio non ha un figlio”.

L’Islam nasce proprio dalla negazione della divinità di Gesù Cristo e dalla negazione della Trinità di Dio. E’ il più radicale e violento attacco che si sia visto al cuore della fede cristiana.
Possiamo dunque dire che non c’è differenza nella concezione di Dio fra cristiani e musulmani?
È lo stesso apostolo san Giovanni a chiarire che se non si riconosce il Figlio, non si possiede nemmeno il Padre:
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“Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre” (1Gv 2, 22-23)
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Mi sembra chiarissimo. Ed è ovvio che l’abissale differenza nella concezione dell’ “io” (della persona), fra Islam e cristianesimo, deriva proprio da un’abissale differenza nella concezione di Dio.

Ad “Avvenire” però lo ignorano. So per certo che l’editorialista ha almeno sentito parlare della Santissima Trinità e del credo trinitario dei cristiani. Tuttavia i tempi – nella Chiesa e dentro CL – sono tali che la Verità della fede viene ormai allegramente cestinata, per dar voce alle più assurde supercazzole.
Mi pare, vedendo quello che accade nella Chiesa (e anche il triste spettacolo del Meeting 2016), che si possa dire che molti “si vergognano di Cristo”, come amaramente lamentò don Giussani nella sua ultima intervista. Oggi questa tendenza è diventata dominante dentro Cl e nella Chiesa.
.
Solo come memorandum riproduco qui sotto alcuni passi della DOMINUS JESUS che ricordano a tutti qual è la fede dei cattolici:
Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio).
Di conseguenza, si ritengono superate verità come, ad esempio, il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo, la natura della fede cristiana rispetto alla credenza nelle altre religioni, il carattere ispirato dei libri della Sacra Scrittura, l’unità personale tra il Verbo eterno e Gesù di Nazareth, l’unità dell’economia del Verbo incarnato e dello Spirito Santo, l’unicità e l’universalità salvifica del mistero di Gesù Cristo, la mediazione salvifica universale della Chiesa, l’inseparabilità , pur nella distinzione, tra il Regno di Dio, Regno di Cristo e la Chiesa, la sussistenza nella Chiesa cattolica dell’unica Chiesa di Cristo.

Per porre rimedio a questa mentalità relativistica, che si sta sempre più diffondendo, occorre ribadire anzitutto il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo.

Deve essere, infatti, fermamente creduta l’affermazione che nel mistero di Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il quale è « la via, la verità e la vita » (Gv 14,6), si dà la rivelazione della pienezza della verità divina: « Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare » (Mt 11,27); « Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato » (Gv 1,18); « È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e voi avete in lui parte alla sua pienezza » (Col 2,9‑10).

Fedele alla parola di Dio, il Concilio Vaticano II insegna: « La profonda verità , poi, sia su Dio sia sulla salvezza dell’uomo, risplende a noi per mezzo di questa rivelazione nel Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta la rivelazione »

E ribadisce: « Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come “uomo agli uomini”, “parla le parole di Dio” (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cf. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede il Padre (cf. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e manifestazione di Sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e con la gloriosa risurrezione dai morti e, infine, con l’invio dello Spirito di verità compie e completa la rivelazione e la conferma con la testimonianza divina […]. L’economia cristiana, dunque, in quanto è l’alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non si dovrà attendere alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cf. 1 Tm 6,14 e Tt 2,13) »

Per questo l’enciclica Redemptoris missio ripropone alla Chiesa il compito di proclamare il Vangelo, come pienezza della verità : « In questa Parola definitiva della sua rivelazione, Dio si è fatto conoscere nel modo più pieno: egli ha detto all’umanità chi è. E questa autorivelazione definitiva di Dio è il motivo fondamentale per cui la Chiesa è per sua natura missionaria. Essa non può non proclamare il vangelo, cioè la pienezza della verità che Dio ci ha fatto conoscere intorno a se stesso». Solo la rivelazione di Gesù Cristo, quindi, « immette nella nostra storia una verità universale e ultima, che provoca la mente dell’uomo a non fermarsi mai ».
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » dom ago 21, 2016 2:23 pm

