Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab lug 03, 2021 9:19 pm

Vienna scioccata dallo stupro e dall’omicidio di una ragazza di 13 anni, arrestati due afghani
2 Luglio 2021

https://www.islamnograzie.com/vienna-sc ... e-afghani/

Vienna è sconvolta dal brutale omicidio di una ragazza di 13 anni, il cui corpo è stato trovato nel fine settimana dai passanti sul prato di fronte a una casa. La polizia ha arrestato lunedì due giovani afghani di 16 e 18 anni. Martedì gli investigatori hanno confermato che questi uomini hanno drogato la ragazza e l’hanno violentata nell’appartamento di uno degli indagati.

Non si può escludere che altri autori siano stati coinvolti nel crimine, secondo Idnes.cz.

“Quello che è successo mi ha sbalordito e mi ha colpito duramente”, ha detto il ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer, secondo la Kronen Zeitung.

In seguito all’indignazione in Austria per il crimine, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha detto che l’Austria continuerà a espellere gli afghani nel loro paese d’origine.

I soccorritori hanno cercato di rianimare la ragazza dopo che è stata scoperta, ma non hanno avuto successo. La polizia non ha trovato alcuna prova dell’identità della vittima quando l’hanno scoperta per la prima volta. È stato solo dopo la pubblicazione della sua descrizione che i suoi genitori si sono presentati alla polizia della Bassa Austria domenica.

Un conoscente dei responsabili ha aiutato la polizia nelle indagini.

“Secondo le indagini condotte finora, la ragazza conosceva i migranti”, ha detto il capo della polizia Gerhard Pürstl.

Il migrante 18enne è arrivato dall’ Afghanistan nel 2015 ed è stato condannato per vari reati nel 2017, compresi reati di droga. A causa della sua età, non è mai stato imprigionato. Le autorità hanno però rimosso il diritto d’asilo, ma l’uomo ha presentato ricorso contro la decisione ed è attualmente in corso una procedura. Il secondo migrante ha chiesto asilo solo quest’anno, quindi il suo caso è in fase preparatoria.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab lug 03, 2021 9:20 pm

Francia: Afghano condannato per aver violentato una ragazza di 12 anni. La difesa sostiene che la cultura afghana di 'Bacha Bazi' giustifica lo stupro
3 luglio 2021

https://www.islamnograzie.com/francia-a ... lo-stupro/

La difesa ha sostenuto che il fattore culturale dovrebbe essere preso in considerazione quando si deve giudicare un afghano

Un tribunale francese ha condannato il migrante afghano Mohammed Rahman Arsala a una condanna a 15 anni di carcere per lo stupro di una ragazza di 12 anni avvenuto il 25 agosto 2018 a Saint-Brieuc. Durante la sentenza, l’avvocato del condannato ha cercato di sostenere che si trattava di un’usanza afghana nota come Bacha Bazi e che l’uomo non doveva essere ritenuto pienamente responsabile delle sue azioni a causa della pratica comune di uomini che aggrediscono sessualmente giovani ragazze nella sua patria natale.

Il pubblico ministero ha invece sostenuto che la vita della ragazza è stata rovinata a causa della violenza sessuale, questo richiede una dura condanna.

“Dobbiamo pensare a com’è il viaggio di una vittima bambina”, ha spiegato l’avvocato generale, Grégory Martin-Dit-Neuville. “Ha dovuto dire alla polizia quello che ha passato, una, due, tre volte. Poi dal dottore. Ha dovuto prendere trattamenti preventivi per le malattie sessualmente trasmissibili. Poi, c’è la consulenza psicologica e così via. La bambina ha anche dovuto spiegare il crimine ai suoi genitori.

Il fattore culturale

“Non è mai tornata a giocare nel parco di nuovo. L’infanzia, per lei, si è fermata lì”, ha detto lunedì pomeriggio l’avvocato, Me Le Goardet-Prigent, davanti alla Corte d’Assise di Côtes-d’Armor. L’avvocato si riferiva all’incidente del 25 agosto 2018, quando la ragazza di 12 anni è stata violentata in una casa abbandonata nel centro della città di Saint-Brieuc, non lontano dal parco giochi Promenades dove si stava dirigendo. Prigent non nega che si sia trattato di un crimine atroce, ma sostiene che i fattori culturali dovrebbero portare a una pena ridotta.

