I popoli d'Europa si rivoltano contro la violenza islamica

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Messaggioda Berto » mar giu 27, 2017 7:18 am

A BERLINO MANIFESTAZIONE CONTRO L'ISLAMIZZAZIONE DELLA GERMANIA E DELL'EUROPA, MENTRE IN ITALIA IL PD E' FILOISLAMICO
lunedì 26 giugno 2017
GIUSEPPE DE SANTIS - Londra

http://www.ilnord.it/c-5326_A_BERLINO_M ... LOISLAMICO


LONDRA - Probabilmente nessuno è al corrente che pochi giorni fa a Berlino c'è stata una protesta contro il pericolo dell'islamizzazione della Germania e dell'Europa e la cosa non deve sorprendere, visto che nessun giornale in Italia ha riportato questa notizia.

La protesta, che è avvenuta sabato 17 giugno, ha visto la partecipazione di circa mille persone che hanno chiesto di proteggere lo stile di vita, la cultura e l'identita' europea messe in discussione dall'arrivo di immigrati musulmani che minacciano il nostro stile di vita.

I manifestati sono stati contestati da circa 1400 sedicenti antifascisti, in realtà estemisti di sinistra violenti e noti alla polizia i quali hanno fatto di tutto per bloccare questa manifestazione ma la polizia e' intervenuta arrestando diversi di loro.

A organizzare questa manifestazione è stato il movimento identitario, un'organizzazione anti-musulmana nata nel 2002 in Francia e poi trasferitosi in Germania sull'onda del successo del movimento Pegida e Alternative for Germany anche se tra quest'ultima e il movimento identitario non ci sono legami.

Al momento questo movimento ha circa 500 membri ed ha avuto diversa copertura mediatica grazie ad azioni dimostrative quali mettere uno striscione sulla porta di Magdeburgo in cui c'era scritto "assicurare le frontiere, assicurare il futuro".

I membri del movimento identitario sono stati definiti nazisti e razzisti ma loro rifiutano categoricamente questa etichetta visto che il loro obiettivo è questo di combattere il muticulturalismo e preservare l'identità europea Qui c'è il link di questa storia riportata da Russia Today in cui è possibile vedere le immagini di questa manifestazione che nessun tg ha mai trasmesso:

https://www.rt.com/news/392726-protest- ... detentions

Noi abbiamo deciso di riportare questa notizia non solo per dovere di cronaca ma anche perchè crediamo che una simile organizzazione debba nascere anche in Italia al più presto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 5:20 am

Kurz vuole chiudere gli asili islamici: ostacolano l'integrazione
2017/06/23

http://diblas-udine.blogautore.repubbli ... ent-page-1


Bloccare il flusso dei migranti che attraversano il Mediterraneo e forzare in tutti i modi l’integrazione di quelli che già hanno messo piede in Austria. Sono questi i due cardini della strategia del ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz per affrontare con efficacia il problema dell’immigrazione e sono punti strettamente connessi tra loro, perché l’integrazione è possibile soltanto se si riesce a contenere la marea degli arrivi.

Sul primo – lo stop agli arrivi via mare in Italia dalla Libia – il ministro si era già espresso più volte in passato, di recente anche in sede europea. I profughi che arrivano sui barconi vanno prima soccorsi e salvati dall’annegamento, ma subito dopo riportati sulle sponde africane, in Egitto o in Tunisia, in modo da dissuadere altri dal tentare la stessa avventura.

Quanto all’integrazione, Kurz ha fatto conoscere i suoi piani intervenendo a un dibattito del quotidiano “Kurier” in una sala strapiena di pubblico. Il ministro ha ribadito la sua tesi di sempre e cioè che il presupposto dell’integrazione è la conoscenza della lingua tedesca. Per questo in futuro non tollererà più che vi siano in Austria asili nido islamici, finanziati dallo Stato, dove si parla soltanto l’arabo o il ceceno.

Le basi per imparare la lingua si pongono già in età infantile. È dunque essenziale che i bambini immigrati frequentino uno o due anni di scuola materna per apprendere il tedesco, prima di essere inseriti nelle elementari. Per questo Kurz intende disporre rigorosi controlli su tutti gli asili islamici (soltanto a Vienna accolgono oltre 10.000 bambini), per verificare in quali di essi si parli il tedesco. Qualora non fossero rispettati i criteri di qualità dell’insegnamento, verrebbero immediatamente tagliati i fondi pubblici, con la conseguente chiusura degli asili.
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Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 7:46 am

Sosteniamo Generazione Identitaria
https://www.facebook.com/GenerazioneIdentitaria
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Re: I popoli d'Europa si rivoltano contro la violenza islami

Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 12:52 pm

Sesto San Giovanni, da Stalingrado a Mecca d'Italia: il Pd ha perso per gli islamici
27 Giugno 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/mil ... A.facebook

