Moschea luogo in cui si diffonde l'orrore nazislamico

Moschea luogo in cui si diffonde l'orrore nazislamico

Messaggioda Berto » lun dic 14, 2015 7:36 pm

Esplosione davanti alla moschea in via Jacopo da Montagnana

Boato nella notte, bomba carta davanti al civico 7. Ignoti hanno prima acceso un fumogeno poi esploso l'ordigno in strada.
11 dicembre 2015

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.12600667

PADOVA. Un'esplosione è stata avvertita poco dopo la mezzanotte davanti alla moschea in via Jacopo da Montagnana, all'Arcella. L'esplosione è avvenuta davanti al civico 7. La moschea è al civico 7/A. Ignoti hanno prima acceso un fumogeno forse per occultare eventuali telecamere presenti, poi esploso la bomba carta in strada. Si pensa che l'atto sia diretto proprio alla moschea anche se ad ora non ci sono rivendicazioni. È successo alle 0:30.
A dare l'allarme sono stati i molti residenti della zona svegliati dall'esplosione. Sul posto è subito intervenuta la polizia e la digos che sta indagando.
I vandali hanno anche sfondato a calci una porta che conduce ad alcuni appartamenti abitati da immigrati. Il complesso ospita infatti quasi esclusivamente immigrati di origine bangladese e cingalese.
In passato il centro di preghiera non aveva creato problemi eccetto qualche lite con i residenti della zona in merito al'utilizzo dei parcheggi. Il Bangladesh islamic center, questo il nome del centro di preghiera, giovedì sera aveva chiuso intorno alle 20, quattro ore circa prima dell' esplosione della bomba carta.
La Digos sta ora verificando la presenza di telecamere di videosorveglianza in zona che abbiano firmato l'accaduto.
L'episodio è stato condannato da tutte le forze politiche. «Questi episodi si condannano senza se e senza ma. La base del dialogo non è certo rappresentata da fatti come questi e non è cosi che si risolvono i problemi di integrazione», ha detto il presidente della regione Veneto Luca Zaia, in visita a Padova.
"Se c’è qualcuno che crede di farsi giustizia in questo modo dopo le tragedie di questi mesi ha sbagliato metodo e bersaglio», ha commentato la capogruppo Pd in Consiglio regionale, Alessandra Moretti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » lun gen 25, 2016 9:17 pm

Anti-moschee, udienza fissata. L'islam scalpita
Alberto Giannoni - Lun, 25/01/2016

http://www.ilgiornale.it/news/milano/an ... ok+Interna

Sarà una miccia innescata sulla strada della campagna elettorale. La sentenza sulla legge regionale anti-moschee dovrebbe arrivare nel momento della massima contrapposizione (anche su questo tema) fra centrodestra e Pd.
È stata fissata infatti al 23 febbraio l'attesa udienza che la Corte costituzionale dedicherà alla contestata legge varata al Pirellone. E l'esito del verdetto sarà decisivo: potrebbe determinare un via libera al piano comunale per realizzare due luoghi di culto islamici in città, o al contrario sancire la piena e definitiva validità delle norme studiate al Pirellone, che rendono (oggettivamente) più difficoltosa l'apertura di moschee.
Il ricorso contro il provvedimento regionale è stato presentato niente di meno che dal governo nazionale, dopo essere stato invocato da tutta la sinistra, schierata a difesa delle comunità islamiche, desiderose di aprire luoghi di culto più grandi e regolari.
«Effettivamente commenta Viviana Beccalossi, assessore regionale all'Urbanistica e territorio, ispiratrice della legge - siamo a un punto di svolta. Da una parte la Lombardia che impone procedure puntuali e inequivocabili. Dall'altra l'impugnativa di Renzi e dei suoi ministri che hanno deciso di fermare il nostro tentativo di regolamentare, con una normativa che guarda anche e soprattutto alla sicurezza dei cittadini, la realizzazione di nuovi luoghi di culto». «Premettendo che, da sempre, ho dimostrato rispetto e fiducia nelle decisioni della Giustizia Italiana spiega l'assessore - non posso esimermi dal sottolineare che qualunque sia la decisione della Corte costituzionale, la stessa avrà effetti forti sulla campagna elettorale, soprattutto a Milano». «Mi sembra - aggiunge - che i candidati alle primarie del centrosinistra non abbiano dubbi portando avanti un sì ai minareti all'ombra della Madonnina senza se e senza ma». La legge prevede procedure urbanistiche particolari per realizzare luoghi di culto, requisiti che - secondo il Pirellone - al momento non sarebbero rispettati nel piano messo a punto in Comune. Anche per questo - lo ha ammesso l'assessore pd Pierfrancesco Majorino - le aree per realizzare moschee non sono state ancora assegnate.