“Il mio assistito dice che se fosse stato sposato, questo non sarebbe mai successo perché avrebbe avuto una moglie per soddisfare i suoi bisogni”, ha affermato Me Le Goardet-Prigent.

Prigent ha affermato che gli esperti hanno messo in dubbio quanto sia veramente pericoloso Arsala e che non sembrava mai capire appieno che le sue azioni erano sbagliate perché proveniva dalla cultura dell’Afghanistan.

Anche il fattore culturale e la pratica di “Bacha Bazi” sono stati sollevati durante il processo, pratica che è comune in Afghanistan e consiste nel rendere le giovani ragazze schiave sessuali.

“L’usanza non è una legge, eppure dobbiamo tenere conto dell’elemento culturale”, ha detto l’avvocato della difesa. “Perché siamo tutti il prodotto degli standard culturali, di una storia. Ed è nato a cento chilometri da Kabul. Non sappiamo quale sia la sua storia.

Un passato inquietante

Ma la permanenza di Arsala in Francia è stata segnata da segnali preoccupanti anche prima dell’attacco sessuale. Nell’aprile 2018, ha invitato una ragazza a casa sua e l’ha aggredita sessualmente.

“Volevo solo imparare la lingua”, spiegò Arsala. Arsala è stato anche arrestato per essersi masturbato davanti a un gruppo di ragazze su una spiaggia. È stato anche arrestato dalla polizia per aver scattato foto alle ragazze davanti a una scuola, sostenendo di voler semplicemente postarle su Facebook per motivi innocenti.

È stato anche trasferito dal centro di Saint-Brieuc a quello di Brest perché l’infermiera ha riferito di comportamenti inappropriati. Dopo essere stato incarcerato a Brest, un altro prigioniero si è lamentato che Arsala lo aveva aggredìto sessualmente. Arsala non ha offerto alcuna spiegazione in aula per la violenza sessuale condotta in prigione.

Arsala è stato riconosciuto colpevole dello stupro di un minore e condannato dopo due ore di delibera a 15 anni di reclusione penale. Gli sarà inoltre definitivamente vietato di entrare di nuovo in Francia.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab set 04, 2021 6:48 am

Il 27enne è stato bloccato dalle forze dell’ordine mentre tentava la fuga
Marocchino vuole stuprare la ragazzina. Ma resta "fregato" dal treno
Valentina Dardari
8 Agosto 2021 - 13:21

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1628425113

Un uomo di 27anni ha tentato nel pomeriggio di ieri, sabato 7 agosto, una violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 15 anni sul treno Magenta-Pioltello, all’altezza della stazione di Rho, comune in provincia di Milano. Il giovane di origini marocchine, risultato in seguito ben noto alle forze dell'ordine, secondo quanto riportato da Milanotoday avrebbe tentato la violenza nonostante vi fossero altri viaggiatori a bordo del convoglio e fosse giorno. Fortunatamente, le urla della scampata vittima hanno fatto fuggire il molestatore che era riuscito poco prima ad alzarle la gonna e a palpeggiarla.

Palpeggiata sul treno in pieno giorno

A correre in soccorso della 15enne e a chiamare le forze dell’ordine alcuni passeggeri attirati dalle grida della ragazzina. Qualche minuto prima delle 17 sono saliti sul treno gli agenti della polizia locale di Rho, guidati dal comandante Antonino Frisone. Il macchinista aveva infatti fermato il treno nella stazione di Rho e aveva bloccato le porte, impedendo all’aggressore di fuggire. Il 27enne, nonostante fosse riuscito a sfondare i vetri della porta per poter scappare, è stato fermato dalle forze dell’ordine. L’uomo è stato quindi portato in stato di fermo presso il comando Nicolò Savarino e in seguito rinchiuso nel carcere milaneses di San Vittore. Dovrà rispondere della tentata violenza sessuale contro la 15enne.

Secondo quanto emerso la ragazza sarebbe stata avvicinata dal marocchino pochi minuti prima della tentata violenza e da questo importunata. L’atteggiamento dell’uomo aveva portato la giovane ad allontanarsi e a cercare posto in un altro vagone, con più passeggeri. Questo non è però servito a fare desistere il 27enne che l’ha seguita nell’altra carrozza e ha cominciato a palpeggiarla.