La Stalingrado d'Italia non è caduta né per la crisi economica né perché gli elettori hanno voluto bastonare il Pd e le Coop rosse, al potere da decenni. No, a far pendere a destra Sesto San Giovanni sono stati gli islamici. Repubblica calcherà pure la mano, riportando tra i coretti di leghisti e forzisti che domenica sera festeggiavano l'elezione del nuovo sindaco Di Stefano, di centrodestra, il durissimo "fuori i musulmani" ma la verità è molto simile.
Nello psicodramma democratico, il loro simbolo politico (come Genova, come fu Bologna) è stato profanato perché da città degli operai Sesto è diventata "Mecca d'Italia", crocevia di islamici più o meno integrati, più o meno pacifici.
Qui, a pochi metri dalla stazione, è stato ucciso Anis Amri, il terrorista jihadista della strage al mercatino di Berlino, alla vigilia di Natale. E la paura di tutto questo ha spinto gli elettori, anche i più moderati, a dire basta a una amministrazione che questo fenomeno non solo non ha saputo gestire, ma ha pure favorito.
Con Di Stefano ha vinto la voglia di sicurezza, il no alla costruzione della grande moschea finanziata dal Qatar e appoggiata dalla precedente giunta di sinistra che, secondo la Lega, avrebbe provocato "l'invasione di Sesto ogni venerdì da parte di 4mila musulmani".

Non a caso anche Giorgia Meloni era scesa in campo: "Qui si tratta di decidere tra realizzare la più grande moschea del Nord Italia o un nuovo commissariato di Polizia". I sestesi hanno scelto la seconda opzione.



"Prima i sestesi in difficoltà. E stop alla maxi moschea"
Il neo sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano cambia le priorità della ex Stalingrado: «Freno all'accoglienza se c'è gente che dorme in auto»
Chiara Campo - Mar, 27/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/milano/i- ... 13671.html

«È stata un'impresa incredibile, una vittoria fantastica dalle proporzioni schiaccianti». Roberto Di Stefano è il nuovo sindaco di Sesto San Giovanni, con lui il centrodestra ha espugnato l'ex Stalingrado d'Italia dopo 72 anni di sinistra.

Da quante ore festeggia?

«In effetti adesso vorrei farmi una dormita».

L'hanno definita tutti un'impresa storica, ha battuto la sindaca uscente del Pd Monica Chittò con il 58,6% contro il 41,3. Come ha sfondato nel «fortino rosso»?

«I temi vincenti sono stati quelli della quotidianità. Ho proposto interventi su problemi mai risolti come la lotta al degrado, ad esempio studierò una app per consentire ai cittadini di segnalare i rifiuti abbandonati. Poi politiche per garantire maggiore sicurezza, la riapertura di impianti sportivi chiusi dalla giunta Pd, riporterò le imprese a investire su Sesto invece di farle scappare come in questi ultimi 5 anni. E il cavallo di battaglia è ovviamente la realizzazione della Città della Salute».

È stato anche un referendum tra chi - la giunta Chittò - ha difeso la costruzione di una maxi moschea abusiva in via Luini e chi ha promesso di bloccare il progetto. Manterrà la parola?

«È una questione di coerenza, sono stato eletto anche per fermare quel progetto e voglio sottolineare che buona parte della comunità islamica locale era dalla mia parte, sono i primi a volersi riappropriare del proprio destino religioso invece di ricevere realtà sganciate dal territorio, non volevano una struttura da 4mila posti che avrebbe attirato i fedeli della provincia. Le risposte della Chittò sui rischi di sicurezza e sulla denuncia di fondi provenienti dal Qatar sono state imbarazzanti, ha sempre rimbalzato i problemi su prefettura e magistratura. Chiamerò l'imam. Potrebbe rimanere la moschea provvisoria che ospita circa 400 persone».

La Chittò è stata duramente contestata sull'accoglienza profughi. Quale sarà la sua linea?

«Se posso aiutare qualcuno, aiuto prima i sestesi in difficoltà e se avanza qualcosa anche gli ultimi arrivati. Non ha senso continuare ad accogliere immigrati e poi avere cittadini che dormono in macchina».

Quanto ha contato l'accordo con l'ex sfidante civico Gianpaolo Caponi al ballottaggio?

«É stato decisivo, aveva preso il 24% al primo turno e noi il 26, è stato un attacco a due punte, un accordo sui contenuti e non per le poltrone. Abbiamo lanciato un modello di centrodestra allargato al polo civico che risulta vincente, in contrapposizione con la sinistra chiusa nei palazzi e sempre più sganciata dalle reali esigenze dei cittadini, pensa più al business dell'immigrazione e alla tutela delle banche».

Prima del voto ha annunciato che la civica Angela Tittaferrante sarà assessore al Welfare. Ha già delineato il resto della giunta?

«Per ora solo l'identikit, saranno persone del territorio, preparate, capaci nel settore che verrà loro assegnato e che abbiano consenso, non calate dall'alto. Tittaferrante è stata la donna più votata al primo turno e ha esperienza nel sociale».

Quale sarà il primo atto da sindaco?

«Una due diligence per verificare i conti».

Come saranno i rapporti con il sindaco di Milano Beppe Sala che guida anche la Città metropolitana? Deve preoccuparsi?

«Il mio modello è la Regione Lombardia, se Sala ha un dialogo costante e incisivo con Maroni sui temi di comune interesse per i cittadini non vedo perché non potrà averlo con Di Stefano a Sesto».
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Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 4:41 pm

Come si fa a fermare l'islam?
Salvatore ClementeJune 27, 2017

http://telegra.ph/Come-fermare-lislam-06-27

Per fermare l'islam, dobbiamo fermare le sue troppe pretese, dobbiamo accettare la realtà, prendere decisioni coraggiose anche se tardive, e adottare misure di buon senso.