Le associazioni islamiche intanto scalpitano. E chiedono che il Comune proceda all'attuazione del bando assegnando i terreni (uno è l'area finora occupata dal Palasharp a Lampugnano, l'altro è in via Esterle). «Più di un anno fa - ha scritto il coordinatore dei centri islamici Davide Piccardo - ci incontravamo per realizzare il progetto per la moschea di Milano. Oggi abbiamo vinto il bando del Comune di Milano e abbiamo nel cassetto un'assegnazione provvisoria. Assegnazione provvisoria da 4 mesi. Siamo cittadini in attesa di un diritto e non capiamo il perché».
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer feb 24, 2016 11:52 pm

Lombardia, i giudici aiutano gli islamici: bocciata la legge sulle moschee
Sergio Rame - Mer, 24/02/2016

http://www.ilgiornale.it/news/milano/i- ... 28582.html

Ancora una volta i giudici entrano a gamba tesa nelle decisioni della politica.

Ieri, al termine della camera di consiglio, la Corte costituzionale ha bocciato la legge della Regione Lombardia che impone regole più severe a chi vuole aprire nuovi loghi di culto. Una riforma che i buonisti della sinistra hanno ribattezzano "legge anti moschee", ma che è stata pensata per garantire una maggiore sicurezza all'interno di quei centri religiosi che troppo spesso sono il centro nevralgico del fondamentalismo islamico. "È una misura discriminatoria", hanno detto i giudici della Consulta accogliendo il ricorso con cui il governo aveva impugnato la legge approvata al Pirellone.

"Adesso la sinistra esulta gridando Allah Akbar". Il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni non accetta la sentenza della Consulta. La bocciatura della legge che regolamenta la costruzione di nuove moschee e che aveva raccolto l'adesione dell'intero centrodestra apre un vulnus senza precedenti. La normativa poneva, infatti, rogorosi paletti, soprattutto urbanistici, prima di dare il via libera all'apertura di un nuovo centro di culto. Paletti pensati, in primis, a tutela della sicurezza nazionale e, quindi, del singolo cittadino. Tra questi c'erano, infatti, la presenza di telecamere all'esterno dei locali collegate con la Questura e il parere preventivo di polizia e residenti. Dopo le sanguinarie stragi di Parigi Maroni aveva scritto una lettera a Matteo Renzi per chiedergli di ritirare il ricorso e di fare della Lombardia il modello per tutto il Paese. "La nostra legge - aveva detto il governatore al premier - può essere adottata anche dalle altre Regioni italiane e diventare dunque un modello nazionale in questo settore così delicato in questo particolare momento che stiamo vivendo". Ma niente da fare.

"Consulta islamica, non italiana - tuona Matteo Salvini - è complice dell'immigrazione clandestina". Nel Bresciano e nel Cremonese proliferano pseudo luoghi di culto. I garage diventano moschee improvvisate. Imam venuti da fuori, che non parlano nemmeno l'italiano, tengono sermoni radicali. Dei finanziamenti, poi, non si conosce la provenienza. Un far west pericoloso, che con questa legge di buon senso si sarebbe potuto fermare. "Evidentemente - tuona il deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi - la lezione di Parigi e la deriva di Bruxelles non hanno insegnato nulla". Eppure i cittadini chiedono solo il rispetto delle regole, anche e sopratutto nei confronti dei luoghi di culto.


Buongiorno amici. Ieri la Corte costituzionale ha bocciato la legge della Regione Lombardia che impone regole più severe a chi vuole aprire nuovi loghi di culto. La legge, ribattezzata "legge anti-moschee", è stata concepita per garantire una maggiore sicurezza nei centri religiosi, in un momento in cui stiamo subendo una guerra scatenata dal terrorismo islamico globalizzato.

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 5223523066

"È una misura discriminatoria", hanno detto i giudici della Consulta accogliendo il ricorso con cui il governo aveva impugnato la legge, perché a suo avviso violerebbe diversi articoli della Costituzione, tra cui i principi di uguaglianza dei cittadini e delle confessioni religiose.

"Adesso la sinistra esulta gridando Allah Akbar", ha commentato il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, comprensibilmente contrariato.

Cari amici, è del tutto evidente che l'iniziativa prima del governo poi della Consulta si traducono in una via libera incondizionato alla proliferazione delle moschee in Italia. A questo punto non ci resta che mobilitarci per andare al cuore del problema, che non sono di per sé le moschee, ma l'islam.

Dobbiamo chiarirci e accreditare il fatto che l'islam è incompatibile con l'articolo 8 della Costituzione che recita:
"Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Ebbene l'islam confligge con l'articolo 8 della Costituzione perché condiziona il riconoscimento dell'uguaglianza di una specifica religione, sia al fatto che gli statuti "non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano”, sia al fatto che “i loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”.
Nel Corano e nella sharia, la legge islamica, ci sono centinaia di versetti che regolamentano i vari aspetti dell'esistenza dei musulmani, nonché pratiche imposte da Allah ai loro fedeli, che sono in totale contrasto con le leggi laiche dello Stato, in tema di diritto civile e penale, sui temi che concernono la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta religiosa.
Così come l'islam è una confessione che non ha regolato per legge tramite un'intesa il suo rapporto con lo Stato perché i musulmani non si mettono d'accordo né su una rappresentanza unitaria né su una piattaforma programmatica comune, in quanto sono profondamente divisi al loro interno e in quanto i contenuti del loro programma non sarebbero comunque compatibili con le leggi laiche dello Stato.