Molestatore fermato mentre tentava la fuga

Il molestatore ha però dovuto desistere nel momento in cui si è reso conto che il macchinista e il capotreno avevano fermato il treno in stazione bloccandone le porte di accesso. L’aggressore ha quindi tentato di sfondare un vetro per fuggire ma, una volta fuori, è stato bloccato dagli agenti poco prima che riuscisse a salire su un altro treno.

La vittima della tentata violenza è stata soccorsa in codice giallo da due equipaggi di medici dell'Agenzia regionale emergenza urgenza intervenuti per soccorrerla. Non è stato necessario il trasferimento in ospedale anche se la ragazza era sotto choc. Il suo molestatore è stato trasferito al carcere di San Vittore.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab set 04, 2021 6:48 am

Francia: “Lei è mia moglie – faccio quello che voglio con lei”. Tunisino condannato per violenza sulla moglie incinta
8 Agosto 2021

https://www.islamnograzie.com/francia-l ... e-incinta/

Per difendersi in tribunale, ha semplicemente affermato che sua moglie doveva essere caduta.
Un tunisino di 26 anni è stato condannato a quattro mesi di carcere giovedì 5 agosto per aver picchiato la moglie incinta a Plaisir (Yvelines) Fonte: Actu.fr.
Il giorno prima dell’udienza, la polizia era stata chiamata sul posto da testimoni. L’uomo aveva appena trascinato la moglie per i capelli dalla strada nel corridoio, dove poi l’aveva calciata in testa. “Lei è mia moglie. Faccio quello che voglio con lei”, ha detto ai testimoni oculari sulla scena.
L’uomo è poi fuggito su uno scooter a noleggio, ma alla fine è tornato a casa sua come se nulla fosse accaduto, sostenendo di essere andato a trovare alcuni amici.
È stato arrestato e portato in tribunale per un procedimento sommario.
La vittima ha spiegato di essere stata l’obiettivo del violento sfogo dopo aver accusato il marito di flirtare con un’altra donna.

Davanti ai giudici, l’imputato ha assicurato di non essere responsabile delle ferite della moglie. Ha affermato che, sebbene fosse incinta di quattro mesi, beveva molto e quindi a volte cade. Non ha convinto l’accusa, che ha chiesto una pena detentiva di otto mesi seguita da detenzione preventiva.

I giudici sono stati meno severi e lo hanno condannato a quattro mesi di carcere, il divieto di contatto con la vittima e il divieto di entrare nella casa di famiglia, Fonte; Actu.fr.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab set 04, 2021 6:49 am

Il clandestino macedone nazi maomettano


L'assalto sul "sentiero delle Signore": Alì e la mattanza di Diana e Tamara
Rosa Scognamiglio
24 Agosto 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1630673084

Sono passati 24 anni esatti dal delitto del Morrone, la terribile mattanza consumatasi il 20 agosto 1997 in località Mandra Castrata, sull'omonimo monte abruzzese che dà il nome alla tragedia. Autore della strage fu Alivebi Hasani - meglio noto come Alì - il pastore macedone che uccise due giovani escursioniste padovane, Diana Olivetti e Tamara Gobbo. L'unica sopravvissuta alla strage fu Silvia Olivetti, sorella di Diana, scampata alla furia omicida dell'aggressore per essersi finta morta.

"Il delitto del Morrone scosse profondamente noi abruzzesi. E ancora oggi, nonostante la vicenda giudiziaria sia conclusa da tempo, la ricordiamo con profondo dolore", dice a IlGiornale.it il procuratore di Sulmona Giuseppe Bellelli.

Il caso si risolse nel giro di pochissime ore, a seguito della confessione di Hasani che nel 1999 fu condannato dalla Corte d'Assise dell'Aquila all'ergastolo per il pluriomicidio. "Nonostante la condanna di Hasani, ci sono ancora dei punti oscuri sulla dinamica dell'accaduto. Purtroppo, per i mezzi investigativi di cui si disponeva al tempo, non fu possibile fare ulteriori accertamenti", spiega alla nostra redazione la giornalista di LaPresse Maria Trozzi, autrice del libro-inchiesta "Il sentiero delle Signore".