Ecco i 10 passi per fermare l'islam

1. Smettere di credere sull'islam ciò che i musulmani stessi ci dicono di credere sull'islam. Piuttosto credere alle loro azioni, credere a quello che si dicono l'uno l'altro, credere a ciò che la Sharia impone veramente, e riconoscere che la "Religione di pace" ha dichiarato e già sta conducendo una guerra contro di noi.

2. Arrestare il timore di essere etichettati di un'ingiustificata "islamofobia" e prendere la coraggiosa decisione di fermare l'islam ora, prima che si diffonda nell'Occidente ancora di più e più in profondità con il rischio che diventi irreversibile.

3. Chiudere o bloccare tutti i siti web, i blog, i video, le foto e gli account dei social media che vengono utilizzati per promuovere la jihad, per incitare al terrorismo, e per reclutare nuovi seguaci.

4. Fermare l'esercito di giovani musulmani in Occidente provenienti da ondate migratorie di falsi rifugiati, monitorare coloro che sono già dentro il paese, e deportare al paese di origine coloro che fanno saltare la loro copertura.

5. Bloccare l'accesso degli imam musulmani nelle nostre scuole pubbliche, nelle università, nelle forze armate e nelle carceri; come vorremmo bloccare qualsiasi altro gruppo che abbia legami con Adolf Hitler.

6. Rendere illegale la Sharia e perseguire per sedizione tutti i gruppi che la promuovono. Approvare leggi per vietare anche il velo islamico (Hijab), che è lo strumento che serve a giustificare gli assalti sessuali e altre violenze sessuali di branco (Taharrush), e fermare l'islamizzazione del nostro approvvigionamento alimentare (vedi Halal).

7. Richiedere la reciprocità della libertà di culto da parte dei governi islamici (ad es. Arabia Saudita) che finanziano o costruiscono moschee e altre istituzioni islamiche in Occidente; se le chiese non possono essere costruite lì, neanche le moschee dovrebbero essere costruite qui.

Se accettiamo questi sette passi di cui sopra, ma non riusciamo a mettere in atto i tre passi seguenti, perderemo questa guerra contro l'islam.

8. Comprendere che l'islam non può penetrare dove il cristianesimo è forte. L'ingresso e la diffusione dell'islam nelle nazioni "cristiane" sono il segno di un vuoto spirituale in cui una vuota religiosità ha sostituito il Vangelo; l'avanzare dell'islam non è la causa ma il sintomo di una decadenza spirituale nelle nazioni colpite. I cristiani devono pentirsi e gridare a Dio, che ha promesso, "Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese." (2 Cronache 7:14). Se non lo facciamo, la Bibbia ci avverte, "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il Signore non protegge la città, invano vegliano le guardie." (Salmi 127:1).

9. Riconoscere la natura spirituale di questa guerra ed armarci di conseguenza: "Il nostro combattimento infatti non è contro carne e sangue, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio." (Efesini 6:12-17) Non camminate in questa lotta di spada con una limetta per le unghie o a mani nude, una gran parte degli auto-dichiarati cristiani oggi devono imparare il vero Vangelo e affinare la loro spada dello Spirito, che è la parola di Dio.

10. Pregare per i musulmani e chiedere a Dio di aprire i loro occhi in modo che essi possano riconoscere il profeta Isaia come il messia musulmano, e il testimone dei musulmani nei nostri luoghi di lavoro, nelle scuole e nei quartieri, così come nei paesi musulmani attraverso chat online, siti web, blog, vlog, radio e programmi via cavo/satellite, etc. L'islam, che nega la morte espiatoria, la resurrezione e la divinità di Gesù, non può mai essere riconciliato con il cristianesimo. Uno o l'altro cederà il passo.

Se i cristiani non danno il vero Vangelo ai musulmani, essi ci porteranno la Sharia.


Alberto Pento
In linea di massima sono d'accordo ma dissento sull'equiparazione tra spiritualità e religiosità cristiana da contrapporre alla spiritualmente vuota religiosità islamica. Io sono aidolo, un credente naturale nello spirito universale areligioso e considero tutte le religioni, anche quella cristiana, come delle idolatrie in quanto sono tutte incentrate sulle loro interpretazioni di Dio che in quanto interpretazioni se scambiate per Dio diventano idoli. Al nazismo maomettano si deve contrapporre ciò che si è contrapposto al nazismo hitleriano: bastano e avanzano i valori, i doveri e i diritti umani universali.
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Messaggioda Berto » ven giu 30, 2017 6:04 am

Parigi: auto contro la folla davanti a una moschea, nessun ferito
A Crèteil. Lo rende noto la prefettura. Un arresto
29 giugno 201721:00

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... 25eea.html

Un uomo ha tentato di investire con il suo fuoristrada un gruppo di persone davanti una moschea di Creteil, nella banlieue parigina. Lo riferisce la Prefettura di polizia di Parigi sottolineando che non ci sono feriti, e che l'uomo era riuscito a fuggire.
Secondo il quotidiano Le Parisien, l'uomo, di origine armena ha dichiarato di voler "vendicare il Bataclan e gli Champs Elysées".
L'individuo è stato fermato dalla polizia a casa sua senza opporre resistenza, ha precisato la prefettura.
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Messaggioda Berto » ven giu 30, 2017 6:19 am

Milizie atee, aidole, agnostiche, cristiane e altro religiose del Mondo e d'Europa per ła difesa dal terrorismo nazostapolitico-religioso islamico e dalla sua disumanità razzista.
viewtopic.php?f=205&t=2201
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Messaggioda Berto » dom lug 02, 2017 7:31 pm