Il Papa: “La vita non è un videogame o una telenovela”
All’Angleus appello del Pontefice ad uscire dagli egoismi e dalle chiusure. «La porta della misericordia è stretta, ma spalancata». Poi la preghiera per la pace e per la Turchia «colpita da un sanguinario attentato» e l’invocazione alla Madonna

http://www.lastampa.it/2016/08/21/vatic ... agina.html

Francesco prega per la “cara Turchia” ieri nuovamente bersagliata dal terrorismo È salito, infatti, a 50 morti e 94 feriti il bilancio dell’attentato che ha avuto luogo durante un ricevimento di nozze a Gaziantep, al confine con la Siria. «Mi ha raggiunto la triste notizia dell’attentato sanguinario che ha colpito la cara Turchia, preghiamo per le vittime e i feriti, e per il dono della pace a tutti», afferma il Papa all’Angelus, affiancando temi geopolitici alla sollecitudine pastorale per la condizione attuale dell’umanità insidiata da atteggiamenti mondani e cattive abitudini. «La vita non è un videogioco o una telenovela, il Signore ci offre tante occasioni per salvarci». Quindi l’appello di Jorge Mario Bergoglio ad «uscire dagli egoismi e dalle chiusure».

Mentre i temi dell’accoglienza dei rifugiati e i conflitti in Medio Oriente monopolizzano le agende delle cancellerie occidentali e degli organismi internazionali, all’Angelus il Papa evidenzia che «Dio non fa preferenze, la sua porta è aperta a tutti». E «la salvezza che Dio ci dona è un flusso incessante di misericordia che abbatte ogni barriera e apre sorprendenti prospettive di luce e di pace». La porta della salvezza di Dio, aggiunge il Pontefice commentando il Vangelo della domenica, è «una porta stretta non perché sia oppressiva, ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono». Infatti «la porta della misericordia di Dio è stretta me è spalancata, è sempre spalancata per tutti, Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni».

Francesco spiega ai fedeli accorsi come sempre numerosi ad ascoltarlo a piazza San Pietro che «la nostra vita non è un videogioco o una telenovela, la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna». Il Pontefice richiama le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Luca: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno». Poi il Papa invoca Maria: «Chiediamo di aiutarci a cogliere le occasioni che il Signore ci offre per varcare la porta della fede ed entrare così in una strada larga: è la strada della salvezza capace di accogliere tutti coloro che si lasciano coinvolgere dall’amore». Dunque «è l’amore che salva, l’amore che già sulla terra è fonte di beatitudine di quanti, nella mitezza, nella pazienza e nella giustizia, si dimenticano di sé e si donano agli altri, specialmente ai più deboli».

Infine un saluto a un gruppo di motociclisti del Polesine. Il Pontefice, come di consueto e prima di augurare una preghiera per sé e il buon pranzo ai fedeli, ha salutato i gruppi presenti in piazza San Pietro. E cioè «i pellegrini romani e quelli provenienti da vari Paesi, in particolare i fedeli di Kalisz (Polonia), Gondomar (Portogallo) e i nuovi seminaristi del Pontificio Collegio Nord Americano». Inoltre «l’associazione Santissimo Redentore di Manfredonia, i motociclisti del Polesine, i fedeli di Delianuova e quelli di Verona che sono giunti in pellegrinaggio a piedi». E i giovani di Padulle, «venuti per un servizio alla mensa della Caritas di Roma».

Ciascun fedele torna a casa con un “mandato” papale. «Vi faccio una proposta- ha detto Bergoglio -. Pensiamo in silenzio per un attimo alle cose che ho dentro di me e impediscono di attraversare la porta: il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati e poi pensiamo all’altra porta, quella spalancata dalla misericordia di Dio che dall’altra parte ci aspetta per dare il perdono. Questa porta è l’occasione». Perché poi a un certo punto il padrone di casa si alza e chiude la porta. «Ma se Dio è buono e ci ama, perché chiude la porta? Perché la nostra vita è seria ed entrando per la porta della fede e del Vangelo, potremo uscire dagli atteggiamenti mondani, dalle cattive abitudini, dagli egoismi e dalle chiusure».