L'escursione sul monte e l'incontro col pastore

È l'estate del 1997. Tre giovanissime ragazze di Albignasego (Padova), Silvia, Diana e Tamara, decidono di trascorrere le vacanze in Abruzzo. Sono appassionate di escursionismo e si organizzano per esplorare in lungo e in largo il Parco Nazionale della Majella.

La mattina del 20 agosto pianificano un'escursione sul monte Morrone. Dalla località di Sant'Eufemia a Maiella, dove si sono accampate per la notte, intraprendono il cosiddetto "sentiero delle Signore", uno sterrato che conduce agevolmente alla vetta della montagna. Pressappoco alle ore 10, dopo circa due ore di cammino, giungono al rifugio Campotosto. Lungo la strada incrociano un pastore a cui domandano informazioni per una scorciatoia.

Lo sconosciuto, uno straniero dall'aspetto trasandato ma garbato, indica loro la via offrendosi di scortarle in prossimità di una piccola area boschiva. Le ragazze, entusiaste dell'aiuto, decidono di seguirlo.


La furia del pastore su Silvia, Diana e Tamara

Arrivati in prossimità del bosco di Mandra Castrata il pastore estrae una pistola dalla tasca dei pantaloni intimando alle giovani di seguirlo tra la folta vegetazione. Silvia, che ha poco più di 21 anni, prova a reagire implorando lo sconosciuto di lasciarle andare. Di tutta risposta, lo straniero esplode un colpo d'arma da fuoco che le trafigge l'addome. Gravemente ferita, la 21enne si accascia al suolo e, nel tentativo estremo di salvarsi, si finge morta.

Tamara grida, si dispera: il pastore non la risparmia e apre di nuovo il fuoco. Neanche per Diana c'è scampo. Lo straniero obbliga la ragazza ad appartarsi con lui tra gli alberi, tenta di violentarla decidendo poi di ucciderla a colpi di pistola. Intanto Silvia rinviene e, seppur sanguinante, riesce a guadagnare la fuga dall'assassino. Dopo ben 5 ore di cammino la 21enne, unica sopravvissuta alla strage, giunge in località Marane, una frazione di Sulmona. "Hanno ucciso mia sorella e la mia amica!", è il suo grido d'aiuto disperato prima di perdere i sensi.


La cattura del pastore e la confessione

Mentre Silvia viene soccorsa e trasportata all'ospedale di Sulmona, i carabinieri passano al setaccio il monte Morrone. Dopo ore di ricerche, la mattina del 21 agosto, i militari rinvengono i cadaveri di Diana e Tamara all'interno del bosco dove si è consumata la mattanza.

Poco distante dalla scena del crimine, in uno stazzo a circa 1700 metri di altitudine, c'è Alivebi Hasani che dorme serenamente. Il pastore, un clandestino macedone di 24 anni, non oppone resitenza né nega di aver ucciso le due giovani escursioniste. "Sono stato io a uccidere le ragazze", confessa. A notte fonda per lo straniero si spalancano le porte del carcere di Sulmona.


Le indagini e il giallo delle pistole

Le indagini del caso vengono affidate alla polizia e coordinate dal pm del Tribunale di Sulmona Laura Scarsella. A inchiodare Hasani c'è il racconto della giovane Silvia, unica superstite della mattanza, che riconosce il volto dell'assassino in foto.

Ci sono poi tre pistole, rinvenute sul monte della Majella nei giorni successivi al delitto, ad aggravare la posizione del sospettato. A fare ritrovare le armi è Mario Iacobucci, datore di lavoro di Hasani, che ammette di aver fornito le semi automatiche al giovane macedone - ignaro dell'utilizzo che ne avrebbe fatto - e di averle poi nascoste temendo di essere coinvolto nella vicenda. Iacobucci patteggia una condanna a un anno per porto e detenzione di armi clandestine.

Ci sarebbe anche una quarta pistola, forse l'arma del delitto, che però non sarà ritrovata. La famosa "pistola fantasma", così come passerà in rassegna alle cronache.


La condanna

A 17 anni dal delitto, dopo solo 2 ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise dell'Aquila condanna Alivebi Hasani all'ergastolo per i reati di omicidio volontario plurimo pluriaggravato, tentativo di omicidio, violenza sessuale, porto e detenzione abusivo d'armi.