Nasce il Partito italiano anti-Islam. Meluzzi: "Conosco bene i musulmani, ecco cosa rischiamo"
2 Luglio 2017

http://www.liberoquotidiano.it/gallery/ ... -soli.html

Nasce il Partito italiano anti-islamizzazione, con l'obiettivo di arrivare entro pochi anni al 20% dei consensi. La risposta, ambiziosa e coraggiosa, al Partito islamico che sta prendendo forma intorno a Hamza Roberto Piccardo, ma anche alle politiche del governo come Ius soli e integrazione forzata, arriva da due giornalisti piuttosto noti: Alessandro Meluzzi, editorialista del Tempo, psicologo, docente universitario e famoso anche per i suoi interventi in tv, e il cronista del Giorno Stefano Cassinelli.

Come riferisce Il Tempo, il battesimo ufficiale avverrà il 4 luglio a Milano. "Il programma del Pai - spiega una nota - si sviluppa su vari temi che vanno dalla sicurezza al sostegno alle persone con disabilità, passando da immigrazione, ambiente, giustizia ed economia". Certo, il tema centrale è il rapporto tra Stato e Islam, "nella convinzione che l'intera questione debba essere gestita affidandosi al rispetto della Costituzione. Il Pai - si legge - mette al centro della sua attività il contrasto alla islamizzazione della società al fine di tutelare le norme e la cultura italiana", per salvaguardare "la libertà, la democrazia, la cultura e le tradizioni italiane nel rispetto di tutti".

"Conosco molto bene l'Islam - spiega Meluzzi al Tempo, - lo rispetto ma lo temo alle nostre latitudini perché l'Islam è una cultura forte, mentre la nostra è caotica e dissolta". C'è poi la questione demografica, ben espressa da un pensiero di Hasan al Turabi, capo dei Fratelli Musulmani: "Preventivava che gli uteri delle loro donne avrebbero colonizzato un Occidente ormai infecondo. Ogni musulmano ha più o meno quattro mogli, ognuna delle quali concepisce tre, quattro figli, e dunque i calcoli sono presto fatti".

Terzo fattore, e forse il più importante oggi, l'immigrazione, "e senz'altro non possiamo assistere al fenomeno con l'inebetimento del buonismo e del politicamente corretto. Ho visitato molti Paesi islamici, dalla Turchia all'Iraq, dove sono stato durante la prima guerra del Golfo, e temo chela nostra civiltà sia completamente disarmata. Non ci sto al pericolo che i nostri valori possano imboccare la via dell'estinzione".



Professor Sami Aldeeb Importante adesione al Partito Anti Islamizzazione PAI
07/07/2017

https://www.partitoantiislamizzazione.i ... U.facebook

Con grande gioia e soddisfazione, a testimonianza che la battaglia che stiamo portando avanti è democratica, civile ed ha un grande valore culturale, annunciamo l’iscrizione al Partito Anti Islamizzazione del dottor Sami Aldeeb Abu-Sahlieh, cristiano di origine palestinese, cittadino svizzero, che è uno dei più grandi esperti mondiali di diritto arabo e musulmano, chiamato dalla Confederazione Svizzera a tradurre la Costituzione Elvetica in arabo. Persone come lui, che ha scritto per noi un testo che riportiamo qui di seguito, sono quelle che possono far comprendere perché bisogna lottare contro l’islamizzazione. Come segretario del Partito lo ringrazio di cuore per il suo sostegno e l’adesione al Pai

Cristiano d’origine palestinese. Cittadino svizzero. Dottore in legge. Abilitato a dirigere ricerche - HDR. Professore universitario - CNU-Francia. Responsabile del diritto arabo e musulmano all’Istituto svizzero di diritto comparato 1980-2009. Visiting professor in varie università in Francia, Italia e Svizzera. Direttore del Centro di diritto arabo e musulmano. Autore di una cinquantina di libri in differenti lingue, di una traduzione francese, italiana e inglese del Corano, e di un’edizione araba annotata del Corano. Il suo sito: http://www.sami-aldeeb.com

“Ho letto il programma del PAI, che ho pubblicato sul mio blog http://www.blog.sami-aldeeb.com con altri testi in italiano e in francese. Mi farebbe piacere aderire al vostro partito ed esserne un membro attivo. Oggi i politici, gli intellettuali e gli universitari non fanno il loro dovere agendo e riflettendo in modo adeguato sull'Islam.

Sono molto preoccupato della situazione attuale, particolarmente a causa di una migrazione che l'Occidente non controlla più. Sono per una soluzione umana accettabile per tutti. La proposta è di utilizzare metà dell'Arabia Saudita per farne un protettorato internazionale capace di ricevere almeno 100 milioni di migranti che sono per la maggioranza musulmani. In questo modo li aiuteremmo a creare un paese moderno che farà fiorire il deserto, e diventare rispettosi dei diritti dell'uomo.

Dall'altra parte, non esponiamo a un pericolo i paesi occidentali. Questi migranti vengono con un'ideologia che ha distrutto i loro paesi, e finiranno con il distruggere i paesi che gli daranno l'ospitalità. In questo paese si dovrebbero ospitare anche tutti i prigionieri musulmani in Occidente il cui unico sogno è quello di distruggere lo stesso Occidente, ma anche tutti i musulmani che non vogliono aderire ai principi occidentali di rispetto dei diritti dell'uomo, incluse le donne che vogliono portare il niqab e altre forme di velo che copre la faccia. Si dice in arabo: "Meglio arrabbiarsi prima, che rimpiangere dopo".