La vita non è un mandato papale, ma un mandato Divino, da con confondere con il Papa idolatra e la sua corte imperiale vaticana. Non esiste alcuna porta spalancata della misericordia di Dio. Non confondiamo l'uomo con D-o; o l'uomo divinizzato come Cristo o come l'imperatore, con D-o. D-o non è misericordioso e se lo fosse lo sarebbe su una scala diversa da quella umana.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » dom ago 21, 2016 4:41 pm

Questi sono i nazislamici protetti e finanziati dai comunisti e dai cattolici. Vergogna!
https://www.facebook.com/12899130083211 ... 9331775310

Comounisti, nasicomounisti e de torno - Comunisti, nazicomunisti e dintorni
viewtopic.php?f=176&t=1711

Basta finanziare il terrorismo arabo islamico palestinese antiebreaico e gli assassini di Allà
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » gio ago 25, 2016 3:34 am

Padre Rebqwar scuote il Meeting: "Sull'islam dovete dire la verità"
di Franco Bechis
22/08/2016

http://tv.liberoquotidiano.it/video/lib ... rrect.html

"Sul rapporto con l'Islam bisognerebbe smetterla con il politically correct per non urtare sensibilità. L'unico criterio possibile per parlarsi è la verità, non nascondere i fatti come si fa con la polvere sotto il tappeto". Padre Rebwar Basa è un iracheno di 38 anni, nato ad Erbil e ordinato sacerdote nel monastero di San Giorgio a Mosul. Un religioso nella polveriera di questi anni, che ha vissuto in un Iraq dove i cristiani sono sempre più minoranza, perseguitata da tutti i gruppi islamici del paese e con una vita resa difficile anche dal potere ufficiale. Al Meeting di Rimini per tre giorni è venuto a raccontare la sua storia a chi visita la mostra sui martiri cristiani organizzata dalla onlus Aiuto alla Chiesa che soffre.

È stato protagonista di un episodio che mai si era verificato al Meeting di Rimini: un testimone oculare di stragi che racconta la propria storia e che viene messo in discussione, ritenuto inattendibile dal pubblico che ascolta. L'ho filmato durante quel braccio di ferro con il pubblico, e lui ha tenuto botta: "Ogni tanto leggo che i cristiani sarebbero vittime collaterali di un conflitto. No, non è così: sono l'obiettivo principale. C'è una persecuzione che è anche un genocidio, e di questo dobbiamo parlare". Il pubblico rumoreggiava, contestava apertamente. Padre Rebwar con calma ha replicato: "Non vi fidate di me? Non ci credete? Potete anche approfondire: ci sono mass media, ci sono libri, ci sono altri testimoni. Potrete informarvi. Però qui spesso si ha paura di parlare per non toccare la sensibilità di altre religioni, di non dire questo, non dire quello. E state vedendo grazie a questo atteggiamento come è diventata la situazione dell'Europa, dove siete la maggioranza come cristiani e vivete in allerta. Immaginate cosa si vive da noi in Iraq, dove siamo lo 0,5% della popolazione. Qui da voi ci sono ragazzi dell'Islam che partono per andare a combattere in Iraq e in Siria, pronti a morire. E i vostri giovani non sono pronti nemmeno più a partecipare a una Santa Messa”.

Il giorno dopo gli ho chiesto se era stupito di questa incredulità. Mi ha fatto capire di no, che non è la prima volta. Ho sentito le sue parole vibranti sugli errori dell'Occidente, ma lui ora quasi se ne ritrae: "Voi in Occidente siete molto più sviluppati che da noi, non posso dirvi cosa dovete fare. Secondo me c'è un solo criterio per giudicare quel che sta avvenendo: la libertà. Dove la libertà è assicurata, non c'è conflitto, non c'è ingiustizia. Ma per esserci libertà bisogna che una minoranza possa vivere in pace, e da noi questo non accade. L'Islam è una religione, che però spesso viene catturata dalla ideologia che lo rende radicale. I giovani che corrono a combattere con l'Isis sono vittime di questi islamici che gli insegnano l'odio, dicono loro di non accettare le diversità, di considerare gli altri infedeli. E quell'odio diventa persecuzione nei nostri confronti. Questo bisogna saperlo...".
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » gio ago 25, 2016 7:01 am

All’Università islamica d’Italia c’è chi invoca la “soluzione finale per i sionisti”, lo “sterminio” di Israele
Un post su Facebook del responsabile della segreteria della Fondazione Università islamica di Lecce recita così: " Gli ebrei reali sono vittime". Che dice, ministro Giannini?
di Giulio Meotti | 23 Agosto 2016