"Per il delitto raccapricciante che ha commesso non merita di incontrare più i familiari delle vittime – spiega la pm alla lettura della sentenza - come non merita le attenuanti generiche poiché, di fronte alla possibilità di confermare in aula la confessione resa alla Polizia ed il pentimento allora espresso ha invece preferito ritrattare ogni cosa". Alì, che dopo l'arresto aveva confessato il delitto, in aula prova a ritrattare affermando di essere stato costretto "con minacce di morte" ad assumersi la responsabilità del dei fatti.

Hasani, detenuto per anni nelle carceri italiane, nel 2016 è stato trasferito in Macedonia dove sta scontando il resto della pena.


Luci e ombre della mattanza

Per quanto la vicenda giudiziaria sia conclusa, il delitto del Morrone resta ancora un caso intricato e fitto di interrogativi. Secondo la giornalista di LaPresse Maria Trozzi, autrice de "Il sentiero delle Signore", il libro-inchiesta sulla drammatica mattanza, ci sono ancora molti punti da chiarire. "Il mistero della quarta pistola è sicuramente uno dei maggiori irrisolti del caso - spiega Maria Trozzi alla nostra redazione - Senza contare che un bossolo dei proiettili esplosi furono ritrovati dagli investigatori a primavera dell'anno successivo, nel 1998, riuscendo a sfuggire persino ai metal detector della scientifica nelle indagini condotte subito dopo tragedia. Sfogliando i faldoni dell'inchiesta, ad esempio, mi sono accorta che manca lo Stub (un'analisi dei residui di sparo, ndr) sebbene la polizia abbia confermato di aver eseguito un'analisi col guanto di paraffina. Ci sono ancora molti aspetti di questa vicenda che non sono chiari. Bisogna però considerare che al tempo non si avevano a disposizione gli strumenti che ci sono oggi per un'analisi accurata della scena del crimine".

Tra i molteplici interrogativi del delitto vi è l'ipotesi secondo cui insieme al pastore-assassino, la mattina del 20 agosto 1997, vi fosse anche un'altra persona che sarebbe stata testimone della mattanza. "Pur non escludendo ricostruzioni diverse dal fatto, - dice il procuratore di Sulmona Giuseppe Bellelli - non ho ravvisato elementi per riaprire le indagini".
Il delitto Morrone oggi

Sul luogo dove si consumò la mattanza è stato apposto un cippo in memoria di Diana Olivetti e Tamara Gobbo. Ogni anno, in occasione della triste ricorrenza, i genitori delle due vittime si raccolgono in preghiera davanti all'inscrizione funebre.

Silvia Olivetti, sopravvissuta alla strage, si è gettata il passato alle spalle. Oggi è sposata e vive proprio lì, su quel monte dove ha perso sua sorella e la sua più cara amica. Il 26 agosto 1997, Silvia scrisse una lettera aperta, pubblicata da Famiglia Cristiana:

"Vorrei dire ai giovani, come me, di vivere la vita e non lasciarla là, andare o sfuggire, e di stare attenti al mondo: il mondo porta via dei valori, dei sentimenti umani. Parlo ai genitori: state vicini ai vostri figli e insegnate loro i valori della vita, della famiglia e del rispetto degli altri. "Padre Nostro [...] rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori": è una grande cosa, troppo grande. Riesco anche a perdonare, ma il problema è più profondo, tocca il cuore. Nonostante il perdono, resta una realtà dura da accettare, e convivere con essa non sarà facile. Per questo vorrei crescere nella fede e nella preghiera. Il mio cuore è aperto a Dio perché voglio seguire l’esempio che Diana e Tamara mi hanno dato, fino ad ora, del loro credere. Non odio nessuno, non sarei capace di odiare, però sento dentro tanta rabbia e tanta tristezza per una realtà troppo bella che è andata in frantumi, come un vaso di cristallo, senza una spiegazione, non dico giusta ma almeno sufficiente da lenire in parte il dolore. Sopra i monti vedo una croce, ma sullo sfondo vedo il tutto sormontato dai raggi del sole: nulla resterà inutile e senza senso".
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab set 04, 2021 7:17 am