Sono anche preoccupato per la situazione dei musulmani che vivono in Occidente senza rispettare le norme occidentali. Si diceva: "Quando sei a Roma, vivi come i romani". Ma tanti di questi vivono o vogliono trasformare Roma come se fosse l'Arabia Saudita o il Pakistan, con norme contrarie ai diritti dell'uomo per le quali l'Occidente ha tanto sacrificato. Propongo a questo proposito una nuova lettura del Corano nel quale la parte "rivelata a Medina" sarà abbandonata in favore della parte "rivelata alla Mecca" più o meno accettabile. Questa è la proposta fatta dal pensatore sudanese Mahmud Muhammad Taha, impiccato nel 1985 su istigazione di Azhar, dei Fratelli musulmani (attivissimi in Italia) e dell'Arabia Saudita. Perciò ho pubblicato una edizione araba e fatto una traduzione francese, inglese ed italiana del Corano in ordine cronologico, per distinguere tra le due parti.

Questa edizione deve essere imposta in Occidente a tutti, anche nelle moschee, con un'avvertenza all'inizio del Corano indicando che la parte di Medina è contraria ai diritti dell'uomo e dunque inaccettabile. Io considero la parte di Medina nel Corano mille volte più pericolosa che Mein Kampf di Hitler. Ecco l'avvertenza che metto sulla mia edizione araba e le mie traduzioni del Corano in francese, in inglese e in italiano:

Come altri Libri sacri, il Corano contiene direttamente, o indirettamente attraverso la Sunna di Maometto che i musulmani devono seguire, norme contrarie ai diritti umani riconosciuti oggi nei documenti internazionali. Invitiamo i lettori a leggerlo criticamente e a collocarlo nel suo contesto storico, cioè il VII secolo.

Tra le norme che violano i diritti umani, che ispirano le leggi dei paesi arabi e musulmani, e che i movimenti islamisti vogliono applicare, in tutto o in parte, citiamo a titolo di esempi:

- La disuguaglianza tra uomini e donne in matrimonio, divorzio, eredità, testimonianze, sanzioni e lavoro, il matrimonio delle impuberi, e la circoncisione maschile e femminile praticata sui bambini.
- La disuguaglianza tra musulmani e non musulmani in matrimonio, divorzio, eredità, testimonianze, sanzioni e lavoro.
- Il non riconoscimento della libertà religiosa, in particolare la libertà di cambiare religione.
- Esortazione a combattere i non-musulmani, per occupare i loro paesi, per imporre tributi (jizya) ai non musulmani e per uccidere coloro che non seguono le religioni monoteiste.
- La schiavitù, la cattura dei nemici e l’appropriazione delle loro donne.
- Punizioni crudeli come uccisione dell’apostata (che abbandona l’Islam), lapidazione per adulterio, amputazione delle mani del ladro, crocifissione, fustigazione e ritorsioni (occhio per occhio, dente per dente).
- Distruzione di statue, quadri e strumenti musicali, e divieto delle arti.
- Maltrattamento degli animali e uccisione dei cani di compagnia



Nasce il partito anti-musulmano (e fa boom di iscritti), “L’Islam moderato non esiste”
di Cristina Giudici
Ora c'è anche un partito anti-islamico, il Pai. Proliferano sempre più i movimenti anti-islam, sia sui social che nella vita reale. Ignorarli è una reazione immatura: l’islam fa paura perché viene visto come sinonimo di negazione della libertà individuale
7 Luglio Lug 2017

http://www.linkiesta.it/it/article/2017 ... ato-/34832

Martedì scorso il Pai, il partito anti islamizzazione fondato dal giornalista de il Giorno, Stefano Cassinelli, un figlio adottivo ghanese disabile e un testimonial eccentrico del suo movimento, lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi, è stato presentato in mezzo alla strada in piazza Duomo, a Milano, perché lo spazio pubblico prima concesso per il battesimo del Pai poi è stato negato. Per ora il Pai non è stato preso molto sul serio, pare, con i i suoi 9 punti fondanti che spaziano dal rispetto dei valori della nostra Costituzione al timore di un‘eccessiva islamizzazione della società italiana da parte di una comunità che obbedisce alla legge della sharia’h. Come ha spiegato il presidente del Pai Marco di Prinzio, di mestiere poliziotto, sul sito web http://www.partitoantisilamizzazione.it : “Riteniamo che i molti soggetti che ricoprono ruoli politici a tutti i livelli spesso siano inconsapevoli, o non vogliano esserlo, della pericolosissima radicalizzazione religiosa che è in atto incessantemente nel nostro paese. La Costituzione è per noi Italiani sopra ogni cosa quindi la libertà di religione è indiscutibile, ma al tempo stesso non vogliamo che coloro che professano un qualsiasi credo si sentano arrogantemente in diritto di mettere in discussione o di non attenersi alle nostre regole sociali, culturali e soprattutto giuridiche”.