Cari amici, ora che abbiamo l'ennesima prova che siamo governati da un potere cieco e suicida che vuole, costi quel che costi, la proliferazione delle moschee e la sottomissione dell'Italia all'islam, dobbiamo mobilitarci per contrastare la legittimazione dell'islam sul piano legale, dal momento che non sussistono le condizioni richieste dalla Costituzione per il suo riconoscimento. La nostra battaglia deve estendersi a tutti gli italiani, affinché la stragrande maggioranza degli italiani contrari alle moschee e alla sottomissione all'islam insorga, ponendo fine a questo potere che umilia e odia gli italiani. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo!
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer mar 09, 2016 8:27 am

In Italia le moschee non possono operare come se fossero uno Stato islamico
GIANCARLO MATTA
08/03/2016

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 3936095528
http://www.magdicristianoallam.it/blogs ... amico.html

Le scritte delle insegne, targhe, segnali e simili, devono - tra l’altro- essere esposte da noi compilate in corretta lingua italiana. Caso mai, può essere aggiunta la traduzione letterale in lingua straniera.
È stabilito dal Codice della Strada, dalle correlate Norme Tecniche di Attuazione, e dai Regolamenti Municipali in materia, ai quali sono demandate esplicitamente, secondo la consueta gerarchia normativa, le varie disposizioni.
La inosservanza di tali disposizioni, tutte bene coordinate tra esse, è punita con “pene pecuniarie” e -ovvio- con l’ordine di adeguare opportunamente le scritte esposte.

A Chivasso (TO) sono state sanzionate due insegne scritte solo in arabo, esposte a indicare una “moschea” la quale -tra l’altro- è stata allestita in un preesistente magazzino ( ! ).
Ora, oltre alla irregolarità delle insegne, siccome prive comunque della prescritta autorizzazione, oltre al fatto del testo scritto solo in lingua straniera, oltre ai dubbi sul luogo prescelto, al di là di questo specifico caso, sul tema sorgono varie domande.

Può essere allestita una “moschea” ?
È luogo pubblico o aperto al pubblico una “moschea” ?
Quali attività si svolgono in una “moschea” ?
Chi è il soggetto titolare / responsabile di una “moschea” ?
Il tema che espongo è solo apparentemente secondario e le domande sono tutt’altro che banali, visto con chi abbiamo -nostro malgrado- a che fare.
Alle prime due domande tentò di rispondere qualche tempo fa, l’avvocato Patrizia Zaffagnini di Ravenna, la quale, esponendo una dotta e vasta esegesi (spiegazione) delle vigenti Norme a partire dalla Costituzione rispose “no” alla prima, nel senso che una “moschea” = “luogo di culto” islamico può allestirsi solo previa intesa tra lo Stato e i responsabili di quel dato culto. Intesa che l’islam col nostro Stato non ha.
Rispose “sì” alla seconda, nel senso che [seppure partendo da una autonoma e insindacabile scelta personale = tutte le religioni sono un fatto individuale] un “culto” in quanto tale necessariamente assume natura associativa, e non può che essere celebrato pubblicamente in luogo a ciò destinato = pubblico e aperto al pubblico (salva l’osservanza di ragionevoli orari e date) essendo notoriamente vietate e punite dalla legge le associazioni segrete. (I “culti-occulti”, mi viene da ironizzare.)

Alle ultime due domande tento di rispondere io.
Salvo prova contraria, la “moschea” è sì “luogo di culto” (con quel che ciò implica) ma risulta sia non di rado anche :
scuola, biblioteca, tribunale, anagrafe, mercato, banca, ricovero, infermeria, mensa, … e conosce forse solo il demonio cos’altro ancora essa sia. Non sarà mica anche caserma?
Va da sé che tali attività possono complessivamente costituire la base di una vera e propria organizzazione sociale, in questo caso una sorta di organizzazione sociale parallela a quella autoctona, un vero e proprio Stato nello Stato, o quasi.
Attività delle quali la “moschea” costituirebbe il luogo fisico e alle quali fornirebbe il supporto logistico.
Soggetti titolari / responsabili di una moschea, chi sarebbero?
Come in molte faccende umane, risulta che quando si percorrono le strade della passione (in questo caso passione “religiosa”), siano i più ciechi a guidare… .
Tant’è vero che le “moschee” sono molto spesso tenute sotto sorveglianza dalle Forze dell’Ordine. Cosa che non risulta avvenga per “luoghi di culto” di altre religioni. Guarda caso.
La dottrina, la prassi, la precettistica, la predicazione islamiche, in prevalenza invasive, oppressive, violente, non si possono qualificare “pratiche religiose”, bensì devono essere definite “attività sediziose” non compatibili col nostro ordinamento giuridico, e trattate di conseguenza.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer mar 09, 2016 11:38 am