In Svezia è boom di immigrati stupratori, come in Italia. Un rapporto “esplosivo” pubblicato dal governo conferma che criminalità e delinquenza sono direttamente legate all’immigrazione
Un rapporto del 2018 ha rilevato che 99 stupratori di gruppo su 112 in Svezia sono immigrati.
4 settembre 2021

https://www.facebook.com/groups/1059950 ... 7270120447

Quando è stato chiesto al veterano investigatore della polizia svedese Peter Springare di identificare i dati demografici dei responsabili di crimini violenti, è stato molto chiaro nell’identificare la fonte del problema.
“Eccoci qui; questo è ciò che ho gestito dal lunedì al venerdì di questa settimana: stupro, stupro, rapina, aggressione aggravata, stupro-aggressione e stupro, estorsione, ricatto, aggressione, violenza contro la polizia, minacce alla polizia, criminalità legata alla droga, droga, crimine, crimine, tentato omicidio, di nuovo stupro, estorsioni di nuovo e maltrattamenti”, ha scritto.
“Sospetti autori; Ali Mohammed, Mahmod, Mohammed, Mohammed Ali, ancora, ancora, ancora. Christopher… cosa, è vero? Sì, un nome svedese si è intrufolato ai margini di un crimine per droga. Mohammed, Mahmod Ali, ancora e ancora”, ha aggiunto.
Springare ha quindi elencato i paesi di origine dei sospetti.
“Paesi che rappresentano tutti i crimini di questa settimana: Iraq, Iraq, Turchia, Siria, Afghanistan, Somalia, Somalia, di nuovo Siria, Somalia, Paese sconosciuto, sconosciuto, Svezia. Metà dei sospetti, non possiamo esserne sicuri perché non hanno documenti validi. Il che di per sé di solito significa che mentono sulla loro nazionalità e identità”.


Suède : un rapport "explosif", publié par le gouvernement, confirme que la criminalité et la délinquance sont directement liées à l'immigration
https://www.fdesouche.com/2021/09/02/su ... migration/
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » ven ott 01, 2021 6:22 am

Bologna, ragazza aggredita e molestata sull’autobus
il Resto del Carlino
NICOLETTA TEMPERA
Bologna, 29 settembre 2021

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologn ... -1.6856280

Con un braccio la teneva bloccata sul sedile. Con l’altro la toccava nelle parti intime, mentre l’amico lo incitava a violentare la ragazza, una studentessa di 24 anni, che l’altra sera, intorno a mezzanotte, era salita sul bus di linea 14 in via Massarenti per tornare a casa.

La violenza si è consumata a bordo del mezzo Tper e si è interrotta solo quando la ragazza è riuscita a chiedere aiuto all’autista. I due, stando alle descrizioni della vittima entrambi sui 30 anni, originari uno dell’Est e l’altro nordafricano, l’hanno seguita quando lei è salita sull’autobus, all’altezza del Sant’Orsola. Sul mezzo c’erano una ventina di passeggeri e l’uomo dell’Est si è seduto proprio vicino alla studentessa che era in fondo al bus, lontana dagli altri.

L’uomo, dopo averle cinto un braccio intorno alle spalle per bloccarla, ha iniziato ad abusare di lei, infilandole l’altra mano nei jeans, mentre l’amico lo incitava. Poi, nei pressi della fermata di piazza Aldrovandi in via San Vitale, i due hanno tentato di far scendere con loro la 24enne, per proseguire in strada quanto avevano iniziato. A quel punto lei, che fino a quel momento era rimasta impietrita dalla paura, è riuscita a divincolarsi e correre dall’autista.

Non ha spiegato al conducente cosa le fosse accaduto, ma ha chiesto di poter rimanere vicino a lui. Finché l’uomo dell’Est non si è avvicinato a entrambi, minacciando l’autista e intimandogli di farsi gli affari suoi. A quel punto il dipendente di Tper, che aveva visto la ragazza terrorizzata, ma non sapeva cosa le fosse accaduto, ha detto all’aggressore di andarsene, altrimenti avrebbe chiamato la polizia, e ha aperto le porte.