E in effetti, a guardarli nella loro prima foto di gruppo, verrebbe da pensare che si tratti di un bizzarro gruppo di persone che strizza l’occhio al populismo imperante. Se però si gratta la superficie, non solo del Pai, (a 24 ore dalla nascita 1200 adesioni in un solo giorno) ma anche dei vari gruppi chiusi su Facebook che hanno tutti nomi simili come “No islam”, “Islam no Grazie”, “Uniti contro l’islam”, “Invasione islamica? No, grazie” e così via si coglie una manifestazione sociale di profondo disagio nei confronti della comunità musulmana osservante.

«Siamo contro l’islamizzazione della società, non contro l’islam - spiega Stefano Frassinelli a Linkiesta -. E abbiamo raccolto l’adesione privata di professionisti, avvocati, un magistrato, e non, come invece temevo un’onda anomala di gente furiosa perché ha perso il lavoro o appartenenti alla destra xenofoba. E neanche, e mi ha sorpreso, ho ricevuto insulti dai musulmani. Mi ha scritto solo un musulmano francese interessato all’esegesi del Corano e alla sua contestualizzazione». Piaccia o meno, ormai, oltre ai discorsi da bar, gli insulti razzisti da parte di chi non ha mai letto il Corano né conosce la storia dell’islam, in Italia o almeno nel Nord d’Italia, sta emergendo un sentire comune che non ha nulla a che vedere con l’ostilità verso l’esodo dei profughi o i flussi immigratori.

Chi aderisce a questi gruppi ha solo paura degli islamisti. E spesso i loro commenti, talvolta rozzi, talvolta più articolati, sono piuttosto da inserire all’interno di una filosofia liberale. Eccessivi o meno, sono soprattutto persone che osteggiano una filosofia antidemocratica espressa dall’islam politico o radicale.

Chi aderisce a questi gruppi ha solo paura degli islamisti. E spesso i loro commenti, talvolta rozzi, talvolta più articolati, sono piuttosto da inserire all’interno di una filosofia liberale. Eccessivi o meno, sono soprattutto persone che osteggiano una filosofia antidemocratica espressa dall’islam politico o radicale

Saranno stati gli attentati in Europa, o i veli integrali che si moltiplicano nei quartieri multietnici, ma il timore dei membri di questi gruppi è soprattutto legato alla radicalizzazione di una minoranza musulmana. Così anche nel gruppo chiuso di Facebook “Islam no grazie”, (14mila membri) fondata da un ex imprenditore piemontese della ristorazione, Leonida Bellini. Lì gli scontri sono più accesi, si va dal “leviamoceli di torno” a “rendiamo l’islam illegale a qualche dichiarazione di guerra vera e propria: «Passo il tempo a bannare gli insulti - spiega Bellini - perché noi non dobbiamo insultare, ma leggere il Corano e capire che la filosofia sunnita cozza contro la libertà individuale. Io non ho mai militato in un partito e sono ateo, ma si deve sollevare il problema della deriva integralista, si tratta di una corsa contro il tempo». Un altro gruppo di Facebook, molto popolare, quasi 14mila membri, si chiama “Uniti contro l’invasione islamica”. Fondato a Ferrara, si dichiara apolitico, contrario al neofascismo e all’islamofobia. Obiettivo: divulgare la tesi che l’islam è ideologia e non un credo religioso. E nella presentazione, con una miscela concettuale un po’ confusa, si cita persino Sant’Agostino.

Ora la discussione di questi gruppi ruota intorno soprattutto all’ostilità verso il movimento della Costituente islamica creata da Hamza Picardo, personaggio controverso, musulmano convertito, conosciuto per un’edizione italiana del Corano, nota per le sue accentuazioni antisemite molto spinte, che è stato membro dell’Ucoii: l’Unione delle comunità islamiche italiane che raggruppa 1200 moschee, (o meglio capannoni perché le moschee riconosciute in Italia si contano sulle dita di una mano), che però ora ha avviato un dialogo con il ministero dell’Interno, Marco Minniti, nella speranza di arrivare a un’intesa con lo stato italiano.

Al di là delle moderate intenzioni degli amministratori di questi molteplici gruppi, sono tutti contrari alle moschee e in maggioranza convinti che non possa esistere un islam moderato. Sono sempre più numerosi gli italiani che vedono nel velo un simbolo di negazione, di un rifiuto all’ integrazione nella società italiana e dei suoi diritti civili. Sono tutti contrari alle moschee che considerano laboratori di indottrinamento e quindi pericolosi per la sicurezza pubblica.

In ogni caso bisognerebbe riflettere sulla proliferazione di questi gruppi. Non si può solo catalogarli nel perimetro del populismo né liquidarli come espressione del rancore sociale amplificato dalla rete. L’islam fa paura perché viene visto come sinonimo di negazione della libertà individuale, del libero arbitrio, della laicità ed evoca l’oscurantismo. E ignorare questo movimento di opinione, giusto o sbagliato che sia, non servirà a contenerlo.



Parla Mourad Ayari, ex musulmano convertito: "Perché l'islam è una minaccia"
26 Luglio 2017
di Gianluca Veneziani

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... cia--.html

Ha cambiato paese e credo, convinto che uno la patria e la fede se le scelga. E ora si schiera apertamente contro i tentativi di proselitismo della sua vecchia religione, l' islam.
Mourad Ayari, per tutti Massimo, nato in Tunisia 48 anni fa, figlio di musulmani e a lungo islamico lui stesso (sebbene non praticante), ha appena aderito al Partito Anti-Islamizzazione (Pai), nato a Milano a inizio luglio e guidato da Stefano Cassinelli. «Quando ho chiesto di iscrivermi», racconta divertito, «hanno subito pensato che mi fossi sbagliato, che cercassi un Partito Islamico e avessi letto male il nome del loro movimento.
Non capivano come un tunisino, già musulmano, potesse far parte del Pai».