No all'islam comunismo, come prevedeva Bertrand Russell
A Bologna e Ferrara vogliono erigere nuove moschee: le posizioni contrarie.
9 marzo 2016
http://it.blastingnews.com/opinioni/201 ... 27203.html

Proprio mentre l'imminente ingresso in guerra dell'Italia in Libia per frenare l'Isis, potrebbe avere risvolti decisivi per il futuro italiano e forse anche per la tenuta della democrazia e della Costituzione, tenendo conto della complessità della situazione e delle molte incognite legate ad un intervento bellico, arriva una notizia che sta facendo molto discutere. A Bologna, il Vescovo prima e il sindaco poi, hanno proposto la realizzazione di una nuova moschea, e in questa direzione si vorrebbe procedere anche a Ferrara, dopo le dichiarazioni rilasciate dal giovane portavoce della comunità islamica. Questi nuovi edifici religiosi, in Emilia Romagna, andrebbero ad aggiungersi alla moschea già presente a Ravenna. Tali proposte, secondo noi, dal punto di vista storico e culturale sono alquanto discutibili.


Bertrand Russell nel 1920

Così scriveva nel 1920 Bertrand Russell in "Theory and Practice of Bolshevism": "Il bolscevismo unisce le caratteristiche della Rivoluzione Francese a quelle della nascita dell'Islam. Marx ha insegnato che il comunismo è fatalmente destinato ad accadere; ciò causa uno stato d’animo non dissimile da quello dei primi successori di Maometto (cioè i cosiddetti “Califfi virtuosi”); tra le religioni, il bolscevismo deve essere considerato insieme al maomettanesimo, piuttosto che insieme al Cristianesimo e al Buddismo. Le ultime due sono principalmente religioni personali, caratterizzate da dottrine mistiche e amore per la contemplazione. Il maomettanesimo ed il bolscevismo sono pratici, sociali, non spirituali, impegnati a conquistare l'impero del mondo".

In tempi più recenti, alla luce del divenire storico, prima Oriana Fallaci e poi Magdi Allam hanno confermato le analisi del grande filosofo e matematico inglese. Le opposizioni ferraresi e di Bologna si sono già espresse con un "No" quasi categorico. Purtroppo la sinistra e una parte del mondo ecclesiastico sembrano - probabilmente in preda alla nota "Sindrome di Stoccolma" - fuori dalla storia e dalla realtà, oppure cinicamente in campagna elettorale (immigrati, islamici e diversamente sessuali sono i nuovi soggetti elettorali di riferimento del PD).


Non solo Oriana Fallaci e Magdi Allam

In questa fase storica cruciale per il futuro della democrazia e della civiltà anche in Italia, spiccano le denunce attualissime contro il pericolo islamico, provenienti anche da figure rilevanti della cultura di matrice etnica arabo-musulmana. Ci riferiamo al già candidato Premio Nobel, il celebre poeta vivente siriano Adonis, autore di “Violenza e Islam” che afferma testualmente: "Le primavere arabe? Un totale fallimento. Il pensiero arabo? Rimasto fermo al medioevo: dogmatico e prigioniero di una mentalità tribale. L’Islam? Ieri come oggi è caratterizzato dalla violenza delle guerre e delle conquiste. Il Corano? Un testo estremamente violento".

Anche in “2084. La fine del mondo” dello scrittore franco- algerino Boualem Sansal, bestseller in Francia, ora uscito in Italia, che fa seguito al più noto "Soumission" di Houellebecq, l'aut aut tra civiltà e barbarie vale anche per gli islamici moderati che esistono, ma che sono deboli nel combattere il radicalismo fondamentalista. Chiedere nuove moschee, in generale, in Emilia Romagna e nel resto d'Italia in questa fase storica è quantomeno ingenuo e irrealistico, e va anche contro gli interessi dell'Islam moderato.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 6:19 am

???

Ora i preti aprono la chiesa ai musulmani
Giulia Bonaudi - Sab, 19/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 37238.html

In provincia di Pistoia, nella parrocchia di Vicofaro, don Massimo Biancalini con il parroco don Alessandro Carmignani e un'associazione che si occupa di accoglienza stanno già organizzando l'ospitalità di 18 profughi in tre parrocchie della zona.

Ebbene, nulla di strano per chi fa della carità una missione di vita. Nulla di strano se non fosse per un piccolo particolare: i profughi di fede musulmana potranno pregare gomito a gomito a fianco ai fedeli cattolici. I due uomini di chiesa infatti stanno allestendo gli spazi per la preghiera all'interno della chiesa.

