Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 2:58 pm

Manin Ludovigo l’oltemo doxe veneto-venesian, 1797
viewtopic.php?f=179&t=1341
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mar gen 20, 2015 4:22 pm

Manin (cognome roman o franco-xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian, 1797

http://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_Manin
http://it.wikipedia.org/wiki/Manin_%28famiglia%29

I Manin (anticamente Manini) furono una nobile famiglia veneziana, ascritta al patriziato.

La tradizione la fa derivare dalla romana gens Manlia (???), tuttavia ricerche più certe hanno individuato il capostipite in uno Manno dei Bucij di Rieti, trasferitosi a Fiesole e poi a Firenze; i discendenti copriranno poi varie cariche pubbliche nel governo locale.

Manno come arimanno ?

All'inizio del XIV secolo, la famiglia Manini si ritrova divisa in tre ceppi: uno, con capostipite Romanello, resta a Firenze; il secondo, con Manino II, si trasferisce in Friuli e passa alla corte del Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre; l'ultimo, da Giacomo II, acquisisce la nobiltà inglese ed altri privilegi per i meriti di guerra ottenuti sotto Edoardo III.

I Manin di Venezia derivano dal secondo ramo: dopo essersi affermati in Friuli con l'ottenimento della nobiltà udinese, acquisirono anche potere finanziario, politico e militare, gestendo il mantenimento delle vie verso l'Europa centrale e la difesa dei confini della Serenissima. Il 13 giugno 1385 il diplomatico Nicolò Manin ottiene la cittadinanza veneziana.

Il 4 febbraio 1526, Carlo V conferisce a Camillo Manin il titolo di Cavaliere Aurato con il diritto di porre nello stemma della casata un drago incoronato col diadema imperiale. Lo stemma dei Manin, salvo qualche variazione, era infatti diviso in quattro partiti, dei quali il primo e il quarto riportano un leone rampante rosso su sfondo oro ciascuno, la seconda un drago verde alato e coronato d'oro su sfondo azzurro, la quarta una striscia trasversale azzurra su sfondo argento.

Antonio, nipote del già citato Camillo, acquistò la gastaldia di Sedegliano con Sedegliano, San Lorenzo, Grions, Gradisca e Passariano, presso il quale il nipote Lodovico I inizia la costruzione della nota villa Manin. Lodovico fu uno dei membri più illustri della casata: acquisì i feudi di Polcenigo e Fanna e la signoria di Brugnins, Bando e Juris e fu ammesso al Maggior Consiglio nel 1651.

Il più noto dei Manin è però Lodovico IV, ultimo doge della Repubblica di Venezia. Non avendo eredi quest'ultimo, titoli e beni passarono al figlio del fratello Giovanni, un altro Lodovico.

Il patriota Daniele Manin non apparteneva a questa famiglia ma vi era legato: il nonno era un ebreo convertito che cambiò il cognome quando fu battezzato, avendo come padrino il già citato Ludovico IV.


Manìn
http://www.treccani.it/enciclopedia/manin
Famiglia veneziana; ebbe origine da un ramo di una famiglia fiorentina trapiantatosi (1312) nel Friuli con Manino, al servizio del patriarca di Aquileia. Nel 1420 Niccolò fu tra i fautori della dedizione del patriarcato a Venezia. La famiglia dopo d'allora liquidò tutti i suoi beni in Toscana e acquistò le contee di Polcenigo e Iamine nel Friuli, alcuni castelli in Carnia e infine le contee di Fagagna e (1651) di Tolmezzo, con l'onore del patriziato veneziano. Durante la guerra di Cambrai Marco fu ucciso nell'assedio di Padova e Filippo nella difesa di Marano; i M. all'estero furono resi illustri dal valore di Camillo (al servizio degli imperiali nella prima metà del sec. 16º) e si estinsero (1802) con Ludovico (v.), ultimo doge di Venezia.