Cosa l' ha indotta a fare questa scelta?
«Da tempo mi ritrovavo a commentare con gli amici le brutalità dei cosiddetti soldati di Allah, ma anche l' irriconoscenza degli islamici del nostro Paese, che hanno avuto tutto, l' accoglienza, l' opportunità di vivere degnamente e pensare liberamente, e nondimeno gettano fango sulla nostra cultura e in modo meschino provano a distruggerla. Ecco, per ribellarmi contro quest' andazzo, ho aderito allo spirito e alla lettera del Pai».

Il suo processo di distacco dall' islam però è cominciato molto prima.
«Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente piuttosto laico, in cui nessuno mi costringeva ad andare in moschea.
Già da bambino poi, sfogliando alcune pagine del Corano, mi sono accorto di quanto quel testo fosse minaccioso, pieno di moniti che assicuravano una punizione se non avessi adempiuto a una pratica. Ma lo scarto si è compiuto dopo, intorno ai miei 20 anni, quando ho capito che quel mondo e quella cultura non mi appartenevano più. Ho lasciato la Tunisia e sono partito per Roma: là ho trovato un lavoro nel settore della sicurezza, mi sono guadagnato regolarmente la cittadinanza italiana e infine ho fatto la scelta di convertirmi al cristianesimo. È stata la mia liberazione e il compimento del mio destino, perché la conversione credo di averla sempre avuta dentro».

Con quale spirito ora lei si affaccia all' impegno politico?
«Innanzitutto con la consapevolezza che il Pai non è un manipolo di fanatici di estrema destra, ma un movimento fatto di gente perbene e uomini di cultura. Quindi con la convinzione che, per difendere le radici giudaico-cristiane dell' Europa, occorre avere un atteggiamento antagonista, naturalmente nel rispetto della Costituzione, contro chi le minaccia. Questo in concreto significa limitare le occasioni per gli islamici di far proselitismo sia in tv che nelle piazze, evitando che predicatori vadano sul piccolo schermo a elogiare la bontà della sharia o che fedeli si impadroniscano di spazi pubblici per pregare Allah in moschee abusive. Ma ciò vuol dire anche opporsi di volta in volta alle richieste di rimuovere crocifissi o di introdurre cibo halal solo per compiacere o non offendere i credenti musulmani».

È già pronto a tradurre questa condivisione dei principi in una candidatura?
«Intendo dare il mio contributo operativo in tutti i sensi e per questo, se ci fosse l' occasione, sarei disposto a scendere in campo e a diventare responsabile della segreteria provinciale del partito».

In alcuni Paesi islamici, i musulmani che rinnegano la loro fede sono accusati di apostasia e rischiano il carcere o la pena di morte. Lei si è mai sentito in pericolo?
«Fortunatamente ho rotto da tempo i legami con quel mondo e ora mi sento pienamente un uomo libero, anche dalla paura. È la bellezza del cristianesimo, vera garanzia della laicità del nostro continente. Da cristiano ho l' opportunità anche di vivere la mia fede in maniera privata, coltivando un rapporto personale col mio Dio senza obblighi o timori di sanzioni da parte della comunità. Non vale lo stesso per l' islam, che di per sé è incompatibile con la libertà del singolo e la democrazia. Non ha senso parlare di islam moderato, perché l' islam nasce insieme alla jihad, all' idea di un' imposizione, è il combinato di libro e spada. Una cultura così non ti lascia alternative: o l' accetti o l' accetti».

Quando torna nel suo Paese di origine, in Tunisia, deve ancora fare i conti con queste logiche?
«Si dice che la Tunisia, tra tutti i Paesi venuti fuori dalle primavere arabe, sia l' unico ad aver maturato un regime democratico. In apparenza sembrano tutti felici, vedi città sicure con l' esercito in strada. Ma in realtà, negli ultimi tre-quattro anni, c' è stato un aumento esponenziale delle donne che indossano il velo. Lo mettono per un senso di appartenenza culturale oppure per trovare una sistemazione, un fidanzato o un posto di lavoro, per essere socialmente accettate. Questa deriva era impensabile ai tempi di Bourghiba o di Ben Ali, quando l' uso del velo era vietatissimo e c' era una repressione fortissima degli integralisti».

Da una parte all' altra del Mediterraneo, che pericoli corre invece l' Italia?
«Al momento i rischi di un' islamizzazione non vengono percepiti, eppure ogni volta che vedo in strada una donna col velo sento che quella donna sta tradendo non solo se stessa ma anche il Paese che l' accoglie. Il passo da scongiurare è quello che è accaduto in Francia: la creazione di interi quartieri-ghetto pieni di islamici, dove a dettar legge è la sharia, e dove se osi mangiare durante il ramadan ti viene strappato con la forza il panino dalle mani. Quando assisteremo a questo, sarà l' inizio della fine».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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I popoli d'Europa si rivoltano contro la violenza islamica

Messaggioda Berto » lun lug 24, 2017 7:20 pm

UNGHERIA - Orban: “No all’islamizzazione europea, voluta da UE e Soros”
Graziella Giangiulio

http://www.agcnews.eu/ungheria-orban-no ... ue-e-soros

I leader dell’unione Europea e il miliardario ungherese americano George Soros stanno cercando di creare una “nuova Europa, mista islamizzata”, ha detto il 22 luglio il primo ministro ungherese Viktor Orban sul rapporto tra immigrazione e Ungheria.