Preoccupati dell’arrivo delle volanti, i due stranieri sono scesi di corsa dal bus e scappati via. A quel punto la ragazza ha trovato il coraggio e chiamato il 113. Gli agenti delle volanti sono arrivati in via San Vitale, la ragazza era in lacrime, in strada, visibilmente scossa. Ha raccontato ai poliziotti dell’accaduto, descrivendo i suoi aggressori. La pattuglia si è subito messa alla ricerca dei due, che si erano dileguati nelle stradine della zona universitaria, senza però riuscire a individuarli. È stato attivato il codice rosso per le vittime di violenza sessuale e la studentessa, formalizzata la denuncia, è stata riaccompagnata a casa.

"Nella gravità della situazione – spiegano da Tper – la ragazza, rivolgendosi subito all’autista, ha fatto la cosa migliore. E anche l’autista, pur non conoscendo nei dettagli l’accaduto, si è comportato nel modo più adeguato alla situazione. Sul bus non si è mai soli, come sosteniamo anche con la nostra campagna ‘Insieme vediamo di più’, tesa proprio a evitare, attraverso la collaborazione degli altri passeggeri, borseggi e molestie".

I video ripresi dal sistema di sorveglianza interno al bus dovranno essere ora acquisiti dalla polizia. Uno degli aggressori è stato visto bene in faccia dall’autista, che potrebbe riconoscerlo.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » ven ott 01, 2021 6:28 am

Aggredisce e molesta una ragazza È già libero dopo la notte in cella
Il 27enne operaio egiziano ha solo l’obbligo di firma. La giovane ancora sotto choc. Ha riportato ferite alle braccia
27 settembre 2021
https://www.lanazione.it/sarzana/cronac ... -1.6861231

La vittima, una ragazzina, è ancora molto scossa: ha un referto di 30 giorni per le lesioni che le sono state procurate. L’aggressore invece, un operaio di 27 anni di origine egiziana è già libero: dopo il fermo dei carabinieri per lui è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di firma, ma dovrà comunque rispondere dell’ipotesi di reato di violenza sessuale e lesione. E’ questo l’esito dell’udienza di ieri mattina in tribunale alla Spezia per il grave episodio avvenuto l’altro pomeriggio. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del nucleo radiomobile della Spezia, il 27enne operaio è salito sullo stesso pullman dove già si trovava la ragazzina. Si è seduto davanti a lei ed ha continuato a fissarla per tutto il tragitto. L’ha seguita quando è scesa alla fermata nei pressi della sua abitazione, prima si è avvicinato con una scusa poi l‘ha aggredita. L’avrebbe presa per i capelli baciandola contro la sua volontà, ma lei ha reagito, cercando di sottrarsi a quella violenza procurandosi anche alcune lesioni alla mano. A quel punto ha chiesto aiuto ed è stata subito soccorsa da alcuni familiari che si trovavano nelle vicinanze che hanno bloccato l’aggressore e chiamato il 112. Sul posto si è subito precipitata una pattuglia dei carabinieri che ha fermato il 27enne egiziano e lo ha portato in caserma e dopo le formalità di rito condotto in carcere alla Spezia. La ragazza invece è stata trasportata in ospedale per le cure alle lesioni che aveva alla mano, sconvolta per quanto le era accaduto. Ieri mattina nell’udienza di convalida in tribunale alla Spezia il giudice ha deciso per la scarcerazione e la misura dell’obbligo di firma.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab ott 02, 2021 7:02 pm

Austria: verdetto scandaloso per richiedente asilo afghano dopo abusi sessuali su una bambina di 7 anni
2 ottobre 2021

https://www.islamnograzie.com/austria-v ... di-7-anni/

Il crimine ha scioccato l’intera Austria la scorsa estate. Un afgano di 16 anni aveva abusato sessualmente di una bambina di 7 anni a Schärding e poi picchiato suo padre. Ora era sotto processo a Ried nel distretto di Innkreis.

La sentenza ha causato indignazione.