Manìn
http://www.treccani.it/enciclopedia/man ... taliana%29
di Roberto Cessi

La famiglia patrizia fiorentina, che partecipò alla vita pubblica della città nativa, sedendo per ben sette volte tra i Gonfalonieri di giustizia, per sei tra i Priori, per cinque nel Consiglio dei duecento, dando uno degli Otto di custodia e balia, e tre podestà di provincia, si trapiantò con un suo ramo nel 1312 nel Friuli.
Fu Manino Manin, che chiamato al servizio del Patriarca di Aquileia, fissò la sua dimora a Udine.
Intervenne, oltre che nelle azioni militari, nell'attività diplomatica del periodo più movimentato (seconda metà del secolo XV) della storia del patriarcato.
Niccolò fu fautore coi Savorgnan della dedizione del patriarcato, nel 1420, a Venezia.
Dopo d'allora, godendo di cittadinanza veneta, i M., che, liquidati i loro averi in Toscana, avevano ottenuto e acquistato larghi possessi e feudi nel Friuli, con le contee di Polcenigo e Iamine, coi castelli in Carnia, e più tardi con la contea di Fagagna e di Tolmezzo, diedero alla milizia, nonché paesana, anche straniera, larga attività, pur sedendo nei consigli e nel reggimento civico udinese. Marco, tra la fine del sec. XV e il principio del sec. XVI, militò in Inghilterra, ma allo scoppio della guerra di Cambrai era tra le file veneziane e moriva all'assedio di Padova; Filippo, nella stessa guerra, cadeva alla difesa di Marano; Camillo nella prima metà del Cinquecento fu al servizio delle case imperiali tedesco-ispane, in Germania, in Spagna, in Fiandra; e così poi Giulio Antonio, pronto però a ritornare in patria, alla difesa dell'adottivo Friuli, al principio del sec. XVII. Poco dopo Ludovico otteneva (1651) la contea di Tolmezzo e l'onore del patriziato veneziano per sé e discendenti. L'operosità dei M., assorbita ormai nel metodico, monotono esercizio degli uffici dell'amministrazione aristocratica, fu da allora onesta, ma non di grande rilievo, fino all'ultimo degli attori della tragica vicenda della vita politica veneziana, Ludovico (v.), doge alla fine del sec. XVIII.

Bibl.: Ved. la bibl. della voce manin, ludovico; E. Cicogna, Iscrizioni veneziane, Venezia 1849, I, passim.



Arimanno
https://it.wikipedia.org/wiki/Arimanno
Col termine di arimanno (dal germanico Heer - esercito e Mann - uomo) si indicava, specificamente in ambito longobardo, ogni maschio adulto libero in grado di portare le armi, ammesso per questo a partecipare all'assemblea comunitaria (gairethinx), con ciò facendo coincidere dignità militare e dignità civile.
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mer giu 10, 2015 1:53 pm

Daniele Manin (1848, pàreota veneto e no tałian ?)

http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Manin

Daniele Manin (Venezia, 13 maggio 1804 – Parigi, 22 settembre 1857)

« Noi siamo liberi e possiamo doppiamente gloriarci di esserlo, poiché lo siamo senza aver versato goccia né del nostro sangue, né di quello dei nostri fratelli... Ma non basta aver abbattuto l'antico governo; bisogna altresì sostituirne uno nuovo, e il più adatto ci sembra quello della repubblica che rammenti le glorie passate, migliorato dalle libertà presenti. Viva la Repubblica! Viva la libertà! Viva San Marco! »
(Discorso di proclamazione della Repubblica di Daniele Manin, in piazza San Marco)

Era il terzogenito di Pietro e Anna Maria Bellotto. La famiglia Manin aveva origini ebraiche: fu infatti il nonno Samuele Medina, veronese, a convertirsi con la moglie Allegra Moravia (aprile 1759), assumendo nome e cognome del padrino di battesimo, il noto Ludovico Manin, ultimo doge della Repubblica di Venezia.
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » gio mar 23, 2017 7:46 pm

Cfr. co:
Manin e Manini en França

http://www.nom-famille.com/nom-manin.html
En France : 1 717 personnes portent le nom de famille Manin selon nos estimations
Le Manin est le 4 204ème nom le plus porté en France.

http://www.nom-famille.com/nom-manini.html
En France : 591 personnes portent le nom de famille Manini selon nos estimations
Le Manini est le 14 266ème nom le plus porté en France.