"Che problema c'è - dice don Biancalani - Non avrebbe senso, se vogliamo fare vera accoglienza e integrazione, farli pregare in uno scantinato". Così nella parrocchia saranno stesi dei tappeti nello spazio della chiesa individuato. "Chi vorrà potrà pregare dentro la chiesa, dalla parte dell'ingresso a nord - spiega don Biancalani -, chi non se la sentirà potrà farlo in un altro spazio. Non hanno bisogno di molto - aggiunge il sacerdote - l'importante per loro è orientarsi verso la Mecca". I due parroci sono supportati dall'associazione Virgilio-Città futura. "Stiamo semplicemente seguendo l'appello di Papa Francesco", dicono. L'intento dell'iniziativa? "L'integrazione e la conoscena tra fedeli di religione cattolica e musulmani".

I don non fanno mistero sul modello di chiesa a cui si ispirano: "Una chiesa moderna progettata proprio per offrire ampi spazi anche per occasioni di socialità". "Ogni parrocchia dovrebbe aprire le porte a queste persone disperate - hanno spiegato i due parroci -. Vogliamo essere un esempio di come la chiesa possa essere parte attiva in questa emergenza. Noi crediamo e speriamo che anche le altre parrocchie di Pistoia possano partecipare a questo percorso, anzi l'invito è quello di contattarci, di collaborare per rendere questo progetto di accoglienza più inclusivo possibile".




Il vescovo tuona contro le preghiere islamiche in chiesa
Ivan Francese - Lun, 21/03/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 37767.html

In chiesa si prega Cristo, non Allah: il monito che arriva dal vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, non lascia scampo.

Il titolare della diocesi toscana ha voluto così stoppare l'iniziativa di due preti che avevano aperto ai migranti musulmani le porte delle proprie chiese.

Don Massimo Biancalani e don Alessandro Carmignani, spiega Repubblica Firenze, avevano annunciato di voler aprire la chiesa di Vicofaro alla preghiera dei profughi di fede islamica, perché "per fare vera accoglienza non possiamo farli pregare in uno scantinato". Di fronte alle (prevedibili) critiche, si erano giustificati sostenendo di stare solo seguendo l'appello per l'accoglienza lanciato da papa Francesco.

L'iniziativa però non è piaciuta a monsignor Tardelli, che non ha perso tempo per sconfessarla pubblicamente: "la doverosa, necessaria e rispettosa accoglienza delle persone che professano altri culti e religioni non si fa offrendo spazi per la preghiera all'interno delle chiese destinate alla liturgia e all'incontro della comunità cristiana", scrive in una nota. "Per quella si possono trovare benissimo altri spazi e altri luoghi ben più adatti e più rispettosi anche di chi ha un'altra fede".

La morale della storia insomma è chiara: sì all'accoglienza, ma le chiese sono luoghi consacrati al culto di Cristo. Pregare un altro Dio sarebbe inopportuno e irrispettoso, per i cristiani e per gli stessi musulmani.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 6:20 am

Basta moschee in Europa e nel mondo cristiano se prima non vengono costruite delle grandi chiese cristiane, una grande sinagoga ebraica, un tempio buddista, uno zorooastriano e uno yazida alla Mecca; e se prima il mondo a prevalenza islamico non venga ripopolato da cristiani e da ebrei liberi di fare proselitismo alla luce del sole e non siano bandite ogni forma di persecuzione civile, politica e religiosa. Nel frattempo i mussulmani in Europa siano trattati da dhimmi, da infedeli e da miscredenti come fanno loro nei paesi mussulmani con i cristiani e con gli ebrei.
Alla Mecca i campanili delle chiese cristiane dovranno suonare a festa ogni domenica.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » mer mar 23, 2016 6:20 am

Basta moschee in Europa e nel mondo cristiano se prima non vengono costruite delle grandi chiese cristiane, una grande sinagoga ebraica, un tempio buddista, uno zorooastriano e uno yazida alla Mecca; e se prima il mondo a prevalenza islamico non venga ripopolato da cristiani e da ebrei liberi di fare proselitismo alla luce del sole e non siano bandite ogni forma di persecuzione civile, politica e religiosa. Nel frattempo i mussulmani in Europa siano trattati da dhimmi, da infedeli e da miscredenti come fanno loro nei paesi mussulmani con i cristiani e con gli ebrei.
Alla Mecca i campanili delle chiese cristiane dovranno suonare a festa ogni domenica.