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/08/ ... e_c195.htm

Roma. Pensata sul modello della Cattolica di Milano ma con la faccia rivolta a est, in direzione della Mecca, l’Università islamica d’Italia è stata lanciata un anno fa a Lecce. Sede legale, amministrazione, rettorato, moschea e college per cinquemila studenti. Tre i corsi di laurea previsti finora, Scienze umanistiche, Scienze agrarie-ambientali e Medicina. Come ha spiegato la Gazzetta del Mezzogiorno, “dietro il progetto dell’Università islamica promosso a Lecce dalla Confederazione di imprese mediterranee ci sono i barili di petrolio provenienti dalla Lega araba e dall’Opec, l’organizzazione che riunisce i paesi esportatori di ‘oro nero’. Non solo. Ci sono l’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) e la Qatar Foundation”. Emblematico il motto della raccolta fondi: “Un milione di barili di petrolio per la gloria di Allah”. Fra i partner accademici dell’Università islamica d’Italia troviamo anche l’Università al Azhar del Cairo. Voluta da Giampiero Khaled Paladini, presidente della Fondazione e imprenditore-filantropo convertito all’islam, questa università nel fine settimana è stata al centro di un caso diplomatico fra Italia e Israele. Il primo a riportare le parole di Raffaello Yazan Abdallah Villani, responsabile della segreteria della Fondazione università islamica di Lecce e referente dell’associazione Mediterraneo Islam Italia, è stato il Centro di documentazione ebraica di Milano.

La notizia è poi rimbalzata su tutti i siti di informazione israeliani. “Un [sic] altra soluzione finale”, ha scritto su Facebook il dottor Villani. “Ma questa volta fatta bene… ci vorrebbe. Ma per i sionisti… solo per loro. Sterminio completo. Gli ebrei reali sono vittime”. Il post, poi cancellato, è stato scoperto dall’ambasciata di Israele a Roma e dal ministero dell’Interno ed è stato condannato dal fondatore dell’Università islamica Paladini: “Tale situazione sarà sottoposta al Comitato scientifico di Unislamitalia, ma fin da subito posso esprimere il mio personale pensiero: tale dichiarazione non è condivisibile assolutamente nei suoi contenuti né nel linguaggio usato”. Che un funzionario di una università accreditata presso il Miur invochi la cancellazione dello stato ebraico, paragonandola alla soluzione finale pianificata dai nazisti a Wannsee per i sei milioni di ebrei, non è cosa da poco. Molti nomi noti siedono nel board scientifico della Università islamica d’Italia. Come Franco Cardini, celebre medievista e islamologo, ma anche Abdel Fattah Hassan, imam della Grande moschea di Roma, che all’Università islamica d’Italia sarà responsabile del corso di formazione per imam. Cosa ne pensa delle parole di Villani il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che un anno fa aveva elogiato l’Università islamica di Lecce come un esempio di “diplomazia culturale”?
Un “ponte” verso l’islam che, nelle intenzioni di alcuni suoi funzionari, sembra anche auspicare una “Endlösung der Israel-Frage”. La soluzione finale per i sei milioni di ebrei israeliani.


A lezione dai nazislamisti
di Gianluca Veneziani
Giovedì, 25 Agosto, 2016

http://www.lintraprendente.it/2016/08/a ... zislamisti


C’è da dire che eravamo stati ottimisti. Quando un anno e mezzo fa si era iniziato a parlare della possibilità di creare un’Università islamica a Lecce, temevamo che sarebbe diventata un porto franco dove insegnare la sharia (timore peraltro confermato, visto che tra gli altri corsi di laurea che dovrebbero essere attivi a partire da ottobre, ci sarà anche un master in Diritto islamico). Nulla però lasciava pensare che da subito i protagonisti di questa avventura accademica si facessero cassa di risonanza del più becero odio antisemita e antisionista. Non immaginavamo insomma che il responsabile della segreteria della Fondazione Università Islamica di Lecce, Raffaello Yazan Abdallah Villani, potesse scrivere sulla sua pagina Facebook un post di questo tono, presto denunciato dall’Unione delle comunità ebraiche italiane e dall’ambasciata d’Israele a Roma: “Un’altra soluzione finale, ma questa volta fatta bene, ci vorrebbe. Ma per i sionisti, solo per loro, sterminio completo. Gli ebrei reali sono vittime” (sic!).