Desman (e Dexmanini, Dalexmanini)
Desman http://www.nom-famille.com/nom-desman.html
http://www.nom-famille.com/commencant-p ... us-38.html

El Podestà de Viçensa Manfredo de Dexmanini padovan
Storia della citta di Vicenza di Silvestro Castellini.pdf
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dmcXc/edit

http://www.giottoagliscrovegni.it/ita/monum/storia.htm
Agevolato forse dal bisogno di liquidità dell'acquirente, Enrico Scrovegni acquista da Manfredo Dalesmanini l'intera Arena (d’epoca romana), che aveva un grande valore perché comprensiva di un complesso di immobili costituiti da un palazzo con annessi bagni caldi e altri edifici accessori, stalle per cavalli, due torrioni o "dongioni" eretti sulle due porte d'ingresso, rispettivamente verso gli Eremitani e verso il fiume.

Un Manfredo Dalesmanini risulta essere stato podestà di Padova
http://books.google.it/books?id=ZMwOAAA ... ni&f=false

Desmanini Manfredo Podestà 6*.
Poi vi è la Desmanina, moglie ripudiata d'Ezzelino il Monaco


Dexman, Dexmanini, Dałexman, Dalesmanno
viewtopic.php?f=41&t=1663
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » gio mar 23, 2017 7:57 pm

IL GRAN RIFIUTO DELL'ULTIMO DOGE
giovedì 23 marzo 2017

https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.i ... l?spref=fb

Sia nel momento del trapasso di poteri tra la Municipalità giacobina imposta dai francesi, che nei mesi seguenti, il Doge Manin subì una pressione enorme perché lo si voleva nel ruolo di Presidente della Municipalità stessa.

L'intento probabile era di dare un senso di continuità allo Stato veneto, legittimando la predazione dello stato veneto e anche i municipalisti come governanti davanti ai sudditi ora trasformati in "cittadini" (alquanto riottosi, a quanto pareva).
Insistevano anche i suoi parenti, e diversi patrizi, probabilmente sperando che l'ex Doge potesse attenuare lo sconquasso del cambio di governo, ma Egli fermamente rifiutò.

Ecco cosa scrisse nelle sue memorie:
"Tali blande proposizioni furono dal signor Tomà Soranzo, ch'era destinato a maneggiar molti affari... cambiate in assolute minacce, dicendo che il signor Willetard, che allora era Ministro di Francia, voleva ciò assolutamente, minacciando in caso di renitenza, la vita stessa.
Io gli risposi sempre con la stessa fermezza, avendo già supplito ai miei doveri di Cristiano e presa anche d aMonsignor Patriarca la benedizione in articulo mortis, che li Francesi erano padroni della mia vita, ma della mia religione e del mio onore, era padrone solo Iddio.
Quello però che in tal incontro vi fu di estremo peso, e che per superarlo vi volle estrema forza, furono le istanze della famiglia, dei parenti, e di molte persone ragguardevoli, le quali insistevano acciò non rifiutassi tale impiego, nella ferma persuasione che potessi fare molto bene, arrivando anche ad imputarmi di non volermi impegnare in vantaggio della mia amata patria. Ma io ero certo di non poter fare alcun bene, né impedire alcuni mali che intendevo sovrastare, per ottenere il bene della patria avrei volentieri dato tutte le mie sostanze e e la mia vita stessa; ma avevo la certezza all'incontrario che avrei perso il mio onore, arrischiavo di perdere la vita e la religione stessa, senz'alcun profitto; il che in seguito fu conosciuto e confessato da tutti.
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 2:36 am

Ła Repiovega Veneto Venesiana lè termenà entel 1797 el 12 de majo
viewtopic.php?f=160&t=807


Ƚe colpe, ƚe responsabeƚetà e ‘l tradimento dei venesiani
viewtopic.php?f=167&t=1277