Il premier Viktor Orban ha affermato durante una visita in Romania che i confini delle frontiere dell’Ungheria, assieme ad altri paesi dell’Europa centrale, saranno chiusi allo sforzo che l’Ue e Soros stanno facendo per aumentare la migrazione musulmana in Europa.

L’Ungheria si è opposta all’accettazione di aliquote di migranti «che potrebbero cambiare l’identità culturale del paese», ha detto Orban aggiungendo che sotto la sua guida, l’Ungheria rimarrà un luogo in cui «i cristiani dell’Europa occidentale saranno sempre in grado di trovare sicurezza», riporta Ap.

Orban, che parteciperà alle elezioni per un quarto mandato ad aprile del 2018, ha dichiarato che i partiti dell’opposizione dell’Ungheria non erano veri antagonisti per il suo governo.

«Nella prossima campagna, prima di tutto, dobbiamo affrontare questioni esterne», ha detto Orban a un festival culturale a Baile Tusnad, in Romania (nella foto). «Dobbiamo combattere la rete mafiosa di Soros e i burocrati di Bruxelles. E, nei prossimi nove mesi, dovremo combattere contro i media che questi muovono». Soros è oggi diventato un bersaglio chiave di Orban e del suo governo.

Una recente legge in Ungheria cerca di chiudere o espellere l’Università dell’Europa Centrale a Budapest, fondata da Soros nel 1991. Ci sono anche nuove regole sulle organizzazioni non governative finanziate almeno in parte dall’estero, molte delle quali sono sostenute dalla Fondazioni Open Society di George Soros. Orban continua a dire che le ong finanziate da Soros vogliono indebolire la sicurezza dell’Ungheria con la loro difesa per i richiedenti asilo e ha dichiarato che l’Ungheria è riuscita a fermare l’”invasione dei migranti” con le recinzioni alle sue frontiere con la Serbia e la Croazia.

Orban ha ripetuto in più occasioni il concetto secondo cui la leadership dell’Ue sta colpendo i diritti degli Stati membri, cercando di applicare politiche, come l’aumento dell’immigrazione, cui, secondo il presidente ungherese, si oppone la maggior parte degli europei. Orban ha detto che la Polonia, sotto pressione dell’Ue perché vuole mettere sotto controllo politico la Corte suprema, ha preso il posto dell’Ungheria come obiettivo del “principale inquisitore” dell’Ue, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans: «L’obiettivo principale dell’inquisizione, l’esempio della governance nazionale da indebolire, distruggere e rompere è la Polonia (…) L’Ungheria sfrutterà tutte le possibilità legali nell’Unione europea per essere solidale con i polacchi».
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I popoli d'Europa si rivoltano contro la violenza islamica

Messaggioda Berto » ven ago 25, 2017 11:49 pm

“Contro il terrorismo”: in Repubblica Ceca porto d'armi più facile
29.6.17
di Marco Perisse

https://www.gqitalia.it/news/2017/06/29 ... n=gqitalia

Contro le normative restrittive imposte dalla UE il parlamento di Praga vota per salvaguardare il diritto dei cittadini all’autodifesa

La Camera bassa del Parlamento ceco ha approvato di emendare la Costituzione in modo tale da consentire il porto d’armi ai cittadini in ragione della sicurezza nazionale. Il voto è in controtendenza rispetto alle normative sempre più restrittive dell’Unione europea riguardo il possesso da parte dei cittadini di armi da fuoco semiautomatiche, ultima in ordine di tempo emanata a dicembre e contestata dai governi di Praga e Varsavia.

La nuova legislazione ceca dovrebbe esser approvata senza difficoltà anche dall’altro ramo del Parlmamento segnando un significativo successo per quelle posizioni civili e politiche che, in molti paesi d’Europa, sostengono a dispetto della Ue il diritto dell’autodifesa civica ricordando che fra le prime leggi approvate dai nazisti al potere in Germania nel ’33 vi fu proprio il disarmo dei cittadini non solo per depotenziarne a priori eventuali rivolte ma per sussumere allo Stato tutta la forza armata. Per farne cosa, si è visto negli anni successivi.

Bruxelles sostiene dal canto suo che una politica restrittiva sia misura antiterrorista. Tuttavia è difficile immaginare che i terroristi si armino comprando fucili d’assalto in armeria con la licenza di tiro e la denuncia al commissariato. Questo il punto di vista dei legislatori cechi che, di contro, hanno ritenuto che armare i cittadini onesti sia un’efficacia misura controterrorista. Argomento così espresso dal ministro degli Interni, Milan Chovanec, nel corso del dibattito parlamentare: “Non vogliamo disarmare i nostri cittadini nel momento in cui la situazione della sicurezza in Europa sta peggiorando. Dimostratemi che un solo attacco terrorista in Europa è stato perpetrato utilizzando armi detenute legalmente”. Nella Repubblica ceca risultano possedute legalmente 800mila armi da fuoco, per gli usi sportivi, venatori e di difesa personale.
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