La responsabilità e la colpa più grande è di Papa Francesco, il cristiano cattolico romano gesuità che predica contro il relativismo ma che ha sostenuto come Maometto (il razziatore e lo sterminatore di ebrei e dei cristiani) sia stato un Santo e come l'Islam sia una delle grandi e benefiche religioni della terra che contribuisce a migliorare l'umanità intera; con cui allearsi per combattere il laicismo, l'ateismo, l'aidolismo. Questo Papa ha paragonato il pugno di qualcuno dato "giustamente" a chi offende sua madre con la strage di Charlie Hebdo fatta per difendere l'onore di Maometto e di Allah offesi dalla dissacranti critiche relaticiste. Per questo Papa la libertà di critica è un'offesa che va legittimamente lavata con il sangue (anche se aveva premesso che non si uccide in nome e per conto di Dio). Questo Papa pastore della misericordia e dell'accoglienza vuole distruggere l'Europa e non ha alcun rispetto per i nostri Diritti Umani come europei a casa nostra.
Questo Papa oltre ad essere un idolatra è un irresponsabile che ci porta la guerra in casa.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » ven mar 25, 2016 2:30 pm

Alla Mecca un venerdì mezzogiorno. Ad ascoltare la predica modello

Dalla città del Profeta, un sito web seleziona il meglio dei sermoni nelle moschee e lo invia agli imam di tutto il mondo come guida per la predicazione.
Contro gli ebrei, i cristiani, l´Occidente. Da non perdere

di Sandro Magister
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6890

(Da "L´espresso" n. 48 del 21-28 novembre 2002, titolo originale "Trincea moschea")

La maratona islamica dell´imam Wajdi Hamzah Al Ghazzawi è cominciata tre anni fa con partenza dalla Mecca. «Ho visitato i più celebri imam di tutto il mondo e ho illustrato loro la mia proposta. Alcuni li ho trovati entusiasti. E questi sono i risultati: tremila imam di 62 nazioni visitano ogni settimana il mio sito web in arabo. Con la versione inglese conto di raddoppiare».

L´ha chiamato Al-Minbar il nuovo sito, parola che in arabo vuol dire pulpito di moschea. È il pulpito dal quale ogni venerdì a mezzogiorno, in tutto il mondo, gli imam pronunciano la khutbah, il discorso che orienta la vita e la mente di un miliardo di musulmani. Al Ghazzawi ne ha raccolti a migliaia di questi discorsi del venerdì, li ha fatti vagliare da otto teologi di prim´ordine, sauditi come lui, e ora man mano li mette in rete: «Come modelli di giusta predicazione. Per tutti gli imam che hanno necessità di elevare la qualità e la profondità dei loro discorsi».

Ma non solo gli imam. Grazie ad Al Ghazzawi e ai suoi dottori del Corano, chiunque può oggi penetrare in questo mondo sino a ieri sconosciuto o precluso. Anche se infedele. Da una moschea all´altra in un viaggio virtuale: da Gerusalemme a Medina fino all´inviolabile Mecca. Con a portata di mouse, e per la prima volta svelato, il top della predicazione musulmana secondo i canoni del wahhabismo saudita, la corrente superortodossa, il cui controllo sulle moschee di tutto il mondo è sempre più pressante.

I mistici non s´illudano. La khutbah del venerdì non è mai rarefatta e spirituale. Le moschee sono luogo politico per eccellenza. Da lì sono partite tutte le rivoluzioni. È lì che si proclama lo jihad, la guerra santa. Nel mondo arabo, quasi sempre chi pronuncia la khutbah è autorizzato dallo Stato. E il suo testo è vidimato. Dalla Mecca, un sito come Al-Minbar non può nascere e vivere senza l´imprinting della monarchia dell´Arabia Saudita.

E allora non sorprende che Al-Minbar abbia una sezione speciale sulla Palestina. Con raccolti i discorsi modello sul tema. Tutti graniticamente concordi nell´elevare a dogma l´odio contro gli ebrei, nell´esaltare il «martirio» dei terroristi suicidi, nello sconfessare qualsiasi accordo negoziale, nel predicare come unica soluzione finale la cancellazione di Israele.

GLI EBREI

In alcune khutbah, Israele e gli ebrei non sono nemmeno chiamati per nome. Sono «l´entità criminale», sono «la nazione di porci e scimmie». L´odio e l´inimicizia nei loro confronti sono predicati con la forza di un imperativo teologico «a gloria di Allah». Sono «malvagi e traditori da sempre» e meritano solo guerra. Ma non una guerra qualsiasi, come vorrebbero «i nazionalisti che combattono per la terra, gli oliveti, gli aranci e i cocomeri». «Il divino comando è per una guerra religiosa, combattuta per null´altro se non per i principi dell´islam».

Di ogni khutbah, Al-Minbar dà il nome dell´imam che l´ha pronunciata. E del luogo. Le più autorevoli sono quelle delle tre città sacre, nell´ordine La Mecca, Medina e Gerusalemme, e delle moschee prime per antichità: della Kaaba alla Mecca e di Al Aqsa a Gerusalemme, sopra la città vecchia. Il sacro primato di questi luoghi è richiamato di continuo ed è esso stesso un messaggio politico. Lo Stato d´Israele è definito inaccettabile per principio: ricade in quella terra sacra «che ha uno statuto speciale tra le terre musulmane e che oggi comprende la Palestina, la Siria, il Libano, la Giordania, e parti dell´Arabia Saudita e dell´Iraq».