Le frasi non sono solo il condensato più vomitevole dell’odio personale verso lo Stato d’Israele, nei confronti dei cui abitanti e sostenitori si auspica addirittura la replica, magari ottimizzata nei numeri, dell’Olocausto: una Shoah 2.0 in cui cambino i carnefici ma restino tali e quali le vittime. Ma espressioni simili, nella loro brutalità, sono soprattutto l’ennesima conferma dell’inopportunità di realizzare un centro accademico islamico all’interno del nostro Paese.

Di ragioni contro il lancio di questo progetto già ne avevamo avanzate alcune. La prima riguardava l’errore di creare un’università confessionale all’interno di un sistema di istruzione laico come quello italiano: a differenza dell’Università Cattolica che – a dispetto del nome – è un centro di cultura libero e laico, non certo un coacervo di seminari religiosi, corsi di catechismo e indottrinamento al Vangelo, l’Università Islamica nasce per suo statuto come ente che promuove l’insegnamento del Corano (sarà così nel corso di laurea in Teologia coranica e nelle lezioni di Recitazione del Sacro Corano), che mira a formare imam (il corso ad hoc sarà tenuto dall’imam della Grande Moschea di Roma Abdel Fattah Assan) e a favorire la conoscenza della sharia, indicandola come fondamento per poter poi affermarsi nel mondo della finanza («Non è la finanza che orienta la politica e il diritto ma esattamente il contrario: è il diritto e la Sharia che detta l’azione e l’etica finanziaria», si legge ad esempio nella brochure illustrativa del master in Diritto e Finanza islamica). Lo scopo generale dell’Università risulta dunque “formare una nuova classe dirigente musulmana” (come è scritto nel programma del corso per imam), confermando nella fede italiani convertiti all’islam (sono tali pressoché tutti i primi iscritti ai corsi) e magari facendo proselitismo verso italiani attratti dall’universo culturale-religioso musulmano. Uno scopo confessionale, che nulla a ha a che vedere con le finalità di libera educazione al libero apprendimento e al libero sviluppo di uno spirito critico, proprie del nostro sistema universitario; e che dovrebbero essere gli unici valori regolativi del Ministero dell’Istruzione, che pure, col ministro Giannini, ha già elogiato questo centro accademico come esempio di “diplomazia culturale”.

La seconda perplessità era relativa alla natura e alla provenienza dei finanziamenti dell’Università islamica. Se a consentire la sua nascita dovevano essere, tra gli altri, fondi derivanti dal Qatar (come quelli accertati della Qatar Foundation, ritenuta emblema di un islam tradizionalista), cioè da un Paese che da sempre finanzia attività non proprio amichevoli nei confronti dell’Occidente (giusto per usare un eufemismo), era lecito avanzare qualche preoccupazione.

A questi aspetti sostanziali e all’intenzione di creare un’Università islamica in un momento in cui proprio l’applicazione letteralistica del Corano finisce per cozzare con la difesa della nostra civiltà e la sicurezza d’Occidente, si aggiunge la circostanza episodica, ma non meno strutturale, dell’attacco sbracato contro Israele, che appalesa la mentalità violentemente antisionista che anima le teste di certi responsabili dell’Università (sebbene il fondatore Giampiero Khaled Paladini abbia preso nettamente le distanze dalle affermazioni di Villani) e induce a porsi una domanda: come può attecchire alla base dell’Europa e sul Mediterraneo, in una terra in passato oggetto di aspro scontro tra cristianesimo e islam, un’Università in cui Israele, fiero baluardo d’Occidente in Medio Oriente, viene ritenuta da un suo funzionario nemico da abbattere e i sionisti esseri inferiori da sterminare?

Sono passaggi inquietanti che confermano le analogie ormai sempre più stringenti tra gli islamici radicali e i nazisti, guidati da una stessa ideologia intollerante, dalla stessa volontà di occupare e sottomettere l’Europa, dalla stessa convinzione di essere razza eletta e pura e dalla conseguente necessità di eliminare gli infedeli o gli impuri. Il vocabolario spesso coincide, le azioni di terrore cominciano a sovrapporsi. Non sarebbe il caso di fermare la deriva, prima che il passato si ripresenti con tutti i suoi corsi e ricorsi?