La condanna per il rifugiato afghano di 16 anni è di 30 mesi per gravi abusi sessuali su minori. Tuttavia, chiunque creda che il colpevole sconterà i due anni e mezzo si sbaglia. Due terzi della pena sono stati revocati con la condizionale per l’abusatore di minori. Quindi dovrà scontare solo 10 mesi. Inoltre, all’afghano è stato ordinato di sottoporsi a terapia e gli è stato assegnato un ufficiale di libertà vigilata. Deve anche cambiare il suo luogo di residenza, poiché deve rimanere ad almeno 10 chilometri di distanza dalla sua vittima di 7 anni. 500 euro di risarcimento per il dolore e la sofferenza sono stati assegnati anche alla bambina. Ulteriori reclami potrebbero essere presentati in tribunale civile.

Poiché il tribunale dei valutatori laici si è riunito a porte chiuse, le ragioni della sentenza indulgente per l’autore del reato sessuale non possono essere comprese. Secondo StGB per “Gravi abusi sessuali su minori”, sarebbe stata possibile una condanna significativamente più alta, anche in considerazione del fatto che la pena è ridotta della metà a causa dell’età minorile dell’autore del reato secondo la legge sul tribunale dei minori. Ma è diventato sintomatico del sistema giudiziario essere particolarmente indulgente con gli stranieri criminali.

Mentre il presidente federale Alexander van der Bellen o il partito politico dei Verdi chiedono l’ammissione “umanitaria” di più afghani in Austria, casi come questo mostrano il tumulto della migrazione incontrollata.

Il fatto che una bambina di 7 anni venga attirata in cantina e abusata sessualmente da un “ragazzo vicino” – come alcuni giornali hanno eufemisticamente scritto l’anno scorso per mascherare i retroscena migratori – o che, come a Vienna, una ragazza di 13 anni venga violentata a morte da quattro afghani, a quanto pare non porta a un ripensamento.

I problemi della politica migratoria si riflettono anche nel numero di detenuti nelle carceri austriache. Su un totale di 8.486 detenuti, quasi esattamente la metà sono cittadini stranieri – e questo nonostante il fatto che gli stranieri costituiscano solo il 17% della popolazione che vive in Austria.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Violenza e stupri africano asiatico maomettani

Messaggioda Berto » sab ott 09, 2021 6:51 pm

MEDIATRICE CULTURALE STUPRATA DALL’AFRICANO CHE OSPITAVA IN CASA DEL PADRE
9 Ottobre 2021

https://www.islamnograzie.com/mediatric ... del-padre/

Condannato a quattro anni per violenza sessuale, più una provvisionale di 5mila euro per la parte civile.
Così si è concluso il processo di primo grado a carico di un ghanese di 22 anni, accusato di stupro di una “mediatrice culturale” di 34 anni, che lo aveva ospitato per una notte nell’abitazione dei genitori.
La vicenda risale al 6 novembre del 2017. L’educatrice aveva conosciuto il giovane, all’epoca richiedente asilo, in una comunità del reggiano.
Quel giorno il padre della ragazza aveva visto per strada l’africano, che aveva perso il pullman per tornare in Appennino e gli aveva offerto ospitalità a casa sua.
Dopo la cena consumata tutti insieme, il migrante si era sistemato sul divano per dormire, mentre la ragazza era andata nella sua camera e nonni e nipotini nell’altra.
A questo punto le versioni delle parti divergono: la giovane ha affermato che il 22enne l’ha aggredita a mezzanotte tentando un rapporto sessuale, i genitori della giovane hanno affermato di non aver udito alcun rumore mentre il 22enne ha ammesso un rapporto completo a suo dire consenziente.
Le indagini della Squadra Mobile, alla quale l’educatrice si è presentata il giorno seguente, hanno portato all’incriminazione dell’africano.
Il collegio presieduto dal giudice Simone Medioli Devoto, a latere Chiara Alberti e Stefano Catellani, si è riunito in camera di consiglio per quasi un’ora e alle 18.15 ha letto la sentenza: il 22enne, ritenuto colpevole, è stato condannato a quattro anni, uno sconto dovuto alla concessione delle attenuanti generiche. Provvisionale da 5mila euro e danno da liquidarsi in separato giudizio (cioè in civile) per la parte offesa. «Appena potremo leggere le motivazioni della sentenza, tra 60 giorni, proporremo appello», ha dichiarato Bassi. «La mia assistita è provata – ha commentato La Rocca – Questo è il giusto esito».


Alberto Pento
Che imbecille il padre a portarsi a casa degli sconosciuti, dei clandestini africani e magari nazi maomettani.
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