Il falso antisemita intitolato "Protocolli dei savi di Sion", dato per autentico, viene citato a prova del disegno ebraico d´impadronirsi del mondo. In combutta con la massoneria, ma più ancora «con le benedizioni dei cristiani e dell´Occidente», nonché delle Nazioni Unite e di quei «musulmani solo di nome, ciechi» che confidano nei processi di pace israelo-palestinesi senza vedere che essi sono «soltanto una variante del piano sionista di dominio universale». Tutto congiura contro le nazioni islamiche, sotto ogni cielo: «le repubbliche musulmane dell´ex Unione Sovietica possedevano le armi nucleari, ma l´Occidente gliele ha strappate per darle ai cristiani ortodossi russi».

Tutta la lode va invece ai «martiri» musulmani, ovvero ai terroristi suicidi, mai però designati così. Sono loro i «benedetti», mentre «veri terroristi» sono definiti gli ebrei. Il loro martirio «è il miglior sentiero per il paradiso». Là ciascuno di essi, «come dice il Profeta, avrà settantadue fanciulle e potrà intercedere per settanta suoi famigliari che altrimenti sarebbero destinati all´inferno».

L'OCCIDENTE

Questo nell´aldilà. Perché su questa terra c´è già l´inferno degli infedeli. Le loro conferenze internazionali per il controllo demografico sono «propagazione di licenziosità, sodomia, matrimonio di gay e lesbiche». Tutto per distruggere «la vera minaccia che li atterrisce: la crescita di popolazione dei paesi musulmani, l´islamizzazione del mondo».

Numerosi discorsi del venerdì prendono di mira l´allentamento dei costumi in casa islamica: le donne che non si coprono come dovrebbero; che si mescolano in pubblico al sesso maschile; che rinviano l´età del matrimonio; i giovani che tirano tardi la notte; le famiglie che vanno in vacanza nelle nazioni infedeli; tutti che si lasciano incantare dagli spettacoli televisivi via satellite. E poi le gare sportive internazionali: diseducative perché «sradicano il naturale odio dei musulmani contro i miscredenti». E poi le feste importate: il pesce d´aprile «inventato in Spagna per prendersi beffe dei musulmani», san Valentino ovvero «il giorno dell´immoralità e della prostituzione», il Natale che «condanna all´inferno chi vi partecipa»: vietati gli auguri, vietati i doni, vietato tutto. Perché dietro c´è Satana. C´è l´Occidente, «civiltà senz´anima a detta dei suoi stessi intellettuali».

I CRISTIANI

E il dialogo interreligioso è la più insidiosa delle tentazioni. Le khutbah sono concordi nel condannarlo senza remissione. Perché sotto l´insegna dell´«amicizia islamocristiana», spiegano, si cela la trappola «nella quale cadono anche molti che si credono musulmani», dimentichi che «Allah ha proibito al Profeta e ai credenti di invocare perdono per gli infedeli, anche se fossero loro parenti».

Per questo ogni idolo dev´essere distrutto. Bene hanno fatto i talibani d´Afghanistan a bombardare i Budda. È comando di Allah. L´islam è la sola vera religione ed è l´unica ad avere il diritto di cancellare le diverse da sé. Può concedere che dentro le chiese i cristiani suoi sudditi tengano le loro immagini: ma che nulla appaia all´esterno. E passi per le Piramidi d´Egitto: «troppo grandi per essere distrutte, anche se un califfo ci provò». Quanto alla Sfinge, s´è salvata «solo perché coperta dalle sabbie».

I FALSI MUSULMANI

Ma poi c´è il nemico interno: i musulmani del partito sciita, andati al potere in Iran con Khomeini ma numerosi (e perseguitati) anche in Iraq e nella penisola arabica. Contro di loro le khutbah sono di una veemenza inaudita. Gli sciiti «sono la creazione più malvagia che abbia messo piede sulla terra». «Vivono da sempre in falsità e ipocrisia». «Si alleano con miscredenti e politeisti per aggredire i musulmani». «I loro capi in Iran comandano alcuni una cosa, altri la proibiscono, per confondere tutti». «Sono persiani che hanno in odio e inimicizia gli arabi, fino ad allearsi con gli ebrei contro di loro». «Il loro sistema dottrinale e pratico è costruito per distruggere l´islam dalle radici». Conclusione: «È giunta l´ora di strappare il falso velo della rivoluzione iraniana. Essi hanno cambiato il Corano, hanno mentito contro il Profeta, hanno maledetto i suoi compagni, la menzogna è parte della loro fede. È mai possibile che siano musulmani? Se gli sciiti, nella loro storia, sono passati tra tante disgrazie e umiliazioni, questa è la ricompensa delle loro azioni».