Intanto sarebbe già un enorme passo avanti avere il coraggio di chiamare le cose per nome. Sì, si tratta di Nazislam.
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Re: El Papa buxiaro e l'enfernal ałeansa co l'Ixlam

Messaggioda Berto » ven set 02, 2016 7:04 pm

NUOVI SHOW DEL PAPA GRADITO A SOROS - Lo Straniero

Antonio Socci
Da “Libero”, 2 settembre 2016

http://www.antoniosocci.com/nuovi-show- ... #more-4706

Proprio nelle stesse ore in cui il Viminale dava notizia di una nuova ondata migratoria all’assalto dell’Italia (oltre 13 mila in soli quattro giorni: siamo già arrivati a 145 mila migranti ospitati, quando in tutto il 2015 erano stati 103 mila), proprio nelle stesse ore – dicevo – papa Bergoglio ha varato un nuovo dicastero sociale prendendo lui stesso – in persona – la responsabilità della “sezione migranti” per potenziare al massimo le sue pressioni per l’abbattimento delle frontiere d’Europa.

Ormai quello dell’emigrazione, per lui, è qualcosa più di un’ossessione: è un dogma ideologico con cui sta sostituendo i bimillenari pilastri della Chiesa Cattolica.

Non lo sfiora l’idea che l’emigrazione, in sé, sia una tragedia che dovrebbe essere scongiurata (sia per i paesi d’origine, sia per chi parte, sia per i paesi d’arrivo).

Così come lo lascia indifferente la crisi del nostro stato sociale che ormai non riesce più sostenere nemmeno le fasce indigenti della popolazione italiana.

E’ indifferente pure all’enorme problema rappresentato dall’immigrazione musulmana in Europa che risulta non assimilabile ai nostri valori e a volte permeabile alla predicazione violenta o terroristica.

La propaganda bergogliana per una immigrazione indiscriminata iniziò nel luglio 2013 con il viaggio a Lampedusa (che è stato preso come un invito a salpare dalle coste africane) ed è stata particolarmente devastante per l’Italia.

L’ultimo numero di “Limes” dedicato proprio all’emigrazione, rileva la novità del 2016: adesso “da Paese di transito siamo diventati Paese obiettivo”.

La rivista di geopolitica aggiunge: “L’Italia sta cambiando pelle” e “immaginare che mutamenti tanto profondi possano impattare sull’Italia senza produrvi strappi, a tessuto sociale e politico-istituzionale costante, implica l’uso di sostanze stupefacenti. Eppure proprio questa sembra la postura della nostra classe dirigente”.

Purtroppo l’asse Bergoglio-Sinistra porta non solo a sottovalutare il problema, ma, peggio, a considerarlo positivo. A marzo scorso Bergoglio ha apertamente ammesso che è in atto una “invasione araba”, ma che non è di per sé una cosa negativa.

Del resto ha anche giustificato ed elogiato l’Islam in tutti i modi, assestando invece sui cattolici (e sull’occidente) una gragnuola continua di accuse.

Bergoglio sembra perseguire un progetto nichilista di distruzione delle identità dei popoli e della Chiesa stessa, nella quale assistiamo da tre anni a un radicale ribaltamento di direzione.

CAPOVOLGIMENTO

Fino a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI – in continuità con duemila anni di tradizione cattolica – la missione fondamentale è stata spirituale (la salvezza eterna), al centro delle preoccupazioni e del lavoro della Chiesa c’è stata l’evangelizzazione (per far fronte alla scristianizzazione di interi popoli) e la difesa della vita e della famiglia, come fondamenti dell’umano aggrediti dall’ideologia moderna.

Con Bergoglio sparisce ciò che è spirituale e soprannaturale e tutta la scena viene occupata dai temi mondani della rozza Teologia della liberazione sudamericana (un cattocomunismo ribollito).

Bergoglio infatti intrattiene rapporti fraterni con tutti i capoccia della sinistra sudamericana, a cominciare da quel Morales che gli regalò il crocifisso su Falce e martello, per finire alla brasiliana Dilma Rousseff, appena destituita e sottoposta a impeachment (Leonardo Boff, uno dei padri della Teologia della liberazione, amico personale di Bergoglio, ha reso noto che il papa argentino ha scritto una lettera personale di sostegno alla Roussef).

Ma ancor di più Bergoglio è vezzeggiato dai magnati del nuovo capitalismo americano che amano atteggiarsi da progressisti magari sostenendo le crociate più anticattoliche dell’ideologia “politically correct”.