Ła Repiovega Veneto Venesiana lè termenà entel 1797 par responsabeletà e colpa de l'arestograsia venesiana e no de altri
viewtopic.php?f=160&t=807


Sipion Mafei (Scipione Maffei)e ła fine de ła Repiovega Venesiana
viewtopic.php?f=160&t=2279
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 2:43 am

Il mito risorgimentale e le sue falsità italico-romane
viewtopic.php?f=139&t=2481


1848 en Ouropa, ara tałega, ara veneta
viewtopic.php?f=148&t=2344


Anesion del Veneto a el stado talian - el plebesito trufa
viewtopic.php?f=139&t=518


1848, 1866, 2017
viewtopic.php?f=181&t=2684
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Re: Manin (roman o xerman ?) l’oltemo doxe veneto-venesian

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 6:35 am

Confusione sui Manin e sulla democrazia

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... on_generic


Gino Quarelo
L'ultimo doxe della Repubblica Veneta Veneziana fu Ludovico Manin (Repubblica terminata nel 1797) e non Daniele Manin che nel 1848 fu presidente della Repubblica Veneziana formatasi a seguito della rivolta contro gli austriaci. Nel 1797 a decretare la fine della Repubblica Veneta non fu Ludovico Manin ma tutta l'aristocrazia veneziana. L'uomo di valore si misura dalle responsabilità che si assume, così è per l'aristocrazia veneziana che ha abdicato e molti aristocratici il giorno dell'abdicazione non si sono nemmeno presentati al voto. Questa è viltà veneta altro che colpa del povero Manin. Viltà veneta come quando hanno lasciato che Napoleone entrasse, spadroneggiasse, conquistasse e depredasse le terre venete. Altro che gli ebrei che hanno dimostrato e dimostrano un grande coraggio, un grande amore per la loro terra, per la loro libertà che difendono con la vita ogni giorno; difendono se stessi, il loro popolo e il loro paese sostenuti solo dal loro grande amore, dalla loro grande fede e storia, dalla loro umanità e dalla loro intelligenza.

Gino Quarelo
Non si confondano le idee democratiche con i giacobini. Le idee democratiche non sono una invenzione e un portato dei giacobini; le idee democratiche sono nate prima dei giacobini e hanno dato vita anche ai giacobini e non solo. Le idee democratiche hanno dato vita a tutte le rivoluzioni europee a partire da quella inglese del XVII secolo: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_inglese

Gino Quarelo
Daniele Manin non va confuso con Ludovico Manin che fu l'ultimo doxe della Republica Veneta Veneziana terminata nel 1797. Daniele Manin non fu mai Doxe ma caso mai Presidente della Repubblica Veneziana del 1848 e fu costui che come molti altri veneti venne preso dalle idee risorgimentali italiane. Non furono le giuste idee democratiche che illusero Daniele Manin ma caso mai le idee risorgimentali italiane. Le giuste idee democratiche invece, che non erano certo giacobine, portarono le rivoluzioni in Europa e alla fine dei regimi che non le fecero proprie come il regime aristocratico veneziano e quello francese; altri regimi invece come quello monarchico inglese, che fecero proprie le istanze democratiche già un secolo prima, continuano a vivere. La democrazia non va confusa con i giacobini francesi.


Gino Quarelo
Le idee democratiche non sono sbagliate, quello che caso mai è sbagliato sono stati gli eccessi giacobini:
https://it.wikipedia.org/wiki/Giacobinismo

Le idee democratiche non sono nemmeno un portato della massoneria. Si può dire che esse sono vecchie quanto l'uomo.
Si ricorda in proposito la democrazia dei clan nomadici, quella greca e quella dei liberi comuni medievali.



Prime istitusion, baxe de ła democrasia e de ła repiovega
Istitusion pristoreghe a fondamento de ła democrasia e de ła repiovega
viewtopic.php?f=141&t=2451

Comun, Arengo, Concio, Mexoevo, Istitusion
viewtopic.php?f=172&t=273
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