E queste sono le khutbah modello. Le raccomandate dalla Mecca. Pronunciate da imam di chiara fama. Quelle che in Occidente sarebbero le omelie di un Karol Wojtyla o di un Carlo Maria Martini.


Da quali pulpiti


La Mecca, Medina e Gerusalemme sono nell´ordine le tre città sante dell´islam. Nelle loro moschee i discorsi pronunciati ogni venerdì prima della preghiera pubblica di mezzogiorno hanno grande peso. I predicatori sono scelti con cura. E pronunciano i loro discorsi da un pulpito in cima a una scala, collocato a fianco del mihrab, la nicchia che indica la direzione della preghiera.

LA MECCA

È la città del profeta Maometto, che vi ha restaurato il vero culto al vero Dio. Da tutto il mondo, i musulmani pregano rivolti a questa città. E almeno una volta nella vita sono tenuti a compiervi un pellegrinaggio sacro, tra il nono e il tredicesimo giorno dell´ultimo mese del loro calendario lunare. Il pellegrinaggio culmina con la preghiera sul monte Arafat e comprende sette giri a piedi attorno al santuario cubico della Kaaba, al centro del cortile della Grande Moschea, nel luogo in cui Abramo, secondo la tradizione, avrebbe elevato a Dio il primo altare.

MEDINA

Il suo nome significa Città del Profeta. Qui Maometto emigrò dalla Mecca, perché rifiutato dai suoi concittadini, nel 622, la data che segna l´inizio del conteggio musulmano degli anni. E qui egli diede all´islam un´impronta marcatamente politica, organizzativa, legale. È a Medina che Maometto combatté e sconfisse gli ebrei, con i quali si era all´inizio alleato. Ed è da Medina che mosse alla riconquista della Mecca, venendone finalmente accettato come profeta.

GERUSALEMME

Per i musulmani è da lì che Maometto salì al cielo: dalla roccia del sacrificio di Abramo, sul monte che domina la città. Sullo stesso monte sorge la moschea di Al Aqsa. Qui, secondo la tradizione musulmana, è discesa la divina rivelazione del Corano e qui avverrà la risurrezione finale. Nella prima fase della sua attività di profeta Maometto pregava e faceva pregare rivolto a Gerusalemme. Anche l´osservanza del digiuno l´aveva ripresa dalla tradizione ebraica del Kippur. Ma poi la estese a un mese intero e la trasformò nella pratica del Ramadan.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Moskea o no moskea se ga da dimandarlo ai çitadini

Messaggioda Berto » ven apr 01, 2016 8:29 am

L’Angola vieta l’islam: “È una setta”. E chiude tutte le moschee del Paese
martedì, 26, novembre, 2013

http://www.imolaoggi.it/2013/11/26/lang ... -del-paese

L’Angola riferisce di aver messo al bando l’Islam ritenendolo illegale e ha ordinato che tutte le moschee del paese devono per essere chiuse.

Il Ministro della cultura, Rosa Cruz e Silva, ha detto che le moschee nel paese, in gran parte cristiano, sono state chiuse fino a nuovo ordine. Inoltre ha descritto l’Islam come una ‘setta’ e che pertanrto sarebbe vietato perché in contrasto con costumi e cultura angolani.

Secondo l’ International Business ci sono rapporti non confermati che le moschee in tutto il paese africano sono state distrutte.

Il presidente Jose Edurado dos Santos ha dichiarato al quotidiano Osun Difesa ‘Questa è la fine dell’influenza islamica nel nostro paese.’
Oltre all’Islam, altre 194 ‘sette’ sono state vietate nella nazione, dove più della metà della popolazione è cristiana.

Il governatore provinciale di Luanda, Bento Bento, ha anche detto sulle ad una radio locale che “i musulmani radicali non sono i benvenuti in Angola e il governo angolano non è pronto per la legalizzazione delle moschee”.

Scontri tra cristiani e musulmani sono spesso riportati dai media locali.

http://www.dailymail.co.uk/news/article ... sques.html





https://fr.wikipedia.org/wiki/Islam_en_Angola

L’islam est en Angola une religion très minoritaire, qui représente près de 100 000 personnes, soit 0,5 %1 de la population environ. La plupart des musulmans sont des migrants d’Afrique de l'Ouest et du Liban2. Leur faible nombre et le fait que certains soient des immigrés illégaux empêchent à l'islam d'obtenir un statut légal.
Informations sur une mise hors-la-loi en 2013

Le 19 novembre 2013, l'Angola aurait fermé jusqu'à nouvel ordre les mosquées, arguant que le processus de légalisation de l'Islam n'a pas été approuvé. Certaines mosquées auraient par ailleurs vu leur minaret détruit au motif qu'il aurait été construit sans permis3. Un employé de l'ambassade d'Angola à Washington a démenti que l'Islam soit banni et que les mosquées soient détruites.
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