Il pellegrinaggio di questi paperoni laicisti da Bergoglio è continuo: l’ultimo in ordine di tempo è stato Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.

Il 22 gennaio scorso era stata la volta di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, che ha portato a Bergoglio una grossa elargizione (pecunia non olet). Pure Leonardo Di Caprio il 28 gennaio si è presentato con un assegno “per opere di carità”. Bergoglio aveva ricevuto anche il capo di Google, Eric Schmidt e – a fine febbraio – Kevin Systrom, fondatore e amministratore delegato di Instagram.

Invece il papa argentino ha chiuso la porta in faccia ai poverissimi familiari di Asia Bibi, la madre cristiana condannata a morte in Pakistan per la sua fede, quando sono venuti in Europa a cercare aiuto e sostegno (hanno trovato appoggio perfino in Hollande, ma Bergoglio non ha accordato loro né un’udienza privata, né un appello pubblico).

Solo per miliardari e Vip lui ha sempre la porta spalancata. Ma il suo sponsor più potente e discusso è il famoso speculatore d’assalto George Soros (recentemente schieratosi contro la Brexit).

IL PAPA E SOROS

Considerando il tipo di cause che Soros sostiene e finanzia è sicuramente da considerarsi un nemico della Chiesa Cattolica. Proprio le sue battaglie sono venute alla luce di recente grazie ad hacker che hanno reso pubblici migliaia di documenti della sua Open Society. Si è appreso del sostegno dato alla causa dell’aborto e a quella Lgbt, infine alla lotta contro la cosiddetta islamofobia (la sua fondazione finanzia anche organizzazioni anti-israeliane).

Si batte inoltre a favore dell’emigrazione in Europa da considerarsi come “nuovo standard di normalità”.

Infine è emerso – ma i giornali italiani lo hanno taciuto – che Soros è potentemente intervenuto perché si cambino “le priorità della Chiesa Cattolica statunitense” e perché i vescovi americani si allineino a Bergoglio. Lo scopo è portare l’elettorato cattolico a votare Hillary Clinton (di cui Soros è donatore) e non Trump.

Cambiare le priorità della Chiesa significa accantonare i temi della famiglia e della vita e sbandierare i temi sociali cari ai liberal, alla Sinistra.

Già altri potentati nei decenni scorsi hanno cercato di influenzare cattolici e gerarchia per sovvertire l’insegnamento della Chiesa. Ma ora, per la prima volta, hanno il loro migliore alleato nel vescovo di Roma.

ZANZARE E MARTIRI

Ormai nella Chiesa di Bergoglio sono spariti i “principi non negoziabili” e pure sui sacramenti e sulla legge morale si assestano colpi pesanti. Mentre sono stati elevati a verità indiscutibili l’emigrazione e l’ambientalismo più eco-catastrofista.

Ieri per esempio Bergoglio ha celebrato la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Non una giornata mondiale di preghiera per i cristiani perseguitati e massacrati, ma una giornata per la salvaguardia di zanzare e piccoli rettili di cui si preoccupa già nella sua enciclica ecologista.

E’ quella nuova “religione della terra” di sapore New age, cioè gnostico, che già ha celebrato il suo trionfo con la mostruosa proiezione di scimmioni sulla facciata di San Pietro.

Nel suo messaggio per l’evento di ieri, Bergoglio chiede una “conversione ecologica”. In un’epoca di grande apostasia, in cui interi popoli hanno dimenticato Dio, Bergoglio – vicario di un “Dio non cattolico” (parole sue) – chiede la “conversione ecologica”, invece della conversione a Gesù Cristo.

Inoltre papa Bergoglio – che evita di rinnovare il grido di dolore dei predecessori davanti a un miliardo di aborti in 20 anni – invita a pentirsi “del male che stiamo facendo alla terra”, per esempio, quando non facciamo la raccolta differenziata, quando non facciamo un uso oculato della plastica e quando non utilizziamo il trasporto pubblico, ma quello privato (esempi suoi).

Queste trasgressioni vanno confessate ed espiate, dice il papa che nell’Amoris laetitia ha archiviato i peccati mortali da sempre condannati nel Vangelo.

Come si vede qua il cambiamento di priorità è vertiginoso. Benedetto XVI aveva iniziato il suo pontificato tuonando contro “la dittatura del relativismo”, Bergoglio in questo regime nichilista e anticristiano è invece applauditissimo.
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